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Zeitgeber - PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore

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Il nostro progetto per la copertura della scala ovale del Museo di Arte Contemporanea Palazzo Riso nasce dalla necessità di ridisegnare uno spazio prima che un’opera. Siamo coscienti di essere prima di tutto parte di un percorso museale cioè connessione funzionale tra due piani dell’edificio. E’ con questo presupposto che dopo un’analisi accurata delle caratteristiche architettoniche di questo luogo abbiamo deciso di renderne ancor più sintetico il disegno (L’ELLISSE), idealizzarne la natura di spazio di ascesa (LA SCALA ELICOIDALE) e assolutizzarne il tempo con una esperienza fisica (IL GIORNO E LA NOTTE). Un intervento ambientale che coinvolge l’intero volume occupato dalla scala.

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber

Con il termine tedesco ZEITGEBER (“che da il tempo”) usato in etologia, si indica un fattore esterno ad un organismo, cioè esogeno, capace di sincronizzare l’orologio biologico di quest’ultimo, cioè un fattore endogeno, con una mutata situazione ambientale. L’uomo, come molti altri esseri viventi, regola le proprie attività sulla base dell’alternarsi di luce ed ombra; riportare all’interno di un museo queste due condizioni simultaneamente significa svelare la natura concettuale del museo stesso, spazio di pensiero e luogo di rarefazione delle idee. Il nostro processo progettuale è stato fortemente influenzato dalla presenza di opere cardine dell’Arte Povera all’interno di Palazzo Riso, che segnano la naturale predisposizione di questi spazi. L’intervento è quindi anche un omaggio all’opera di Salvo del 1969 “ Salvo e Boetti come i setti savi che scrutano il moto degli astri” ed a “ La mia ombra verso l’infinito dalla cima dello Stromboli durante l’alba del 16.08.65” di Giovanni Anselmo. L’intervento prevede la chiusura di quasi tutte le aperture dello spazio, favorendo così una migliore lettura del volume cilindrico che contiene la scala; questo volume si continua a leggere anche nella parte superiore dello spazio grazie alla presenza di un telo semi-trasparente.

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber

Modello in resina

Due vasche di piombo ellittiche e leggermente concave con due buchi in corrispondenza dei fuochi, verranno incassate una al soffitto ed una a pavimento. Abbiamo ridotto al minimo anche l’utilizzo di materiali; il gesso per ridefinire la continuità del cilindro a base ellittica della scala; il piombo, materiale saturnino da sempre legato alla pratica artistica, è utilizzato per le due vasche posizionate sul tetto ed a pavimento; il bitume di giudea per dipingere la parte superiore; in fine il tessuto semi-trasparente per ridisegnare e dare continuità all’ellisse nello spazio. Dal soffitto entrano due spilli di luce amplificati dallo spazio oscuro in cui si proiettano; da essi gocciola anche dell’acqua, che cadendo riempie la vasca al suolo che una volta piena scarica nei due fuochi, come un ciclo continuo in cui l’acqua si fa materia viva. L’impressione guardando verso l’alto sarà quella di vedere due stelle nel buoi di un cielo notturno. Gli astri, ideale rappresentazione della luce, e l’ombra, come luogo sconosciuto ed onirico, sono gli estremi dell’intervallo che contiene l’uomo.

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber

Modello in resina

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber

Modello della vasca in piombo

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber

Modello in resina - vista interna

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber

Piante

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber

Sezioni

PILARK | STUDIO, Ignazio Mortellaro, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — Zeitgeber


Concorso internazionale "Oikos - Architettura d'ingresso" - A.Sannino & L.Sagliocco ARCHITETTI ASSOCIATI, Sveva Bancale, Laura Mottola

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La posizione liminare e la funzione di separazione tra due diverse forme di realtà fanno dell’architettura di ingresso un elemento altamente rappresentativo e carico di significato. Luogo-non luogo tra lo spazio privato e lo spazio pubblico, se da un lato costituisce un limite, dall’altro crea una relazione di corrispondenza tra due analoghi ma distinti organismi spaziali; uomo/albero, statico/dinamico, chiuso/aperto, indoor/outdoor, queste le polarità che si contrappongono e confluiscono nell’elemento di ingresso.

