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MBF HOUSE - archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani

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Il sito che accoglie questo nuovo progetto è caratterizzato da un forte pendio avente inclinazione costante fatto salva la zona centrale dove è presente una superficie di giacitura pianeggiante. Il panorama e davvero sorprendente, da ogni luogo del sedime, si apprezza il verde delle colline che degradano verso il mare e si fondono con l’azzurro all’orizzonte. Per questo abbiamo scelto di sviluppare il nuovo progetto in modo da “consumare” meno terreno possibile. Il volume architettonico principale risulta essere come sospeso, una struttura a ponte appoggiata al terreno solo attraverso porzioni limitate di volumi adibiti a servizi accessori. Lo sviluppo rigoroso del costruito crea una sorta di cannocchiale che permette dal giardino di incorniciare il panorama verso il mare. Un sistema di quinte in muratura chiude l’edificio verso la strada contribuendo a creare una corte protetta in cui casa a ponte è la cornice superiore che delimita il paesaggio verso il mare. I materiali utilizzati enfatizzano i segni che il progetto ha tracciato sul sito: la pietra locale riveste i setti murari delle sistemazioni esterne, la finitura del cemento armato rafforza il “peso” del volume vincolato a terra, il bianco puro riveste il volume sospeso e libero nell’aria. A terra, quando i lavori saranno ultimati, prevarrà il verde, quasi inalterato rispetto il sito originario.

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE

archiNOW!, Alessandro Gazzoni, Marcello Dellarosa, stella andriani — MBF HOUSE


Digging a hole in the sky - ALPHAVILLE Architects

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At the center of Osaka, We designed a residence that is composed of three buildings sandwiching two courtyards, so as to bring light to a narrow site surrounded by neighboring houses on three sides. As each building will hold one-room-sized space on each floor, we decided to connect rooms with tube-shaped corridor and staircase that cross the courtyards. Every room is not divided by doors, but instead is linked by long stretching-shaped entrances. They are loosely connected, but are able to gain appropriate sense of distance for habitation.

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

Tubes dancing in the air
A part of the first floor is pilotis. The floating tube further crosses the courtyard diagonally and obstructs or reveals sights and noise between rooms, rooms and neighboring houses, rooms and street through pilotis. The sunlight that reflected on the exterior wall of the tube penetrates into the interior space from various angles. It creates intoned sequences by overlapping of the tube and the landscape seen beyond, as if multiple folding screens stand.

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

Loop
Because there are two tubes that connect the third floor and the second floor, a loop the links the space three-dimensionally avoids the residence to the dead end. The interior which is not confined by private rooms or doors enables not only to offer many different routes to get to the destined place, but also to have a feeling of city-scape thanks to the tubes serve as the half-public space, and also to the half-open, half-protected courtyards by three-dimensional move of those tubes.

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

ALPHAVILLE Architects — Digging a hole in the sky

IW0115 comodini - cristina leone

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I comodini sono caratterizzati da un rigore geometrico che non si serve di regole simmetriche, ma anzi, in un richiamo manieristico usano differenti composizioni per i due lati del letto.

cristina leone — IW0115 comodini

IW0115 comodino tipo A

I materiali utilizzati provengono dalla tradizionale artigianale, l’uso dell’acciaio e del legno trattati secondo i dettami dell’ Art & Craft evocano la semplicità del lavoro dell’uomo e pertanto concettualmente in contrapposizione alla freddezza dell’industria.

cristina leone — IW0115 comodini

IW0115 comodino tipo B

L’artigianalità del processo produttivo permette la personalizzazione di dimensioni e finiture secondo le esigenze del cliente e del contesto ambientale.

Mensa per alunni a Brunico - ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena

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Il progetto si pone come obiettivo l’emersione rispetto al tessuto urbano limitrofo, disomogeneo e sensibilmente variegato, e l’inserimento di uno spazio pubblico/piazza di qualità facilmente fruibile.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena — Mensa per alunni a Brunico

L’area di progetto si presenta come un quadrilatero vuoto confinante da un lato con un parcheggio a raso, su due lati con una strada pedonale ed infine con la struttura del convitto. Gli allineamenti urbani sono il primo punto cardine nella generazione volumetrica dell’edificio. La forma dell’edificio nasce dal parallelismo con la strada pedonale antistante l’area e con l’edificio del convitto, dando luogo ad una forma ordinata e ben riconoscibile all’interno di un complesso urbano complesso. La progettazione dell’intero lotto ha permesso di rendere più riconoscibili gli assi stradali migliorando la fruibilità carrabile e pedonale dell’intera area in vista dei futuri sviluppi urbani (il nuovo stadio del ghiaccio). La volumetria adiacente l’edificio del convitto è sollevata producendo un rapporto di tensione con quest’ultimo ed ampliando lo spazio urbano tra i due volumi.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena — Mensa per alunni a Brunico

L’edificio denominato Mikado in prossimità dell’area conferisce alla zona una vocazione funzionale di ristoro, incontro e socialità, destinazione d’uso assecondata ed enfatizzata dal nuovo edificio. La morfologia volumetrica si sovra-impone spazialmente nell’area come a volersi distinguere come nuovo punto di riferimento identitario, emergendo visivamente anche da prospettive lontane, ma allo stesso tempo lasciando invariati lo spazio urbano e la fruibilità della piazza. La massa della struttura è elevata dal suolo conferendo allo spazio sottostante la qualità urbana di una nuova piazza e conservando un’attitudine sociale, di incontro e ricreazione. Questo spazio si prolunga sulla copertura a verde dell’edificio grazie ad una rampa, costituita dall’edificio stesso, che permette di salire fin sopra l’ultimo livello della struttura; il percorso generato si configura come una “promenade” intervallata da piazze e terrazze che offrono viste ed affacci sull’area circostante permettendo al visitatore di attraversare, salendo, i diversi “spazi della socialità”.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena — Mensa per alunni a Brunico

