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Centro visite Parco naturale Gruppo di Tessa a Naturno - Cez Calderan Zanovello Architetti


WONDERLAD - Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo

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La progettazione dell’edificio è stata guidata da tre principi fondamentali: accessibilità, Inclusività e sostenibilità.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Rapporto inclusivo con il parco e l’ambiente circostante Un rapporto equilibrato con il contesto è raggiunto modellando l‘edificio secondo geometrie elementari. La forma quadrata (compatibile con la richiesta struttura in pannelli microlamellari in legno di Faggio) dialoga in maniera inclusiva con il parco, comunicando con l’ambiente circostante in maniera equivalente in ogni suo lato, senza creare gerarchie formali che influenzerebbero il rapporto con il verde intorno.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Apertura verso il parco Il monoblocco quadrato deriva da necessità costruttive, funzionali e distributive: è più economico da realizzare, grazie alla sua semplicità; ottimizza il connettivo; ha un volume compatto e tendente al risparmio energetico. Se tale compattezza è elaborata in maniera da aprirsi verso l’intorno, il blocco diventa inclusivo e non esclusivo.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Corte interna L’apertura di una corte centrale nasce dal requisito d’illuminazione degli ambienti centrali al blocco. La corte stessa diventa uno spazio verde protetto contrapposto all’esteso parco perimetrale. Si crea un percorso dentro-fuori accompagnato da una decrescente densità del costruito (riproposta anche nell’impiego dei materiali): una maggiore densità“urbana” che si dissolve spostandosi dalla corte al parco, attraverso l’edificio.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Separazione del blocco nelle macrofunzioni e generazione di nuovi spazi aperti con qualità differenti Il blocco a corte viene spaccato nelle due parti principali, la funzione di centro diurno e quella ricettiva, generando una spina centrale di ingresso e distribuzione principale. L’edificio rientra nuovamente in un perimetro quadrato, creando nuove aree esterne protette, ognuna diversa dalla precedente. Così l’originario spazio centrale cede superficie a una piazza coperta (la sala polivalente) e sui fronti sud e nord nascono due spazi che fungono da filtro con l’esterno: il wintergarten e la corte d’ingresso. La rottura statica della corte centrale crea nuovi coni visivi e momenti di comunicazione tra l’edificio e il parco attorno, rafforzando il principio di Inclusività.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Significato formale dell’edificio e importanza tecnica ed estetica della copertura verde Il dislivello tra il lotto e l’area circostante è ottimale per una copertura vegetale dell’edificio che diviene il primo elemento percepito da via Paladino, quasi in continuità col parco in cui l’edificio s’inserisce. La vegetazione della copertura comprende arbusti tappezzanti, arbusti profumati e semicespugliosi come timo, origano, lavanda e rosmarino. Il risultato è molto piacevole alla vista e restituisce, alla quota di copertura, la superficie a verde effettivamente sottratta per edificare l’edificio. Sulla copertura della sala polivalente verranno concentrati i pannelli fotovoltaici, lasciando intatto il tetto verde.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

L’obiettivo principale della proposta progettuale in oggetto è la realizzazione di una “casa” dove bambini affetti da malattie gravi possano essere accolti e gestirsi in un ambiente familiare, accessibile e inclusivo. Le esperienze esclusive ambulatoriali, per quanto necessarie, rischiano di diventare ghettizzanti per soggetti giovani che si trovano già i una situazione difficoltosa e necessitano non solo di cure mediche ma anche di un supporto psicologico. In questo senso il progetto, in linea con l’esperienza di Casa OZ, cerca di restituire un ambiente aperto, di socialità, dove i piccoli ospiti possano vivere in serenità.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Inclusività Il tema dell’Inclusività, nelle sue molteplici sfaccettature, è fortemente connesso a quelli menzionati sopra. L’Inclusività non è solo una forma di apertura sociale verso l’abbiente circostante, ma anche architettonica e urbana. L’edificio a blocco esteso ha il pregio di essere affacciato in tutte le direzioni, e senza ordine di preferenza (per l’appunto in maniera inclusiva), sul parco circostante; ma è anche dotato di una corte interna, garantendo agli ospiti un digradare interno-esterno di qualità spaziali diverse dedicate ad attività sociali altrettanto differenti, ma capaci (nel complesso) di coprire una moltitudine di possibilità. Anche la tecnologia costruttiva dell’involucro edilizio, interfaccia esterno-interno, e la sapiente collocazione di aree verdi semi-esterne sono state pensate nell’ottica di far apparire l’edificio non come una barriera, ma come un invito che lentamente accompagna l’ospite verso il suo centro, il suo cuore. Così, il susseguirsi di pelli forate o semitrasparenti (rete Keller), le corti semi-esterne (corte sud di ingresso e wintergarten nord) e la ricerca compositiva di facciata (riquadri delle finestre su piani diversi) danno l’idea di un edificio che si materializza man mano che ci si entra (o, al contrario di un edificio che si dissolve nel parco man mano che vi si esce).

