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Elena Clarissa Nicoli. Published on May 03, 2013.
La connotazione prettamente agricola di una buona parte del territorio del Comune di Coseano ha determinato – fino a tempi recenti – una diffusa e radicata cultura di ispirazione contadina, la quale ha trovato tipiche espressioni anche nell’organizzazione dell’abitare e nell’architettura spontanea. La collocazione geografica particolare, all’interno della valle del torrente Corno e del più ampio bacino turistico del Sandanielese, rendono particolarmente interessante la valorizzazione delle risorse paesistiche e dei beni culturali di Coseano ancora poco conosciuti; questo anche tenendo conto dell’importante occasione di sviluppo rappresentata dal settore culturale, soprattutto in relazione alla capacità di generare una diversificazione dell’offerta turistica territoriale e nuovi flussi di domanda turistica “indotta” rispetto alle più note realtà circostanti. Rispetto alle frazioni, il capoluogo presentava maggiori episodi di sfrangiamento del tessuto edificato, identificabili perlopiù come vuoti, slarghi o spazi indefiniti pavimentati in asfalto; ciononostante sono erano ancora ben individuabili spazi urbani, siti, edifici religiosi, residenziali e altre costruzioni tipiche che si prestavano in maniera ottimale ad interventi mirati di recupero e riqualificazione urbana e paesistica. Il progetto ha individuato perciò una serie di interventi volti a valorizzare, migliorare e/o completare ambiti di particolare interesse urbano e architettonico, così da perseguire in maniera quanto più organica possibile gli obiettivi in premessa.
© Christiano Sacha Fornaciari . Published on May 03, 2013.
The Museum is located close to a village at the foot of Gaoligong Mountain, in the province of Yunnan, an area of significant Muslim presence. It provides exhibition space for ancient paper craft and artefacts produced locally. Six galleries clustered around a courtyard form a micro-village. The exhibition is extended through displays of paper-craft in the village. Texture is articulated through local materials, formal expression and visual connection with the landscape. The spatial experience of the village is consolidated within the museum. Interior spaces alternate between galleries and views beyond. Accommodation on upper levels includes offices, tea and guest rooms. Local timber, bamboo, handcrafted paper, low energy-consuming and decomposable natural materials are used.
© AKAA. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Shu He. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Shu He. Published on May 03, 2013.
© AKAA. Published on May 03, 2013.
© AKAA. Published on May 03, 2013.
© AKAA. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Courtesy of Architects. Published on May 03, 2013.
Progetto delle aree esterne nell’ambito di un intervento di recupero edilizio in un contesto agricolo-colonico. L’area da progettare risultava priva di qualsiasi preesistenza vegetale, di fatto una porzione di campo coltivato, rendendo necessario un attento studio degli spazi funzionali e dei flussi carrabili/pedonali. Il progetto quindi aggiunge complessità, crea aree funzionali adeguate all’abitazione e gestisce i nuovi confini chiudendo ove necessario lasciando però coni prospettici liberi verso la campagna.
© B SCAPE architettura del paesaggio . Published on May 03, 2013.
© B SCAPE architettura del paesaggio . Published on May 03, 2013.
© B SCAPE architettura del paesaggio . Published on May 03, 2013.
Anche quest’anno B SCAPE propone nell’ambito di HOME GARDEN– MACEF gennaio 2013 uno spazio dove affrontare un aspetto rilevante per il mondo outdoor. Il focus dell’area è dedicato ad un complemento di importanza centrale nella progettazione del verde, importantissimo dal punto di vista tecnico, della funzionalità e del design, spesso il punto di partenza quando cominciamo a pensare al verde all’interno di un’abitazione, di un terrazzo o di ufficio: il vaso. Il disegno del vaso è un ambito interessantissimo ed altrettanto difficile del design, che richiede una ricerca non solo in termini di forma e colori, ma anche di materiali e funzionalità; che ci permette di attingere ad una formidabile tradizione artigiana e dare sfogo ad una creatività che rinnovi e riveda le forme classiche per soddisfare le tendenze più contemporanee. Gli ambiti di inserimento di questo oggetto sono molti, molti più di qualsiasi complemento di arredo per esterni, e ci aiuta a veicolare il concetto del verde in contesti in cui il verde non è considerato prioritario ma solo accessorio. partners Francesco Del Re – Hydroplant – Serralunga sponsor tecnici Granulati Zandobbio – Green Vision – Hydroplant
© B SCAPE architettura del paesaggio . Published on May 03, 2013.
