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"Una rotonda per la ceramica ed il territorio" - FABIO MACCIONI, Matteo Piccolo

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Il contest “Una rotonda per la ceramica ed il territorio” ideato e promosso dall’azienda Mirage con il patrocinio del Comune di Pavullo nel Frignano è finalizzato alla definizione ed alla valorizzazione dell’arredo della rotatoria all’ingresso del territorio del Frignano nonché della stessa azienda Mirage. La presente proposta progettuale prevede la realizzazione di una meridiana all’interno della rotonda con uno stilo inclinato e una pavimentazione in gres porcellanato Mirage. L’idea progettuale nasce da una duplice necessità: funzionale e simbolica. La funzionalità dell’opera sta in primo luogo nella sua semplice essenza: uno stilo genera nelle ore diurne un ombra che, spostandosi, indica l’ora sul quadro orario disegnato nella pavimentazione. La forma e le caratteristiche dell’intero manufatto sono tali da non creare intralcio alla circolazione viaria: sono previsti colori neutri che non interferiscono con la segnaletica stradale; la pavimentazione della rotonda, che raggiunge l’altezza massima di 1 metro, e lo stilo sono tali da non generare problemi di visibilità per la circolazione stradale.

FABIO MACCIONI, Matteo Piccolo — "Una rotonda per la ceramica ed il territorio"

simulazione fotografica

FABIO MACCIONI, Matteo Piccolo — "Una rotonda per la ceramica ed il territorio"

simulazione fotografica

FABIO MACCIONI, Matteo Piccolo — "Una rotonda per la ceramica ed il territorio"

tavolo di progetto

FABIO MACCIONI, Matteo Piccolo — "Una rotonda per la ceramica ed il territorio"

tavola dettagli costruttivi


Villa G - Audrius Ambrasas Architects

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The main architectural idea was provided by its siting in the Pavilniai Regional Park : the house has to dissolve in the landscape. Curved roofs all the way to the ground, and fluid forms extended by timber pergolas, are the most important architectural means achieving this effect. The building is designed on one level. Two boomerang shapes with pitched roofs combined with a shared common zone covered with a flat roof create its spatial expression. The utility zone is located in the northern part (a shed and garage, kitchen, storage room, boiler room, laundry). Four bedrooms and a bathroom face east. The common zone is located in the southwest. The dining-room, recreational and active zones are planned here. There is a terrace behind glass cases under the extended roof.

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Photo by Leonas Garbacauskas

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Photo by Leonas Garbacauskas

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Photo by Leonas Garbacauskas

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Photo by Leonas Garbacauskas

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Photo by Leonas Garbacauskas

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Audrius Ambrasas Architects — Villa G

Stand - Fiere - Efisia Cipolloni, Martha Magrini Sissa

logo - Atelier Anzalone

Dolomites Refuge - Andrea Atzori Architect

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The refuge is located on Dolomites at an altitude of 2700 meters. The concept is based on the reconversion of a Jet fuselage adapted for this task. The lightness of the fuselage fits perfectly for an easy assembly in place, using only 2 helicopter flights to transport all the materials. The accomodation is thought to be for 10 people, a storage on the back contains all the technical equipment. Energy is supplied by photovoltaic panels, but it is also possible to generate extra power with a little gasoline engine if necessary. The interiors offer comfortable jet seats , food and drink storage, also a satellitar antennae and weather forecast services are provided.

Andrea Atzori Architect — Dolomites Refuge

Photographic rendering. General view

Testaccio Sport Center - Marco Grippo

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Il progetto piuttosto ambizioso non è solo quello di realizzare un centro sportivo, ma andare a riqualificare e completare una porzione di città degradata. Il sito si trova nel Quartiere Testaccio, dove un tempo trovava luogo il famoso Campo Testaccio. L’ area è stata oggetto negli ultimi anni di un grande intervento di riqualificazione. L’ intervento si pone in continuità con questa logica, servendo il Testaccio di quegli spazi sportivi di cui oggi risulta carente.

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Il sito versa in condizioni di notevole degrado. Mancano percorsi di collegamento con il quartiere e l’ area risulta essere particolarmente chiusa. In questa ottica di riqualificazione e apertura verso il quartiere, l’ idea e quella di realizzare un centro sportivo dove i principali fruitori saranno gli abitanti del quartiere, in particolare i ragazzi che frequentano il vicino Polo Scolastico.

