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La Domus Romana di Piazza Sordello - Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto

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La riqualificazione del lato sud di Piazza Sordelloè essenzialmente un intervento di integrazione. Integrare significa evidenziare il fatto che i reperti romani hanno sempre fatto parte della struttura urbana, anche se celati; significa mostrare l’appartenenza intrinseca della Domus alla piazza, tutelandone l’immagine complessiva. Per questo motivo esso non si limita a una parte della piazza, ma interessa la sua intera struttura. Malgrado un quadro così ampio, il progetto persegue la minima invasività possibile, facendo uso integrale degli elementi architettonici e di arredo urbano preesistenti. Il progetto, pertanto, non si qualifica per la creazione di un nuovo edificio nella piazza, ma piuttosto per il delicato ri-allestimento dei suoi elementi costitutivi. The requalification of the south side of Piazza Sordello, Mantova, is essentially an intervention for integration. Integrate means to highlight the fact the Roman artefacts have always been part of the urban structure, although concealed; means shows the intrinsic belongings of the Domus to the piazza, protecting the overall image. For this reason the intervention is not limited to one side of the square, but affects the entire structure. Despite a so wide framework, the project pursues the minimal invasiveness, making full use of the architectural and urban legacy. The project, therefore, does not create of a new building in the square, but it qualifies for a delicate re-fitting of its constituent elements.

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello

In primo luogo attraverso un leggero intervento di ripavimentazione, che materializzi un’ipotetica matrice romana, fondativa dello spazio esistente, attraverso una fascia di travertino romano – materiale scelto per il suo chiaro rimando simbolico e per la sua capacità di armonizzarsi con tutti i colori dell’invaso – più o meno densa a seconda delle evidenze storiche che sottolinea. Dal punto di vista formale queste direttrici sono quasi ininfluenti rispetto all’omogeneità e alle dimensioni della piazza, ma riescono a risolvere molti problemi di ordine pratico e simbolico: dalla definizione di un sistema segnaletico dei percorsi turistici, alla chiara individuazione di aree funzionali dedicate, fino alla creazione di un sistema morfologico cui far appartenere il complesso musivo. First of all through a gentle repaving which materialize an hypothetical Roman matrix, as founding element of the existing space, through a band of Roman travertine – chosen both for its symbolic and clear reference and for its ability to blend in with all the existing colors and materials – more or less dense depending on the historical evidence that it points out. From a formal point of view, these lines are almost irrelevant if compared to the homogeneity and the size of the square, but they manage to solve many practical and symbolic problems: from the definition of a signage system for turistic paths, the clear identification of dedicated functional areas, to the creation of a morphological system to which the mosaic complex belongs.

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello

L’edificio museale, infatti, non rappresenta che il terminale di questo sistema. Il percorso che costeggia il prolungamento di via Tazzoli entra nell’edificio in linea retta e senza discontinuità materiche, attestandosi approssimativamente alla quota dei mosaici, annullando la differenza fra la città romana e quella odierna. L’abbassamento della quota di pavimento del percorso dei visitatori, poi, permette di ridurre la porzione fuori terra dell’edificio a un’altezza massima di quasi un metro e mezzo in meno rispetto a quella attuale. Una studiata articolazione formale permette di abbattere ulteriormente l’impatto dell’intervento, garantendo allo stesso tempo un notevole sviluppo funzionale, malgrado la superficie impiegata sia decisamente inferiore a quella della struttura attuale. Ma è soprattutto nel rapporto con la piazza che il nuovo edificio trova un rapporto diverso. The museum building, in fact, represents only the terminal part of this system. The path runs along the extension of Via Tazzoli, enters the museum in a straight line and without material discontinuity , reaching approximately the mosaics level, eliminating the difference between the Roman city and today city. The lowering of the floor level of visitors path, then, reduces the above-ground portion of the building of about a meter and a half less than present situation. A designed formal articulation allows to further reduce the impact of intervention, while providing a significant functional development, although the used area is lower than that used by the current structure. But it is especially with the Piazza that the new building finds a brand new relationship.

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello

Piuttosto che tentare una mediazione impossibile fra le tipologie edilizie, i materiali e i colori che costituiscono le sue “pareti”, l’intervento sceglie di rapportarsi alle qualità“orografiche” e materiche del suo plancito. L’edificio risulta, infatti, definito dalla continuità dell’acciottolato, che sembra sollevato a forza dal travertino che emerge dal sito archeologico. Una struttura confinata e massiva, studiata per recepire le indicazioni dell’ISCR e per rispettare tutti i requisiti progettuali, che, però, non interferisce con il principio di reversibilità, grazie a fondazioni indirette rimovibili. Rather than groped mediation, impossible between building types, materials and colors that make up its “walls”, the operation chooses to relate to “orographic” and materic qualities of its pavement. The building is, in fact, defined by cobbled paving continuity that seems lifted from the travertine that emerges from the archaeological site. A confined and massive structure, designed to incorporate ISCR indications and to meet all design requirements, which, however, does not interfere with the principle of reversibility, thanks to indirect removable foundations.

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello

Malgrado l’alto tasso tecnologico che caratterizza l’intervento, soprattutto nel suo apparato informativo, l’impiego di sistemi costruttivi semplici ha consentito di attenersi a un valore complessivo dei costi di costruzione di 1450 euro/mq. Mentre la progettazione di un involucro edilizio a elevata inerzia termica e l’impiego di sistemi di illuminazione e climatizzazione ad alta efficienza e basso consumo, permetteranno di mantenere basse spese di gestione. Despite an high technological level that characterizes the intervention, especially in its informative system, the use of simple construction systems allows to have a value of construction costs of about 1450 € / sqm. The design of an high thermal inertia building envelope with the use of high efficiency and low power consumption lighting and HVAC systems allow to maintain low operating costs.