La distribuzione dei vani interni segue una netta distinzione dei due livelli: il piano terra viene totalmente dedicato alla cucina, ai depositi ed agli spazi di servizio, mentre il primo livello è riservato interamente alla sala da pranzo; il collegamento verticale per i visitatori, separato da quello del personale, si innesta dove il volume inizia ad impennarsi lasciando sotto la piazza libera. La passeggiata che ha inizio dallo spazio pubblico sottostante, diventa anch’essa entrata per il secondo livello: la sala mensa quindi si protrae verso l’esterno sul tetto-giardino dell’edificio in una “piazza sopra la piazza” più raccolta dove poter pranzare lontani dai flussi esterni di passaggio.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena — Mensa per alunni a Brunico

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena — Mensa per alunni a Brunico

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena — Mensa per alunni a Brunico

Complesso multifunzionale ex Socini - Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati

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Le nuove relazioni che si instaurano tra un edificio nuovo e ciò che è preesistente non possono riguardare e non riguardano semplicemente la capacità di integrarsi nel contesto, possibilmente nascondendosi alla vista e badando soprattutto a non disturbare. Il tema vero e la reale responsabilità che deve essere affrontata è in che modo una nuova architettura possa passare dallo stato della sua passiva sopportazione a quello di matrice di un nuovo paesaggio urbano e di costruzione della città, secondo nuovi significati pur senza smarrire il filo della continuità con il passato. Si tratta di enunciazioni e concetti più volte praticati in linea teorica ma dei quali è giusto dare conto nel momento in cui si pongono in essere pratiche di trasformazioni rilevanti all’interno di paesaggi che appaiono, in qualche modo, definiti.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

La potenza delle tecnologie di trasformazione del territorio oggi a disposizione sono ormai tali da rendere ogni nuova architettura agli occhi del cittadino un atto di arroganza se non di vera e propria violenza. In Italia questa crisi di condivisione, di rifiuto di auto-rappresentazione della società nella costruzione dell’architettura e della cittàè stata aggravata da un’esperienza di decenni di speculazione e corruzione. Il nostro lavoro di fare architettura ha conosciuto progressivamente nel tempo un sempre più avvilente atteggiamento di diffidenza, se non di aperto contrasto e preconcetta contrarietà.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Questa realizzazione ha conosciuto inevitabilmente lo stesso clima fin dalla apertura del cantiere. Credo che si tratti di una cosa normale e che per questo spetti a chi ne ha la responsabilità autoriale l’obbligo di dimostrare che non si tratta di una realizzazione improntata alla prevaricazione ma, al contrario, che essa nasce da concetti e intenzioni che tengono in primo piano le esigenze dell’ambiente, declinato da tutti i punti di vista, e delle esigenze dei cittadini, non solo quelli che sono qui ospitati, ma intesi come comunità civica.“Non edificio ma frammento di città”è poco più che uno slogan che però racchiude, come un nocciolo concettuale, il seme dal quale poi ha germogliato l’intero processo progettuale. Costruire un edificio convenzionale in questa situazione di frangia tra città e territorio avrebbe sicuramente significato creare un’ulteriore barriera all’avvicinamento alla città, già reso difficile dalla forte densità di infrastrutture presenti nell’area.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Questa è una zona in trasformazione da oltre un secolo, da quando cioè lungo tutta la valle del Riluogo, si sono sommati i lavori della linea ferroviaria, quelli della nuova stazione di Angiolo Mazzoni, poi dello scalo merci e del deposito delle locomotive. Le successive infrastrutture stradali, di uscita da Porta Ovile verso la nuova stazione e, più recentemente, la cosiddetta “strada fiume”, hanno finito per cingere questo luogo con una specie di cappio invalicabile. Il PRG di Bernardo Secchi (anni Novanta) ha individuato nello stesso versante est della città, dove Piccinato, negli anni Cinquanta, aveva previsto la più interna delle due tangenziali, il luogo ove sviluppare il tema più ambizioso del suo progetto urbanistico. Con l’individuazione del cosiddetto “Fiume”, di fatto un asse attrezzato a densità variabile, steso tra Isola d’Arbia e Stellino, aveva individuato una concatenazione di interventi a maggiore o minore grado di densificazione, punteggiato da nuove centralità funzionali, tali da ribaltare su questo versante un’accessibilità alla città che non c’era mai stata, sia per motivi storici che per solide difficoltà fisico-morfologiche.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