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Accessibilità L’accessibilità, tra i temi di carattere tecnico che più si associano al concept di Inclusività, è stato il punto chiave da cui ha mosso la progettazione architettonica, che ha basato su di essa l’esigenza di realizzare un edificio a un unico piano, e quindi fruibile equamente da ogni utente. Le aree pedonali distributive sono caratterizzate tutte dal colore giallo ocra, sia all’interno dell’edificio sia all’esterno in modo da garantirne la riconoscibilità e la scansione degli spazi. Una rampa con inclinazione 8% consente l’accesso pedonale all’area, per il resto gli spazi pedonali rimangono a quota 0. Accessibilità però significa anche facilità di raggiungere il luogo. I parcheggi per le autovetture sono alla quota dell’ingresso al centro e vi si accede tramite una rampa. Sfruttando il naturale dislivello del terreno, una fascia di posti auto risulterà coperta dal verde.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Funzioni Le funzioni richieste dall’ente appaltante sono state confermate e realizzate nei termini di superficie e volume indicati nel bando di concorso. Le destinazioni d’uso sono state raggruppate in due macrogruppi: centro diurno e area ricettiva. Ciò ha consentito di gestire le due ali dell’edificio con strategie indipendenti ma, proprio per questo, progettate ad hoc: ciò vale per i temi di sostenibilità ambientale, per quelli di distribuzione e di tipologia edilizia.

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Alfredo Borghi, Cecilia Carattoni, Vittorino Belpoliti Architetto, Maria Chiara Lopardo — WONDERLAD

Renaissance Marriott - Asymetria44, Imb Asymetria

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Budynek hotelu stanowi zwarta bryłę geometryczną i mimo, że w rzutach podstawowych na kształcie podkowy, formalnie postrzegany jest jak sześcian bez jednej tylnej ściany.

Asymetria44, Imb Asymetria — Renaissance Marriott

Zasadą kompozycji bryły hotelu było stworzenie w jego wnętrzu w sensie architektonicznym, urbanistycznym i wnętrzarskim klimatu zielonego ogrodu, który w przestrzeni dworca lotniczego ( z zasady pozbawionego zieleni) sprawiał wrażenie zielonej oazy, w której znajdujemy odprężenie. Tej kompozycji i tej idei został podporządkowany pozostały układ funkcjonalno – przestrzenny w sensie architektonicznym, urbanistycznym i stylistycznym.

Asymetria44, Imb Asymetria — Renaissance Marriott

Potężna ściana tłowa, z której „wydobywa się” wielka witryna, przez którą możemy mieć kontakt zarówno ze światem zewnętrznym jak również mieć informację o wnętrzu części publicznych budynku hotelu. Parawan jakim przesłonięta jest fasada główna hotelu jest jednocześnie jego charakterystyczną wizytówką i jest znakiem firmowym marki hotelu w przestrzeni dworca lotniczego. Stosunkowo surowa bryła budynku hotelu stanowi równocześnie jego walorem formalnym. Szlachetność proporcji kompozycja płaszczyzn przeziernych i nie przeziernych wydobywa z prostej bryły budynku te jego elementy formalne, które są możliwe do wyartykułowania w stosunkowo sztywnej formule funkcjonalnej tego typu obiektów.

Asymetria44, Imb Asymetria — Renaissance Marriott

Starano się ponadto przy pomocy zastosowania różnego rodzaju tworzywa architektonicznego tak formować jego charakter aby podkreślić nie tylko walory formalne ale także użytkowe (izolacja akustyczna), konstrukcyjne (wykorzystanie istniejącej infrastruktury budowlanej) oraz emocjonalne – przez wprowadzenie maksymalnie dużej ilości światła i naturalnej zieleni wysokiej do wnętrza hotelu. Generalnie budynek został zaprojektowany introwersyjnie to znaczy z takim stopniowaniem doznań emocjonalnych, które są najbardziej czytelne w jego wnętrzu.

Asymetria44, Imb Asymetria — Renaissance Marriott

Jedynym aczkolwiek bardzo mocnym akordem formalnym w bryle budynku jest duża witryna we frontowej elewacji budynku, która zaprasza gości do jego wnętrza.