© B SCAPE architettura del paesaggio . Published on May 03, 2013.
© B SCAPE architettura del paesaggio . Published on May 03, 2013.
Threatened by the disruption that might ensue from the construction of a road, the Thula community, with the help of The Social Fund for Development, has undertaken a series of historic preservation projects to protect cultural assets, including rebuilding the walls of burial grounds and walls of agricultural terraces, restoring the Bab al Mayah gate, watch towers, paths and waterways, and repairing the cistern that remains in use to this day. Thula is well-known for artefacts from the Sabaean period and its prototypical massive stone architecture. During the preservation process an archaeological site was discovered with gates and walls that should provide further insights into the Sabaeans and their civilisation.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
© AKAA / Cemal Emden. Published on May 03, 2013.
1. CRITERI E STRATEGIE GENERALI
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
1.1. Dalla città antica alla Caserma Rossani L’asse Nord-Sud di Bari, dal carattere essenzialmente pedonale, trova origine nella città antica, continua lungo il Murattiano sulla Via Sparano e attraversa Piazza Umberto I defluendo poi in Piazza Aldo Moro. La proposta intende riorganizzare quest’ultima piazza in modo da consentire la continuità dell’asse pedonale fino all’edificio della Stazione Centrale, spostando la fontana dalla sua attuale posizione. Si propone inoltre un nuovo fronte stazione a Sud del fascio di binari, posto sotto la Via Capruzzi, integrato da una stazione per autobus extraurbani e un parcheggio il cui insieme, costituirà un efficace nodo di interscambio tra trasporto privato e le varie linee di trasporto pubblico urbane ed extra urbane. Una nuova costruzione a sud della Caserma, con funzioni prevalentemente museali/espositive, completa il polo culturale previsto per questo comparto, dando così prolungamento e punto finale all’asse pedonale Nord-Sud che attraversa la città di Bari.
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
1.2. Via Capruzzi come asse verde lineare All’interno delle aree libere a ridosso della Via Capruzzi, si possono ottenere i suoli necessari affinché questa possa risolvere la sua attuale condizione di degrado e convertirsi in un autentico asse verde lineare che articoli la città di Bari in direzione Est-Ovest. L’incrocio tra i due assi, che coincide con il fronte Sud della Stazione, fa propria la precisione e l’esattezza che la città, ordinata secondo il reticolo murattiano, possiede. Una precisione più vicina alla dimensione dell’architettura che a quella dei processi urbani, necessariamente più aleatori2.
