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Edicola Funeraria - Arch. Geremia COSTANTINO


WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania - Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti

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Arancia grigliata

Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Il progetto si colloca entro i paletti definiti dai limiti fisici e normativi proposti dal bando. Aderisce alle esigenze espresse dalla committenza, e a quelle inespresse, ma non meno importanti, del quartiere e del luogo. Ne cerca i più profondi significati. Accoglie le esigenze e i vincoli reali e risponde in maniera puntuale alle richieste della città tramite un architettura di alta qualità. Mai gratuita e modaiola ma sempre aderente ai principi insediativi e alle regole civiche. Un progetto concreto per un problema concreto. Vediamolo.

Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Sulle direttrici delle grandi strade agrarie è iniziata l’urbanizzazione a macchia di leopardo di questo pezzo di città. Espansione che si è poi estesa a riempire gran parte del suolo disponibile. Sono rimasti solo alcuni residui come quello destinato al progetto.

Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

La storia della città ci insegna che le aree residuali sono sempre e costantemente destinate all’edilizia minore e meno pregiata. Il luogo del progetto era, in tempi non troppo lontani, parte di un più complesso organismo agrario che aveva i punti di forza nella coltivazione dell’arancio rosso di Sicilia e da un rigido modello organizzativo del terreno coltivato secondo le regole di un frutteto disposto in maglie regolari che si adattavano all’orografia del terreno e costituivano il paesaggio intorno alla città storica.

Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Le tracce di questo sistema agrario sono ben evidenti nei terreni destinati a resede della Casa: una strada di campo serpeggia in forma di esse da nord a sud; alcuni muretti in pietra a secco l’attraversano ortogonalmente segnando antichi confini; un boschetto di aranci abbandonati da tempo si raggruma vicino ai resti di una capanna. Intorno aranci piantumati secondo sesti che spaziano tra i cinque e sei metri. E poco più in la il quartiere con gli isolati e le strade che terminano nel nulla. Questi sono gli elementi fondanti il progetto.

Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

L’intervento si caratterizza per la naturale semplicità dell’impianto urbanistico. Sia le parti esterne che quelle edificate ambiscono a far parte, da subito, del contesto urbano circostante. Il progetto pur non rinunciando, in nessun modo, ai suoi caratteri moderni e contemporanei si pone rispettosamente in sottordine nei confronti del luogo e del paesaggio agrario che lo circonda. Le aree esterne, disegnate sui ritmi del vecchio aranceto, chiedono a gran voce di essere adoprate dai piccoli utenti e dagli anziani del quartiere. I fabbricati, di legno e di pietra, aspettano. La città anche.

Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

Avete mai provato le arance alla griglia? Ecco. Non lo fate. Meglio quelle sull’albero. E del resto come diceva MVDR, un grande architetto: il meno è più.

Massimo Gennari, Ilaria Burzi, Simone Tellini, Alessio Agnoletti — WONDERLAD: casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi. Catania

TosEAT store - Lorenzo Spinazzi

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Il nuovo store TosEAT articola le caratteristiche del punto vendita agroalimentare con le esigenze della degustazione dei cibi tipici in un edificio dall’elevata trasparenza che si lascia attraversare dallo sguardo.

Lorenzo Spinazzi — TosEAT store

Lorenzo Spinazzi — TosEAT store

Lorenzo Spinazzi — TosEAT store

Casa B - Lorenzo Spinazzi

ONNA (Aq) - sisma 6 Aprile 2009 - enrico cisbani

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Il progetto nasce su precisa richiesta della “Onna Onlus” nel mese di Giugno del 2009.

enrico cisbani — ONNA (Aq) - sisma 6 Aprile 2009

Vista Est

L’idea prende corpo nella “tendopoli” dovuta alla fase di emergenza post-sisma, in una situazione di precarietà assoluta, la committenza aveva bisogno di un edificio di riferimento per la comunità che avrebbe visto nascere di li a poco il villaggio “case MAP”. Le scelte progettuali provengono dall’allora esistente tenda/sala consiliare eretta per le riunioni della comunità, e la pianta ricalca le proporzioni della tenda m 12×21,90.

enrico cisbani — ONNA (Aq) - sisma 6 Aprile 2009

Vista Ovest

enrico cisbani — ONNA (Aq) - sisma 6 Aprile 2009

Vista Interna

enrico cisbani — ONNA (Aq) - sisma 6 Aprile 2009

Prospetto Nord

enrico cisbani — ONNA (Aq) - sisma 6 Aprile 2009

Pianta

enrico cisbani — ONNA (Aq) - sisma 6 Aprile 2009

Sezioni

GA ON JAI - IROJE KHM Architects

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MONUMENTAL SITE
About 20 years ago, government held “the house expo” in GangNam and constructed this “expo town” of low-rise residences, and every site of this town were designed by selected architects who had been famous in Korea at that time. The site of “GaOnJai” was one of this monumental town, but the owner of this house who purchased house of this site, has built, newly, after tearing down the old house of this site.

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

REQUIREMENT OF CLIENT
Useful landuse, ecology
To maximize the efficiency of landuse, to be ecological spaces were important requirements, because the owner thought exterior spaces of demolished old house were narrow, useless and circumstance of inner spaces were dark and blue.
Introvert space
To keep privacy and security, to block noise, smoke and other’s eye, introverted layout of this house was required. Absorbing landscape of surrounding mountain The living room where has dynamic, picturesque view of landscape of near mountain had been required.

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

CULTURAL IDENTITY
The house which has it’s own Identity of Korean culture has been required because I think this town is representative town of desirable planned residences in Korea.