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello

Valentina Marcarini, Jacopo Leveratto — La Domus Romana di Piazza Sordello


Clok Tower - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati

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La Torre dell’orologio è un edificio che accoglie uffici e residenze.

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Clok Tower

Interior Design - Caterina Lorusso

Abitazione singola - paolo voltarel

Sviluppo di attività economiche sostenibili - Roberto Greco

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Il progetto “L’Area Marina a portata di mano” promosso dalla Miser I.C.R. ha individuato come aree di intervento i seguenti Siti di Importanza Comunitaria (SIC) compresi nel territorio della Provincia di Crotone ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CEE): IT9320097– Fondali da Crotone a Le Castella; IT9320101– Capo Colonna; IT9320102– Dune di Sovereto; IT9320103– Capo Rizzuto. Il programma che si intende realizzare prevede l’erogazione di un sistema di servizi rivolti ai visitatori dell’AMP al fine di incrementare la conoscenza della stessa area, dei suoi fondali ma anche dei sentieri-natura spesso poco conosciuti e, inoltre, attrarre il maggior numero di visitatori durante l’intero arco dell’anno. Il progetto mette in relazione diverse azioni (azione 2 e azione 6 dell’avviso pubblico) prevedendo in particolare: · servizi per la fruizione culturale, turistica e ricreativa delle risorse naturalistiche, collegati ed integrati agli interventi di conservazione e valorizzazione, · la creazione e lo sviluppo di attività sportive ecocompatibili, da svolgersi all’aria aperta.

Roberto Greco — Sviluppo di attività economiche sostenibili

“L’Area Marina a portata di mano”

Roberto Greco — Sviluppo di attività economiche sostenibili

Itinerari

Auschwitz. Togheter for memory - Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo

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I Nazisti realizzarono diversi campi di sterminio in Polonia, il paese con la più grande popolazione ebraica. Questi furono progettati con l’obiettivo di creare un’ efficiente macchina per l’omicidio di massa. Nonostante tutto sia finito, Auschwitz-Oswiecim, una cittadina con meno di 40.000 abitanti, si porta dietro le impronte indelebili della più lucida manifestazione della programmazione della morte. Ricordare è un dovere che dobbiamo ai morti e ai vivi. Come? Raccontare l’ Olocausto ad Auschwitz non è come farlo in un‘ altra città. Più che di un mero memoriale è forte il bisogno di uno spazio ove favorire la convivialità, l’ aggregazione e la cooperazione tra gli individui, fare sport, cercare di raccontare quel che è stato attraverso la musica, la scultura, la pittura, la lettura o qualsiasi altra arte visiva. Fissati gli obiettivi e scelte quelle che potevano essere le attività ritenute indispensabili a tal fine, in un contesto urbano fortemente legato ai luoghi della tortura, diverse unità funzionali sono protette da un involucro monumentale a pianta quadrata. Il quadrato si oppone al cerchio, elemento ricorrente sia all’ interno che all’ esterno. Il primo simboleggia la Terra, l‘ altro il Cielo. L’ andamento a zig-zag verticale dell‘ involucro, una delle forme più elementari e primitive di decorazione esprime l’idea del legame fra i due. L’ edificio, posizionato quasi a filo della strada adiacente al margine ad est del parco, tra le alberature esistenti, consta di tre livelli fuori terra e di uno interrato atto ad ospitare la funzione di parcheggio. Ciascun livello, dalla quota di ingresso, è stato pensato come un grande spazio versatile alle diverse esigenze dei fruitori, libero da inutili costrizioni. In contrapposizione all’ involucro, gli interni abbattono, così, ideologicamente, la cultura dell‘ omologazione nazista. Le uniche partizioni, perlopiù strutturali, sono quelle necessarie a delimitare l’ auditorium, la palestra a doppia altezza e le aree dei servizi, dei locali tecnici e delle connessioni verticali.

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

Giuseppe Parisi , Giovanni Saputo — Auschwitz. Togheter for memory

ENERGIA! - BDGS Architetti Associati

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ENERGIA! è una mostra-gioco interattiva pensata per essere un’esperienza ludico-educativa e innovativa nell’approccio verso temi scientifici: i bambini sono invitati a conoscere il tema dell’energia grazie a installazioni di grande impatto che rendono la scienza divertente e coinvolgente. Le classi e le famiglie sono accompagnate all’interno del percorso dagli educatori specializzati MUBA che facilitano il processo di apprendimento. Il tema della mostra è l’energia elettrica, declinata in cinque installazioni di gioco divertenti, comprensibili e vicine alla vita quotidiana. La mostra-gioco tratta diversi concetti: la produzione dell’energia, le fonti energetiche, la conduzione dell’energia e il risparmio energetico. Il materiale oggetto dell’esposizione è costituito da cinque postazioni interattive: 1. TU SEI ENERGIA I bambini collaborano all’accensione di una grande installazione luminosa grazie al movimento del loro corpo. L’energia è raccolta e distribuita da uno speciale pavimento che trasforma il movimento fisico in elettricità. 2. CENTRALE IDROELETTRICA I bambini sono invitati a giocare con la riproduzione fuori scala di una centrale idroelettrica. Attraverso un gioco di ruolo i bambini sperimentano la produzione dell’energia assumendo il ruolo di tutte le componenti che concorrono a produrre elettricità. 3. CIRCUITO ELETTRICO I bambini sono invitati a completare un grande circuito elettrico a cui manca un tratto di collegamento. Attraverso l’utilizzo di differenti materiali sperimentano la capacità di conduzione degli stessi. 4. FONTI SOTTERRANEE I bambini hanno la possibilità di ripercorrere fisicamente il percorso sotterraneo che gas e petrolio compiono nel momento dell’estrazione. 5. TU SEI LA FONTE L’installazione ha la duplice funzione di evidenziare, attraverso vari giochi, l’importanza dell’energia elettrica sotto forma di luce nella vita quotidiana e di presentare ai bambini le diverse fonti energetiche.

