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HOUSE F - Matteo Negrin

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Un piccolo bilocale in una classica casa Milanese, acquistato da un cartografo, è stato completamente riqualificato e ristrutturato creando, con l’eliminazione della parete divisoria tra la zona giorno e la zona notte, un piccolo open-space.

Matteo Negrin — HOUSE F

Date le dimensioni ridotte dell’unità si è optato per la creazione di un locale unico che garantisse una maggiore apertura visiva e che aumentasse la sensazione di ariosità e di luminosità.

Matteo Negrin — HOUSE F

L’elemento cardine dell’intero progetto è costituito dalla scrivania fissa in posizione centrale utilizzata del committente come postazione di lavoro e, che garantisce anche una seppur minima separazione visiva oltre che funzionale tra le due zone dell’openspace (zona giorno e zona notte).

Matteo Negrin — HOUSE F

Altro elemento cardine è costituito dal grande mappamondo realizzato basandosi sulla proiezione di Peirce-Quincuncial sulla parete principale della zona notte.

Matteo Negrin — HOUSE F

L’utilizzo del parquet chiaro, delle tinte bianche a parete, sui serramenti e sulle porte, e l’utilizzo della porta senza stipiti creano una visione unitaria dell’intervento e delle linee principali che caratterizzano l’intero progetto.

Matteo Negrin — HOUSE F

Completa l’intervento, la riqualificazione totale del bagno con, in questo caso, l’utilizzo di un materiale in forte contrasto rispetto a resto del progetto e con l’eliminazione della precedente vasca e l’inserimento di una nuova doccia più funzionale e contemporanea.

Matteo Negrin — HOUSE F

Matteo Negrin — HOUSE F

Matteo Negrin — HOUSE F

Matteo Negrin — HOUSE F

Matteo Negrin — HOUSE F

Matteo Negrin — HOUSE F

Matteo Negrin — HOUSE F


PH MK - Jacobo Micha

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Penthouse MK is an interior design project where our principal design premise was to enhance the sense of spaciousness. The building that is home to the penthouse boasts a transparent façade that inspired to take best advantage of the spectacular views over western Mexico City, and the sunsets.

Jacobo Micha — PH MK

To achieve this we resorted to a very clean, lightweight geometry, using rectangular prisms to delimit the spaces without obstructing the visual communication between them. These architectural elements that distribute the spaces also serve other specific functions depending on their location, and make sense of how the space is used.

Jacobo Micha — PH MK

The public and private areas are circumscribed by their two levels. The lower floor contains the kitchen, dining room, lobby, reception, and lounge. The latter is located in a double-height space that during the day is naturally illuminated by a full-height right-angled window that frames the whole space, filling it with light. The upper floor contains three bedrooms and a TV room.The sculptural staircase that links the two floors “levitates” over a water pool, which is complemented by a wet wall that produces a gentle sound, and transmits a fresh energy.

Jacobo Micha — PH MK

The selection of materials was defined by the goal of achieving a clean, uniform outcome, using wood with rich oak tones, ivory-white stone, and black ironwork.At night, the city lights fill the space with life and complement the lighting design, which defines the character of the penthouse.

Jacobo Micha — PH MK

Jacobo Micha — PH MK

Jacobo Micha — PH MK

Jacobo Micha — PH MK

PH MK - ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi

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Penthouse MK is an interior design project where our principal design premise was to enhance the sense of spaciousness. The building that is home to the penthouse boasts a transparent façade that inspired to take best advantage of the spectacular views over western Mexico City, and the sunsets.

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

To achieve this we resorted to a very clean, lightweight geometry, using rectangular prisms to delimit the spaces without obstructing the visual communication between them. These architectural elements that distribute the spaces also serve other specific functions depending on their location, and make sense of how the space is used.

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

The public and private areas are circumscribed by their two levels. The lower floor contains the kitchen, dining room, lobby, reception, and lounge. The latter is located in a double-height space that during the day is naturally illuminated by a full-height right-angled window that frames the whole space, filling it with light. The upper floor contains three bedrooms and a TV room.The sculptural staircase that links the two floors “levitates” over a water pool, which is complemented by a wet wall that produces a gentle sound, and transmits a fresh energy.

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

The selection of materials was defined by the goal of achieving a clean, uniform outcome, using wood with rich oak tones, ivory-white stone, and black ironwork.At night, the city lights fill the space with life and complement the lighting design, which defines the character of the penthouse.

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

ARCHETONIC / Jacobo Micha Mizrahi — PH MK

HOUSE FN - Matteo Negrin

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In un tipico cascinale lombardo, il committente ha acquistato uno dei vecchi appartamenti dei contadini che, prima dell’intervento versava in un forte stato di degrado. E’ stato infatti indispensabile il rifacimento di tutti i serramenti esterni, la realizzazione di tutti gli impianti, la sanificazione di tutte le pareti portanti ed il consolidamento sia del solaio a terra che del solaio al primo piano.

