Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE DEL " PADIGLIONE-INFANZIA " - Luca Pozzi, Daniele Marchetti, Domenica Laface, Ilaria Sisto, stefano cioncoloni, Franco Santucci

$
0
0

L’idea Il concorso muove dalla volontà di costruire una città pubblica ed integrata con le esigenze dei bambini, anche di quelli con disabilità sostenendo il diritto al gioco e prevedendo spazi idonei a tale funzione che trasformino il territorio.
Il progetto afferma l’identità e la riconoscibilità dello spazio. Il tema stesso della progettazione diventa l’oggetto architettonico. La funzione, si traduce in forma. Il gioco è un tratto fondamentale della natura umana ed è condiviso anche da numerose altre specie animali. Può considerarsi uno strumento assolutamente necessario ai fini dell’integrazione e dell’inclusione. L’esperienza diretta ci insegna che il gioco codifica e stabilisce i sistemi di relazione tra bambini ma anche tra piccoli e adulti. Per questo l’edificio rappresenta un gioco, quello delle costruzioni in legno con cui tutti abbiamo giocato. Gli elementi semplici con i loro colori primari, diventano oggetti da comporre ed impilare. Le funzioni diventano il motore primo della creazione della forma, la tensione dell’architettura non è solo legata alla rappresentazione, ma anche e soprattutto all’uso. Il progetto si compone sommando i volumi caratterizzati da differenti colori e materiali affinchè sia facile distinguere le funzioni accolte all’interno di ogni singolo spazio.
Il progetto_gli spazi interni L’edificio è inscritto all’interno dell’area di progetto e costituito da tre volumi affiancati: un cilindro posto ad est, un prisma rettangolare per l’edificio centrale, un prisma triangolare per l’edificio posto ad ovest ed infine un prisma rettangolare per il corpo distribuzione. Il fabbricato si compone di due piani fuori terra e di una terrazza posta sulla copertura. L’ingresso all’edificio è collocato sul fronte sud-est. Attraverso l’alternanza vibrante dei setti pieni pigmentati di blu e delle ampie vetrate verticali, si accede alla zona dell’accoglienza. Al piano terra sono collocate le cinque aule richieste. L’aula dedicata alle attività motorie è inserita nel volume cilindrico. Il corpo centrale, concepito in mattoni pieni, rossi, ha un carattere introspettivo ed ospita i servizi igienici. Sul fronte nord est, è stata inserita l’aula oscurabile. Il ritmo delle bucature presenti in facciata, viene riletto in modo ludico e le aperture diventano piccoli lucernari che garantiscono un apporto di luce naturale.
Il volume della distribuzione, è caratterizzato da una lunga finestra verticale. Il primo piano è dedicato agli incontri con le famiglie e agli spazi del personale. Lo spazio polivalente previsto nel volume triangolare giallo, prevede le librerie della biblioteca addossate alle pareti lasciando lo spazio libero per ospitare le differenti attività previste al suo interno. Qui le bucature sono pensate come piccoli poligoni triangolari che si trasformano in gemme sfaccettate poste sulla copertura con funzione di lucernario.
Il progetto_gli spazi esterni recinzioni e segnaletica In copertura a coronamento dell’edificio circolare, è collocata la terrazza.
I giardini esterni, facilmente accessibili e visibili dall’interno, si sviluppano tutti attorno all’edificio. Le bande in asfalto pigmentato e le fasce in tartan/gomma colorata per esterni, si alternano al verde. Questo disegno è movimentato dalla disposizione puntinata delle alberature. Integrandosi allo spazio pubblico circostante, il progetto degli spazi all’aperto, rende possibile la condivisione tra le attività del Parco e quelle della Ludoteca. Le recinzioni sono immaginate come elementi verticali lignei (certificati FSC) come cancelli d’accesso previsti sul fronte sud est.
Per la segnaletica saranno utilizzati dei pittogrammi di immediata comprensione che riporteranno il colore dell’edifico in cui è ospitata la funzione cercata e conterranno indicazione della direzione da seguire
. Sostenibilità ambientale ed energetica La scelta dei materiali, intonaco e mattoni faccia a vista su cappotto consente la realizzazione degli involucri garantendo ottime caratteristiche dal punto di vista della classe energetica. Il progetto intende adoperare tutti gli accorgimenti necessari in termini di ecosostenibilità per permettere un’eventuale certificazione con protocollo LEED: installazione di riduttori di portata che diminuiranno il consumo di acqua potabile dei miscelatori, cassette WC a doppio pulsante, irrigazione del giardino con sistemi “a goccia”, sensori di umidità e di pioggia, pompa di calore da elevato COP per il riscaldamento/raffrescamento. I materiali saranno prodotti e lavorati entro un raggio di 350 km dal sito, con alto contenuto di riciclato. Si potrebbero adottare sistemi per la schermatura automatica dei serramenti nel caso di incidenza solare diretta, e la “dimmerizzazione” dell’illuminazione interna (completamente a LED) in funzione di sensori di daylight e di presenza. L’utilizzo dei suddetti accorgimenti permettono l’abbattimento di oltre il 40% i consumi e le emissioni rispetto ad un sistema tradizionale.

Luca Pozzi, Daniele Marchetti, Domenica Laface, Ilaria Sisto, stefano cioncoloni, Franco Santucci — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE DEL " PADIGLIONE-INFANZIA "

Luca Pozzi, Daniele Marchetti, Domenica Laface, Ilaria Sisto, stefano cioncoloni, Franco Santucci — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE DEL " PADIGLIONE-INFANZIA "

Tavola 1

Luca Pozzi, Daniele Marchetti, Domenica Laface, Ilaria Sisto, stefano cioncoloni, Franco Santucci — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE DEL " PADIGLIONE-INFANZIA "

Tavola 2

Luca Pozzi, Daniele Marchetti, Domenica Laface, Ilaria Sisto, stefano cioncoloni, Franco Santucci — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE DEL " PADIGLIONE-INFANZIA "


Abitazione MM - Menichetti+Caldarelli Architetti

$
0
0

Un progetto per una abitazione su due livelli,caratterizzati da grandi aperture che immergono la casa nelle luce. La scala centrale a sbalzo diventa il fulcro del progetto,attorno alla quale si distribuiscono le funzioni del vivere. Il piano terra si caratterizza per linee nette e tagli a soffitto per l’illuminazione ed il condizionamento,la malta a terra rende tutto uniforme e continuo,l’ottone brunito decora gli spazi. Al piano primi trovano spazio le camere ed i bagni,sempre caratterizzati da segni asciutti.

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

Menichetti+Caldarelli Architetti — Abitazione MM

foto Paolo Tosti

passerella pedonale torrente Egola - San Miniato - Massimiliano Monteverdi

$
0
0

L’oggetto del concorso riguarda la proposta di un’idea per una passerella ciclopedonale sul torrente Egola ed il tracciato di un percorso, anch’esso ciclopedonale, che unisca le frazioni di Molino d’Egola e Ponte a Egola.

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

L’approccio alla progettazione ha comportato una valutazione attenta di quelle che fossero gli aspetti principali che avrebbero dovuto caratterizzare l’intero intervento e che avrebbero dovuto trarre le loro origini dal contesto ambientale in cui si sarebbe andata ad inserire sia la passerella pedonale che il tracciato del percorso ciclopedonale. A seguito di alcuni sopralluoghi, si è potuto constatare alcune caratteristiche che contraddistinguono sia il conglomerato edilizio circostante sia il paesaggio che lo ospita. Dal punto di vista paesaggistico, l’ambiente presenta canoni naturalistici molto spiccati. Nelle strette vicinanze dell’argine destro del torrente Egola, dove si sviluppa la quasi totalità dell’intervento, si ha un’assenza praticamente completa di edifici o abitazioni e si apre uno spazio caratterizzato da campi dedicati a varie colture o a prati adibiti ad altre mansioni contadine. Le abitazioni più vicine si trovano nelle località Molino d’Egola e Oltregola, ovvero praticamente agli estremi rispetto a quello che sarà il tracciato del percorso ciclopedonale. Al contrario, nelle strette vicinanze dell’argine sinistro del torrente Egola si trova un conglomerato edilizio più denso sia dal punto di vista abitativo che dell’incidenza delle parti costruite sul territorio. Questa area presenta tipologie edilizie variegate ma che presentano alcuni caratteri architettonici ed estetici comuni e predominanti. In particolar modo si può evidenziare come molti di questi edifici sia realizzati, in parte o nella totalità, con mattoni pieni facciavista. Questa caratteristica è riscontrabile in ogni tipologia costruttiva presente nel conglomerato edilizio che si trova nelle strette vicinanze del torrente Egola, sia negli edifici collettivi o pubblici sia nelle abitazioni private. La predominanza di strutture che presentano un aspetto caratterizzato, in parte o nel complesso, da mattoni facciavista, fa si che questo sia un connotato predominante da tenere fortemente in considerazione per integrare il nuovo intervento nel tessuto urbano circostante.