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

TU SEI ENERGIA

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

CENTRALE IDROELETTRICA

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

CENTRALE IDROELETTRICA

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

CENTRALE IDROELETTRICA

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

CIRCUITO ELETTRICO

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

FONTI SOTTERRANEE

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

TU SEI LA FONTE

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

TU SEI LA FONTE

BDGS Architetti Associati — ENERGIA!

TU SEI LA FONTE

CasaScarpa - Pasquale Loiudice

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Il tema dell’ingresso costituisce in architettura una invariante, un tema precipuo che investe specifici significati simbolici e spaziali. Lo spazio di ingresso si identifica come architettura,nel momento in cui connota la condizione del “passaggio”, dall’esterno all’interno, da una stanza ad un’altra, luogo della transizione tra “atmosfere” diverse. Nel progetto, intitolato “Casa Scarpa” a memoria della città di Venezia e della figura dell’architetto veneziano Carlo Scarpa, la porta è un diaframma utile a regolare il “passaggio. E’ narrazione architettonica del varcare luoghi diversi, che finisce per coinvolgere la materialità di cui si compone, è allo stesso tempo spazio ed esperienza sensoriale. Il progetto mira innanzitutto a restituire una definizione dell’integrazione tra architettura e spazio d’ingresso, per delineare una modalità di utilizzo delle porte Oikos.Ciò che il progetto persegue è l’intento di mettere in contatto in maniera stabile materialità ed edificio, evitando quindi di predisporre materiali ed elementi nella loro autonomia , per traslarli in un gioco di connessioni e congiunzioni.

Pasquale Loiudice — CasaScarpa

Il gioco linguistico che il progetto propone, si struttura sulla base di tre principi, considerati sinergici nella proposta di allestimento: - L’architettura d’ingresso come luogo. - Integrazione con l’architettura. - Materialità come valore aggiunto. L’idea alla base dell’allestimento Oikos prende forma componendo due volumi prismatici ,interrotti in sommità e una grande parete che li interseca , unificandoli dall’interno. Il registro linguistico ideato per l’allestimento è calibrato sulla dialettica tra i volumi muti dei prismi, trattati con intonaco bianco e la grande parete rivestita in teak naturale, la quale si incunea scavandoli e marcando la separazione tra spazio esterno ed interno. Questa modalità consente di ottenere in un’unica mossa uno spazio antistante l’ingresso e, al contempo, di organizzare lo spazio interno dell’allestimento, portando in tensione il rapporto tra volumi prismatici e la grande parete che ospita la porta d’ingresso principale.

Pasquale Loiudice — CasaScarpa

In CasaScarpa “l’architettura d’ingresso” sul fronte principale, si configura come luogo attrezzato, luogo della sosta, dello stare in una condizione intermedia tra interno ed esterno, ibrida. La soglia in cemento lisciato che prosegue con la grande seduta addossata alla parete in teak, definisce un’area virtuale del passaggio, una condizione graduale dello spazio nella successione esterno/interno e viceversa. La soluzione della porta Synua raso-muro esterna con fianco-luce consente di integrare la parete ai volumi sovrastanti tramite una lama verticale vetrata a prosecuzione del fianco-luce blindato che illumina il vuoto della doppia altezza dell’interno. I materiali utilizzati per CasaScarpa, convergono verso l’obiettivo di organizzare un involucro significante in cui l’uso dei materiali e delle finiture della porta d’ingresso, materializza un legame con i luoghi dell’esterno e dell’interno abitato, e della condizione del passaggio tra luoghi eterogeni. Lo spazio strutturato dell’ingresso e la materialità di cui è costituito si dissolvono in racconto.

Pasquale Loiudice — CasaScarpa


Casa in legno - Paolo Imbalzano Architetto

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Edificio in corso di realizzazione.

Paolo Imbalzano Architetto — Casa in legno

Giorno 1: inizio montaggio pareti

Paolo Imbalzano Architetto — Casa in legno

Giorno 1: montaggio pareti

Paolo Imbalzano Architetto — Casa in legno

Giorno 2: fine montaggio pareti

Paolo Imbalzano Architetto — Casa in legno

Giorno 2: montaggio tetto

Paolo Imbalzano Architetto — Casa in legno

Giorno 3: edificio grezzo completato

Paolo Imbalzano Architetto — Casa in legno

BILOCALE MEDARDO ROSSO - Matteo Piero Ceretti

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A simple work. You demolish what is not ok, you find an open space, you put a central core with an old piece of furniture from your family and the work is done. And don’t worry!