Matteo Negrin — HOUSE FN

La scelta principale del progetto è stata quella di creare un unità contemporanea con linee ed elementi moderni con un richiamo però alle precedenti caratteristiche dell’unità. Si è pensato perciò di eliminare le pareti divisorie del locale cucina e creare una zona giorno aperta e molto più spaziosa e inserire al piano superiore un nuovo bagno con le caratteristiche e le funzionalità di un bagno moderno, nonchè due camere da letto.

Matteo Negrin — HOUSE FN

Per richiamare le caratteristiche della vecchia casa dei contadini si è deciso di mantenere la scala in pietra esistente e le pareti mattoni a vista (dipinte di bianco) sulle scale e all’interno della camera matrimoniale.

Matteo Negrin — HOUSE FN

L’utilizzo del parquet scuro, del bianco alle pareti e di alcuni elementi di colore rosso (come la porta scorrevole di accesso al bagno di servizio) rendono l’intervento omogeneo, uniforme e particolarmente contemporaneo.

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

Matteo Negrin — HOUSE FN

LOWER HOUSE - Vincenzo De Chirico

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La Lower House è stato il nostro primo lavoro, investiti di entusiasmo, coraggio ed ottimismo e da una forte e stimolante intesa con il committente, graphic designer londinese, con cui sono state condivise e raggiunte molte delle scelte compiute. Situato nel centro storico della città di Molfetta, il lotto, inaccessibile all’atto dell’acquisto, si presentava come un rudere in pietra su più piani e disabitato dal secondo dopoguerra. L’intervento è stato volto al recupero del manufatto, interpretato però in maniera contemporanea sia nella distribuzione delle funzioni che nella gestione degli spazi, e, allo stesso tempo, facendo della conservazione di alcuni elementi un dichiarato punto di forza del progetto.

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

Un dettagliato rilievo del manufatto e uno studio tipologico esteso al contesto urbano, ha consentito un’intima conoscenza dell’immobile. Classificabile come “casa a pseudo schiera” in muratura portante di pietra calcarea e volte in pietra ai livelli inferiori e orizzontamenti lignei ai livelli superiori, l’abitazione è costituita da un vano semi interrato -originariamente adibito a locale di lavoro – e da tre ambienti sovrastanti ad uso abitativo. Il fronte principale, verso il mare, è esposto a Nord, mentre gli ultimi due livelli sono aero-illuminati anche tramite aperture rivolte a Sud che affacciano in una chiostrina posteriore che ha come livello di calpestio la copertura del locale accessorio annesso al primo piano abitativo. Articolata su più livelli, la casa è unificata dalla nuova scala in acciaio che diventa protagonista. Il primo livello è destinato a zona giorno, dove la cucina viene ricavata nel locale accessorio situato allo stesso piano, la cui volta a botte in tufo, fortemente degradata, è stata restaurata e parzialmente ricostruita con il sistema tradizionale delle centine lignee. L’illuminazione dello spazio è stata incrementata con il raddoppio del lucernario zenitale. I due livelli superiori ospitano, invece, la zona notte-studio. L’intervento ha previsto il restauro di una porzione dell’impalcato ligneo originario di copertura, costituito da travi in castagno e chiancarelle in pietra calcarea. Le sue discrete condizioni statiche, infatti, hanno consentito la parziale conservazione, come eloquente testimonianza della cultura costruttiva e materiale del passato.

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

planimetrie

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

Vincenzo De Chirico — LOWER HOUSE

prospetto verso il mare e sezione longitudinale

Elemento di arredo urbano Puerta del Sol. Madrid - Pasquale A. De Nicolo, Vincenzo Paolo Bagnato

