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Discorestaurant - Stefano Gazzola

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Locale ricercato e raffinato posizionato in una zona centrale della cittá, pensato per una clientela esigente. L’intervento mira a conservare l’architettura originaria del locale esistente fondendola in modo unico con l’arredamento minimalista,dando massima importanza ai particolari.

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Un gioco di luci soffuse e colori (porpora e blu) creano contrasti unici con la struttura a mattoni faccia vista che rendono il locale unico.

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Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura - Gianluca Lella, Andrea Trinca, Alberto Barberi, Maria Chiara Lupi, maria cirulli, Maria Elisa Messina, Eleonora Bernardini, Emanuela D'Alessandro, Elenora Fiorentino, Giulia Lampis, Giuliano Cosseddu, Francesco Gueglielmi, Cristina Morale

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1 PREMESSA La presente proposta di progetto intende valorizzare al massimo l’enorme potenziale paesaggistico dei luoghi oggetto d’intervento. Santa Teresa di Gallura si snoda su un promontorio che guarda a Nord la costa meridionale della Corsica, distante appena 11 miglia, a Nord-Est l’arcipelago de La Maddalena, ad ovest si affaccia sul Mar di Sardegna. Il centro abitato si sviluppa attorno a due insenature: quella di Porto Longone, in fondo alla quale c’è il porticciolo, e quella di Rena Bianca, che racchiude una spiaggia di sabbia finissima. Un luogo storico di particolare interesse è la Torre di Longosardo (edificata attorno al XVI secolo per ordine del re di Spagna Filippo II) situata sul lembo di roccia più estremo del paese. La presenza di elementi unici del paesaggio costiero e di importanti tracce della storia rendono il sito di progetto un luogo unico ed incredibilmente articolato in un crogiuolo di funzioni, valori naturali e culturali. Dare priorità alla tutela ed alla valo-rizzazione della natura attraverso una rielaborazione delle forme e delle strutture geologiche e della macchia mediterranea è stato il percorso seguito nel processo di progettazione.

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2 ANALISI TERRITORIALE 2.1 Caratteri Morfologici della Gallura. La Gallura (Gaddùra /ga’ɖːura/ in gallurese, Gallùra in sardo) è una regione storica e geografica della Sardegna. Comprende la parte nord-orientale dell’isola, dal fiume Coghinas che la delimita a ovest, passando poi per il massiccio del Limbara, che ne delimita la parte meridionale, fino al massiccio del Monte Nieddu a sud-est, nel comune di San Teodoro. Il territorio gallurese include anche la rinomata Costa Smeralda nel comune di Arzachena, sulla costa orientale. I centri principali sono Olbia, Tempio Pausania, Arzachena, La Maddalena.

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Il territorio è oggi compreso nella nuova provincia di Olbia-Tempio. Il significato del toponimo “Gallura”, che appare nelle prime testimonianze scritte con la forma di “Gallul” e “Gallula”, potrebbe essere collegato con il termine ebraico galil o con il fenicio gallal, “paese d’altura”. Ricca di roccia granitica levigata dal vento, dalla pioggia e dal mare, specie sulle coste, sculture naturali di forme bizzarre come quella dell’Orso nei pressi di Palau, conferiscono alla Gallura un aspetto assai originale, molto simile a quello del sud della Corsica e che lascia spazio solo verso nord a fertili pianure.

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La vegetazione spontanea della costa è formata da macchia mediterranea (lentischio, cisto, corbezzolo, mirto ecc.). L’interno invece ha un aspetto differente, più riparato dai venti è caratterizzato da imponenti affiora-menti granitici e boschi di querce e sughere. La Gallura storica comprende 22 comuni tra i quali Santa Teresa Gallura .

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2.1 Il contesto delle Aree Naturali Protette. La Gallura presenta vaste aree naturali protette. In particolare in Sardegna sono stati istituiti tre parchi nazionali, inseriti nell’elenco ufficiale del Ministero dell’Ambiente uno dei quali il Parco nazionale Arcipelago di La Maddalena istituito con la LN 10 4/01/1994. Il parco della Maddalena è a soli 20km dalla città di Santa Teresa di Gallura che sul fronte mare nord si trova in continuità territoriale con il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio in via di istituzione a partire dal 2010, un parco marino della Corsica e della Sardegna. Nella stessa Gallura è inoltre presente un’area SIC, “siti di interesse comunitario” in corrispondenza della penisola di Capo Testa a soli 4Km dal Centro Storico di Santa Teresa di Gallura . Le località, definite siti di importanza comunitaria (SIC), sono state proposte sulla base del Decreto Ministeriale 25 marzo 2005. Capo Testa è una piccola penisola (in realtà un’isola, poi artificialmente collegata alla terraferma). Si affaccia sulle Bocche di Bonifacio ed è collegata alla terraferma da uno stretto istmo, lungo il quale si estendono due spiagge. Il promontorio è costituito da incantevoli rocce granitiche erose dal vento.

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La città di Santa Teresa è al centro di tre importanti aree di tutela ambientale ed è dunque attorniata da bellezze naturali inegua-gliabili fornendo un potenziale turistico e culturale che costituisce una formidabile occasione per un futuro economico prospero e sostenibile del territorio.

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2.2 Iconemi del Paesaggio. La percezione del paesaggio avviene attraverso una serie di elementi costitutivi del territorio che impressionano per la loro evidenza, bellezza, grandiosità, singolarità, o perché magari si ripetono, come leitmotiv caratteristici e inconfondibili. Questi elementi visivi, rilevabili nel paesaggio (fiumi, ville, piazze, castelli, san-tuari …), parte integrante della storia e della cultura degli abitanti, possono essere chiamati con il termine di iconemi. Il lavoro di ricerca ambientale e territoriale qui sinteticamente illustrato, si è svolto per individuare gli iconemi propri della Gallura in generale e della città Santa Teresa in particolare. Gli iconemi sono unità elementari della percezione, quelle immagini che la percezione coglie prioritariamente, fissa e memorizza facendone gli elementi portanti dell’intera visione. Gli iconemi esprimono gli elementi costitutivi e le emergenze nodali dello spazio organizzato che da essi trae omogeneità e unità di orditura. L’iconema incarna il genius loci, l’anima vera e profonda di un territorio, proprio su tale aspetto paesaggistico si è incentrata la progettazione della proposta qui presentata.

