L’esercizio di social housing ha riguardato il recupero dal punto di vista tecnologico e ambientale di un lotto di edilizia economica e popolare progettato da Luigi Cosenza nel secondo dopoguerra.
Il progetto mira a non stravolgere l'esistente, pur adattandolo ai nuovi standard residenziali, garantendo una mixitè funzionale, abitativa e morfologica.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
L’area presenta nel complesso forti potenzialità, per la presenza di vari impianti sportivi (lo stadio San Paolo in primis), poli universitari (Federico II) e strutture ricettive come alberghi e ristoranti.
Il lotto di studio si inserisce nel quadro della ricostruzione post-bellica di cui Cosenza sovracitato sarà uno dei principali fautori.
I mezzi di trasporto pubblico (metropolitana, cumana e pullman anm) sono presenti in quantità sufficiente ma offrono un servizio non sempre efficiente.
Scarsa attenzione è riservata ai portatori di handicap e a coloro che vogliano utilizzare mezzi propri alternativi come le biciclette.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
Un secondo studio indirizzato sul lotto di intervento e sulle parti urbane strettamente limitrofe (attrezzature e servizi) ha permesso di comprendere punti di forza e lacune, per avviare l’intervento di riqualificazione in maniera corretta.
L'indagine ha riguardato anche la presenza e la disposizione di parcheggi, rivelati sovrabbondanti e disposti in maniera non idonea; l’accessibilità alla “piattaforma” comune, completamente isolata dal contesto per via di un importante salto di quota e di difficile ingresso per i portatori di handicap; e gli spazi verdi, non fruibili e con specie arboree selezionate e collocate in maniera assolutamente arbitraria.
Dalla ricerca sui rapporti sociali nelle aree comuni è emersa una minima fruizione di essi, non idonei ad ospitare attività ludiche o ricreative sia per la mancanza materiale di attrattori che per il discomfort climatico, soprattutto nei mesi più caldi.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
Napoli si trova in zona climatica “C”, con 1034 gradi giorno. Il picco delle precipitazioni si registra nel mese di novembre, mentre le temperature più alte sono a cavallo tra luglio e agosto.
L’Indice BAF sovracitato si riferisce all’analisi del Biotope Area Factor, un metodo sviluppato negli ultimi anni in Germania, per calcolare la percentuale di superficie permeabile in base a valori che variano a seconda dei materiali e al loro livello di drenaggio.
L’albedo di un materiale è invece la frazione di luce che viene riflessa in tutte le direzioni. Serve a conoscere il potere riflettente di ogni copertura orizzontale per comprendere se i raggi solari, e quindi il calore, che giungono sul suolo vengano assorbiti o meno. L’albedo medio ponderato, risultato essere 0.25 su un massimo di 1 (riflessione assoluta), indica che la maggior parte del calore resta intrappolato, causando ulteriore discomfort climatico. Ciòè confermato inoltre dall’altissima temperatura media ponderata di 51.5 °C.
L’analisi climatica ha anche tenuto conto del soleggiamento e della ventilazione.
In estate c’è un problema dovuto al forte soleggiamento sia dei fronti che della corte.
In inverno i fronti degli edifici e gli spazi aperti sono quasi completamente all’ombra per tutto l’arco della giornata.
Per quanto riguarda la ventilazione, è emerso che d’estate i venti provengono principalmente da sud e c’è una certa ventilazione tra gli ambienti situati ai piani più alti. Ai piani inferiori e nella corte c’è invece una ventilazione più limitata, con la formazione di vortici di aria calda.
In inverno i venti provengono da nord est, ma la presenza del forte salto di quota proprio in quella direzione, ovvero sul lato corto degli edifici analizzati, ne limita di tantissimo il flusso.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
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© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
La piattaforma su cui sono posizionati i cinque edifici, passa da luogo di nessuno dove era praticamente impossibile qualsiasi attività sociale, sia per la mancanza di attrezzature che di adeguato comfort, a spazio dove poter fare acquisti e dedicarsi ad attività ludiche, senza trascurare nessuna fascia di età.
Un locale collettivo, situato a pianterreno negli edifici di tipologia “B”, è uno spazio destinato unicamente ai condomini del palazzo dove è collocato. Esso sopperisce alla mancanza di uno spazio chiuso dove poter trascorrere il tempo libero, dedicarsi ad attività ludiche, rilassarsi e organizzare eventi come riunioni di condominio e feste. Guarda verso l’esterno, ma è accessibile unicamente dalla rampa di scale interna.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
L’analisi dello stato di fatto aveva denunciato un BAF molto basso (0.14) e l’utilizzo di materiali poco drenanti e con un alto indice di assorbimento.
Per questo si è deciso di intervenire ricoprendo le superfici aperte con mattoni drenanti ed autopulenti.
Sono state inoltre incrementate le aree trattate a verde e, sui tetti, si è passati dal bitume al tetto giardino di tipo estensivo.
Esso permette un incremento della resistenza termica nei mesi invernali e un incremento dell’inerzia termica in quelli estivi. Mitiga inoltre l’isola di calore e contribuisce ad aumentare il BAF.