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Questo costituirà il principale bacino d’ utenza. La volontàè quella di offrire una mixitè di funzioni, per la varie fasce di età. Verrà dunque preservato il Bocciofilo, il quale sarà ricollocato per favorire l’ apertura verso via Marmorata. Verranno realizzati dei campi da calcio a 5, una sala polivalente 33×19m, una palestra per il fitness, oltre a servizi accessori quali un parcheggio interrato, un bar/caffetteria e una mediateca, dove i ragazzi che escono dalle scuole possono trascorrere il pomeriggio prima di allenarsi.

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

L’ idea è quella di sfruttare al massimo lo spazio vuoto con un sistema che garantisca continuità tra il quartiere e i suoi servizi. La scelta è stata quella di concepire un’ edificio compatto, in testata, con il fronte principale su via N. Zabaglia, che ospiti le funzioni principali. In sequenza troviamo ad una quota più bassa i campi sportivi, poi il volume che ospita l’ arrampicata e uno spazio aperto con percorsi e spazi di sosta, trattato con materiali differenti che andremo a chiamare Esplanade. Questa è in diretto rapporto con il Parco Pubblico su via Marmorata.

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

A livello di quartiere l’ utente percepisce chiaramente i volumi e vi accede in modo diretto. Il volume della palestra è trattato diversamente dalla mediateca e dalla caffetteria, quest’ ultima vetrata, rendendosi altamente riconoscibile.

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Al suo interno l’ edificio è un sistema vivo dove nel rispetto delle normative, si è voluto creare un dispositivo ricco di relazioni visive. La sala della palestra è il cuore dell’ intervento e mette in relazione i diversi spazi; la galleria, il bar, gli spogliatoi e i terreni sportivi all’ esterno.

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Marco Grippo — Testaccio Sport Center

Uffici Ance - +studio architetti associati

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Predomina negli interni la scelta di materiali ruvidi e di semi-lavorati; la grafica delle strisce rosse di segnalazione, gli impianti, i corrugati, i tamburati, le strutture in cemento armato lasciate a vista, contribuiscono all’immagine coordinata del brand Ance: evocare con straordinaria cura del dettaglio il senso stesso del costruire, il farsi Spazio dei materiali nel divenire continuo di ogni cantiere. Lo sviluppo di facciata è occupato in prevalenza dalla successione degli uffici, che godono così di massima illuminazione naturale. Interpretare gli elementi di partizione interna come prismi trasparenti che incernierano visivamente gli spazi è scelta felice poiché, attraverso le vetrate a tutta altezza tra l’area di ingresso e i vani perimetrali, la luce giunge nel cuore dell’edificio. Un settore introverso in prossimità del blocco ascensori è occupato dalle aree di servizio: bagni, zona stampante, vano tecnico, spazio relax.

+studio architetti associati — Uffici Ance

Vista del desk

+studio architetti associati — Uffici Ance

Vista del serramento in Valchromat

+studio architetti associati — Uffici Ance

Vista ingresso

+studio architetti associati — Uffici Ance

Vista zona reception

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio del serramento

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio soffitto sala riunioni

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio di un ufficio

+studio architetti associati — Uffici Ance

Vista del bancone reception

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio del desk con frontale in cemento

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio del desk

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio delle porte

+studio architetti associati — Uffici Ance

Vista del bagno con mobile in lamiera stirata

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio grafiche

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio maniglie con laccatura

+studio architetti associati — Uffici Ance

Dettaglio porta e maniglia

+studio architetti associati — Uffici Ance

Maniglia della porta d'ingresso

Ristrutturazione appartamento - Alessandro Guaragna


Ristrutturazione new apartment - Alessandro Guaragna

LA RSA VERSO UN CENTRO SERVIZI - JOI DONATI, Remo Capitanio, Alice Bottelli

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Il tema dell’abitare e del costruire che struttura la dinamica urbana, allo stato attuale, si confronta con nuove e necessarie questioni tipologiche, dettate dalle sopravvenute esigenze dell’uomo, dalle accresciute aspettative di vita e del relativo livello qualitativo di cui anche la popolazione anziana, oggi, può e deve usufruire.