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La configuración morfológica de la Puerta del Sol, sus dimensiones y sus características de diversidad espacial y perceptiva sugieren la necesidad de añadir al existente no un elemento “figurativo”, sino un elemento “abstracto” que con su dinamismo plástico unifique conectándolas una con la otra todas las partes físicas y sociales de un espacio tan grande y tan identitario. Además, a la libertad de movimientos en la plaza tiene que corresponder una libertad y una flexibilidad en el uso de los elementos de mobiliario urbano: el banco, en efecto, contiene asientos y pequeñas tumbonas en el mismo objeto. Re-Chicle es un banco cuya forma, parecida a un “chicle repetido” se genera doblando plásticamente una barra de hormigón “slimconcrete” hidrofugado de 50 centímetros de ancho y 5 metros de largo hasta producir dos brazos que forman un ángulo de 45° entre ellos. Los conceptos formales a la base del diseño de este banco son la “continuidad fluida” y la “disolución del limite”. Los asientos (cuatro en total) y los apoyos se producen curvando en tres puntos el mismo elemento y el mismo material, sin que hagan falta piezas añadidas, y se alternan de manera continua y sinuosa haciendo desaparecer sus limites constructivos. El uso de la tecnología slimconcrete permite trabajar con formas libres y geometrías complejas reduciendo el peso de los elementos, y esta es una oportunidad que el banco Re-Chicle adquiere como raison d’etre de su filosofia formal. El banco Re-Chicle es un elemento geométricamente complejo pero simple al mismo tiempo, que no lleva términos ni respaldos, sino que continua idealmente sin fin: es un fragmento, una pieza en busca de una unidad que quiere construir con el espacio publico del lugar donde se sitúa.

Pasquale A. De Nicolo, Vincenzo Paolo Bagnato — Elemento di arredo urbano Puerta del Sol. Madrid

Pasquale A. De Nicolo, Vincenzo Paolo Bagnato — Elemento di arredo urbano Puerta del Sol. Madrid

cinquantacinquemetriquadricirca - ciro treppiccione

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existenzminimum senza rinunce

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

ciro treppiccione — cinquantacinquemetriquadricirca

Casa privata - Paolo Imbalzano Architetto

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Intervento di rifacimento facciate, mediante consolidamento strutture in cemento armato e rifacimento intonaci

Paolo Imbalzano Architetto — Casa privata


"Laguna Landscape" - D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi

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Gli spunti forniti dal bando, in particolare la richiesta di relazionarsi con il centro storico di Sottomarina, ma ugualmente con il Forte San Felice e il centro storico di Chioggia, hanno suggerito la creazione di un asse che possa mettere in una relazione più o meno diretta l’isola con i vari punti di vista sopra menzionati. Esso si origina da Sottomarina stessa, in particolare da quella piccola piazza affacciata sull’Isola che costituisce il cuore, il nucleo dal quale scaturisce l’intero sistema. Allo stesso tempo l’asse stesso non ha una fine, insinuandosi nella laguna con un gesto di protensione visiva verso Chioggia. L’asse, quindi, come il fulcro attorno al quale nasce il rapporto dialettico tra Sottomarina e la laguna.

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

Vista dal ponte

La proposta progettuale elaborata opera una forte distinzione tra gli spazi dedicati alle attività ricettive in senso stretto e quelle dedicate alle attività ricreative, sportive e amministrative. Tale impianto permette di definire quattro diversi livelli di dualità: tra spazi pubblici e privati, tra utilizzo estivo ed invernale, tra percorso centrale e periferico, e tra tipologie architettoniche. Il concept così elaborato permette di poter essere idealmente applicato ad altri contesti morfologicamente simili, essendo basato sulla dialettica tra città e laguna, sempre presente qualsiasi sia il luogo di progetto. Contemporaneamente, il progetto assume valore singolare in quanto si basa su peculiarità del luogo di intervento, dei suoi caratteri e della sua memoria storica. Esso si configura come la riproposizione delle dinamiche urbane, morfologiche e tipologiche presenti nella storia e nel presente delle realtà di Sottomarina e Chioggia trasferite sulla piccola scala dell’Isola del Buon Castello.

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

Vista dalla fondamenta

Le funzioni ricreative, amministrative e sportive sono contenute in un edificio raccolto sotto una copertura continua, costituito da cinque blocchi definiti secondo un principio di stereometria, all’interno dei quali le diverse funzioni si sviluppano su due livelli. L’asse attraversa questo edifico creando una sorta di piazza coperta, una sosta che anticipa gli spazi e le funzioni interne, una cornice che inquadra il paesaggio. Il sistema delle residenze, concepito reinterpretando la tipologia dei “casoni lagunari”, è formato da dieci volumi, ciascuno costituito da tre alloggi distribuiti su altrettanti livelli. Nello specifico in ogni blocco sono presenti due suite e una unità familiare, per un totale di venti suite e dieci unità familiari. L’organizzazione funzionale di tali blocchi è variabile e permette un alto grado di componibilità, potendo le singole unità essere disposte in maniera flessibile ai diversi livelli. Tutta la restante area dell’isola, che costituisce la maggiore superficie dell’intervento, è lasciata a verde, solo in parte attrezzato con campi sportivi e una fascia di spiaggia dedicata alla balneazione. Il ruolo del verde è quello di creare una sorta di zona franca da poter essere vissuta liberamente. La volontàè quella di ripristinare una vegetazione spontanea con essenze arboree mediterranee tipiche dell’area. Una torre crea la mediazione tra queste due realtà, instaurando relazioni differenti a seconda del punto di vista da cui la si osserva. Per chi arriva a piedi rappresenta l’approdo alle funzioni residenziali; per chi invece arriva in barca si manifesta come un faro. Oltre ad accogliere alcune funzioni di accoglienza e ristoro, essa si caratterizza per la sua ascesa verticale, che conduce ad uno spazio da cui contemplare interamente il paesaggio lagunare. La tipologia della torre vuole essere anche un riferimento alla storia della città, che fino a metà del 1300, vantava la presenza di due alte torri in legno, dette della Lupa e del Lion.