L’idea di fondo di trasformare un luogo di margine, quasi un retro urbano, in una porta di accesso alla città, un vero e proprio attracco dal territorio, è stato l’elemento che ha cambiato la scala del progetto, determinando il passaggio dalla dimensione edilizia dell’ edificio singolo, a quella urbana dell’organismo morfologicamente complesso e funzionalmente molteplice. Nel momento in cui questo organismo architettonico si pone come una cerniera territoriale e di fatto estende il proprio rapporto al territorio più ampio, supera lo stretto legame con il contesto più limitato, con la parte di città più prossima e diviene esso stesso città: costruisce cioè un brano di paesaggio. Credo che questo sia, in generale, l’unico modo possibile per contrastare l’espansione incontrollata di una periferia urbana sempre più insignificante e inefficiente; cercare di ottenere configurazioni architettoniche morfologicamente significanti, di densità equilibrata e funzionalmente integrate, sorrette da un’armatura di spazi destinati alla collettività, capaci di rispondere a esigenze urbane non banali.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

La permeabilità. L’insediamento è totalmente percorribile e attraversabile in ogni direzione; ogni singolo spazio e porzione di edificio è irrorato da flussi che, prima di raggiungere il punto della meta finale, attraversano altri spazi creando occasioni di scambio, incontro e sosta. E’ un insieme di spazi morfologicamente diversi, concepito per garantire la continuità dei percorsi e un’accessibilità pressoché illimitata; alla base c’è la ricerca della costruzione di uno spazio aperto e democratico della città. I flussi si muovono in aree di “dominio” pubblico dalle quali si passa gradatamente ai diversi “domini” privati, alle diverse attività che, coesistendo e interagendo, produrranno un inevitabile “effetto città”. E’ anche, nelle nostre intenzioni, una possibile risposta al dogmatismo burocratico dell’urbanistica ideologica e opprimente che si muove ancora come una cupa e ottusa coda del novecento.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

L’ integrazione funzionale. La compresenza di attività e funzioni diverse costituisce la condizione primaria, basilare per garantire vitalità al sistema, presidio e presenza umana in ogni momento del giorno e della notte, sia quando, di sera, gli uffici si svuotano, che quando, la mattina, le residenze vengono abbandonate dai loro abitanti. Ma è la presenza contemporanea anche delle altre attività, il commercio, gli uffici privati, i servizi, che mantengono accesa la vitalità generale del sistema e danno valore agli spazi di connessione, facendoli divenire luoghi dello scambio e dell’incontro. Sono proprio gli spazi di interconnessione, i “vuoti”, che rendono percepibile la differenza tra un edificio tradizionale e un organismo complesso. Nel primo caso i vuoti sono strettamente funzionali all’edificato, lo servono, sono ad esso subordinati (cortili, cavedi, terrazze etc.); nel secondo caso pieni e vuoti hanno lo stesso valore, la stessa intensità di significati, pesano allo stesso modo rispondendo ad esigenze reciproche e specifiche, contribuiscono insieme, integrandosi, al raggiungimento della qualità desiderata.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Integrazione tra diversità e identità. La differenziazione di linguaggio all’interno dello stesso insediamento segnala la specificità delle varie parti, sottolineando la molteplice percezione delle forme, il modo in cui esse si adattano a condizioni di luce diverse, la differente eloquenza dei materiali di rivestimento. E’ anche attraverso un appropriato linguaggio architettonico che si sottolinea la coerenza dei sistemi costruttivi e la proprietà delle tecnologie scelte e si offrono soluzioni aderenti alle esigenze della contemporaneità. Ma l’architettura non è solo linguaggio. C’è differenza tra linguaggio e immagine dell’architettura, la stessa che esiste tra la tridimensionalità dello spazio e la restituzione fotografica della sua immagine. Come tutti i sistemi di comunicazione un linguaggio ha valore se aiuta a trasmettere messaggi di significato complesso. In questo progetto sono evidenti le intenzioni, non sto parlando ovviamente dei risultati, che non sta a me valutare, di esprimere un’architettura omogenea ma non uniforme, consentire letture molteplici delle forme e dello spazio tenendo insieme le diversità con un tessuto connettivo di spazi comuni.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

La condizione delle architetture nuove nelle aree di margine è quasi sempre legata alla presenza di strade di scorrimento, quindi la sua visione è condizionata dalla mobilità, dal movimento veloce. Ciò crea una particolare condizione paesistica, fa sì che il complesso architettonico venga osservato da varie distanze, da quote diverse, contemporaneamente in condizioni di luce differenti. Non esistono retri, anche le coperture sono superfici in vista. Ma tutte insieme queste caratteristiche, tipiche di una architettura di scala urbana, la multiforme morfologia tettonica, le diversità espressive, la molteplicità degli approdi, il dinamismo dei percorsi che la avvolgono, raggiungono l’obiettivo dichiarato nelle intenzioni solo se, alla fine, concorrono a trasformare un insieme di spazi in un luogo urbano, utilizzato intensamente, accettato dai cittadini, riconosciuto come portatore di identità urbana.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Architettura ed energia. Diminuire il consumo di energia e qualsiasi forma di spreco di risorse non rinnovabili fa ormai parte del bagaglio di responsabilità delle quali ogni progettista deve, in vari modi, rendere conto alla comunità. Nel nostro caso si è scelta una strategia multiforme che ha toccato numerosi aspetti del progetto e della sua realizzazione. Dai materiali usati, ai sistemi costruttivi di chiusura degli involucri, al tetto verde di copertura, al fotovoltaico e solare integrati sulla copertura dell’auditorium, all’impianto di illuminazione degli uffici e delle aree esterne, realizzato totalmente con tecnologia LED, autoregolante negli uffici, all’impianto geotermico costituito da 10 sonde di circa 100 mt. che alimentano un impianto a pompa di calore e riscaldamento radiante che serve i locali di lavoro di Siena Ambiente. Notevole attenzione è stata dedicata anche al recupero delle acque, compresa la captazione degli stillicidi e dei drenaggi provenienti da monte delle paratie strutturali. L’energia elettrica che viene prodotta dal fotovoltaico inserito in copertura copre abbondantemente il consumo necessario a tenere l’edificio illuminato nelle ore notturne, con percentuali di intensità differenziate ma tuttavia necessarie per garantire un sufficiente livello di vivibilità e sicurezza ai percorsi e agli spazi aperti a tutte le ore del giorno e della notte.