JOI DONATI, Remo Capitanio, Alice Bottelli — LA RSA VERSO UN CENTRO SERVIZI

View from via Ronchetti

Ciò che si riscontra positivamente nel nostro territorio, infatti, è una rinnovata attenzione e concentrazione sulle strutture destinate all’erogazione di servizi sanitari alla popolazione, in ragione delle trasformazioni generali del nostro sistema di vita, del suo rapido allungamento nell’orizzonte temporale e dell’insorgenza di nuovi bisogni sanitari e assistenziali.

JOI DONATI, Remo Capitanio, Alice Bottelli — LA RSA VERSO UN CENTRO SERVIZI

Internal Court

Questi nuovi modelli sociali e comportamentali sono la sintesi dello stretto rapporto tra le innovazioni tecnologiche e la quotidianità del vivere e pongono, noi progettisti, innanzi a nuovi scenari ai quali rispondere con un rinnovato assetto e con la costruzione di una forma architettonica adeguata e contemporanea, integrata e solidale con le dinamiche locali intercettate.

JOI DONATI, Remo Capitanio, Alice Bottelli — LA RSA VERSO UN CENTRO SERVIZI

Axonometric aerial view

JOI DONATI, Remo Capitanio, Alice Bottelli — LA RSA VERSO UN CENTRO SERVIZI

View from S-E corner (pedestrial route)

Progetto per la costruzione di una abitazione unifamiliare in Strada di Quintarello - Enrico Tamiozzo

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Per soddisfare il fabbisogno abitativo del proprietario, il progetto prevede la costruzione di una abitazione unifamiliare ad un piano. Il terreno pressoché pianeggiante non offre punti di riferimento nel paesaggio, per questo si è scelto di operare con una figura elementare, il quadrato. Si voleva inoltre che la casa avesse una forma riconoscibile, per questo si è disegnata una struttura archetipica, coronata da un tetto a quattro falde e si sono impiegati materiali della tradizione locale. Le stanze sono disposte lungo l’asse est ovest dell’abitazione, con la cucina e il soggiorno rivolti a sud e le camere da letto, ed i servizi igienici rivolti a nord, mentre sul lato est sono posti il garage, la centrale termica e la lavanderia.

Enrico Tamiozzo — Progetto per la costruzione di una abitazione unifamiliare in Strada di Quintarello

Modello di studio rappresentante la veduta da sud, cartoncino e multistrato, mm. 300x300

Enrico Tamiozzo — Progetto per la costruzione di una abitazione unifamiliare in Strada di Quintarello

Pianta del piano terra

Enrico Tamiozzo — Progetto per la costruzione di una abitazione unifamiliare in Strada di Quintarello

Modello di studio rappresentante la veduta da ovest, cartoncino e multistrato, mm. 300x300

Enrico Tamiozzo — Progetto per la costruzione di una abitazione unifamiliare in Strada di Quintarello

Modello di studio rappresentante la veduta da nord, cartoncino e multistrato, mm. 300x300

Enrico Tamiozzo — Progetto per la costruzione di una abitazione unifamiliare in Strada di Quintarello

Modello di studio rappresentante la veduta da est, cartoncino e multistrato, mm. 300x300

Studio Legale DFGS - Carlos Manuel Gomes de Carvalho

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Il progetto di trasformazione di un negozio fronte strada in uno studio di avvocati nasce dalla sfida di un giovane avvocato nel rendere pubblico un lavoro che abitualmente viene eseguito “in segreto”…quindi di rendere pubblica un’attività riservata. Cosi è nata l’idea di lasciare la facciata vetrata su strada ma di renderla come una teca che custodisce il “palazzo del diritto”, quel diritto romano che è il sistema legale originario nella maggior parte dell’Europa occidentale. Quindi la teca in ferro e vetro custodisce la scatola di travertino romano, creando una separazione fra spazio pubblico e spazio privato.

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

photo by francesca perani

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Carlos Manuel Gomes de Carvalho — Studio Legale DFGS

Urbex - Vicente de la Calle

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Best Urbex spots all over Spain.

