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Africa Big Change Big Chance - Benno Albrecht, Enrico Guastaroba

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A cura di Benno Albrecht Il “contesto planetario” sta cambiando a causa della scarsità di risorse fossili, ormai in accertato esaurimento, della pressione antropica, oggi dotata di una immensa potenzialità tecnica, della situazione demografica, in impetuoso aumento, dell’incremento dell’urbanizzazione, della globalizzazione dell’economia ed anche del pensiero. Occuparsi dell’Africa dal punto di vista dell’architettura, intesa nel suo senso più ampio, significa occuparsi di un luogo in cui stanno sviluppandosi alcuni dei fenomeni più interessanti, complessi ed anche inquietanti di questi ultimi anni. La mostra AFRICA Big Change Big Chance vuole rendere palesi le dinamiche delle grandi trasformazioni in corso in Africa. Il cambiamento – Change – riguarda in particolare i fenomeni di concentrazione urbana. Nel 2030 anche le regioni che oggi hanno il minor tasso di urbanizzazione saranno a maggioranza con una popolazione residente nella città. Nel 2030 la popolazione urbana dell’Africa, 748 milioni, supererà popolazione complessiva dell’Europa, 685 milioni. La possibilità– Chance –è impersonata dai protagonisti della scena dell’architettura in Africa dal dopoguerra, dal modernismo tropicale, ad oggi. Sono gli interpreti di una progettualità impegnata nella proposizione di una nuova modernità, il cui interesse travalica le ragioni specifiche, estetiche e tecniche, e fa riflettere attorno a problemi più generali, di assetto complessivo delle città e delle modalità di intervento. La sfida che abbiamo davanti in Africa riguarda il controllo dei grandi numeri, di persone, di pressione dell’urbanizzazione, e la possibilità legata al controllo della grande dimensione, sia questa urbana sia territoriale. La mostra si svilupperà attraverso alcune sezioni che riguarderanno lo sviluppo urbano in atto in Africa attraverso la presentazione di ricerche riguardanti i casi più eclatanti, Lagos, Maputo, Nairobi, Cairo ecc. Saranno illustrate anche le grandi trasformazioni territoriali con i relativi progetti, di scala continentale e globale, che riguardano lo sfruttamento delle acque, la produzione di energia, l’arresto della desertificazione, con le nuove infrastrutture e i nuovi attori che si muovono in questo scenario.

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance

Benno Albrecht, Enrico Guastaroba — Africa Big Change Big Chance


Orti Urbani - Alessandro Trabucco

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Il progetto, è stato sviluppato nella determinazione di rispondere alle richieste dei cittadini che hanno segnalato l’esigenza di poter disporre di appezzamenti da destinare all’attività orticola e ricreativa. Una richiesta maturata da esigenze economiche e sociali delle persone soprattutto dalle fasce più deboli che concorrere al bisogno di inclusione sociale e aggregazione con un progetto di valorizzazione dell’ambiente e del territorio locale dai risvolti sociali. Coltivare piccoli frutti ed ortaggi destinati al proprio consumo diventa motivo di socializzazione, di incontro, di confronto sui prodotti, sulle semine, sulle modalità di irrigazione, permette di rapportarsi circa la conoscenza e la pratica delle colture stagionali, il recupero di coltivazioni desuete e la riscoperta delle risorse della terra e del loro valore alimentare. Il sito su cui sono localizzati i lotti si trova tra la Borgata Villa ed il Torrente Ollasio. Il contesto parzialmente decentrato, ma facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo, offre l’ opportunità di avere un moderato e necessario isolamento dell’attività agricola e permette a tutti gli utenti di accedervi agevolmente, anche grazie alla dotazione di un area a parcheggio. La realizzazione degli Orti Urbani , completata nel settembre 2014, ha realizzato n° 24 orti della superficie di circa 50 mq cadauno, dotati di presa dell’acqua e delimitati da recinzione con rete metallica plastificata e baracca per gli attrezzi. All’ingresso della struttura un locale servizi, con un servizio igienico e la cisterna per la raccolta dell’acqua di irrigazione sono racchiusi in un cubo ligneo realizzato in listelli a schermare e mitigare l’impatto ambientale. L’opera realizzata ha in sé un disegno globale per la sistemazione di tutta l’area ed ottenere la migliore integrazione con il territorio esistente lasciando la potenzialità ad un possibile ampliamento.

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Blocco servizi vista ingresso

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Vista panoramica area a parcheggio

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Vista appezzamenti con ricovero attrezzi

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Ingresso alla struttura

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Fronte blocco servizi della struttura

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Vista da parcheggio del blocco servizi

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Dettaglio ricovero attrezzi

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Dettaglio recinzione

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Dettaglio schermatura in listelli

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Effetto trasmarenza del blocco servizi

Alessandro Trabucco — Orti Urbani

Dettaglio cancello corten

RESTAURO NEGOZIO IN SAN MARCO-RIALTO - MANCIN Antonio Filippo

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Progettazione degli ambienti, con particolare attenzione agli articoli di vendita che hanno determinato la scelta dei materiali, dei colori, delle luci e della comunicazione visiva, elementi fondamentali per un attenta pianificazione e ideazione dello spazio espositivo. Scopo: Attirare il pubblico, coinvolgerlo, convincerlo ad entrare e restare.

MANCIN Antonio Filippo — RESTAURO NEGOZIO IN SAN MARCO-RIALTO

In fase di restauro

MANCIN Antonio Filippo — RESTAURO NEGOZIO IN SAN MARCO-RIALTO

In fase di restauro

MANCIN Antonio Filippo — RESTAURO NEGOZIO IN SAN MARCO-RIALTO

Ambiente restaurato

MANCIN Antonio Filippo — RESTAURO NEGOZIO IN SAN MARCO-RIALTO

Ambiente secondario

MANCIN Antonio Filippo — RESTAURO NEGOZIO IN SAN MARCO-RIALTO

Ambiente secondario

Galleria Sabauda - Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati

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Il progetto, che ha vinto il primo premio del concorso internazionale bandito nel 2003, è stato sviluppato in partnership con Rick Mather Architects e in associazione con OBR Open Building Research e Studio Albini. Il progetto riguarda la ristrutturazione della Manica Nuova di Palazzo Reale e il trasferimento al suo interno della Galleria Sabauda ed è caratterizzato da un attento lavoro di restauro e da un discreto ed elegante allestimento espositivo nel pieno rispetto dell’edificio storico esistente. La collezione di dipinti, conosciuta a livello internazionale, guida l’organizzazione degli spazi attraverso tutti i piani dell’edificio, mentre tutte le fondamentali funzioni di servizio, necessarie per la vita di un edificio moderno, trovano collocamento al piano terra e nel sottotetto. Con il trasferimento della Galleria Sabauda si completa la configurazione finale del Sistema dei Musei Reali, che realizza finalmente una perfetta coesione tra le opere esposte e la loro collocazione naturale.

Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati — Galleria Sabauda

Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati — Galleria Sabauda

Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati — Galleria Sabauda

Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati — Galleria Sabauda

Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati — Galleria Sabauda

Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati — Galleria Sabauda

Rick Mather Architects, Vittorio Grassi Architetto & Partners, OBR Open Building Research, Studio Albini Associati — Galleria Sabauda

IED DESIGN FACTORY BARCELONA - FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales

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Se trata de un edificio existente que se reforma y por lo tanto la adecuación al entorno es mas importante desde un punto de vista de programa funcional y relación con el barrio que desde un punto de vista arquitectónico, ya que la reforma respeta el aspecto de los volúmenes exteriores. El edificio es significativo para el barrio, en primer lugar porque era un edificio industrial, de consecuencia su carga simbólica y de imagen antes los habitantes reviste un papel fundamental. El uso anterior nos deja un volumen que tiene una envergadura y presencia importante y que se intenta conservar al máximo. El hecho de estar situado como cabeza de isla y tener tres fachadas a vial es una excepción a la regularidad que representa la edificación entre medianera en el barrio. La opción de reforma es una medida de diseño que se refleja en una economía de materiales y de residuos. El edificio, como materia existente, nos permite replantear el cambio de uso como alternativa para integrar el programa del instituto. Los principales aspectos de mantenimiento y ahorro son la conservación del edificio mismo, la disposición del programa de manera que se aprovechen los espacios existentes, en fin las nuevas instalaciones que se adecuan al nuevo uso de manera de asegurar un mantenimiento normal y una mejor eficiencia energética.

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

© Lafotografica

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — IED DESIGN FACTORY BARCELONA

Casa C - Studio Archética

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La richiesta della committenza per questo mini appartamento di circa 58 mq a Falconara era di: reinventare la distribuzione interna migliorando la funzionalità e la qualità degli spazi, riqualificarlo energeticamente e sopratutto utilizzaremateriali naturali che non fossero quindi dannosi per la salute e per l’ambiente. In particolare una volontà precisa era di realizzare gli intonaci e il pavimento in terra cruda. Per prima cosa si è intervenuto nella distribuzione interna abbatendo alcuni muri, questo ha permesso quattro modifiche fondamentali: 1- eliminare il cucinino creando così un unico open space tra soggiorno e cucina, 2- trasformare una finestra in una grande portafinestra per valorizzare la vista panoramica sul mare ed il golfo di Ancona 3- creare una lussuosa cabina doccia autonoma rispetto al bagno 4- ottimizzare lo spazio in camera da letto creando un guardaroba dietro dei pannelli scorrevoli in vetro. In secondo luogo è stato fatto un profondo intervento di risanamento energetico attraverso l’applicazione di un cappotto interno in fibra di legno che ha portato l’appartamento da una classe energetica G ad una classe B, in altre parole un miglioramento energetico del 66%, traducibile direttamente nel risparmio in bolletta. Forte è stata l’attenzione per i particolari e la scelta dei materiali; ovviamente la grande novitàè l’utilizzo dell’argilla per le pareti e il pavimento ma interessante è anche l’accostamento di quest’ultimi con materiali e superfici moderni come il pavimento in gres porcellanato in stile “tavolato di legno” che dalla cucina si estende senza soluzione di continuità anche in terrazza attraverso la nuova portafinestra con apertura a “libretto”, il mosaico rosso corallo in bagno e in doccia e il vetro satinato bianco utilizzato per le porte ed i pannelli scorrevoli. Ma vediamo passo passo tutto l’intervento. E’ stata creata una “zona ingresso” delimitata da un muro di mattoni in terra cruda faccia a vista che oltre a nascondere un mobile contenitore per cappotti e scarpe, ha la funzione di catturare ed assorbire l’umidità in eccesso nella stanza e ricederla quando l’ambiente è troppo secco: si tratta quindi di un igroregolatore naturale. La scelta cromatica è stata studiata al dettaglio: i colori che si ripresentano in tutto l’appartamento sono il rosso della porta d’ingresso e del mosaico in doccia e in bagno e il giallo ocra, colore proprio dell’argilla selezionata per intonacare alcune pareti. Colori e materiali quindi si intersecano e accompagnano attraverso l’appartamento da un ambiente all’altro senza interruzione. Entrando nella zona notte la matericità dell’argilla si accosta al vetro bianco satinato della parete scorrevole e della porta del bagno, elementi moderni che smaterializzano le pareti. I faretti LED ad incasso invitano ad entrare e risaltano la la cabina armadio. Facendo scorrere il primo dei pannelli in vetro scoviamo un “angolo di spa”: una cabina doccia rivestita in mosaico rosso corallo con getto a “pioggia” dall’alto crea un’atmosfera rilassante data anche dalla delicata illuminazione LED. I pannelli in vetro grazie ad una retroilluminazione di notte possono diventare una parete illuminante creando un’atmosfera “soft” Dietro i pannelli vetrati troviamo anche una spaziosa cabina armadio profonda 70 cm anch’essa intonacata in terracruda. La partete di testata del letto illuminata da luci dimmerabili riprende il colore della sala; gli intonaci in terra cruda eliminano il problema dell condense e conseguenti muffe interne. Il risultato finale è un appartamento interamente rifinito in terra cruda unico nel suo genere, con una efficienza energetica passata da classe G a classe B con un risparmio stimabile di circa 700 euro annui sulla bolletta e un altissimo guadagno sul comfort interno, l’ambiente e la salute di chi lo abita. http://goo.gl/RJOUH3

Studio Archética — Casa C

zona giorno

Studio Archética — Casa C

planimetria

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

dettaglio del pavimento in terracruda verde scuro, tonalità acquisita dopo il trattamento con olio di lino per l'impermeabilizzazione

Studio Archética — Casa C

muro in mattoni in terra cruda faccia a vista

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

dettaglio dell'intonaco lasciato grezzo con la paglia a vista nell'ingresso

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

Studio Archética — Casa C

GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION - Simone Coni, Enrico Crobu, Roberto Putzulu, RP+SC

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THE URBAN LANDSCAPE The harbour area currently lacks of connection with the rest of the town. The main road Laivasillankatu, at a different level from the harbour, neatly separate the docks from the rest of the city. The scope is to reinstate a link between this area and the city, such as; a footbridge will give a direct connection to the Tähtitorninvuoren Park and new cycle and pedestrian paths will be marked to give easy access to the Museum area. The current Makasiini Terminal will be demolished and relocated by the south end of the site area. The New Museum will be made by important volumes and shapes, but always in scale with the existing urban surround. Its height will be the same of the nearest buildings with the few exception of some prisms that will rise higher than other buildings surrounding the area.