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

PASSING DOWN TRADITIONAL LANGUAGE“MADANG”, “RU”, “CHEOMA”, “DOLDAM”.
By introducing “Madang” which is Korean inner court, we have solved the requirement of introvert space, ecological environment, useful outdoor space and have got the nature which has healthy, live environment and landscape. By introducing “Ru” which is Korean-pilotied architecture, we absorbed the dynamic and picturesque landscape of near mountain, according to turn the axis of mass of living room to top of the surrounding mountain. Void space under “Ru” is the beginning of approach part of dramatic sequence of strolling course in spaces of this house, like cave.
By introducing curved “Cheoma” which is cantilevered roof of Korea for the floating roof of this house, we got, not only the resistance to rough weather condition, but also, to revive the traditional language of architecture in translated language in modern. By introducing oval patterned concrete wall which was derived from traditional stone wall, we expected it would be reminder of past.

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

TOPOGRAPHICAL LAYOUT OF PROGRAMS
By adapting topography of existing site, lower Madang, higher Madang, various skip-floored inner spaces were designed as different level each other and they produced interesting route of stroll in every place of this house. This natural adaptation to nature has been basic character of Korean culture of architecture.

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

STROLLING
All the programs of spaces of this house were laid out as the touring course that has dramatic interest of “strolling” through the inside and outside of this house, visually and spatially. Thereby we expect the living in this house will not be tired for long time by giving enjoy of strolling in their own world.

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

Location : Bundang-gu, Sungnam-si, Gyeonggi-do, Korea Site area : 643.5 sqm
Bldg. area : 319.96 sqm
Gross floor area : 329.35 sqm
Structure : Concrete rahmen
Exterior finishing : Black zinc plate, white stucco, exposed concrete
Interior finishing : Lacquer, Wood flooring, perforated steel plate

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

IROJE KHM Architects — GA ON JAI

LIM GEO DANG - IROJE KHM Architects

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Traditional but Modern
“Traditional but modern!” That the requirement of clients, in their thirties, who worked as authors and publishers. For a long time, successful translation of tradition of tradition expressed in a modern vocabulary has been a goal of design for Korean architects presently . That has been a very complex puzzle and a difficult problem to solve. However, it’s essential to study the heritage of tradition, since tradition could be the motive of creation.

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

Dramatic sequence of space & Picturesque frame
The spatial design concept set for this small house was based on is dramatic circulation, which was characteristic of traditional architecture in Korea. The circulation of ancient Korea continues infinitely in space, overlaps and penetrates each other asymmetrically, and finally, produces several picturesque frames by surrounding nature and building.

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

Eight places of “Madang”(traditional innercourt)
At this time, the house has to be a shelter from the outer world. It is necessary to contact with nature which brings the urban house rich changes and variation during its life time(i.e., witnessing the blossoming and decaying of flowers). “Madang”(open court yard) was the very “nature” in ancient Korea.

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

Spatial Korean traits
Eight places of “madang” located in different levels were planned to produce attractive and interesting drama of spaces. All the major spaces of this house were designed to have a direct relationship to “madang”. Entrance  court, basement courts Ⅰ&Ⅱ, jungja(pavilion), service court, inner court, and upper court Ⅰ&Ⅱ were all the “madangs” at different levels that linked each other with both horizontal and vertical circulation. There are interesting changes, variety, through the circulation between the “madang”.

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

It is a very small site to have exterior spaces of desirable size by common layout of rooms at ground level. To have as wide an area of “madang” as possible, only a living room and a dining room are placed on he ground level; the others are either below ground or above ground. Moreover, the bed-zone-mass of the upper floor was built with a piloti structure; therefore, the space below can be used as “madang”, too. This so called “RU” type program brings the house several merits of architectural condition. First of all, it gives the inner court a comfortable atmosphere because of the surrounding “madangs” which play important roles. Secondly, it creates another “madang”, which was a part of the inner court, covered with a roof. Last, without any fence ( a solid fence cannot be built in this area according to the regional building code), it separates the house from public road, and, at the same time, it solves the problem of relationship between the “privacy” inside and the neighborhood outside. “Madang” is a buffer zone between the house and he public road. It is also the place to contact with the neighborhood.

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

Visual Korean traits
A heavy mass of woods flying over the roadside was expected to evoke the “flying” image from traditional architecture were used in this project. “T” shaped metal ties used to fasten wooden members to each other, over hanging doors, and steel rods which hang out the doors are the traditional elements; however, they can be modernized and recall past as the same time.

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

Traditional culture is the origin of present ideas. The study of this project was only an experiment to read inheritance in modern language.    Location : JangHangDong, IlSan, GoYang, Korea
Site area : 231.6 sqm
Bldg. area : 107.77 sqm
Gloss floor area : 199.22 sqm
Structure : R.C
Exterior finishing : Exposed concrete, Wood panel
Interior finishing : Exposed concrete, Wood pane
Bldg. scale : One story below ground
Two stories above ground

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

IROJE KHM Architects — LIM GEO DANG

Kyeong Dok Jai - IROJE KHM Architects

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SLICED PIE-SHAPED LAYOUT– For introducing southern sunlight in winter
We selected eco-friendly layout which was composed by three sliced pie- shaped zone that contain southern axis to introduce winter sunlight into inner and exterior space of this house.

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

MAXIMIZE THE AREA OF GARDEN IN SMALL SITE
In this small site, about 230㎡, we try to maximize the area of garden and to characterize the variety of gardens where are piloted approach garden, inner garden, piloted pavilion garden, sunken garden, roof garden.