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
SCELTE PROGETTUALI E QUALITA’ ARCHITETTONICHE 2.1. Strategie progettuali e interventi previsti Gli interventi, suddivisi per ciascun comparto, riguardano: Comparto 1 - Riduzione della superficie asfaltata ed eliminazione del parcheggio/stazionamento degli autobus e delle autovetture; - Riqualificazione e potenziamento dell’asse pedonale di Via Sparano; - Spostamento della fontana dalla posizione centrale rispetto alla Stazione e relativo allineamento con la fontana di Piazza Umberto I; - Riorganizzazione e razionalizzazione del sistema di arrivo e partenza dei viaggiatori, dei sistemi di percorrenza degli autobus, dei taxi e delle auto private;
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
Comparto 2 - Connessione delle città Nord e Sud con il prolungamento pedonale delle strade del Murattiano; - Creazione di un luogo nuovo con carattere di parco/piazza su una piastra al di sopra della quota dei binari; - Estensione della struttura e dell’ordine urbano della città a Nord verso Sud; - Riqualificazione e riuso del Viadotto FAL con l’inserimento di attività commerciali alla quota stradale e con la realizzazione di un “passeggiata verde” alla quota superiore; - Creazione di una nuova connessione viaria carrabile a Ovest;
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
Comparti 3 e 5 - Prolungamento della Via Capruzzi e creazione di un asse Est-Ovest che attraversa tutta la città dotandola di un sistema verde lineare che, con alberature uniformi, ne conferisce un carattere unitario; - Copertura del “vuoto” del Sottovia Giuseppe Filippo che divide i comparti 3 e 5 al fine di ottenerne una maggiore unitarietà e di raggiungere una dimensione complessiva assimilabile a quella di una piccola città; - Disegno unitario dell’insieme dei comparti con un reticolo di proporzioni e dimensioni analoghe a quelle del Murattiano; - Ridisegno del tracciato del Viadotto FAL in modo da ottimizzare l’edificabilità e unitarietà dei comparti; - Localizzazione di aree verdi attorno agli isolati edificati con la possibilità di inserire costruzioni a servizio del quartiere;
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
Comparto 4 - Acquisizione e valorizzazione della condizione esistente del comparto; - Mantenimento della scuola esistente e realizzazione di una coerente riorganizzazione urbana al suo intorno; - Organizzazione dell’edificabilità sui suoli ex FNB in modo da rendere indipendente l’attuazione del resto del comparto; Comparto 6 - Ricucitura dei versanti a Nord e a Sud delle aree ferroviarie liberate; - Riorganizzazione del traffico in entrata e in uscita dalla città Nord attraverso il Sottovia Luigi di Savoia con il potenziamento delle connessioni con la Via Capruzzi per mezzo di una nuova forma urbana piuttosto che con uno snodo stradale; - Creazione di una zona verde con la possibilità di inserire eventuali edifici pubblici; - Riqualificazione delle costruzioni nella zona Est al fine di garantire maggiore uniformità urbana; - Eliminazione dei passaggi a livello e interramento del tratto della Via Capruzzi prospicente il passaggio delle linee ferroviarie;
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
Comparto 7 - Prolungamento dei sottopassi della Stazione fino a superare a Sud la Via Capruzzi, rendendone così superfluo l’interramento; - Creazione di una nuova Hall per la Stazione al di sotto della Via Capruzzi che organizzi l’accesso ai sottopassi e costituisca uno spazio per servizi e attività commerciali; - Riorganizzazione di tutto il sistema di interscambio tra i vari sistemi di trasporto urbano ed extraurbano (autobus urbani, pullman extraurbani, Taxi, Kiss&Ride, parcheggi privati, ecc.) senza interferire con il traffico su Via Capruzzi; - Inserimento di una pergola su tutta la lunghezza del fronte Nord dell’area dell’antica Caserma, che: - Delimiti la zona Nord del nuovo Parco Rossani e trasferisca gli edifici prospicenti la Via Capruzzi in un secondo piano; - Crei una nuova facciata di accesso alla Stazione dalla città Sud; - Integri le rampe di accesso alla stazione degli autobus extraurbani e al parking automobilistico; - Organizzazione dell’area della Caserma Rossani come parco culturale. Gli edifici e le alberature hanno la stessa matrice geometrica che disegna linee orizzontali in direzione Est-Ovest; - Realizzazione, sul fronte Sud del comparto (il più disordinato), di un nuovo edificio allineato alla direttrice della pergola ubicata sul fronte a Nord, avente la funzione di: Offrire uno spazio per attività e funzioni di tipo culturale; Delimitare il Parco a Sud e separalo dalle costruzioni vicine; Completare la dotazione di parcheggi richiesta.