Asymetria44, Imb Asymetria — Renaissance Marriott

Riqualificazione mura Piacenza - Lidia Borella

School of Ballet - Vittorio Garatti

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In pianta la Scuola di Balletto si genera diramandosi verso valle a partire dalla cupola principale del Teatro di coreografia, luogo deputato alla pubblica rappresentazione dei saggi provati nelle varie aule. L’interno del Teatro è concepito come fosse un teatro di posa, con tutte le attrezzature in vista, concentrate slulla struttura anulare sospesa, unita da un ponte ad arco al ballatoio perimetrale alla sala. La struttura dei tre padiglioni delle aule per il balletto sono caratterizzate da una copertura a cupola in grado di accogliere verso l’alto le evoluzioni dei ballerini e da pareti convesse che permettono loro di “scivolare” lungo i limiti fisici delle sale di prova. Non troviamo la conformazione delle classiche sale da ballo con soffito piano che idealmente opprime e non permette di sfruttare lo spazio dando quasi la convinzione che il ballerino sia psicologicamente schiacciato. Ad articolare l’accesso di queste, un piccolo patio, con una cafeteria. Seguono tre padiglioni più piccoli: la biblioteca, prossima all’aula di coreografia; l’amministrazione, vicino all’entrata; la sala per i massaggi e l’infermeria, all’uscita. Una sorta di “braccio” contiene le aule teoriche: queste sono coperte con terra, sfruttando l’avallamento , creando un balcone da cui ci si affaccia sulla Scuola. Caratteristica particolare della scuola è l’insieme di muri che come muri da giardino escono dal torrente, avvolgono i padiglioni, li abbandonano, s’immergono nel verde. La copertura è praticabile; gli allievi ne possono far uso studiando all’aperto, magari provando qualche esercizio, oltre che per passeggiarvi.

Vittorio Garatti — School of Ballet

IPAHIM - BLA Ufficio di architettura

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Questo progetto è parte della ricerca che il nostro studio insegue nell’interesse per i materiali e per il loro utilizzo. Incaricati del progetto architettonico di un appartamento nel centro storico di Torino, a due passi da Piazza Vittorio Veneto, interveniamo in modo piuttosto delicato sullo stato attuale, concentrando essenzialmente il nostro campo di azione nella porzione cucina/soggiorno.

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

La passione per la musica del committente, diventa l’elemento che genera il progetto. La cucina è pensata come l’interno di una cassa acustica di un violino, totalmente lignea, sia nelle pareti verticali che nella copertura.

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

Il beneficio ottenuto è quello di attutire i suoni e rumori dell’open-space cucina/soggiorno e di conferire un aspetto scenico e tattile speciale. La cucina è un getto in cls armato, continuo, che muta tra elemento portante verticale e superficie di appoggio orizzontale.

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

Il marmo di Calacatta già esistente è mantenuto nel soggiorno e affiancato da resina epossidica di colore avorio che continua il colore delle sue venature. I serramenti vengono volutamente lasciati inalterati (oggetto di eventuale intervento futuro) a favore della qualità spaziale e materiale degli ambienti.

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

BLA Ufficio di architettura — IPAHIM

Confetteria Costa - Dario Faro

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progetto e realizzazione arredi interni per locale da adibire a confetteria e vendita bomboniere a Palermo progetto di: Arch. Dario Faro

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

Dario Faro — Confetteria Costa

IL PRATO DEI MESTIERI - Architetto Antonio Sarto, Architetto Fabris Franco, Architetto Favero Luigi, Ingegnere Lusa L., Ingegnere Lusa L, Architetto Erti Daria, Architetto Saini Giorgia, Architetto Zin Alice, Architetto Nicolè Marta, Architetto Fortunati Andrea

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Il Quartiere Arcella a Padova è una località che appartiene al 900, lo si delinea bene con tappe sintetiche come nei disegni del nuovo cavalcavia dell’Arch. Donghi del 1903 che apre al futuro sistema di penetrazione nord- sud; il Piano di ampliamento del PRG del 1923; le foto aeree del tragico bombardamento del 1945; il nuovo ponte “arco di Giano” del 2009 ottenuto con il progetto PRUSST (Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio) e il PRU– Il superamento dei margini (Piano di Riqualificazione Urbana). Il superamento dei margini ottenuto con il nuovo ponte “arco di Giano” mancava di formule progettuali capaci di mettere in atto la trasformazione delle aree dismesse circostanti. L’arrivo del nuovo ospedale posizionato a nord-ovest, tangente all’area progetto, diventa il motore del cambiamento. Il progetto rispondendo ai bisogni storici e di congestione contemporanea dell’area inventa dispositivi progettuali capaci di contenere risposte appropriate ed elastiche nella dimensione tempo.

Architetto Antonio Sarto, Architetto Fabris Franco, Architetto Favero Luigi, Ingegnere Lusa L., Ingegnere Lusa L, Architetto Erti Daria, Architetto Saini Giorgia, Architetto Zin Alice, Architetto Nicolè Marta, Architetto Fortunati Andrea — IL PRATO DEI MESTIERI

modello in legno: veduta d'insieme

Primo obiettivo per rispondere all’immaginario collettivo è il bisogno di spazio urbano e aree verdi inserite in una visione di ecosostenibilità. La risposta è data dal dispositivo verde: una coraggiosa struttura – dispositivo che consente al quartiere Arcella di superare il confine ferrovia abbattendo uno storico muro psicologico. Si tratta di un edificio complesso su due piani (distribuzione e garages nel piano seminterrato, ed un secondo adatto a funzioni ricettive, commerciali, artigianali) coperti da un manto di attività green; vero verde condiviso composto da fruibilità pubblica e attività private.

