Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Casa NG_R15 - Tommaso Rossi, Dorotea Buffa

$
0
0

Ristrutturazione di appartamento unifamiliare a 2 passi dalle passeggiate Talvera.

Tommaso Rossi, Dorotea Buffa — Casa NG_R15

oo_Cantiere


Meno di 31 - Filippo Parroni, Walter Cecchini

$
0
0

il progetto proposto si basa su due principi generatori:

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

da un lato la volontà di realizzare un progetto che si ponga in rapporto dialettico con il parco. questo, infatti, sottolinea la natura che lo circonda facendosi quinta del gioco di chiaroscuri prodotto dalla proiezione delle ombre delle alberature limitrofe che trasformano le facciate alle varie ore del giorno e nelle varie stagioni. contributo importante a questa manifestazione del mutamento è dato anche dalla vite canadese, la quale, attraverso i suoi mutamenti stagionali trasforma il volto dell’edificio.

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

dall’altro lato l’idea nasce dalla volontà di realizzare uno spazio introspettivo e intimo per il custode. per questo motivo l’abitazione è stata pensata parzialmente ipogea. alla quota di accesso viene realizzato un giardino ad uso esclusivo, filtrato verso l’esterno da un recinto che preserva l’intimità degli abitanti della casa favorendo, attraverso un lungo taglio orizzontale, una relazione privilegiata con la villa.

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

il giardino della casa, pur trattandosi di un’ esterno, propone un ambiente dall’atmosfera calda e intima, caratterizzato da un rivestimento di parete in pannelli di legno. il locale di servizio è stato inserito in stretto rapporto con il giardino al fine di ottimizzarne l’utilizzo.

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

l’abitazione è stata pensata parzialmente ipogea. lo spazio della casa può essere pensato come un ambiente unico, filtrato dal blocco servizi. la zona giorno affaccia da un lato verso la scala, dall’altro verso il parco a nord. la zona notte, totalmente ipogea, è illuminata dai grandi lucernari circolari calpestabili.

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

per ottimizzare i consumi energetici dell’edificio è stato impiegato un involucro edilizio ad elevate prestazioni e una cisterna per il recupero delle acque meteoriche per l’irrigazione del giardino, lo scarico dei wc e la lavatrice.

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

l’impianto di condizionamento è caratterizzato da una caldaia a condensazione e dal riscaldamento con sistema radiante a pavimento.

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

il costo stimato per la realizzazione dell’opera è di 200.000 euro.

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

pianta -1

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

pianta livello 0

Filippo Parroni, Walter Cecchini — Meno di 31

NUOVO SCIENCE CENTRE - Arcoengineering srl

$
0
0

PREMESSA | La rapidità con cui si rinnovano le scoperte scientifiche (e si rivoluzionano le tecnologie della comunicazione) fa sì che il luogo deputato alla divulgazione scientifica debba essere perennemente “in fieri” ed il suo contenitore debba guardarsi dall’assumere forme cristallizzate in un progetto destinato ad evolvere in continuazione. Questa proposta dunque non indaga tanto i contenuti oggi previsti per la rinnovata Città della Scienza quanto il tema della massima flessibilità dell’impianto volumetrico, dei percorsi e degli interni, soprattutto della loro capacità di trasformarsi nel tempo conservando l’immagine propria della “Città”.

Arcoengineering srl — NUOVO SCIENCE CENTRE

L’IMPIANTO VOLUMETRICO | Si è ritenuto essenziale conservare ed enfatizzare, per memoria storica e per coerenza di linguaggio architettonico, la linearità degli edifici tenendoli paralleli alla via Coroglio ed alla linea di costa valorizzando così la “Via della Conoscenza” in continuità con l’opera di Dani Karavan. Si è anche ritenuto di non creare interferenze tra gli edifici totalmente salvatisi dall’incendio e i due nuovi corpi edilizi: a ovest un edificio a due piani, “X”, lungo 168 m e largo 25, che fiancheggia la linea di costa e sviluppa una superficie utile di circa 8.000 m2 e a est un edificio a tre piani, “Y”, di 36,5×24 m, che sorge fra i piccoli capannoni semidistrutti dall’incendio, e sviluppa una superficie utile di circa 2.500 m2.