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

Vista dalla laguna

Il progetto si caratterizza per l’utilizzo di pochi materiali, rispondenti ad esigenze sia estetiche che tipologiche. I materiali adottati per la realizzazione delle architetture sono il calcestruzzo per le sostruzioni e il legno per il rivestimento delle funzioni, secondo quindi un principio gerarchico. L’asse pedonale si distingue invece per l’utilizzo della trachite dei Colli Euaganei, tipica nelle pavimentazioni delle calli veneziane.

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

Vista dalle unità residenziali

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

Volo d'uccello

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

Assonometria unità residenziale tipo

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — "Laguna Landscape"

Planimetria generale

Edificio plurifamiliare - EcasA+ Ambrogio Cosimo Architetto, Paolo Imbalzano Architetto

The W.I.N.D. House - UNStudio

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Located on the outskirts of a Dutch village and close to the sea, the W.I.N.D. House is backed by a sheltered wooded area and fronted by a large, open expanse of polder landscape. The design of the house responds to both its setting and to the seasons, whilst regulating and maximising upon the effects of these.

UNStudio — The W.I.N.D. House

Assimilating the landscape
The organisation of the house is defined by its external conditions. The more intimate working and sleeping areas are located towards the back, where the enclosure of the nearby woods provides an intimate, private setting, while the living areas enjoy expansive and panoramic views of the polder landscape to the front.

UNStudio — The W.I.N.D. House

Both the front and rear of the house are fully glazed and as such connect the two differing outside conditions with the interior. Exterior canopies and side walls further strengthen this connection by framing the view towards the landscape and providing sheltered outside terraces. These side walls are predominantly closed and therefore additionally serve to provide privacy from the neighbouring buildings on either side.

UNStudio — The W.I.N.D. House

The elevated position of the open plan living areas (kitchen / dining / living) on the first floor further enhances the views to the exterior. The garden area in front of the wings slopes gently up towards the terraces, creating the impression of a continuation of the polder landscape directly into the house.

UNStudio — The W.I.N.D. House

Suggesting the shape of a simple flower, each of the four facades curve towards the inside to create four distinct petal-like wings and to draw the landscape further into the interior. These curving recesses are visually connected to each other through their view lines, which cross at the heart of the building and provide varied diagonal vistas throughout the building. At the front and back the recesses strengthen the inside-outside connection by providing cross views between the wings.

UNStudio — The W.I.N.D. House

Centrifugal circulation
The vertical organisation of the building follows a centrifugal split-level principle. An open staircase at the centre of the house – which forms the circulation core between the four recesses – connects the front and back wings, with the result that each turn on the stair provides expansive vistas through the house and out towards the surrounding landscape.

UNStudio — The W.I.N.D. House

The entrance level houses basement functions and the carport, which is situated next to the main entrance. From the main entrance the central staircase leads towards the children rooms and the music room on the first floor to the rear of the house. From here it proceeds up to the raised first level at the front of the house, where the main living area and kitchen are located.

UNStudio — The W.I.N.D. House

From the living areas the staircase leads up to the second level at the rear of the house, where the Master bedroom with hamam and the guest room are located, before ascending further up to the generous roof terrace which covers the complete two front wings of the house and overlooks the polder landscape.

UNStudio — The W.I.N.D. House

Automation and energy management
A comprehensive home automation system enables integrated control of the electrical systems including solar panels and mechanical installations. Complete control of this ‘smart home’ is possible by a central touch-screen in the living area, while decentral devices provide dedicated control per room. Furthermore control is possible remotely by independent devices via LAN-connection.

UNStudio — The W.I.N.D. House

Energy from the sun is harvested by solar panels located on the roof at the back of the house. In addition the integrated sustainability concept of the house consists of a central air/water heat pump for heating and cooling and mechanical ventilation with waste heat recovery. The heat pump provides warmth in the winter and cooling during the summer. Distribution is provided by floor heating and cooling with individual control for each room. 