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
2.2. Ipotesi di potenziamento dei sistemi di accesso e collegamento della Stazione Per il comparto della Stazione Centrale si propone una serie di interventi ausiliari, non vincolanti ai fini della fattibilità e all’idea generale di progetto, finalizzati ad individuare possibili strategie alternative che possano migliorare l’integrazione tra l’antico edificio della Stazione (che continuerà a servire la parte nord della città) e il nuovo fronte di accesso da Sud: Ipotesi 1: I due sottopassi centrali esistenti si uniscono in un unico e ampio passaggio centrale che ospiterà esercizi commerciali e tutti gli altri servizi di cui oggi la stazione è carente. Il grande sottopasso centrale da un lato continuerà a garantire l’accesso ai binari, accogliendo però i viaggiatori in uno spazio più generoso, dall’altro rappresenterà il giusto prolungamento dell’asse pedonale di Via Sparano verso la ex Caserma Rossani ed il nuovo nodo d’interscambio. Ipotesi 2: Un quarto sottopasso a Est completerà l’intervento raccogliendo il flusso di pedoni diretti verso il Campus Universitario e verso il Parco di Largo due Giugno conferendo al contempo maggiore centralità e vitalità alla parte Sud-Est della Piazza Aldo Moro. Le proposte contribuirebbero a potenziare l’importante ruolo urbano di questa infrastruttura quale porta della città per i viaggiatori, i turisti e i pendolari.
© Vincenzo Paolo Bagnato . Published on May 03, 2013.
Green Wave
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
The idea of the Green Wave emerged spontaneously in a place where there are many variables and strong input, like the perfect subdivision of the fields for the cultivation and saline. After some analysis about the sunshine, the weather and the wind, the form of the wave seams perfect for a good illumination, to absorb and save the water by the rainwater, to don’t suffer the impact of the wind, seeking instead to canalize them.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
Flows
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
Access to the terminal shall be by connection to the existing road to the north-‐east. between the connection road and the terminal is the parking area, filtered by a band of trees. The parking lots, for which it was designed a system of “green permeable parking”, are divided into uncovered (5,138) and covered (2,084), located below the initial wave. Even if the waves are staggered the parking system remains aligned. Once past the parking area, you enter the hall of terminal where there are several functions: ticketing, lost and found, check-‐in, and an elevator from which you can climb to the roof garden. Then there are the security checks, after which it enters the waiting area at various levels.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
Wind_ The roof-‐wave allows the concentration of hot air in the height, where they were placed the large opening skylights in such a way as to create a spontaneous ventilation in summer. The study of the winds was also vital to the position of the runways that follow the main winds coming from the north and so as to facilitate the take-‐off and landing.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
Precipitation_ Moreover this conformation of the roof together with the choice of the roof garden allows to have a total permeability of the covered parts and to collect in storage points rainwater, to be disposed slowly or for later use as needed.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
Structure
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
the structure is made of steel truss, with pillars inclined according to different directions in order to increase the stability, supporting a rigid slab. Each order of pillar / slab sustains the next one until the coverage for which they are designed truss that follow the trend wave.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
casa del pesce _ FISHMARKET
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
© Giampaolo Grasso . Published on May 03, 2013.
La lampada da terra FASMIDEè composta da profili in lamiera che contengono alloggiamenti per barre a LED. Il basamento, sempre metallico e di tonalità più scura rispetto al resto del corpo, contiene sia la zavorra necessaria per dare alla lampada la giusta stabilità che il tasto di accensione. Per mezzo di giunti che ne modificano la configurazione ed i gradi di luminosità, a seconda delle esigenze, può adattarsi alle più svariate circostanze: lampada da lettura (assetto minimo), lampada per grandi spazi (assetto totale), lampada per riunioni o cene (assetto parziale), lampada per atmosfera (assetto soffuso). Larghezza ed altezza nei punti massimi raggiungono 230cm ma i giunti per il cambio degli assetti sono posizionati rispettivamente a 75cm e 150cm così da renderne facile la fruizione. La base ha dimensioni massime di 60×40cm con una altezza media di5cm. Attraverso le differenti colorazioni (nonché la possibilità di utilizzare diverse lamiere quali potrebbero essere persino il CORTEN o l’alluminio cromato) si armonizza alle molteplici tipologie di arredamento con le sue forme nette ed eleganti: è allo stesso tempo sia lampada confidenziale che piantana per camere più formali. La progettazione per la piantana FASMIDEè stata effettuata solo dopo un lavoro d’analisi storica ed ergonomica di oggetti di design italiano che, nella medesima categoria (l’illuminazione), hanno trovato successo poiché simboli di un epoca e capaci di travalicare i confini temporali della loro nascita. Basti pensare alla purezza della lampada da terra Arco di Achille Castiglioni o della semplicità di movimenti della lampada da tavolo Eclisse di Vico Magistretti. Ad analisi effettuata abbiamo ritenuto che la simbiosi con l’ambiente circostante, il continuo adattamento evolutivo,le forme pure e mai banali, potessero fare degli insetti il punto di partenza del ragionamento che ha permesso lo sviluppo della proposta progettuale, cercando di mai cadere nel puro formalismo.