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

ECO-SCREEN FACADE– Filter for summer sunlight, noise, privacy and security
We covered front facade with aluminium pipe screen for filtering summer-hot-sunlight, noise for keeping privacy, protection from criminals.

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

TRADITON SCAPING– Floating&Strolling
Floating shape – Dynamic curve in white aluminium pipe-screen as exterior skin is derived from the curve of “Cheoma” of traditional roof. And perforated concrete fence is metaphor of the form of traditional stone fence. Strolling space – All the program of spaces of this house were laid out as the touring course that has dramatic interest of “strolling” through the inside and outside of this house, visually and spatially.

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

PROGRAM OF“FAMILY LOVE”– Concert hall-like space
For increasing the “family love”, we designed concert hall-like “one complex space” where are living room, dining room at 2nd floor and study room, child’s bed rooms, bar, piano and drum stage at stair floor and 3rd floor. Thereby, all the members of family always interact each other in common life.

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

NON-ARCHITECTURAL LANDSCAPE
The white-curved aluminium pipe screen plays a role in producing some image of collage of various element of this house which is translucent and non-architectural. And so, we add non-architectural landscape to this residential context which is shaped with continuous house of similarity.

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

Location : 1108-4, Haengsindong, Deogyang-gu, Goyang-si, Gyeonggi-do, Korea
Use: Residence
Site area : 236.30 sqm
Bldg. area : 115.68 sqm
Gross floor area : 329.66 sqm
Structure : Concrete rahmen
Exterior finishing : Dry-vit, Aluminium pipe, glass
Interior finishing : Confloor, Wood flooring, V.P, Urethan paint on steel plate.

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai

IROJE KHM Architects — Kyeong Dok Jai


…stand rb Napoli, via Santa Brigida 35… - Architetto Giacomo Procino

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Si tratta dei renderings de progetto preliminare dello stand da me elaborato come consulenza professionale per lo Showroom napoletano di un noto franchising internazionale di arredamento per la casa in occasione della sua partecipazione ad una mostra convegno che si terrà a Napoli presso la Mostra d’ Oltremare a Novembre 2014…

Architetto Giacomo Procino — …stand rb Napoli, via Santa Brigida 35…

Render_1

…Ad Maiora !!!…Arch. Giacomo.

Architetto Giacomo Procino — …stand rb Napoli, via Santa Brigida 35…

Render_2

...ad Antonella…

Architetto Giacomo Procino — …stand rb Napoli, via Santa Brigida 35…

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Architetto Giacomo Procino — …stand rb Napoli, via Santa Brigida 35…

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HANOK - Motoelastico, Cesario Carena

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This project is the manifesto of “Dub Architecture”, a MOTOElastico trademark. It is the first traditional house renovated, remixed and used as a contemporary house. It is to Seoul and Korean architecture what the first Loft was to New York and post Industrial spaces. Dub Architecture is the regeneration of local architecture using the Dub* manipulation style. It is a selective remix that enhances the rhythm of the original structure, adding contemporary accents and technologies. Old and new are mixed and integrated, but they remain distinguished by a sharp contrast. Interior and exterior design are also mixed in order to lead the user to experience the space as a whole: from inside, from outside and from all the dynamic steps in between. Traditional Korean houses (Hanok) are disappearing; the few that are left are becoming museums, galleries and teahouses. Their shape is preserved, but their vocation as homes is forever lost. The Samcheong district is becoming a trendy business area with fewer residents every year. 

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Koreans fear to live in Hanoks, it is a memory of poverty, freezing winters and various pests. Apartments are safe investments and provide all comforts for the automotive men. Apartments have foreign aristocratic names (Castle, Humansia, Richensia, Sante’), most of the time fruit of the most eloquent paradox (such as “eco-friendly”, “health” or “human” lumps of intoxicating concrete founded on landfills that cause allergic reactions on the skin of the children). The strong mass culture of Korea makes alternative choices of living particularly hard to realize. Nobody wants to live inside a museum. Nobodies invest their life and savings to preserve what is valuable of the Korean Architecture.  We believe that the traditional space, in order to become a contemporary home again, must be elaborated with a new vision of architecture. Dubbing is our revitalization style, where modern glass and steel implants are used to create contrast, enhance function and provide protection for the Hanok. The contemporary living space hosts a traditional house as a precious endangered guest. Instead of filling the Hanok with furniture, all is placed around it, between the land boundaries and the wooden structure, living the Hanok almost empty to enjoy.

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

You have to imagine the boundaries walls of the property as a storage box: the delicate “L” shape structure of the Hanok is placed in the center of the “box” and all new functions are filling the gap between the object and the box-walls as a soft wrapping sponge. The bathrooms, the kitchen, the beds and the laundry are that protective sponge. When you wake-up or when you are cooking you are “outside” the Hanok and when you move from one domestic function to another you are able to admire the traditional architecture from multiple points of view. The interior experience continuously crosses over to the exterior, three staircases take you up and down the space, where windows and opening show unusual cuts of the unique landscape. This way to narrate space comes from the evolution of the project with digital models and animations, the design control through the camera position provided many suggestions that were later added to the actual space. This way the morning sun, the cats walking on the neighbors’ roofs, the sunset and the view of Kyungbok Palace are framed by designated locations. The kiwa- shielded window, the gazebo structure over the kitchen, the basement skylight and the punched metal transparent penthouse are examples of non traditional implants that enhance the perception of the traditional architecture. Also the choice of color, acid green lime declares the nature of the new prosthesis in the new Korean home Dub remix. Just like an exotic spice, the alien color enhances the natural color of the traditional materials.