Arcoengineering srl — NUOVO SCIENCE CENTRE

planimetria generale

URBANISTICA E PAESAGGIO | Dalla piazza della ciminiera un grande arco, “scavato” nell’edificio “X”, allude ai borghi marinari del mediterraneo e forma una “piazza coperta” che conduce direttamente alla passeggiata a mare. Sulle due testate del lungo edificio si aprono altri due spazi, anch’essi affacciati a mare: a nord l’esistente “spazio delle esposizioni” all’aperto; a sud una nuova “piazzetta della memoria”– parzialmente coperta grazie all’uso “archeologico” dei capannoni semidistrutti del vecchio impianto industriale – che sarà destinata principalmente alle famiglie ed ai bambini.
  • Un’ampia vasca d’acqua – o fontana – di 500 m2 circa caratterizzerà la parte meridionale dell’area e sovra di essa affacceranno, specchiandovisi, sia i nuovi edifici X ed Y che gli edifici esistenti A1 e C; la vasca costituirà parte integrante dell’arredo della “piazzetta della memoria”, e farà da fondale prospettico alla “Via della Conoscenza”. Essa costituirà anche una eventuale riserva idrica per l’impianto antincendio.
  • Entrerà a far parte del paesaggio offerto dalla Città della Scienza a chi la osserva dal Parco Virgiliano, anche il giardino pensile previsto sulla copertura del corpo “X” (vedi ultimo paragrafo “ecosostenibilità e bioclimaticità) dal quale, a sua volta, si potrà godere il paesaggio dell’isola di Nisida e della baia di Pozzuoli.

ACCESSI | Allo scopo di assicurare la massima flessibilità ed economicità della gestione, l’impianto prevede di conservare l’accesso del pubblico là dove ora si trova (e cioè di fronte all’altro ingresso della Città della Scienza, nell’area di monte, non lontano dal parcheggio esistente); altri due accessi carrai, utili per eliminare o ridurre gli attraversamenti della Città da parte di mezzi pesanti, immetteranno su altrettanti percorsi che, eventualmente controllati, potranno essere lasciati aperti al pubblico e collegheranno la via Coroglio direttamente alla spiaggia.

Arcoengineering srl — NUOVO SCIENCE CENTRE

Pianta del museo

PERCORSI INTERNI e DISTRIBUZIONE DELLE FUNZIONI
  • Viene proposto un secondo sovrappasso pedonale alla via Coroglio, al limite sud dell’area, per consentire un percorso circolare di visita alla intera Città della Scienza, che potrà essere eventualmente collegato all’adiacente parcheggio pubblico. La permeabilità dell’area fra via Coroglio e la spiaggia è assicurata sia all’interno dell’impianto museale, attraverso la “piazza coperta” e la “piazzetta della memoria”, che all’esterno attraverso i due percorsi anzidetti; l’impianto proposto offre un’ampia e variegata possibilità di recintare l’area e di facilitare la regolazione ed il controllo del flusso di pubblico in funzione degli orari, dell’affluenza, o di particolari manifestazioni.
  • Il corpo “X” rappresenterà il cuore del Science Centre: al piano terreno, da una parte dell’arco, ospiterà l’ingresso (con buvette, bookshop, servizi ed eventuale biglietteria dedicata) e la officina dei piccoli, mentre dall’altra parte si troveranno le aree polivalenti. Al piano superiore – con affacci sul piano inferiore (che creeranno uno stimolante “paesaggio interno”, ovviamente da studiare con l’allestimento) – troverà ampio spazio l’esposizione permanente. Il corpo “Y” accoglierà al piano terreno, oltre a magazzini e depositi, una buvette (con spazi all’aperto sulla “piazzetta della memoria”) e ai due piani superiori le Agorà e i Laboratori. Al livello del primo piano un’ampia balconata – in continuità con le passerelle che lo collegano al corpo M ed al secondo sovrappasso dii via Coroglio – lambirà l’edificio e il suo ingresso principale; questo sarà raggiungibile dal piano terra anche attraverso le scalinate di accesso “a ponte” sulla grande vasca d’acqua.
L’ARCHITETTURA | I due corpi edilizi, concepiti per essere energeticamente passivi, pur “dialogando” tra loro attraverso l’articolazione e le dimensioni degli spazi esterni, sono architettonicamente trattati in modo diverso, quasi contrapposto.
  • Le facciate del corpo “X” presentano una vetrata continua, a tutt’altezza, protetta da alettoni brise-soleil orientabili – costituiti da pannelli multistrato con colle di tipo fenolico, di Pino Arauco perfettamente resistente all’aggressività del clima salino, montati su telai metallici – incernierati sull’asse centrale verticale, comandati da un sistema computerizzato che regola la luminosità dell’interno. La regolazione dei brise-soleil sarà sezionata in più settori appositamente determinati allo scopo di oscurare totalmente o parzialmente particolari porzioni degli spazi museali.
  • Il corpo “Y” avrà la pelle esterna rivestita da canne di bambou di medio diametro (50/100 mm) poste in verticale e legate fittamente una all’altra, e si apriranno leggermente verso l’alto, quasi ad evocare l’immagine di un boschetto ricomparso e cresciuto dopo l’incendio, di una specie arborea che forse era presente sull’area prima dell’insediamento industriale; alcune vetrate consentiranno di godere degli affacci sulla Città della Scienza e sulla Baia.

