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EDIFICIO MARAGALL - FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González

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Al tratarse de un edificio entre medianeras, el proyecto se relaciona al entorno sólo al espacio de la calle y al patio interior de manzana. El volumen final es resultado del cumplimento de los parámetros urbanísticos. A fin de conseguir singularidad y carácter se plantea un tratamiento diferenciado de las fachadas. La fachada principal, que da a la calle Maragall, se diferencia por material, color y transparencia de la fachada del patio de isla. La primera, plana e interrumpida solamente por los balcones, se trama con dos colores diferentes en el aplacado de revestimiento para que no resulte tan cuadrada. La segunda en cambio queda lisa ya que forma parte de un paisaje urbano muy restringido. El utilizo de una estructura, materialidad y tecnología convencionales da como resultado un proyecto fuertemente económico, hasta en los espacios, ya que se trata de una promoción privada. Dentro de una economía de recursos, la cubierta se considera una ulterior superficie aprovechable. La ventaja de utilizar tecnologías y materiales convencionales asegura una ejecución y una calidad satisfactoria. Esto permite obtener durabilidad y un mantenimiento reducido. Un correcto aislamiento térmico, el aprovechamiento de las aguas grises y el utilizo de placas solares son las principales medidas de ahorro energético adoptadas.

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL

FRANCONI ARCHITECTS, Rodrigo González — EDIFICIO MARAGALL


"ONCE_NOW" - sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS

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Archaeological Thematic Museum of Piraeus Open Architectural Competition (Preliminary Design), 2014

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

General Νight View

Materiality, land removal, simple geometric shapes and limit transformed into space in the existing building and the museological narrative. Consideration of the recovery of the earthly and rocky structure of the site led to the re-rendition of the gate’s concept as ‘a space of penetration and oversight’. The new Museum is a simple geometric volume with a three-way division. A ‘quarrying product’ that brings to mind the geomorphologic changes in the peninsula’s topography. A concrete block marks the base of the building’s volume while a porous prism, a stone’s volume after its cutting, demarcates its crest. The external structure, an element of optical penetration, surrounds the external motion flow, while in the internal articulation a ‘funnel of light’ surrounds the central course of ascent, descent. The living experience of the whole, of ‘once_now’, reaches its peak with the viewing of the city of Pireaus and Athens in a reflection game with water mirrors of the outdoor glyptotheque. The Museum square and the Public Park advance as a perceivably seamless and consistent space with legibility and size. Curves, fluid forms, create levels and access ramps, create an atmosphere of familiarity and optical diffusion, shaping the square.

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

General View of the Museum

Architectural design: sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS Partner in Charge: Morpho Papanikolaou Collaborators: E. Papaevangelou, G. Papanikolaou, E. Korompeli, E. Zntravkov , N. Xristopoulou Students of architecture: G. Kontominas, I. Tatli, A. Papadopoulou, Z. Iatridou

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Main Entrance

Consultans: F. Vlachaki (Architect, Museologist), S. Barbarian (Landascape Architect), P. Kinatos. I. Pagonis, K. Polyhronopoulos (Civil Engineers), Samaras & Associates – Consultant Engineers (Mechanical Engineer), E. Deko & Associates (Lighting Design), Beetroot (Logo)

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

View from the Archaeological Site

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Outdoor Glyptotheque

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

The Park

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Main Lobby

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

"Funnel" of Light

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Main exhibition space

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Concept

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Masterplan

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Elevation

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS — "ONCE_NOW"

Exhibition Area

Casa moderna - Sergio Crauso

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Il progetto originario ha subito alcune piccole modifiche in fase di realizzazione quali la realizzazione di alcune feritoie verticali aperte nella parete curva della cucina che danno aria e luce all’ingresso. La cappottiera in legno, posta centralmente nell’ingresso, ha una griglia nella parte inferiore che scherma il radiatore e contribuisce al design dell’arredo. Il locale ingresso, oblungo, spezza la lunghezza del necessario collegamento orizzontale tra le varie camere. Di rilievo alcuni giochi a soffitto tra cui il controsoffitto ad onde del corridoio .

Sergio Crauso — Casa moderna

Progetto

Sergio Crauso — Casa moderna

Locale ingresso in attesa della cappottiera

Sergio Crauso — Casa moderna

Corridoio e soffitto a onde

BIVACCO FANTON MARMAROLE - PlaC

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La realizzazione del nuovo Bivacco Fratelli Fanton diventa un formidabile punto di appoggio per chi sale al Cimon del Froppa attraversando la soprastante Forcella Kugy oppure la Croda Bianca attraverso la Cresta degli Invalidi. La nuova costruzione sfrutterà la disposizione orografica della cresta rocciosa esistente, disponendosi sul terreno con un andamento planimetrico che allontanandosi, per quanto possibile, dal costone roccioso a monte, faciliti il naturale smaltimento sui pendii sottostanti delle precipitazioni nevose e di eventuali cadute di pietre dalle soprastanti rocce. La posizione in cui viene collocato é stata scelta in funzione del percorso esistente suggerito dal bando; il punto esatto di installazione si trova alla quota di 2676 m, altitudine alla quale si dirama il sentiero di salita.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

Il volume poggia su un unico plinto strutturale in cemento armato ancorato alla roccia sottostante attraverso l’uso di micropali. Il posizionamento e l’ancoraggio al suolo del manufatto sono concepiti con il minor impatto ambientale e la massima flessibilità; con questo elemento si è cercato così di ridurre al minimo l’impronta a terra, con l’obiettivo di rispettare l’ambiente circostante e facilitare le operazioni di installazione.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

Il layout distributivo interno si basa sul principio della netta distinzione tra spazi serventi e spazi serviti, con l’obiettivo di lasciare libero al centro uno spazio flessibile; questo si traduce con la collocazione di tutte le dodici postazioni letto, di tutti gli spazi di stoccaggio e delle armadiature nella fascia perimetrale del volume.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

La griglia spaziale é dettata dalla struttura in profili in alluminio estruso che definiscono l’ambiente interno, caratterizzato dalla sequenza, ripetuta sull’intero perimetro, di postazioni divano/letto, spazi di storage per gli oggetti personali, collocati nei moduli angolari, e colonne serventi che hanno contemporaneamente la funzione di scala. Queste ultime sono utilizzate come spazi di deposito condiviso in due casi, e come porta di accesso (la cui bussola con doppia porta è definita nello spessore di questa fascia) e armadio-attrezzature negli altri due.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

La palette di materiali utilizzati per il nuovo bivacco Fanton definisce componenti estremamente leggeri, facilmente lavorabili ed assemblabili a secco con precisione; questi rispecchiano la strategia progettuale che prevede un guscio protettivo tecnologico esterno a protezione di un interno caldo ed accogliente.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

Il rivestimento esterno del volume é realizzato con pannelli sandwich alleggeriti rivestiti sul lato esterno in lamiera di alluminio anodizzato e sul lato interno con pannelli di legno multistrato, al cui interno si trova un’anima in schiuma PET 100% riciclabile. Sul lato interno dei pannelli sandwich vengono fissati fogli realizzati con pellicole di polietilene e ovatte accoppiate su strati di alluminio puro, con l’obiettivo di riflettere nell’ambiente interno gli apporti di calore passivo, massimizzando così il loro contributo. L’ambiente interno è caratterizzato da una boisierie realizzata in pannelli forati di multistrato di pino marino; la foratura consente una microventilazione interstiziale che evita il formarsi di condensa, e può essere utilizzata in modo flessibile per l’appensione di accessori vari. Tutti gli arredi interni (elementi divisori verticali di irrigidimento strutturale e ripiani orizzontali con cui vengono realizzate mensole a giorno e strutture per i posti letto) sono realizzati con pannellature rivestite in compensato marino con anima alveolare in alluminio, materiale che abbina una notevole resistenza meccanica ad una estrema leggerezza.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

La struttura del bivacco Fanton é composta da un reticolo di profili strutturali in lega di alluminio estruso, dalla sezione di 40×40 mm. Questa soluzione coniuga l’uso razionale e modulare ad un’ottima resistenza meccanica.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

La modularità di questo sistema permette una scelta ottimizzata in funzione delle prestazioni richieste dall’uso. I profili sono progettati in modo da garantire un fissaggio stabile anche con elevati carichi statici e dinamici e vengono interamente prefabbricati. L’assemblaggio dei vari componenti può avvenire a valle in poche ore e necessita di 4-5 operai specializzati. Questa struttura verrà poi irrigidita dai pannelli separatori verticali che, collaborando con gli elementi di alluminio, svolgono una funzione di controvento.

PlaC — BIVACCO FANTON MARMAROLE

Sul sito scelto per l’installazione viene realizzato a priori un plinto di fondazione di circa 150×150 cm in cemento armato, connesso al suolo attraverso micropali; a questo viene poi fissata, grazie a piastre imbullonate, una controstruttura reticolare realizzata con montanti in acciaio saldati tra di loro, che andrà a sopportare il carico del volume sovrastante scaricandolo a sua volta sul plinto. La forma di questa struttura é finalizzata a semplificare le operazioni di posizionamento del bivacco durante le complicate fasi di installazione in quota, fungendo da grande cono di centraggio.