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

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Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

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Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

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Carlo Nepi, Nepi Terrosi-Architetti Associati — Complesso multifunzionale ex Socini

Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano - ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica

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Concept urbanistico: L’inserimento del nuovo edificio dell’IPES nel tessuto urbano di Bolzano, e nel quartiere in particolare, è stato visto come un’occasione per riqualificare e dare un carattere agli spazi pubblici circostanti. Il nuovo corpo di fabbrica ricongiunge in maniera elegante e innovativa la topografia esistente, “snodandosi” lungo via Milano e creando un moderno spazio urbano in corrispondenza dell’ingresso al nuovo edificio. Il chiosco dei giornali si distingue per la sua nuova funzionalità potenziata e diventa il fulcro della nuova piazza, l’elemento centrale che collega in diagonale l’edificio con piazza Matteotti. Il nuovo corpo di fabbrica ricuce la geometria della strada sul fronte est, mentre sul fronte ovest si piega in corrispondenza degli edifici esistenti, garantendo un ampio spazio fruibile anche sul fronte secondario. Sono stati previsti 50 posti auto interrati, raggiungibili tramite l’esistente rampa di ingresso sul fronte est. In superficie sono stati predisposti 16 posti per le auto, 20 per le moto e 70 per le biciclette. La viabilità carrabile si concilia con i percorsi pedonali previsti. Deve essere garantita una continua fruizione del pedone tra la piazza Matteotti, l’ingresso alla sede IPES e tutti gli spazi pubblici contigui alla nuova costruzione, limitando le barriere architettoniche.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

Funzionalità architettonica: Il nuovo edificio è aperto e trasparente; si snoda attorno ad un atrio interno visibile dall’esterno e crea una sorta di identità collettiva per tutti coloro che vi lavoreranno o che vi si recheranno. È un atrio a tutta altezza che agevola la comunicazione verticale e orizzontale tra i diversi dipartimenti. Diventa il centro delle dinamiche che si instaurano tra i vari piani e agevola l’orientamento e la comprensione degli spazi. Consente inoltre incontri tra i dipendenti nelle aree distributive, sui ponti di collegamento tra un braccio e l’altro e negli ambienti di servizio quali cucine, lounge e zone di riposo. L’impianto stesso dell’edificio favorisce la flessibilità in quanto i servizi, comprese le sale riunioni, sono raggruppati insieme alle scale, lasciando lunghi spazi flessibili e intercambiabili adatti ad essere utilizzati quali ambienti di lavoro. I percorsi sono tutti rivolti verso l’atrio, garantendo così a tutti gli uffici un’apertura verso l’esterno. Al piano terra le funzioni proposte, come il foyer, il complesso dell’auditorium, l’area bambini, i servizi con sportelli, lo spazio polifunzionale e il bar, permettono un’apertura e una trasparenza con la città, facendo dell’IPES un elemento di riferimento nel tessuto urbano. Le soluzioni funzionali presentate sono solo una delle innumerevoli possibilità di arredo.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

Qualità architettonica: La composizione dei volumi e dei tetti permette all’edificio di inserirsi con eleganza nel tessuto urbano e, giocando con le differenti pendenze delle falde, propone innovativi temi architettonici. La composizione delle facciate si sviluppa ritmicamente seguendo l’orientamento dell’edificio tramite la ripetizione di un modulo standard dell’infisso che permette aperture più grandi sul fronte nord. L’atrio, climaticamente protetto all’interno del corpo dell’edificio, crea uno spazio verticale interessante su cui si affacciano, ad ogni piano, piccoli punti di incontro e colloquio, tutti colpiti da luce zenitale. Il materiale scelto per il rivestimento esterno sottolinea nella sua precisione la sfaccettatura e purezza dei volumi, giocando sul rapporto tra pieni e vuoti nelle aperture, dove anche il pannello di schermatura verso via Milano è eseguito in pietra. L’ardesia brasiliana è un materiale nobile e duraturo, anche se non costoso, e valorizza l’IPES nel suo insieme facendolo diventare un nuovo punto di riferimento per la città.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, CF Moller, Areatecnica — Concorso di progettazione nuova sede IPES a Bolzano

Maison de santéà Vézelay - Bernard Quirot architecte + associés

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Le programme regroupait à l’origine une maison médicale, une pharmacie et les locaux de la Communauté de Communes, ces derniers étant aujourd’hui dans l’attente d’une nouvelle affectation du fait de l’évolution du périmètre intercommunal. Le terrain est situé au pied de la colline de Vézelay, au carrefour des routes de Saint-Père et d’Asquins, dans le périmètre du site classé au Patrimoine Mondial de l’Unesco.