© Francesco Vitiello . Published on May 04, 2013.
© Francesco Vitiello . Published on May 04, 2013.
© Francesco Vitiello . Published on May 04, 2013.
© Francesco Vitiello . Published on May 04, 2013.
© Francesco Vitiello . Published on May 04, 2013.
© Francesco Vitiello . Published on May 04, 2013.
Il progetto in questione riguarda una struttura di piccole/medie dimensioni, destinata ad impieghi ricreativi, culturali ed alla socializzazione in genere. Sia per la forma che per le funzioni svolte, la struttura è stata concepita per poter interagire al meglio sia con il contesto circostante che con la collettività del luogo in cui viene ubicata.
© AL_STUDIO . Published on May 04, 2013.
Grazie all’utilizzo di travi reticolari in acciaio e pannelli mobili, la struttura può essere facilmente assemblata e smontata, tutto ciò la rende dunque temporanea e facile da collocare in differenti contesti urbani e suburbani.
© AL_STUDIO . Published on May 04, 2013.
All’interno, grazie alle varie installazioni espositive multimediali, il visitatore può alternare momenti di godimento “passivo” ad altri decisamente più“attivi”, nei quali, grazie all’utilizzo di strumenti informatici (realtà virtuale, postazioni filmiche interattive o multimediali), può intervenire scegliendo tra le differenti tematiche proposte nelle varie postazioni quella che più lo stimola o lo incuriosisce.
© AL_STUDIO . Published on May 04, 2013.
© AL_STUDIO . Published on May 04, 2013.
© AL_STUDIO . Published on May 04, 2013.
© AL_STUDIO . Published on May 04, 2013.
© AL_STUDIO . Published on May 04, 2013.
The proposal
© OBa! . Published on May 04, 2013.
Thinked as an interactive landscape, this project proposes to build a wood serpentine that runs and defines the central space of the encounter. As a line conecting the Castilian tradicional architecture to the future Self suficente rural world, it offers differents possibilities of space occupation during all the event. Covered with pieces of tensed textiles, it reaches to provide the maximum of exchanges, fluxes and ideas. Participants can imagine and improvise differents uses for this structure : dress a works wall, invent a stage or hanging up a hamac to rest for a while… As a proto-architecture, it invites each one to invente and use his imagination, to elaborate the dream of a sustainable future.
The plan
A tridimensional structure that defines alcoves and apertures, with the simplest material offered to humanity by nature : wood. Roof is made of a textile protection pushed up by tensed cables. They represent the joy of the collective creation. Balloons are smatched upon it as a symbole of each individualities. It offers the possibility to create an interactive landscape changing each day, each hour, each moment and under the sign of renewal and collective happiness.
The aim
This space is made to offer a unique plateform for all kind of contemporary questionings : How to reinvente the city ? How to face a new nature ? How to create an intrinsical link between both ? The landscape balls project symbolises the collective mouvement of several individualities looking in the same direction. It is a spatial strategy, to recreate and reinvente the link between nature and city. We propose to stop, dream… and turns real this utopia!