Heat gain is reduced through the use of tinted glass on the fully glazed front and back facades. This coated glazing further enables natural light to flood the interior spaces, whilst increasing privacy during daytime. The walls and ceilings of the house are clad with natural clay stucco and the main walls consist of clay bricks which aid in providing a healthy indoor climate due to the evaporating effect of the clay. 

The façade and the roof are clad with wooden slats that occasionally taper in and out, providing a play of varying shadows according to different views, whilst also creating soft openings for secondary windows in the kitchen and bathroom.

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

UNStudio — The W.I.N.D. House

Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale - Ilaria Panchetti Architetto

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La committenza, Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, ente gestore di una Riserva Naturale Provinciale nel comune di Montalcino, già da tempo ha iniziato un’opera di riqualificazione delle strutture edilizie esistenti all’interno dell’area della Riserva sopra citata che si sviluppa quasi del tutto su area demaniale, mediante una serie di opere di manutenzione al fine di conservarne la funzionalità. L’orientamento degli studi di gestione, attraverso il Pino di Gestione della Riserva Naturale, ha fatto propri gli obiettivi e le misure di conservazione del sito individuando nuove priorità legate alla conservazione ed alle relative misure. Tra gli obiettivi del Piano di Gestione rientrano anche le seguenti attività: a) promozione ed incentivazione delle attività di tempo libero compatibili; b) svolgimento delle attività scientifiche e di ricerca; c) promozione delle attività coordinate di informazione e di Educazione Ambientale. Tali attività, che dovranno essere incentivate, saranno in ogni caso, legate con l’utilizzo di un piccolo edificio, adatto anche come punto informativo e conoscitivo del sistema della Riserva, rifugio sia per scopi gestionali che per l’attività turistico-escursionistica Per tale ragione è stato previsto un intervento di ripristino su di un fabbricato esistente atto a recuperare una situazione fin troppo degradata.

Ilaria Panchetti Architetto — Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale

Durante i lavori

L’intervento prevede la realizzazione di una struttura completamente in legno al posto di quella esistente in muratura, leggermente ampliata nelle dimensioni. La scelta di ricostruire il piccolo edificio non in muratura ma in legno, trova le sue ragioni nella ricerca di realizzare una struttura che riesca ad integrarsi il più possibile, ed in maniera “quasi naturale”, nell’area in cui si trova.

Ilaria Panchetti Architetto — Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale

Stato del fabbricato su cui verte il progetto di ricostruzione ed ampliamento: prima dei lavori

Il Progetto è ancora in fase di esecuzione.

Ilaria Panchetti Architetto — Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale

Stato del fabbricato su cui verte il progetto di ricostruzione ed ampliamento: prima dei lavori

Ilaria Panchetti Architetto — Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale

Prima Fase di installazione della struttura lamellare verticale

Ilaria Panchetti Architetto — Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale

Durante i lavori

Ilaria Panchetti Architetto — Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale

Particolare ancoraggio angolare

Ilaria Panchetti Architetto — Un Rifugio in legno nella Riserva Naturale

Fase di installazione dei pannelli OSB ancorati alla struttura verticale.

Casa #20 - Raul Montero Martínez, Emilio Pardo

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The lot is located between party walls with dimensions 6 meters wide by 25 meters long. The new construction keeps the sequence house-yard-barn, as usual in the old town.

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Exterior view

The new building also keeps the alignments and volumetry set by planning regulations. Access is produced through an entrance porch that also can be used as a garage. The living room and the kitchen-dining room must be understood as an only double-height space, extended towards the yard and the guest annex. The stepping facade in the yard allows the entrance of s unlight during most of the day, generating different terraces alongside each room. The oblique alignment of these terraces helps to solve the irregular shape of the plot. The translucent character of these façade planes increases the uptake of natural light, while preserving the privacy inside from adjoining properties.

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Front view

The different height of upper levels around the stairs has for aim to minimize the horizontal circulation, so that the stairs assume the function of a vertical corridor, with no need of landings or hallways. The rooms are disposed according to a privacy gradient, with the day area located downwards and the day area located upwards. While first one (day) occupies an only double-height space opened mainly to the yard, bedrooms are divided by a solution consisting of translucent enclosure and curtains, that provides both spatial continuity and privacy to the user at the same time. The basement level contains an area destined to installations and a second living room illuminated through a small yard. The under-roof floor features a big terrace and an auxiliar area. The terrace favors the illumination of the staircase.

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Front view

The alternate disposition of the floors around the stairs allows to treat differently each room of the house by varying the ceiling heights, giving a different scale to each use. The house is thought in cubic meters, in opposition to the usual flat conception of housing measured in square meters.

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Kitchen and dinning room

The palette of materials used in the construction of the house is really reduced, predominating the concrete slabs in ceilings, continuous pavement of microcement on floors, u-glass planes inside the house and on facades, while plasterboard panels and the texture of brick masonry painted in white are alternated as interior finish on the walls.