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Kiwa is the traditional Korean roof tile made with the unique black clay. **Dub is a form of music, which evolved out of reggae in the 1960s. The dub sound consists predominantly of instrumental remixes of existing recordings and is achieved by significantly manipulating and reshaping the recordings, usually by removing the vocals from an existing music piece, emphasizing the drum and bass frequencies or ‘riddim’, adding extensive echo and reverb effects, and dubbing occasional snippets of lyrics from the original version.

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Motoelastico, Cesario Carena — HANOK

Buk Seoul Museum of Art, SeMA - Samoo Architects & Engineers

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Relatively lacking cultural facilities, the North-eastern part of Seoul required a new cultural space that would provide citizens with equal opportunities to enjoy cultural lives. Reviving the memories of Nowon which used to be a field of reeds, the design team at Samoo Architects & Engineers visualized a cultural hill that would harmonize with the gallery park. Like a serene white mass integrated into the hill, Buk Seoul Museum of Art revitalizes the region which is mostly composed of monotonous high- rises apartments and provides a nature-friendly cultural space in which the green flow of the park integrates with the art museum to become a single entity.

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Due to the fact that the museum would be located within an existing park, the museum was orientated to have maximum connectivity to the surrounding environment. Access from roads, streets, and the park was opened up to be integrated with the museum. To create a museum that was fully integrated with the park, some access routes were integrated with the landscape features and extended to the roof-top gardens of the museum for maximum accessibilities.

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Within the museum, diversified circulation system creates a space of ‘connectivity’ where various elements of people, nature, and art converge to create new possibilities in communication & collaborations. The exhibition galleries are located on various floors around a central atrium that provides natural lighting and connectivity. The basement floor is planned for educational and multi- purpose facilities which involve active communication and exchange of ideas with local citizens. On the first floor, library, multimedia facility, and exhibition hall for children and teenagers are located for easy access. On the top floor and the rooftop gardens, an outdoor sculpture park is connected directly to the surrounding landscapes to create an extension of the museum into the park.

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

The interior of the museum have been designed to minimize distraction to the visitors with focus on creating a calm environment. Indirect or reflected natural lighting have been introduced to the atrium and corridors where visitors can have a sense of connectivity to the surrounding environment outside the museum. Triangular geometries which are signature elements of the museum landscape have been extended inside the museum to create a continuous spatial experience. With attention to orientation and façade designs that would minimize cooling loads and maximize energy efficiencies, the museum deploys various technologies to realize a truly sustainable building. With extensive use of roof-top gardening & cool-tube effects from perforated walls, the museum will aid in minimizing the heat-island effects in a densely populated area of Seoul.

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Location: 1238, Dongil-ro, Nowon-gu, Seoul, Korea
Area(GFA): 17,113m2
Floors: 3F / B3F
Awards: Grand Award of Seoul Architectural Work Award 2013
Korea Ecological Architecture & Environment Award 2013
Completion: 2013

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Samoo Architects & Engineers — Buk Seoul Museum of Art, SeMA

Cupid of War - tiziana barcaroli, Simone Moretti Giani, Stefano Zazzera, Enrico Rinaldi

Hwang's Living Culture - ISON Architects

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Hwang’s Living Culture, office building.

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

ISON Architects — Hwang's Living Culture

Yeonhui-dong house - ISON Architects

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Yeonhui-dong house
2013-2014

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

ISON Architects — Yeonhui-dong house

WonderLAD - Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi

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Le strutture progettate per essere utilizzate da bambini hanno bisogno di un lessico architettonico specifico, facile da leggere ed interpretare, che permetta di stimolare curiosità e fantasia. Tale aspetto acquista maggiore rilevanza se i piccoli fruitori stanno attraversando un momento delicato della loro vita. Realizzare ambienti confortevoli, rassicuranti e riconoscibili può essere un valido approccio olistico alla progettazione, ma deve essere necessariamente integrato dalla dimensione ludica tipica di queste architetture. L’idea di fondo che ha generato l’intero progetto è quella di creare un involucro esterno che comunichi immediatamente un senso di protezione rispetto al mondo circostante, un involucro che potesse essere declinato ed adattato alle varie funzioni, ma sempre leggibile e riconoscibile. Sotto questo “mantello magico” trovano posto i vari volumi costruiti, resi accattivanti dai colori sgargianti e dagli aggetti. Gli interni possiedono quel grado di calore ed accoglienza che solo le finiture in legno riescono a trasmettere. Le strutture si svelano verso l’esterno del lotto attraverso numerosi diaframmi verdi, che a volte svelano il contesto, altre lo schermano completamente. In questo tentativo di rivolgersi e legarsi alla città costruita si genera l’intera sistemazione del comparto in cui si confrontano le geometrie rettilinee e stereometriche del costruito con le forme armoniche e curvilinee delle aree verdi.

Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi — WonderLAD

I tre blocchi funzionali: residenze, centro diurno, polifunzionale.

Il lotto è stato suddiviso in tre fasce lungo l’asse est-ovest, ad ognuna delle quali è stata assegnata una propria funzione e relativo trattamento architettonico. Al centro è collocata l’area con i servizi e residenze, che ospita tutti i volumi costruiti e le relative attrezzature per le attività all’aperto. A nord troviamo l’area risorsa verde, pensata come un luogo in cui è possibile mantenere parte dell’attuale assetto rurale, con attività provvisorie in attesa di un futuro ampliamento delle residenze. L’area a sud è riservata ai parcheggi: realizzata come una grande distesa pavimentata semi-permeabile, funge da diaframma e divisorio rispetto la città di Catania.

Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi — WonderLAD

Centro diurno

AREA SERVIZI E RESIDENZE– L’area edificata comprende tre blocchi architettonicamente distinti: le residenze, il centro di accoglienza diurno e il polifunzionale. Per tutti i fabbricati è stato utilizzato il medesimo criterio architettonico della fascia bianca che, partendo da terra e piegandosi secondo le necessità, avvolge i volumi diventando quindi chiusura verticale e copertura, un vero e proprio involucro di funzioni. Tali fasce, costituendo la chiusura verticale e la copertura, sono composte da pannelli strutturali in microlamellare di faggio, da un pacchetto isolante termoacustico e da un rivestimento esterno in lamiera metallica di colore bianco. È chiaramente leggibile il contrasto tra la tonalità fredda della lamiera all’estradosso e la texture calda tipica del legno dei pannelli all’intradosso. Le chiusure verticali a Nord e Sud arretrate rispetto l’involucro, sono costituite dal medesimo pacchetto strutturale e isolante, utilizzando però un rivestimento in doghe di legno di abete. Tali doghe, in corrispondenza delle aperture vetrate, diventano sistemi mobili di oscuramento o frangisole. Gli infissi sono in alluminio a taglio termico e triplo vetrocamera, al fine di contenere il più possibile le dispersioni energetiche. Dalla facciata del centro di accoglienza emergono dei volumi che, come cassetti colorati, si staccano dalla facciata verso l’esterno per catturarne la luce. Tali “bow windows” in funzione delle necessità diventano veri e propri arredi interni, talvolta utilizzati come sedute, altre volte come piano di lavoro. Gli stessi colori dell’esterno di ritrovano sulle vetrate interne delle stanze che si affacciano sulla reception a doppia altezza.

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Residenze, prospetto nord.

L’involucro delle residenze ha un andamento irregolare in copertura, tale da ricreare in prospetto la tipica forma della “casetta” con il tetto a falde, così come appare nell’immaginario dei bambini. I colori accesi delle facciate completano questo gioco di richiami.

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Residenze, prospetto sud.

Ogni appartamento possiede un piccolo disimpegno di ingresso che si prolunga nella cucina, un soggiorno con quattro posti letto, di cui un matrimoniale, uno singolo al piano terra ed un’altro su una nicchia rialzata. L’interno mostra la struttura in legno per tutta la sua elevazione.

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Residenza, vista interna.

Il polifunzionale ospita diversi ambienti che ruotano attorno ad un nucleo centrale, ovvero una grande sala modulabile con pannello centrale mobile, principalmente adibita ad auditorium. Sono presenti delle sedute raggruppate in file che possono essere richiuse e sparire al di sotto della pavimentazione. All’ingresso è presente una piccola biglietteria con guardaroba ed una caffetterie con apertura all’esterno. Sempre nella parte iniziale sono collocati i servizi igienici. Sul fondo dell’auditorium, dietro il palco, sono collocate una sala riunioni e uno spogliatoio per gli operatori degli eventi. Sul prospetto sud è collocata una serra didattica che può fungere anche da serra solare nei mesi invernali. Il suo ingresso avviene esclusivamente dall’esterno, sebbene la vegetazione risulti visibile dall’auditorium per mezzo di bucature finestrate non apribili.

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Centro polifunzionale, prospetto sud.