Matteo Piero Ceretti — BILOCALE MEDARDO ROSSO

Matteo Piero Ceretti — BILOCALE MEDARDO ROSSO

Matteo Piero Ceretti — BILOCALE MEDARDO ROSSO

Bamiyan Cultural Centre - Luis Felipe Bresciani

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•• General concept: THE FORM A cultural center the story of who we are who make up the society appreciates, our human values, mainly expressed in the various tangible and intangible objects, arts and crafts, that is why Bamiyan should be a place to meditate on their history, both the remote past as close as seen from the new perspective of Afghan men and women of the XXI century as witnesses the already existent monuments Bamiyan Buddha as our offering the “Forest of green Álamos (Populus Alba) as a permanent symbol hope looking north for a new future that will be will be the indelible witness of our aspirations. We propose a cultural center developed on two platforms at different heights organically adapted to the topography, building on existing hillsides to implement the architectural features double height and maintain in the composition an attitude of contemplation to the Bamiyan Valley. On these platforms, the two main ideas are will develop: the “Forest green Álamos” in the upper platform and the lower level of the “Court of the Arts ” was developed Forest Green Álamos It comprises a linear park that occupies much of the upper platform and we eventually lead to one end, rising seven meters above the hillside, a roof overhang containing the “Forest green Alamos”; these Álamos begin in a forest near the parking area, this forest act symbolically as a store of trees where trees figuratively each one directed to “Forest green Alamos” On the opposite side of this linear park will be with rigid geometry that will counterpoint to the horizontality of the three large volumes containing entry areas, exhibition hall and performance hall. Court of the Arts In the lower platform, a large open area connects all areas of architectural group, and this area will become the “Court of the Arts ”, an open multifunctional area to the landscape with linear parks at different levels and maintain the architectural composition with a contemplative attitude towards the Bamiyan Valley. All formal elements of the set contribute to accentuate these main ideas, long corridors along with adobe walls, linear parks at different levels, very low vegetation and accurate, that does not impede visibility between different areas that surround it and the Valley Bamiyan, Los Alamos stand out here alone. •• General concept: THE FUNCTION The project is functionally organized starting from the main entrance hall, this element acts as a switching between the human scale of the access gate and the monumental scale of the environment. This building part an axis which to the right are the facilities dedicated to teaching and the interaction of those who want to learn the different artistic endeavors, and to the left of this axis are the spaces dedicated to the exhibition and staging what the different cultural manifestations. Both sides converge in a common area, in the “Court of the Arts” which impart teachings allow mixed use, share experiences and expose the different interpretations of art and culture of Afghans and visitors. The “Court of the Arts” is organized in two levels connected by a staircase, which will serve the public stands to witness the events organized air on a platform that will backdrop of the Buddha and the Bamiyan Valley . The areas for workshops and classrooms are fluid, large spaces without doors, but private enough to facilitate the study and privacy at work The circulation of the group is completely smooth and is solved by ramps, connecting each element of the project; for open linking classrooms and workshops moments, and at times in and out of fluid form of the exhibition areas. For services, from the upper platform can be accessed directly from the exhibition hall, Performance center and two bars at both ends of the architectural ensemble •• General concept: CONSTRUCTION From a construction point of view are considered conventional building systems, highlighting the use of traditional adobe thick walls to contain the slope and mark the horizontality of the project ramps and separating protecting certain areas of foreign circulation. In certain areas often used masonry walls painted rammed treated as traditional colors such as lapis lazuli and pink were used. In areas of more public using more polished satin finish and dark colors with textured to remind the traditional Muslim constructions suggested. A metallic finish for terraces flown was chosen because it evokes technology, which should not be alien to the culture, and this line of metallic finish horizontally runs nearly the whole starting in “Forest Green Álamos” and completed in the cafeteria area theater. The cultural center of Bamiyan seeks not only to be a functional, but a new symbol of the new Afghanistan where we can democratize the arts and culture making them accessible to both locals and foreigners.

Luis Felipe Bresciani — Bamiyan Cultural Centre

Entrance

Luis Felipe Bresciani — Bamiyan Cultural Centre

Externa view for class room area

CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER L’AMPLIAMENTO DELLA GALLERIA COMUNALE D’ARTE CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA PERTINENTE - STUDIO74, STUDIOGONNET SRL, STUDIO TECNO, STUDIO GARNERO COCCALOTTO, Giorgio Ponzo

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1. CONCEPT Il progetto di ampliamento della Galleria Comunale d’Arte nasce dall’idea di focalizzare l’attenzione non tanto sulla ricerca di una particolare forma architettonica, che potrebbe entrare in competizione con l’edificio storico, ma piuttosto sull’organizzazione dei nuovi spazi espositivi in un sistema che integra anche gli spazi esterni al museo e i percorsi pubblici. Per questa ragione l’intervento edilizio assume una forma compatta e raccolta intorno alla sua funzione principale: l’esposizione delle opere d’arte al pubblico. La volumetria del nuovo intervento s’inserisce discretamente alle spalle di due preesistenze – la stessa Galleria Comunale d’Arte e l’edificio degli assessorati alla Pubblica Istruzione e alla Cultura – e rimodella il terreno per migliorare l’accessibilità pedonale e veicolare dell’area. In particolare lo spazio compreso tra il museo e la rocca acquisisce un carattere del tutto nuovo, diventando elemento di cucitura tra il piano dei giardini pubblici, quello degli accessi alle grotte, ai nuovi spazi del museo (sala espositiva, biblioteca, caffetteria, uffici) e quello di servizio con le aree a parcheggio. Una lunga facciata vetrata stabilisce il sottile confine tra l’interno del complesso e l’area ai piedi della roccia, un luogo di passaggio e di sosta al tempo stesso. La nuova architettura ha anche un altro tipo di affaccio verso l’esterno, meno suggestivo ma altrettanto importante: il sistema di shed che convoglia la luce naturale all’interno della sala espositiva.