Il progetto ha per oggetto una scuola primaria per 25 aule didattiche, una nuova scuola per l’infanzia di 3 sezioni (75 bambini) che completa la dotazione della scuola materna esistente e una palestra scolastica utilizzabile anche per usi extrascolastici con campo regolamentare da basket. Le linee orizzontali connotano il territorio dell’Oltrepò Pavese, caratterizzato dai vigneti e dai loro andamenti rettilinei. La composizione dei prospetti è giocata dall’alternarsi di linee orizzontali (le grandi aperture vetrate e la loro scansione) con il disegno rigato verticale dei pannelli in cemento colorato (il colore della foglia della vite in autunno). Il nuovo complesso scolastico è definito da un impianto ad “acca” costituito da due corpi longitudinali a due piani disposti con orientamento nord sud collegati da un corpo trasversale (transetto nord) anch’esso a due piani e da un elemento “ponte” (transetto sud) che chiude e definisce la corte centrale.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
© bbpstudio . Published on May 04, 2013.
sistemazione interna di un appartamento ad uffici professionali
© Marco Arrigoni . Published on May 04, 2013.
Edifício de três apartamentos na cidade de Tefé– Am. A resolução projetual explora a relação entre o lote e à margem do lago. Menção Honrosa – Jovens Arquitetos IAB SP
© Adalberto da Silva Retto Junior . Published on May 04, 2013.
© Adalberto da Silva Retto Junior . Published on May 04, 2013.
© Adalberto da Silva Retto Junior . Published on May 04, 2013.
© Adalberto da Silva Retto Junior . Published on May 04, 2013.
© Adalberto da Silva Retto Junior . Published on May 04, 2013.
© Adalberto da Silva Retto Junior . Published on May 04, 2013.
© Adalberto da Silva Retto Junior . Published on May 04, 2013.
Il Mediterraneo come suggestione. Un’architettura che cerca il dialogo con la forza degli elementi senza retorica né gentilezza. L’uso di materiali grezzi ma che accolgono il naturale decadimento tramutandolo in codice estetico. La ricerca di volumi elementari e plastici, quasi enigmatici, che interagiscono con la luce del sud tracciando segni profondi sulla terra agra. Terra graffiata con parsimonia per disegnare sottili lame d’acqua. Il recupero dello spessore murario come sintesi ultima del tema scelto. Lo spazio si articola lungo due segni principali che assecondano la morfologia del territorio.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
Orientato verso la valle e situato a sud est si trova il complesso di ville a schiera: un piccolo borgo autonomo, completo di vicoli le cui abitazioni si presentano come volumi compatti, forati attentamente per includere la luce mattutina ed escludere il caldo pomeridiano. La rigidità volumetrica è rotta dalla forma archetipa dei piccoli studi pensili che esplicitano la natura residenziale dell’impianto.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
L’accesso al complesso agrituristico è gestito da un edificio polifunzionale a sviluppo longitudinale di circa cento metri dal quale parte il percorso lungo il quale si snodano le funzioni residenziali e pubbliche, evidenziato attraverso un allineamento differente. La soglia è ulteriormente accentuata da una piscina non praticabile che percorrendo l’intero prospetto va a definire, assieme alla fila di pilastri, una scenografia che inquadra la valle. In questo blocco si trova la reception in posizione centrale ai quali lati si sviluppano le funzioni di bar\ristorante e auditorium.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
Varcata la soglia del blocco di ingresso si raggiunge l’area residenziale dell’agriturismo che si articola attraverso una serie di appartamenti che riprende il motivo compositivo delle villette a schiera, ma rompendone la rigida scansione e configurandosi come un gradiente verso la diversa giacitura del centro benessere e dell’impianto sportivo.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
Il centro benessere e l’impianto sportivo sono collegati da una monumentale scalinata che ha il compito di coprire la palestra posta al di sotto di essa. Le aperture, in copertura, sono delle concavità ricavate da una maglia ideale che va a creare un gioco di pieni e di vuoti. Il modulo della scala alberata scandisce anche i campi da gioco, i cui spalti, nella parte più alta, diventano luoghi di sosta ampi e ariosi protetti dal sole tramite arbusti di media altezza. Le apparecchiature sportive sono ospitate da un profondo scavo nel terreno. Il prospetto della palestra, la scalinata, la balaustra e il fronte del centro benessere dialogano fra loro e murature piene e diaframmi forati. Il cemento applicato ai volumi contrasta con il cielo originando un’atmosfera sospesa.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
Il centro benessere, di pianta quadrata, ricava uno spazio ad “L” lungo il quale vengono distribuiti i vari spazi funzionali, illuminati da un innovativo sistema composto da una griglia di lucernari la cui luce viene diffusa tramite sottili volte in pvc opaco. La diffusione della luce naturale zenitale crea una atmosfera soffusa che va a dialogare con l’unico spiraglio di cielo dell’apertura estrusa rivestita in corten. Lo spazio aperto esterno riscopre il mediterraneo tramite pergolati in legno coperti da tralucenti veli, memori di un’antichità classica che si rapportano con un solco nel terreno che accoglie un taglio d’acqua: la sintetica piscina esterna, riassunto dell’interno progetto.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
© Let.It.Be. Studio . Published on May 04, 2013.