AREA RISORSA A VERDE– Con piccoli ed economici interventi è possibile utilizzare quest’area per diversi scopi. L’area di nord-est possiede una fitta e rigogliosa vegetazione che merita di essere preservata nella sua integrità. Con una corretta pianificazione delle essenze arboree e dei tempi di taglio, è possibile sfruttarla come legnaia. Ciò garantisce la produzione di un combustibile a km-zero, a costo-zero e rinnovabile, in grado di contribuire alla piena autonomia energetica della struttura principale, munita di termo-camino. Il boschetto-legnaia è il luogo ideale in cui organizzare i grest estivi, al riparo dal sole e dall’afa cittadina. L’accesso a quest’area avviene attraverso la bucatura del blocco polifunzionale e ciò permette di controllare e regolarne gli accessi. Sul lato nord-ovest del lotto, è stato previsto un prato verde, realizzato con un manto erboso costituito da essenze autoctone e resistenti alla siccità. Su questa grande spianata è possibile svolgere giochi all’aperto e attività sportive, grazie all’ausilio di pochi elementi di arredo e/o attrezzature sportive mobili. Gli interventi in questa aree risultano particolarmente limitati e da definire secondo necessità, nel tempo, proprio per agevolare l’eventuale espansione delle residenze, limitando inutili sprechi per opere provvisorie. AREA PARCHEGGI– L’idea che ha guidato la progettazione dell’area dei parcheggi nasce dalla modulazione ed interconnessione di 83 posti auto con la viabilità interna, gli spazi di manovra, le schermature e gli ombreggiamenti vegetali. La pavimentazione che ricopre l’intera area è realizzata in elementi prefabbricati auto-bloccanti posati a secco con giunti inerbiti, per preservare la permeabilità della zona. Le differenti tessiture e colorazioni identificano specifiche funzioni. Il parcheggio si articola lungo una strada principale che racchiude i posti auto. Il nucleo è attraversato da quattro strade trasversali con posti auto disposti a dente di sega, a 45° rispetto il senso di marcia. Alcuni posti auto secondari sono stati ricavati vicino il confine a sud-est, mentre 12 posti “a pettine” hanno trovato collocazione vicino l’ingresso delle residenze e risultano, pertanto, ad esclusivo uso degli ospiti che pernottano nella struttura o dei diversamente abili. Grandi alberi posizionati nei riquadri verdi, garantiscono un adeguata ombreggiatura naturale. E’ prevista l’installazione di pensiline in acciaio per consentire il collocamento di ulteriori pannelli fotovoltaici. In questa maniera si potrà garantire la piena autonomia energetica delle future espansioni, nonché la totale ombreggiatura dei posti auto. PRINCIPI BIOCLIMATICI– In accordo con le linee guida prescritte dalla Direttiva Tecnica CasaClima, è stato studiato il contesto climatico siciliano ed è stato sviluppato il progetto a partire dalle scelte bioclimatiche. Da qui nasce l’idea di orientare i volumi lungo l’asse est/ovest, scelta dettata dalla necessità di sfruttare al meglio l’energia solare per il riscaldamento degli ambienti nei periodi invernali e il raffrescamento nei periodi estivi. Dalla necessità di ridurre al massimo le dispersioni energetice deriva la forma stretta e lunga dei blocchi funzionali, tale da far si che il rapporto A/V sia inferiore a 0.7 m2/m3. La cura per la riduzione al massimo delle dispersioni energetiche si osserva nella scelta degli infissi a taglio termico con ridotti valori di trasmittanza e nella coibentazione ad involucro. L’involucro esterno che avvolge i blocchi con rivestimento a cappotto svolge l’importante funzione di permettere la ventilazione della facciata incidendo sulla salubrità delle chiusure verticali e orizzontali e del microclima interno. Una particolare cura è stata posta all’ombreggiamento dei blocchi, attraverso gli aggetti (generati dall’arretramento delle pareti a sud e a nord rispetto il bordo della copertura), i brise soleil (con schermature mobili inclinabili a seconda delle necessità) e la vegetazione (posta in corrispondenza delle superfici vetrate). Al fine di rendere la struttura conforme ai principi di eco-sostenibilità ambientale, è stato sviluppato un sistema impiantistico fondato sul fotovoltaico e sul solare termico, i cui moduli sono collocati nelle pensiline a copertura dei parcheggi e in corrispondenza della serra solare all’ingresso del centro di accoglienza diurna.

Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi — WonderLAD

Masterplan

Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi — WonderLAD

Tavola 1

Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi — WonderLAD

Tavola 2

Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi — WonderLAD

Tavola 3


CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO - Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella

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Obiettivo progettuale La strategia di progetto mira a unificare il valore e la continuità fisica tra questi spazi con una mossa semplice, ma al tempo stesso generatrice di ambiti ricchi di funzioni sociali e nuovi significati: un unico, distinguibile percorso principale si snoda, dal sagrato alla piazza comunale, attraversando ogni singola area, dando luogo ad altri segni che ridefiniscono le superfici, collegano flussi, ridisegnano tracciati stradali. Il sagrato della chiesa e la fontana sono gli elementi generatori e di connessione del nuovo sistema piazza, un lungo nastro pedonale collegante il monumento ai caduti con l’edificio di culto, caratterizzato dalla trama della pavimentazione in porfido. Si genera così un unico sistema coerente, entro il quale ogni centralità sviluppa un proprio particolare ruolo all’interno del tessuto urbano e territoriale: una centralità per il paese (‘listone’ in porfido da p.zza IV Novembre al sagrato), un servizio per il territorio (parcheggio IV Novembre), una centralità per l’ambiente (la grande area verde di p.zza Venezia). All’interno del sistema, l’autonomia di senso di ogni singola area urbana permette al progetto una realizzazione per fasi.

Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella — CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO

Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella — CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO

Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella — CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO

Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella — CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO

Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella — CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO

Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella — CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO

Michele Giordani, Niccolo Benghi, Elena Dorato, Martina Massari, riccardo rubini, Romeo Farinella — CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE CENTRALI DENOMINATE PIAZZA IV NOVEMBRE E PIAZZA VENEZIA. TAGLIO DI PO

T HOUSE - Arch.Federico Pianese

Concorso Internazionale di Progettazione Maspes Vigorelli - Fabio Introzzi, DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS), Technion, Frank Bouttè Consultants

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Dalla relazione di progetto: Anche per il Vigorelli èfi nalmente arrivato il momento di aprirsi di nuovo alla città e ai sui cittadini.Questo, per noi, è stato fi n dal principio il punto fondamentale del nostro progetto; volevamo trasformare questo stadio, che per sua natura ha una struttura chiusa ed introversa, in un luogo aperto, vivace e capace di catalizzare la vita cittadina di tutti i giorni. Per noi il recupero del Vigorelli non doveva portare ad un buona struttura sportiva utilizzata solo durante gli eventi o le partite, ma doveva essere in grado di relazionarsi con il quartiere e la città in modo continuo e dinamico. Il Maspes-Vigorelli deve diventare un posto consueto non solo per i milanesi. Per ottenere questo risultato abbiamo in primo luogo deciso di demolire i tamponamenti di mattoni tra le pilastrature portanti in calcestruzzo e liberato tutto il piano terra dai tavolati e dagli ambienti di servizio collocati sotto le tribune. Poi abbiamo deciso di rimuovere i primi sette spalti, da terra fi no a quota +2,5m, collocati sui due lati lunghi del campo. In questo modo abbiamo aperto completamente il campo interno e alzandone la quota di 1,80m. lo abbiamo reso complanare al suo spazio esterno. Una volta ottenuta questa totale continuità tra dentro e fuori, abbiamo deciso d’inserire sotto gli spalti una galleria di vetro continua, composta da vetrate scorrevoli, attraverso cui guardare il campo e il profi lo dei bellissimi spalti in calces-truzzo.