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Living room

The sustaining structure consists of two reinforced concrete portal frames located on the party walls that bear the semi-prefabricated concrete slabs of each floor of the house.

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Stairs

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Exterior stairs

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Exterior stairs

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Kitchen and dinning room

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Kitchen and dinning room

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Bedroom #2

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Bedroom #2

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Bedroom #3

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Bedroom #3

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Basement

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Basement

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Yard view

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Yard view

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Back view

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Back view

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Staircase

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Dinning room

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Model

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Model

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Model

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Site plan

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Section

Raul Montero Martínez, Emilio Pardo — Casa #20

Floor plans

APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA - Riccardo Greco, Cristina Rosamilia

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Ristrutturazione di un attico in zona Piazza Bologna.

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Soggiorno visto dall'ingresso

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Salotto

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Pranzo / Cucina isola

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Particolare isola

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Particolare isola

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Cucina

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Mobili cucina

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Letto

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Cabina Armadio

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Filtro zona giorno/notte

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Bagno con vasca in muratura e sauna

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Doppio lavandino. Ingresso da cabina armadio

Riccardo Greco, Cristina Rosamilia — APPARTAMENTO PIAZZA BOLOGNA

Planimetria di progetto

Ampliamento cimitero Campi Bisenzio - D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Andrea Distefano, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi

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Il progetto insiste sull’intera area messa a disposizione dal bando, enucleandola attraverso la definizione di un recinto murario, àncorato alla propaggine del vecchio complesso sul lato occidentale, mentre sugli altri tre fronti muta variamente spessore e consistenza per accogliere differenti funzioni. Per due lati, in adiacenza ad aree attualmente a campo, si presenta verso l’esterno come uno schermo opaco, mentre verso l’interno dispone il richiesto numero di ossarini (1256) e più della metà dei previsti loculi areati (504). Su via Tosca Fiesoli, il recinto si configura come portale del nuovo complesso, ‘soglia’ fisica e spirituale, che mutua l’accesso al parco cimiteriale attraverso la presenza dei locali di accoglienza (snack bar e portineria) e delle attività commerciali richieste dal programma, aperte verso entrambi i lati e dotate delle necessarie superfici di lavoro, vendita e deposito. Questo edificio si propone di dare monumentalità all’ingresso e di incutere un sentimento di rispetto verso il visitatore. Il rapporto con il vecchio Cimitero viene risolto attraverso la prosecuzione della linea di edificazione esistente e della linea di gronda dei fabbricati, garantendo una contestualizzazione volumetrica, negata invece dalle soluzioni architettoniche che, nelle loro linee razionaliste e riduzioniste, si distaccano dallo stile della pre-esistenza, se non altro perchè esso non si presenta unitario ma risulta da una sovrapposizione di linguaggi differenti. Il varco di accesso si colloca nel punto di cerniera tra vecchio e nuovo, in corrispondenza del percorso esistente, che viene integrato nel sistema con il ruolo di distribuzione ed interfaccia tra i due complessi.

D1SSE7, Antonio Acocella, Sara Bucci, Andrea Distefano, Alessandro Falaschi, Costanza Quentin , Pietro Seghi — Ampliamento cimitero Campi Bisenzio

Vista di una corte

Il parco urbano

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Corte crematorio

Parallelo ad esso si distende una lunga vasca d’acqua, cornice della grande corte, i cui elementi caratterizzanti (vegetazione, acqua, arredo) volgono alla definizione, richiesta dal bando, di un parco urbano. Il disegno del grande giardino è memore della tradizione dei Cimiteri della Confraternita della Misericordia, ed in particolare di quello di Campi Bisenzio: una ‘stanza’ a cielo aperto unitaria, raccolta sui suoi lati da elementi murari, i cui percorsi, in terra battuta e ghiaia, sono mèmori dei sentieri tipici dell’architettura funebre, nel rispetto però della normativa vigente sull’abbattimento delle barriere architettoniche. La loro organizzazione origina dalla necessità di ospitare quattro grandi piani, lasciati a prato, atti ad ospitare il richiesto numero di sterri (126 ciascuna, per un totale di 504). Le miscele di sementi per queste zone saranno selezionate al fine di ridurre al minimo l’esigenza di acqua nei periodi secchi e ridurre al minimo gli sfalci. La vegetazione bassa, snodantesi lungo il bordo della vasca d’acqua, inserisce un elemento di colore tenue nel parco, definito da fioriture tipicamente presenti nei parchi cimiteriali, quali il Chrysanthemum e la Passiflora. Le alberature (Cupressus sempervirens) sono tenute ai margini del recinto, a creare una quinta verde, senza intralciare lo spazio interno che può così essere nel tempo utilizzato e sviluppato con maggiore flessibilità a seconda delle esigenze della Confraternita.