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

La beauté exceptionnelle du site et du paysage, le caractère « pittoresque » de l’urbanisme et la qualité de l’architecture civile qui font de Vézelay un des plus beaux villages de France, ainsi que la présence au sommet de la colline de la basilique dont l’importance historique et la qualité architecturale justifie son classement parmi les plus importants monuments de l’architecture religieuse du moyen âge, toutes ces caractéristiques ont étéévidemment des références constante pour l’élaboration de notre projet. C’est pourquoi notre proposition tisse dans un rapport étroit les règles d’une composition classique et ordonnancée (la basilique et ses travées) avec celles de la composition pittoresque faisant la part belle aux désaxements et autres « plaisirs de l’œil » (le village et ses édifices civils). Ces deux thèmes sont combinés au sein d’une composition attentive aux caractéristiques de ce lieu particulier, à l’articulation entre la ville et la campagne.

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Du point de vue de la composition « pittoresque », notre projet propose un ensemble de bâtiments fractionné en fonction des différentes entités programmatiques, ce fractionnement permettant notamment de respecter l’échelle du tissu urbain traditionnel de Vézelay tout en mettant en valeur les vues sur le village et la basilique. L’étagement progressif des volumes, le bâtiment le plus bas étant au premier plan, permet de ne pas occulter les vues sur le relief de la colline ; ce principe s’inscrit par ailleurs dans la logique de la topographie. En plan, la position diagonale par rapport au carrefour du bâtiment le plus long et le plus bas induit une dynamique en direction de la basilique, alors que les failles entre les bâtiments laissent percevoir le centre ancien ou créent des vues privilégiées sur le monument.

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

En écho à ce désordre apparent, les bâtiments sont soumis à une ordonnance stricte, leurs façades étant caractérisées par la répétition d’une même travée de charpente. La forme archétypale de ces édifices, de simples parallélépipèdes couverts d’une toiture à double pente, refuse toute surenchère formelle de manière à ce que dominent la richesse de la composition et le jeu des proportions. Une règle stricte définit le rapport entre les hauteurs des travées, les dimensions des façades de chaque bâtiment et le rapport dimensionnel des bâtiments entre eux. De même un tracé régulateur fixe précisément le rapport d’implantation des bâtiments les uns par rapport aux autres. Ce sont ces règles qui nous ont guidées dans la recherche de la cohérence et de l’harmonie de la composition d’ensemble, même si au premier abord cette composition peut paraître arbitraire.

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Le traitement matériel des enveloppes (pin douglas non traité, pierre calcaire des pignons, petites tuiles plates des couvertures) inscrit cette opération dans la continuité du paysage de Vézelay par la concordance des tonalités. Notamment, le choix d’un système constructif en douglas confère à l’ensemble du projet, après quelques mois de vieillissement, une teinte grisée en accord avec la pierre des constructions de Vézelay. Cette teinte dominante, accordée à la teinte des toitures en tuiles, est rehaussée par la recherche d’une polychromie discrète pour les parties métalliques des menuiseries, teintes qui sont reprises dans la signalétique du site confiée au graphiste Massimo Colombo. L’organisation des masses bâties répond aussi aux contraintes fonctionnelles du programme et des accès publics. La pharmacie est sur le lieu de passage entre parking public et centre ancien alors que les cabinets médicaux qui requièrent une certaine intimité sont regroupés autour d’une cour fermée à l’écart des principaux flux. Le site de la Maison de Santé est en effet traversé par un passage public en direction du centre ville, passage qui emprunte un escalier construit dans le volume d’un des bâtiment et débouchant sur une halle couverte au carrefour des routes de Saint Père et d’Asquins. La structure des bâtiments est en bois à l’exception des parties contre terre qui sont réalisés en béton. Le système constructif caractérise tout autant l’apparence des bâtiments que les ambiances intérieures, la structure de la majorité des plafonds reprenant le rythme des travées extérieures.

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Ground floor

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

First floor

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Bernard Quirot architecte + associés — Maison de santéà Vézelay

Edificio Polifunzionale - giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti

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Il Progetto nasce dalla volontà di creare un nuovo complesso commerciale-residenziale lungo una strada ad alto traffico e di forte visibilità.

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

L’idea è stata quella di creare un edificio dal forte impatto visivo che si distinguesse per la sua qualità materica e il suo design contemporaneo, in modo tale da diventare quasi un punto di riferimento nonché un polo attrattivo per la zona caratterizzata oggi da una qualità medio-bassa dell’edificato.

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

L’edificio si affaccia su una corte interna che ha carattere semipubblico: in questo modo oltre a creare un doppio affaccio ai negozi, si è creato uno spazio esterno riparato dal traffico veicolare pesante che caratterizza l’affaccio principale dell’edificio.

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

Il sistema di facciata è stato concepito come un brie soleil a lamelle di legno che crea una certa dinamicità materica, mantenendo una sostanziale compattezza volumetrica interrotta solamente dalle bucature che definiscono logge e aperture. L’affaccio sulla corte interna è stato pensato come una loggia- ballatoio su cui si affacciano gli ambienti principali degli appartamenti; in questo modo viene garantito il comfort acustico , e nello stesso tempo assicurata la privacy degli appartamenti grazie al sistema di brie-soleil scorrevoli .

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale

giovanni casadei dinamoarchitetti, Luca Tontini, Fabrizio Giacomoni, silvia nicoletti — Edificio Polifunzionale


Senior City Cortina d'Ampezzo - ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Area Tecnica, Arianna Marino, Luca de Molinier

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The site of the competition is placed in.one of the most beautiful alpine regions. The valley of Cortina D’Ampezzo is characterized by unique natural elements that coexist in harmony with elements sedimented during the centuries. For this reason the aim is to have a project that is not very invasive and ,in particular, that respect the landscape and maintains the natural beauty .