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

A seguito di una valutazione preliminare dei luoghi di intervento e dei connotati estetici/architettonici principali del tessuto edilizio circostante, sono state definite alcuni capisaldi attorno ai quali si è sviluppata l’idea progettuale per la passerella ed il percorso ciclopedonale. L’obiettivo finale della progettazione sarebbe dovuto essere quello di creare un intervento che trasmettesse all’utente la sensazione di trovarsi in un luogo da sempre appartenente a quella comunità e a quei caratteri urbanistici che da sempre la contraddistinguono ma che al tempo stesso presentasse connotati architettonici tali da renderlo riconoscibile e contemporaneo. In sintesi, sarebbe dovuto essere un intervento che rappresentasse una naturale evoluzione dei caratteri estetici ed architettonici già presenti sul territorio e che da sempre lo contraddistinguono. Tuttavia, era ancor più fondamentale garantire che l’intervento presentasse caratteristiche funzionali idonee alle necessità della comunità e dell’utenza e che esaudisse in pieno le aspettative di servizio che sarebbe andato a svolgere. Tutti questi motivi sono andati a comporre una lista di caposaldi che hanno influenzato e indirizzato la progettazione e che la proposta presentata si ritiene rispetti nella loro totalità. Questo elenco di punti focali per la progettazione può essere sintetizzata come segue: • Integrazione con i caratteri naturalistici dell’area d’intervento • Richiami ai caratteri architettonici ed estetici del tessuto edilizio circostante • Ideazione di un intervento riconoscibile e contemporaneo • Aspetti funzionali in linea con le necessità della comunità e dell’utenza

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

Le linee guida fornite nel bando ipotizzano il posizionamento della passerella pedonale nei pressi della scuola materna, dove è stata realizzata recentemente una “porta” attraverso la quale si accede all’argine sinistro del torrente. Oltre all’indicazione del posizionamento della passerella sul torrente, vengono fornite anche indicazioni sul tracciato del percorso ciclopedonale e del collegamento dello stesso alla rete viaria esistente. Queste ultime indicazioni sono state recepite parzialmente in quanto giudicate non perfettamente idonee all’obiettivo del concorso. Nel dettaglio, in prossimità della località Molino d’Egola erano previsti due tratti di collegamento fra il percorso ciclopedonale e la già esistente rete viaria locale. Visto la vicinanza di questi due tratti si è ritenuto che uno fosse superfluo e si è optato per realizzarne solamente quello terminale. Questa scelta permetterà un sensibile risparmio economico, non soltanto dal punto di vista dei costi di realizzazione ma anche degli oneri di esproprio delle proprietà private sopra le quali sarebbe stato realizzato.

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

Il tracciato del percorso ciclopedonale che viene proposto non rispetta fedelmente le linee guida fornite. Le linee guida prevedevano il collegamento alla via Vecchia del Molino attraverso un tratto che avrebbe attraversato trasversalmente alcune proprietà private. La nostra proposta prevede invece che il percorso ciclopedonale colleghi la località di Molino d’Egola e la via Vecchia del Molino lungo un tracciato che corre a fianco del torrente Egola, sfruttando gli spazio sopra l’argine destro che verranno, dove necessario, ridimensionati adeguatamente. Anche questa scelta porterà sensibili risparmi sugli oneri di esproprio evitati.

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

La posizione della passerella pedonale, al contrario, rispetta completamente le linee guida, in quanto la localizzazione suggerita risulta essere ben posizionata rispetto al complesso dell’intervento e permette un collegamento più diretto alla viabilità al di là della riva sinistra del torrente. Si è deciso di creare un percorso disgiunto fra la viabilità pedonale e quella ciclabile per permettere una miglior fruibilità di entrambe. Con la separazione completa delle due destinazioni d’uso sarà possibile sfruttare entrambi i percorsi al meglio in quanto, allargando la sede della viabilità, sarà possibile l’utilizzo sia da parte di un’utenza incline ad un uso sportivo/agonistico sia da parte di un’utenza canonica, cioè che sfrutti questo percorso per attività ricreative e per il passeggio. Per rendere ancora il più possibile sicuro l’utilizzo da parte di qualsiasi tipologia di utenza, sono stati studiati con cura gli incroci e le biforcazioni dei percorsi pedonale e ciclabile in prossimità della passerella sul torrente. Sono state previste anche due aree di sosta coperte dove i fruitori potranno sostare liberamente. In particolare, l’area di sosta posizionata su via Vecchia del Molino è stata predisposta per fungere anche da pensilina per la sosta dei mezzi per il servizio di trasporto pubblico e per il ricovero di biciclette classiche ed elettriche. Questa area di sosta, infatti, è dotata di panchine, di rastrelliere per le biciclette classiche, di torrette per la ricarica di biciclette elettriche (per un eventuale servizio di noleggio da parte dell’amministrazione comunale) e di un monitor che trasmette le principali informazioni sul servizio di trasporto pubblico locale. Si prevede di dotare entrambe le aree di sosta di prese elettriche e di servizio wi-fi da distribuire anche lungo l’intero percorso ciclopedonale mediante il posizionamento di alcune antenne. Tutte queste dotazioni che prevedono il consumo di energia elettrica saranno alimentate dai pannello solari integrati nella copertura delle aree di sosta. Anche i lampioni che illumineranno il percorso saranno alimentati da pannelli solari integrati. Questi accorgimenti fanno in modo che l’intero intervento sia completamente autonomo dal punto di vista energetico.

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

macropartizione

Particolare importanza è stata data ai materiali impiegati. Gli elementi in elevazione ed i cordoli di contenimento del manto di pavimentazione del percorso ciclopedonale, saranno realizzati in mattoni pieni di terracotta. Questa scelta è dovuta dalla volontà di stabilire una continuità ed un connubio con le caratteristiche architettoniche degli edifici circostanti. L’intera zona è caratterizzata da edifici che presentano pareti in mattoni pieni facciavista e, per creare un dialogo fra il vecchio e il nuovo e per integrare l’intervento nel tessuto edilizio locale, si è scelto di impiegare la stessa tipologia costruttiva.

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

tavola 01/02

L’utilizzo di un materiale antico e classico come il mattone pieno facciavista contrasta in maniera evidente ma accattivante con le forme della passerella ciclopedonale. Questa presenta infatti un pilone principale biforcato che segue una forma a semiellisse con una sezione modellata in funzione delle sollecitazioni che la percorreranno. Infatti, i due rami che compongono il pilone biforcato, hanno una sezione trasversale ad ellisse che varia di dimensione in funzione delle nelle necessità strutturali dei vari tratti. Infatti, il bracci verticale, che ricopre la funzione strutturale principale di trasmissione a terra dei carichi della passerella, ha una sezione trasversale mediamente sempre più grande di quella del tratto inclinato, che funge quasi esclusivamente da stabilizzatore della struttura. I carichi della passerella sono trasmessi al pilone centrale attraverso una serie di stralli continui che scavalcano in senso longitudinale la sommità del pilone con continuità, senza interrompersi in sommità. Questi stralli sono sfalsati in pianta e sorreggono la superficie della passerella trattenendo una spina centrale dalla quale si diramano una serie di “vertebre” trasversali. Le “vertebre” trasversali raccolgono i carichi concentrandoli centralmente lungo la spina longitudinale collegata agli stralli, che a loro volta li trasmettono al pilone biforcato centrale. Tutte queste parti hanno una finitura metallica satinata, chiara o scura, che accentua ancora il contrasto con le parti in mattoni pieni di terracotta. Grande attenzione è stata data ai materiali per le superfici pavimentate. Le pavimentazioni delle aree di sosta sono realizzate mediante materiali fotocatalitici che permettono un grande abbattimento degli agenti inquinanti dovuti al traffico e non solo. Mentre le pavimentazioni del percorso ciclopedonale sono realizzate mediante un materiale innovativo che conferisce alla superficie un altissimo livello di drenaggio, cancellando completamente la possibilità della creazione di allagamenti o pozzanghere lungo l’intero percorso. Questo importante accorgimento farà si che il percorso ciclopedonale sia utilizzabile sempre e con qualsiasi condizione atmosferica senza che particolari condizioni avverse possano inficiarne o limitarne l’integrità e che possa venir meno la sicurezza dell’utenza durante il suo utilizzo.

Massimiliano Monteverdi — passerella pedonale torrente Egola - San Miniato

tavola 02/02

La cura delle scelte e il dettaglio con cui è stata eseguita la progettazione fanno in modo che si possa avere un intervento che presenta alte prestazioni tecniche e funzionali, un aspetto armonioso, moderno, innovativo ma allo stesso tempo conservatore della realtà e della cultura locale e dell’ambiente naturalistico che lo circonda e in cui si inserisce.

openspace in seminterrato - Pietrasanta - Massimiliano Monteverdi

$
0
0

CARATTERISTICHE: 47mq di cui 30mq liberi; ingresso indipendente; camino in mattoni da mantenere; penisola in mattoni da mantenere; accesso a piano terra da mantenere; pavimento in cotto da mantenere; locale bagno da potenziare. RICHIESTE: realizzazione di un’abitazione completa; ambiente aperto; nessun arredo a scomparsa; demolizioni ed opere murarie contenute.