INEM OFFICES 1. COLMENAR - virseda&vila architects

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Site: Paseo de la Chopera Colmenar Viejo (Madrid) Date: 2002-2003 Total floor area: 490,15 m2 Budget: 392.000 €

virseda&vila architects — INEM OFFICES 1. COLMENAR

Architects: Alejandro Vírseda Aizpún. Luis Martínez Barreiro (partner). José Ignacio Carnicero (partner).

virseda&vila architects — INEM OFFICES 1. COLMENAR

Client: Ministerio de Trabajo y Asuntos Sociales I.N.E.M. Building engineer: Manuel Iglesias Velasco. Serivces: Julio Bernal. Estructure: Joaquín Antuña. Construction company: CONSTRUCCIONES GA S.A.

virseda&vila architects — INEM OFFICES 1. COLMENAR

virseda&vila architects — INEM OFFICES 1. COLMENAR

HOUSE FOR SECURITY FORCES. POLAN - virseda&vila architects

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Site: Pza del Generalísimo s/n Polán (Toledo) Date: 2001-2003 Total floor area: 1.081,72m2 Budget: 554.656 € Architects: Alejandro Vírseda Aizpún. José Ignacio Carnicero (partner) Client: Ministerio de Fomento-Guardia Civil (G.I.E.S.E.) Building engineer: Manuel Iglesias Velasco. Services: Vicente Santamaría Muriel. Estructure: ATECO, S.A. Construction company: CODILOSA S.L.

virseda&vila architects — HOUSE FOR SECURITY FORCES. POLAN

virseda&vila architects — HOUSE FOR SECURITY FORCES. POLAN

virseda&vila architects — HOUSE FOR SECURITY FORCES. POLAN

virseda&vila architects — HOUSE FOR SECURITY FORCES. POLAN

virseda&vila architects — HOUSE FOR SECURITY FORCES. POLAN

virseda&vila architects — HOUSE FOR SECURITY FORCES. POLAN

Il Cannocchiale - Giuseppe Vultaggio, Fabio Maiolin

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Il cannocchiale è l’immagine metaforica che ha guidato il processo progettuale, una scelta evidentemente dettata dalla particolarità del contesto in cui il progetto si va inserire. Il Bivacco è disposto lungo l’asse nord-sud, e può essere descritto come una piccola architettura che si sviluppa intorno ad un percorso centrale, che parte dalla porta d’ingresso, attraversa la zona notte, che contiene 12 cuccette disposte su due livelli su ambo i lati del percorso, giunge alla zona ristoro ed idealmente si proietta all’infinito inquadrando una porzione di paesaggio. Trasformando in questo modo il bivacco da spazio criptico e introverso, in un punto d’ osservazione privilegiato e protetto. I suoi fruitori oltre che rifugiarsi delle intemperie potranno così godere di una meravigliosa vista sul paesaggio montano. L’orientamento Nord-Sud e l’inclinazione della copertura sono soluzioni progettuali adottate al fine di massimizzare l’efficienza dei pannelli fotovoltaici, infatti questi ultimi raggiungono le migliori prestazioni quando sono rivolti verso il sud ed installati con inclinazione tra i 10 e 20 gradi. Le strutture portanti sono costituite da un telaio tridimensionale in legno lamellare a cui si legherà progressivamente un’orditura secondaria in listelli di legno, un tavolato in legno, uno strato coibente ed una tessitura di lamiere di rame; al fine di minimizzare l’impatto ambientale il colore scelto per le lamiere è il grigio chiaro. I prospetti laterali dal punto di vista geometrico possono essere descritti come due trapezi, in cui il lato superiore segue l’inclinazione dettata dalla falda; invece il prospetto anteriore e quello posteriore presentano delle strombature verso l’interno; Queste deformazioni sono state realizzate in quanto le aperture verso l’esterno sono state arretrate rispetto al filo della facciata per fornire loro una maggiore protezione dalle intemperie ed una migliore schermatura dai raggi solari.

Giuseppe Vultaggio, Fabio Maiolin — Il Cannocchiale

Giuseppe Vultaggio, Fabio Maiolin — Il Cannocchiale

Giuseppe Vultaggio, Fabio Maiolin — Il Cannocchiale

Giuseppe Vultaggio, Fabio Maiolin — Il Cannocchiale

Giuseppe Vultaggio, Fabio Maiolin — Il Cannocchiale

39 SOCIAL HOUSING. MADRID - virseda&vila architects

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Date: 2006-2012 Total floor area: 4.689,24 m2 Budget: 2.222.640,81€ Architects: Ignacio Vila Almazán. Alejandro Vírseda Aizpún. José Ignacio Carnicero (partner) Collaborators: Fernando Arenas Prieto. Client: Empresa Municipal de la Vivienda y el Suelo de Madrid. Building engineer: Manuel Iglesias Velasco. Services: Valladares Ingeniería s.l. Estructure: Valladares Ingeniería s.l. Construction company: CORSAN CORVIAM CONSTRUCCION S.A. COAM AWARD 2013

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID

virseda&vila architects — 39 SOCIAL HOUSING. MADRID


O Afkerthòs House - massimo adiansi architetto

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Villa in Koufonissi Island, Cyclades, Greece

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

Plan

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

massimo adiansi architetto — O Afkerthòs House

Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole - Lorenzo Serafin, Paolo Corona

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Con la costruzione di un bivacco si vuole offrire al frequentatore un riparo minimo, nel quale rifugiarsi e ristorarsi dalle fatiche imposte dalla pratica dell’alpinismo. Naturalmente l’atto di costruire proprio qui si carica di senso e significato del tutto eccezionali; la benché minima struttura umana rischia di risultare una nota stonata all’interno di queste architetture di roccia e silenzi. Di conseguenza il tema dell’impatto ambientale di una struttura ricettiva deve divenire oggetto di profonda riflessione se si vuol tentare una valida proposta progettuale. Il tema stesso della costruzione di un bivacco alpino impone un confronto con tematiche specifiche, anche di carattere pratico e realizzativo, quali la facilità di installazione, legata all’ottimizzazione dell’uso dell’elicottero, la solidità e la resistenza ad un ambiente estremo, nonché la praticità nella manutenzione e nell’uso. Ma questi temi non possono avere risposta esclusivamente sul piano funzionale; è necessario allargare la riflessione alla sostenibilità ambientale di una simile struttura – la quale deve lasciare tracce minime anche in caso di rimozione – e certamente si deve prestare grande attenzione al suo inserimento in ambiente. L’idea progettuale nasce così dal confronto con questo magnifico scenario alpino, e dalle relazioni che il manufatto instaura con esso e con i suoi percorsi, dalle percezioni che propone e sollecita, sia come architettura inserita nel paesaggio, sia come spazio interno che si apre all’ambiente esterno tramite viste selezionate.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

Vista lato ingresso

Ancora più in profonditàè l’essenza stessa dei luoghi a ispirare il concetto di sviluppo verticale: in una riflessione sulla peculiarità del Mondo Dolomitico nei confronti di altri scenari alpini, si individua nello slancio assoluto delle Crode, e nella loro caratteristica stratificazione geologica, la vera essenza. Di conseguenza lo spazio interno del bivacco si stratifica, alloggiando gli spazi per le cuccette sopra la zona giorno, minimizzando così al contempo lo spazio occupato sul terreno, lasciato il più possibile naturale e libero. La forma in pianta si semplifica fino a diventare un quadrato, e il volume si sviluppa netto e preciso, ottimizzando il suo fattore di forma, quasi un cristallo dalle forme perfette, trovando nel piano di taglio della copertura il rapporto mutevole con l’andamento del pendio e con le cime circostanti. Allo stesso tempo il volume ruota e si orienta verso i capisaldi di questo paesaggio. La facciata d’ingresso si rivolge alla Forcella Marmarole e ai sentieri da essa provenienti, con lo sfondo della Cresta degli Invalidi e della Croda Bianca, le aperture delle finestre si compongono in tutte le facciate inquadrando sia le cime, il Cimone del Froppa e le sue punte, sia il vallone d’accesso verso la Val da Rin e Auronzo.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

configurazione interna notturna e diurna

Nel suo posizionamento e grazie forse a questo suo protendersi verso l’alto il bivacco rimane maggiormente visibile da qualsiasi sentiero d’accesso, facilitando così il frequentatore delle crode che si trovasse, suo malgrado, nelle condizioni di scarsa visibilità evocate da Zandonella, e fosse avviluppato da quelle “nebbie che spesso calano veloci a ovattare l’ambiente”.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

Configurazione interna diurna e notturna

Il parallelepipedo a pianta quadrata è tagliato nella parte superiore da un piano inclinato che genera quattro prospetti a forma di trapezi rettangoli, simili a due a due per l’inclinazione del lato obliquo e tutti differenti per dimensioni. Gli spigoli verticali del parallelepipedo hanno altezze progressivamente crescenti nella loro disposizione verso monte; quello Sud Est, verso valle, è di 4,00 metri, quello Nord Est di 4,60, quello Sud Ovest di 5,20 e quello Nord Ovest, il più a monte, di 5,80. L’inclinazione della falda e gli spigoli del volume ad altezza crescente si inseriscono nel contesto rispettando l’andamento del terreno, creando così un gioco di parallelismi, mutevoli e percepibili da qualsiasi punto di osservazione, fra questo e la falda stessa. Allo stesso tempo il piano inclinato della copertura entra in assonanza con i profili delle retrostanti punte del gruppo del Cimon del Froppa, caratterizzate da laste sommitali inclinate e slanciate contro il cielo. L’orientamento del bivacco, il cui ingresso sul lato Sud Ovest è rivolto alla Forcella delle Marmarole e al tratto di sentiero che rimonta verso la Forcella del Froppa, da un lato ne agevola l’accesso e dall’altro favorisce un corretto posizionamento rispetto alla linea di massima pendenza del terreno. Il bivacco sorge su una piccola dorsale in corrispondenza di un leggero cambio di direzione dell’andamento del pendio e posizionandosi di spigolo rispetto allo stesso evita la formazione di eccessivi accumuli di neve alla base della costruzione. D’altro canto già la forma compatta e il minimo ingombro rispetto al terreno permettono di minimizzare questo possibile problema. Il sistema di attacco a terra del bivacco, basato su un sistema a “palafitta”, è stato anch’esso studiato in quest’ottica. Quattro pali di fondazione raccordati da putrelle orizzontali, offrono un solido appoggio alla struttura soprastante, pur rimanendo nascosti all’interno del perimetro del suo massimo ingombro. Allo stesso tempo mantengono sollevata la costruzione rispetto al pendio favorendo così il defluire delle acque piovane e il passaggio del vento e della neve da esso riportata. Tutti questi accorgimenti permettono di smorzare le pressioni statiche di neve e vento, garantendo adeguata stabilità. La possibilità di applicare anche dei tiranti alla costruzione, da connettere ai ganci in copertura utili anche per il trasporto in elicottero del modulo potrà essere considerata a seguito di più approfondite analisi statiche.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