Simone Coni, Enrico Crobu, Roberto Putzulu, RP+SC — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

ARCHITECTURE The building skin will be white, bright and ranslucent. It will look like ice block crystals. The entrance and the sorting spaces are the only with glazed walls and will face south. At the night the building will light up like a lantern. Made by six prisms, the two more important will be the central one, that is also the highest, that accommodate all the sorting elements for the museum visitors: staircases, ramps, lifts, etc., and the 76 long horizontal one, that give place to the exposition halls.

Simone Coni, Enrico Crobu, Roberto Putzulu, RP+SC — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

USABILITY Many of the activities present in the building must independent. Art maintenance and storage, for example, are located at the south part of the building, far away from the visitors entrances: one at ground floor at north and the other by the footbridge at the second floor for who is coming from the Tähtitorninvuoren Park. All the museum staff: restaurant, coffee shop, worker for the art maintenance, building maintenance etc. will have their own entrances. The VIP will be able to arrive on site by car and get in from a back private entrance. Access to the dock terminal is still guaranteed also for pedestrian, cars and lorries. By the museum will be some bicycle rack where cyclist can safely lock theirs means.

Simone Coni, Enrico Crobu, Roberto Putzulu, RP+SC — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

SUSTAINABILITY The building skin is a vented wall and frosted glass. The Museum heating is mainly achieved by AC units connected to a Direct exchange geothermal heat pump and the heating recovery from the vented facades and geothermal probe on the sea. In order to contain thermal exchange between internal and external during the operational times, the visitor access will be mainly through the revolving doors (obviously will be present normal doors for fire escape purpose or people with special needs, e.g. wheelchairs). All the utility rooms, staircases, lifts etc. are located at north as a thermal protection for the main areas from the cold north facade. It’s also provided a rainwater collection system to be used for various uses. The building can be classed as LEED GOLD.

Simone Coni, Enrico Crobu, Roberto Putzulu, RP+SC — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

FEASIBILITY The building main structure is in steel, with most of the elements mounted directly on site, avoiding the dust production as much as possible. M&E risers will be located across the whole building, to simplify the maintenance. Service rooms will be located either to the ground and top floor. The construction cost is expected to be 100 millions of euros as per the competition announcement.

Simone Coni, Enrico Crobu, Roberto Putzulu, RP+SC — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

fabbricato ad uso magazzino - uffici - Federico De Marzo

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L’edificio è destinato ad accogliere i nuovi spazi a magazzino e ad uffici di una ditta di produzione mobili. Agli spazi per il lavoro si affiancano le parti amministrative e di esposizione. Il fabbricato appare come un oggetto simbolico, di carattere, dall’aspetto rassicurante e dalle linee pulite e ben delineate nei volumi materici rivestiti in zinco-titanio e dai grandi volumi vetrati della sala al piano terra e del vano scale. La contrapposizione delle geometrie è evidenziata ancor di più dalla facciata principale del nuovo fabbricato, curvata nell’avancorpo superiore. Il grande volume a tutta altezza collocato nella parte centrale contiene la hall e la risalita al piano superiore e nello stesso tempo si contrappone ai due volumi vetrati della grande sala e del tunnel di collegamento con la vecchia sede. Particolarmente curati nei dettagli e nei materiali gli interni, cui trovano posto oltre agli spazi funzionali anche ambienti destinati alla rappresentanza e all’incontro.

Federico De Marzo — fabbricato ad uso magazzino - uffici

fronte principale

Federico De Marzo — fabbricato ad uso magazzino - uffici

dettaglio della facciata principale

Federico De Marzo — fabbricato ad uso magazzino - uffici

fronte laterale


EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE - Marco Garosi

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EDIFICIO RESIDENZIALE A 11 PIANI FUORI TERRA IN CORSO SIRACUSA ANGOLO VIA OSOPPO A TORINO- GIA’ SEDE DELLA STAPERIA ARTISTICA NAZIONALE

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

particolare facciata cortile

In un lotto industriale già sede della Stamperia Artistica Nazionale in corso Siracusa a Torino, in occasione del trasferimento dell’unità produttiva in altro sito, più idoneo per dimensione e logistica alle nuove esigenze industriali, viene approvata dalla città di Torino una Variante urbanistica al PRGC al fine di recuperare l’area a destinazione residenziale in coerenza con il tessuto e le destinazioni d’uso consolidate della zona. Nel 2008 la nuova Proprietà , M.C.Metropolis costruzioni, incarica gli arch. Marco Garosi e Ubaldo Bossolono di elaborare il progetto per un edificio residenziale con caratteristiche tecnologiche e architettoniche innovative con il fine di realizzare un edificio per appartamenti con impatto energetico minimo (Classe A) e un’attenzione compositiva particolare necessaria alla ricomposizione dello skyline del corso Siracusa e la soluzione dell’angolo con le vie Monbarcaro e Osoppo L’ intervento prevede a seguito della demolizione del fabbricato ex industriale esistente la concentrazione di circa 5.200 mq di Superficie Lorda di Pavimento con destinazione residenziale. L’impianto è sostanzialmente configurato dalla formazione di un edificio in linea in fregio a Corso Siracusa agganciato tramite una cerniera di collegamento verticale ed altri spazi condominiali di “filtro ambientale” ad un volume a torre per la soluzione compositiva dell’angolo con via Osoppo e via Mombarcaro. Il volume d’angolo a torre si configura come delimitato dalle facce di un tronco di piramide rovesciato che dal piano pilotis arretrato rispetto al filo edilizio per aumentare la visibilità del giardino retrostante (in fregio alla via Osoppo) raggiunge al piano decimo la massima superficie con aggetto rispetto al filo strada di circa 1,4 m.