Massimiliano Monteverdi — openspace in seminterrato - Pietrasanta

MACROZONE: zona notte, 10mq; zona pranzo, 8mq; zona giorno, 12mq; servizi, 8mq; accessi, 9mq

Massimiliano Monteverdi — openspace in seminterrato - Pietrasanta

La filosofia alla base di questo progetto è stata quella di creare un ambiente caldo ed accogliente e di implementare il più possibile la percezione degli spazi. Si è voluto dotare l’appartamento di tutti gli ambienti che caratterizzano un’abitazione standard senza ricorrere all’utilizzo di arredi a scomparsa o polifunzionali. Per amplificare la percezione degli spazi non è stata aggiunte nessuna parete divisoria. Anche fra la zona notte e la zona giorno è stato utilizzato un filtro vetrato con una tenda rigida retrostante che permette sia di isolare a piacimento l’ambiente sia di creare un gioco di riflessi che inganna la vista conferendo una dimensione più grande al monolocale. La disposiozione degli arredi è perimetrale e lontana dall’ingresso, questo per avere un’ampia zona libera di accesso e per ottimizzare gli spazi. Per rendere l’ambiente caldo ed accogliente ma leggero, sono state utilizzate tinte luminose e materiali naturali di colore chiaro.

Massimiliano Monteverdi — openspace in seminterrato - Pietrasanta

La zona pranzo è suddivisa in 3 parti. Lungo la parete perimetrale si trovano tutti gli elettrodomestici: piano cottura, forno, frigorifero e congelatore. Dal mobile fuoriesce una prospicenza sormontata da una lastra di vetro che forma un filtro con la zona notte e che ospita cassetti e scompartimenti utili per contenere sia gli utensili della cucina che gli oggetti di tutto l’appartamento. Centralmente si trova la penisola in mattoni che è stata conservata e il cui piano è stato sostituito con un piano più grande. Le attuali dimensioni fanno in modo che possa essere utilizzato nello stesso momento sia come piano lavoro per la cucina che come tavolo da pranzo. Le sue dimensioni permettono anche di aggiungere posti tavola fino a 6 persone. A fianco della cucina si trova l’accesso al locale bagno che è stato potenziato grazie alla unificazione con il locale caldaia adiacente. Il locale è dotato di doccia ed è arredato con un grande specchio per dare una percezione amplificata degli spazi.

Massimiliano Monteverdi — openspace in seminterrato - Pietrasanta

La porzione di ambiente opposta all’ingresso è stata dedicata al relax e al riposo. Nell’angolo a nord/ovest è stata posizionata la zona notte, dotata di un ampio armadio a muro. Una pedana di 40cm contribuisce ad isolarla ed identificarla e un filtro vetrato, abbinato ad una tenda, la separa dagli altri ambienti. Questo filtro protegge la zona notte sia dalla visuale sia dagli odori della cucina. Il letto si affaccia direttamente sulla zona camino nell’angolo a sud/est e questo aspetto dona alla zona notte un carattere romantico e accogliente. Di fronte al camino è posizionato un divano corredato da poggiapiedi imbottiti. Questi poggiapiedi possono essere posizionati nello spazio fra camino e divano per creare una superficie morbida e continua con il piano del divano. In questo modo si crea un angolo caldo e rilassante attorno al focolare. I poggiapiedi imbottiti posso essere sfilati e posizionati a fianco del camino per ricavare ulteriori posti seduti per gli ospiti.

Massimiliano Monteverdi — openspace in seminterrato - Pietrasanta

Massimiliano Monteverdi — openspace in seminterrato - Pietrasanta

STUDIO DI INGEGNERIA_D - serena carlucci

Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate - Luca Pozzi, Daniele Marchetti

$
0
0

Il progetto nasce dall’idea di caratterizzare i prospetti di un edificio mono piano immaginando che l’aspetto ed i materiali utilizzati esternamente possano raccontare il layout funzionale interno. La canonica suddivisione della zona notte e della zona giorno è immediatamente leggibile da fuori. Le coperture a falde si rivestono degli stessi materiali presenti sulle facciate conferendo al disegno del tetto tradizionale un tratto originale. L’open space della sala da pranzo e della zona relax sono posti in prossimità della cucina. I fronti che ospitano questi vani, si rivestono di un materiale caldo come il legno posato in elementi uniti tra loro che si diradano via via nel brise soleil che delinea la veranda. La sagoma tipica della copertura a capanna, infatti, si allunga verso l’esterno a disegnare l’ampio portico creando accattivanti giochi di ombre, luce e riflessi d’acqua. La zona notte, invece, è contraddistinta da un prospetto più pieno, a cui si sottraggono i vuoti delle finestre perimetrate dalle imbotti e si sommano i volumi dei bow windows . Il posto auto, si presenta come un volume materico e chiuso. La pianta quadrata del fabbricato custodisce al suo interno un segreto, un piccolo giardino. L’inserimento di questa suggestiva scatola di vetro, non è solo una soluzione funzionale atta a garantire l’illuminazione naturale dei vani interni ma conferisce al progetto un valore aggiunto, quello di un quinto prospetto. Il carattere dell’intervento, così fortemente scandito dai materiali e dai disegni di facciata, grazie al cortile interno, diventa anche introspettivo.

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

planimetria

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

prospetti

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

sezione

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

Luca Pozzi, Daniele Marchetti — Progettazione di nuove tipologie di Ville Prefabbricate

Lisboa Open Room_ Honorable Mention - Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río

$
0
0

An empty space, a full space.

Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río — Lisboa Open Room_ Honorable Mention

interior view

Alfama. A bridge between the current Lisbon and its history, a spring of water and winding paths surrounded by fado and saudade. The dialogue between the cultural and architectural heritage context, the place and the sea is respected by a large void that fills the square, perforated only by an space carved out in the calçada portuguesa, conceived from the courtyards of the _Sao Vicente_’s church.

Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río — Lisboa Open Room_ Honorable Mention

public space main view

The nature of_ Alfama_ builds this void which creates a new connexion refused until now. A piece of the Arab Lisbon, bathed of crooked ways, wants to penetrate deeper into the ground in order to generate new activities which can be overlaid on each other by following the natural relationships that flow within the Campo of Santa Clara.
Water and light. In pursuit of a sky, a vaulted space provides a roof for this void excavated below the Chafariz, spring water of Alfama, born of the portuguese architecture and the Cisternas which have punctured this place for centuries, pervading the reflection in the water of its streets forever. 
A large void over the emptiness.

A plane mirrored indefinitely. The nature of Alfama.

Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río — Lisboa Open Room_ Honorable Mention

Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río — Lisboa Open Room_ Honorable Mention

Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río — Lisboa Open Room_ Honorable Mention

Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río — Lisboa Open Room_ Honorable Mention

transversal section

Ernesto Urquízar Quesada, Carlos Soria, Federico Del Río — Lisboa Open Room_ Honorable Mention

Aereal situation view

University Hospital Building in UAE - Gaurang Trivedi, Bhushan Avasatthi

$
0
0

Project Detail:

Gaurang Trivedi, Bhushan Avasatthi — University Hospital Building in UAE

Scope of work included Level of Detailing (LOD500 ) till Facility management according to AIA standards for University Hospital building in the UAE. It also included Mechanical , electrical and plumbing as well as architecture and structural services including infrastructure. Interdisciplinary clash detection and construction simulation along with quantity ,scheduling and material take off .

Gaurang Trivedi, Bhushan Avasatthi — University Hospital Building in UAE

Challenges:

Gaurang Trivedi, Bhushan Avasatthi — University Hospital Building in UAE

Short turnaround time is the biggest challenge as construction already started on site. We were ready to take the challenge on the project and started integrating all disciplines within a strict deadline. We have provided on shore and off shore support to get faster collaboration.

Execution:

BIM provided the Constructors with a visual communication which helps to assist all the stakeholders in a project. During the initial tendering stage of a project it provides the Contractor with a means to visually show a client how he intends to construct the project, and what considerations he has provided for within his design and price that best suit the clients ‘needs. The preparation of the model within the tender process also enables the contractor to understand and challenge the designers’ details.

BIM will also provide the ability for contractors to abstract material quantities from the model. This enables the contractor to accurately measure and quantify the elements of the structure efficiently and to a greater degree of detail than previously available

Finally company ended up being an excellent service provider and an innovative trusted offshore business partner.

Client was the main contractor for this project and wanted to find out all inter discipline clashes before starting the construction these helped him to finish construction on time as per tender deadline and saving of money.