Vicente de la Calle — Urbex

Las casas del frente

Vicente de la Calle — Urbex

El Templo

Vicente de la Calle — Urbex

Tragaluces #2

Vicente de la Calle — Urbex

La Piedad de los muertos

Vicente de la Calle — Urbex

El piano de Marcelina

Vicente de la Calle — Urbex

Azul; Rojo

Vicente de la Calle — Urbex

Tragaluces #5

Vicente de la Calle — Urbex

Tragaluces #3

Vicente de la Calle — Urbex

La guerra de las Ventanas

CASA FIOSCHINI - Antonio Forte

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LA COMPATTEZZA DELLA STRUTTURA CUBO VIENE ALLEGGERITA DAI TAGLI DELLE APERTURE. LA LUCE CHE FILTRA ALL’INTERNO, TRAMITE FINESTRE DI VARIE DIMENSIONI E POSIZIONI, CREANO UN’EFFETTO DINAMICO NELLE DIVERSE ORE DEL GIORNO.UN GRANDE CAMINO INCASTONATO IN UN PARALLELEPIPEDO ORIZZONTALE SI CONTRAPPONE ALLA VERTICALITADELLA ZONA LIVING. L’INTERNO RISULTA UN GIOCO DI INTERSEZIONI TRA LUCE E SUPERFICI RIGOROSAMENTE BIANCHE CONTRASTATE DA MATERIALI NATURALI COME IL LEGNO E LA PIETRA. L’ATMOSFERA SEVERA DELLE FORME GEOMETRICHE EAMMORBIDITA DAL DECISO COLORE DEGLI ELEMENTI DI ARREDO.

Antonio Forte — CASA FIOSCHINI

Antonio Forte — CASA FIOSCHINI

Antonio Forte — CASA FIOSCHINI

Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast - Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati

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Nowadays the modern man sees nature as an alien reality, only useful for its material goods and energy. Origin-al Tower is a structure designed to reconnect the human kind to the force of nature. Protection, defense and control are symbolically necessary for the main feature that was placed in it: the Seed Bank. The tower is a four cubic story, and each one represents a different natural element: soil, stone, wood, and air.

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast

The juxtaposition of the four cubicles follows different rotations, giving the structure a sense of movement. This idea of movement, at the same time, evokes a characteristic aspect of human life: the frenzy, always present in our lives to make us forget the importance of personal free time.

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast

Origin-al Tower blends in well with nature: The bottom cube is covered in stone, the middle one in wood, and the top cube in metal sheets, which reflect the surrounding natural environment, disguising the actual high of the structure. Nature has always been our home and now it’s asking for truce because of our neglect in taking care of it.

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast

Nature creates life and our existence depends on its products. If it’s true that a significant amount of plant species are extinguishing, we want to make sure that future generations have the chance to enjoy all the beautiful plants that nature is still able to give life to. A bitten path brings to the main entrance of the building, which was designed to create a repair for people standing outside the door, thank to the juxtaposition of the cube above. Once entered the main door, visitors can choose to go two different ways: one that leads to the Seed Bank and one that leads to the observatory.

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast

The Seed Bank is in the basement and all the seeds are displayed on a shelf that covers the four walls of the room. The collection of all the seeds is displayed to inform the public of our entire heritage. On the other hand, visitors can get to the observatory by following the staircases built to lean on the different walls, with the option of rest on each floor.

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast

The observatory room doesn’t present any furniture nor decoration, and it’s a free space just like the rest of the building.

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast

This is a place where people are free from all the aspects of every day life, which affect our relationship with nature and our inner selves. Here they can forget about their daily routine, dive into an aseptic environment, and let the beauty of the surrounding overwhelm them in all its pureness.

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast

Francesca Gervasutti, Elisa Giannini, Mariachiara Vinati — Combo competition - Hello Nature, business and pleasure on the high coast


PARAMETRIC STEPS - Paolo Venturella

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The site area for the project takes place on two different levels on an abandoned soccer playground and an higher square. The building is positioned parallel to the main street in front so to align with the context grid of the city and along the north side to avoid shading on the site. Since the two levels of the sites belong to two different grids, the volume rotates from a direction to another, to merge with the ground creating a urban connection and a continuation of the park. In this way the building creates a basement where are placed a parking area for the cars, a conference area and a restaurant and a vertical block for the offices. The contours are in different heights in order to have spaces in the upper part and to permit the realization of an exterior steps I the lower part. The façade is pushed inwards creating an articulated “zig-zag” surface for the balconies on the south side and to have no south oriented glass façade to obtain a controlled indirect illumination for the interior spaces of the offices. On the south-side are placed the small office rooms for few employees while on the north-side, since it is cooler, are placed the meeting rooms for more people. From a geometric point of view the building is treated with contrast colors for the vertical and the horizontal surfaces to create a different perception from different points of view. The geometry varies parametrically to accommodate different functions and its colors makes it look as a gradient from the top to the bottom creating a unique “gradient-design” made up of pixels. The building rotates itself and merges with the park creating suitable interior and exterior spaces at the same time with a single move.

