Il nostro progetto per la copertura della scala ovale del Museo di Arte Contemporanea Palazzo Riso nasce dalla necessità di ridisegnare uno spazio prima che un’opera. Siamo coscienti di essere prima di tutto parte di un percorso museale cioè connessione funzionale tra due piani dell’edificio. E’ con questo presupposto che dopo un’analisi accurata delle caratteristiche architettoniche di questo luogo abbiamo deciso di renderne ancor più sintetico il disegno (L’ELLISSE), idealizzarne la natura di spazio di ascesa (LA SCALA ELICOIDALE) e assolutizzarne il tempo con una esperienza fisica (IL GIORNO E LA NOTTE). Un intervento ambientale che coinvolge l’intero volume occupato dalla scala.
© PILARK | STUDIO . Published on March 04, 2015.
Con il termine tedesco ZEITGEBER (“che da il tempo”) usato in etologia, si indica un fattore esterno ad un organismo, cioè esogeno, capace di sincronizzare l’orologio biologico di quest’ultimo, cioè un fattore endogeno, con una mutata situazione ambientale. L’uomo, come molti altri esseri viventi, regola le proprie attività sulla base dell’alternarsi di luce ed ombra; riportare all’interno di un museo queste due condizioni simultaneamente significa svelare la natura concettuale del museo stesso, spazio di pensiero e luogo di rarefazione delle idee. Il nostro processo progettuale è stato fortemente influenzato dalla presenza di opere cardine dell’Arte Povera all’interno di Palazzo Riso, che segnano la naturale predisposizione di questi spazi. L’intervento è quindi anche un omaggio all’opera di Salvo del 1969 “ Salvo e Boetti come i setti savi che scrutano il moto degli astri” ed a “ La mia ombra verso l’infinito dalla cima dello Stromboli durante l’alba del 16.08.65” di Giovanni Anselmo. L’intervento prevede la chiusura di quasi tutte le aperture dello spazio, favorendo così una migliore lettura del volume cilindrico che contiene la scala; questo volume si continua a leggere anche nella parte superiore dello spazio grazie alla presenza di un telo semi-trasparente.
© PILARK | STUDIO . Published on March 04, 2015.
Due vasche di piombo ellittiche e leggermente concave con due buchi in corrispondenza dei fuochi, verranno incassate una al soffitto ed una a pavimento. Abbiamo ridotto al minimo anche l’utilizzo di materiali; il gesso per ridefinire la continuità del cilindro a base ellittica della scala; il piombo, materiale saturnino da sempre legato alla pratica artistica, è utilizzato per le due vasche posizionate sul tetto ed a pavimento; il bitume di giudea per dipingere la parte superiore; in fine il tessuto semi-trasparente per ridisegnare e dare continuità all’ellisse nello spazio. Dal soffitto entrano due spilli di luce amplificati dallo spazio oscuro in cui si proiettano; da essi gocciola anche dell’acqua, che cadendo riempie la vasca al suolo che una volta piena scarica nei due fuochi, come un ciclo continuo in cui l’acqua si fa materia viva. L’impressione guardando verso l’alto sarà quella di vedere due stelle nel buoi di un cielo notturno. Gli astri, ideale rappresentazione della luce, e l’ombra, come luogo sconosciuto ed onirico, sono gli estremi dell’intervallo che contiene l’uomo.
© PILARK | STUDIO . Published on March 04, 2015.
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