A.Sannino & L.Sagliocco ARCHITETTI ASSOCIATI, Sveva Bancale, Laura Mottola — Concorso internazionale "Oikos - Architettura d'ingresso"

Lo spazio interno, chiuso, fisso, lo spazio dell’’oîkos’, che i greci identificavano come la ‘proprietà familiare’, ha il suo fulcro nel focolare. Lo spazio esterno, aperto e mobile, assume configurazioni diverse al variare delle stagioni, al mutare degli elementi naturali. Questi principi ispiratori hanno indirizzato la progettazione dell’architettura di ingresso che proponiamo. Lo spazio interno è caratterizzato da un camino centrale in pietra e si rapporta all’esterno attraverso due ampie vetrate angolari che separano ma mettono in comunicazione visiva i due ambienti. All’esterno una lastra d’acqua dalla quale emerge un albero rappresenta la variabilità della natura. Il passaggio tra i due elementi è stato progettato enfatizzando il ruolo della porta di ingresso: è stata scelta una porta OIKOS Synua raso muro esterno di dimensioni 220×285.

A.Sannino & L.Sagliocco ARCHITETTI ASSOCIATI, Sveva Bancale, Laura Mottola — Concorso internazionale "Oikos - Architettura d'ingresso"

L’involucro esterno, un volume bianco dalle forme essenziali, si svuota in più punti, per far spazio all’albero e per accentuare l’area di ingresso: qui due apparecchi luminosi posizionati a terra creano un effetto di luce che valorizza la porta principale. Una seconda porta OIKOS Synua di dimensioni minori è stata posizionata sul retro come ingresso secondario. I materiali utilizzati per la pavimentazione sono: un tavolato in legno di teak per tutta l’area esterna e una pietra basaltina grigia di grande formato in corrispondenza dell’ingresso. All’interno per la pavimentazione si è scelto invece un gres porcellanato.

A.Sannino & L.Sagliocco ARCHITETTI ASSOCIATI, Sveva Bancale, Laura Mottola — Concorso internazionale "Oikos - Architettura d'ingresso"

A.Sannino & L.Sagliocco ARCHITETTI ASSOCIATI, Sveva Bancale, Laura Mottola — Concorso internazionale "Oikos - Architettura d'ingresso"

A.Sannino & L.Sagliocco ARCHITETTI ASSOCIATI, Sveva Bancale, Laura Mottola — Concorso internazionale "Oikos - Architettura d'ingresso"

More Than Taste - PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti

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La cantina Settesoli, all’interno di un più vasto programma di rinnovamento del proprio brand decide di affidarsi ad allo studio di architettura Pilark per la progettazione del nuovo stand fieristico che ospiterà la cantina ed i suoi prodotti per l’edizione del Vinitaly di Verona. La committenza ha avanzato fin da subito delle richieste forti e chiare allo tempo stesso. Lo stand con cui la cantina si presenta alla fiera internazionale del vino deve rispecchiare al 100 % lo spirito dell’azienda, legata molto al territorio, alla comunità e alle profonde radici culturali della provincia agrigentina.

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

L’approccio avuto fin da subito è stato libero da sovrastrutture progettuali legate al mondo dell’allestimento fieristico, delineando così una volontà di proporre un “oggetto” architettonico fuori dai classici schemi fieristici che fosse al tempo stesso conteni torre e contenuto; espressione, sintesi e metafora di un prodotto frutto di un territorio e di una comunità e non di un brand vinicolo. Si è partiti dall’idea di voler dare un involucro materico allo stand e imprimendogli una maggiore forza fancedolo diventare metafora del territorio. Il territorio diventa involucro: il territorio si trasforma in oggetto bidimensionale che attraverso manipolazioni di forma assume la sua connotazione definitiva diventando involucro.

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

La pavimentazione dello stand crea materia e attraverso un vero e proprio cretto ricreato in loco diventa simbolo di aridità. Una terra arida: afosa ostile, come polvere d’Africa la terra si crepa dando vita ad una pavimentazione dalle forti connotazioni geografiche e culturali. Il territorio è comunità: la comunità entra nel progetto e narra la sua storia attraverso oggetti provenienti dalla case dei contani, che diventano gli unici oggetti di arredo presenti nello stand. Una terra fertile: la vegetazione locale entra nel progetto come punto di riferimento. Non un oggetto isolar, ma elemento centrale di un complesso sistema che diventa icona di riconoscibilità territoriale.