Architetto Antonio Sarto, Architetto Fabris Franco, Architetto Favero Luigi, Ingegnere Lusa L., Ingegnere Lusa L, Architetto Erti Daria, Architetto Saini Giorgia, Architetto Zin Alice, Architetto Nicolè Marta, Architetto Fortunati Andrea — IL PRATO DEI MESTIERI

Tavola_1

Questo flusso verde recupera con un solo gesto la nuova linea del tram, la nuova strada verso l’ospedale e con ampia passeggiata (80 m) sovrappassa la linea ferroviaria esistente ad ovest dell’area verso il nuovo ospedale e gli impianti sportivi dell’Euganeo. L’idea di ponte viene sostituita da un prato: il prato dei mestieri; dove il bene comune viene esaltato per dimensione e possibilità d’uso e pagato dall’interesse privato dei mestieri. I tradizionali standard urbanistici di piano lasciano il posto ad un’immagine continua di circa 200.000 mq di superficie verde.

Architetto Antonio Sarto, Architetto Fabris Franco, Architetto Favero Luigi, Ingegnere Lusa L., Ingegnere Lusa L, Architetto Erti Daria, Architetto Saini Giorgia, Architetto Zin Alice, Architetto Nicolè Marta, Architetto Fortunati Andrea — IL PRATO DEI MESTIERI

Tavola_2

Tra le grandi e piccole destinazioni d’uso di questa piastra che chiameremo “piazza globale” emergono le “torri della comunicazione”, molto snelle, punto di orientamento per la città, cerniere del dispositivo di connessione che aggancia il quartiere come infrastruttura capace di: collegare, portare servizi, definire un luogo di identità morfologica dell’Arcella. La via Annibale da Bassano, asse storico di collegamento nord, trova quindi le modalità per ridisegnare spazi e funzioni su tutto il lato sud ed in particolare precisa un ambito pubblico di intervento dove è protagonista una piazza coperta (tetto solare) dove trovano ambientazione attività incubators per eccellenze di artigianato artistico. Le aree comprese tra via Annibale da Bassano e la piastra – dispositivo verde, caratterizzate da una microproprietà diffusa, saranno zone con trasformabilità temporale più lunga e quindi caratterizzate da un progetto elastico e opportunista in funzione degli obiettivi comunitari. Necessario al superamento della cesura provocata dalla ferrovia, collegare le aree fino alle mura cinquecentesche. Il rispetto di questo elemento storico è stato imposto con edifici polifunzionali caratterizzati dalla totale copertura verde praticabile formando il continuum della città.

Architetto Antonio Sarto, Architetto Fabris Franco, Architetto Favero Luigi, Ingegnere Lusa L., Ingegnere Lusa L, Architetto Erti Daria, Architetto Saini Giorgia, Architetto Zin Alice, Architetto Nicolè Marta, Architetto Fortunati Andrea — IL PRATO DEI MESTIERI

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WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania - Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita

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L’idea di progetto nasce come risposta ai bisogni individuali dei bambini con malattie gravi, rispondendo ad esigenze spaziali, funzionali e architettoniche.

Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale - Gian Luca Zoli

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L’intervento riguarda il recupero di un piccolo appartamento di soli 67 mq. all’interno di un complesso francescano la cui facciata esterna coincide con le mura cittadine di espansione cinquecentesche . Le note leggi napoleoniche di soppressione di alcuni ordini determinarono il passaggio a palazzo signorile e l’acquisizione della Chiesa da parte dell’amministrazione Comunale.

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Il progetto ha seguito un doppio approccio metodologico. Da una parte la lettura delle varie stratificazioni storiche e decorative ha riportato in luce decori e tinte, con la volontà di lasciare il più inalterato possibile quello che compariva. Dall’altra, la necessità di ospitare in poco spazio una famiglia di tre persone, ha determinato come prioritario il disegno su misura di tutti gli arredi fissi in legno di frassino e vetro retroverniciato. A pavimento un getto su impianto radiante di cemento bianco, cocciopesto giallo e gesso (data la presenza di cave attive fino a pochi anni fa all’interno dell’omonima Vena di cui Brisighella fa parte) è stato levigato in opera lasciandolo volutamente un po’ grezzo. All’approccio monastico del pavimento fa da contrappunto la ricchezza delle pareti, il cui intonaco è stato sostituito solo se ammalorato e a tutta massa, non tinteggiato, dello stesso tono del pavimento.

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Gian Luca Zoli — Restauro di un piccolo appartamento di origine conventuale

Suburban apartment Dob - Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel

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The presented apartment is situated in the small vilage of Dob in the suburbs of the capital town. Our client – young couple from Ljubljana bought a typical row house unit. The main idea was how to create a special modern atmosphere in the small unit in the rural area. The program divides to the ground floor which is a long, rectangular shape. On its narrower, north side, the staircase and main entrance are located, along with the doorway and a toilet. The remaining large unified space is dedicated to the program of kitchen, dinning room and living room that opens to the garden. From the ground floor the staircase leads to the first floor where parents bedroom, rooms of children and services are located. We used terraco flooring in the ground floor with the combination of wooden interior.