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3 ILLUSTRAZIONE DELLE SCELTE PROGETTUALI. 3.1 Considerazioni preliminari. Al fine di comprendere il sito di progetto nei suoi aspetti fondamentali in relazione al contesto urbano ed ambientale si e’ preliminarmente realizzato uno schema a blocchi attraverso il quale sono stati messi in evidenza gli elementi presenti nel bando del “concorso di idee per la riqualificazione urbana ed architettonica della piazza della libertà, viale bechi, aree circostanti la torre spagnola e la spiaggia la rena bianca, nel c.u. di s.teresa gallura”. Sono stati poi aggiunti ulteriori elementi urbani e paesaggistici considerati elementi “chiave” nella lettura dell’area e nello sviluppo del progetto stesso.

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3.2 ANALISI STORICO-PAESAGGISTICA E DEI SISTEMI AMBIENTALI: INDIVIDUAZIONE DEGLI“ELEMENTI CHIAVE DEL PAESAGGIO” L’analisi paesaggistica dei luoghi ha da subito evidenziato il fortissimo carattere formale e percettivo della morfologia geologica del territorio caratterizzata dalle rocce in granito soggette a processi erosivi e dai forti salti di quota presenti nella fascia di costa. La vegetazione tipica della macchia mediterranea presenta piante da sughero, lentischi, lecci, mirti e ginepri e cisti tra gli esemplari più rappresentati. A livello di arbusti è invece molto diffusa l’erica ma non è raro vedere qualche pianta di agrifoglio.

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Allo scenario naturale si contrappone il tessuto urbano di Santa Teresa di Gallura con la sua morfologia impostata su una griglia ortogonale. Una delle caratteristiche peculiari della conformazione della cittadina è infatti la pianta romana, ovvero un impianto urbano fatto di una rete di vie che si incrociano perpendicolarmente. La forma è tipica degli insediamenti piemontesi di origine militare. Anticamente conosciuta col nome di Longosardo (o Longo sardo), era già in periodo romano un porto di notevole importanza per i traffici commerciali e dal quale veniva portato a Roma il granito estratto nei dintorni; queste informazioni la rendono una localizzazione plausibile dell’antica città di Tibula. Quando nel 1720 l’isola passò ai Savoia venne inviato come comandante Francesco Maria Magnon, che capì la necessità di creare un centro abitato nei pressi della fortezza. La sua figura è legata alla nascita di Santa Teresa Gallura e all’individuazione del sito dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo agglomerato urbano. Fu il Magnon il primo a redigerne il piano urbanistico, anche se l’ultima stesura del pro-getto del borgo spettò al re Vittorio Emanuele I, che prese a modello Torino. Fu così che si giunse al 12 ago-sto 1808, data della emanazione del decreto di fondazione del borgo, chiamato Santa Teresa Gallura dal no-me della moglie del sovrano. Pietro Francesco Maria Magnon fu nominato “comandante” della popolazione teresina. Il 12 agosto 1808 un decreto di Vittorio Emanuele I diede inizio alla fondazione di Santa Teresa, fu lo stesso re che disegnò la pianta del paese e decise il nome in onore di sua moglie: la regina Maria Teresa d’Asburgo-Este.

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3.2.1 Consumo del Territorio in Santa Teresa di Gallura: dinamica storica dell’erosione urbana. L’inquinamento, la caccia, gli incendi dolosi sono i mali minori contro i quali la natura in Italia si trova a dover fare i conti. Un problema assai peggiore è il consumo di suolo: la copertura di terreni vergini o agricoli con asfalto e cemento per costruire case, industrie, strade o grandi arterie autostradali. In Sardegna l’incremento di terreno urbanizzato è cresciuto del 1.154% rispetto agli anni Cinquanta. E le città continuano a ampliarsi, se il processo non verrà governato, nei prossimi vent’anni si calcola verranno perdersi in Italia 75 ettari al giorno. L’idea di progetto qui presentata nasce da una profonda riflessione sul consumo del suolo naturale e sui processi erosivi artificiali che, ad opera dell’uomo, hanno agito sull’area d’intervento. Registrando la forte spinta erosiva che la città ha generato in tutte le direzioni e verso il mare il progetto si pone l’obiettivo di invertire questa spinta. Negli schemi sotto riportati si evidenzia la dinamica storica dell’espansione edilizia a spese del terreno naturale fino al limite ultimo raggiunto dalla presenza di edificato in corrispondenza dell’area di progetto che arriva fino al mare. Il progetto si sostanzia in una struttura ecologica in grado di contrastare la spinta espansiva della città ed in grado di fornire servizi urbani al cittadino ma compatibili e sostenibili a livello ambientale.

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3.3 Concept 3.3.1 L’idea e la forma L’ idea di progetto nasce dalla riflessione e dalla rielaborazione del concetto di “erosione”. L’erosione è quel fenomeno ambientale che ha come effetto il raggiungimento di un equilibrio del profilo terrestre attraverso l’asportazione graduale di suolo o roccia ad opera di agenti atmosferici quali vento, acqua o ghiaccio o per effetto di movimenti gravitativi o di organismi viventi (bioerosione). L’erosione si configura dunque come un fenomeno esogeno, antagonista rispetto alle forze costruttive di natura endogena (es. orogenesi), provvedendo allo smantellamento del rilievo terrestre e colmando con il materiale clastico prodotto le bassure e le depressioni in modo da livellare le differenze di quota. Esso è dunque un processo prevalentemente naturale cioè fisiologico del sistema terrestre, sebbene in alcuni casi possa essere anche causato o favorito dall’azione maldestra dell’uomo sul territorio, ad esempio attraverso il disboscamento, attività estrattive ed edilizie. Sul concetto erosione come processo sottrattivo si basa l’idea di progetto che riutilizzando le forme naturali dell’erosione intende invertire il processo stesso trasformandolo in additivo. L’erosione Urbana generata dal consumo di suolo naturale al quale viene sostituito materiale artificiale è qui contrastata dal progetto con una antierosione ad opera di zone “contro erosive” di macchia mediterranea, terreno naturale e rocce che risalgono verso gli spazi urbani di Santa Teresa sostituendo dove possibile superfici asfaltate o cementificate.