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Massimiliano Prioreschi, Federica Letti — More Than Taste

Pannelli intrecciati in tessuto e carta - Arch. Sandra Scanu

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Pannelli realizzati con tessuto e carta intrecciati.

Arch. Sandra Scanu  — Pannelli intrecciati in tessuto e carta

Pannello realizzato con ritagli di carta e tessuto, delle dimensioni di circa70 cm. x 70 cm.

Arch. Sandra Scanu  — Pannelli intrecciati in tessuto e carta

Arch. Sandra Scanu  — Pannelli intrecciati in tessuto e carta

Arch. Sandra Scanu  — Pannelli intrecciati in tessuto e carta

Pannello realizzato con intrecci di carta e tessuto delle dimensioni di circa 2,00 m. x 1,00m.

The Tradition Shape - PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore

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Un antico cesto visto come simbolo di tradizione e di legame con le radici culturali ma anche come frutto di un sapiente intreccio di fibre naturali diviene elemento architettonico che abbraccia e unisce il suo contenuto. La terra vista invece come generatrice e simbolo di fertilità viene utilizzata nella sua connotazione più materica, divenendo allo stesso tempo pavimentazione e piano di lavoro.

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

PILARK | STUDIO, ignazio internicola, Federico Calabrese, Domenico Migliore — The Tradition Shape

MODELLAZIONE 3D E RENDERING - Umberto Vigilante ARCHITETTO

CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN GAZEBO PER LA CITTA’ DI AVELLINO - Ivan Tancorre Architetto

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La presente proposta progettuale scaturisce dalle esigenze evidenziate dal bando in oggetto in primo luogo ed in seguito dagli esiti dei sondaggi effettuati fra gli abitanti del Comune di Avellino; si è posta quindi particolare attenzione ai materiali, alla modularità, all’accessibilità ed alla flessibilità d’uso. La proposta prevede quindi l’utilizzo di soli materiali riciclabili e all’uopo riciclati, alcuni dei quali prodotti da fonti rinnovabili, quali legno, alluminio, vetro, PVC e terreno vegetale. La modularitàè un’esigenza fondamentale se si pensa ad un uso diffuso e ripetuto sul territorio, specie nelle vie centrali del Comune ma ogni attività che ne farà uso avrà le sue esigenze in termini di spazio disponibile e conseguenti dimensioni dei gazebo.

Ivan Tancorre Architetto — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN GAZEBO PER LA CITTA’ DI AVELLINO

Per questo motivo il bando dava delle indicazioni sul tipo di modulo, prescrivendo che questo fosse compreso fra un minimo di 5 ed un massimo di 8 mq. Nella presente proposta viene scelto un modulo quadrato, aggregabile quindi potenzialmente all’infinito su ogni lato, di dimensioni quasi massime ovvero pari a 2,8×2,8 m quindi di 7,84 mq. Questo consente di avere maggior spazio all’interno per il posizionamento di tavolini, sedie, sgabelli e altri arredi necessari alle attività da svolgervi al loro interno. L’accessibilità viene garantita mediante rampe in legno riciclato di pendenza non superiore all’8%, in modo da consentire l’accesso anche a portatori di handicap motori e deambulanti su sedia a ruote; viene previsto all’interno inoltre l’opportuno spazio di manovra, come indicato negli elaborati grafici allegati. La flessibilità d’uso è conseguente innanzitutto alla modularità, ed in secondo luogo alla possibilità di usare la struttura sia d’estate che d’inverno, col sole o con la pioggia, mantenendo comunque un elevato comfort per gli avventori.