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

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Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Arhitektura d.o.o., Boštjan Gabrijelčič, Aleš Peternel — Suburban apartment Dob

Ilona House - Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli

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A Spanish photographer living in Paraguay, 12 years after “escaping” the Spanish economic boom.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

A tight budget financed the purchase of a house in downtown Asuncion, the renovations needed to turn the property into a hostel and the architect’s fees.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

A house built in 1920, with a traditional “chorizo” typology, which had undergone renovations completely dissociated from the original building.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Bearing brick walls 0.30 m thick. Wooden Roof Structure entirely inhabited by kupi’i (termites in Guarani) + tiles and shingles. The “additions”: in front, a structure covers the old terrace and at the back, a second floor adds a bedroom.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

What was logical for us was to do what we think is architecture, especially in times of crisis.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

“Taking advantage of the resources available to solve most problems. Dissociating the project from the ego to address real and essential problems of habitability.”

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

We decided to use a corrugated sheet metal roof with “C” profiles for the inevitable change of roof.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Building an Outside. Human dwelling is a complex activity, we dwell according to our human-personal condition and in relationship to the other. A family home serves as for resting purposes just as a hostel, where each individual owns their personal space and also shares the community space; the difference lies in the degree of inter-personal relationship.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Living and circulating, in private and in correlation with others; here the spaces are sized according to the ratio of fluxes of such actions. We intervened a space for private circulation, corresponding to a single family house, and expanded the intermediate living and common circulation space.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

A wall, a quarry, material available. The bricks recovered from the demolition make up the new boundary outside, it ceases to be a load-bearing wall, with a thickness of 0.15 m. and breaks that give enough inertia to withstand a longitudinal slab 8 cm thick, lightened with rubble from the demolition. Over it, a continuous wall made of bricks in zigzag encloses the rooms.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

We assume the “additions” without dogmatic prejudices of the restoration. For privacy and to provide natural cross ventilation, we built a filter-wall on the facade with ceramic shingles from the demolition of the original roof.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

We reuse, conserve and transform all the original openings, floors and demolition woodwork for mezzanines. The project was delivered with a minimum level of finishes, only the essentials to live a healthy and quality space. The living and program will finish the house, these correspond to a very intimate aesthetic of a client / friend / artist, who from this home / business / life-trench aims to tell a story from the image.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

A story of how today it is giving refuge to Spaniards who come to look for work in a country that provided them the labor to build the m2 that partly generated the bubble from which they flee today.

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

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Grupo Culata Jovái, Federico Cairoli — Ilona House

WONDERLAD - Michele Pontiroli

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Il progetto nasce dall’idea di riprendere i concetti dell’abitazione rurale tipica della zona: “u pagghiaru”, un antichissima tipologia di abitazione mediterranea nata prima isolatamente e, subito dopo, come unità abitativa del primitivo villaggio preistorico o protostorico. L’impianto di tale costruzione si basa su una muratura perimetrale in pietra a secco a pianta circolare, più diffusa, o rettangolare, ma comunque ad unica stanza avente una copertura conica in arbusti/rami. L’impianto di progetto si configura come un unico “volume” con struttura perimetrale in setti di legno (micro-lamellare di faggio) che sostiene una copertura, anch’essa in legno, con strato superficiale vegetale (tetto verde a sedum estensivo). All’interno di questo “volume” sono stati organizzati gli spazi e le diverse funzioni: lo spazio accoglienza diurno, le residenze notturne e lo spazio polifunzionale. Questo schema fa sì che vi siano ampi spazi porticati usufruibili per varie funzioni specie nei mesi estivi, dove l’ombreggiatura è maggiormente desiderata. Questa tipologia costruttiva rurale porta con sé tutti gli elementi base della bioedilizia come: la protezione solare passiva, la ventilazione naturale (effetto camino con apertura sul fronte e apertura sulla sommità della copertura) e l’impiego di materiali naturali, reperiti in loco. La pianta è stata sviluppata su una maglia 5×5m. con pareti portanti (in micro-lamellare di faggio) in direzione nord-sud in modo da ottenere fronti vetrati per un’adeguata illuminazione naturale ed una maggior compenetrazione tra esterno e interno garantendo la permeabilità alla visiva verso gli spazi verdi esterni.

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Michele Pontiroli — WONDERLAD

Sovrapposizioni 1 - Andrea Minella

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Andrea Minella | Sovrapposizioni 1 | 50×50cm | Stampa su forex

Andrea Minella — Sovrapposizioni 1

NOVE - Concorso Internazionale di ceramica - Emanuela Faicchia

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La progettazione di un contenitore zoomorfo è stata vista come l’opportunità di immaginare un oggetto che si ispirasse si ad un animale, evocandone la forma in modo sintetico, ma che ne interpretasse, della forma, soprattutto le potenzialità spaziali.

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

costruttivo

L’animale di riferimento è un serpente. La caratteristica formale è la flessuosità.