Educazione al futuro, processo partecipativo, sviluppo locale e trasversalità…. Le realtà del Museo sperimentale Zen è quella di un interessantissimo e importante campo di sperimentazione didattica. Il progetto propone un percorso di sviluppo locale basato sulla partecipazione diretta della popolazione e alla tutela attiva del proprio patrimonio materiale e immateriale, alternando ricerca e azione. il progetto si compone di una serie di spazi dedicati a tali attività, dalla possibilità di esporre nell’area museo, all’utilizzo di laboratori didattici, fino all’uso di biblioteca e sale studio, dando la possibilità ai residenti di partecipare attivamente al tutela del museo, trasformando un edificio culturale in uno strumento usufruibile dinamicamente. La pianta piano terra si compone di aree per il ristoro – bookshop e caffetteria posizionate lungo la strada cosi da servire sia la l’area museale che quella esterna del quartiere. L’ingresso al museo è posto nella zona sud ovest dell’area di progetto Tale procedimento ha lo scopo di recuperare il senso della ri-conoscenza da parte del cittadino, una capacità nel leggere il paesaggio dove si trovano a vivere. Un esercizio attraverso il quale riacquistano la facoltà di continuarlo con coerenza nel proprio tempo. Generando nuovi rapporti di fiducia tra le persone, nuove relazioni funzionali tra le loro attività e le risorse reali del territorio, nuove forme responsabili di produzione e consumo, l’esperienza dell’abitare è al centro delle diverse iniziative di conservazione, interpretazione e gestione del patrimonio, nel quale la comunità individua le tracce del suo passato e le linee del suo futuro. la partecipazione della popolazione, le funzioni di ricerca, conservazione, valorizzazione di un insieme di beni naturali e culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che lì sono succeduti è la partecipazione della popolazione che legittima l’Ecomuseo. Partecipazione, collaborazione, concorso, associazione, complicità, connivenza, confidenza…: la ricerca di rapporti stretti con la popolazione è importante, ma anche importante quante forme sottilmente differenti questa partecipazione può assumere.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
© Claudio Manzo Architetto . Published on May 04, 2013.
The aim of this project was the conversion of the existing building into a cultural and social centre, which would provide it with institutional representation. The outset was a dark, half-buried building that lacked quality spaces, placed at the interior of a block in Girona. The vast remodelling program included a 180-seat auditorium, an exhibition room, a computer room and an administrative area, among other spaces.
Photo by © Jordi Surroca. Published on May 04, 2013.
We decided to work on the existing building in order to take full advantage of a very expressive interior space, whilst proposing a powerful image both to interior and exterior spaces.
Photo by © Jordi Surroca. Published on May 04, 2013.
The pursuit of a new image uncovered a world of suggestive interior spaces. Taking the ceiling of Antoni Gaudí’s Pedrera as a model, our proposal consisted of a white dropped ceiling, continuous yet undulating, uneven, which has an expressive character of its own and is present in all spaces of EspaiCaixa. Also, Gaudí’s Casa Batlló offered some ideas for the courtyard, in the features of separating surfaces that as in Gaudí’s mosaic tiles are coloured in blue-green in order to provide freshness and luminosity.