In summary, the benefits to client were:

- As-built BIM information for operations, maintenance, and facility management purposes. - Building information needed for O&M and FM purposes was not the building’s geometry, but consists of text. - It provided a framework for building owners to specify the content and scope of electronic as-built record deliverable

If you would like to discuss your project requirements, please email us at info@truecadd.com.


el-Atlal - AAU ANASTAS

$
0
0

The association of vast terraced landscapes and nodal dense urban fabrics constitutes the main structure of the Palestinian cities. The nodal point of the city is divided in neighborhoods, called harat. A hara is defined by a neighborhood in which inhabitants share common ideas. It defines a district, a place, a space but also a group of persons, a large family.

AAU ANASTAS — el-Atlal

The el-Atlal dunes

In Palestine, the most common construction material is stone. Stone is abundant, widely available and –foremost – an urban law imposed by the Ottomans requires stone construction in order to unify the built landscapes. This law underlines the shift from a self-managed urbanism to an authority urbanism. Although the social structure built around the harat still exists, it is progressively disappearing because it is incompatible with the imposed urbanism.

AAU ANASTAS — el-Atlal

Not only is the stone a marker of the transition in the urban and social structures, but it shows the evolution of the Palestinian city’s morphology. The construction techniques’ evolution, from fabrication to implementation, has an effect on the entirety of the Palestinian city.

AAU ANASTAS — el-Atlal

el-Atlal artists and writers residency in Jericho

Until the beginning of the previous century stereotomy, or the art of cutting and assembling stones, played an important role in the esthetics as well as in the structural construction principles. Today’s stone factories only produce standardized blocks of few cm, used as cladding of a reinforced concrete structure. The techniques used for building with stone have an effect on the speed of construction, the urban spread of territorial boundaries, and the morphology of all buildings. In other words, stereotomy and the construction methods leave a trace on the palestinian landscape.

AAU ANASTAS — el-Atlal

Functional axonometry

In this context, the el-Atlal project is thought as a manifesto. The results of a research led simultaneously by SCALES (department of research of AAU ANASTAS ) will be applied to the residency project. The research investigates the typology of stone vaults. The research relies on novel design simulation and fabrication processes. The use of advanced techniques of cutting is directly associated to a structural optimization of the stone vault.

AAU ANASTAS — el-Atlal

living space

Reinvigorating stereotomy as a way of optimizing structural performance using advanced design simulations is the founding principle of the research project.

AAU ANASTAS — el-Atlal

exhibition space

The el-Atlal project is meant to be a model of construction techniques. It allows to envision new possible cities’ morphologies, new construction techniques and a sophisticated use of stone. The project has the ambition of creating a mode of urbanism, and as the harat succeeded in building a city that fits their needs through stone construction techniques, el-Atlal expects to be a breeding ground of inclusive approaches to Palestinian urbanism. An urbanism whose scales are profoundly associated. A technical and durable urbanism leaving a trace on the city’s evolution and on the Palestinian landscape.

AAU ANASTAS — el-Atlal

hall of entrance and exhibition space

MIRAGE CONTEST - Mattia Aguiari

$
0
0

Situata all’ingresso dei Comuni del Frignano, l’opera è un importante elemento di collegamento tra la città di Modena e quella di Pavullo, inoltre permette l’ingresso ad una grande realtà industriale, Mirage. Proprio da qui nasce l’idea di valorizzare il territorio senza andare in nessun modo ad alterarne la morfologia, bensì ad integrarla. Con questa premessa nasce l’idea dell’utilizzo del grès porcellanato Mirage, che si sposa in maniera perfetta con l’ambiente circostante, integrandolo con sapori contemporanei e moderni che sapranno valorizzare con alta qualità tutto l’insieme.

Mattia Aguiari — MIRAGE CONTEST

L’opera in se è molto semplice, la conformazione della rotatoria simula l’andamento collinare del luogo, riflettendone tutte le peculiarità che sono qui reinterpretate con una chiave moderna. La rotatoria è composta da un anello in calcestruzzo armato sul quale verrà poi posata a colla la pavimentazione ceramica. Allo scopo è stata scelta la collezione Stones 2.0 Pietrachiara con formati da 60×60. In alternativa alla posa con colla è possibile la posa diretta su terreno, così da ottenere una notevole diminuzione dei costi e dei tempi di realizzazione, con un effetto naturale. Come tributo al Comune di Pavullo è stata inserita la scritta che lo richiama realizzata in acciaio corten in rilievo sopra il rivestimento ceramico. Analogamente sono inserite nel progetto le scritte di “Benvenuto” ed “Arrivederci” che accompagnano con gentilezza il percorso del visitatore, come pure del cittadino abituale che transitando nelle immediate vicinanze non potrà fare a meno di notarle e rimanerne colpito. Il centro della composizione è la scultura, realizzata anch’essa con struttura in calcestruzzo armato di forma trapezoidale, finita esternamente con rivestimento ceramico collezione Sundeck Spirit SD 03, particolare attenzione è stata rivolta all’ integrazione nel rivestimento stesso dello stemma del Comune di Pavullo, realizzato in mattoncino WS 09 NAT posato in rilievo sopra lo stesso. Sulla stessa opera troverà collocazione anche il marchio aziendale, quest’ultimo realizzato in acciaio posto in maniera non predominante sul tutto.

Mattia Aguiari — MIRAGE CONTEST

Mattia Aguiari — MIRAGE CONTEST

Mattia Aguiari — MIRAGE CONTEST

Efesto - Giancarlo Covino

$
0
0

Efesto, non è solo una scenografia, è un piccolo teatro (33 posti a sedere) allestito nelle sale di una vecchia officina meccanica per lo spettacolo “Il Mangiafuoco” (una produzione Officina Teatro), rappresentato durante le festività natalizie.

Giancarlo Covino — Efesto

Chi è o cos’è che può mantenere i fili e paradossalmente gestire la vita di un altro? Forse l’amore, forse il potere, forse una struttura gerarchica. La rappresentazione andata in scena giunge ad una unica consapevolezza: tutti sono vittima e allo stesso tempo carnefici di un altro.

Giancarlo Covino — Efesto

Per esigenze di testo e per enfatizzare il tema dell’opera, l’allestimento si configura come una profonda prospettiva centrale che catalizza la visione del pubblico. La composizione, estendendosi in due sale del complesso, genera una stordente e inattesa spazialità che consegna, ai due ambienti occupati, funzioni e connotazioni contrapposte. Nella misura in cui è ospitale e assorbente il primo ambiente, dove è allocata la platea, così il secondo, destinato a divenire scena, si rivela frastornante e riflettente. Al fine di dare una adeguata visibilità ad ogni spettatore, nella prima sala, i posti a sedere sono posizionati su di una cavea realizzata con pallet impilati; pavimento, pareti e soffitto sono completamente rivestiti di nero come a creare una camera oscura, un grembo accogliente. Nella seconda sala è allestita la scenografia: una scatola che si schiude verso il pubblico per svelare il suo recondito, argenteo, interno; un cannocchiale semiriflettente il cui fondale scorrevole concede, unitamente alle porte presenti sulle pareti laterali, l’ingresso degli attori e le diverse soluzioni di allestimento. Tutti i fronti e i passaggi della scenografia sono rivestiti con lamiere di alluminio riflettenti: un moderno e meccanico dromos le cui pareti, fronteggiandosi, riverberano e amplificano all’infinito, le azioni, le gesta e le luci presenti in scena. L’ampio passaggio che connette i due ambienti diventa idealmente proscenio.

Giancarlo Covino — Efesto

Efesto, is not just a scenography, it is a small theater (33 seats) set up in the halls of an old machine shop for the show “Il Mangiafuoco” (Officina Teatro production), represented during the Christmas holidays.

Giancarlo Covino — Efesto

Who or what that can keep the wires and paradoxically manage the life of another? Maybe love, maybe the power, perhaps a hierarchical structure. The representation staged reaches a unique awareness: all are victims, and at the same time, perpetrators of another.

Giancarlo Covino — Efesto

For the need of the text and to emphasize the theme of the work, the setting is configured as a deep central perspective that catalyzes the vision of the public. The composition, extending in two rooms of the complex, generates a stun and unexpected spaciousness that delivery, to the two environments occupied, functions and conflicting connotations. To the extent that is hospitable and absorbing the first environment, which is allocated the audience, so the second, destined to become the scene, reveals deafening and reflective. In order to give adequate visibility to every spectator, in the first room, the seats are positioned on an auditorium made with pallets stacked. Floors, walls and ceiling are completely covered in black like creating a dark room, a cozy womb. In the second room is set up the scene: a box that opens up to the public to reveal its hidden, silver, internal; a telescope semireflecting whose bottom sliding, together with the ports on the side walls, allows the entrance of the actors and the different solutions available. All fronts and the doors are coated with reflective aluminum sheets: a modern and mechanical dromos where walls, facing each, reverberate and amplify endlessly, actions, deeds and the lights present in the scene. The wide passage that connects the two environments becomes ideally proscenium.