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

La volontàè stata sostanzialmente quella di immaginare un contenitore che esplorasse una nuova tipologia di utilizzo, con la possibilità di essere collocato sia su a piano che a parete.

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

Il contenitore ha una forma a “doppia esse”, sviluppata sulla lunghezza di circa quarantacinque centimetri. E’ costituita da quattro facce, due piane e due curve. Ha una bocca laterale quadrata di sette per sette. Una conca è stata ricavata nella parte longitudinale dell’oggetto. Tale configurazione, offre la possibilità al contenitore di essere variamente interpretato. Un contenitore per fiori recisi. Un vaso. Un contenitore per frutta. Un portafrutta, oppure entrambi. Una sorta di moderna “cornucopia”. Nella conca è anche possibile alloggiare differenti oggetti, caramelle, biscotti, altro. Un centrotavola. La sua collocazione spaziale può essere sia su un piano che a parete; infatti, due fori ai due estremi delle due facce piane consentono di appendere il vaso. I due fori, necessari per il fissaggio a parete, sono stati studiati come elemento di decoro. Il materiale utilizzato è la terra bianca dolce, la finitura, a smalto lucido. La trattazione delle faccia curve con una differente texture vuole essere un elemento di decorazione che accentui il gioco di luce e ombre e che, senza divenire pedissequo, evochi la pancia del serpente

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica

Emanuela Faicchia — NOVE - Concorso Internazionale di ceramica


Astor Hellas HQ - MALVI

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Astor Hellas, a leading wholesale international trading company in the Greek market, approached us to design their new headquarters in Thessaloniki, an office space that would gather all of their functions in an open environment which would reflect both their values and their brand position.

MALVI — Astor Hellas HQ

Main meeting room

On the reception floor, office space is minimal so as to accommodate visiting partners and clients as well as all secondary functions (such as the IT, archive and personnel rooms). It also hosts the central conference room—detached from the main office areas—ensuring more efficient and constructive meeting sessions, away from interruptions and needless disturbances. Respectively, the second floor is reserved exclusively to office use, establishing a more productive setting without unnecessary distractions from other activities. All of the company’s divisions are gathered along with the management, providing a direct setting for an effective and smooth workflow.

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Reception area

In order to “break” the rigidity of the building’s rectangular floor plan, we decided to fragment the space into more energetic volumes that would make each office area appear larger and more connected to the one next to it. The daily operations of the company require constant interchange between its various divisions and visual communication is equally important to vocal one. The transparencies allow for a more direct approach between employees, while at the same time their juxtaposition creates an illusion of a much bigger space.

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Main meeting room

Having to tackle the reverberation issues that could be caused by the glass divisions, softer and more sound-absorbing materials were used throughout (cubicle dividers, flooring, etc.) in order to provide a work-friendly space by eliminating the environmental noise from office machines and minimizing background ones from phone calls and conversations. Storage space and amenities are hidden behind the wood-cladded walls, thus avoiding visual clutter which is crucial in an information-filled workplace.

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Main meeting room, detail

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Main meeting room, detail

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Waiting area

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Waiting area

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Waiting area

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Waiting area

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Office space

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Office space

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Office space

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Office space

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Management

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Waiting area, detail

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Management office

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Management office, detail

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Management office, detail

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Private meeting room

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Office space

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Work space, detail

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Secondary office

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First floor.

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Second floor.

WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania - Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara

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Per chi vi accede da via Filippo Paladino WonderLAD si presenta come un piccolo villaggio, un’aggregazione di padiglioni immersi in un giardino urbano da cui emergono, come evocazioni simboliche della presenza incombente e magica del vulcano, piccole piramidi che incanalano la luce negli edifici sottostanti. Il villaggio è al centro di un paesaggio variegato organizzato, come nella campagna catanese, da un sistema di muri che delimitano usi diversi, suggeriscono percorsi e relazioni visive con l’intorno, raccordano livelli e pendenze del suolo, identificano spazi a vocazione pubblica o più privata.

Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

IL MASTERPLAN E LA RELAZIONE CON IL QUARTIERE WonderLAD è chiamata ad assolvere a molteplici e importanti compiti: • accoglierei piccoli ospiti in un ambiente domestico rassicurante nel quale sentirsi a casa; • divenire un luogo di incontro e attività per una comunità più estesa di bambini, alla cui frequentazione si apre durante il giorno; • essere parte integrante del quartiere di Canalicchio e della città di Catania. La molteplicità di usi ed esigenze differenti suggerisce la formazione di un complesso che cerca di raccordare e organizzare queste tre differenti scale di fruizione in ambienti e spazi che variano per dimensione, apertura, accessibilità. Nel lotto si mescolano e si integrano quindi campagna e città, casa e quartiere, intimo e pubblico.

Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Il Masterplan è organizzato a partire dalla ricerca di una forte relazione con il suo intorno: le giaciture e il ritmo delle linee che ne definiscono il disegno scaturiscono dalla trama viaria ed edilizia del quartiere suggerendone una continuità, mentre il layout delle aree esterne e della vegetazione si innesta su quello esistente a ricercare una continuità di paesaggio ed ecologica tra interno ed esterno.

Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

L’edificio è collocato nella parte est del lotto a suggerire il completamento ideale del macro isolato compreso tra via del Caravaggio e via Filippo Paladino, lasciando che allo spazio vuoto sia affidato il ruolo di luogo della relazione con il quartiere. Il perimetro dell’edificio si adatta all’intorno, facendosi più netto e definito a nord e ad est, aprendosi invece ad un rapporto più dinamico di compenetrazione sui lati a sud ed ovest che guardano verso la città circostante.

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I padiglioni arretrano ed avanzano verso il quartiere definendo spazi aperti semi-interclusi che fungono da filtro tra le parti del giardino aperte al pubblico e gli ambienti interni. L’accesso avviene da via Paladino, attraverso una rampa carrabile che conduce al parcheggio localizzato sulla fascia alla destra del fabbricato e da una pedonale che permette ai pedoni di muoversi da e verso il quartiere offrendo scorci e prospettive mutevoli sull’area. A partire dall’ingresso le funzioni,sia all’interno che all’aperto, sono organizzate secondo un gradiente di privatezza che aumenta man mano che ci si addentra nel lotto, avanzando verso nord.

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ARTICOLAZIONE FUNZIONALE Le funzioni all’interno dell’edificio sono organizzate in modo da garantire ad ospiti e visitatori adeguate condizioni di apertura/intimità ed accessibilità, scandendo i passaggi tra la parte più pubblica del complesso e quella riservata ai piccoli ospiti ed alle loro famiglie. La reception, cui si accede dalla “piazza” minerale posta al fondo delle rampe di accesso al lotto, è il fulcro intorno a cui sono disposti i moduli che ospitano funzioni di “accoglienza” e di presidio dell’ingresso, quali gli uffici, la caffetteria ed i servizi igienici. Il giardino d’inverno(ricavato nel primo patio ed accessibile direttamente dalla reception), la stanza dei giochi, la zona mensa ed il salottino costituiscono la parte di complesso dedicata ad attività diurne e maggiormente aperte alla frequentazione da parte di altri bambini.

Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Sezioni e prospetti

Lo spazio polivalente a cui è possibile accedere sia dall’interno della struttura che dall’esterno attraverso due collegamenti diretti costituisce l’emergenza più facilmente riconoscibile, tanto per le dimensioni del modulo quanto per il suo protendersi dalla sagoma del fabbricato verso il giardino e la città. Il corridoio trasversale di collegamento tra il parcheggio e la sala polivalente definisce anche il limite che delinea il passaggio alle funzioni private o che richiedono condizioni di maggiore tranquillità. La biblioteca, così come la sala studio, la stanza della quiete e la sala soft si aprono su un secondo patio verde, mentre spazio autonomia, nursery, lavanderia e sala riunioni affacciano sul corridoio di distribuzione. All’estremità nord del complesso si trovano gli alloggi destinati alle famiglie, ognuno dei quali è dotato di un piccolo patio privato che si apre sul giardino (privato ma comune) retrostante.

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Molti degli ambienti a maggiore valenza pubblica affacciano su aree esterne che mediano il rapporto tra giardino ed edificio, fungendo da spazi di pertinenza e offrendo la possibilità di estendere all’aperto le attività che vi si svolgono.

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SOSTENIBILITÀ E RISPARMIO ENERGETICO La strategia per il raggiungimento delle prestazioni di risparmio energetico richieste si basa su due linee di azione distinte, che sono volte alla riduzione dei consumi energetici ed alla massimizzazione del ricorso a fonti rinnovabili. La prima linea strategica riguarda la definizione della morfologia dell’edificio che è stata determinata in stretta relazione con l’analisi del clima locale. In base a questa analisi è stata definita la posizione ottimale delle superfici vetrate per beneficiare dei guadagni solari durante il periodo invernale, minimizzando i carichi durante la stagione estiva. Il risultato è una progettazione dell’involucro che vede la localizzazione della maggior parte delle superfici vetratesui fronti nord e sud. Le aperture ed i serramenti sul lato sud sono arretrati, mentre vengono dotati di schermature mobili sui lati est e ovest attraverso l’installazione di scuri impacchettabili all’interno della parete.