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

dal Corso Siracusa

Il progetto propone una caratterizzazione meno compatta della tradizionale edificazione dei viali urbani principali sviluppatisi negli anni ‘60 e ’70 mediante la percezione complessa dei sistemi a doppia pelle che arricchiscono la composizione dei prospetti e dei volumi di notevoli effetti chiaroscurali o di trasparenza. La prima “pelle” vista, la più esterna ha una composizione dinamica per effetto dello scorrimento orizzontale delle schermature solari e dei vuoti espressi nella cortina del volume d’angolo per sottrazione di alcuni pannelli modulari La ricchezza compositiva delle facciate è affidata al rapporto visivo tra il paramento murario vero e proprio che chiude le unità abitative, con le aperture vetrate , i pannelli frangisole scorrevoli e l’organizzazione di elementi di verde erborato interno a incastellature metalliche di pertinenza di singole unità abitative o di tipo condominiale, in particolare per la dinamica delle coloriture stagionali

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

da sud

Il progetto ha chiaramente espresso una attenzione alle tematiche ambientali per il risparmio energetico anche grazie al riuso di un pre-esistente pozzo per il raffreddamento delle macchine da stampa riutilizzato per lo scambio acqua-acqua con la pompa di calore prevista e alla schermatura delle superfici finestrate mediante pannelli frangisole scorrevoli. Le strutture verticali che racchiudono la “pelle” terminano al piano della copertura con collegamenti orizzontali che inglobano i pannelli fotovoltaici atti a fornire 84 KW di picco.

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

fronte interno

La porzione in linea è prevalentemente dotata di due viste, una verso il corso ed una verso cortile, in elevato è costituita da un piano pilotis condominiale con alcuni box auto, 9 piani fuori terra e ulteriori 2 piani arretrati , mentre il volume d’angolo a torre è dotato di 4 viste, in elevato è costituito da 2 piani pilotis condominiali, 8 piani fuori terra e ulteriori 2 piani arretrati contenenti alloggi duplex per un totale di 51 unità immobiliari. L’interrato dell’edificio è a 2 livelli, prevalentemente a parcheggio privato , cantine e locali tecnologici. La porzione cortilizia del lotto è costituita da un ampio giardino condominiale, area gioco bimbi e da corsia di servizio per le autorimesse ai piani interrati e ai singoli box di piano terra.

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

da nord

IMPIANTO DI RISCALDAMENTO E DI RAFFRESCAMENTO Gli alloggi sono dotati di impianto di climatizzazione invernale ed estivo, alimentato da una centrale tecnologica priva di combustione, con generatore a pompa di calore elettrica centralizzato condensato con acqua di falda per esaltarne e renderne costante la massima resa ed i minimi consumi in ogni stagione; l’acqua calda e l’acqua refrigerata distribuite in impianto sono quindi prodotte dalla medesima macchina, grazie all’inversione di ciclo da pompa di calore a refrigeratore e viceversa. IMPIANTO FOTOVOLTAICO Sull’intera copertura dell’edificio sono installati pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile: essi costituiscono il naturale accoppiamento con le pompa di calore elettrica e consentono di rendere l’edificio quasi totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico.

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

particolare di facciata

VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA Il ricambio e la qualità dell’aria ambiente all’interno di ciascuna unità immobiliare sono controllati da un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) con recupero di calore. Il sistema previsto è a doppio flusso ad alta resa. L’aria calda estratta dai bagni e dalla cucine attraversa uno scambiatore di calore prima di essere espulsa verso l’esterno, attraverso una rete di canali collegati al ventilatore. L’aria di rinnovo presa dall’esterno viene filtrata nello scambiatore e recupera circa il 90% del calore dell’aria espulsa prima di essere immessa in ambiente. Il sistema, oltre a garantire un’ottima salubrità dell’aria aria ambiente, permette un sostanziale risparmio sul riscaldamento e sul raffrescamento e fornisce un confort termico grazie al preriscaldamento dell’aria immessa. In estate, la temperatura dell’aria immessa diminuisce per contatto con l’aria estratta ed eviterà il surriscaldamento dell’alloggio garantendo quindi un miglior confort estivo anche senza l’utilizzo del sistema di raffrescamento. In caso di temperatura esterna è più bassa, il by pass lascerà entrare l’aria fresca senza preriscaldarla. Il preriscaldamento dell’aria immessa avviene per cessione del calore quindi senza consumo energetico.

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

parti comuni al piano terra

IMPIANTO CENTRALIZZATO DI IRRIGAZIONE L’edificio è dotato di un sistema di recupero delle acque piovane per fini irrigui mediante cisterna e relativo impianto filtrante e di distribuzione.

Marco Garosi — EDIFICIO RESIDENZIALE ECOSOSTENIBILE

cortina su corso Siracusa

Progetto architettonico

Ubaldo Bossolono, Marco Garosi – Torino

Partners:

Strutture

Studio Patta, ing. Gianfranco Patta – Torino

Meccanica e fluidi

SPE divisione Clima, ing.Piero Neira – Collegno

Progetto dei giardini

LINEEVERDI dr.Agr.Stefania Naretto, dr.Agr.Chiara Otella- Torino

Impianti elettrotecnici

STIEL s.r.l.- Grugliasco

Acustica

ITALAMBIENTE arch. Emanuela Piolatto- Torino

Artista pavimentazione piano terra

Ugo Nespolo – Torino

Maquette

Falco e Boulanger -Torino

Coordinamento sicurezza

Arch. Veronica Patta- Torino

Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale - M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli

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Sebbene si tratti di una ristrutturazione, l’intervento realizzato su questo anonimo edificio dei primi anni ’60 ha prodotto un organismo edilizio assolutamente nuovo sia per caratteristiche architettoniche che ambientali.

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

Il progetto nasce dalla volontà di intervenire sull’esistente per una conservazione che non deprima le istanze moderne a partire dalla sostenibilità ambientale, e dalla richiesta della committenza di trasformare radicalmente l’immagine architettonica e, al contempo, di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio.

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

L’iter progettuale ha trasformato in stimolo quel vincolo che inizialmente si era prefigurato come un ostacolo all’ottenimento di un risultato soddisfacente sul piano compositivo.

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

Non si trattava di intervenire su un edificio esistente da poter sventrare e riconfigurare liberamente, bensì di lavorare esclusivamente sui prospetti senza poter variare posizione e dimensione delle aperture poiché le due unità immobiliari che lo costituiscono erano state oggetto di una recente ristrutturazione che aveva riguardato anche i solai e la copertura.

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

Il primo obiettivo è stato quello di individuare il giusto approccio per poter operare una scomposizione di quel rigore geometrico un po’ ottuso leggibile su tutti i fronti dell’edificio, coniugandolo con le esigenze di confort ambientale, minima manutenzione e maggiore sicurezza espresse dalla committenza.

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

E’ stata realizzata la coibentazione di tutte le pareti perimetrali e una contro-facciata ventilata in doghe di larice pre-invecchiate. Il maggior spessore di circa 15cm determinato dallo strato isolante, dalla camera di ventilazione e dalla facciata in legno ha reso necessario il rifacimento degli imbotti di tutte le finestre che sono stati rivestiti in lamiera di ferro zincata e verniciata e sono stati “dilatati” fino a comprendere un pannello cieco che variabilmente affiancato ad ogni apertura accoglie le inferriate scorrevoli ed è funzionale alla ricomposizione dei fronti e alla ridefinizione di un rapporto pieni-vuoti.