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Il parco cimiteriale

Evoluzione nel tempo della costruzione

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Il viale del parco cimiteriale

Alla richiesta del bando di prevedere la possibilità di realizzare l’intero complesso in più lotti temporalmente distinti, si è risposto con l’identificazione di un primo nucleo che poi possa essere completato negli anni, con anche l’ipotesi dell’inserimento dell’evenutale tempio crematorio. Questo primo stralcio realizzativo si compone essenzialmente dei sopra descritti due elementi. a) Il recinto murario permette l’identificabilità dell’intero lotto cimiteriale; ne definisce l’accesso e i collegamenti con il complesso preesistente; alloggia le attività di accoglienza e commerciali, funzionali all’intera struttura, oltre ai magazzini; ospita il numero richiesto di ossarini (1256) e quota parte dei previsti loculi areati (504). Peraltro, la costruzione del muro è indipendente da quella dei loculi, motivo per cui questi ultimi possono essere aggiunti gradualmente al paramento murario, da realizzare invece in prima istanza per conferire un senso di compiutezza all’opera.

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Ingresso del nuovo ampliamento

b) e del parco urbano cimiteriale.

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Aula crematorio

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Schema sepolture

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Schema impianti

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Planimetria generale

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Inquadramento territoriale

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Schema fasi costruttive

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Sezione trasversale|schema del verde

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Sezione longitudinale|crematorio

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Sezione longitudinale

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Prospetto su strada

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Sezione tecnologica|materica


ICE Kraków Congress Centre - Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz

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ICE Kraków Congress Centre designed by Ingarden & Ewý Architects + Arata Isozaki & Assoc.

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre, the largest recent cultural investment by the City of Kraków, inaugurated its operation on 16th October 2014. The modern, world-class congress and concert centre was designed by Ingarden & Ewý Architects in cooperation with the Japanese architect Arata Isozaki & Associates – result of an open international competition won by the team in the year 2007.

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

The building is dedicated to cultural events: music, ballet and theatre performances as well as congresses – comprises three main halls with 1791-1915, 600, and 300 seats respectively, and a multifunctional conference area with a floor space of 550 square metres which benefits from a system of mobile partitions allowing the free arrangement of this space, plus ancillary rooms and areas including offices, artists’ dressing rooms, and a commercial area.

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre was designed in conformity with the highest functional and acoustic standards, and equipped with state-of-the-art stage technology systems – the responsibility of experts from Arup Acoustic (London), Arup Theatre Consulting (Winchester) and Ramboll Acoustics (Cambridge). With the extensive range of events to be held on the premises in mind, ranging from symphony concerts, rock and jazz music, theatre performances, to major international conferences, the architects decided to design the main hall as semi-vineyard which allows various configurations of both audience and stage thus ensuring the best acoustic setting for every purpose.

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

Besides the need to cope with functional and technological requirements, the architects designing the building had to take account of its exquisite and unique urban environment. ICE Kraków stands in one of the most prestigious locations in Poland: opposite Wawel Castle. The attractiveness of the Congress Centre results not only from the merits of its architecture and functions but from the location and the valuable panorama as well. The building boasts a spectacular glass façade facing the Vistula embankment with the multi-storey foyer offering a panoramic view of the ancient City of Kraków situated right opposite. Suspended in the foyer area is a fantastic staircase leading the visitor to the many levels of the centre, and opening before them successive levels of a panorama over the city, with Wawel located in centre view. The form of the building stoops down in a cascade towards the Vistula so that the scale of the development is optically reduced from the embankment side. The façades are composed of glass, ceramics, and aluminium. The colours of the external ceramic wall tiles reflect the colour range applied inside the building: the red of the Auditorium Hall, the graphite of the Theatre Hall, the white of the foyer, and the silvery aluminium used for the roof finishing. The architects intended the multi-element composition of the façades to reflect motion and life: the dynamics of a modern developing city.

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

Through its scale and spectacular form, the building provides a new architectural point of reference for ancient Kraków, a spatially dominant feature symbolising the gate to the city and its modern strategy of development.