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Main Street

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Concept Diagrams

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Functional Diagrams

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Paolo Venturella — PARAMETRIC STEPS

Villa on cliffs - Quark Studio

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Visualization of a villa on the cliffs of Mediterranean Sea

Quark Studio — Villa on cliffs

Exterior visualization of the villa

Casa RD13 - CalìArchitetti

Premio di architettura Ernesto Lusana - V Edizione - Linda De Luca, Arch. Gerardo La Rocca

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REDENTA NATURA URBS CONDITA ESTLa piazza simbolo della città“fondata”“Redenta natura urbs condita est”. E’ da questa particolare condizione di città fondata, testimonianza dell’intervento dell’uomo, delle sue capacità di ordinare la natura, di redimere la palude e nello stesso tempo disegnare la città nuova che prende le mosse l’ipotesi di riqualificazione della piazza del Popolo di Latina, che, approfondendo la riflessione sull’identità spaziale del luogo “fondato”, pone il rapporto dialettico tra le preesistenze e il nuovo necessario assetto dello spazio pubblico. La piazza del Littorio, oggi piazza del Popolo, rappresenta il simbolo della città nella doppia valenza di memoria della trasformazione del territorio e di “monumento di se stessa”. Essa è il centro dell’impianto della città radiale sorta sul luogo storico, detto “Cancello del Quadrato”, incrocio di strade preesistenti che conducevano dai Monti Lepini al mare. Nella stesura del primo piano regolatore Oriolo Frezzotti, progettista di Littoria, traduce sulla carta, alla lettera, le indicazioni provenienti dall’alto che volevano in quel luogo semplicemente un borgo rurale. La piazza del Littorio, baricentro della figura geometrica tracciata dalla rete di strade, è allora il luogo in cui, senza pretese, si concentrano sia le funzioni pubbliche sia i servizi: il Municipio, come pure il Mercato o il Dopolavoro. Nei due anni trascorsi dalla prima stesura del piano, Frezzotti, in seguito ai nuovi indirizzi, lasciando inalterato il tracciato viario e la centralità della piazza, sostituirà il dimesso e solitario “centro” del borgo rurale con un sistema di piazze (Tribunale, Piazza Quadrato) impostate sull’asse di simmetria longitudinale di piazza del Littorio. Su di essa si succederanno gli edifici più rappresentativi della città, con viali alberati e quinte prospettiche; l’ordine gigante dei nuovi colonnati marmorei si accosterà ai bassi porticati intonacati, con un risultato finale “eclettico” che esprimerà le due anime di un’unica città. E’ così che all’interno dell’attuale piazza del Popolo convivono, senza amalgamarsi, la “ruralità” dei primi edifici e il “monumentalismo” del nuovo edificio pubblico della “città nuova” (attuale Palazzo del Genio civile) che, posto ad est, sul fondale dell’asse di simmetria della piazza, lascia un irrisolto vuoto nel “parterre” che Frezzotti non riuscirà mai a colmare. Malgrado i vari tentativi del progettista, Il risultato finale sarà quello di una piazza progettualmente incompiuta.

Linda De Luca, Arch. Gerardo La Rocca — Premio di architettura Ernesto Lusana - V Edizione