ECOSOSTENIBILITA’ E BIOCLIMATICITA | I nuovi corpi edilizi sono stati definiti nel rispetto della Direttiva Europea sul Rendimento Energetico degli Edifici “nearly zero energy”, che sarà in vigore a partire dal 2020, e pertanto garantiranno altissime prestazioni in termini di efficienza e consumi energetici, orientate soprattutto ad ottenere elevati standard di comfort ambientale e di reale benessere delle persone. Le risorse naturali (acqua, vento, sole, vegetazione, ecc.) utilizzate come materiali fondamentali dell’architettura e del sistema interattivo dinamico edificio/ambiente, insieme all’impiego di materiali biocompatibili garantiranno ottime condizioni psicofisiche agli addetti ed agli utenti. La copertura del corpo “X” ospiterà un giardino pensile, irrigato grazie al recupero delle acque meteoriche, che non inciderà in modo significativo sui costi di costruzione mentre contribuirà sensibilmente al bilanciamento del microclima esterno.

Arcoengineering srl — NUOVO SCIENCE CENTRE

Piazza della Ciminiera

CONCLUSIONI | Il sistema proposto, nella essenzialità delle sue componenti, presenta alcuni vantaggi che qui preme riepilogare e sottolineare: * assicura una considerevole permeabilità dell’area, sia fra la via Coroglio e il mare, sia fra l’accesso settentrionale e quello meridionale, con intercambiabilità dell’uso degli spazi, sia interni che esterni
  • permette di modificare nel tempo tutto l’impianto del museo, sia all’interno degli edifici che negli spazi esterni, senza vincoli e senza forme e volumi tali da condizionarne l’uso * insieme alla memoria dell’impianto originale e dell’incendio che l’ha devastata, conserva l’identità e il carattere della Città della Scienza, arricchiti da alcune vaghe reminiscenze architettonico-ambientali
  • infine la tipologia dei volumi edilizi e la qualità dei materiali proposti consentono di contenere al massimo i costi, sia di costruzione che di gestione e manutenzione.

Arcoengineering srl — NUOVO SCIENCE CENTRE

Distribuzione delle volumetrie

Arcoengineering srl — NUOVO SCIENCE CENTRE

schema della distribuzione interna

CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL) - Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti

$
0
0

Quassù l’ispirazione entra nel naso e la mucosa fiuta la storia dell’aria, i suoi viaggi.(Erri De Luca)

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

CONCEPTLa forma del bivacco trae origine da una visione biunivoca del mondo che ci circonda: per forma e per contenuto: la prima visione trae spunto dall’evoluzione della vita e dalla propensione dell’uomo alla ricerca della forma “perfetta”; la seconda chiave di lettura ha già trovato la forma negli elementi fisici che ci circondano, ad essa associa un contenuto, un organizzazione, una gestione dello spazio minima per raggiungere il massimo. La figura più appropriata ci sembra quella generata dalla sovrapposizione di queste immagini: un’architettura che in punta di piedi si appoggia su un contesto unico e in continua evoluzione, che cerca di appropriarsi dei colori circostanti ma al contempo si alza e slancia verso l’alto a mantenere e dichiarare una propria identità.