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre-Foyer

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Foyer

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Foyer

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Foyer

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Auditorium Hall

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Auditorium Hall

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Theatre Hall

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Theatre Hall

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Auditorium Hall

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Chamber Hall

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Conference Hall

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Foyer

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Foyer

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - Foyer Detail

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - cafe furniture-by A Wegrzyniak

Krzysztof Ingarden, Jacek Ewy, Arata Isozaki, Hiroshi Aoki, Piotr Urbanowicz — ICE Kraków Congress Centre

ICE Kraków Congress Centre - foyer furniture-by Ingarden&Ewy Architekci

Riqualificazione di Via Sparano e degli spazi pubblici del Borgo Murattiano - Francesco Marocco, Alberto Clementi, Nicola Martinelli, Mariavaleria Mininni, Maria Raffaella Lamacchia, Daniela Sallustro, Paolo Maffiola, Zina Vitarella, Giovanni Gatti

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International Design Competition announced by the Municipality of Bari, to renovate the main commercial pedestrian street of the city and the most important square garden, public space.

Francesco Marocco, Alberto Clementi, Nicola Martinelli, Mariavaleria Mininni, Maria Raffaella Lamacchia, Daniela Sallustro, Paolo Maffiola, Zina Vitarella, Giovanni Gatti — Riqualificazione di Via Sparano e degli spazi pubblici del Borgo Murattiano

HERGE - CONEXT architectes

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Transformation of a farmhouse and adjoining stables family dwelling.

CONEXT architectes — HERGE

The house develops all in length and connects the old main building and stables that have been transformed in depth. The old stables, generously open to the garden, welcome new living space.

CONEXT architectes — HERGE

CONEXT architectes — HERGE

CONEXT architectes — HERGE

CONEXT architectes — HERGE

CONEXT architectes — HERGE

CONEXT architectes — HERGE

Parco Collodi Cesano Maderno, 1° lotto - Carlo Ezechieli/CE-A

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Progetto di riqualificazione, ispirato al tea di Pinocchio, di un giardino pubblico. Il progetto si base sulla dinamicità nell’andamento dei percorsi e sull’uso dei colori

Carlo Ezechieli/CE-A — Parco Collodi Cesano Maderno, 1° lotto

Foto: C. Ezechieli

Carlo Ezechieli/CE-A — Parco Collodi Cesano Maderno, 1° lotto

Foto: C. Ezechieli

Carlo Ezechieli/CE-A — Parco Collodi Cesano Maderno, 1° lotto

Foto: C.Ezechieli

Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale - Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura

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L’ipotesi progettuale si è concentrata sulla ricerca attuativa di quelle opportunità che trasformano un punto di semplice ingresso alla Cisterna Borbonica, in un luogo funzionale dove oltre ad accedere al bene storico possa essere piacevole sostare, informarsi, programmare visite nei diversi luoghi del circuito museale e monumentale della città.

Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura — Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale

L’intervento proposto da una parte ha l’obiettivo di favorire e facilitare l’ingresso pedonale ai visitatori, garantendo l’accessibilità della più ampia utenza possibile e dall’altra innescare un processo di riconoscimento del bene culturale nello spazio pubblico della Città di Formia.

Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura — Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale

Il percorso d’accesso viene caratterizzato e connotato attraverso l’inserimento della scala e della piattaforma elevatrice – servoscala – all’interno di un involucro trasparente verticale, costituito da una schermatura in lamiera di acciaio CORTEN forata a controllo numerico, sulla quale viene riportata incisa la scritta “CISTERNA BORBONICA”.

Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura — Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale

I pannelli laterali dell’involucro sono costituiti da lastre di vetro temperato di sicurezza anti-sfondamento. Sulla superficie dei vetri viene serigrafata una immagine sintetica della Cisterna e alcuni cenni sulla storia del bene culturale.

Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura — Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale

In questo modo l’involucro diventa elemento di richiamo percepibile nel tessuto urbano e allo stesso tempo segno di cucitura degli spazi aperti prospicienti. La struttura infatti aspira ad assumere un ruolo urbano nella relazione, oggi compromessa, fra la piazza Santa Teresa e la “Corte Comunale”. La stessa struttura muraria della Cisterna ipogea inoltre, viene riprodotta in una sorte di proiezione scenica all’interno della piazza, attraverso dei discreti punti luminosi che ne segnano sulla pavimentazione l’esatta dimesione e la scansione stereometrica.

Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura — Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale

Il percorso di visita alla Cisterna si inserisce all’interno della struttura dell’ipogeo con una passerella di carattere nautico, composta da una intelaiatura di acciaio inox poggiante su piastre sul fondo della vasca, che supporta dei pannelli di carabottino in tek, trattati con impregnanti autoclavati per una migliore resistenza all’agressione derivante dal microclima interno. Le balaustre di protezione sono costituite da vere e proprie reti da pesca, di adeguata dimensione e tenuta, tese sui supporti e corde di acciaio.

Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura — Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale

Adolfo Virdis, Guglielmo Abbondati, laura mura — Concorso d'idee per la valorizzazione della Cisterna Borbonica nella cosiddetta Piazza Santa Teresa | Menzione speciale

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