La piazza attuale La peculiare e recente “origine” di tale spazio, rispetto a molte altre piazza italiane, lo rende particolarmente problematico. L’ampiezza della piazza, pensata per le adunate politiche del ventennio e con larghi spazi destinati alle auto, crea oggi disagio e scarsa vivibilità. La piazza intesa come luogo delle relazioni e della sosta è inesistente; il parcheggio indiscriminato e l’utilizzo come “rotatoria” per la circolazione delle auto frammentano lo spazio pubblico. Gli edifici che prospettano sulla piazza sono occupati prevalentemente da uffici, per cui lo spazio pubblico risulta animato esclusivamente negli orari di apertura degli stessi, salvo eventi particolari. I larghi spazi della piazza e il posizionamento dei portici “a contorno” non permettono di usufruire di zone per il riparo dal sole estivo o dalla pioggia. Il giardinetto all’italiana risulta trascurato e poco vissuto. Uno spazio pavimentato anonimo e inutilizzato, se non per manifestazioni di carattere spontaneo e temporaneo, caratterizza il vuoto urbano sul lato est della piazza. Emerge, dalla breve analisi formulata, una totale assenza di spazi attrezzati di incontro e scambio per la collettività. Verso una nuova identità Occorre dunque un atto “rifondativo” che, attraverso una ridefinizione degli spazi e una nuova utilizzazione degli stessi, sia capace di creare una piazza fruibile per i cittadini, potenziandone la naturale vocazione di centro vitale di uso quotidiano. Un luogo in cui la città contemporanea ritrovi una nuova identità e rappresentatività. La piazza, intesa nell’accezione generale del termine, è stata nella storia il luogo pubblico che più di ogni altro ha incarnato e descritto il legame tra identità sociali e valori collettivi di una città: centro di vita sociale, l’agorà, il “foro” rappresentavano luoghi in cui, lontano dal traffico, si svolgeva la vita politica, commerciale, religiosa. Nella “Gaia scienza” di Friedrich Nietzsche, che racchiude la “summa della filosofia dell’architettura” del pensatore, si legge: “Bisognerà una volta, e probabilmente in un prossimo futuro renderci conto di quel che manca soprattutto alle nostra grandi città: luoghi tranquilli e ampi, ampiamente estesi, per la meditazione, luoghi con lunghi loggiati estremamente spaziosi per il tempo cattivo o troppo assolato, nei quali non penetra il frastuono dei veicoli e degli imbonitori…”…”noi ci adeguiamo, per così dire, agli alti colonnati che percorriamo”. Sono queste le caratteristiche di un ambiente umano governato da “grandezza, calma e solarità, qualità in cui ogni cosa terrestre si trasfigura”. Nel tentativo quindi di dare alla piazza una nuova definizione, si è posto al centro del progetto l’uomo, primo fruitore dello spazio pubblico a cui, attualmente, viene lasciato poco spazio. Il traffico veicolare rimane marginale alla piazza. Con l’obiettivo di produrre un nuovo equilibrio nel controllo spaziale dell’invaso principale e degli spazi intorno, sono state introdotte le figure del “Portico” e della cosiddetta “Loggia dei Mercanti” , tipi edilizi emblematici di una dimensione civica persa e da riscoprire, ed è stato utilizzato il verde come complemento alle architetture (come nel caso delle siepi di gelsomino e degli alberelli “ordinati” intorno allo spazio centrale) e come elemento rappresentativo e di caratterizzazione degli spazi (come nel caso del “giardino all’italiana” rivisitato).

La Loggia dei mercanti Il lato della piazza caratterizzato dalla presenza dell’edificio del Genio civile presenta una evidente mancanza di risoluzione architettonica. L’ipotesi progettuale, pur mantenendo una sostanziale trasparenza verso l’edificio monumentale, tende a ricreare una situazione di “intimità”, occupando un vuoto urbano con una struttura leggera coperta, che propone una libera reinterpretazione della “Loggia dei Mercanti”, presente in uno dei primi progetti di Oriolo Frezzotti. Essa, vivibile normalmente come grande galleria urbana, riparata d’inverno ed ombreggiata d’estate, risulta predisposta ad accogliere eventi occasionali quali fiere e mostre temporanee. In situazione normale è un luogo dove passeggiare e incontrarsi; vi sono inoltre posizionati in maniera stabile alcuni pannelli di cristallo finalizzati alla comunicazione turistica e sulla storia della città. La galleria coperta, alta m. 6, protetta da una copertura leggera sostenuta da esili pilastri metallici, come i loggiati tre-cinquecenteschi non ha una precisa destinazione, ma la vocazione a configurare occasioni di incontro e di sosta. Recinti trasparenti in cristallo possono contenere attività espositive e altri eventi, creando partizioni temporanee amovibili. Il cristallo renderà questi recinti mobili vetrina trasparente e luminosa, sia di giorno che di notte. Un ambiente unico, scandito dal ritmo delle esili colonne, strutturate in modo da riprendere gli allineamenti del portico monumentale del Genio civile e, sul lato interno della piazza, ordinate in senso longitudinale rispetto alla loggia stessa, a formare una sorta di cannocchiale visivo, di collegamento con i porticati dei due edifici che chiudono questo lato della piazza a nord e a sud. Le attività espositive potranno svolgersi anche all’aperto, con possibilità di estensioni puntuali in occasione di eventi tematici (fiere dell’antiquariato, mercatini di Natale, mostre di fotografia e di pittura, ecc.). In copertura, un sistema di pannelli fotovoltaici garantisce l’autonomia energetica della piazza. Uno spazio coperto, ma luminoso, inteso come “condensatore di relazioni” e “generatore di energia”, non solo elettrica, ma anche vitale per la piazza e per la città intera.