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Area Tecnica, Arianna Marino, Luca de Molinier — Senior City Cortina d'Ampezzo

The starting point is the analysis of the surrounding and the urban fabrics typology that are typical of the site. The layout of the buildings express the intention to put in contact the project to the typical aggregation of the Alpine valleys.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Area Tecnica, Arianna Marino, Luca de Molinier — Senior City Cortina d'Ampezzo

The position permits an optimal climatic exposure of the accomodations which are oriented in accordance with east-west axis and then receive a proper sun exposure on both facades.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Area Tecnica, Arianna Marino, Luca de Molinier — Senior City Cortina d'Ampezzo

The houses for elderly people are located in six volumes deployed along two parallel and opposite buildings one upstream and the other downstream of the project area. The intermediary space between these two buildings is occupied by a volume that develops over two levels, one underground parking and one that is partially basement, with an alternance of green patios and winter gardens, in which take place common spaces for group activities.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Area Tecnica, Arianna Marino, Luca de Molinier — Senior City Cortina d'Ampezzo

The disposition of the buildings generates a space used as green roof that offers the opportunity to take advance from an open accessible area, equipped and protected for outdoor activities.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Area Tecnica, Arianna Marino, Luca de Molinier — Senior City Cortina d'Ampezzo

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Area Tecnica, Arianna Marino, Luca de Molinier — Senior City Cortina d'Ampezzo

Centro civico di Dobbiaco - ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l.

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ABSTRACT: Il nuovo centro che sorgerà nel cuore del paese vuole essere per Dobbiaco un luogo attivo di sinergia tra tutti gli abitanti. Per questo motivo, prima dell’aspetto puramente architettonico l’edificio è stato pensato per essere un luogo di condivisione tra i differenti utenti, una grande casa accogliente e funzionale.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

Gli ANZIANI alloggeranno in stanze luminose affacciate sul verde al riparo dal passaggio e dai rumori della strada grazie alle logge riparate dalla trama esterna in legno. Gli spazi comuni affacciano invece su ampie logge aperte verso il verde. Il centro diurno ed i luoghi di ritrovo sono tutti accessibili direttamente dall’esterno, così da permettere la fruizione degli spazi giardino. L’andamento del terreno viene sfruttato per creare un accesso diretto ai luoghi di soggiorno degli anziani. Nonostante i dislivelli dell’areale l’edificio è stato progettato in modo tale che tutti gli ambienti siano completamente sbarrierati.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

Agli ALLOGGI COMPRENSORIALIè stata dedicata la parte più tranquilla dell’edificio, al secondo piano così da consentire protezione della privacy e un certo grado di indipendenza vista la possibilità di accedervi direttamente dall’esterno tramite la scala posta sul lato nord.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

Il cuore dell’edifico è l’ATRIO CENTRALE, luminoso e arioso, che oltre a garantire il controllo degli accessi ed essere spazio di intersezione dei flussi dei vari utenti, diventa un attraversamento pedonale utilizzabile da tutti.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

I LABORATORI PROTETTI affacciati sul percorso interno hanno spazi espositivi ed ingressi vetrati che permettono di vedere le attività che si svolgono all’interno, come fossero botteghe artigiane con le vetrine affacciate sulla via di passaggio.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

Il CAFE’ collocato a piano terra direttamente verso il giardino può essere aperto a tutti in modo da invitare anche chi non è direttamente coinvolto nelle attività a godere degli spazi del nuovo edificio.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

Gli uffici dell’AMMINISTRAZIONE oltre ad un front office all’ingresso, occupano l’area sud-ovest dell’edificio, con spazi di lavoro ampi, luminosi, con un’area esterna ed un accesso privati.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

Il LINGUAGGIO ARCHITETTONICO apparentemente moderno racchiude richiami ad elementi della tradizione dell’architettura sudtirolese. L’edificio si compone di due volumi modellati e studiati in modo da mantenere inalterata la percezione del luogo grazie alla vista attraverso l’atrio vetrato. Lo sviluppo su tre piani fuori terra, l’arretramento del fronte rispetto alla strada, l’abbraccio al giardino interno, i percorsi attraverso e attorno al lotto, l’utilizzo di materiali locali, sono tutti elementi che vanno a mitigare l’impatto della volumetria rendendo l’intervento integrato con il contesto insediativo esistente.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

SOSTENIBILITA’: L’edificio è stato progettato seguendo principi di sostenibilità a più livelli.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

SOSTENIBILITAAMBIENTALE: ragionamento sull’orientamento volumetrico, si privilegiano gli apporti solari gratuiti e le schermature, introduzione di elementi di protezione dai venti, recupero ed utilizzo dell’acqua, equilibrio della quantità delle aperture a seconda dell’esposizione.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

INVOLUCRO: isolato termicamente con sistema a cappotto, è già stato previsto uno spessore delle pareti esterne di 50cm circa.

ATENASTUDIO, Marco Sardella, Rossana Atena, Alessandro Sacchet, Krej Engineering S.r.l. — Centro civico di Dobbiaco

MATERIALI: uso di materiali locali, ad alto contenuto riciclabile, e senza emissioni di sostanze nocive. IMPIANTI: possibilità di integrazione con sistemi di fonti di energia rinnovabile, impianto di ventilazione meccanica controllata, per un maggiore controllo delle condizioni interne e salubrità degli ambienti. L’obiettivo è realizzare un edificio passivo in cui si ottenga il massimo comfort ambientale per gli utenti. Inoltre un edificio così realizzato avrà bassi costi di manutenzione e di gestione.