Ivan Tancorre Architetto — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN GAZEBO PER LA CITTA’ DI AVELLINO

In particolare si è scelto come materiale della struttura portante l’alluminio, data le sue proprietà intrinseche come la riciclabilità, come detto, la leggerezza e nel contempo la resistenza. La base è formata da una piastra microforata quadrata di 2,5-3 cm di spessore il che, dato il peso specifico di 2.500 Kg/mc del materiale, porta ad un peso di c.ca 500 Kg. Col suo peso la base funge anche da zavorra per l’intera struttura in caso di forte vento. Poiché il piano su cui tale struttura sarà appoggiata potrebbe non essere perfettamente planare si sono previste delle basette in acciaio regolabili in altezza mediante appositi dadi e controdadi. La superficie sarà poi rivestita da doghe in legno le quali, oltre a rendere distinguibile la pavimentazione interna da quella esterna, contribuiscono al comfort generale. In totale l’altezza dal piano di appoggio risulterà essere pari a circa 15 cm. Di conseguenza le rampe avranno una lunghezza non inferiore ad 1,90 m. La struttura in elevato, anch’essa in alluminio, occupa un solo spigolo del quadrato, in modo da risultare il più possibile poco invasiva ed è in buona sostanza un reticolo di tubi simile al telaio di una bicicletta, irrigidita opportunamente.

Ivan Tancorre Architetto — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN GAZEBO PER LA CITTA’ DI AVELLINO

La copertura è formata da un’ossatura in tubolari di alluminio e dei teli in PVC bianco, la cui forma e pendenza non fa altro che convogliare le eventuali acque piovane nelle fioriere poste sul lato opposto a quello della struttura. Tale sistema rientra nell’ottica del risparmio di risorse; le eventuali acque in eccesso saranno scaricate comunque al terreno. La forma ricorda quella delle vele usate nella nautica. Tutto il sistema di coperture può essere all’esigenza aperto o chiuso a seconda delle condizioni climatiche e dalla stagione, garantendo il massimo comfort in termini di luminosità diurna, temperatura e umidità. Il sistema di apertura e chiusura viene azionato tramite pistoni posti alle estremità dei tubi laterali della struttura, con un movimento che ricorda quello delle ali di una farfalla. Allo scopo di contribuire alla flessibilità d’uso si è pensato di inserire inoltre dei totem in due punti opposti del quadrato i quali, azionati elettricamente, possono fornire luce nelle ore serali e calore nelle stagioni invernali. Tutti i 4 lati sono inoltre chiusi da vetrate fisse e mobili che consentono l’accesso, la visibilità interna ed esterna, proteggono nel contempo da vento ed altri eventi atmosferici e garantiscono infine la privacy degli avventori.

Ivan Tancorre Architetto — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN GAZEBO PER LA CITTA’ DI AVELLINO

Viene lasciato spazio fra le vetrate e la copertura al fine di consentire un minimo di ventilazione naturale, anche a copertura chiusa, onde evitare spiacevoli fenomeni di condensa all’interno delle pareti vetrate. Negli elaborati grafici in allegato sono riportate, fra le altre cose, le fasi di montaggio e smontaggio, ottimizzate per essere effettuate rapidamente ed in sicurezza da personale specializzato e con l’impiego di opportuni mezzi e tecniche. Il tutto potrà avvenire in poco tempo, il che rappresenta un sicuro vantaggio.

Ivan Tancorre Architetto — CONCORSO DI IDEE PER LA PROGETTAZIONE DI UN GAZEBO PER LA CITTA’ DI AVELLINO

Casa unifamilare - Gianluca Gnoato

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Il progetto prevede la ristrutturazione di una casa ad un piano.

Gianluca Gnoato — Casa unifamilare

Pannello scorrevole in lamiera stirata

Il sottotetto è stato recuperato come spazio dei ricordi

Gianluca Gnoato — Casa unifamilare

sala

Le scermature solari sono state realizzate con lamiera stirata

Gianluca Gnoato — Casa unifamilare

Camera ospiti

Gianluca Gnoato — Casa unifamilare

Cucina

Gianluca Gnoato — Casa unifamilare

Sottotetto


Mò - é - Luigi Scarpato

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Il progetto è stato elaborato al fine di ampliare un piccolo bar unificando stilisticamente la zona preesistente nella nuova espansione. Il progetto ha riguardato anche lo studio dlel’illuminazione realizzata completamente con tecnologia led e gli elementi di arredo e di dettaglio in acciaio verniciato o satinato.

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Vista dall'esterno

Luigi Scarpato — Mò - é

Insegna in acciaio lucidato inglobata nel carter di contenimento impianti di condizionamento e frigoriferi.