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Concept di progetto

FUNZIONALITA’ E QUALITA’ DEGLI SPAZI L’organizzazione degli spazi del nuovo bivacco comprende tutto il programma previsto dal bando di concorso e tiene conto delle necessità di FLESSIBILITÀ E POLIFUNZIONALITÀ: non può essere concepita la presenza di spazi di risulta, come vuoto a perdere, ma devono diventare invece il tema progettuale: l’occasione di costruire un sistema complesso dove ogni funzione si mescola all’altra.

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Nel corso della progettazione del bivacco sono state affrontate diverse tematiche legate a: a) il fruitore, generalmente individuo sportivo dotato di zaino contenente l’essenziale e attrezzatura tecnica come gli sci; b) il sito, come precedentemente descritto, impervio, selvaggio, impegnativo ma anche incontaminato; c) il tipo di costruzione e la possibilità di raffrontarlo ad altre realizzazioni particolari come vagoni letto, barche, navicelle spaziali, ecc., tutte situazioni molto differenti tra loro ma legate dalla necessità di condivisione di ambienti limitati; d) l’accessibilità: garantirne l’utilizzo tutto l’anno, con evidente differenza di situazioni climatiche, in particolar modo per il manto nevoso che può raggiungere anche i 4-5 m di altezza.

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Questi fattori, assieme alla consapevolezza del budget disponibile per la realizzazione, hanno contribuito a determinarne le seguenti caratteristiche: - la superficie orizzontale minima necessaria per l’alloggiamento; - l’altezza complessiva esterna dell’involucro di circa 6,50 m2 data dalla somma di quelle relative interne, per garantire la vivibilità degli spazi; - sviluppo in verticale con la doppia accessibilità per assicurare l’ingresso anche in situazioni climatiche difficili; - la contemporanea necessità di flessibilità nel posizionare il bivacco e di preservare il sito riducendo al minimo la superficie di attacco a terra, con fondazioni puntuali e struttura reticolare di sostegno; - l’utilizzo di ogni anfratto per il passaggio di canalizzazioni del ricircolo dell’aria, per il recupero dello sporco; - la struttura stratigrafica, studiata appositamente per preservare l’interno dalle temperature esterne; - la forma cilindrica, in luogo di una forma parallelepipeda, per la migliore aerodinamicità della stessa, offrendo quindi meno resistenza al vento e alla pioggia; - la pianta a forma circolare per trasmettere gli sforzi allo stesso modo in tutte le direzioni aumentando quindi la resistenza strutturale. - La parete composta per la struttura esterna della cellula abitativa permette una convezione naturale dell’aria dal basso verso l’alto migliorando quindi l’isolamento termico sia estivo che invernale e ridicendo i fenomeni di condensa che si possono venire a creare. - Gli spazi residui degli arredi sono sfruttati come camini interni con apposite griglie di ventilazione alla base (in parte anche dall’esterno) e in sommità che, sfruttando il principio della convezione consentono un naturale ricircolo d’aria evitando la stratificazione della stessa.

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E TECNOLOGICHE“La progettazione è la traduzione di un’idea e la progettazione delle strutture è la concretizzazione di queste idee.” La struttura portante è stata progettata pensando a due esigenze fondamentali: -economicità dell’intervento, cercando di utilizzare il più possibile elementi esistenti nel mercato, -velocità e facilità di messa in opera, riducendo al minimo le lavorazioni specialistiche in opera: sarà necessaria la sola bullonatura dei pezzi. Per la particolarità del sito, raggiungibile solo con l’elicottero nella fase di realizzazione, si è cercato di contenere il più possibile il peso della cellula abitativa, prevedendo la realizzazione di pareti portanti in acciaio con struttura di tipo alveolare.

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE Il manufatto è costruito con materiali e tecniche che assumono come obiettivo primario la sostenibilità: consumo energetico, facile reperibilità, prezzi contenuti, semplicità di posa e di riciclo, smontabilità, facile trasportabilità, prefabbricazione e montaggio in cantiere. Facile smontaggio e/o riciclo degli stessi. I materiali di cui è composto il bivacco sono tutti assemblati a secco, proprio per rendere l’intero processo di fabbricazione reversibile al 100%, in modo semplice e veloce senza bisogno di processi inquinanti.