STUDIO74, STUDIOGONNET SRL, STUDIO TECNO, STUDIO GARNERO COCCALOTTO, Giorgio Ponzo — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER L’AMPLIAMENTO DELLA GALLERIA COMUNALE D’ARTE CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA PERTINENTE

2. IMPIANTO DISTRIBUTIVO Il complesso museale è organizzato su due livelli, a cui si può accedere per mezzo del sistema scala/ascensore collocato nel nuovo vestibolo d’ingresso, a ridosso dell’edificio storico in prossimità dell’accesso principale. Il piano inferiore ospita la sala polivalente, la galleria in cui sono ricollocate la collezione sarda e le sculture, il deposito e altri locali di servizio. Questi ultimi sono accessibili direttamente dal lato nord dell’area. Il piano superiore ospita la sala espositiva e tutti gli spazi accessori del complesso museale: la caffetteria, la biblioteca, gli uffici e i servizi igienici. Ciascuno di questi ambienti si volge verso la parete rocciosa della rocca di Castello attraverso una lunga parete vetrata, che funge da cornice sul paesaggio e da accesso secondario al tempo stesso.

STUDIO74, STUDIOGONNET SRL, STUDIO TECNO, STUDIO GARNERO COCCALOTTO, Giorgio Ponzo — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER L’AMPLIAMENTO DELLA GALLERIA COMUNALE D’ARTE CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA PERTINENTE

3. ACCESSIBILITà DEL COMPLESSO I due livelli in cui è organizzato il complesso museale sono connessi tra di loro per mezzo del sistema scala/ascensore collocato nel nuovo vestibolo d’ingresso, cui il visitatore accede attraverso l’ingresso principale del Museo dai giardini pubblici. Questo spazio, caratterizzato dalla presenza di un piccolo patio che fornisce luce e ventilazione naturale, funge da cerniera tra la porzione storica dell’edificio e l’ampliamento in progetto. Il complesso museale si affaccia verso il costone roccioso con la lunga parete vetrata, che al tempo stesso offre uno scorcio suggestivo del paesaggio esterno e consente al visitatore di accedere alla struttura senza dover passare dall’ingresso principale. L’area compresa tra quest’ultima e il Museo può così trasformarsi in uno spazio espositivo o in un foyer all’aperto che consente di regolare l’accesso alla struttura in modo flessibile o parziale, in corrispondenza di eventi specifici. In questo modo sia la sala espositiva, sia la sala polivalente restano accessibili, ad esempio, per inaugurazioni, convegni e manifestazioni di spettacolo senza che la sicurezza delle collezioni nella parte “storica” del museo sia compromessa.

STUDIO74, STUDIOGONNET SRL, STUDIO TECNO, STUDIO GARNERO COCCALOTTO, Giorgio Ponzo — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER L’AMPLIAMENTO DELLA GALLERIA COMUNALE D’ARTE CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA PERTINENTE

4. LA SALA ESPOSITIVA La sala espositiva è senza dubbio l’elemento più significativo dell’intervento. Si configura come uno spazio a pianta quadrata la cui illuminazione ambientale è gestita con una serie di lucernari shed che attraversano la copertura per tutta la sua lunghezza. Un sistema di travi reticolari in acciaio consente di liberare completamente tutta la superficie espositiva dalla presenza di pilastri e altri sostegni verticali. Le travi sono nascoste da pannellature in cartongesso per valorizzare quanto più possibile il carattere etereo e spoglio dello spazio espositivo, la cui neutralità consente di valorizzare al meglio tutte le opere d’arte che qui verranno esposte. Il disegno della copertura è determinato dalla duplice esigenza di orientare a nord-est i lucernari shed e a sud-ovest le porzioni opache utilizzate per i pannelli fotovoltaici. Da un lato l’edificio sfrutta al massimo l’illuminazione naturale senza essere penalizzato dall’effetto serra che verrebbe a crearsi se la radiazione solare incidesse direttamente sulla superficie vetrata. Dall’altro i pannelli fotovoltaici consentono una produzione di energia elettrica che, combinata con la riduzione dei consumi necessari all’illuminazione e alla climatizzazione estiva – e quindi dei costi di gestione – rendono l’edificio piuttosto efficiente dal punto di vista energetico e ambientale.

STUDIO74, STUDIOGONNET SRL, STUDIO TECNO, STUDIO GARNERO COCCALOTTO, Giorgio Ponzo — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER L’AMPLIAMENTO DELLA GALLERIA COMUNALE D’ARTE CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA PERTINENTE

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STUDIO74, STUDIOGONNET SRL, STUDIO TECNO, STUDIO GARNERO COCCALOTTO, Giorgio Ponzo — CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER L’AMPLIAMENTO DELLA GALLERIA COMUNALE D’ARTE CON RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA PERTINENTE