Fabio Introzzi, DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS), Technion, Frank Bouttè Consultants — Concorso Internazionale di Progettazione Maspes Vigorelli

planimetria generale

In questa galleria abbiamo collocato tutte le attività principali quali gli spazi per le esposizioni, i bar, il ristorante, una (immancabile) officina per riparare le biciclette, due palestre, un asilo, l’infermeria, nonché gli accessi principali posti sulle due curve. Per fare in modo che questi spazi fossero anche visiva-mente ‘filtranti’ e aperti sia all’esterno che all’interno, abbiamo deciso di collocare tutti i servizi sottoterra: in quattro diversi settori sono stati collocati gli spogliatoi per gli atleti, i blocchi dei bagni e tutti locali tecnici e di deposito. Tutti questi spazi sono pensati per essere flessibili e potersi configurare e relazionare tra di loro in modo diverso nelle varie occasioni sportive, nelle manifestazioni e nei concerti o nella vita quotidiana.

Fabio Introzzi, DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS), Technion, Frank Bouttè Consultants — Concorso Internazionale di Progettazione Maspes Vigorelli

Viste interne sopra e sotto gli spalti

La pista di legno di questo leggendario Schuermann è stato un vero dilemma! meravigliosa ma ormai non più a norma e sempre bisognosa di costose riparazione, impediva inoltre di poter praticare il gioco del calcio poiché stringeva di molti metri l’area del campo. Abbiamo quindi deciso di riprendere la materia e la presenza della pista trasformandola in spalti in legno, fissi sulle curve e removibili sui lati lunghi. Infine anche la copertura in carpenteria metallica viene ripristinata ed adattata alle nuove esigenze date dalla necessità di limitare il più possibile l’impatto acustico e l’inquinamento luminoso dello stadio durante le manifestazioni e i giochi.

Fabio Introzzi, DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS), Technion, Frank Bouttè Consultants — Concorso Internazionale di Progettazione Maspes Vigorelli

Vista della copertura

Fabio Introzzi, DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS), Technion, Frank Bouttè Consultants — Concorso Internazionale di Progettazione Maspes Vigorelli

Pianta e sezioni

Fabio Introzzi, DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS), Technion, Frank Bouttè Consultants — Concorso Internazionale di Progettazione Maspes Vigorelli

Planimetria e prospetto

Metamorphosis. The little mermaid park. - Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi

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La storia della sirenetta narra un mutamento che si realizza in acqua, in terra e, infine, in aria. Tre stati della natura che sono utilizzati per produrre energia nel parco/bosco della sirenetta, di fronte alla statua che la rappresenta al di là del braccio di mare.

Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi — Metamorphosis. The little mermaid park.

Nelle radure del bosco i visitatori incontreranno luoghi evocativi della storia della sirenetta, ma è il parco che produce l’energia dai suoi stessi alberi. Gli alberi calice (acqua) raccolgono l’acqua piovana per produrre energia attraverso l’osmosi e per l’irrigazione, per la gestione e l’autosufficienza del parco e dei suoi servizi. I veri alberi radicati (terra) recuperano il sottosuolo degradato da rifiuti e scarti di produzione, bonificando l’ex area industriale. Gli alberi asta (aria) liberi di oscillare sotto il soffio del vento convogliano l’energia cinetica del loro movimento ad un generatore posto alla loro base nel terreno. Si ritiene che la dinamicità generata da questi alberi stelo possa originare uno spettacolo scenografico tipico dei paesaggi naturali ventosi, fornendo all’intero bosco una energia viva. L’eterogeneità della natura del bosco, e i diversi spazi che si generano stimolano derive ed esperienze di esplorazione del bosco, l’attività del perdersi per conoscere la diversità prodotta.

Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi — Metamorphosis. The little mermaid park.

The story

Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi — Metamorphosis. The little mermaid park.

Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi — Metamorphosis. The little mermaid park.

Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi — Metamorphosis. The little mermaid park.

Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi — Metamorphosis. The little mermaid park.

Michele Luca Galella, Pepe Barbieri, Michele D'Amico, Filomena Ricciardella, Francesco Zaccardi — Metamorphosis. The little mermaid park.

RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO - Fabio Introzzi

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PROGETTO DI RECUPERO DI‘PALAZZO DEL TARGELIO’ A ORSENIGO, COMO

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

La villa principale o ‘corpo nobile’ che si sviluppa intorno alla corte alta: questo elegante edificio dal rigoroso stile neoclassico lombardo è stato progettato dall’architetto Giacomo Moraglia, che sembra ne abbia seguito direttamente anche l’edificazione. La sua costruzione risale ai primi anni dell’800 e una data incisa sull’intonaco della meridiana ancora chiaramente leggibile in corte bassa indica, con buona probabilità, nel 1837 la fine dei lavori edificatori.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Il complesso del palazzo ed il parco