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

DETTAGLI INTERNI

RICONVERSIONE Tutti gli elementi che compongono il progetto sono dunque concepiti per essere rapidamente assemblati, disassemblati e nuovamente ricollocati in altre posizioni, all’interno di un ciclo di vita che, considerando l’economicità e la semplicità dei singoli elementi, può protrarsi a lungo.

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Marco Brusarosco, Mattia Rostello, Stefano Paludetto, Chiara Nicole', Ilaria Gambuti — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO F.LLI FANTON SULLE MARMAROLE (BL)

Home building, ZAC Masséna - Hamonic+Masson & Associés

$
0
0

Members of the Council of Paris revised the urban regulations for the Masséna- Bruneseau sector in Paris’ southeasterly 13th arrondissement at the city council meeting of Tuesday 16th November 2011. This amendment will allow the construction of residential towers measuring 50 metres tall, and of office blocks measuring up to 180 metres tall.

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Functioning as one single building and offering social housing and home ownership opportunities, the project links the strict rigidity of the Avenue de France, the railway landscape, the entrance to the Ivry suburb and finally the transition from a linear city to a vertical one.

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

The terraces spiral upwards, catching the light at every angle, adding to the allure of this tiered tower, whilst leaving an impression of progressive transformation. The performance resides in the fact that there is no feeling of repetition throughout this structure of 200 homes. The apartments are stacked on top of one another, but each has its own strong, unique identity.

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Many people aspire to live in suburban style, individual housing. There are many reasons for this, but in particular being able to create a true identity for one’s own home. Secondly there’s appeal of eating outside, having direct contact with the outdoors from the comfort of your own house, all whilst owning ones own land. These desires must be integrated in to the scale of the apartments in a collective building. We have responded to this search for individual identity, ownership and differentiation by creating multiple exterior spaces and apartments with various, differing typologies within the collective.

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Living up high gives a sense of privilege: the view, the light and the sunshine… Some say they “have their head in the clouds.” Being in the city whilst also being able to shut oneself off and see the land below and the horizon: living here is like getting away from it all.

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

© Takuji Shimmura

The HOME project will be complete at the beginning of 2015 and will be the first housing operation of 50 metres to be built in Paris since the 1970s. It is symbolic of a willingness to reconsider the possibility and the potential of height in Paris.

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés / Comte Vollenweider

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

© Takuji Shimmura

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Hamonic+Masson & Associés — Home building, ZAC Masséna

Nuova veste e cuore - Fabiana Breccia

$
0
0

Quando un’abitazione è progettata pensando solo alle norme da soddisfare e non alle persone che la abiteranno, nascono le attuali costruzioni e involucri che “casa” si chiama ma che non lo è. Coinvolta in questo progetto, da un amico che disperato si è trovato a ragionare su uno scheletro di cemento, pensato (come detto prima) per la norma e non per gli abitanti, insieme, abbiamo ripensato a tutti gli spazi, a tutte le aperture e a tutte le funzioni, mantenendo al contempo la gabbia cementifera. Ne è uscito un progetto misurato sugli abitanti futuri, studiato intorno a loro e per loro.

Fabiana Breccia — Nuova veste e cuore

Vista esterna dal giardino

Fabiana Breccia — Nuova veste e cuore

Ingresso

Fabiana Breccia — Nuova veste e cuore

Scala di collegamento tra il seminterrato e il piano terra

Fabiana Breccia — Nuova veste e cuore

Vista zenitale piano terra

Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry - Clément Blanchet Architecture