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3.4 IL MASTERPLAN Il progetto qui presentato raggiunge l’obiettivo di rendere uniforme ed organico lo spazio urbano e naturale oggetto di riqualificazione, attraverso un’azione di restauro ecologico con forme naturali ispirate all’azione del Vento. Attraverso un mirato progetto la struttura del verde risolve il conflitto tra città e spazio naturale. L’uso esclusivo di essenze autoctone è impiegato al fine di assicurare il massimo comfort ambientale.

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4 PREFATTIBILITA’ TECNICO/ECONOMICA 4.1 Strategie di finanziamento La presente proposta di progetto intende, seppur sinteticamente, indicare la strada realizzativa dell’opera in seno a scelte di carattere tecnico amministrative e finanziarie. A tale scopo le opere previste per realizzare l’intero progetto sono state divise in lotti tra opere pubbliche ed opere a carico dei privati attraverso procedure di Project Financing.

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5 CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA DELLE OPERE PROGETTATE, SUDDIVISE PER CATEGORIA DI LAVORI. 5.1 Metodologia adottata per la stima dei costi di costruzione su base parametrica. Per stabilire una stima attendibile dell’intervento si sono utilizzati i costi parametrici contenuti nei “Prezzi tipologie edilizie 2010” del collegio degli ingegneri e architetti di Milano. Si e’ dunque proceduto alle opportune misure e verifica delle quantità ottimizzando prezzi parametrici individuati in funzione delle opere previste dal progetto.

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Patchwork: patine infisse dal tempo - Irene d'Avolio

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Cenni storici Il centro storico di Ischitella presenta una struttura urbanistica molto regolare. Ha una pianta ovoidale e ben si adatta all’andamento della collina sulla quale sorge. Un asse viario centrale e rettilineo con direzione est/ovest rappresentato da via Roma e via del Conte lo percorre per tutta la sua estensione. Il castello occupava l’area sulla quale sorge il Palazzo Ventrella ed era posto a difesa della parte più debole del paese. In posizione centrale di fronte al palazzo Ventrella troviamo il palazzo ex Ospedale Miraglia, la cui costruzione risale alla prima metà dell’ottocento. Nel testo di Rocco Martella “Cronistoria di Ischitella” viene annotato che nel 1875 Angela Miraglia, figlia del medico carbonaro, fonda l’Ospedale della Misericordia Miraglia concedendo beni e casa per la trasformazione in Ospedale. Ad oggi l’immobile di proprietà comunale è destinato ad uffici.

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Patchwork: patine infisse dal tempo

Relazione illustrativa dello stato di fatto La struttura del palazzo è in muratura, realizzata con pietre della zona, di pezzatura irregolare, leggermente sbozzate, di dimensioni medie. La facciata presenta caratteri stilistici ottocenteschi con cornici dei portali e delle finestre in pietra. Le finestre ripetono un disegno rinascimentale con apertura di forma rettangolare. Il portoncino centrale d’ingresso in via Corso Cesare Battisti è l’unico in legno, gli altri sono stati sostituiti in alluminio e vetro, ferro e vetro. Gli infissi sono in alluminio bianco. Le pensiline e le insegne vanno ad alterarne la bellezza e la purezza formale. Il degrado dell’intonaco si legge dall’ alterazione cromatica, dal distacco ,dalle patine biologiche.

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Relazione illustrativa dell’intervento Nei centri storici del Gargano sulle mura, sulle facciate, sugli antichi portali si leggono le stratificazioni degli anni, i colori, i segni mutati con il succedersi delle stagioni. Gli intonaci colorati, le lastre metalliche delle pensiline corrose, i chiodi piegati dal tempo, la vegetazione che si è impossessata di spazi che l’uomo le aveva sottratto. Proprio quella natura pian piano riconquista il suo territorio, incidendo con segni più o meno evidenti: muschi che attaccano gli intonaci, vegetazione che attraversa il pietrame, alberi di fico che crescono sui ruderi. Non sono solo segni, lesioni, stratificazioni, corrosioni, giunture, colori, ma sono Arte astratta, elementi di unione tra il passato e il presente, testimonianze storiche, patine dorate del tempo. Per il progetto di restyling della facciata del’ex Ospedale Miraglia si trae appunto spunto da due elementi: _ la patina del tempo come stratificazione storica _ le antiche coperte patchwork. Dal connubio di questi due elementi nasce il concept, ossia una facciata suddivisa in moduli, un patchwork di moduli che si differenziano per materiali e colori: _ le diverse colorazioni ripropongono le stratificazioni di pitture ancora visibili nei centri storici garganici; _ la zoccolatura in pietra mette a nudo la struttura; _ i portoni, gli infissi, le persiane in legno verniciato si colorano di tinte vivaci come un tempo: _ la gronda, i pluviali in rame ricordano le superfici metalliche corrose; _ la vegetazione aggettante dalle terrazze ricorda le piante parietali. L’intento dell’intervento di restyling della facciata dell’ex Ospedale Miraglia è quello di riportare in vita i valori storici del territorio, sempre più nascosti, reinterpretandoli in chiave contemporanea.

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Ampliamento scuola Elmentare di San Floriano - Claudio Costalonga, brenno sonego, INARCO srl, Udine, ASSTECAA associati, Udine

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L’edificio allineandosi di fatto con il confine nord del lotto riprende l’allineamento dell’antica strada Postumia che attraversa il centro di S.Floriano, così come ancora si nota per la gran parte degli altri edifici della frazione; questa scelta è il principio insediativo del progetto.

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Vi è inoltre una attenta analisi del percorso del sole nell’arco di un anno, per sfruttare al meglio il suo apporto di luce e calore; per risolvere il problema del cono d’ombra creato dall’edificio della mensa. Una caratteristica è la diversità dei fronti edilizi rispetto all’orientamento verso il sole, più aperti con ampie vetrate verso ovest/sud, mentre sono più chiusi con prevalenza di murature piene, a nord/est.La compattezza del sistema nei lati nord ed est è contrapposta da una assoluta permeabilità verso via Molino di Ferro, evidenziata dal sistema di finestre a varie dimensioni e a varie altezze che si aprono alla vista del quartiere, mentre Il fronte nord con poco aperture ricorda le antiche costruzioni come le barchesse delle ville che avevano poche finestre per proteggere l’edificio dal freddo. Si instaura quindi un rapporto nuovo dello spazio palestra di continuità tra dentro e fuori dialogando di più con lo spazio pubblico e consentendo ai futuri fruitori sia che siano i bambini della scuola sia che siano gli abitanti della frazione una relazione nuova con l’esterno.