La strategia adottata ha portato infatti il Biotope Area Factor ad un valori pari a 0.58, vicino agli 0.60 ottimali. Le superfici permeabili raggiungono il 99% e l’albedo è aumentato a 0.28 su 1.
Anche la scelta delle specie arboree e la loro collocazione non è stata casuale.
Tra le installazioni inserite si citano l’albero solare e i camini di ventilazione, che, oltre ai benefici più volte citati, sono pensati come “totem” che contengono informazioni sulle emissioni di Co2 risparmiate e sui vari benefici che l’utilizzo di certe tecnologie comporta, in modo da educare gli astanti alla sostenibilità e catturare la loro attenzione.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
Tra gli scopi principali di un intervento di social housing c’è quello di assicurare una certa mixitè abitativa.
Nel progetto degli edifici si è cercato di venire incontro alle diverse fasce di utenza, come famiglie composte da 3-4 persone, studenti, divorziati, e giovani coppie.
La prima suddivisione è stata fatta tra edifici di tipologia “A”, di quattro piani, e tipologia “B”, di due piani.
Per i tre edifici “A” sono stati pensati cinque alloggi differenti, sia nella metratura, che nel numero di stanze e di servizi, che nella presenza di patii e logge.
Il pianterreno, come visto precedentemente, è adibito ai locali commerciali già analizzati nel masterplan, mentre l’ultimo piano accoglie il locale collettivo, aperto esclusivamente ai condomini e con un ampio terrazzo che guarda verso lo spazio verde sottostante.
I due edifici “B” prevedono invece tre diversi tipi di alloggi, di cui due più piccoli per coprire così le richieste più disparate.
La collocazione degli ambienti all’interno di tutti gli appartamenti è scaturita dalla simulazione di vari modelli comportamentali, riguardando il possibile nucleo familiare per cui era pensato quell’alloggio, le ore di giorno in cui le stanze erano maggiormente utilizzate e da quali soggetti, in modo da sfruttare il più possibile la luce naturale (e l’ombra) per diminuire il dispendio energetico.
Le scelte progettuali sono state, nel complesso, orientate in modo tale da ridurre la metratura (in parte recuperata con la realizzazione della sovrastruttura in acciaio) e di ottimizzare gli spazi creando un nuovo rapporto tra “casa” e “socialità”, tra “dentro” e “fuori”.
Se nell’esistente era praticamente impossibile immaginare una vita al di fuori delle mura domestiche, sia per la mancanza di funzioni che per il forte discomfort climatico, con l’intervento si è cercato di proiettare la casa verso l’esterno, eliminando ogni tipo di barriera fisica e sociale.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
Le strategie ambientali hanno cercato di non trascurare nessun campo della progettazione, partendo dall’ampia scala del masterplan fino ad arrivare al dettaglio costruttivo.
Una distinzione di massima può essere fatta tra soluzioni che riguardano l’aria, la terra e il sole.
Tra le strategie aria si annoverano i tagli fatti nella struttura e gli attraversamenti a pianterreno, il soggiorno passante, e il camino di ventilazione.
Le strategie di terra riguardano l’utilizzo di materiali drenanti e con una buona riflettanza, quindi chiari, e l’incremento del verde sia a livello terra che sulla sommità degli edifici.
Infine, il sole viene sfruttato tramite i moduli e gli alberi fotovoltaici, schermato con i pannelli scorrevoli e microforati.
Un discorso a parte va fatto per il recupero dell’acqua piovana. E’ intollerabile infatti che essa passi dai tetti agli scarichi senza essere riutilizzata.
Per il dimensionamento delle vasche di raccolta è stato innanzitutto effettuato un calcolo delle superfici di copertura per ottenere l’area complessiva. Il fabbisogno idrico per ogni mq di verde è 250 litri. Dal prodotto tra la superficie verde e il fabbisogno idrico a mq si ottiene il fabbisogno idrico totale, che dev’essere inferiore rispetto alla quantità d’acqua raccolta dai serbatoi installati.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
Per quanto riguarda le soluzioni tecnologiche adottate nell’edificio, il pacchetto di chiusura originario (con lapillo cemento e intonaco) presentava una trasmittanza di 1.55 W/mqK.
Il valore è stato portato a 0.292 W/mqK utilizzando un cappotto termico in lana di roccia apprettata.
Il cappotto è stato poi rivestito con del gres porcellanato, per conferire all’edificio l’aspetto estetico desiderato.
L’infisso, scorrevole, è in pvc e a taglio termico, con vetro basso-emissivo per diminuire ulteriormente le dispersioni termiche, che sono notevoli nei tamponamenti trasparenti. Il pvc è un materiale sintetico, facilmente smaltibile, riutilizzabile, e che richiede una manutenzione minima.
La sovrastruttura è invece realizzata interamente in acciaio, con elementi bullonati e saldati. Il rivestimento superficiale è in un materiale sintetico e antiscivolo che riprende la trama del legno.
All’UPN della trave principale è ancorata inoltre la balaustra e lo scheletro della schermatura verticale scorrevole e microforata.
Il controsoffitto, infine, include un ulteriore isolante termo-acustico, e permette l’inserimento di impianti e sistemi di illuminazione.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.
© Agostino Granatiero . Published on March 11, 2015.