stratigrafia dell'involucro

Si rimarca inoltre che l’inclinazione della falda di copertura scarica la neve prevalentemente verso il lato Sud Est e quindi verso valle, proteggendo in questo senso il lato di ingresso prevenendo per quanto possibile eccessivi accumuli. Allo stesso tempo l’esposizione della copertura a Sud la rende un’ottima superficie per l’applicazione dei pannelli fotovoltaici integrati. Due coppie di pannelli saranno in ogni caso applicate anche in prossimità dello spigolo Sud delle due facciate Sud Est e Sud Ovest, così da garantire il funzionamento del sistema anche in inverno, in periodi in cui i pannelli in copertura dovessero rimanere coperti dalla neve.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

pianta quota ingress

L’esigenza di utilizzo del bivacco durante tutta la durata dell’anno ha portato infine a studiare un doppio sistema di accesso. Sfruttando la tipologia di sviluppo degli spazi interni in verticale, una porta secondaria è stata posizionata sul fronte Nord Est, in opposizione all’entrata principale del fronte Sud Ovest, all’altezza del primo tavolato che ospita le cuccette. Servito da una scala esterna a pioli, da questo secondo accesso è possibile entrare agevolmente nel bivacco, senza l’uso della pala, anche in pieno inverno e con ipotetiche altezze della neve fino a 3,60 metri, anche grazie alla porta sdoppiata in altezza. L’ingresso principale, anch’esso dotato di porta sdoppiata, garantisce comunque l’accesso con un accumulo di 1 metro di neve davanti all’ingresso. Una pala sia comunque sempre lasciata ben in vista nel punto piú alto!

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

attacco a terra

Il bivacco è stato concepito come l’unione di due moduli sovrapposti, la zona giorno sotto e la zona notte sopra, per consentire di limitare i pesi di ognuno e di favorire il primo assemblaggio in laboratorio, e poi il successivo trasporto su gomma ai piedi della montagna e con l’elicottero in quota. Il peso complessivo dei moduli è mantenuto entro i limiti di portata utile dell’elicottero.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

sezioni

Il processo di realizzazione prevede quindi tre fasi: la prima è quella del trasporto dei materiali relativi all’attacco a terra, e della realizzazione quindi del basamento sul quale poggerà il bivacco, la seconda e la terza sono quelle dell’elitrasporto dei due moduli, che posati uno sopra l’altro vengono poi uniti mediante l’utilizzo di apposite placche metalliche precedentemente predisposte e applicate dall’interno. Le placche rendono tra loro solidali i due moduli realizzati con struttura portante a telaio in legno lamellare. Gli elementi strutturali, di sezione 8×8 cm, formano un telaio tridimensionale completo che permette la realizzazione di un involucro continuo, caratterizzato dalla medesima stratigrafia, sia per le pareti che per la copertura e il solaio di pavimentazione, come meglio specificato nei disegni allegati. I serramenti sono costituiti da telai in pvc ad alto isolamento termico e parti trasparenti in doppia lastra di policarbonato Lexan, spessore 6mm esterna + 4mm interna, con intercapedine riempita di gas argon. Questa soluzione permette di contenere il peso dei serramenti senza pregiudicarne le caratteristiche di resistenza termica.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

prospetti

La scelta dei materiali isolanti, così come quella dell’impiego del legno per le strutture e le finiture interne, oltre che a garantire adeguate prestazioni di isolamento termico, è mirata all’utilizzo di prodotti con caratteristiche di eco sostenibilità. In particolare la lana di pecora ha ottenuto certificazioni nel campo della bioedilizia in quanto materiale naturale e rinnovabile, prodotto con un ciclo a bassissimo impatto ambientale. Allo stesso tempo è garantita e certificata anche la sua resistenza all’attacco di insetti e agenti biologici. Il poliuretano proposto, pur essendo un materiale di derivazione chimica, soddisfa requisiti di sostenibilità ambientale, in riferimento agli studi effettuati sul suo ciclo di vita (LCA). Dal punto di vista del comportamento igrometrico la presenza di barriera al vapore garantisce la protezione degli strati interni dell’involucro dalla formazione di condensa interstiziale. Per i pannelli di finitura in legno è stata scelta l’essenza di larice perché ha un ottimo comportamento in caso di formazione di umidità interna. Infine, per garantire un corretto ricambio d’aria all’ambiente, si prevede la realizzazione di un semplice sistema di ventilazione naturale, formato da bocchette autoregolanti e igroregolabili di immissione e di estrazione aria. Tale sistema permette la circolazione in continuo dell’aria senza innescare fenomeni di dispersione del calore interno.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

sullo sfondo la Cresta degli Invalidi

La scelta di sviluppare la distribuzione interna in verticale, su più livelli, permette di ben rispondere alle esigenze e alle richieste contenute nel bando di concorso. Grazie a un proporzionamento attento degli spazi interni, seguendo un criterio di minimo spazio vitale, lo sviluppo verticale offre notevoli vantaggi, consentendo il contenimento in un unico spazio indiviso di tutte le funzioni previste per ospitare fino a 12 persone. Accanto a questi aspetti di carattere funzionale, lo sviluppo in altezza consente anche un più interessante rapporto visivo tra gli spazi interni e il paesaggio, attraverso una opportuna scelta di tagli finestrati orizzontali e verticali. Al livello inferiore della piccola cellula abitativa è collocata la cosiddetta zona giorno, provvista di un tavolo ripiegabile, di sgabelli amovibili (e stivabili negli appositi spazi riservati del sottopanca) e di una panca fissa. Un armadio di generose dimensioni (100×80 x h. 340) garantisce l’alloggiamento di scarponi, bastoncini, zaini e sci e racchette in inverno. E’ attrezzato al suo interno con una serie di 5 ripiani di cm 30×90 e altezza 45 cm per riporre scarponi e zaini e, sul lato opposto, con un doppio pettine, disposto a elle, per lo stoccaggio degli sci. Trovano spazio anche una piccola dispensa d’emergenza, il kit per il pronto soccorso e l’estintore. Nella sua sezione superiore, a servizio del primo piano notte, sono riposte le coperte.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

pianta primo tavolaccio

La panca è predisposta in modo che con alcuni semplici gesti sia possibile trasformare le sedute in giacigli per la notte: della dimensione ognuno di 75×200 cm essi possono ospitare quattro persone, due al livello della panca stessa, e due nelle sovrapposte cuccette. All’interno del gavone sotto la seduta della panca è inoltre previsto la creazione di un vano tecnico per l’alloggiamento delle batterie dell’impianto fotovoltaico e dei relativi componenti tecnologici (regolatore di carica – inverter). Un altro vano sottopanca è dedicato allo stoccaggio di una tanica e di una pentola per la raccolta di acqua di fusione dalla neve. Dato il notevole sviluppo lineare, superiore ai 4 metri, l’interno delle panche è in grado di accogliere, in aggiunta anche eventuali ulteriori attrezzature dei gruppi di escursionisti e di alpinisti (corde, pale, materiali da arrampicata, zaini e altri materiali che, in caso di utilizzo completo della struttura, non trovassero spazio nell’armadio).

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

pianta secondo tavolaccio

Alle spalle della panca, disposta a elle, è posizionata una finestra a nastro alta 45 cm, che proseguendo in continuità sui lati Sud Est e Nord Est, consente a chi è seduto la vista dall’interno verso il fondo valle e verso le prime bastionate del Cimon del Froppa. Sull’angolo opposto è posizionata la scala tubolare ad L, di generose dimensioni, per l’accesso al secondo e al terzo livello del bivacco, destinati alla zona notte. La scala è costituita da elementi tubolari in alluminio connessi tra loro in modo da rendere più agevole la salita e la discesa dai livelli superiori, grazie alla leggera sfalsatura dei correnti di appoggio, e all’andamento curvilineo. L’intera impalcatura metallica risulta così più comoda e sicura per le manovre di trasferimento interno, e si costituisce come elemento di raccordo anche visivo tra i vari livelli. Data la sua ampiezza può anche essere utilmente sfruttata per appendere abiti ad asciugare, ed attrezzata in tal senso con l’ausilio di ganci amovibili. La scala si sviluppa in corrispondenza delle due finestre d’angolo verticali, anch’esse con funzione di raccordo tra i livelli inferiore e superiore, che inquadrano dall’interno l’arco di cime che va dal Cimon del Froppa a Nord Ovest alla Cresta degli invalidi a Sud Ovest. Ciò allieterà sicuramente la salita e la discesa dai piani superiori.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

fasi di trasporto

Per garantire una migliore funzionalità nell’accesso agli spazi interni del bivacco, la pavimentazione della zona adiacente all’ingresso principale, e di collegamento fra armadio e scala, così come la porzione del tavolato del piano primo che conduce alla porta secondaria per l’uso invernale, è realizzata in materiale impermeabile, facilmente asciugabile e pulibile. La zona notte superiore è composta da due pianali, ciascuno ospitante quattro persone, disposti in maniera sfalsata fra loro. Il primo si trova a quota 2,40 metri e il secondo a quota 3,50. Questa soluzione da un lato consente la realizzazione dell’ingresso invernale, dall’altro dona maggior complessità e interesse alla disposizione degli spazi interni. Gli spazi risultanti sono più agevolmente praticabili e, a confronto con le classiche soluzioni a cuccette sovrapposte, offrono maggiore comfort e maggiore altezza nella sovrapposizione. Da non sottovalutare anche il fatto che, in caso di frequentazione di un numero medio di escursionisti, questa soluzione permette agli stessi di disporsi sui vari livelli in maniera libera, garantendo una maggiore privacy e libertà di spostamento ad ogni individuo.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