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Luigi Scarpato — Mò - é

Villa di campagna con piscina - Luigi Scarpato

Struttura ricettiva con abitazione - Luigi Scarpato

Parco didattico del Castagno - Gianpaolo Bortolin

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Parco ludico-didattico del Castagno, Combai di Miane

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Gianpaolo Bortolin — Parco didattico del Castagno

Nest We Grow Memu Meadows - Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team

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Design group: College of Environmental Design, UC Berkeley: Hsiu Wei Chang, Hsin-Yu Chen, Fanzheng Dong, Yan Xin Huang, Baxter Smith, Max Edwards (Instructors: Dana Buntrock, Mark Anderson)
Project supervisor: Kengo Kuma & Associates, Takumi Saikawa
Structural engineer: Masato Araya
Mechanical engineer: Tomonari Yashiro Laboratory at the Institute of Industrial Science, University of Tokyo / Bumpei Magori, Yu Morishita

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

In response to an international design-build competition, our team proposed a quintessentially Californian approach embracing many ideas still new to Asia, from where most of us hail. These Californian ideas formed into Nest we Grow, which grew from a shared interest in the materials that make up our build environment with a focus on renewable materials. Nest We Grow won the 4th Annual LIXIL International design-build competition in 2014, and unlike structures built in the first years of the competition, it is an open, public structure. Its main intent is to bring people in the community together to store, prepare and enjoy local foods in the setting of Hokkaido, Japan.

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Our team of graduate students, comprised of two Taiwanese, two Chinese, and two American, sought to examine what structural and material elements we could combine to create this community and food oriented space. We recognized how modest materials and actions are celebrated in Berkeley and wanted to explore their implications in Asia. Our initial research started with techniques we find readily in California, including rammed-earth walls and straw bale construction. We presented these ideas in pursuit of a building that would introduce renewable building techniques to an area of Japan that could take advantage of these concepts. What we found was an appreciation for the difficulty of applying transnational technology in a new environment.

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

We also focused on a heavy timber construction technique coming from the US, which uses large sections of wood. In Japan this translated to the composite column, which uses smaller pieces of wood to generate a larger column. It took considerable effort to identify a way to join materials, which was influenced by both local carpentry practices and the Japanese material market. We were also under a considerable time constraint with the entire building process taking only six months to complete.

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

The wood frame structure mimics the vertical spatial experience of a Japanese larch forest from which food is hung to grow and dry. A tea platform in the middle of the nest creates a gathering space where the community can visually and physically enjoy food around a sunken fireplace. Local foods make up the elevation of the Nest as people see the food forest floating above the landform.

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

The wall at the base of the building, in addition to creating a micro topography, helps to block the prevailing northwest winter wind. The Nest takes advantage of the transparent plastic corrugated sheets on the façade and roof, allowing light in for the plants, and heating the space during colder months, extending the usability of the Nest. Sliding panels in the façade and roof open to facilitate air movement through the structure during the summer and warmer parts of the day. The tea platform sits up into the Nest, keeping it in the warm air created by the skin during the colder months, and in a cross ventilated area during the warm summer months.

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

The openness of the façade allows the building to incorporate the surrounding natural environment into the interior climate, but can also be closed off to create a buffer between the two. The funnel-shaped roof harvests rain water and snow melt. The collected water is delivered to tanks that are then used to irrigate the plants in the concrete wall. The shape signifies the Nest’s ability to bring nature in the form of air, water and light into the Nest.

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

The program of the Nest is decided according to the life cycle of these local foods: growing, harvesting, storing, cooking/dining, and composting, which restarts the cycle. All members of the community help to complete each stage, allowing the structure to become a platform for group learning and gathering activities in the Nest throughout the year. Community participation extends and completes the life cycle of local foods, which is a symbiotic relationship. This is the time-line of people and food in the Nest, and this is the Nest for people and food.

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Kengo Kuma & Associates, UC Berkeley CED graduate team — Nest We Grow Memu Meadows

Villa Criss-Cross Envelope - Ofis Arhitekti

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The Villa is located in the Mirje Suburbs within the city center of Ljubljana, Slovenia. The street of the villa runs perpendicular to the ancient Roman Wall and continues into a pedestrian passageway under the stone pyramid designed by Plecnik (as part his reconstruction project along the wall). The Villa’s new structure embeds an existing retaining wall along the street front. By incorporating the wall as part of the new construction, 
the new house keeps original position on this street in an axial alignment to the pyramid.