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Il tetto a sud è smussato a relazionarsi con la scuola esistente e più precisamente con il tetto della mensa. Sulla parte di tetto smussato, con una angolazione di circa 30,° si sono installati i pannelli fotovoltaici per la produzione di circa 2 Kw di energia elettrica, con la possibilità di installare un massimo di circa n°40 pannelli per la produzione di circa 9 Kw di energia elettrica. Mentre a nord il tetto sporge di mt.1,50 per segnalare l’ingresso, per protezione dalla pioggia e come riparo per le biciclette.

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Light.Form - Rogers Francesca, Daniele Gualeni Design Studio

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Light.Form is both a texture and a device. A modular lighting system made of a variable number of identical modules, inspired by a simple origami. Integrated into the wall, it is easily customisable by the user to obtain the desired lighting: the effect is that of ‘de materialising’ the surface with ones own hands to reveal precious light. The first prototype for Light.Form “borrowed light” from the surroundings. The user could chose how much white surface to expose to increase the light effect of the space. The more recent development of the system emits light itself from the white part of the surface. Magnets embedded in the darker part of the surface, [made of a 1mm layer of wengè’ wood applied to nylon fabric] aid the user in the opening and closing of the elements.

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Temporary Bamboo Building - Rogers Francesca

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Along the Thai-Burma border, the concepts of temporary and permanent have lost their connotation as a definition of time. What has taken over is the constant state of precariousness. The structure is intended as a temporary refuge for the Internally Displaced People in hiding in the Burma Jungle. A simple tool that inserted into place acts as a connection between two living bamboos enabling fast construction. The inevitable tendency of the curved bamboo to spring back upright makes the connector auto rotate and lock itself into place. The element can be repeated according to a plan to form a structure. When the IDPs are forced to move on, the connectors are removed and the structure springs back to being a natural bamboo forest, without leaving trace of the people.

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Bamboo Connection Joint

ZELAIETA PARK - G&C ARQUITECTOS, MARTA GONZALEZ CAVIA, MARTIN GONZALEZ CAVIA, JORGE CABRERA BARTOLOME

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PREVIOUS SITUATION

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Amorbieta is a medium-sized town in Vizcaya with a practically non-existent historical center. In the 1970’s it suffered from aggressive development, giving priority to the use of vehicles over pedestrians. The need to change this situation consists of increasing the area designated for pedestrians, eliminating street level parking and building an underground parking lot in one of the few possible areas available under the Zelaieta Park. At the same time the opportunity will be taken to renovate the park and its environs.

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The Zelaieta Park used to be a private garden so it was designed in accordance to its owners’ desires. Through the years several details have been added; a music gazebo, sculptures and a pond. These things have been constructed haphazardly, not taking into consideration the overall aesthetics of the park, causing it to lose its full potential.

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OBJECTIVE OF THE INTERVENTION

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In 2005 the Amorebieta-Etxano town council announced a contest consisting of the renovation of Zelaieta Park and its environs, in order to expand and improve the pedestrian areas, especially those located in the town center. The new public area should be a gathering place designed to attract the citizens of the community. The main idea is to create a logical area with the space available, bringing together the gazebo, playground, promenades, etc., while maintaining the existing trees in the northern area of the park that are comprised of numerous examples of enormous Tilo trees.

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DESCRIPTION OF THE INTERVENTION

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The general idea of all of the renovations of the area is mainly based upon the quest for a green and natural area throughout town.

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- The Zelaieta Park as a natural epicenter that encompasses the city and expands via the many pedestrian streets.

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- The creation of aesthetically pleasing urban areas that give priority to people and nature.

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- Recuperation of the pedestrian priority over the uncontrolled traffic in town.

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- The creation of multiuse areas designed to allow for a wide variety of activities able to satisfy the changing needs throughout the day, from children’s games to social activities such as town markets, exhibitions, fairs, etc.

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- Highlighting the unique, existing elements such as the Urgozo fountain or the gazebo.

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- The diversity of each area allows its enjoyment of varied activities at different times.

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- Meeting places, in relation to their surroundings, that answer to the need of urban life and communal spaces.

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- Empty spaces full of character and nature but without buildings where citizens meet to enjoy their community life, free time and social interaction.

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¨Emptiness and Fullfillment, Clear in the Forest¨

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The current project specifically contemplates the following spaces and elements:

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The creation of a clearing in the forest for gatherings in the urban park, a protected space surrounding by a covered area, an empty space full of content, accessible from all sides, a natural setting surrounded by vegetation.

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Creation of a space as a crossroads, increasing the value of the existing trees.

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Creation of an outdoor playground in relation to the Zelaieta center.

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Outdoor cafe seating areas in the existing building and wooden deck for use in summer.

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The Txiki Otaegi street becomes a semi-pedestrian way, giving access to the parking lot on its own street, bringing together pedestrians and traffic thanks to its illuminated light fixtures.

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The integration of the Zelaieta center in the park vision, accentuating the Zelaieta building.

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Location and design of the parking lot access is solved by using occasional architectural elements of techtonic design with glass and stone, where pedestrian access and the exhaust ventilation system are solved by integration.

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EVALUATION

The new design has expanded and optimized the uses of the park. It gives service to a wide range of ages and is a focal point of community and social activities. The internal trajectories have been rationalized so that a large number of people can use it daily.

Now more aesthetically pleasing, it has generated a positive response and ambience in the community.

The Hidden Clinic - Rogers Francesca

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The hidden clinic acts as a permanent infrastructure for the improvement of the sanitary conditions of the IDPs in hiding in the Burma Jungle, and as a temporary operating theatre for the visit of the backpack medics. The providing of the infrastructure introduces new habits to the population, such as for example, water filtration. This aids the existing BPHWT program in creating a necessary network, both physical and social, that could became the basis of the future health system when peace is finally established.