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

Ai fini del raggiungimento di ambiziosi obiettivi di contenimento dei consumi energetici e di confort ambientale è stata realizzata una ventilazione a doppio flusso con scambiatore di calore.

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

M'ARCH'INGEGNO arch.tti ass.ti Bonfiglio e Gabrielli — Riqualificazione architettonica e ambientale di un edificio residenziale

Desert Cities - Luca Curci

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Luca Curci architects studio presents Desert City, a project proposal for a sustainable way to live the desert. The project was born from the interpretation of border’s concept, conceived not only as a line which divides 2 places but, at the same time, as a conjunction point between private and public space. The project aims to create a lifestyle characterized by energy saving, resources streamlining, respect of nature and human relationship enhance. It proposes a community based on new characteristics and social identities, a social-economic model aimed to cooperation and people participation. Sustainable Communities.

Luca Curci — Desert Cities

The project-plane is made by a series of identity-places with symbiotic interconnections among them which create an organic and articulated system. The identity-places can be divided in 3 macro architectural types, different for dimension, function and inhabitants. Each identity-place is developed following residential and architectural solutions which respect the environment’s tradition, climatic condition and resources.

Luca Curci — Desert Cities

The 3 kinds of identity-spaces models are different for dimensions and functions: the little ones can host houses for 1 or 2 families, little communities with a maximum of 5 families; the middle size structures can host facilities such us research centres, cultural centres, administrative and service centres. The bigger buildings can host more complex communities with a population of 2.000/5.000 inhabitants and all their needed job, cultural and social facilities.

Luca Curci — Desert Cities

Desert City is an aggregation of communities which aim to reach a social development respecting the resources and characteristics of environment in which they live. The buildings will be made by natural eco-compatible materials from the surrounded area of construction.

Luca Curci — Desert Cities

Furthermore the project aims to optimize the use of desert’s elements, sun and wind, for energy supply. There will be a sustainable water consumption thanks to the reuse of waste water, rainwater recovery and production of drinking water desalinated with solar energy. Waste will be reused by recycling and composting.

Luca Curci — Desert Cities

Desert City is a reflection about the possible new ways of social and economic organizations. A vision. About a future we are already living.

Luca Curci — Desert Cities

Luca Curci — Desert Cities

Luca Curci — Desert Cities

Luca Curci — Desert Cities

Luca Curci — Desert Cities

pm³V 729 - Paolo Matteo Valente

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Cubo 9×9x9 Il progetto è caratterizzato dall’opposizione tra la forma squadrata esterna e la plasticità interna, nascondendo così i vincoli del cubo. La parte superiore totalmente aperta, elimina la sensazione di trovarsi in una ambiente chiuso, l’intero spazio è dedicato ad una seduta circolare con della vegetazione al centro. Il tutto è circondato da tre forme modellate una sull’altra che si innalzano su tre livelli fino a nove metri, creando un ambiente isolato e insolito.

Paolo Matteo Valente — pm³V 729

Paolo Matteo Valente — pm³V 729

Paolo Matteo Valente — pm³V 729

Paolo Matteo Valente — pm³V 729

Paolo Matteo Valente — pm³V 729

Guggenheim Helsinki Design Competition - COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux

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Contemporary architecture has been strongly influenced by the concept of landscape in recent times. A new mindset evolves that changes the core of the architectural discipline: the organization and composition of architectural space as a landscape. The new Guggenheim is designed like a soft area of transition between the park and the sea symbolized by a twice wave surrounding three massifs concretes cubes. The building is regular in plan, but appears to be more organic in shape because of the way that its roof and floor undulate gently, always in parallel. With few visible supports, the building touches the ground lightly, leaving an expanse of open space beneath which draws people from all sides towards the three central entrances. Each entrance has two different accesses: one to the cubic exhibition gallery and another to the organic “cultural mall”. The aim of these two conflicting shapes is to formally separate the exhibitions spaces from a landscaping “cultural mall” open to the public every day. Inside, the hills, valleys and plateaus formed by the undulation often make the edges of the building invisible, though there are no visual barriers between one area and the next. Instead of steps and staircases, there are gentle slopes and terraces. Clearly, one area of activity gives way to another. Visitors stroll up the gentle curves and move between the three exhibition volumes in a continuous cultural path which brings them through restaurants, conference hall and book-shops. As well as providing social areas and an auditorium, the building lends itself to the establishment of quiet zones and silent zones, acoustically separated areas created through changes in height. The slopes, valleys and plateaus within the building, as well as the shapes made by the three exhibition volumes, all contribute to these barrier-free delineations of space. In addition, clusters of glazed or walled ‘bubbles’ make physical enclosures for management and collection storage as well as offices for small groups to meet or work together in. The roof, a huge beam frame made of laminated wood, follows the landscape of the floor (the basement). Its outside surface is made of hundreds of wooden cubes which form the impressive roof garden of the Guggenheim: a new exterior space in which visitors can sit to have a coffee or rest over the green areas under the sky. This new public open space is directly connected to the Tähtitorninvuoren Park by a foot bridge. The main structural materials are concrete, glass and wood: the floor and the Exhibition Volumes are a concrete structure, the roof wood and the façades of the wave are made of high quality double-glazed windows; the floor and roof run parallel to each other, while the exhibition volumes are located in three different positions and directions; each volume hosts in its middle the exhibition lobby: an open rift enlighten by natural light which links the different exhibition galleries. The new Guggenheim aim is to design a space within a landscape which gives over the entire roof as a park backto the public.

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

COFFICE, Francesco Colarossi, luisa saracino, Thomas Fremaux — Guggenheim Helsinki Design Competition

Salut'è bio shop - Franzoni Enrico

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CONCEPT: un luogo dove prendersi cura;

Franzoni Enrico — Salut'è bio shop

interior

LOCATION: open space, minimal green;

Franzoni Enrico — Salut'è bio shop

interior

LIGHTING PROJECT: led tecnology, risparmiare energia, valorizzare il prodotto;

Franzoni Enrico — Salut'è bio shop

shop window

EDUCATIONAL: informazioni sui benefici dei prodotti, un prodotto spiegato ha più valore;

Franzoni Enrico — Salut'è bio shop

interior

MEETING: spazi lettura, degustazione, incontro;

Franzoni Enrico — Salut'è bio shop

project

PRIORITY: il piacere del cliente.