$
0
0

Clément Blanchet Architecture and his team reveals a project for the Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry in Toulouse. After being shortlisted 1st ex aequo at this international competition, a competitive dialogue phase has selected the local team Cardete Huet. The design proposes a new prototypical space that captures a certain aesthetic of science. We present this adaptable three dimensional infrastructure as an articulation between the campus and the city linear urban development (ZAC Montaudran).  The evolution of representations in the world today results in a considerable amount of hermetic objects to the city and public space. The IRT building tends to define new forms of transparency. The overall built envelop is perforated with skylights and air, generating new views, depths, and finally translate an institution open to the world and the future.  This structure, which opportunistically contains the maximum envelop of the site, welcomes 25,000 m² and can propose an almost infinite diversity through its skeleton. We reinterpret the boards of the Encyclopedia by recon ducting in our design a kind of “Report Table”.  The three-dimensional frame promotes the free association of ideas via generous space, flexible, offering constant new programmatic relationships, allowing for open devices, multiple, scalable and productive by a robust structure, providing transparency and comfort.  Mixing experimental workshops, parking, laboratories, offices and non-affected areas to date involves a volume mixing the logic of sharing and exchange. Terraced gardens are like planting lines and form part of this structure. Interior and exterior merge since each of the programs constituting the building can appropriate the number of frames they need. These changes through time does not alter the overall integrity of the entity within the general invariants: an exoskeleton, patios, cores and corridors but will promote a total programmatic flexibility.  The project ’s team is constituted of Clément Blanchet Architecture (mandatory) in collaboration with AUA, the engineers AUXITEC, OTCE, the economist COLLIN and acoustician ORYTHIE.

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

L'encyclopédie adaptée à l'IRT

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

La table des rapports

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Epuisement de solutions volumétriques

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Equilibre des pleins et des vides

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Synthèse programmatique

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Developpement conceptuel

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Table des rapports en volume

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Flexibilité spatiale

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

L'entrée de l'IRT

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Vue du parc

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Complexité des espaces dans l'infrastructure spatiale

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Vue du Ring

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Plan du dernier niveau

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Elevation Parc Entrée

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Une journée particulière

Clément Blanchet Architecture — Institute for Research and Technology (IRT) Saint Exupéry

Infrastructure spatiale

Il Sogno di Pia - Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa

$
0
0

Il progetto prevede la realizzazione di nove alloggi che, pur avendo carattere residenziale, sono assimilabili a strutture di tipo assistenziale. La quotidianità dei rapporti sociali è l’obiettivo primario dell’intervento, il quale assieme alle attività di volontariato già presenti in loco, ha come primo intento quello di identificarsi come “buona pratica” per future realtà dedicate agli anziani.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Le connessioni tra le varie parti del progetto avvengono attraverso percorsi pedonali percorribili per pendenze e natura dei materiali dalle carrozzine. Un assunto fondamentale dell’intervento è l’esclusione delle macchine dai suoi spazi esterni, raggiungibili attraverso l’ingresso carraio solo da mezzi di soccorso in situazioni di necessità. Questa scelta è dettata dalla volontà di riportare l’attenzione sulla persona, sulla centralità della figura dell’anziano che deve poter usufruire della massima libertà in totale sicurezza.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Il tema compositivo affrontato è quello del cortivo, attraverso il ritmo delle forme generate dai corpi di fabbrica che compongono l’intero progetto. Il cortivo, per sua natura luogo di aggregazione, è interpretato come legame tra tradizione e contemporaneità, punto di forza attorno al quale tessere i fili dei rapporti umani e sociali che stanno alla base dell’iniziativa. Il grande vuoto che separa i due blocchi di residenze deve quindi essere interpretato come un momento dove le persone possono incontrarsi e relazionarsi. Gli sfalsamenti generati sulla pianta dei volumi enfatizzano questa tematica, individuando nello studio della pavimentazione esterna l’elemento di connessione tra gli spazi esterni e le scansioni geometriche interne. Inoltre, considerata anche la specifica finalità dell’intervento, si prevede che non vi siano soglie sugli ingressi alle abitazioni, al fine di garantire una comunicazione complanare e agevolata tra interno-esterno. Gli spazi scoperti disegnano l’intero contesto dell’intervento, trovando la massima espressione nel parco a nord del campo di bocce. Il tema del parco si sposa con le finalità antropologiche del progetto essendo pensato come un percorso tra le peculiarità del territorio che ha come elementi principali una fontana e degli orti didattici gestiti dall’attività di volontariato.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Planimetria di progetto.