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Strategic Framework Diagram

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Canopy Performance

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Canopy Performance


PROGETTO RECUPERO EDIFICIO RURALE SUI COLLI ASOLANI (TV) - Ivano Zavarise

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EVOLUZIONE STORICA DEL MANUFATTO Il manufatto collocato sui colli asolani, in provincia di Treviso, si pone all’interno di un area agraria, in passato di notevoli dimensioni, attualmente l’area di pertinenza è di circa mezzo ettaro. La presenza dell’edificio, oggetto di studio, è documentata già nel rilievo della Serenissima Repubblica risalente al 1717 e conservato presso l’Archivio Storico del Museo asolano.

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prospetto nord

Le strutture componenti in elevato sono principalmente in cotto e in sasso di fiume, mentre le strutture orizzontali e di copertura sono in legno. Il suo stato di conservazione nel complesso è mediocre. L’edificio ha subito nell’arco degli anni modifiche consistenti di adeguamento in relazione alle esigenze dei suoi abitanti, purtroppo trattandosi di una casa colonica non è stato possibile reperire documentazione storica ma la ricostruzione della sua evoluzione si deve alle testimonianze orali dei suoi precedenti abitanti ed all’analisi stratigrafica.

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SDF annesso rustico

L’edificio intorno al 1900 era suddiviso in due parti: la parte ad Ovest occupata da una famiglia, che risiedeva stabilmente nel corpo più basso e utilizzava la restante parte, fino all’arco, per usi agricoli; la parte ad Est invece era utilizzata ad esclusivo uso agricolo da un altro mezzadro, che accedeva alle stalle attraverso un ingresso, ancora visibile, posto sul lato destro dell’arco grande e fruiva del fienile e del ricovero attrezzi. Successivamente, intorno al 1940, il fondo é condotto da un unica famiglia, che utilizza tutte le volumetrie. Questi ultimi riferiscono di alcuni elementi costruttivi attualmente modificati, tra questi di un arco attualmente coperto e ristretto che conduceva ad una loggia pavimentata in ciotoli di fiume sul quale è stato inserita l’attuale porta d’ingresso principale.

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SDF fronte sud

Altro elemento facente parte del vernacolo locale era il caminetto che intorno agli anni ‘50 è stato abbattuto e sostituito da un forno. Questo ha comportato un serie di trasformazioni: il tamponamento del muro dove era inserito il caminetto, rimane traccia del suo basamento in mattoni. La collocazione del forno ha reso necessario il tamponamento della finestrella a Ovest e di un apertura. E’ stato altresì abbattuto il muro a sud, per poter accedere al forno, questo probabilmente era provvisto di un a finestra simile di quelle ad Ovest. Tra le modificazioni recenti si osserva la costruzione del volume dei servizi addossato a Nord, il tamponamento con mattoni semipieni del ricovero attrezzi, e la costruzione di un pilastro a sostegno di una trave che ha subito un cedimento strutturale.

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Prospetto est

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SEZIONE

River Matters - Rogers Francesca

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“Human and ecological systems are interlinked and their resilience depends upon their joint functioning and interaction”. River Matters, on the urban scale, is a riverside regeneration intervention for the Mithi River of Mumbai, mitigating the effect of floods on the human settlements behind it. On the building scale, it provides the city with bathing facilities where safe water is provided through biofiltration, harvesting it from the river and monsoon storm water. During emergency floods, the walkways detach as floating pontoons to provide access to the building which becomes an elevated shelter for the people living in the precarious settlements. The choice of this typology was determined by three main concepts: •TREATMENT. Where that of the body is choreographed alongside that of the river, one becoming the reason for the other •NEGOTIATION. Between the realms of land and water, of human and ecological systems, defining where this boundary lies, and expanding this area of negotiation to stage an intervention where architecture can represent and encourage the dialogue between the stakeholders •ACCESS. Representing the basic human right to safe water and safe land.

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Normal Conditions

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Flood_Emergency Conditions

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Section

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Wavy - Ornella Iuorio, Corrado Lamorgese, Francesca Di Martino

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Wavy is a steel wave bench. Wavy presents an essential design obtained by curving a single thin steel plate. For this purpose, a 150×150cm (59”x59”) plate is laser-cut and bent properly in order to get a wavy profile. The back feet are derived directly by curving ownwards part of the seatback, without the need for any welding. The ergonomic seat can be perforated with tiny hole texture to allow adequate breathability and heat dissipation. The frontal view of the bench shows a playful and fun design, while the side elevation shows a a single curve (wave) that appears thin and light as a sheet of paper. The adoption of steel (painted or zinc coated) assure strength, durability, waterproofing and 100% of recyclability. Wavy can be available in a wide range of finishing and colors.

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Wavy

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Wavy in Fort Point

Athens As Home - Micromega Architecture , Maria Papavasileiou, alexandros zomas, Dimos Moyssiadis

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The proposal Athens as Home aspires to invert the prevailing mentality in Greece of disregard towards public space, by giving incentives so that the public space of Athens might be felt again as home. Athens needs a strategic vision for its development, a strategy which will incorporate citizens and visitors, new functions, an extrovert city profile and 24hour uses altogether under a sustainable project.

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1/Panepistimiou Street as a green corridor: the avenue of the mimosas is back. Natural elements, such as trees, soil, grass, bushes, sand and water, are running down Panepistimiou Street as a green river, creating a green corridor of urban comfort. The proposed trees are endemic and characteristic of the Athenian landscape. For instance, the tree of Mimosa (Acacia farnesiana) is introduced for its colour and scent, but also as a reminder of a typical Athenian tree since Panepistimiou was also known as “the boulevard with the mimosas”. Panepistimiou Street is also extended through its arcades, a common urban characteristic of Athens, where special lighting features are added in order to create an attractive environment during night time.

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The proposal introduces an innovative feature for paving Panepistimiou Street. It is based on a structure of concrete elements that are joined together through an elevated system that does not use mortar. The advantages of such a system are quick construction, easy access for the infrastructure and the networks, thermal comfort in hot days through cooling effect of air circulation and fast water drainage in case of rain.