Franzoni Enrico — Salut'è bio shop

Residenze "il Cedro" - Paolo Severi, Gustavo Girotti


CEREZA HOUSE - Luis Moctezuma Gutierrez

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Today when an Architect designing a House based on pure volumes, large crystals and projecting structures, no one really questions why such design, however, it is usual that is.. .with a project of different characteristics to those established by a time or time specific, arise the questions. Criticism, understanding by this to any person able to observe and comment, is always eager to answers, of reasons, reasons. Because of this, it is that I will try to explain in my terms as this project of House which I’ve entitled the Cherry is generated.

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

The start of this project arises before the request of my client, which me: “I want a colonial House, different from the one of this neighborhood”. Response to so defined idea was by my part: “I not can design a colonial House, the colonial architecture tube a moment and a reason, make a replica would be me as a caricature of the things, I propose to you, let me present you a project which has the Foundation translated from what I understand “colonial House” and similar features. My client accept, although I think that somewhat distrustful. I began to wonder that characteristics of the colonial buildings that I know in my head generated the concept of COLONIAL. Thus they began to reach me the answers in the form of images, of memories faithful or mutated by time, crafts, colors, emotions, sensations. Central courtyards, wide walls, buttresses, arcades, galleries, bars of iron balconies or doors, massive brightly, and inputs of light always forms handled by the hand of man. I also remembered paintings, the more clear in my mind was the José Clemente Orozco painting titled “Mexican people”. This first two ideas emerged: one was a patio in lathe which runs the House, the other idea was to generate a facade from only 2 or 3 elements strong enough to not need anything more. On the work consisted in the development of a project that included intentions regularly handled in each of the projects that we do more what previously had already in my head as colonial. Cherry, a project is accomplished in this way where the main façade is configured based on two elements, namely: a flat major on a background of burnt red and white L-shaped and is actually a volume that provides the massive giving wide walls at the time. An interior courtyard that comes from the garage and around Central the magnificent of which turns most of the spaces that make up the architectural program. Windows and doors that are apparent relationship or ratio, rather than simply provide the necessary air to the room and light sued. A main entrance with more than one double-height, which reminds us that we are entering someone’s House who we respect. And finally some bars of iron black that beyond protecting, guarding the House. I think that me is difficult to discover or describe this House through words or photos, and is not only by their lack of formal show or costume, but by actually think you have to walk through it, you have to live… feel and see how light is knowing and accompanying every corner as the hours of the day This is where you will find your beauty.

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

As I said at the beginning, is that everyone who reads this will have an opinion, this is mine.

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Luis Moctezuma Gutierrez — CEREZA HOUSE

Restauro della Chiesa Parrocchiale di S.Cecilia - Caresanablot (VC) - Riccardo Pasquino

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I necessari interventi di Restauro della Chiesa Parrocchiale sono stati suddivisi in tre lotti funzionali considerando come elemento prioritario e urgente il consolidamento e il restauro dell’altare settecentesco in marmi policromi, il quale versava da diversi anni in condizioni critiche di equilibrio statico dovute a scarsa coerenza ed elevata umidità del terreno di fondazione e presentava nel contempo un diffuso degrado delle superfici marmoree.

Riccardo Pasquino — Restauro della Chiesa Parrocchiale di S.Cecilia - Caresanablot (VC)

Immagine dell'intervento di consolidamento statico con utilizzo di martinetti idraulici

In accordo con la Soprintendenza si è deciso per operazioni di consolidamento miste che hanno sfruttato la tecnica delle infiltrazioni in profondità di resine espandenti unicamente per aumentare la portata del terreno di fondazione creando un appoggio solido e che hanno previsto successivamente la collocazione di quattro martinetti idraulici per il sollevamento meccanico e controllato del manufatto e infine il risarcimento delle fessurazioni mediante malta fluida a breve indurimento ed elevata resistenza.

Riccardo Pasquino — Restauro della Chiesa Parrocchiale di S.Cecilia - Caresanablot (VC)

Particolare degli interventi di pulitura e restauro dei marmi policromi

Il restauro dei marmi ha consentito di riportare in luce i materiali e le coloriture originari mediante opere di pulitura, sgrassatura, stuccatura e integrazione di lacune, descialbo ed eliminazione di stuccature e tinte incoerenti e sovrapposte, lucidatura finale.

Nuovo Polo Universitario a La Spezia - tommaso morelli stefani

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Scopo di questo progetto è la riqualificazione di un sito industriale, “Ex Fornace dei Boschetti”, situato a La Spezia. Negli ultimi anni nella città ci sono stati grandi cambiamenti in ambito urbanistico. Progetti come il Waterfront e la nuova Variante Aurelia, in fase di realizzazione, stanno modificando l’assetto della città, restituendo interesse anche nell’area dove si trova il sito oggetto di studio che, attualmente, si trova in uno stato di totale abbandono. Le forti carenze strutturali della città, mi hanno condotto a spostare nell’area in oggetto l’Università, attualmente ubicata in una zona difficilmente raggiungibile. Negli ultimi anni si è verificato,inoltre, un forte incremento di iscrizioni che ha reso inadeguata l’attuale struttura che ospita la sede universitaria. Questi i motivi che mi hanno condotto a scegliere questo reperto di archeologia industriale, come nuova sede del Polo Universitario.

tommaso morelli stefani — Nuovo Polo Universitario a La Spezia

Inquadramento

tommaso morelli stefani — Nuovo Polo Universitario a La Spezia

Genesi del progetto

tommaso morelli stefani — Nuovo Polo Universitario a La Spezia

Viste

Guggenheim Helsinki Museum - Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin

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The Guggenheim Bilbao had an immense influence on the post-industrial metamorphosis of the city of Bilbao. But perhaps inevitably it was the peak and the start of decay for the Guggenheim hegemony over arts. The Guggenheim cultural hegemony started in New York almost eight decades ago, with the conception of a museum that would bridge artists’ production with the city. As a landmark of western modernity’s crescendo, the Guggenheim in New York would connect art and the city through an elevator and a continuous ramp. Increasing its influence, Guggenheim would follow New York’s financial and cultural shift towards postmodernism and global management. Gradually the museum would serve as a manager of commercial operations between the mainstream cultural reproduction and clients. While art used to be exhibited inside museums for the city, the building of the Guggenheim Museum in Bilbao would then go a step further, itself becoming an exhibit inside the city. Western cities changed dramatically during past decades of neoliberalization and globalization of the free market economy, they turned from production machines into consumption paradises. Bilbao is such a paradigm of a change. Once a factory of production of capital and growth, it turned into an urban site of capital reproduction. From capital production into urban reproduction, the market economy nowadays employs culture and the city as the labour force which gets exploited to extract a surplus of capital. The city itself becomes the market of commerce. The city acts as the museum and architecture as the exhibit.