Complesso Residenziale - Parco Nardi - Antonio Nardi, Cinzia Trinchese

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L’intervento da realizzare si avvale dei benefici della Legge Regionale n.19 del 28 dicembre 2009 – Piano Casa – e s.m.i della Legge Regionale n.1 del 05.01.2011 in particolare fa riferimento all’Art. 5 comma 1 :“ In deroga agli strumenti urbanistici vigenti è consentito l’aumento, entro il limite del trentacinque per cento, della volumetria esistente degli edifici residenziali per interventi di demolizione e ricostruzione, da realizzarsi all’interno dell’area nella quale l’edificio esistente è ubicato, di proprietà del soggetto richiedente.” Il nuovo edificio, sfruttando quindi la volumetria degli esistenti fabbricati, pari a circa mc 1187,40, incrementata del 35%, potrà occupare un volume complessivo di 1603,00 mc. Entrambi i piani, rialzato (+0,60), e primo (+3,60) sono costituiti ognuno da due appartamenti aventi una superficie lorda di mq 92,17 ed un’ altezza interna pari a 2,70 ml. La struttura portante verticale e’ in cemento armato (pilastri e travi di collegamento); quella orizzontale sarà costituita da solai in latero-cemento, i muri perimetrali saranno realizzati con mattoni forati da cm 20 e pannelli coibentati per pareti con finitura esterna in intonaco chiaro di 8-10 cm, le divisioni interne di separazione tra i vari locali e dei servizi igienici saranno realizzate con mattoni forati in laterizi da 8 cm. La tipologia “B”è costituita da due residenze unifamiliari “a spalla” con un unico piano fuori terra (+0,90), a destinazione residenziale ed un piano interrato con funzione di garage e deposito, raggiungibile dalle rampe poste sui lati sud-ovest e nord-est delle stesse abitazioni. Inoltre al fine di garantire una funzione di isolamento termico e di recupero energetico del fabbricato, è prevista la realizzazione di un sottotetto, costituito da un’unica falda con inclinazione di circa 11° e un’ altezza media all’intradosso di circa ml 1,75. Anche in questo caso la struttura portante verticale sarà realizzata in cemento armato e quella orizzontale sarà costituita da solai in latero-cemento. I fabbricati sopra descritti, sono posizionati all’interno del lotto secondo l’asse sud-ovest, nord-est con accesso da via Tabacchi. Ogni unità abitativa è raggiungibile attraverso un percorso carrabile che attraversa longitudinalmente il lotto. Le porzioni di terreno site sul lato sud-est saranno destinate a giardino di pertinenza ai fabbricati.

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Il progetto prevede la realizzazione di due distinte tipologie edilizie, indicate sui grafici allegati come “Fabbricato A” e “Fabbricato B”.
   La tipologia “A”è costituita da un fabbricato di due piani fuori terra, con destinazione residenziale ed un piano interrato con funzione di garage e deposito, raggiungibile dalle rampe poste sui lati sud-ovest e nord-est, ogni piano è servito dalla scala interna.

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Antonio Nardi, Cinzia Trinchese — Complesso Residenziale - Parco Nardi

Panoramica del parco

Urban rubbing - STUDIO QRZ

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Uno stretto sentiero che si inoltra nel fitto del bosco, per percorrerlo bisogna farsi largo tra gli arbusti, i loro rami lambiscono in nostro corpo, la vegetazione si fa sempre più fitta, quasi impenetrabile, d’un tratto la foresta di dirada in una piccola radura, l’animo si rasserena, così ci fermiamo un attimo a riflettere. Queste poche righe vogliono raccontare brevemente quale è stato il processo narrativo fonte di ispirazione per la nostra installazione.

STUDIO QRZ — Urban rubbing

La struttura è realizzata in tondini di acciaio (diam.8/12 mm), quelli comunemente utilizzati per le armature del cemento armato; mediante piegatura e saldatura in un punto, sono stati realizzati telai alti 2m e larghi 1m; posizionati ad intervalli regolari di 20 cm, rappresentano la struttura portante dell’installazione. Anche la pavimentazione è realizzata con il medesimo materiale, utilizzato con una maggiore densità per facilitarne l’attraversamento.

STUDIO QRZ — Urban rubbing

Sui telai vengono applicati un numero variabile di festoni natalizi, creando così una fitta trama attraverso la quale bisogna farsi largo per concludere il percorso. La composizione della struttura disegna una forma definita, lunga e stretta,che si allarga nel tratto finale per incorniciare una vista sulla loggia del Lionello, simbolo unanimamente riconosciuto identitario per la cittadinanza udinese.

STUDIO QRZ — Urban rubbing

STUDIO QRZ — Urban rubbing

STUDIO QRZ — Urban rubbing

STUDIO QRZ — Urban rubbing

STUDIO QRZ — Urban rubbing

Restaurant/Cafe' 673 5th Ave, Brooklyn - Michele Dicembrino


CONCORSO D'IDEE PER IL COMUNE DI AVELLINO "Un gazebo per la città di Avellino" - Giuliana Gigante Architetto, Rosanna Bussolotto

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L’opera si configura come un’inconsueta struttura tridimensionale bio+eco+sostenibile, una serra urbana punto di contatto tra la struttura complessa delle moderne realtà cittadine e le necessità di ritagliare in essa spazi ricreativi. L’installazione nasce dalla volontà di sperimentare l’utilizzo di materiali innovativi di ultima generazione, caratterizzati da un dinamismo garantito dalla trasparenza della struttura e la diafana rifrazione del bianco, interagendo con l’ambiente circostante e con gli elementi climatici. Questa “trasformabilità” ci è sembrata aderente ad un approccio sinuoso, in continuo divenire.