planimetria d'insieme

Impianti tecnologici Il bivacco è dotato di impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. Il sistema, della potenzialità di 1,5 Kwp, è formato da pannelli innovativi di tipo policristallino, flessibili e dal ridottissimo spessore, perfettamente integrabili con la struttura, alla quale si applicano mediante incollaggio. Garantiscono resistenza e calpestabilità e pesano soltanto 1/8 rispetto ai pannelli in vetro. Otto pannelli sono posizionati in copertura e altre due coppie rispettivamente sulle facciate Sud Est e Sud Ovest. Il posizionamento in facciata di parte dei pannelli garantisce il funzionamento dell’impianto anche nei periodi invernali in cui accumuli di neve permangano in copertura. La presenza di due batterie, anch’esse di tipo innovativo, con pesi ridotti e durata superiore alla norma, permette l’accumulo dell’energia elettrica prodotta e consente di coprire agevolmente gli usi elettrici previsti per la struttura, anche durante le ore notturne. L’impianto fotovoltaico alimenta il sistema di illuminazione interno, formato da tre punti luce a led, uno per ogni livello (zona giorno, primo livello notte, secondo livello notte), il sistema di rilevamento temperatura, umidità e pressione, il sistema di trasmissione dati e il sistema di monitoraggio delle condizioni della struttura, formato da una webcam interna e da una esterna. In alternativa al collocamento esterno di una webcam, (posta su apposito sostegno in prossimità dello spigolo più alto della copertura) è anche possibile valutarne il posizionamento all’interno della struttura, in prossimità di una delle finestre, così che l’inquadratura descriva le condizioni esterne senza che l’apparecchio sia esposto alle intemperie. Grazie al posizionamento di un dispositivo per la trasmissione dati sarà possibile monitorare a distanza le condizioni meteo e verificare le condizioni interne del bivacco: un ottima prospettiva potrebbe essere quella di divulgare i dati via web, anche per indurre i frequentatori verso un uso responsabile della struttura, una buona abitudine purtroppo oggi non sempre condivisa.

Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole

Pianta della copertura con evidenziata la direzone di scorrimento della neve

BIVACCO F.LLI FANTON - gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria

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Il progetto per la nuova costruzione del Bivacco F.lli Fanton prende le mosse da alcuni intenti progettuali, che diventano i fondamenti per ogni scelta, sia a livello strutturale-tecnico, sia architettonico, sia impiantistico; lo scopo principale è quello di disegnare una struttura leggera nel montaggio, ma robusta nel combattere le intemperie; la più compatta possibile esternamente, ma accogliente nel suo interno; flessibile nel suo posizionamento all’interno dell’area di progetto e con il minor impatto possibile sull’attacco a terra; un manufatto riconoscibile da lontano, punto di riferimento per queste montagne, ma anche parte di un unicum con le vette e il paesaggio circostante.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

Il progetto ha voluto rispondere in primo luogo alle esigenze del territorio circostante: l’unicità delle vette rocciose che si stagliano sulla vallata più dolce e verde, richiedono lo studio di un manufatto che si inserisca e si vada a integrare con le forme del paesaggio circostante. Allo stesso tempo l’altitudine e le condizioni metereologiche estreme che si incontrano facilmente in quest’area, ne condizionano il progetto, e richiedono lo studio di un rifugio, una macchina per il riparo ad alta quota. Da questa premessa nasce una forma semplice, a base quadrata, che si “arrampica” e si ancora sulla dorsale. Il tetto è il proseguimento lineare dei muri perimetrali, che, inclinandosi, vanno a formare la copertura, con falde molto inclinate, per evitare gli accumuli di neve e molto estese rispetto ai muri verticali, per permettere ai venti forti di scivolare via.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

Dall’esterno il bivacco si presenta come un’opera scultorea, un “masso” costruito dall’uomo, dove la parte superiore costituita dalle falde e la struttura inferiore verticale, vengono protette da un rivestimento in metallo grecato che assolve al compito di elemento resistente ai venti e alle intemperie, formando una superficie continua tra pareti verticali e copertura e proteggendo il nucleo interno in legno. Il metallo avrà un colore brunito cangiante, che amplificherà i colori rosa della sera, per donare lo stesso riflesso che naturalmente hanno le dolomiti durante l’ora del tramonto. Questo “rifugio scultureo” viene completato con l’inserimento di un nastro finestrato e un’entrata inserita nello spessore della parete est.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

Il bivacco, oltre ad avere la funzione di rifugio sicuro e luogo protetto dalle avversità esterne, ha anche il compito di diventare un punto di riferimento per i frequentatori del luogo. Il manufatto, posto in sommità diventa un vero e proprio punto di riferimento nella montagna sconfinata, un luogo sicuro progettato come un “faro” delle montagne: molto compatto e chiuso nella sua struttura generale, senza aperture nelle parti più basse, ma con un unico taglio di luce in quella che nel faro marino viene chiamata la “stanza di guardia”. Questa “lanterna” diventa all’imbrunire, quando la vista si indebolisce, punto di riferimento luminoso da ogni sentiero e da ogni provenienza.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

Dall’interno invece, la finestra lineare, di dimensioni ridotte in altezza per evitare la dispersione termica, correndo come un taglio lungo tutte le pareti esposte del rifugio, permette di avere dall’interno la visione a 180° di tutta la vallata e delle creste adiacenti.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

All’interno il bivacco, di pianta quadrata, e diviso in due rettangoli, di metratura equivalente, posti su due livelli differenti: il piano di ingresso, a quota più alta, viene organizzato per essere l’area ingresso, carteggio, pranzo, ritrovo, deposito sci e zaini, e armadio per inserire le dotazioni richieste dal bando. Il secondo livello invece, a quota più bassa di circa 2 m, è l’area riservata alle cuccette che, sfruttando il dislivello, si estendono in altezza fino ad arrivare alla quota di calpestio del livello superiore.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria — BIVACCO F.LLI FANTON

Mosaic Apartment - Point Supreme Architects

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Reorganization of an apartment in the center of Athens. The interior is treated as a continuous sequence of rooms; doors are removed, corridors and service areas eliminated, resulting in a non hierarchical, continuous space. The difference between the rooms is highlighted and each room becomes a type of constant frame towards the others.
Area: 75m2 year: 2013

Point Supreme Architects — Mosaic Apartment

Point Supreme Architects — Mosaic Apartment

Point Supreme Architects — Mosaic Apartment

Point Supreme Architects — Mosaic Apartment

Point Supreme Architects — Mosaic Apartment

Point Supreme Architects — Mosaic Apartment

Nadja - Point Supreme Architects

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Nadja consists of two apartments on subsequent floors that were renovated and connected with a stair in the middle. The two levels are materialized as opposite spatial experiences. The lower level is a continuous, marine-like environment with big pieces of furniture anchoring the family’s communal activities like floating islands. Instead of the typical division of rooms for kitchen, dining, living and playing, spaces in Nadja are flexible and look towards each other. They are furnished with custom made constructions that serve as viewing devices; the cupboards, seats, stair, shelves and tables are mixed with different typologies of screens, interior partitions, curtains and other visual filters that physically delineate while visually connecting. The most central element is a complex construction featuring the stair, living room and kitchen cupboards, a glass display partition, a built-in plant pot, a blackboard and a pink sun rising towards upstairs. It is a miniature piece of architecture in itself providing a focal point within the large open plan.

Point Supreme Architects — Nadja

The upper level hosts a dense living environment with a more earthly atmosphere. The bedrooms are designed as combinations of two complementary types of spaces, a more social area and a more intimate, private zone. This floor is rich in graphic treatment that complements the architecture, for example in the design of doors and bathrooms, at times inspired by Greek island architecture.

Point Supreme Architects — Nadja

The clients followed closely the design process. They continuously supported and further challenged the architecture, therefore achieving an extremely rich and satisfying result. The project was built in collaboration with KN Group constructions.

Point Supreme Architects — Nadja

program: family apartment

area: 270m2
year: 2014

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Point Supreme Architects — Nadja

Mirror houses - Peter Pichler Architecture

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The Mirror Houses Contemporary, high class vacation in South Tyrol The Mirror Houses are a pair of holiday homes, set in the marvellous surroundings of the South Tyrolean Dolomites,amidst a beautiful scenery of appletrees, just outside the city of Bolzano. They were designed by architect Peter Pichler. The Mirror houses offer a unique chance to spend a beautiful vacation surrounded by contemporary architecture of the highest standards and the most astonishing Landscape and beauty nature has to offer.

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Mirror houses night

The Architecture PROJECT: Mirror Houses, Bolzano, Italy ARCHITECT: Peter Pichler Architecture STATUS: built TYPE: residential units CLIENT: Angela Sabine Staffler PHOTOGRAPHY: Oskar Da Riz, Nicolò Degiorgis

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

The client, who lives in a restructured farmhouse of the 60s on the site, asked to design a structure for renting out as luxury holiday units. Guests have their small autonomous apartment and can fully enjoy the experience of living in the middle of nature. A maximum degree of privacy for both the client and the residing guest should be taken into consideration. The new structure is oriented towards east with their private garden and an autonomous access and parking for the guests. Each unit contains a kitchen / living room as well as a bath- and bedroom with big skylights that open to allow natural light and ventilation. A small basement serves for temporary storage. The projects initial volume is split in 2 units that are slightly shifted in height and length in order to loosening the entire structure and articulating each unit. Both units are floating on a base above the ground evoking lightness besides offering better views from their cantilevering terraces to the impressive surrounding landscape. The volume opens towards east with a big glass facade that fades with curvilinear lines into the black aluminium shell. Mirrored glass on the west facade borders the garden of the client with the units and catches the surrounding panorama while making the units almost invisible. The mirrored glass is laminated with an UV coating preventing birds collision. From certain views of the clients garden the old existing farmhouse is mirrored in the new contemporary architecture and is literally blending into it rather then competing against.