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Una seconda area di intervento concerne l’ottenimento di performance ottimali dell’involucro in funzione dei caratteri climatici dell’area costiera siciliana. Il pacchetto di chiusura per le pareti opache, che prevede l’utilizzo di isolante in fibra di legno posizionato sull’esterno dei pannelli portanti, permette di raggiungere valori di massa relativamente alti per una struttura leggera in legno. La strategia di tipo attivo si traduce in primo luogo nell’impiego di tipologie di impianto, differenti in funzione dell’uso dei locali, in grado di garantire un elevato livello di comfortall’interno degli ambienti minimizzando i consumi. Gli ambienti non utilizzati in maniera continuativa(sala polivalente, mensa,caffetteria) sono dotati di impianto a tutta aria che permette di azionare i dispositivi solo in funzione della reale presenza di persone; le residenze vedono l’impiego di pannelli radianti per riscaldamento e raffrescamento affiancati da un impianto per il controllo dell’umidità; nei restanti locali con presenza continuativa di utenti sono previsti pannelli radianti coadiuvati da un impianto di ventilazione a dislocamento che consente l’immissione di aria a velocità molto basse con conseguente diminuzione dei consumi energetici. Durante la notte l’impianto di ventilazione, quando le condizioni di temperatura esterna lo suggeriscono, viene attivato in modalità free-cooling immettendo aria fresca direttamente dall’esterno. La produzione di energia in situ avviene attraverso l’impiego di pannelli fotovoltaici integrati in copertura che garantiscono una produzione annuale di 70.000 kWh per una copertura del 70% dei consumi complessivi. È inoltre previsto un sistema di recupero delle acque meteoriche che vengono raccolte, filtrate e recuperate alimentando l’impianto di acqua tecnica al servizio dell’edificio e quello di irrigazione. Le aree esterne sono invece progettate evitando l’effetto “isola di calore” grazie alla previsione di materiali di finitura di tonalità chiare e massimizzando la presenza del verde a ridosso dell’edificio. Un ulteriore ma significativo tassello della strategia di riduzione dell’impatto ambientale è rappresentato dalla messa a dimora di specie botaniche autoctone con bassa necessità irrigua e con minori rischi di rilascio di sostanze allergeniche.

Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

PAESAGGIO E AREE ESTERNE Il disegno delle aree esterne scaturisce dalla volontà di stabilire una relazione intensa e dinamica con l’intorno. Il sistema dei percorsi, le linee che definiscono gli spazi del giardino e la localizzazione delle funzioni suggeriscono molteplici modalità di connessione tra edificio e quartiere.

Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Anche nel giardino le funzioni ed i caratteri degli spazi assumono carattere di maggiore intimità e privatezza man mano che dai confini del lotto ci si avvicina all’edificio ed in continuità con la natura più o meno pubblica delle funzioni in esso contenute. La rampa pedonaledi accesso da via Paladino approda nella piccola “piazza” antistante la reception e guida il visitatore lungo il fronte sud dell’edificio fino alla terrazza, prolungamento all’aperto della caffetteria e ingresso diretto allo spazio polivalente. Intorno ad esso sono localizzate le aree per le attività ed il gioco degli ospiti di Wonderlad e del Grest estivo: playground, prati e altre superfici pavimentate. Il grande frutteto di quartiere lungo il bordo ovest del lotto, il piccolo teatro e gli orti urbani lungo il lato sud introducono nuovi servizi e spazi di socialità per la cittadinanza. I percorsi che collegano il frutteto all’edificio suggeriscono la possibilità di rafforzare in futuro le connessioni con gli isolati limitrofi. La parte nord del giardino è invece riservata agli ospiti della casa accoglienza, offre spazi più raccolti ed intimi direttamente accessibili dalle residenze e l’orto di comunità, a servizio della mensa e delle residenze. Gli spazi del giardino sono scanditi da muri, elemento caratteristico della divisione fondiaria e dell’organizzazione produttiva della campagna catanese, che definiscono le parti di giardino a differente vocazione e a differenti quote altimetriche, separano le parti aperte al pubblico da quelle private e racchiudono differenti stanze di paesaggio.

Morfè architettura, luciano laffranchini, Monica Naso, PAOLO PORPORATO, Giovanni Santachiara — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

schema degli spazi esterni

Interni CaV - Cristian Gorni

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Trattasi di progettazione degli spazi interni di un appartamento situato nella pressi della prima espansione bresciana, a ridosso del perimetro degli insediamenti storici del capoluogo. L’abitazione si trova in una delle palazzine nate attorno agli anni ‘60-’70 del secolo scorso, atte ad ospitare i lavoratori delle prime espansioni industriali. All’interno dell’appartamento poche son state le caratteristiche peculiari da mantenere e preservare, ma le dimensioni e le altezze hanno permesso l’agevole rinnovamento tecnico-impiantistico. Un progetto con finiture e particolari costruttivi ragionati e realizzati ad-hoc. Un lavoro che si è evoluto grazie al continuo confronto tra progetto e committente.

Cristian Gorni — Interni CaV

Cristian Gorni — Interni CaV

Cristian Gorni — Interni CaV

Cristian Gorni — Interni CaV

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Cristian Gorni — Interni CaV

Cristian Gorni — Interni CaV

Cristian Gorni — Interni CaV

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lake view duplex penthouse - alessandro de sanctis

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“My house is my refuge, an emotional piece of architecture, not a cold piece of convenience.” Luis Barragán

alessandro de sanctis — lake view duplex penthouse

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Complesso residenziale Sosnowiecka - Asymetria44

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