Photo by © Jordi Surroca. Published on May 04, 2013.
Both the false ceiling and the coloured glass walls give the building unity and contribute to guide the user throughout the facilities
Photo by © Jordi Surroca. Published on May 04, 2013.
The vibrant design in the interior reveals its distinctive features to the façade, which is partially painted with the same colours as the interior. Despite the contrast between EspaiCaixa and the surrounding blocks, the overall integration with the urban fabric is improved with respect to the previous building. Moreover, it becomes an inner block used and frequented by the neighbours.
© MIRAG Millet Ramoneda.. Published on May 04, 2013.
© MIRAG Millet Ramoneda. . Published on May 04, 2013.
Photo by © Jordi Surroca. . Published on May 04, 2013.
The challenge on the enlargement of this therapeutic centre ‘Riera Major’, located in a privileged site in the outskirts of Viladrau, Girona was, on the one hand, to offer an improved relation between the patient and the surrounding nature through a reinterpretation of traditional constructions of the area. And on the other hand, to study the real needs of the centre in order to offer them a moderate, affordable solution.
Photo by © Jordi Surroca. All rights reserved.. Published on May 04, 2013.
This pavilion –which will be used exclusively by the patients of the centre– responds to the need of a new multifunctional space connected with the existing building. The will to be an open space is reflected in the section, which opens up towards the forest with two big windows, while at the same time has two blank walls where all the required building systems are located, both programmatical (restrooms and an office) and thermic, energy and lighting.
Photo by © Jordi Surroca. All rights reserved.. Published on May 04, 2013.
The main contribution of this building consists in synthesising, in a contemporary fashion, the need of an all-encompassing architecture that integrates both the surrounding landscape and the existing building. We propose to start with the formal model of a traditional architecture –in harmony with the existing building- but using materials and a contemporary image by means of a light wooden structure. The structural system is seen as a boat’s keel, and it doesn’t only work as a fastening component but it also conveys a ‘personality’ to the inner space and at the same time, it displays the volumetric origin of the pavilion. Like in traditional constructions, the structure bestows shape to the building.
© MIRAG Millet Ramoneda . Published on May 04, 2013.
We also opt for a careful selection of materials, colours, textures and lighting to be used, in order to facilitate a complete integration of the pavilion, on all its scales, with the surroundings.
Photo by © Jordi Surroca. All rights reserved.. Published on May 04, 2013.
Photo by © Jordi Surroca. All rights reserved.. Published on May 04, 2013.
We received the proposal to design a 91-social-housing project distributed in 4 different blocks within a pre-defined urban planning called Can Vilar in the village of Sentmenat, Barcelona. The symmetric distribution of the blocks is unconnected with the rural and the industrial surroundings.
Photo by © Jordi Surroca. All rights reserved.. Published on May 04, 2013.
The volumes of the four buildings could not be modified. As a consequence, the aim of the project was to give quality to the whole complex through a dynamic facade and also to solve the needs that a social housing project demands. We thus focused on a flexible the facade in order to avoid the rigidity of the urban planning. To get to this point, we resorted to the idea of four buildings as disintegrated volumes, which are formed by surfaces. We also intended to grant sound building quality to inner-spaces.
Photo by © Jordi Surroca. All rights reserved.. Published on May 04, 2013.
As regards the program, both units of block type 01 include 5 apartments in each floor and 2 commercial spaces and the entrance to the parking at the ground floor. The two blocks type 02 have 4 apartments in each floor, including 6 at the ground floor as well as the entrance to the parking floors. The usable space of the apartments varies between 55 and 77m2. The central space, open and accessible to everyone, is understood as a common patio which is protected from the exterior thanks to the ground floors of the complex which are connected around this collective area.
Photo by © Jordi Surroca. All rights reserved.. Published on May 04, 2013.
© MIRAG Millet Ramoneda . Published on May 04, 2013.
© MIRAG Millet Ramoneda . Published on May 04, 2013.
© MIRAG Millet Ramoneda . Published on May 04, 2013.
© MIRAG Millet Ramoneda . Published on May 04, 2013.