Il Portico I portici hanno un profondo potere poetico. Sono una porta sempre aperta. Favoriscono il raccoglimento del pensiero, trasformano una sensazione paesaggistica in “immagine adatta a meditazione o ricordo. Bloccano il cielo: lo incorniciano, gli danno una figura perfetta. Ritagliano gli scorci della natura, intensificano la visione dell’ambiente. Evocano i tempi e i modi dell”andar ragionando” . Disegnano spazi ideali per conversare e per riflettere. Nel nuovo schema geometrico della piazza, il Portico occupa il lato sud del quadrato principale, all’interno del quale è inscritto il quadrato più piccolo, costituito del giardino all’italiana. Il portico, scandito dal ritmo di esilissimi pilastri collegati da altrettante travi crea, come un brise-soleil, una zona ombreggiata, lasciando filtrare la luce. Un sistema di sedute ne scandisce tutta la lunghezza.

Il giardino all’italiana – il verde “ordinato” Seppur rivisitato e “rialzato” di circa mezzo metro rispetto al resto del parterre, con cui è raccordato mediante rampe, rimane un segno indiscusso nel piano urbanistico di riqualificazione. Alle forme piatte del giardino attuale (salvo gli alberelli piramidali), il progetto contrappone dei solidi geometrici generati dall’estrusione delle forme originarie. Questa semplice estrusione, unita a delle trasformazioni applicate ai volumi ottenuti, permette una gerarchizzazione dello spazio pubblico: un volume diventa seduta, un altro siepe, un altro ancora si configura come gioco d’acqua. Si genera così un luogo più raccolto, una sorta di “salotto buono” (con la fontana ornamentale che resta al centro della composizione), ove è possibile leggere il giornale, chiacchierare, osservare. A sottolineare ed uniformare la composizione, il progetto prevede un “tappeto” di calcestruzzo architettonico, contornato da una bordura in “corten”. Siepi di bosso ordinate a formare i quattro quadranti del giardino all’italiana contengono cespugli di rose di quattro tipologie. Siepi di gelsomino su strutture intelaiate (per facilitarne la manutenzione) e alberi “ordinati, segnano i contorni del quadrato .

Il “parterre” Il parterre è costituito dal piano orizzontale della superficie di un rettangolo che abbraccia l’intera piazza, salvo lasciare una (molto ridimensionata) viabilià, tutt’intorno, per mezzi di soccorso e carico/scarico, all’insegna di una piazza tutta da vivere. Sul lato ovest, in corrispondenza del Municipio, il disegno della piazza racchiude e dà forza al disegno di Frezzotti, creando un quadrato nel quadrato che riporta l’isola, rappresentata oggi dal giardino all’italiana, ad abbracciare una superficie più ampia, da vivere come passeggio, seduta, gioco, riportando ad una scala più umana la piazza, ed avvicinando in questo modo le quinte edilizie. I due quadrati inscritti uno nell’altro sono a loro volta inclusi nel rettangolo pavimentato in lastre di basalto con ricorsi in travertino. Il giardino all’italiana è caratterizzato da calcestruzzo architettonico, e utilizza il travertino per le fontane e per le panchine (la dimensione aulica, di rappresentanza). Gli spazi fruibili attrezzati sono pavimentati con mattoni a spina di pesce, a segnare gli spazi delle relazioni (la dimensione civica). Il parterre è circondato dal porfido dei percorsi lasciati per la viabilità di soccorso e carico/scarico merci. La piazza viene dunque misurata, dimensionata, articolata in episodi, sequenze e gerarchie spaziali e funzionali anche attraverso la variazione dei materiali di rivestimento delle superfici. Il piano orizzontale della superficie ricorda il passato rurale del luogo, i rapporti di prossimità con la campagna. Tutti gli spazi tengono conto della possibilità di fruizione da parte dei disabili.