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Panepistimiou Street can also become a pilot project for the production and use of green energy: adjacent buildings of public or (willing) private property can contribute to the inauguration of a sustainable solar energy and water management strategy (photovoltaic installations on rooftops, water tanks on their basements)

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2/ Experience – History – Identity The city is first and foremost its citizens and the sum of their common memories. The identities proposed for the main squares bear in mind their history, but more importantly take into consideration the use patterns of the contemporary city:

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the Square of the Cities (Trilogy) This complex was designed in the late 19th century by the Hansen brothers and was a creation with intentions of extroversion : the architectural style aspired to give Athens the identity that the European world wanted the city to have. This quality of extroversion is chosen to be enhanced today. This square will function as a reminder of the role that Athens plays within an extended network of the European and Mediterranean cities, since the cities are today the crucial territories. This square incorporates in its design points of relation with other cities, each of which will be represented by an element of screen panel. Events can be held upon several occasions and this square will be a strategic point in the role and image of Athens. It is a symbolic beginning of the city-to-city collaboration.

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the Square of transparency and dialogue (Omonoia square) Omonoia Square is considered as the continuous place of reflection and political transparency, where the water is present in its symbolic essence, but also as a bioclimatic feature. The circular water pond, around which people can sit, is a reminder of the design of the square during the 60’s. The main surface of the square is of stabilized earthen ground and Mulberry trees (Morus platanifolia) are chosen as they are native to the Mediterranean region and tend to grow a large canopy that offers a thick shadow. Under their shadow, movable chairs are provided as an element of urban equipment that can function under total liberty, but also requires also a respect for the public space and equipment.

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the Square of the Arts (Dikaiosunis Square) The square of the Arts is the centre of the creative artistic production and aims to attract mainly young people. Its vivid identity refers mainly to the landmarks of Rex theatre, as well as to the local character of this area that hosts most of the music retail stores of the centre of Athens. A large screen, as well as a music pavilion will offer a place for expression for the artistic groups of the city. The trees of this square are kept and are enhanced by stone pines.

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3: Recreational and Social Activities The urban environment quality is projected into the optional/recreational activities that are created by the multiplicity of options that the urban space provides through spatial configurations or various equipment. A bench to sit under the shadow of a climber tree, a playground where children can play, an amphitheatre for discussion, a ping pong table can produce these qualities and lead to the development of social activities, and thus the maximum pedestrian circulation at street level.

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4: Social Acceptability and Communication of the project It is of utmost importance to create a social acceptability and interest in the restructuring of the Athenian centre. For this reason, it is important to communicate the intentions of the project and to organise local workshops for the citizen’s participation.

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On the other hand, it is equally important to give a strong identity to the project, a visual identity that redefines Panepistimiou Street as a contemporary boulevard and as a dynamic part of Athens. A logo is thus introduced that will have several applications and serve the urban identity and signage. The basic inspiration in creating the logo was the historic and commercial centre of Athens, that is circumscribed by Ermou, Stadiou and Athinas Streets and the integration of Panepistimiou street as a green corridor in this system.

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Monconseil - Atelier Zündel Cristea

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This retirement home is being built in Monconseil’s Urban Development Zone (ZAC in France), in the northern suburbs of the city of Tours, where this building will be one of the first footprints in the area. The project, which consists of 81 beds spread across three units, was defined from the beginning by specifications that sought to take up and organize an ideal amount of the site’s surfaces. Respecting these specifications to the letter would have led us to a ground floor organization around internal courtyards spread over the entirety of the site.

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To try and reconcile these demands with the ZAC regulations the area was subject to, we proposed a compromise. The result of which is a building in the shape of a “U”, composed of three parts. Its main body, made up of three floors, extends out to the alignments required at the southern and eastern boundaries. Its upstairs floors contain the two units for traditional accommodation, while its ground floor contains communal living areas. It is partially built upon stilts, at the corner of two streets, so as to free up, on the ground floor, an entrance area for the public. The second body of the building, made up of a ground floor only, extends to the western boundary, where alignment was also required. It houses all the technical premises, along with the central kitchen, and is extended by a service courtyard. A third and last body, less restricted by requirements of alignment, unfolds in a single, ground floor to house the Alzheimer units, and contains secure gardens, being set back in relation to the street.

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On the ground floor overlooking the street secondary premises can be found. The rooms on all upstairs floors are protected by a set back (Alzheimer unit). All the communal living spaces are placed facing the large internal garden. The corridors leading to the rooms are deliberately well ventilated, becoming naturally lit lanes every four or five rooms, and in the end compose a veritable avenue, where events take place within the generous amounts of natural light, and where there are comfortable views of the garden. Each view toward the outside creating a small lounge conducive for meetings.

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The facade is composed of prefabricated concrete, over which we applied a plant pattern, in order to produce a vibration in the surface.

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Léo Lagrange Stadium - Archi5

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With the mountains on one side and the Medi- terranean Sea on the other, the Léo Lagrange stadium stands on a site that is limited in space but with limitless views out to sea, enhancing the remarkable landscape. The sports complex is a vast urban park devoted to sporting and fun activities containing three regional rugby and football pitches, international athletics and six school playing fields. The architectural project fits seamlessly into the environment while accenting the highly visible quality of a public facility and its centrality as a gathering point and meeting place. It provides a breathing space in a relatively dense fabric, a public sphere in harmony with its location. The architectural urban design is structured by its legibi- lity, consistency and openness to the venue. All construc- ted volumes for competition and greeting the public are concentrated within a covered public footbridge designed like a jetty that recalls Toulon’s historic ties with the sea.

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The jetty’s aerial architecture makes it seem detached from the ground, hovering above massed vegetation that structures the site and resembling a huge sailing ship at anchor. It offers a covered, belvedere-like walkway with close-up views of the sport fields and more distant ones of the horizon and Mount Faron. Drawing its inspiration from the flowing dynamics of sport, the jetty’s textile cover describes flexible, generous movement that matches the spectators’“Mexican waves” and harmonizes with the sur- rounding landscape. Its form changes incessantly depending on where it is viewed from. The cover’s fabric, the metal, wood and non-reflec- ting glass create a volume that captures the subtle colours of natural light with the covering fabric ta- king on the hues of the sky and land.

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At night the inner-lit textile cover turns into a luminous ribbon like a wave of light and gives full expression to the place’s sporting and event functions. Visible from a distance, the jetty provides the region with a new landmark.