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Giancarlo Covino — Efesto

Parc Musée de la Mine du Puits Couriot - Gautier+Conquet Architectes

$
0
0

Le site Couriot s’ancre très fortement dans l’histoire et le paysage. Son importance dans le développement industriel à l’échelle nationale, sa composition paysagère offrant un livre ouvert sur le fonctionnement minier, son très bon état de préservation, ont justifié son classement au titre des monuments historiques. Il préserve un aspect d’authenticité très fort au regard des dispositions de sa période d’abandon. Les fondements de la réorganisation du musée peuvent être posés autour de deux axes principaux: • Préservation d’un paysage offrant un sentiment d’abandon. • Renforcement de l’identité des différentes strates. D’un côté, le fait qu’une grande partie du site de proximité des bâtiments du musée n’ait pas véritablement changé depuis le fermeture du dernier puits, a donné une occasion d’offrir au public du parc la possibilité d’établir, au travers de traces et de vestiges de toutes natures soigneusement conservés, une connexion temporelle avec les derniers instants du temps long de la mine. Les affleurements ponctuant toute la partie ouest du site déterminent un véritable champ d’évocations, un secteur d’exacerbation de la mémoire qui n’exige pas que l’on en fixe, avec précision, ni l’origine, ni la fonction. Cette partie du parc est, en ce sens, le prolongement silencieux du musée.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

De l’autre, la ville de Saint-Étienne attendait la venue d’un nouveau parc urbain, proche du centre. Deux infrastructures: le Boulevard Pierre Mendès-France et la voie ferrée font obstacle à la fluidité des accès au musée bien sûr mais aussi au parc. Il faut franchir résolument ces limites et notre plan directeur prévoit deux manières de le faire, l’une dans le prolongement de la rue Aristide Briand, l’autre à hauteur du carrefour Pierre Mendès-France et la rue de l’Apprentissage. Les contraintes budgétaires reportent, dans une seconde phase, ces ouvrages mais, c’est précisément sur la rive du parc où se feront ces enjambements décisifs que seront mis en oeuvre des lieux et des équipements plus actifs et plus contemporains. Il y aurait donc une rive ouest de la mémoire et du silence et de l’autre une rive est de la modernité et de l’animation.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

Intentions conceptuelles : 1. Bien identifier le cadrage du site « Couriot », son assiette paysagère. 2. Préserver la fertilité des sols de la partie haute du site. Acquérir de nouvelles parcelles pour y promouvoir des activités horticoles ou paysannes. Conforter certains éléments des pentes du mont Salson pour créer, à terme, un espace naturel et agricole. 3. Reconsidérer pour les revitaliser toutes les franges urbaines du site. 4. Fortifier l’idée que le projet n’est pas celui d’aménager un Musée dans un parc, ni celui d’aménager un parc aux abords d’un Musée mais, celui d’aménager un Parc-Musée. 5. Désenclaver le Parc et le Musée, en partie basse du site. Franchir les obstacles et qualifier les différentes entrées dans le site. 6. Profiter des différentes terrasses et de leurs niveaux pour diversifier les usages et les lieux. 7. Affecter la rive ouest du Parc, au pied du Musée, aux pratiques liées à l’évocation, à la mémoire de la mine, et la rive est, le long des voies ferrées, aux pratiques plus contemporaines, plus récréatives. Utiliser, pour cette dernière partie un vocabulaire résolument moderne. 8. Réemployer, restaurer plusieurs bâtiments existant sur l’ensemble du site pour satisfaire aux divers besoins du programme du Musée. 9. faire du site un centre d’interprétation au plein sens du terme, un site « de société». 10. Avoir une approche mesurée de l’aménagement et de la dépense. Être attentif à la progressivité lente et modique du budget proposé.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

LE PARC (Michel Corajoud) : - La plateforme basse Le site du Parc est caractérisé par la forme d’un faisceau. Faisceau initié par la divergence des voies ferrées desservant le site minier à partir de la voie principale, il s’élargi du nord vers le sud puis se divise en deux tracés l’un, dont les rails ont été supprimés, s’évase en plusieurs courbes orientées par le tracé des voies principales ; l’autre plus rectiligne, dont les rails sont encore présents, s’oriente sur une parallèle des bâtiments du Musée de la mine. L’ancien système de desserte ferroviaire du site a donc contribuéà la constitution de deux plateformes distinctes séparées par un chemin taluté qui, en montant, distribue deux autres plate-formes plus élevées. • La plate-forme basse, au pied du musée, est parsemée de traces, de stigmates, de rails, de longues barrettes de béton, d’une mosaïque de divers sols dont certains beaux pavés, d’une balance, d’un mur noir en mâchefer, d’anciens quais et buttoirs. La valeur historique de ces signes mériterait évidemment d’être établie mais, sans l’avoir vérifié, nous estimons que c’est l’ensemble de ces indices en l’état et leur distribution qui éveillent l’imaginaire et stigmatisent la mémoire, et nous décidons donc de les garder tous. La plus grande partie de cette plate-forme est, à l’occasion, utilisée sans problème par des manifestations publiques d’importance, comme celle d’un cirque par exemple. En laissant les choses en leur état (ou presque) on peut faire usage de cet espace tout en lui attribuant une valeur mémorielle qui prolonge, en extérieur, celles que propose, en intérieur, le Musée. La partie sud de cette même plate-forme, en appui du mur de mâchefer conservé est organisée en une succession de chambres vertes. Les unes sont équipées avec des jeux pour les enfants. Les autres abritent, derrière des haies taillées, des grandes tables et des bancs. En continuité de la première ligne de ces chambres, une prairie bien exposée s’offre à l’usage tout en gardant, sur sa surface, toute la ponctuation des indices évoqués plus haut. • La plate-forme engazonnée au sud-est a une configuration plus autonome. Elle est, d’un côté, cadrée par la courbe de l’emprise des voies ferrées et, de l’autre, par un talus boisé. La disposition des troncs des arbres en alignements courbes évoque discrètement le faisceau des anciennes voies ferrées et, en sous-étage de ces arbres persistent et persisteront des ouvrages d’anciens quais. L’essentiel donc de cet espace ne nécessite pas qu’on le transforme, il est dès aujourd’hui partie constitutive du Parc Couriot. Le Parc fait déjà l’objet de nombreuses pratiques et ces pratiques, il s’agit de les accompagner et de les conforter. Nous entrons dans une conversation qui est, depuis longtemps, commencée !

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

LES NOUVEAUX ESPACES MUSÉOGRAPHIQUES (gautier + conquet) : - Construire dans l’existant « Il s’agit moins de mettre que de retrancher »,écrivons-nous. Notre intention de conforter l’esprit d’un parc musée, le refus de toute construction neuve sur le site historique, en dehors, peut-être, de la rive est, doit s’appuyer sur la (re)mise en valeur des bâtiments existants, de leur histoire. Chacun peut être un média qui participe de la compréhension du site et de son activité ancienne.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

La reconversion des bâtiments existants s’inscrit également dans l’objectif économique, particulièrement serré, du programme, et dans une perspective de développement durable qui doit poser en premier lieu la question du réemploi de ce qui est disponible. Certains bâtiments sont confortés et pérennisés par des actions minimales (atelier des locomotives, salle des compresseurs, d’autres réhabilités de manière plus importante mais également indispensables au regard de leur état (treuils de secours, 1° lavabos) dans le but de les ouvrir au public.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

Enfin trois espaces seront aménagés de façon plus complète pour accueillir des surfaces d’exposition d’oeuvres (1° lampisterie, 1°chaufferie). Ces actions permettent de valoriser de nouveaux parcours à travers les bâtiments et accroître la capacité d’exposition muséographique globale.Le choix des espaces muséographiques s’est fait en tenant compte de leur valeur patrimoniale proprement dite, pour réserver les espaces patrimoniaux majeurs à la découverte historique et sociale. Il a également tenu compte du parcours de découverte des visiteurs. L’objectif est de ne pas impacter les structures existantes des bâtiments, de ne pas toucher l’enveloppe, mais de réaliser de nouvelle constructions (réversibles) à l’intérieur. Un des enjeux de l’installation muséographique est de construire une enveloppe qui réponde à des exigences fortes en termes de présentation et de conservation des oeuvres muséographiques. Un ensemble de « galeries », des constructions contemporaines et totalement indépendantes de l’enveloppe existante sont installées à l’intérieure du bâtiment et permettent l’installation des collections dans des conditions de température et de mise en lumière optimales. Les galeries s’inscrivent dans la trame linéaire de la structure existante sans la toucher. Dès l’entrée dans le bâtiment, nous laissons visible la structure du bâtiment ; ainsi l’accès proprement dit aux galeries s’effectue un peu plus loin par un passage totalement vitré. Une succession de traverses vitrées relient les galeries. Les traces au sol (rails) sont toujours visibles, les murs existant et la charpente restent bruts…et restent visibles depuis les extrémités des galeries. La nouvelle enveloppe, s’adapte au dispositif muséographique. Les dimensions, les percements, les passages…. la modernité. La constitution de cette construction est réalisée en structure bois avec isolation thermique intégrée.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