Giuliana Gigante Architetto, Rosanna Bussolotto — CONCORSO D'IDEE PER IL COMUNE DI AVELLINO "Un gazebo per la città di Avellino"

vista interna della serra urbana

Giuliana Gigante Architetto, Rosanna Bussolotto — CONCORSO D'IDEE PER IL COMUNE DI AVELLINO "Un gazebo per la città di Avellino"

vista notturna della serra urbana

Giuliana Gigante Architetto, Rosanna Bussolotto — CONCORSO D'IDEE PER IL COMUNE DI AVELLINO "Un gazebo per la città di Avellino"

inserimento della serra nel contesto urbano

Giuliana Gigante Architetto, Rosanna Bussolotto — CONCORSO D'IDEE PER IL COMUNE DI AVELLINO "Un gazebo per la città di Avellino"

inserimento della serra nel contesto urbano

Giuliana Gigante Architetto, Rosanna Bussolotto — CONCORSO D'IDEE PER IL COMUNE DI AVELLINO "Un gazebo per la città di Avellino"

tavola di progetto

Nuovo Polo Scolastico di Cairate - ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi

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Due momenti fondamentali della vita dei bambini si incontrano e quasi si compenetrano, come gli edifici del complesso architettonico che entrano in relazione tra di loro per favorire la continuità educativa tra due fasi importanti dell’esistenza, l’infanzia e la preadolescenza, fornendo spazi che si caratterizzano come elementi fondamentali della formazione del pensiero. Per questo il progetto architettonico è strutturato ed organizzato con spazi che consentano ai bambini di esprimere al meglio potenzialità, competenze e curiosità, di sentirsi partecipi del progetto educativo.

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Vista Generale

Le ampie pareti finestrate verso gli spazi esterni sono state pensate per favorire l’osservazione diretta della natura, le geometrie dello spazio mediante le forme che lo caratterizzano, le forme geometriche delle strutture e delle piante e quindi il costruito e la natura, le gerarchie di altezza, la dicotomia dentro/fuori, aperto/chiuso, interno/esterno, e quindi per scoprire nuove prospettive di veduta che aprono la strada al pensiero critico e scientifico. Il complesso scolastico è stato pensato nel rispetto delle necessità dell’utenza, attraverso la realizzazione di spazi ideali per i bambini (le aule didattiche, i laboratori, la mensa) e per gli adulti, mediante spazi che ne facilitino il lavoro oltre a favorire la possibilità di rendere al massimo nella loro figura di educatori ed operatori.

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Ingresso

Un elemento fondamentale per la funzione educativa risulta la presenza di un forte rapporto con l’esterno, in modo particolare per quanto riguarda il corpo occupato dalla scuola primaria; lo scopo è quello di realizzare un luogo all’aperto dove ascoltare, osservare e mettere in pratica, attraverso una compartecipazione ai cicli di crescita di piante ed ortaggi in modo da offrire ai bambini la possibilità dell’apprendimento diretto.

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Prospetto principale

L’ambiente esterno, così concepito, si offre come un dono della natura nel suo multiforme manifestarsi, con gli angoli ed i sentieri erbosi, gli alberi che mutano con il passare delle stagioni, con le foglie che cadono e creano tappeti dalle tonalità multicolori e soprattutto orti da seminare per raccogliere i sospirati frutti.

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Agorà

Gli obiettivi della progettazione del nuovo polo scolastico sono stati essenzialmente i seguenti: - la realizzazione di un nuovo insediamento scolastico che soddisfi i fabbisogni prospettati; - l’inserimento del complesso architettonico nel contesto esistente in modo da stabilire un sistema di relazioni tra l’edificio stesso e la città; - l’organizzazione del nuovo insediamento in modo da agevolare l’accesso all’area limitando al massimo l’utilizzo di veicoli privati; - la progettazione del nuovo polo scolastico sfruttando le condizioni climatiche locali in termini di apporti termici a costo zero e di benessere generale dell’utenza, valutando anche l’impiego di eventuali risorse presenti in loco; - la progettazione del nuovo insediamento ponendo particolare attenzione alle “architetture sostenibili” nel rispetto del contenimento energetico e con l’impiego di tecnologie alternative, in modo da renderlo autosufficiente sotto il profilo energetico, configurandosi quindi come “edificio a energia quasi zero” ovvero un edificio ad altissima prestazione energetica; - la previsione del reimpiego delle acque meteoriche e reflue in modo da minimizzare il consumo di acque primarie; - l’impiego di forme di produzione energetica altamente efficienti e che minimizzino il ricorso al gas; - la realizzazione dell’opera utilizzando materiali completamente riciclabili; - la riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico sia durante la fase di costruzione che durante la vita utile del fabbricato.

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Orti didattici

Il concept del complesso architettonico, considerato il contesto, costituito essenzialmente da un tessuto urbano privo di emergenze sia architettoniche che paesaggistiche, ha origine da una linea direttrice ideale che partendo dal centro città si muove verso l’area di intervento. L’idea su cui si è fondata la progettazione del polo scolastico è stata quindi l’ideale “penetrazione” dell’esistente all’interno del nuovo complesso architettonico, il quale, immaginato inizialmente come parallelepipedo perfetto, sotto l’onda d’urto di questa spinta esterna si apre, lascia entrare questa forza che smonta ed in seguito ricompone e razionalizza i volumi.

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Atrio

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Scuola primaria

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Interno

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Particolare costruttivo

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Ventilazione naturale

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Tavola 1

ARCHIST - enrico storai, sandro sermi, Filippo Cambi — Nuovo Polo Scolastico di Cairate

Tavola 2

Ensemble Residentiel a Nancy France - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati

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Il complesso residenziale a Nacy Francia è organizzato da Unitè d’habitation a forma di cesto con una piazza interna. Tutte le unitè sono collegate da una “promenade” sopraelevata che termina nelle torri.