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

How would it be the city to provide the density to the infrastructure of production – the museum as a factory – for the common production of the artistic program by the urban subject together with artists? In a way urban density, cultural program and public infrastructure should blend and serve as one. They could produce and consume arts inside the urban continuum, on the ground level. In the case of Helsinki, the urban condition of the given site – the city itself- could thus become the factory on the ground level, covered by the roof, which is stuffed with infrastructure – the museum – and in between arts are composed, consumed, digested and defecated from and for the artist and visitors – the urban subject. Proposals for the Guggenheim Helsinki should suggest a building that would be ultimately liberated from the notion of commerce; to be productive as well as non-architectural in the way that Guggenheim Bilbao is, to serve as a spatial apparatus, to shelter and provide infrastructure to the production of arts happening within urbanity, on the street level.

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Beyond its managerial role of commercial and profitable artistic fetishism, Guggenheim of the twenty-first century could pursue its future survival into the production of an artistic subjectivity based on the emerging physical and immaterial networks that compose the contemporary urban condition. Such inclusive network-produced subjectivity would only match the urban continuum and the structures of Guggenheim Museums under processes of cultural production: from culture/management/client to urban subject/common production/global networks.

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

The proposal of the Guggenheim Museum Helsinki suggests a radical urban facility for the production and exhibition for international and Nordic contemporary Art. The building proposed fits the required program inside a modest orthogonal volume which is dressed with row timber trunks, to fit the Tahititornin Vuori Park in the background and take advantage of Finland’s timber resources. The rough semi-transparent volume of the building contains the exhibition galleries and generic program, and floats above the transparent ground floor which opens to the city and contains spaces and infrastructure for the production of Arts, in common by the artists and the urban subjects. The ground floor is fully accessible and in fusion with the city’s urban continuum, thus sheltered by the ‘spatial roof’, which hosts the galleries and exhibitions of the museum, the <>. In such a way, the production of contemporary Art, the <>, happens on the street level, in the interior and exterior spaces of Guggenheim, exploiting the port’s and its own facilities and generosity of urban space. The compactness and spatial efficiency of the building proposed, releases the outdoors spaces of the site for large scale artistic installations and generous flows of people and art from and towards the port of Helsinki. The connecting act between the city’s program, the port’s continuity, Guggenheim’s ground floor and floating galleries’ volume is the continuous ramp (5% slope), which starts from the entrance of the Museum and ends at the top of it, leading to Tahititornin Vuori Park through a footbridge. The urban ramp is thus providing the Guggenheim with two entrances and connects it directly with Eteläsatama’s cultural routes and networks. The continuous route Park-Guggenheim- city port, and reverse, sets the Guggenheim as another major urban sequence within Helsinki’s expanding cultural structure, which can be experienced by local urban dwellers and visitors as an integrated part of their everyday routines or touristic agendas, and not merely as a standalone attraction. The galleries of the museum range in size and qualities of interior spaces, in order to fit a multiplicity of curatorial concepts and media of Arts. The galleries which are located on the lower part of the building are strictly protected by any daylight and are smaller in size, so they can host smaller and more sensitive exhibits. Instead the galleries located on the upper floors are larger and their daylight conditions are regulated by the technical mechanisms of the roof. Those large galleries are appropriate for large scale installations and collective performances/gatherings. All galleries are connected by the smooth and wide ramp running through all the buildings, as well as by the 3 central cores. The design of the museum suggests a compact and hyper efficient building, which exploits in the maximum Finland’s construction materials, such as timber, local stones and steel. All the interior spaces are clad in wooden finishes and are protected by the thermal properties of the timber trunks of the façade.

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz, Alberto Salvador Martin — Guggenheim Helsinki Museum

Irgen Salianji, Karolina Szostkiewicz

CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE - sergio fumagalli

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Il comune di Villacidro promotore del concorso per la costruzione di un nuovo centro civico polifunzionale nell’area dei giardini di pertinenza dell’ex seminario arcivescovile, ha elaborato una serie di studi preliminari che hanno evidenziato tutti gli aspetti di rilevanza economico sociale che il progetto può generare, e dove è stata attentamente valutata sotto i diversi punti di vista la possibile convenienza anche sociale dell’intervento. Accanto ad un auditorium-teatro di 300 posti per lo svolgimento di eventi e manifestazioni pubbliche di carattere culturale di valenza provinciale e regionale, si prevede la realizzazione di laboratori che possano svolgersi in maniera stabile durante il corso dell’anno e possano qualificarsi quali luoghi di produzione di cultura, che si integrino con il centro culturale e di alta formazione sito nell’ex Seminario Vescovile. L’area, posta al limite dell’abitato storico, offre l’occasione di “disegnare” un nuovo limite urbano e, al contempo, pone il tema della connessione con il centro cittadino e con la rete infrastrutturale. Il progetto coglie la duplice opportunità, offerta dal programma funzionale e dalla localizzazione dell’area messa a disposizione, di intervenire tanto sugli aspetti architettonici quanto sulle sue rilevanze urbane e territoriali. Esso risponde inoltre alla richiesta di un organismo polifunzionale che, soddisfacendo alle esigenze di carattere funzionale, offre alla comunità di Villacidro un edificio istituzionale altamente rappresentativo, capace di evidenziare il proprio ruolo ed al contempo costituire riferimento urbano e simbolico per lo spirito comunitario. L’area di progetto si caratterizza come uno spazio di notevole interesse storico e paesaggistico, in quanto negli ultimi secoli si è qualificata come la pertinenza storica prima dell’antico palazzo della famiglia nobile dei Brondo e successivamente dell’episcopio, sede estiva del Vescovo della Diocesi di Ales, di cui va garantita la leggibilità e la fruizione dell’orto storico. Da sempre quest’area ha avuto una destinazione d’uso legata all’agricoltura di qualità (soprattutto alberi da frutto) perno tra lo spazio urbano storico compatto e l’isca (dal latino iscla, la zona coltivabile) a nord del Rio Fluminera, in particolar modo con la Piazza Rondò ed il Parco pubblico comunale.