Les parements intérieurs sont réalisés en lambris de chêne sombre pour mettre en valeur les collections présentées. De même les sols sont en parquet de chêne et constituent un faux plancher. Notre approche architecturale et muséographique propose ainsi une intervention fine « dans les murs», sans dénaturer l’identité des bâtiments, tout en apportant une lecture contemporaine par un dialogue entre l’existant et le neuf, entre héritage et

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

LES BÂTIMENTS PATRIMONIAUX Valorisés (Archipat) : Le puits Couriot fut le puits minier le plus puissant du bassin de la Loire au XXème siècle. Ce site est un véritable modèle de la conception des grands sites miniers suivant les principes rationnels du début du XXème siècle. Il est structuré en trois strates fonctionnelles principales formant un paysage emblématique face à la ville de Saint-Etienne. Il a fermé définitivement en 1973. Après des travaux d’aménagement dans les années 1980, le musée de la Mine ouvre ses portes en 1991.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

Le musée de la mine propose aujourd’hui la visite des principaux équipements et bâtiments, ainsi que d’une galerie reconstituée. Cependant la valorisation des bâtiments qui abritent le musée a été pendant longtemps oubliée et plusieurs espaces sont inaccessibles au public et restent en marge de l’histoire contée du lieu. L’objectif qui nous a été confié par la ville de Saint-Etienne est de stabiliser l’équilibre qui s’est naturellement mis en place dans ces lieux entre mémoire et développement.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

Le faible niveau d’intervention sur ces espaces a permis de leur maintenir une authenticité très forte, notamment dans les strates supérieures. L’enjeu est de conserver la dimension « dramatique » du site tout en y associant une vie contemporaine. La posture retenue préconise le respect des traces patrimoniales et une grande attention portée à la signification d’ensemble faisant écho au classement au titre des monuments historiques. Notre intervention s’attache à se distinguer le moins possible dans le paysage existant, tout en répondant aux nécessités de conservation nécessaires à la pérennité des ouvrages. Un travail minutieux sera entrepris pour consolider tout en préservant le sens, l’authenticité et la richesse du site.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

Réalisé dans un souci de cohérence avec les réflexions déjà engagées et conjointement avec l’ensemble de nos partenaires, notre proposition d’intervention présentée ci-après porte sur l’ouverture et la mise en sécurité de la strate haute au public (Atelier locomotives, deuxième compresseur, deuxième lavabo/salle des pendus et bâtiment extraction/salle énergie) et l’accessibilité pour tous à ces nouveaux lieux (garde-corps, sols praticables, ascenseur … ). Une réponse est également apportée aux urgences patrimoniales des strates basses et intermédiaires (ancien premier lavabo et bâtiment extraction/salle énergie, passerelle … ).

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

La mise en lumière (Cobalt) Pour un pays minier et surtout pour les Stéphanois, ce site incarne une culture et avant tout un mode de vie s’organisant autour de ce secteur d’activité : l’extraction du charbon. Celle-ci s’écrit sous deux aspects, un effet de profondeur et un effet d’application directe de la lumière.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

1 – Les élévations de la partie « jour » : accentuation de la dimension volumétrique du chevalement et des jambages. - L’effet de profondeur est généré depuis l’intérieur de la structure de manière à donner la dimension volumétrique de l’ensemble. - Un voile doux a été apposé sur la structure extérieure. Sa construction est valorisée par des projecteurs placés sur le chevalement. Ceux-ci sont peints d’origine en gris aluminium afin de favoriser leur intégration. L’application d’une température de couleur unique (un blanc teinté de bleu) conforte la dimension et la volumétrie du chevalement. Il permet de souligner la structure métallique avec finesse. En poussant la réflexion beaucoup plus loin, des évènements sont organisés annuellement tels que la Sainte Barbe, la Saison Découverte, la quinzaine en partage initiées par la Ville de Saint-Étienne. Le chevalement pourra, à ces occasions, faire “peau neuve” ou annoncer un évènement puisque l’installation offrira la possibilité de commander l’ensemble des projecteurs au point par point afin de gérer leur couleur, leur intensité et procéder à la programmation de scénarios animés. La lumière dite “conventionnelle ou de repos” est LA mise en lumière visible en grande partie de l’année. L’objectif est de conforter l’atmosphère de mémoire et de repos qui entoure le chevalement et les autres bâtiments du site, le projet ne visait surtout pas à en faire une “attraction” mais bien de s’inscrire dans cette philosophie. Le câble qui lie le puits du chevalement à la salle des machines est révéléà la nuit tombée par une fine ligne de lumière diffuse obtenue grâce à une fibre optique. La force du Siège Couriot reste son exploitation minière, “source” de richesse en son temps, venant du fond et identifiée au “jour” tel un geyser sortant du sol. Cette symbolique est incontournable et le principe lumière est identique “de l’intérieur VERS l’extérieur” révélant ainsi l’âme du site et sa puissance.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

2 – Les bâtiments patrimoniaux (machinerie et treuil de secours): l’extérieur des bâtiments ne recevra aucun traitement, c’est depuis l’intérieur que sera révélé l’extérieur par contraste. La lumière transpercera les éléments (fenêtre, verrière) d’un blanc froid laissant l’esprit des observateurs s’imprégner de l’histoire et de l’ambiance du lieu dans un mouvement de variation laissant paraître une présence physique. Ces volumes, aux moments opportuns, accompagneront la dynamique qui sera libérée sur le chevalement. L’esplanade n’a reçu aucun traitement lumineux afin de ne pas venir en concurrence avec les bâtiments patrimoniaux mis en lumière. Ceci a permis de conserver l’ambiance générale du lieu de repos et de mémoire.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

La Muséographie (Scène) : - Le parcours muséographique L’organisation générale du discours muséographique dans les trois espaces répond à une logique d’appropriation successive de la contextualisation du site, de la mine et de ses rapports avec le territoire stéphanois. Trois entrées principales ont été retenues (que viendra compléter ensuite, celle anthropologique sur les hommes): la dimension emblématique de la figure du mineur et de celle de la mine de charbon ; l’échelle de l’aventure du puits Couriot proprement dit ; enfin celle de l’aventure du charbon sur le territoire stéphanois. Une articulation générale tient lieu d’introduction dans le même espace que la première partie.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

Au-delà de la dimension artistique ou plus documentaire des oeuvres et objets présentés, le discours tenu reprend ce que Braudel avait défini comme une histoire totale, c’est à dire prenant en compte les données géographiques autant que géopolitiques et humaines. Le choix des espaces muséographiques s’est fait en tenant compte de leur valeur patrimoniale proprement dite, pour réserver les espaces patrimoniaux majeurs à la découverte patrimoniale sans y multiplier de manière trop prégnante les dispositifs didactiques ou liés à des collections ne se rattachant pas directement au lieu. Il a également tenu compte du parcours de découverte des visiteurs.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

1. La figure du Mineur Dans l’ancienne lampisterie, prend place la partie consacrée à la mine et le mineur. Son objectif principal est de situer en début de parcours pour le visiteur, ce qu’est la mine de charbon, Saint-Etienne, mais aussi ce que représentent dans les imaginaires et les représentations mentales la figure du mineur et celle de la mine de charbon (en d’autres termes de permettre au visiteur de s’interroger en préambule sur ses propres représentations de l’univers de la mine, et donc de se mettre en situation d’écoute attentive pour la suite de son parcours). 2. La grande histoire de Couriot L’espace donnant sur le chevalement et la ville de l’ancienne chaufferie est consacréà l’histoire du site du puits Couriot lui-même ainsi qu’à celle de la compagnie qui l’a créé et à l’évolution du paysage du site, en surface comme en sous-sol. 3. Six siècles d’aventure houillère Le grand espace arrière de l’ancienne chaufferie est enfin occupé par le récit de l’aventure du charbon stéphanois, à la fois dans dimension interne et dans ses rapports aux territoires qui l’entourent, et à la valorisation des collections s’y rapportant.

Gautier+Conquet Architectes — Parc Musée de la Mine du Puits Couriot

L’approfondissement indispensable sur les hommes de la mine, thème qui sera naturellement abordé dans les différents outils mis en place, sera développé dans la tranche suivante dans les espaces disponibles sous la salle de la machine d’extraction et la salle d’énergie, dont les qualités se prêtent bien à cette thématique. La visite des espaces traités ici peut s’effectuer de manière libre, en amont et/ou en aval de la visite des espaces patrimoniaux et de la visite (nécessairement en groupe structuré) de la galerie reconstituée. Elle peut aussi s’effectuer en groupe, sous la conduite d’un médiateur. La capacité des groupes est naturellement calibrée sur celle des visites de la galerie, soit un maximum de 25 personnes.