Il verde “libero” e il gioco Si ritiene che il verde sia fondamentale elemento di caratterizzazione dello spazio pubblico per il suo elevato potenziale estetico e fruitivo. Per l’estremità ovest della piazza si prevede una zona a verde attrezzato con giochi per bambini, percorsi pedonali e alberi “liberi” di essenze autoctone (tigli e lecci). Questa zona è separata dal “parterre” da una pista ciclabile attrezzata con bike park.

La mobilità’ Si prevede un nuovo approccio al traffico della piazza per permetterne una fruizione a misura d’uomo, attraverso l’introduzione di una mobilità integrata tra veicoli privati, pubblici, piste ciclabili, zone a traffico limitato e pedonali, nella consapevolezza che è necessario decongestionare il centro della città partendo anche dall’educazione ad una mobilità sostenibile. La viabilitàè stata riorganizzata all’interno della piazza attraverso una circolazione limitata ai mezzi di soccorso, e carico/scarico merci che ne lambisce i confini. Nell’area intorno alla piazza si prevede una zona a traffico limitato ai mezzi autorizzati. Lungo la pista ciclabile, che lambisce lo spazio alberato a ovest della piazza, è attrezzata una stazione di servizio di biciclette pubbliche, un bike park, per una mobilità sostenibile, costituita dall’utilizzo di mezzi pubblici e di biciclette condivise per i viaggi di prossimità, dove il mezzo pubblico non arriva o non può arrivare. Si prevedono inoltre rastrelliere per biciclette di proprietà. L’asse viario sud-nord tangente al borgo di “Cancello quadrato” viene mantenuto idealmente attraverso il segno della pavimentazione. Pur essendo una spazio pedonalizzato che appartiene al “parterre” della piazza, esso, protetto da dissuasori telescopici, potrà essere aperto in occasioni particolari (eventuale passaggio mezzi di soccorso, scarico in occasione di mostre particolari, sfilate, cortei, processioni, ecc.).

L’illuminazione Lo studio dell’illuminazione persegue e rafforza i principi di organizzazione della piazza. L’orizzontalità del piano è sottolineata da un “tappeto” di “led” che segue i percorsi evidenziati dai ricorsi in travertino, rafforzandone il segno. Il giardino all’italiana ha, nell’illuminazione delle fontane, che seguono il getto dell’acqua, il suo punto scenografico. Inoltre il disegno storicizzato, ripreso dalle panche in travertino, è sottolineato ed enfatizzato da un’illuminazione lineare a terra. Le piante sono valorizzate attraverso l’utilizzo di spot dal basso. Le quinte edilizie sono valorizzate da un’ illuminazione di tipo wall washer che ne evidenzia i tratti architettonici. I fuochi spaziali della composizione sono evidenziati dalla luce che si proietta verso il basso, proveniente dalle coperture luminose della Loggia e del Portico. Proiettori posti su pali (sei in tutto) lungo il contorno del parterre, illuminano la strada in porfido. Le scelte progettuali dell’illuminazione considerano con attenzione anche le normative che tutelano l’inquinamento luminoso.

BLUESPACE MAQUINISTA - FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales

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El edificio tiene forma de “L” y se sitúa en una zona industrial y de almacenes fuera del núcleo residencial. La adecuación del edificio al cumplimiento de los parámetros urbanísticos y el programa funcional de la nave (trasteros en alquiler) origina un volumen de tres plantas con fachada ciega y planta baja mas abierta hacia la Calle Potosí y que se desarrolla hasta agotar la superficie fondearía máxima. Singularidad y carácter se consiguen a partir de las dimensiones del edificio, que sobresale con respecto a los restantes edificios vecinos, destacándose a la vista desde la calle. La estructura que se utiliza es de hormigón armado in-situ, que tiene una relación sección-resistencia excelente y es mucho mas económica que la alternativa prefabricada. El utilizo del edificio permite que la gran superficie de cerramientos necesaria se resuelva con tan sólo una hoja de obra de fabrica de bloques de mortero y las plantas sean libres. Dado el uso que tendrá el edificio el transito interior será puramente ocasional, por lo tanto se prevé un bajo deterioramiento y un mantenimiento mínimo.

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo Gonzales — BLUESPACE MAQUINISTA

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