L’edificio ha un impianto planimetrico a C con l’aggiunta di due ‘peduncoli’ sui corpi laterale e con l’addizione di due volumi speculari ai lati estremi sul corpo principale con tutta probabilità concepiti inizialmente come logge. L’accesso principale avveniva dalla corte dove i due portoni d’ingresso, collocati sui lati della corte e segnati da una pensilina in ferro battuto, introducono alle due ali del palazzo. Sempre dalla corte alta l’ingresso frontale introduceva direttamente al salone principale, decorato in azzurro e ad una serie di stanze riccamente affrescate e decorate, alcune delle quali ben conservate. Gli studi condotti hanno permesso di verificare la qualità di questi dipinti che sono da considerarsi pregevoli non solo per l’esecuzione dei motivi ornamentali, ma anche per la tecnica con cui sono stati eseguiti. Infatti, gli affreschi sono stati tutti eseguiti con la tecnica antica del ‘mezzo fresco’ (cioè eseguiti su intonaco asciutto e con i colori impastati a calce come legante) che richiede molta perizia nell’esecuzione e che nei primi del novecento era ormai caduta in disuso con l’introduzione di colori e leganti di più semplice utilizzo. Il livello sottostante, sfruttando la sezione del terreno, è il piano dell’accesso al parco ed è caratterizzato dalla presenza di una serie di locali voltati a botte o crociera che sorreggono con le loro possenti murature il peso dell’edificio soprastante.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia aerea

Sebbene, come ovvio, le decorazioni di pregio siano in gran parte concentrate al piano nobile, anche il piano superiore a questo accoglie alcuni locali riccamente decorati, quali la ‘stanza rosa’ e la ‘stanza roccocò’ entrambe rivolte verso il parco a sud e un piccolo locale decorato in gesso bianco di sapore liberty collocato sull’ala sinistra e prospiciente sulla corte bassa. Al piano ancora superiore ed in particolare sulle due ali laterali della C, erano collocati il locali della servitù e di servizio al palazzo. Questo livello è da considerarsi a tutti gli effetti un piano vero e proprio dell’edificio anche se, come usava in quell’architettura, i locali di sevizio e di servitù, non potendo avere in prospetto una serie continua di finestre di grandi dimensioni come ai piani nobili sottostanti, presentano un loro sistema di finestre sulle due ali della C e di abbaini in copertura sulla corte alta che seguono un disegno indifferente ed autonomo rispetto al disegno neoclassico delle facciate principali.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una stanza

Gli alloggi in Corte Bassa Il corpo di fabbrica che definisce la corte bassa accoglieva un tempo le stalle e le residenze contadine e dei mezzadri. E’ un edificio basso, su due piani, che si sviluppa in linea. Questo edificio è stato ricostruito o comunque pesantemente rimaneggiato sulla base di un corpo di fabbrica esistente, sempre di tipologia ‘a stecca’, di cui si è trovata traccia su documenti catastali precedenti l’edificazione della Villa. La data del 1783, incisa sulla testa di una delle possenti volte a botte che formano il basamento della costruzione e che connettono questo corpo di fabbrica con quello della Villa, fornisce una preziosa indicazione temporale per la datazione del preesistente edificio.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una stanza

Il manufatto è costruito in opera mista di pietra e mattone. Le pareti che si affacciano verso la corte sono finite con un rinzaffo, due arricci e intonaco tutto a calce, mentre tutta la facciata su via Castelli è stata rifatta presumibilmente negli anni seguenti l’Unità d’Italia, eppoi in seguito all’addizione novecentesca e presenta una finitura sulle pareti esterne realizzata con malta idraulica di fondo e una finitura in malta colorata in calce e polvere di cotto. Talora risaltano tracce di una preesistente decorazione, la cui consistenza e recuperabilità potrà essere valutata a seguito della apposizione dei ponteggi, in corso di cantiere.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una stanza

L’addizione novecentesca L’addizione novecentesca, collocata sul lato est del ‘corpo nobile’, è attribuita con certezza all’architetto Federico Frigerio, la cui attività nel comasco è ampiamente nota e documentata. La data del 1905, incisa sopra al ‘camino delle fate’, offre un’indicazione precisa sulla data dei lavori.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una stanza

Questo corpo di fabbrica su due piani è stato chiaramente pensato e progettato come un edificio autonomo rispetto alla Villa. Questa considerazione è del tutto evidente analizzando da una parte il suo impianto planimetrico, che volge le spalle alla Villa e presenta la sua facciata principale ad est e dall’altra la cifra stilistica adottata che è ascrivibile allo stile eclettico in voga nel periodo. E’ curioso a riguardo notare che il Frigerio pur avendo progettato e costruito edifici in perfetto ed elegante stile neoclassico come il tempietto voltiano a Como, confrontandosi con Villa Baragiola decida di proporre lo stile del ‘300 lombardo quasi a rimarcare ulteriormente il suo intervento. Gli interni di questo edificio sono riccamente decorate sia sulle pareti che sui soffitti con pitture a tempera.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una stanza

Lo scarso interesse per la villa esistente che sembra aver guidato la mano del Frigerio è evidente nei volumi che sono stati aggiunti per connettere l’intervento novecentesco al corpo storico. Questi locali di connessione, anche se internamente risolti con la continuità della decorazione neoclassica, creano esternamente un complesso di volumi che si affastellano l’uno sull’altro in modo disorganico e decisamente irrispettoso dell’elegante rigore delle facciate neoclassiche Villa. Il risultato di questo processo è la creazione di una sorta di cortile interno che è stato in seguito coperto con una vetrata e decorato con delle forme floreali in gesso, solo in parte conservate.

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una stanza

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una stanza

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Fotografia di una delle serre nel parco

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Il parco

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Vista della 'Corte bassa'

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Planimetria

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sezione sul corpo del Moraglia

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Sezione esecutiva

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

Rilievo di una stanza

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

prospetto sud

Fabio Introzzi — RECUPERO DI 'PALAZZO DEL TARGELIO' A ORSENIGO

La piazza su via Castelli

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