The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG - PLACIDO RAINERI

$
0
0

ARCHITECTURAL TEAM DIRECTOR ZHANG XU张顼CREATIVE ARCHITECT PLACIDO RAINERI,FACUNDO TABORDA,SHANG PEIGEN商培根TECHNICAL ARCHITECT XIE GUOFANG谢国芳, CHEN JUAN陈娟, ZHA FUHAI查福海LANDSCAPE TEAM DIRECTOR XUE SONG薛松CREATIVE ARCHITECT LI JINGBO李静波FU CONGWEI付从伟TECHNICAL ARCHITECT YU BIN于彬HUANG CHAN黄婵

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

PLACIDO RAINERI — The Yellowstone Mountain Sculpture Park by OUDG

Palazzo Ariston - Roberto Di Pizio

$
0
0

La superficie del lotto è di circa novecento metri quadri. Su di essa insiste un fabbricato la cui superficie coperta è di circa ottocento metri quadri e il cui volume è pari a circa 10.000 metri cubi.

Roberto Di Pizio — Palazzo Ariston

Da questi primi dati si evince un rapporto fondiario di copertura e un indice di utilizzazione fondiaria di natura intensiva; difatti da un’analisi più ampia, l’intero tessuto urbano di questa porzione di città presenta le medesime peculiarità morfologiche. Quindi è giusto dire che la morfologia, la tipologia e il sistema insediativo degli isolati concorrono a costruire l’immagine e il paesaggio urbano di questa parte di città. In tal senso appare indiscutibile che il sito in oggetto rientri nel nucleo insediativo e sociale della Giulianova “a mare” e che, presumibilmente, sia depositario anche dei valori e del senso sociale di una comunità. Il che significa anche che, il centro urbano, per mantenere queste peculiarità deve essere sottoposto ad una continua manutenzione; una modernizzazione di quegli “oggetti urbani” che ne rappresentano il luogo materialmente e che con il solo esistere determinano la memoria e la qualità ambientale del luogo stesso.

Roberto Di Pizio — Palazzo Ariston

piano tipo

E’ da queste premesse che prende le mosse il progetto; ci si propone non solo l’implementazione e la riorganizzazione delle funzioni interne, ma anche e soprattutto sottrazioni sia planimetriche che volumetriche.

Roberto Di Pizio — Palazzo Ariston

Tradotte in architettura tali soluzioni compongono spazi interni ed esterni scoperti |corti| e gallerie entrambi di uso pubblico che ampliano, in tal modo, gli spazi aperti e il rapporto interno-esterno, che ad oggi è poco significativo in relazione alla funzione primaria espletata da questo oggetto urbano sia in rapporto alla città che alla memoria della collettività.

Roberto Di Pizio — Palazzo Ariston

Questa immagine figurativa, supportata dal fatto che la morfologia di via principale è uno spazio aperto “stretto e lungo” e che risente naturalmente della presenza dell’attacco a terra degli edifici che la fiancheggiano, sembra essere la soluzione formale e funzionale più naturale per ricomporre e ampliare la scena urbana dell’intorno.

Progetto: 2008 – 2010 Costruzione: 2010 – 2012

Roberto Di Pizio _ ennearchitetti studio

Progetto esecutivo: Silvia Pagnoni, Maria Gonzales Progetto strutture: Maurizio Fusilli Progetto impianti: Christian Stecher

Childhood House - Heams et Michel

$
0
0

The childhood house is part of the renovation project of park farmhouse Giaume at Cannes-la-Bocca. This establishment has the task of providing young people from 6 to 12 years old cultural and educative opportunities to fill their free time outside school hours, developing their personalities as well as their sense of common life.

Heams et Michel — Childhood House

Two objectives have guided the building’s construction:

Heams et Michel — Childhood House

- characterizing the landscape by including the project in it like a little pavilion - building a space, inside/outside, suitable for the development and accomplishment of children

Heams et Michel — Childhood House

The project is set up at the limit of the land parcel and blends in with the building of the Giaume farmhouse and the park. The north and west façades are much closed and express a limit. They serve as a surrounding wall for the site. On the contrary, the wide glass east front and the covered playground open out onto the park and the vegetation. Small square openings in the yellow wall of the covered playground animate the façade and offer views on spaces around. The white colour of external walls highlights the volumetry of the project. The curved line of the canopy and of the covered playground’s cantilever which characterize this project respond to components of the landscape, the sky and the noteworthy trees.

Heams et Michel — Childhood House

Inner spaces consist of two activities rooms and a cooking workshop the glass frontage of which opens out generously on the park, in the continuation of the covered playground, offering a dialogue between inside and outside.

Heams et Michel — Childhood House

An impression of serenity emanates from the entire facility and offers to children a quality life environment at their scale.

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House

Heams et Michel — Childhood House


Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck - MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot

$
0
0

MDDM Studio proposal for the two phase competition of a School Canteen in Brunico aims to create an intertwined relationship between the public square in the heart of the school complex and a more intimate courtyard around which the canteen develops.

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

Birdview

Urban Strategy The site for the new canteen is located on the southwest entrance of the school zone and is bounded on the north by a car park and bus stop. The adjacent areas are characterized by different building typologies and morphologies. The volume of new canteen aims to redefine the urban structure and to bring the different building shapes into a dialogue. In the east and south side the perpendicular outline reflects the rectangular morphology of the nearby buildings; by contrast the dynamic language of the Mikado and the new climbing gym reverberates into the design of the west side of the canteen. In this way, the low and compact volume of the canteen together with its courtyard create a new center without overwhelming the surrounding. The entrances are located along the main access street in the Southeast and across from the Mikado. The delivery and service access faces the parking lot to the north.

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

Masterplan

Urbanistik Das Areal für die neue Mensa liegt an der südwestlichen Zufahrt in die Schulzone und wird im Norden von einem Parkplatz und der Bushaltestelle begrenzt. Die angrenzenden Gebäude des Schulgeländes weisen unterschiedlichste Typologien auf. Durch das Volumen der neuen Mensa wird die urbane Struktur neu definiert, Funktionen klar zoniert und verschiedene Gebäudetypologien in einen Dialog gebracht. Während sich das neue Volumen in Osten und Süden den gradlinigen Gebäudeformen anpasst, erwidert es im Westen die formale Sprache des Mikados und der neuen Kletterhalle. Im Norden die Parkplatzfläche klar definert. Durch die niedrige, aber kompakte Volumenausbildung bildet die Mensa mit ihrem Innenhof ein neues Zentrum, ohne dabei das Umfeld zu dominieren. Die Eingänge befinden sich entlang der Haupterschliessungsachse im Südosten und gegenüber des Mikados. Die Anlieferung findet über den Parkplatz im Norden statt.

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

Volume Study Diagram

Architecture Design To meet the demands required by the urban planning and to fill the gap between the existing buildings, the volume of the canteen occupies a relevant area of the plot reducing the overall height. The result is a compact volume to the outside, which opens up into protected courtyard. This outdoor area is the center of the new canteen and offers a special public area. The north and east facades are rather closed while the building opens to the south and west, where the entrances and covered bicycle parking are located. These are embedded in the volume and thus preserve the unity of the structure. The pronounced roof shape creates interesting visual relationships between the exterior and interior of the building.

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

View

Architektur Um den urbanen Anfordungen gerecht zu werden und die Lücke zwischen den bestehenden Gebäuden zu füllen, entwicklt sich das Volumen der neuen Mensa über die Grundfläche und nicht über die Gebäudehöhe. Es entsteht ein kompaktes Volumen nach aussen, welche sich im Gebäudeinneren zu einem geschützten Aussenbereich öffnet. Dieser Hof bildet das Zentrum der neuen Mensa und bietet eine besonderen öffentlichen Aufenthaltsraum. Im Norden und Osten eher geschlossen, öffnet sich der Baukörper nach Süden und Westen, wo sich auch die überdachten Eingänge und Fahrradabstellplätze befinden. Diese sind in das Volumen eingelassen und bewahren so die Einheit des Baukörpers. Durch die ausgeprägte Dachform entehen interessante Blickbeziehungen von im Aussen- und Innenbereich des Gebäudes.

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

First Floor Plan

Functional Program All functions are housed on the ground floor, only the technical rooms are located on the first floor. The building function is divided into two main parts: the public sector in the south and the service area to the north. All public areas are oriented to the courtyard. The courtyard divides the interior space into two dining rooms. The service sectors such as food distribution and restrooms are organized along an east-west axes that cuts the entire building. The food distribution is divided into 2 lines and it is located along the central axes between the two dining rooms. The kitchen and its service rooms are organized in an efficient way in order to reduce to the minimum the movement between the different area.