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

Gli accessi dall’esterno al nuovo centro polifunzionale, sono concepiti secondo due direttive principali: da una parte aprendo un collegamento pedonale diretto che dall’ambito urbano centrale raggiunge l’edificio passando attraverso il nuovo asse est-ovest interno al giardino urbano; dall’altra consentendo un accesso veicolare diretto dai parcheggi distribuiti lungo via Giovanni XXIII, per chi proviene da fuori. Gli ingressi del salone polifunzionale e del book shop avvengono da un porticato coperto posto a sud est, un elemento che, oltre a contribuire ad innalzare la qualità architettonica degli spazi interni, favorisce la condivisione positiva degli spazi da parte dei vari utenti, durante le varie ore della giornata e permette di conferire allo spazio pubblico antistante un significativo ruolo urbano contribuendo ad accrescere il valore simbolico e rappresentativo dell’edificio. Contribuisce a questo anche la leggera soprelevazione del piano del porticato e della piazza pedonale rispetto al piano della viabilità e del rondò. Alla piccola scala è presente un tessuto costruito carente di aspetti significativi che presenta una ridotta omogeneità d’assieme con cui confrontarsi. Ciò ha orientato la progettazione verso un edificio che, con un linguaggio contemporaneo, adottasse forme e materiali compatibili col contesto. La riconoscibilità del nuovo centro polifunzionale e la sua rappresentatività sono ottenute non solo tramite il linguaggio dell’architettura ( l’uso delle forme dei materiali e delle dimensioni che evocano la cifra pubblica e “monumentale” del manufatto) ma anche grazie alla stretta relazione che lega l’organismo edilizio con il giardino storico terrazzato cosiddetto “orto del seminario” ed agli spazi aperti di valenza urbana. Perchè obiettivo primario del progetto è definire un edificio di estrema chiarezza compositiva che risulti ben integrato nel contesto paesistico ed urbano oltre a concepire spazi interni  di elevata qualità architettonica. I principali criteri per le scelte ideative che si ritrovano nel progetto, sono riconducibili alla volontà di concepire un edificio con un carattere forte ma perfettamente inserito nel contesto in modo che possa: comunicare accoglienza e protezione, rappresentare al meglio la propria funzione, disporsi nel lotto ottimizzando l’esposizione solare degli ambienti interni e degli spazi di attività esterna, inserirsi nel giardino storico integrandosi, in particolare con il sistema dei terrazzamenti esistenti relazionarsi con l’intorno urbano, rivolgendo il sistema di accesso alla piazza rondò ed al verde pubblico adiacente.

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

Dal punto di vista compositivo, l’edificio si configura come un unico volume di forma regolare la cui giacitura è generata, oltre che dalla geometria del lotto, dall’orientamento e dalla viabilità circostante, dalla necessità di realizzare l’accesso alla nuova struttura polifunzionale nella porzione dell’area con maggiore valenza urbana, alla estremità est del lotto. Si è cercato di ricondurre l’organismo architettonico a forme semplici, ritenendo che l’armonia di uno schema funzionale e volumetrico di chiara lettura ed interpretazione possa di per sé costituire un valore aggiunto alla qualità del nuovo centro polifunzionale. Il confronto coi caratteri locali del costruito storico ha guidato i progettisti nella progettazione delle facciate, per le quali la scelta di limitare a pochi materiali favorisce una immagine di compattezza e ne fissa il carattere. Una semplicità che si rinnova anche nella scelta delle tecnologie costruttive dell’involucro edilizio e nella definizione degli impianti i cui criteri di riferimento sono la sostenibilità delle proposte, sia in termini ambientali che di facile ed economica realizzazione, l’uso di energie rinnovabili e materiali che assicurino il massimo confort e benessere per gli utenti, il contenimento dei costi di esercizio e manutenzione.

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

L’analisi approfondita dell’area assegnata per il concorso e del contesto di riferimento hanno confermato l’opportunità di concepire un edificio semi-ipogeo con una copertura a verde praticabile che risulta particolarmente integrato nel pendio del giardino a balze che degrada da ovest vs.est. Una soluzione di questo tipo permette infatti un migliore inserimento nel contesto paesistico, una ottimizzazione e salvaguardia delle superfici a verde e di uso pubblico, nonché la possibilità di realizzare un edificio con elevati livelli di confort, rendimento energetico e minimizzazione dei costi di esercizio e manutenzione. Il fronte est, sfruttando il generoso aggetto della copertura, permette di realizzare un intero affaccio vetrato orientato verso il panorama a valle in direzione sud-ovest.

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

L’area verde delimitata dalle vie S.Giovanni XXIII e via carceri, diventa parco urbano fruibile pubblicamente. Il progetto delle nuove sistemazioni esterne garantisce la leggibilità dell’orto storico preesistente mediante il rispetto degli originali dislivelli sostenuti da muri in pietra a secco e del sostanziale mantenimento delle giaciture storiche che vengono adattate alle nuove funzioni insediate. Il nuovo parco urbano è in grado di mettersi in relazione con le aree circostanti attraverso la creazione di una rete dei percorsi gradonati che a partire dalla parte sommitale corrispondente al piano dell’ex palazzo vescovile scende fino a collegarsi con la Piazza Rondò, riproposta nella versione a rotatoria urbana già approvata dal comune di Villacidro e con il parco pubblico di sud-est. Al centro del nuovo parco urbano trova collocazione la cavea del teatro all’aperto che collocato direttamente a contatto con la testata apribile del nuovo auditorium, offre la possibilità di sfruttare il teatro interno per manifestazioni estive di pubblico spettacolo. I vari terrazzamenti vengono riqualificati con caratteri più specifici: si mantiene il nucleo storico più consistente dell’aranceto, si integrano le parti scoperte con specie arboree autoctone come lecci e olivastri e si ricostruisce un “verziere” ad uso didattico composto da varie specie di alberi da frutta di ciliegi, susini, mandorli, peschi peri, fichi e castagni con l’installazione anche di alcune serre. Il recupero dei ruderi delle ex carceri, mediante il risanamento conservativo delle strutture preesistenti, consente di individuare un nuovo punto di accesso pedonale al parco . Diventa info-point, Direttamente collegato all’ex palazzo vescovile, potrà essere attrezzato con servizi e locali di presentazione e accoglienza per i visitatori.

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

Il parcheggio richiesto per 100 posti auto che garantisce il posteggio degli automezzi nel corso delle manifestazioni ed al contempo costituisce un serbatoio per la sosta del centro storico, viene collocato per gran parte all’esterno, posto su tre diversi livelli nella zona nord-est in modo da assecondare l’andamento in discesa di via Giovanni XXIII da cui vi si accede direttamente. In questo modo si riducono all’essenziale gli sbancamenti e si evitano inutili e ingombranti rampe di raccordo. Quaranta di questi posti auto vengono ricavati nel sottosuolo in corrispondenza del nuovo edificio.

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

sergio fumagalli — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN CENTRO CIVICO COMUNALE E RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA URBANA CIRCOSTANTE

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