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Program : 2 stands of 1000 & 1500 seats. 4 football/rugby grounds. 5 multisports grounds. 2 athletics tracks.Multipurpose hall, changing rooms, offices.
Adress : René Cassin Avenue, Toulon, France.
Surface : 4 500 m 2 built – 42 000 m2 of sport grounds
Cost : 27 888 000 € Excl. Tax.
Timetable : Competition prize winner Jan. 2006
Inauguration Feb. 2013
Economist, Engineer : Ingérop
Landscape designer: Michel Desvigne

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LOGO 03 - STUDIO GRR ARCHITETTI

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Il progetto grafico per il concorso del nuovo marchio identificativo del “CODICE ETICO DELLA RISTORAZIONE” indetto dal Comune di Montepulciano (SI) é stato ideato come sintesi grafica degli elementi piú significativi che caratterizzano questa iniziativa.

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logo (codice colore)

In primo luogo si é pensato di valorizzare la territorialità del marchio inserendo, come richiesto dal bando stesso, la rappresentazione grafica della Torre Comunale che diventa elemento centrale per tutta la composizione del logo. A questo segno grafico si appoggia l’altro elemento portante della composizione che é la “forchetta” da sempre il segno grafico che individua il settore della ristorazione. In questo caso la scelta é stata quella di interpretare questo oggetto con una forma meno codificata ma comunque di facile individuazione anche in relazione al tema del logo. Nell’idea creativa proposta, Il segno grafico della forchetta, così concepito, gioca inoltre un ruolo rafforzativo del principio di territorialità del marchio offrendo alla torre una linea di appoggio che non poteva non ricordare il territorio collinare della Toscana. La “forchetta” sostiene in ultimo il “picio”, il terzo elemento della composizione, a cui é affidato il compito di ricordare uno dei piatti tipici di questo territorio, ma anche, di sintetizzare graficamente il messaggio comunicativo che si voleva trasmettere con la realizzazione di questo logo. L’intreccio tra i due elementi e la vettorialitá del segno, rimandano al concetto che si è voluto esprimere di relazione e direzione di una parte verso l’altra (RISTORATORI verso i propri CLIENTI, ma anche LA RISTORAZIONE verso IL TERRITORIO) interpretando in questo modo una accezione del principio di ETICITÀ, oggetto del codice che il logo rappresenta, intesa come INTERESSE, VALORIZZAZIONE E RISPETTO PER L’ALTRO. Da questa idea rappresentativa del concetto di ETICA nasce anche il motto abbinato al marchio. Lo slogan scelto é stato “NOI PER VOI”, che pur nella sua evidente semplicità, si propone di sintetizzare con estrema immediatezza comunicativa proprio questo concetto di relazione. L’insieme della composizione é poi racchiusa in una cornice che nella sua scelta grafica, è stata pensata come elemento che esprima e ribadisca ancora questa idea di “insieme” di due parti che si completano e si relazione a vicenda.

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logo (codice colore)

LA GRAFICA

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logo (codice colore)

Lo stile grafico, scelto per la realizzazione del logo, è“essenziale” e “creativo” e vuole apparire “nuovo” e “moderno”, come nuovi e moderni sono i concetti che intende promuovere questa iniziativa. Al tempo stesso esso appare come non troppo “istituzionale” per meglio comunicare un messaggio che è destinato a concretizzarsi quotidianamente con il rapporto diretto tra persone (esercenti e clienti) più che rappresentare una organizzazione o un gruppo . La semplicità della grafica, con un numero ridotto di colori usati e di tipo primario, risponde, inoltre, a reali esigenze di praticità e adattabilitá ai vari usi ed applicazioni in cui il logo sará applicato, tenendo conto anche della economicitá della sua riproduzione richiesta per alcune suoi utilizzi.

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logo (varianti B/N)


Riqualificazione della Piazza Nuova nel Comune di Aisone - LORENZO POVELATO

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DESCRIZIONE DELL’IMPOSTAZIONE GENERALE La piazza esistente è contenuta in un emiciclo e fondamentalmente consiste in un parcheggio privo di spazi pedonali di sosta e nel quale i percorsi risultano poco chiari.

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L’esigenza di far confluire diverse e disomogenee funzioni all’interno di questo limitato spazio urbano ( parcheggi, spazi di aggregazione, verde, percorsi pedonali, ascensore ecc.) ci ha convinto che la superficie disponibile non fosse sufficiente ad ottenere un risultato accettabile, quindi abbiamo incrementato la superficie disponibile inserendo un piano rialzato.

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In questo modo le richieste trovano maggior spazio e una miglior collocazione all’interno dell’area di intervento con una netta distinzione tra le funzioni svolte.

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Abbiamo deciso di non percorrere la strada della noiosissima piazza nella quale si trova un caos stilistico e funzionale governato solo dall’intento di inserire il maggior numero possibile di elementi (parcheggi, fontane, bacheche informative, giardini, ecc.).

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La chiarezza formale e funzionale distingue e caratterizza l’intervento.

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PARCHEGGI I parcheggi sono collocati ad altezza strada in modo da facilitarne l’accesso e limitare i costi di esecuzione evitando di creare rampe o interri. Da una situazione esistente di parcheggio definita da una disposizione dispersiva si è compresso lo spazio adibito sino ad ottimizzarne la distribuzione. Lo spazio così definito sarà rivestito da un tavolato ligneo aperto in modo da far uscire fumi e gas di scarico e proteggere l’area da neve e pioggia, generando un luogo ideale per il mercato infrasettimanale. Protetto da diaframmi verticali di legno durante i freddi mesi estivi e .da un tetto giardino durante le soleggiate giornate estive.

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GIARDINO URBANO Più che la copertura del parcheggio si configura come una sorta di sollevamento del terreno riproducendo un verde scosceso e perfettamente in linea con il paesaggio circostante. Il giardino pensile sarà una pelle sagomata atta ad uniformare l’intervento creando un ambiente ludico protetto adatto ai bambini. Gli alberi spuntano da fori nella copertura e sono piantati direttamente ad un livello inferiore, in una serie di grandi cilindri che spuntano dalla quota strada. A questo parco urbano vi si accede dalla quota dell’edificio comunale dove sono stati ricavati ulteriori parcheggi sosta breve per accedere ai servizi del Comune e della Casa del Parco.