Progetto a Caorle - ARTUFFICIO

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Progettazione e realizzazione filiale di Caorle (VE)

ARTUFFICIO — Progetto a Caorle

ARTUFFICIO — Progetto a Caorle

ARTUFFICIO — Progetto a Caorle

Questione di dettaglio - bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini

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La presente realizzazione è relativa al recupero di un sottotetto di palazzina Liberty situata in Perimetrazione UNESCO nel centro della città di Mantova. La Normativa regionale, Legge 12/05, permette anzi incentiva il recupero a fini abitativi dei locali presenti negli ultimi livelli di fabbricati esistenti anche vincolati. Risulta possibile anche la variazione di sagoma del fabbricato nel rispetto però delle altezze massime già esistenti, modificando sagoma ed altezza di gronda fino al limite massimo del raggiungimento di H media= 240 cm.

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Questione di dettaglio

I locali oggetto del presente progetto risultavano da anni utilizzati come depositi, privi di finiture e scarsamente illuminati anche a causa del tamponamento di alcune aperture pre-esistenti. L’analisi delle esigenze della clientela e dei vincoli presenti, dimensionali e impiantistici derivanti anche dalle colonne di scarico e di esalazioni provenienti dalle unità immobiliari sottostanti, hanno portato ad un completo ripensamento della concatenazione degli spazi originari.

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Questione di dettaglio

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Questione di dettaglio

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Questione di dettaglio

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Questione di dettaglio

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Questione di dettaglio

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Questione di dettaglio

Masaniello Art Cafè Amalfi - Gennaro Torre

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Un luogo dove incontrarsi, parlare, rilassarsi.

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

La progettazione si è basata su alcune regole precise: semplicità, uso di materiali che si “trasformano” con il tempo e riutilizzo di materiali.

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Acciaio Corten, Calce Naturale, Argilla. L’illuminazione con luce LED mira semplicemente a sottolineare la forza della struttura lasciata così com’era e semplicemente intonacata.

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Alcuni punti di colore con l’utilizzo di rivestimenti anni 60 recuperati durante i lavori.

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Gennaro Torre — Masaniello Art Cafè Amalfi

Casa NS - Gian Luca Zoli, Nicola Montini

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Il progetto riguarda la drastica ristrutturazione di un complesso di fabbricati di cui il principale occupato da un forno rimasto attivo, per decenni, per opera della famiglia del proprietario e committente.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

L’originale forno a legna, mantenuto e restaurato, diviene il centro distributivo della casa su due livelli di nuova configurazione. La casa riconquista una centralità tipica delle ville coloniche del territorio, sottolineata dalla copertura a quattro falde; tradizionali anche gli infissi a filo intonaco del piano primo ad interasse costante e così pure il motivo dei mattoni “a gelosia” del piano terra.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

Si conferma la vista ante operam del fabbricato colonico specie nelle canne fumarie esterne in cotto che da sempre presentano il forno al paesaggio agreste. Il portico di ingresso a tutta altezza si allarga a piano superiore in una loggia che va ad inquadrare un noce adulto, protagonista dell’ampio giardino; un’altra loggia a nord definisce il prospetto di matrice classica che si rapporta con la profondità dei campi coltivati.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

L’ accesso carrabile e pedonale alla casa è previsto in asse rispetto al pino e alla quercia esistenti, mentre l’accesso al campo agricolo viene spostato quasi al limite del lotto in direzione ovest. L’area cortilizia si organizza così in due parti sostanziali assecondando l’andamento del lotto longitudinale e parallelo alla strada: una vera e propria corte d’ingresso davanti alla casa e il giardino riconquistato dopo la demolizione dei fabbricati preesistenti. Tra i due, oltre alla legnaia preesistente rivestita da un campo fotovoltaico, si frappone un’area pavimentata trasversale che accoglie il pozzo esistente ed alcuni impianti elettrici per l’irrigazione dei campi agricoli retrostanti, oltre una piccola area attrezzata per una cucina in esterno.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

La tradizionale impostazione dei prospetti esterni, che avvicinano al contesto rurale, nasconde volontariamente la matrice contemporanea che si rivela nella cura dei dettagli e soprattutto all’interno, governato da un’inaspettata complessità di leggeri dislivelli e compenetrazione di spazi.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Casa NS

prova - silvia nicoletti


Balmori Rooftop Bar - David Dana

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The creative process for this Project experienced multiple design facets in many different levels.The evolution from Schematic Design to Construction Documents was built based on a deductive process of clever decision making. Balmori Rooftop Bar is a project that was born from the necessity of public open space in Roma Norte. The site has unique potentials; it is one of the few rooftop bars in the city & the only one with 300 square meters. Balmori was design with the objective of creating an innovative youthful space which would offer an opportunity for disconnection from the Urban Mass. In the era of technology & globalization, this particles of cities become the lungs of the metropolis. Our design overlaps landscape, graphic design, furniture design and architecture.

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

David Dana — Balmori Rooftop Bar

CPR | attic - +R | piuerre

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A small dental studio at the top floor of a bourgeois residential building in Milan was converted into apartment. Despite its small size, further reduced by the strict room division, the space had windows on three different sides. The possibility to renovate the attic level allowed to add a studio and a bedroom with a small walk-in closet on the upper level. Natural lighting was further developed by opening two new roof windows and using translucent materials and mirrors.