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Peter Pichler Architecture — Mirror houses

Photo by Oskar DaRiz

Casa del Lector - Ensamble Studio

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We know that alphabetical reading starts after decoding a protocol of signs that the retina scans. Then the brain comes to the boil and creates the images, emotions and structures of reason that enable to process the ideas previously hidden behind the complex combination. It is an intellectual construction of high abstraction and a creative act of enormous intimacy. Reading is also an act of communication that connects people’s life, that provokes dialogue with everything around us. This principle of connectivity is what feeds the necessity to read, and constantly expands with new languages, tools, supports, etc. In the past years this principle has been revolutionized by technology, allowing communication, reading, to be the line between the nodes of a human network; and supports and containers reconfigure their form and their function to submit to the main mission which is the transmission of ideas between people. The library, that was the books’ shelter, has recently evolved into a ‘mediatheque’, capable of accepting more formats. And now that it seems that the objects want to be the readers (ipad3 new screen is called the “retina”), it is the time when Reader’s House is being built, the most appropriate space for the individual that reads, where we naturally direct ourselves. Architecture brings together masses in mechanic and thermodynamic equilibrium: solids, liquids and gases; builds perceptive spaces that affect people through their senses. “Reading the space” is understanding the variables that balance all the physical reactions of the architectural system. While alphabetic reading is an abstract creation that interprets the order of coded signs, the architectural space is a concrete creation that structures energies and compensated forces, but that requires interpretation to be read and activity to make sense.

Ensamble Studio — Casa del Lector

Together with the Germán Sánchez Ruipérez Foundation we approached the mission of designing and constructing the space that would represent and realize this idea, rethinking everything from its conceptual origin. From the definition of programmatic needs, to material expression, and semantics. We found the site, Madrid’s Old Slaughterhouse, extraordinarily rich of meanings, strategic not only in terms of location, inside the metropolitan area of Madrid, but also in the time when the project was born. A site almost urban, apparently isolated from the fabric of the city, but suddenly connected to the largest infrastructure and landscape network created on the trace of the Manzanares river: the Madrid Rio linear park. This connection spine made of public space is the most important axis of Madrid’s urban anatomy. And its presence helped us understand that the city is also a construction that links people’s lives. And that buildings should be supported by this linkage, and connectivity should be the basic principle of the system. Our intention was hence to materialize this network of connections and build bridges towards reading. Reader’s House will give life to the bond between people and reading.

Antón García-Abril in El cultural

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector

Ensamble Studio — Casa del Lector


CONCORSO D IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.lli FANTON SULLE MARMAROLE (BL) - Arrigo C. Arrigoni-Franco Misani-Luca M. Arrigoni

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Arrigo C. Arrigoni-Franco Misani-Luca M. Arrigoni — CONCORSO D IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.lli FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Inserimento ambientale

Progettare un bivacco di montagna rileggendo le esigenze abitative in superfici ridotte all’estremo è certamente da considerarsi una moderna sfida all’existenzminimum di razionalistica memoria. Sfida aggravata dal tentativo di staccarsi dall’immagine dal bivacco tipo che la memoria immediatamente lega alla semibotte metallica, variamente verniciata, retaggio del lascito dell’ingegnere alpinista Adolf Hess che già nell’ottocento intravvedeva la necessità di costruire punti di appoggio protetti e ubicati in posizioni strategiche, in funzione di favorire le ascensioni alpine lungo le vie più isolate e difficili, per le quali il ritorno in giornata risultava impossibile. Campi avanzati fissi costituiti da strutture leggere, facilmente trasportabili, montabili e a basso costo di gestione, nonché facilmente smontabili e minimamente modificativi dell’assetto naturale della montagna, qualora, nel tempo, si intendesse ripristinare la situazione esistente. Una piccola struttura, sempre aperta e libera all’uso, lasciata in gestione, alla responsabilità e al senso civico dei fruitori; un abitare temporaneo fondato sulla sobrietà, sul senso comune e solidale.

Arrigo C. Arrigoni-Franco Misani-Luca M. Arrigoni — CONCORSO D IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.lli FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

L’obiettivo del progetto è quindi quello di realizzare un piccolo volume modulare, una cellula abitativa funzionale, caratterizzata da semplicità di montaggio economicità di costruzione e di utilizzo, capace di garantire una situazione di minimo confort in condizioni di sicurezza agli escursionisti che potranno usufruirne, dotato di servizi primari atti a garantire un’autonomia tempistica limitata a due, tre giorni di sosta. La forma del bivacco di progetto nasce dalla interpretazione della sezione tipica della casa disegnata da qualunque bambino affronti il tema: due pareti e un tetto con due spioventi; il tutto appoggiato solidamente sulla linea di terra. Cinque lati che nel nostro caso sono interpretati e sintetizzati nella definizione del pentagono regolare. La scelta di tale forma geometrica semplice quale modulo base degli elementi compositivi del bivacco è nata dall’esigenza di ridurre la superficie di attacco al suolo senza eccessivamente comprimere il volume abitativo interno. La sezione pentagonale ha permesso di sviluppare una cellula abitativa confortevole riducendo a cm 180 la dimensione del lato interno del poligono, mantenendo uno spazio interno sufficientemente agibile e modulabile in riferimento al numero temporaneo di occupanti e permettendo un minimo di privacy pur in condizioni di convivenza estreme. Valutato il contesto territoriale e l’ubicazione in alta quota si è cercato di utilizzare strutture costruttive montabili a secco e in buona parte prefabbricabili in laboratorio; strutture con caratteristiche altamente performanti a ridotto costo e che abbiano la caratteristica di essere totalmente reversibili e riciclabili. Il progetto prevede la costruzione in laboratorio di quattro moduli tipo identici, di due testate di chiusura e di un modulo-ingresso; la struttura portante è costituita da pannelli in legno lamellare tipo ILLE X-LAM dello spessore di cm 10, tre strati da 33mm, costituenti il pentagono tipo con 2 spessore di sezione di ciascun modulo pari a cm 100. A rivestimento della struttura è previsto il pacchetto isolante costituito da due strati di materassino agugliato in pura lana vergine di pecora Edilana Mat 50, con densità di 40 kg/mc, conduttività termica di 0.034 W/mk, calore specifico 1363 J/kgK, inattaccabile da muffe e batteri, fonoassorbente e ignifuga. Supportato da listelli di ripartizione a chiusura del pacchetto è prevista la posa di panello in OSB3 e di guaina riflettente con funzione di barriera al vapore. Esternamente la struttura sarà rivestita in pannelli in zinco titanio – Rheinzink- con finitura patinata in tono di colore naturale.

Arrigo C. Arrigoni-Franco Misani-Luca M. Arrigoni — CONCORSO D IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.lli FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Tavola Progettuale