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PERCORSI I percorsi rappresentano un elemento essenziale dell’intero complesso, date le richieste dell’ente banditore e la limitata ampiezza dell’area di concorso. L’angolo sud est della piazza è stato tenuto libero in modo da creare uno spazio di sosta e di incontro sociale urbano. Da questo spazio si può accedere al giardino, sia proseguire verso la scala e l’ascensore per salire alla quota della Casa de Parco posta a nord. L’area ecologica presente in maniera così evidente nella piazza attuale è stata mantenuta e spostata solo di alcuni metri ed inglobata nella stuttura lignea di progetto. Le bacheche informative sono state fuse nella struttura e trascormate in grandi cilindri a contenimento degli alberi che spuntano sul giardino sovrastante.

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CONCETTO ENERGETICO L’illuminazione è ottenuta mediante un sistema costituito da moduli fotovoltaici montati sul tetto della sede comunale che convertono la radiazione luminosa diurna in energia elettrica che viene accumulata in una batteria durante il giorno e restituita, di notte, per alimentare il sistema delle lampade a led. Tale scelta è stata fatta con l’intento di contenere i costi di gestione del complesso e poter eventualmente estendere l’intervento anche alla sede comunale.

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STRUTTURA, RIVESTIMENTO E PAVIMENTAZIONI L’impostazione strutturale prevede l’adozione di soletta piena in calcestruzzo armato e colonne di calcestruzzo ed acciaio. La copertura così ottenuta prevederà uno strato drenante su cui sarà posta la terra e sopra il manto erboso.

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Il rivestimento perimetrale è costituito da una pelle esterna composta da una serie di liste di legno disposte in modo da permettere alla luce di entrare in un gioco di trasparenze che lascia comprendere lo sviluppo formale della piazza. Le zone a parcheggio prevederanno una pavimentazione ad asfalto, mentre le zone pedonali saranno ricoperte da doghe di legno.

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Upgrading and restoration of the area called "Boutillière" in Cogne - Lino Bianco and Associates, Lino Bianco, Giorgio Poligioni , William Moran, Luana Vella

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JP House - MYCC

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In most developed countries´ small villages it is very difficult to find craftsmen who work in the traditional way. Somehow, a manner of making products can be given up for loss. The romantic idea of a really traditional construction method is just too naïve. What is usually built are just cheap copies of rural houses that usually does not have an origin in that specific place, but in some ideal villages from Lord of the Rings or Joan of Arc films. Everything out of this becomes either too expensive or simply impossible.

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The area where this house finds itself has been very rich on wicker and had a quite prosperous industry. Now, when driving through it, a huge amount of plants grow wildly and nobody cares about harvest it. No more wicker chairs or basket are made. The idea of a house made out of wicker could be a good homage to an already past industry that probably will never come back. Anyway again, it would be too romantic, rather abstract and unbelievable expensive. So, another building method should be introduced in order to achieve an interesting result both for clients and architects.

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This commission started with one mail and a rather brief visit to the office of a person who wanted a second home in a remote village. The reason of choosing a prefab process was that the house he wanted could not be built by local traditional constructors. His desire was something different from the traditional houses that can be found in the area and, above all, a reliable process. Nevertheless, the house should of course fit in such a traditional compact urbanism of the small town.

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The first sketches already show a compact simple volume and a scale to fit the surroundings. And also there is a kind of contemporary action for a house which will be used just weekends and holidays by an urban family. The site is on an upper part of the village, very well oriented to the south and some views over the houses to the east. Big enough for the one hundred and forty four square meters to be build, and even some free space for a terrace and relaxed outdoor living. In order to achieve a singular space, a different interior use and a distinct image, only one single movement was made. The leaving needs more cubic meters and it grows up over dining table. So, the upper floor modifies also its volume and a room becomes a meeting point for the teenagers who will occupy the upstairs space. The outside image also gets modified and the main façade gives the volume a distinctive but quite quiet, non aggressive view.

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Just eight modules of eighteen square meters (six times three) and a small piece for the high part were needed. It follows a modest diagram and every module has its own function. The ground floor holds a master bedroom and a bathroom, the functional module of stairs, facilities and laundry, and a living+dining+kitchen room. Upstairs, are found two bedrooms at ends, again the functional module of stairs and bathroom, and the elevated room with no clearly-defined use.

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The image of the house is completed by large square holes, all facing south and east. The material used for cladding the structure is a larch rain screen façade. In order to reinforce the holiday open concept of the living, two sliding doors of the same material are built, as they will be always open to the outdoor terrace, made of wood polymer composites.

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Centre Hygée - Gautier+Conquet Architectes

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Le programme vise l’accueil de différents publics autour d’une triple prévention. Éducation des scolaires et du grand public, Dépistage et Information des malades. C’est aussi une plate-forme régionale de recherche contre le cancer. Le socle marque le lieu du concret, «les fondements»… la prudence : Le niveau ouvert qui émerge de ce socle est le lieu de la formation, de l’échange «la lumière» . La double attique en structure bois est le lieu des chercheurs et des patients, ces programmes sont rassemblés dans un même volume, lié par une passerelle à l’Institut de Cancérologie de la Loire. Le projet du centre Hygée, du nom de la déesse grecque de la prévention et de l’hygiène, sera donc liéà l’I.C.L relevant plutôt de «Panacée» déesse de la thérapeutique et sœur d’Hygée .

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Façade

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coupe

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Residenze private Abbiategrasso - MI10studio

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Il progetto si colloca in un lotto di terreno al confine tra l’area rurale e l’area urbanizzata della città. La peculiarità della posizione è accentuata dalla presenza del Naviglio Grande, che scorre nelle immediate vicinanze.

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Ipotesi progettuale ville a schiera con il fronte dell'ingresso caratterizzato da balconi separati

Date queste premesse contestuali, sia a causa dei vincoli urbanistici, sia come scelta progettuale, si è optato per la tipologia della villa a schiera come modello di riferimento tradizionale, rivisitandolo però in un linguaggio contemporaneo.

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Ipotesi progettuale ville a schiera con il fronte dell'ingresso caratterizzato da balconi uniti

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Ipotesi progettuale ville a schiera con il fronte sul giardino retrostante segnato da due finestre al piano primo

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Ipotesi progettuale ville a schiera con il fronte sul giardino retrostante segnato da due finestre al piano primo

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Ipotesi progettuale ville a schiera con il fronte sul giardino retrostante segnato da tre finestre al piano primo

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Ipotesi progettuale ville a schiera con il fronte sul giardino retrostante segnato da due finestre al piano primo

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