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope


The external structure is composed of a cube volume and perforated metal envelope. The volume extracts cut-outs to create pockets of space that provide a pyramidical stepping down along the roof, a void along the entrance and private glass patios with terraces for living areas of the house. Using a material with holes on both sides aims to make an abstract interpretation of the texture of classical villas in the historical suburb. The rough classical façade was represented with double perforated panels; the task was to achieve texture through the illusion of depth which allows a light presence and enhances the shadows and reflections off a palette of beige tints. The three-dimensional texture creates a dynamic abstraction while encapsulating its coherent volume. Diagonal crosses act as a functional and graphic representation. The crosses brace the frames of panels and create identity like façade ornaments on historical citizen villas.

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

The internal volume embodies two elements: exposed structural concrete walls and a wooden shell. The project required a residence for a single family with three children. The brief was to maximize living area with minimum of the service space. The concept divides space based on distinct program by separating function not by walls but floor levels: ground floor is living/communal space, first floor is children area and second floor parents area. With no cellar, the shell is integral to provide all of the space for storage. The flush walls fold out to house cupboards, shelves and drawers throughout the living areas and furniture such as beds, seating and counters are built into the floor in order to optimize space and provide easy maintenance. This connects different spaces in the house by giving a common function to partitions.

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

project 2012
construction: start 2013
– completion 2015
area: 340 m2

Project team
Rok Oman, Spela Videcnik, Tomaz Gregoric Janez Martincic, Andrej Gregoric, Jade Manbodh, Elisa Ribilotta, Maria Della Mea, Lukasz Czech, Istvan Jenei, Dora Kljenak,
Marko Gusic, Jan Celeda, Tanja Veselic, Carlos García-Almonacid, Marija Barovic, Jamie Lee, Polina Isyanyulova, Dani Kaludjerovic, Daniel Muniz Domínguez, Nika Zufic, Marta Vela, Aubin Gastineau, Catarina Cristovinho, Maria Trnovska, Estefanía Lopez Tornay, Jolien Maes, Katarina Lampic, Sabrina Cep

Technical team
Structural engineering: IB TECHNO, Gravitas
Mechanical engineering: Vavtar engineering

Electrical engineering: Eurolux 

Mechanical servicess: Vavtar Inženiring

Lighting design: Arcadia lightwear

Interior carpentry: Permiz
Facade and windows contractor: Domal

Main construction contractor: G&A

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Ofis Arhitekti — Villa Criss-Cross Envelope

Unicone - Sam Voltolini

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This project, an entry for a competition for the UNIL, was developed in a response to its south west location at the angle of the university campus. As a great door for the park of Dorigny its scale evokes both the stretch of university campus and the its own meaning as a sign that dialogues with the lake and the communication networks of the « rive lémanique ». The project offers, through its raised southwest angle and courtyard the appropriate sequence of scales in response to the context of the whole university, from open fields to wandering ways for pedestrians.

Sam Voltolini — Unicone

Exterior render 1

Through its placement, its geometry, and volume, the building follows and highlights the strength of the existing landscape. It draws from the structural elements of its context such as the landscape, the networks, and the built volumes. In doing so it synthesizes and gives a hierarchy to the fragments of the aforementioned landscape. (the path of trees of Dorigny and the rush of water of Chambronne, to the west and east of the site respectively) and supports the networks, each with their own scale (the cantonal road RC1 to the south and the pedestrian walkways to the north of the campus).

Sam Voltolini — Unicone

Poster 1

Sam Voltolini — Unicone

Poster 2

Sam Voltolini — Unicone

Poster 3

Sam Voltolini — Unicone

Poster 4

Sam Voltolini — Unicone

Poster 5

Sam Voltolini — Unicone

Exterior render 2

Sam Voltolini — Unicone

Exterior render 3


4745 - Sam Voltolini

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Currently under construction. Housing – 96 Apartments.