Ogni modulo cosi composto ha un peso stimato complessivo di circa kg 850; ciò permette pertanto la prefabbricazione di tutti gli elementi base e il loro trasporto in quota mediante l’uso di un normale elicottero utilizzato abitualmente per i lavori in zone non raggiungibili da mezzi gommati. La procedura di montaggio della struttura sarà pertanto semplificata dalla consegna sul posto di elementi già composti. Eseguito il tracciamento e verificato sul terreno l’orientamento previsto in progetto che prevede l’asse maggiore del manufatto coincidente con la posizione eliotermica, al fine di sfruttare la miglior esposizione, si procederà con la realizzazione dei punti di ancoraggio mediante l’uso di barre filettate fissate al suolo con resina o malte strutturali ad alta efficienza e ritiro controllato; saranno posti in opera le piastre con tirafondi sopra le ciambelle antivibrazione in elastomero, impilabili in strati successivi al fine di facilitare la messa in bolla del bivacco. A stagionatura avvenuta dei punti di fondazione, potranno essere montati i singoli elementi elitrasportati. Ogni elemento sarà reso solidale a limitrofi mediante l’inserimento di barre di tenuta in alluminio poste nella base e in prossimità dei tre spigoli di copertura. E’ previsto un secondo sistema di ancoraggio e di tenuta con funzione di controventatura, realizzato con trefoli in acciaio agganciati alle barre di tenuta al piede degli spioventi del tetto e ancorati con fittoni resinati alla roccia. Tale struttura secondaria sarà utilizzata anche quale elemento di dispersione al suolo delle scariche atmosferiche. A struttura completata si procederà con le opere di finitura consistenti nel completamento dei fronti esterni mediante la posa delle scossaline di raccordo, dei gradini di accesso e all’allaccio degli impianti tecnologici. I fronti esterni una volta completato l’assemblaggio risulteranno completamente rivestiti in lastre di zinco titanio. L’insieme volumetrico sarà evidenziato dalle scossaline di raccordo e dai terminali delle pareti laterali e della zona di ingresso che, sempre in zinco titanio, sono previste in color ruggine. La definizione della cromia, oltre ad una scelta puramente estetica, vuole essere un modo di rendere evidente e facilmente individuabile l’edificio, specie nelle giornate coperte o con nuvole basse, senza tuttavia proporre un manufatto con una finitura esterna caratterizzata da un contrasto cromatico in evidente antitesi rispetto l’ambiente naturale nel quale è inserito. Internamente il bivacco è distribuito in tre zone. La zona di accesso e filtro con i servizi dove trovano spazio gli impianti dedicati ai pannelli fotovoltaici, il quadro elettrico, la stufa utilizzabile oltre che per riscaldare l’ambiente anche ai fini della preparazione di bevande e cibi caldi. Dalla zona filtro si 3 accede ad un piccolo servizio igienico in cui sono anche predisposte le cisterne fisse per la raccolta di acqua e il sistema di filtraggio osmotico per l’ottenimento di acqua potabile. La raccolta di acqua avviene tramite un sistema di canalizzazione delle acque meteoriche dalla falda esposta a nord ovest; la stessa è poi filtrata dalle polveri e dalle impurità grossolane e convogliata in due differenti cisterne una per uso sanitario e una per uso potabile dove l’acqua viene sanificata da un sistema a membrana osmotica. In caso di mancato utilizzo o di abbondanti precipitazioni una canalizzazione di troppo pieno corredata di idonea saracinesca di non ritorno, provvede all’immissione dell’acqua eccedente nel sistema di scarico della turca e da qui alla fossa di depurazione. Tale procedimento evita la stagnazione prolungata e garantisce un costante ricambio idrico. L’approvvigionamento energetico del bivacco viene garantito da pannelli fotovoltaici monocristallini integrati nel manto di rivestimento in zinco titanio: saranno installati quattro pannelli per un totale di circa mq 8 di superficie, sufficienti a garantire circa 1Kw/h di potenza; l’energia elettrica sarà sostanzialmente utilizzata per attivare il sistema di depurazione alimentato a 12v, i corpi illuminanti a led, il sistema di rilevazione visiva e la stazione metereologica integrata. Sempre dalla zona di ingresso è possibile salire nella zona delle cuccette poste sotto copertura. Qui sono ricavati due ulteriori posti letto espandibili a quattro in situazioni di emergenza o di particolare affollamento del bivacco. L’accesso a questa zona è facilitato dall’utilizzo delle porte a scomparsa il cui pannello è conformato a scaletta. A lato di questo primo ambito si sviluppano due ambienti simili e simmetrici utilizzabili con differente funzione in caso di occupazione della struttura da parte di 4/6 persone o con identica funzione mista nel caso di massimo affollamento 10/12 espandibili in situazione di emergenza fino a 14. Ogni cellula è provvista di due cassapanche attrezzate utilizzabili quali sedute durante il giorno e per consumare i pasti e come brandine per la notte; sono inoltre disponibili altre due brandine ribaltabili, normalmente utilizzabili quale schienale per le sedute ed un tavolo pieghevole posto sotto finestra. Nelle cassapanche trovano posto le attrezzature fisse del bivacco quali kit di emergenza valanghe, cassetta di pronto soccorso, taniche, stoviglie e pentolame, coperte, razioni di emergenza e combustibile per la stufa. Gli ambienti hanno illuminazione e ventilazione garantita da due finestre poste sui fronti laterali. Si ritiene fondamentale per l’ottimizzazione del microclima interno la possibilità di areare naturalmente l’ambiente grazie alle finestre apribili a ribalta con perno centrale e posizione di fermo regolabile tali da permetterne l’apertura anche in caso di pioggia garantendo il ricambio di aria minimo indispensabile in ogni stagione e condizione climatica. La scelta di suddividere gli ambienti permette un utilizzo differenziato degli spazi e in caso di gruppi non numerosi di garantire pure in condizioni di “bivacco” la vivibilità della struttura anche per più della canonica notte. Proprio in tal senso, anche se non richiesto dal bando, è la scelta di inserire un locale wc collegato ad un sistema di depurazione e chiarificazione delle acque reflue e nere. Il sistema di chiarificazione proposto oltre che per le piccole dimensioni e i costi ridotti e un’alternativa naturale ai sistemi di depurazione chimica. Grazie all’azione delle proprietà depuranti di micro organismi presenti nell’impianto l’acqua di scarico funge da base alimentare per i microrganismi e permette lo scarico del materiale di risulta in tabella 4 – scarico al suolo. 4

Arrigo C. Arrigoni-Franco Misani-Luca M. Arrigoni — CONCORSO D IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.lli FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

studio

Il sistema di riscaldamento del bivacco è di massima totalmente passivo, basato essenzialmente sull’isolamento termico e igrometrico della struttura, garantito dall’utilizzo di isolanti naturali; per le emergenze e nelle stagioni particolarmente rigide a supporto è prevista una piccola stufa a legna / pellets dimensionata per portare sufficiente apporto di calore agli ambienti. Non è stata prevista nessuna zona di stoccaggio rifiuti poiché si ritiene buona norma che ognuno provveda a riportare a valle quanto di risulta come a segnalare ai responsabile del bivacco la necessità di integrare il materiale e le provviste in dotazione utilizzate o di aver provveduto direttamente al reintegro. Forse la tipologia del bivacco poeticamente descritto da Primo Levi nel suo libro La chiave a stella, […] erano come mezze botti di lamiera di due metri per due con una portina per entrare come quelle dei gatti […], non rispecchia esattamente quanto progettualmente proposto, siamo però consapevoli che l’approccio alla montagna prevede rispetto verso la stessa e verso le proprie capacità di carpirne le peculiarità e di capire i propri limiti e qualche volta la soddisfazione della fatica di una giornata passata tra roccia e neve può essere ripagata, oltre che dalla bellezza della natura, anche dal trovare in un luogo di grande impatto emozionale, un piccolo posto caldo e asciutto dal quale guardare le stelle.

Arrigo C. Arrigoni-Franco Misani-Luca M. Arrigoni — CONCORSO D IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.lli FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Inserimento ambientale

Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL) - Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco

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Il progetto ha voluto recuperare l’essenza dell’architettura vernacolare montana riprendendone le virtù e potenziandola grazie allo sfruttamento delle energie rinnovabili, alla massima riduzione del volume abitabile e considerando l’esigenza di elementarità costruttiva e di facile trasportabilità del manufatto. La forma primitiva individuata nel progetto reinterpreta il tema della capanna alpina ma in particolar modo vuole rievocare i tetti a spiovente delle chiese d’alta quota quasi come se il bivacco volesse divenire un luogo di culto, di pellegrinaggio. Il progetto è composto essenzialmente da due elementi architettonici: il basamento e il bivacco. Il primo, pensato come metamorfosi del fronte roccioso, ospita l’ingresso “freddo” ed un piccolo vano tecnico, ed è completamente costruito tramite l’utilizzo a secco del pietrame del sito e inglobato all’interno di gabbie di rete elettrosaldata a maglia quadra ancorate alla struttura d’acciaio che di fatto costituisce la “fondazione” del bivacco soprastante. Questo consente di avere un impatto ambientale minimo e la massima reversibilità del sito. Il bivacco, completamente rivestito in lastre di fibrocemento di color rosso in modo da “evidenziarsi” nel contesto roccioso/nevoso, presenta due punti d’accesso i quali garantiscono il più agevole ingresso in base alle condizioni climatiche esterne; - ingresso “estivo” in assenza di neve : dal basso tramite una botola a chiusura stagna e risalendo la scala a pioli - ingresso “invernale” dalla porta-finestra dislocata a quota +2,40 rispetto all’accesso al livello 0 (basamento).

Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Si è scelto la strada dell’appartenenza alla “terra” non inseguendo un concetto di “mimesi” ma piuttosto di assonanza alle forme del paesaggio, allo spazio naturale, mantenendo comunque un “distacco” di tipo materico verso l’intorno. Una volta “individuata” la forma del riparo (ridotta all’essenzialità costruttiva), abbiamo spostato il lavoro dall’esterno all’interno cercando di verificare le qualità spaziali e le possibilità architettoniche offerte da una forma così archetipa e allo stesso tempo così“estrema” da abitare. Abbiamo cercato di lavorare dentro lo spazio del rifugio, “misurando” le azioni del vivere in ambienti d’alta quota, in situazioni in cui è richiesta sobrietà e responsabilità di condotta sia nei confronti dell’ambiente naturale sia nei confronti del gruppo con cui si è chiamati a condividere, seppure temporaneamente, un ambiente ridotto. Questo, data anche dalla semplicità formale e costruttiva del bivacco, ci ha permesso di ridurre al minimo l’ingombro e raggiungere la massima compattezza (circa 38 mc – volume al lo lordo delle murature) ottenendo una struttura di una notevole facilità d’uso, di manutenzione e di riscaldamento raggiunta anche con la scelta di tecnologie nella direzione della responsabilità ambientale. L’ingresso al bivacco, come prima citato avviene sia dalla botola a pavimento collegata al “basamento” sia dalla porta-finestra a quota +2,40 m, ed è consentito grazie ad una scaletta a pioli. La disposizione interna è molto razionale viste le piccole dimensione del manufatto: un corridoio serve le panche fisse aventi capacità di ospitare ben 12 posti letto sfruttando tutta l’altezza disponibile, la zona cucina-dispensa dotato di una piastra elettrica e di un punto d’acqua collegato ad una cisterna di accumulo delle acque meteoriche; questi due elementi sono a scomparsa in quanto ricavate all’interno di due colonne chiuse da porte a libro. Il tavolo per le attività (carteggio, cena, colazione) è dislocata a lato dell’ingresso vicino alla finestra posta nel fronte Est che guarda a valle.

Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

L’aero-illuminazione naturale diretta è garantita tramite i due serramenti vetrati non oscurati nei fronti Est e Sud mentre la ventilazione anche notturna è ottenuta tramite bocchette di immissione ed espulsione. Per quanto riguarda la struttura portante del bivacco si è scelta il sistema costruttivo timber-frame a telai in legno in grado di conferire un alto grado di staticità, solidità, leggerezza, isolamento termico e acustico. L’isolamento termico è fornito da una Coibentazione insufflata all’interno dei pannelli di “chiusura” in fibre di legno conferendo alla parete una U=0.18 W/mqK utilizzando il sistema di elementi verticali Joist in legno. Per perseguire l’autosufficienza energetica si è ricorso ad un differenziato utilizzo di fonti energetiche rinnovabili: il sole e il vento. La scelta del mix di soluzioni eolico e fotovoltaico è stata determinata dai due scenari possibili: estate e inverno nonchè il relativo accumulo energetico derivante dagli eventi atmosferici. L’approvvigionamento di energia elettrica sarà fornito da un impianto fotovoltaico stand-alone e da un impianto microeolico posizionato nel fronte Nord del manufatto. L’impianto fotovoltaico di circa 5 mq (con possibilità di incremento fino a 10 mq) è costituito da moduli fotovoltaici al silicio monocristallino, con esposizione ottimale a Sud, integrati nella copertura. L’impianto microeolico può funzionare in modo continuo ed in piena sicurezza anche con venti di tempesta. Sia l’impianto fotovoltaico che il microeolico sono collegati ad un regolatore di carica, un inverter e un quadro generale, il tutto posizionato nel vano tecnico ispezionabile all’interno del bivacco. L’energia prodotta da due impianti fornisce l’autosufficienza al bivacco e viene utilizzata per: riscaldamento minimo garantito dall’impianto elettrico a pavimento, fusione neve sottostante i pannelli fotovoltaici, illuminazione artificiale e d’emergenza, cottura e prese elettriche. - Riscaldamento: L’impianto di riscaldamento locale è elettrico, con l’impiego di un sistema radiante a pavimento dotato di resistenza elettrica e termostato di sicurezza, è in grado di riscaldare attraverso la propria posa esclusivamente nel corridoio centrale i 38 mc del volume raggiungendo la temperatura interna di 18 °C - Fusione acqua ghiacciata: Una serpentina elettrica è prevista per la fusione acqua ghiacciata all’interno della cisterna al fine di permettere l’approvvigionamento idrico anche per l’utilizzo occasionale invernale. - Illuminazione artificiale: L’illuminazione artificiale interna del bivacco avviene attraverso alcuni corpi illuminanti a basso consumo, mentre all’esterno è previsto un led di segnalazione per una facile individuabilità del bivacco in situazioni di scarsa visibilità. - Cottura: Per un uso cucina minimo è stato previsto un piano cottura elettrico il quale consente di ottimizzare i consumi ed evitare qualsiasi spreco riducendo notevolmente i tempi di cottura. - Sistema depurazione acqua: un consumo minimo di elettricitàè previsto per la pompa del filtro di depurazione dell’acqua da caduta (pioggia o neve) e per il sistema di potabilizzazione battericida ai raggi U.V.. - Prese elettriche: è prevista una dotazione di prese elettriche per ricarica cellulari, antenna radio, segnale wi-fi, web cam per controllo remoto della struttura, pc portatile e/o altri piccoli elettrodomestici. - Approvvigionamento idrico: è stato studiato un sistema di approvvigionamento di acqua da caduta (pioggia/neve) sia per uso cucina che potabile, con utilizzo razionato. Grazie alla copertura inclinata infatti l’acqua da caduta viene convogliata in una gronda di raccolta posta alla base della struttura del bivacco e canalizzata ad un pozzetto di eliminazione acque di prima pioggia dimensionato In base alla superficie del tetto. In tal modo la pioggia che cade nei primi quindici minuti lava il tetto e viene convogliata nel pozzetto. La cisterna di accumulo è in polietilene ad alta densità (materiale riciclabile), che rispetta le normative circa lo stoccaggio di acque destinate al consumo umano. La sua posizione è nel vano tecnico all’interno del “basamento” nel livello 0 affinché la cisterna sia non visibile e facilmente accessibile per un eventuale manutenzione. L’acqua potabilizzata e per uso cucina viene pompata dalla cisterna di accumulo al rubinetto tramite una pompa idraulica.

Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Manuele Meneghini, Francesco Pinton, Zanotto Francesco — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Bivacco Fanton - manuela schirra

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Un’emozione nel paesaggio. Una geometria prima “posata” sul dorso roccioso della forcella. Una dimensione sospesa nel delicato equilibrio tra natura e gesto umano. Ma anche condizione sospesa dei corpi e degli animi in montagna, l’emozione di una tenda in parete o l’emozione della vetta. Un’occasione per contemplare la bellezza della natura, una cornice per l’incantevole paesaggio dolomitico delle Marmarole.

manuela schirra — Bivacco Fanton

dimensioni del volume: 2,70×5,10×5,10m; volume: ca. 70m3; superficie occupata: ca. 19m2; livelli interni: 3; superficie utilizzabile totale: ca. 28m2; posti letto totali: 11-12

manuela schirra — Bivacco Fanton

INGRESSO L’ingresso del manufatto è posizionata sul lato sud-est. La scelta è data grazie a due principali fattori che fanno si che tale prospetto sia il meno soggetto ad accumulo di neve: l’esposizione e la pendenza del suolo. L’entrata è stata pensata secondo differenti modalità di accesso per permetterne un’entrata agevole anche nei casi di lieve o forte accumulo di neve. Le diverse modalità di accesso sono date da due condizioni: la scomposizione della porta di entrata in due parti (inferiore e superiore) in modo da poter aprire anche solo quella superiore) e la presenza di un’ulteriore porta al di sopra di quella normale. La porta d’entrata al livello 0 è dunque pensata apribile anche solo nella sua parte superiore così da poter entrare comodamente da li nel caso che l’accumulo di neve abbia raggiunto in corrispondenza della porta un’altezza di 1 metro o poco più. L’ulteriore porta nella parte superiore invece permette l’accesso al livello 1 del bivacco dove per mezzo della scala a pioli, posta di proposito al fianco dell’entrata, è possibile scendere al livello 0 o salire al livello 2. Grazie alla conformazione del manufatto l’entrata risulta protetta da tettoia. Gelo, pioggia o neve intaccheranno l’entrata in modo minore rispetto alle altre facciate. tale protezione offre l’opportunità di avere una facciata e uno spazio esterno coperto e protetto ideale per l’installazione di tecnologie come pannelli fotovoltaici, webcam o strumenti di misurazione di temperatura, umidità e pressione. In particolare grazie all’inclinazione della copertura (che sporge di ca. 1 metro con un’angolazione di 13,5°) è garantita nella parte più alta della facciata la protezione totale da neve e pioggia.

manuela schirra — Bivacco Fanton

ORGANIZZAZIONE INTERNA E DOTAZIONE Al livello 0 è prevista la zona comune, organizzata secondo un sistema di panche gradonate a formare una sorta di piccola piazza dove sarà possibile condividere il tempo e i pasti. Nella parte prospicente l’ingresso, entrando sulla destra accensione luce e scala a pioli per salire ai livelli superiori, a sinistra sulla parete appendi giacche, e poi ancora a sinistra una panca e di fronte un tavolo realizzati di modo da poter essere ribaltabili per facilitare le operazioni consuete di arrivo e patenza dal bivacco. Il livello 0 offre sedute per 8-12 persone, un tavolo, e nelle panche gradonate i vani di alloggiamento per eventuali sci o ciaspe, racchette o scarponi e kit di accumulo energia elettrica prodotta da pannelli fotovoltaici (nel vano sotto il piano di entrata opportunamente arieggiato con l’esterno per evitare inalazioni accidentali dei gas eventualmente prodotti dalle batterie), tanica e pentola per il reperimento dell’acqua, kit di pronto soccorso (nel vano sotto prima panca) e dispensa d’emergenza e coperte a servizio delle cuccette (nel vano sotto seconda panca). Gli zaini invece una volta liberati di saccoapelo e abbigliamento d’alta quota potranno essere alloggiati a scelta nei tre vani.

manuela schirra — Bivacco Fanton

manuela schirra — Bivacco Fanton

manuela schirra — Bivacco Fanton

AL 21 DEL VO' - Rocco Zanoni

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SALONE CONSULENTE D’IMMAGINE – Al 21 del Vò– Denise Zurlo – Centro Storico – Vicolo del Vò, 21 – 30122 – TRENTO– Italy

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Rocco Zanoni — AL 21 DEL VO'

Bivacco Fanton Marmarole - dare-architettura, Rudy Davi

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1 – ARCHITETTURA L’ambiente che circonda l’area oggetto di concorso è costiuito interamente da roccia dolomia sia nel periodo estivo che in quello invernale. L’altitudine pari a 2670 mt non consente infatti la crescita di quasi nessun genere di vegetazione per tutto l’arco dell’anno. In inverno l’intera superificie rocciosa è coperta completamente dal manto nevoso, in estate la roccia riemerge dopo lo scioglimento parziale delle nevi. L’obiettivo del nostro intervento è quello di realizzare un’architettura che possa integrarsi completamente con il paesaggio che la circonda, ma allo stesso tempo permettere agli alpinisti di poterla individuare con estrema facilità anche con climi avversi.

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

2 – SOSTENIBILITA’ La sostenibilità nel progetto dovrebbe essere completamente integrata nel processo di progettazione. Crediamo fermamente che la sostenibilità sia composta da due equi importanti fattori: 1. Sostenibilità economica – solo quando un progetto è efficiente riguardo al costo di costruzione in relazione alla sua aspettativa di vita può essere considerato economicamente sostenibile. Un progetto deve essere dimostrato nella sua fattibilità economica, sia durante la realizzazione che nel suo ciclo di vita. Per questo motivo un fattore importante in questo caso risulta la bassisima manutenzione dell’opera. 2. Sostenibilità ambientale – l’architettura più sostenibile è quella che è in grado di minimizzare i propri consumi energetici grazie all’apporto di energia pulita e rinnovabile proveniente dall’ambiente. La domanda di energia si minimizza attraverso un’attenta considerazione delle condizioni ambientali presenti nel sito di progetto.