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

North Elevation

Funktionen Alle Funktionen sind im Erdgeschoss untergebracht, nur die Technik und Lüftung befinden sich im 1. Obergeschoss. Funktionsweise ist das Gebäude in 2 Hälften geteilt – der öffentliche Bereich im Süden und der Servicebereich im Norden. Alle öffentlichen Bereiche sind zu dem Innenhof orientiert. Der Hof zoniert das Gebäudeinnere in 2 Speisesäle. Entlang einer von Ost nach West verlaufenden Funktionsachse im Gebäudeinnerem, zonieren sich die öffentlichen Servicebereiche wie Essensausgabe, Toiletten und Garderoben. Die Essensausgabe ist in 2 Linien geteilt und befindet sich entlang der Funktionsachse zentral zwischen den beiden Speisesälen. So werden Erschliessungsflächen minimiert und Wegüberschneidungen vermieden. Die Funktionen des Servicebereiches im Norden werden um die zentral liegende Küche angeordnet, so dass auch hier Wege auf ein Minimum reduziert werden. Die Küche schliesst direkt an die Essensausgabe, die Lagerräume und den Spülraum. Sie kann über das Dach natürlich belichtet und belüftet werden.

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

West Elevation

MDDM Studio

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

South Elevation

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

East Elevation

MDDM Studio, Momo Andrea Destro, Margret Luise Domko, Ronny Kockot — Brunico New School Canteen / Schülermensa in Bruneck

Physical Model

LEAPs3 Scuola Sci e Snowboard Courmayeur - LEAPfactory, Stefano Testa , Luca Gentilcore, Stefano Girodo, Corrado Curti

$
0
0

LEAPfactory presenta la nuova sede della Scuola Sci e Snowboard Courmayeur 1709 m slm, Plan Checrouit, Courmayeur (AO)

LEAPfactory, Stefano Testa , Luca Gentilcore, Stefano Girodo, Corrado Curti — LEAPs3 Scuola Sci e Snowboard Courmayeur

LEAPs3 Sulle nevi del comprensorio sciistico di Plan Checrouit, al cospetto del Monte Bianco, LEAPfactory ha realizzato la nuova sede della Scuola Sci e Snowboard Courmayeur. Il sistema di costruzione LEAPs3 ha richiesto solo una settimana di lavoro per l’installazione, in pieno inverno. La struttura vanta prestazioni tecniche elevate, un design ricercato, spazi interni allestiti con finiture esclusive e personalizzate. Del tutto aderente alla filosofia LEAP, la costruzione poggia su fondazioni non invasive, è totalmente reversibile e potrà essere smontata e trasferita al termine della sua utilità. I materiali sono assemblati a secco, certificati ecologicamente e riciclabili al cento per cento. lo sci alpino è stato un importante fattore per lo sviluppo turistico dei territori montani, utile per il lavoro e per il tempo libero di moltissime persone. Spesso però con un costo elevato in termini di impatto ambientale. Con la sede di Scuola Sci e Snowboard Courmayeur, LEAPfactory sperimenta un modus operandi che può contribuire a ripensare questo rapporto: costituito da materiali durevoli e performanti, il nuovo edificio non contiene calcestruzzo nè parti permanenti, è del tutto reversibile, ricollocabile, riciclabile. L’esperienza dell’alta quota estrema di LEAPfactory giunge così a concretizzare un sistema costruttivo fortemente innovativo, LEAPs3, adatto per la realizzazione di edifici ecologici, residenziali e commerciali, di elevato valore tecnico ed estetico come il più noto LEAPs1 del Bivacco Gervasutti e dell’eco-hotel LEAPrus 3912.

LEAPfactory, Stefano Testa , Luca Gentilcore, Stefano Girodo, Corrado Curti — LEAPs3 Scuola Sci e Snowboard Courmayeur

LEAPfactory, Stefano Testa , Luca Gentilcore, Stefano Girodo, Corrado Curti — LEAPs3 Scuola Sci e Snowboard Courmayeur

LEAPfactory, Stefano Testa , Luca Gentilcore, Stefano Girodo, Corrado Curti — LEAPs3 Scuola Sci e Snowboard Courmayeur

LEAPfactory, Stefano Testa , Luca Gentilcore, Stefano Girodo, Corrado Curti — LEAPs3 Scuola Sci e Snowboard Courmayeur

LEAPfactory, Stefano Testa , Luca Gentilcore, Stefano Girodo, Corrado Curti — LEAPs3 Scuola Sci e Snowboard Courmayeur

Piri Reis Maritime University - Kreatif Architects

$
0
0

Piri Reis Maritime University provides higher maritime education and applied training in Tuzla district of Istanbul, Turkey. The project consists 60.000 sqm covered area in eight interconnected blocks. The campus is designed with the utmost contemporary sustainability principles that resulted with the BREEAM’s “very good” certificate.

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

General view of the social block from the south.

The project allocates an intense programmatic function in fragmented blocks embedded in a sloped site. The basic aim was to create open- air public spaces among blocks where students and academic staff may interact with each other through out the day. The steep slope of the terrain and the fragmented blocks are utilized to minimize the perception of the overall campus silhouette. An open-air walkway extending on the north-south direction of the site binds the six interconnected blocks over the ground. This spine defines the main circulation path of the overall campus and enables the experience of the continuous sea view within the campus.

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

General view of the campus from the sea.

While the architectural style of the blocks is being developed, a well-known naval terminology, “Neta” meaning “neat, safe, efficient” was projected as the design concept keyword. Since the spatial planning and operation principles of ships and dockyards are based on simplicity, plainness and efficiency, this concept was very much appropriate with the use of brutal materials and functionalist simplicity of the overall layout.

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

General view of the campus from North end.

In order not to disturb the natural coastline, building blocks are located closer to the northern border of the site, leaving a spacious green area on the south. This coast area embraces a public pedestrian way that is linked with the adjacent residential district, and a pier for the seaboard training for students. The blocks parallel to the coast are allocated for educational, administration and social facilities where as the blocks vertically placed to the sea incorporate training pool, labs and classrooms.

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

View of the main spine.

The upper floor of the social block that has the best vista of the sea is reserved for library. The middle floor of this block is designed as a living passage including small food and beverage shops, ATM units and a mid- sized coffee shop whereas the ground floor is designated as the general cafeteria for lunch meals. The main spine reaching from north to south is fragmented into smaller pieces with niches, terraces and different levels to avoid a monumental and harsh axis. The prevailing wind is tamed by the utilization of the blocks parallel to the sea, so that inner courtyards are protected from severe winds. This layout also helped to benefit from the sunlight efficiently.

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

View of the C block containing library and cafeteria.

The spaces that do not need daylight are placed underground while the raised floors and terraces of those places created the open spaces between the building blocks. Detached entrances enable the access to these blocks with surrounding bicycle and vehicle roads thanks to the utilization of the topography.

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

View of the levelled courtyards

“Sustainable life” and “energy saving” are major principles of any vessels on the sea and thus “green campus” concept is adopted from the very beginning. The campus generates 45% of its own electric energy, and excess heat energy from this electricity production is used for heating and cooling of the buildings. Fresh water is obtained by purifying seawater and grey and rainwater is used for sanitary and landscaping irrigation purposes. Perforated 100% recyclable non- mercuric corten steel plates absorb most of the ultraviolet rays and decrease the energy load for cooling. These and many other precautions on sustainability make the Piri Reis Maritime University as the first green campus of Turkey.

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

View of the first courtyard between blocks A and B

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

View of the simulation pool building and laboratory block

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

View of the laboratory and educational blocks from the courtyard

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Internal stair and interconnection between conference lobby and main education block

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Atrium of the block D1 where classrooms and laboratories are located

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Site Plan

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Longitudinal section

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Entrance to the auditorium lobby

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

View of the first courtyard

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Entrence of the building C

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Building C where cafeteria, dining hall and library are located

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Auditorium lobby

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Classroom

Kreatif Architects — Piri Reis Maritime University

Main auditorium

Suspended vegetable garden - Stefano Marinaz

$
0
0

“Suspended vegetable garden’ is a provocative design proposal that draws the attention to the loss of agricultural land. The name of the project underlines not only the idea of a floating vegetable garden but also the idea of an uncertain future. The installation consists of balloons which partly emerge from the ground and partly are floating in the air: attached to them are trays of vegetables and the area where the balloons are anchored is filled with garbage. Visitors are encouraged to pull the balloons downwards and this playful element becomes a symbol of hope: by dragging the trays of the vegetables down to the ground visitors are encouraged to make their own contribution to protect the environment and to regain agricultural land.

Stefano Marinaz — Suspended vegetable garden

Stefano Marinaz — Suspended vegetable garden

Stefano Marinaz — Suspended vegetable garden

Stefano Marinaz — Suspended vegetable garden

Residenza - FORM_A Architetti Associati , Daniela Dabene, Annalisa Casalegno

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live


Latest Images