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Ensemble Residentiel a Nancy France

Sluzewski Culture Centre - WWAA, 307kilo

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The form of the Cultural Centre design was determined by two elements: the first, the situation and an urban context of the object, the second, its function defined by the programme. The existing, original cultural centre was also a source of inspiration, together with the adjacent ecological, educational farm and a survived country house at 7 Tarniny Street. The whole programme consists of two, interconnected buildings, however, each of them can function separately. The basic part of the project and the main entrance into the building are placed on -1 level, which is accessed by amphitheatrical staircase from the entrance square. This submerged basin functions as a stage during theatrical, open-air performances. Its warm, wooden flooring looks inviting as a place for playing and relaxing between various activities. At the same time it can be easily disassembled for the maintenance of rain collector passing beneath.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Photo by Rafał Kłos.

By adapting a traditional form of a farmstead, the design is not only deeply set in the tradition and culture of the place, it also shows respect for the borders of urban and functional zones and in a way employs a sort of convention of children? iconography. Due to placing the main function of the building on -1 level (below the ground), the groundfloor level has been treated as an open, public space where relativelly small, traditional in form and material houses are constructed. Each of them can be accessed from the area level, and each of them serves one function, e.g., an art workshop or a literature club. Fully glazed walls of the building overlooking the park on one side, Bach Street on the other, allow the strollers walking around the Cultural Centre to have a glimpse of activities taking place inside, not missing the view of the greenery of the Służew Brook area. Such layout of the building allowed for maximum connection of its interior with the surrounding. As it were, the premises of the Centre become public space of the city, the activities of the Centre reach beyond its borders.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Photo by Rafał Kłos.

Accordingly, the architecture of the object is restrained and friendly; by using possibly contemporary means  it tries to interconnect the traditional elements of urban layout with simple, natural finishing materials. An unpretentious building, submerged in the greenery, is supposed to be the background for events happening there. The present design bases on assumption that the architecture of an object fulfilling this sort of functions plays an immensely important educational and cultural role, e.g., by shaping esthetic and ecological awareness. Hence, the decision about introducing mini animal farm into the very heart of the Centre, the proposal of employing wind and solar energy as alternative sources and finally the layout of the object on the farmstead plan which can be read as an ethical approach to architecture with respect for the context of the place.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Photo by Rafał Kłos.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Photo by Rafał Kłos.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Photo by Rafał Kłos.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Photo by Rafał Kłos.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Photo by Rafał Kłos.

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Plan WWAA + 307kilo

WWAA, 307kilo — Sluzewski Culture Centre

Section, WWAA + 307kilo

Siedlung Leimenegg - bernath+widmer

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The Siedlung Leimenegg, a terraced house and a independent double family house on the Leimeneggstrasse, was built in 1932 by Hermann Siegrist, as his manifesto of the new architecture. Thanks to the documentations collected by architect Dolf Schneebli in the 80s, the house 43 has been restored and brought back to its original soul.

Architect: Hermann Siegrist, Winthertur (1894–1978)
Year of realization: 1930-32
Address: Leimeneggstrasse 43, 8400 Winthertur, CH
Restoration: Bernath + Widmer Architekten, Zurich
Year: 2010-2014

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

Detailgetreuer Rückbau
Als Manifest des „Neuen Bauens“ gilt dieses, von Hermann Siegrist 1930 – 1932 erstellte Doppel- und Fünffamilienhaus an der Leimeneggstrasse. Das Wohnhaus Nummer 43 wurde während den letzten 80 Jahren durch viele unsachgemässe Eingriffe seiner Seele beraubt. Aufgrund einer in den 80er Jahren von Dolf Schneebli erstellten Dokumentation wurden die Eingriffe wieder Entfernt und der Urzustand wiederhergestellt. Durch eine Intensive Zusammenarbeit mit der Malerfirma Fontana & Fontana konnten sämtliche Anstriche und Farben in ihrer originalen Zusammensetzung und originalen Technik wieder appliziert werden.
Eingriffe verschmelzen mit dem Bestand Die wenigen vorgenommenen Eingriffe stellen die damaligen und heutigen Wohnvorstellungen in einen funktionalen Diskurs. Während der Essplatz, der als Teil des Wohnraumes mittels einer abgehängten Decke subtil zoniert wurde, lediglich über eine Durchreiche mit der Küche verbunden war, gelingt es durch die Anordnung einer Art Schranktüre unter dem Treppenkopf eine direkte Wegeverbindung herzustellen. Zusätzlich wird das Element der Durchreiche in die zur Lagerküche umfunktionierte Waschküche neu eingesetzt. In gleicher Art wurde im Obergeschoss zwischen den beiden Zimmern nach Süden eine direkte Verbindung hergestellt. Getarnt als Möbeltüren können die Räume dadurch temporär verbunden werden, ohne die ursprüngliche Raumkonzeption auszuhebeln. Die Eingriffe artikulieren sich nicht als Gegensatz zwischen Alt und Neu, die Grenzen zwischen dem Bestand und dem Neuen sind bewusst fliessend und oft nicht klar erkennbar. „Heute erlebt man das Haus der Siedlung Leimenegg, als sei alles immer schon so gewesen. Durch die subtile Interpretation des Vorhandenen und das Dazuerfinden von Elementen, die es dort schon immer hätte geben können, stellt sich ein Gefühl der Selbstverständlichkeit ein, das die Identität des Objektes vor seine historische Lesbarkeit stellt.“ Lucia Gratz, archithese, 1.2014.

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

Piano terra

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

Primo piano

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

bernath+widmer — Siedlung Leimenegg

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