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

1 – ARCHITETTURA L’area oggetto di intervento è attraversata dal percorso escursionistico 280 che dall’attuale bivacco Fanton giunge sino alla forcella Jau della Tana. Per sentiero escursionistico si intende un percorso privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli. E’ il tipo di sentiero maggiormente presente sul territorio e più frequentato, rappresenta il 75% degli itinerari dell’intera rete sentieristica organizzata. Tutti i sentieri CAI sono contrassegnati lungo il loro tracciato da segnavia di color bianco-rosso che rappresentano un vero e proprio “filo di Arianna”. La tipologia di segnavia è di due tipi: verticale o orizzontale. La prima è generalmente rappresentata da una tabella a forma di freccia. E’ di colore bianco – oppure tinta legno – con punta rossa e coda bianco-rossa. Si usa per indicare la direzione della/e località di destinazione del sentiero e il tempo indicativo necessario a raggiungerla/e per un medio escursionista. Sulla coda, nello spazio bianco, è indicato il numero del sentiero. Lo trovate alla partenza dell’itinerario e agli incroci più importanti. La seconda viene rappresentata su elementi naturali come roccie o tronchi d’albero. E’ usato per indicare la continuità del sentiero; è posto nelle immediate vicinanze dei bivi e ogni 2-300 metri se il sentiero è evidente, altrimenti a distanza più ravvicinata, tenendo in considerazione le caratteristiche ambientali e l’inserimento rispettoso nel luogo. La nostra strategia d’intervento verterà nel proporre un elemento architettonico in veste naturale che funga oltre che da ricovero

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

2 – SOSTENIBILITA’ Crediamo che un progetto possa definirsi sostenibile quando abbia la possibilità di automantenersi e quando riesca a trasmettere e a generare comfort. La conformazione orografica del territorio ci ha portato allo studio del volume tenendo conto dell’irraggiamento solare e dei venti. Si è cercato di concepire un volume che potesse trarre la massima efficenza energetica e che potesse anche dare sensazioni di piacere e relax agli escursionisti nel momento di riposo all’interno dell’involucro. Si è scelto di utilizzare materiali sostenibili e naturali, come il legno, la fibra di legno, il compensato e l’acciaio; questi materiali hanno lunga durata, necessitano di pochi interventi manutentivi e rispettano l’ambiente. Per quanto riguarda la struttura del bivacco, la strategia progettuale iniziale era andata nella direzione dell’utilizzo della tecnologia X-LAM, ma dopo accurati calcoli si è visto che non sarebbe stata la soluzione più economica e neppure la più semplice dal punto di vista realizzativo; sarebbe stata economicamente più dispendiosa sia per il costo dei pannelli, sia per quanto riguarda il trasporto in elicottero. Perciò, per motivazioni di sostenibilità economica, si è optato per una struttura a telaio in legno, di peso più contenuto in modo da permettere l’assemblaggio lontano dall’area di cantiere ed il suo trasporto a mezzo di elicottero in un’unica volta, evitando spese eccessive e limitando l’inquinamento ambientale. Si è inoltre creduto opportuno realizzare un oggetto architettonico autosufficiente dal punto di vista energetico, attraverso lo sfruttamento dell’irraggiamento solare per mezzo di un impianto fotovoltaico che possa generare l’energia sufficiente per l’illuminazione dell’ambiente interno e per il funzionamento di una videocamera satellitare per il controllo del bivacco da remoto.

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA L’architettura del bivacco è stata concepita partendo da un solido regolare, il cubo. Successivamante lo si è modellato ottimizzando la sua forma in funzione di requisiti ambientali e funzionali. 1 VIVIBILITA’: attraverso la strombatura verso l’esterno delle pareti verticali costituenti l’involucro per permettere una maggiore percezione spaziale interna. 2 CONTESTUALIZZAZIONE: modellazione del volume sino ad ottenere la forma di un solido poliedrico irregolare, generando una forma architettonica che possa inserirsi a pieno nel contesto dolomitico come una grande roccia. 3 SOSTENIBILITA’: realizzazione di falde con particolari inclinazioni in funzione dell’irraggiamento solare e dei venti. 4 ACCESSIBILITA’: creazione di un accesso/varco riparato per permettere l’ingresso al bivacco anche nelle stagioni con grossi accumoli nevosi. 5 SCORCI: apertura di finestrature nelle facciate e nella copertura che permettano scorci visivi. Il lucernaio in copertura incornicia la cima Croda Bianca, la finestra ad est crea un riquadro verso la valle Baion, mentre l’apertura a sud incornicia la forcella Marmarole. 6 VISIBILITA’: l’architettura diventa una grande roccia posta come un “segnavia” escursionistico per mantenere sempre “il filo d’Arianna” nelle ascese degli escursionisti. Anche in caso di elevato innevamento la parte sommitale colorata rimane sempre visibile garantendo un costante orientamento.

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

Sezione

ASSEMBLAGGIO La fase di costruzione del bivacco diventa l’elemento cardine per ottenere un’architettura sostenibile. Le fasi costruttive saranno dislocate in due diversi cantieri. Un primo presso il rifugio “La Primula” ad una quota di 1120 mt ed un secondo presso l’area del bivacco ad una quota di 2670 mt. Nei pressi del rifugio sarà installato il primo cantiere in cui, attraverso la mulattiera carrabile, vi sarà l’approvigionamento dei materiali per la costruzione della struttura a telaio a mezzo di un autocarro. In questo primo luogo si assembleranno i due corpi strutturali del bivacco: rispettivamente il basamento ed il telaio. Entrambi risulteranno in legno. Il basamento sarà realizzato da travi di bordo in legno lamellare aventi sezione 140×200 mm e travi secondarie di collegamento con sezione 100×200 mm per un peso totale di 700 kg. Il telaio verticale sarà realizzato con travetti in legno aventi sezione 50×140 mm passo 550mm avente un peso totale di 900 kg. Successivamente l’elicottero avrà la funzione di trasportare e calare in loco il basamento direttamente sulle piastre in metallo precedentemente installate. Ciascuna piastra sarà connessa al terreno in roccia con quattro connettori in acciaio di diametro 30mm per una profondità di circa 50 cm e successivamente inghisati con resina. A quota 2670 mt sarà predisposto un secondo cantiere. Il basamento, una volta posizionato, verrà tappato nella parte inferiore con pannelli in DHF, (materiale formato da fibra di legno a poro aperto resistente all’umidità per la cui produzione vengono utilizzati segatura e minuzzoli freschi provenienti dalla produzione di legname tagliato e privi di formaldeide). Una volta posti questi pannelli si riempirà di coibente in fibra di legno l’interno delle intercapedini delle travi secondarie. Pannelli dello spessore di 30 mm in betulla formeranno il piano d’appoggio per il telaio ed anche la futura pavimentazione del bivacco. In seguito sarà trasportato e calato dall’elicottero il telaio in legno sopra al basamento e tasselato ad esso. In loco il telaio sarà poi tamponato esternamente da pannelli in DHF spessore 20 mm; internamente il telaio sarà riempito con fibra di legno dello spessore di 140 mm per poi essere chiuso con pannelli OSB di spessore 15 mm. Nella parte interna verrà realizzata una controparete vuota di 40 mm con pannelli di betulla per permettere passaggi di impianti. Per rispondere alle esigenze strutturali del bivacco ed evitare possibili fenomeni di ribaltamento delle pareti si è opportunamente predisposto l’utilizzo di piastre in acciaio zincato, da tassellare nei quattro spigoli del poliedro a 60 cm di distanza l’una dall’altra lungo l’asse verticale e di un tirante che in senso diagonale connetta i due spigoli del prospetto ovest. In questo modo si fanno lavorare in maniera corretta gli elementi strutturali generando una scatola rigida che contrasta le spinte derivanti dal peso del tetto e della neve. Il rivestimento esterno sarà realizzato con pannelli in metallo di varia pezzatura, verniciati con tonalità dolomia. La parte sommitale del lucernaio sarà verniciata a striscie rosse e bianche con annesso il numero del percorso per ottenere la visibilità del bivacco.

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

Pianta

TECNOLOGIA Il pacchetto della parete in elevazione è formato da sei strati necessari per ottenere un valore della trasmittanza totale U inferiore al limite imposto di 0,32 W/m2K; nella tabella si possono leggere nel dettaglio i valori strato per strato di conduttività termica del materiale, della massa superficiale, di permeabilità al vapore e di resistenza termica, ovviamente relazionati allo spessore del singolo strato. Da questo calcolo si ottiene un valore della U totale pari a 0,242 W/m2K che è all’interno dei limiti di legge. Si è inoltre studiata la permeabilità al vapore e si è visto che all’interno della parete non si generano fenomeni di condensa interstiziale. Per quanto riguarda l’impianto fotovoltaico si è scelto di utilizzare la nuova tecnologia del fotovoltaico integrato all’interno del vetro del lucernario; ciò garantisce l’ottimizzazione della produzione fotovoltaica, mediante l’apporto di proprietà bioclimatiche di comfort termico all’interno dell’opera dovuto al fatto che quasi tutti i raggi ultravioletti e infrarossi vengono assorbiti da un materiale formato in gran parte da silicio che funge da filtro solare. Inoltre, l’intercapedine d’aria del vetro isolante garantisce un migliore rendimento termico all’interno dell’edificio. Quindi il lucernario fotovoltaico trasparente permette di guardare all’esterno e crea soluzioni multifunzionali tramite cui non solo è possibile produrre elettricità in loco, ma anche fornire un’illuminazione naturale grazie al controllo solare, evitando al contempo che i raggi UV e le radiazioni infrarosse penetrino all’interno dell’edificio (migliorando il comfort all’interno ed evitando l’invecchiamento prematuro dei materiali). L’inclinazione di 60° che si è data a questa finestra zenitale consente un ottimale smaltimento della neve nel periodo invernale, evitando gli accumuli che porterebbero a conseguenti cali di rendimento. Nella parete a sud del bivacco è stata prevista l’installazione di prese per l’arrampicata tipo “Boulder” creando così un completo connubio tra elemento architettonico e roccia. La telecamera dell’impianto per il controllo remoto sarà posizionata nella zona d’ingresso parzialmente coperta, così come la strumentazione di rilevamento temperatura e pressione.

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

Prospetti

dare-architettura, Rudy Davi — Bivacco Fanton Marmarole

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