+R | piuerre — CPR | attic

Cross section.

The project is characterised by a great continuity and transparency of space: the only opaque element is the bathroom block. The division wall between the bedroom on the upper floor and the kitchen (north oriented) at the lower level is made of polycarbonate panels, in order to increase the brightness of the space and to create a sort of lantern effect.

+R | piuerre — CPR | attic

Lower level.

A metal folded staircase in the living room links the two level, and at the upper floor it separates the bedroom from the studio, which looks out onto the double height of the living room.

+R | piuerre — CPR | attic

Top level.

Upgrade - Tribünen +2 - Valentin Cordebar, Camille Salomon

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The planned area of Viertel Zwei Plus of the city of Vienna is holding a forgotten treasure : the Grandstand of the Wiener Trabrennbahnverein, two of the three existing grandstands nowadays unused for the horse races. By their reconversion, UPGRADE aims to revive this architectural heritage into a new concept of living and working.

Valentin Cordebar, Camille Salomon — Upgrade - Tribünen +2

Activate this heritage means to be able to understand its specifities. We start to analyze the physiology of the buildings in order to develop realistic and operational principles of reconversion.

Valentin Cordebar, Camille Salomon — Upgrade - Tribünen +2

Altough the two grandstands look like the same, each have specifications. Ideed, their similar morphologie reveals that they have been built together with a single concrete prefabricated contruction system. But the length and the organisation of the flux make the difference between the two tribunes. Otherwise, their position, middle or extremity of the row of three, creates different relations with the environnement.

Valentin Cordebar, Camille Salomon — Upgrade - Tribünen +2

Taking adavantage of this specificities, we make the choice of separating uses into two buildings : - co-working offices will invest the grandstand number two next to the first one that is still in use for the visitors of the horse races. - in the third grandstand, the longer one and closer to the future neighborhood planned by Viertel Zwei Plus, we develop the qualities of living, with various typologies of flats like duplex, loft or flatshare. We provide also balconies, and a private garden in the south in relation with the green environnement and the Prater park. This clear division of the program enable an efficient re-use of the existing circulations of the buildings.

The public ground floor is a real issue for the project to be linked to the future master plan Viertel Zwei Plus, in demand of the program. We propose to dynamise this street level with activities on the common subject of arts, that become the active base of a new neighborhood : - artist studios underneath the living building ; as a half-private program, showcase of the artists production, they might be open to the public. - an exhibition hall, mixed with the entrance of the co-working offices, has a public purpose in order to attract the visitors. This public ground level join the 2+3 Grandstand due to the common art programm. It takes part into the new vision of the urban district and participates from a new “way of living and working”.

GREEN SHOT - Cristiana Costanzo

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... perché il paesaggio è infinito, spesso utilizzato oltre i propri confini, mentre la scala del giardino ci rimanda ad una dimensione nota e familiare, in cui si riesce a raccontare il rapporto fra natura e artificio, che è sempre riconducibile ad un atto voluto di appropriazione …

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

... sui tetti

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

... sul retro

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

Cristiana Costanzo — GREEN SHOT

... bordo mare

Upgrade - Tribünen +2 - Recognition Award - Valentin Cordebar, Camille Salomon

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The planned area of Viertel Zwei Plus of the city of Vienna is holding a forgotten treasure : the Grandstand of the Wiener Trabrennbahnverein, two of the three existing grandstands nowadays unused for the horse races. By their reconversion, UPGRADE aims to revive this architectural heritage into a new concept of living and working.

Valentin Cordebar, Camille Salomon — Upgrade - Tribünen +2 - Recognition Award

Activate this heritage means to be able to understand its specifities. We start to analyze the physiology of the buildings in order to develop realistic and operational principles of reconversion.

Valentin Cordebar, Camille Salomon — Upgrade - Tribünen +2 - Recognition Award

Altough the two grandstands look like the same, each have specifications. Ideed, their similar morphologie reveals that they have been built together with a single concrete prefabricated contruction system. But the length and the organisation of the flux make the difference between the two tribunes. Otherwise, their position, middle or extremity of the row of three, creates different relations with the environnement.

Valentin Cordebar, Camille Salomon — Upgrade - Tribünen +2 - Recognition Award

Taking adavantage of this specificities, we make the choice of separating uses into two buildings : - co-working offices will invest the grandstand number two next to the first one that is still in use for the visitors of the horse races. - in the third grandstand, the longer one and closer to the future neighborhood planned by Viertel Zwei Plus, we develop the qualities of living, with various typologies of flats like duplex, loft or flatshare. We provide also balconies, and a private garden in the south in relation with the green environnement and the Prater park. This clear division of the program enable an efficient re-use of the existing circulations of the buildings.

The public ground floor is a real issue for the project to be linked to the future master plan Viertel Zwei Plus, in demand of the program. We propose to dynamise this street level with activities on the common subject of arts, that become the active base of a new neighborhood : - artist studios underneath the living building ; as a half-private program, showcase of the artists production, they might be open to the public. - an exhibition hall, mixed with the entrance of the co-working offices, has a public purpose in order to attract the visitors. This public ground level join the 2+3 Grandstand due to the common art programm. It takes part into the new vision of the urban district and participates from a new “way of living and working”.

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