Sam Voltolini — 4745

Exterior render 1

Sam Voltolini — 4745

Situation plan

Sam Voltolini — 4745

Ground floor plan

Sam Voltolini — 4745

Floor plans 1, 2, and 3 (Building B)

Sam Voltolini — 4745

Façades (Building C)

Sam Voltolini — 4745

Exterior render 2

agriturismo_DP - alessandro innocenti

Police headquarters - Ameller, Dubois & Associés

MV_APARTMENT - Enrico Fulfaro

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Questo progetto si distingue per la capacità di coniugare i molti aspetti che concorrono alla definizione di un’idea architettonica. La pianta di forma rettangolare allungata ha suggerito la divisone dello spazio in due zone distinte: in asse con l’ingresso, la zona giorno con un pavimento in pietra Thala beige e inserti in legno si apre sule grandi terrazze; una porta in vetro satinato separa la zona notte e i bagni. Nell’ingresso, ai lati del volume che ospita la cabina armadio, un portale con mensole in cristallo permette l’accesso alla zona giorno pensata come un grande open space collegato direttamente con la terrazza grande di 150 mq. Nel soggiorno uno sfondo tinta Maraviglia inquadra una parete attrezzata colore tortora lucido e rovere. La cucina con ante bianco laccato lucido e rovere kaki, e top in okite, è separata dal soggiorno tramite due porte scorrevoli in vetro satinato. Il blocco dei servizi è innestato lungo l’asse longitudinale, prevede: una zona lavanderia e dispensa comunicante con la cucina; un bagno interno con doccia in mosaico, illuminato naturalmente con luce zenitale; un bagno padronale in Emperador con vasca e lavandino sottopiano. Nella gamma dei materiali utilizzati predominano i colori pastello beige della pavimentazione e delle porte laccate, accanto ai legni rovere kaki e iroko, al tortora chiaro delle pareti e al bianco dei soffitti. Particolare cura è stata dedicata ai sistemi audio/video e ai corpi illuminanti: faretti incassati in gesso, lampade a sospensione e appliques creano un’atmosfera sobria e avvolgente. Tutto è studiato nei minimi dettagli: la posizione dei corpi illuminanti, del condizionamento, gli arredi e l’uso di materiali.

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Enrico Fulfaro — MV_APARTMENT

Terraforming - Sam Voltolini

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The chronicle of a disappearance

Sam Voltolini — Terraforming

Exterior view 1

Located at the foot of the Alps of the Valais, the house is staged as an artefact in nature, the sign of an installation in a territory. It plays an active part in the landscape by initiating a dialogue with its environment and thus becomes an element of the site.

Sam Voltolini — Terraforming

Exterior view 2

A primitive icon of a home, it looks as if it had been folded and shaped under the pressure of the surrounding geology. Its volumes have been cut according to the main directions of the mountains. It is therefore the local geology which shapes the edifice.

Sam Voltolini — Terraforming

Exterior view 3

It is perceived differently according to time and seasons. The skin of its envelope, a shell of standard elements of roofing, reacts to the climate. The structure of its materials is revealed in alternating rhythms, its colour changes with the intensity of light, as well as with differences in humidity and temperature… It owes its presence to what is not seen in matter and makes it a vibration in the landscape, a mere shadow cast on the mountains of what exists.

Sam Voltolini — Terraforming

Exterior view 4

The edifice records the flight of time and acquires fragility by getting rid of its material weight. The fact it disappears from sight questions its perenniality. The terracing of the slope of the land has permitted to deposit the edifice as lightly as possible and also to determine three levels, one for each function. They follow the natural slope of the ground, generating spaces which are oriented towards the plain, and determining the section-drawing.

Sam Voltolini — Terraforming

Interior view

As the basis of the scenography is given by the landscape, it is the natural play of light which draws the volumes and stretches them towards the sky. Each window perforates the edifice and is an event in itself. The openings are determined by identified perspectives which impose them and govern the plan. Obeying the landscape, blurring the limits of perception, refusing the grandiloquence of the neighbouring constructions, such was the logic of this “disappearance”. So that the architecture should permit to forget the architect and fill with history.

Sam Voltolini — Terraforming

Ground floor plan

Sam Voltolini — Terraforming

First floor plan

Sam Voltolini — Terraforming

Section 1

Sam Voltolini — Terraforming

Section 2

Sam Voltolini — Terraforming

Section 3

Sam Voltolini — Terraforming

Section 4

Sam Voltolini — Terraforming

South façade

Sam Voltolini — Terraforming

West façade

Sam Voltolini — Terraforming

North façade

Sam Voltolini — Terraforming

East façade

Sam Voltolini — Terraforming

Detail

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