Gli spazi esterni individuano come elemento di sintesi tra nuovo ed esistente la pergola scoperta, pensata ad est del primo blocco ed affacciata sul campo di bocce. La pergola, in legno di larice, diventa il fulcro di aggregazione e dialogo. L’ambizione del progetto è quella di proporsi come “buona pratica” di un modo di costruire dove l’energia viene fornita dal sole. La razionalità della composizione architettonica è intesa sia come strumento per inserire un nuovo aggregato coerente con la scala urbana, sia come integrazione di tutte quelle tecnologie che favoriscano un riscaldamento ad emissioni zero.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

La pianta dei due edifici definisce involucri edilizi essenziali e generosi negli spazi interni, in modo da garantire la massima libertà di movimento alle persone anziane, o con impedimenti motori, che ne usufruiranno. Le murature sono costituite da una struttura portante in calcestruzzo rivestito esternamente con cappotto, mentre internamente la stratigrafia della parete è definita a seconda della destinazione dei locali con contropareti in cartongesso o in laterizio accoppiato all’isolante acustico. Le dimensioni dell’alloggio (7,45 m x 9,45 m) prevedono una dislocazione semplice dei locali, con alcune minime variazioni che individuano due tipologie. L’ingresso all’alloggio è un filtro che ha la duplice funzione di riparare la zona giorno dagli sbalzi termici e quella di ospitare le armadiature d’ingresso. Da qui si accede al soggiorno, rivolto a sud per sfruttare la miglior esposizione, con angolo cottura e con una grande porta finestra che apre la prospettiva verso gli spazi esterni. La zona notte e il bagno sono a nord. Nello specifico i bagni sono attrezzati in modo da rendere agevole l’utilizzo da parte dell’anziano o del disabile anche nel caso dovesse essere aiutato; in quest’ottica trovano spiegazione le dimensioni del locale e il duplice lay-out che è stato studiato. Lo studio degli arredi si definisce nelle sue particolarità idoneo all’utilizzo delle persone disabili, mentre l’intero alloggio ha un controsoffitto radiante che è fonte di riscaldamento e vano tecnico per il passaggio degli impianti per il ricambio d’aria meccanico.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

L’integrazione tra aspetti tecnologici e compositivi sintetizza le forme e il linguaggio nella sezione architettonica degli alloggi. La falda sud, con i pannelli fotovoltaici inclinati di 30° per evitare accumuli di neve, è composta da un pannello X-Lam e da un rivestimento in Zintek e la sua forma trova continuità compositiva nella struttura in legno lamellare, di larice, ritmata dai portali che scendono a terra nei lati nord degli edifici. Su questi portali sono installati dei listelli in legno di larice che mascherano le zone dei servizi e definiscono privacy e intimità in prossimità degli edifici. La vera copertura è quindi quella calpestabile al piano primo, divisa in un vano tecnico chiuso e in una terrazza aperta raggiungibile da due scale esterne in acciaio.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Foto plastico di progetto.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Foto plastico di progetto.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Il Sogno di Pia

Foto plastico di progetto.


MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEL CIMITERO COMUNALE DI PRIOLO GARGALLO - natalinoRizzitano

$
0
0

Si è trattato di un intervento nella parte che si identifica col “Cimitero vecchio” di Priolo, tutelato ai sensi della legge 1089/1939. L’analisi del contesto e le scelte operate sono state finalizzate ad una e propria riqualificazione di tutto il sito che aveva raggiunto livelli di degrado troppo elevati sotto ogni punto di vista. Tale modus operandi è stato positivamente apprezzato dalla Soprintendenza BBCCAA di Siracusa nel parere positivo espresso in data 13/02/2008. Sono stati smantellati tutti i viali ricoperti di asfalto ed erbacce, sono stati riconfigurati i viali ed i campi di inumazione a terra, è stata consolidata e restaurata la chiesetta al centro del nucleo vincolato, sono state realizzate delle isole ecologiche con fontanelle e cesti getta rifiuti. La soluzione adottata per i viali è stata dettata non solo da funzioni estetiche ma principalmente da motivi tecnici: sono stati realizzati dei “viali drenanti” usando massicciate drenanti e ghiaia fine pedonalizzabile eliminando totalmente il problema dell’allagamento nei giorni di pioggia. Il viale principale che conduce dall’ingresso alla chiesa, quello trasversale che si apre verso il “Cimitero nuovo” a nord e lo spazio antistante la chiesa sono stati realizzati con basolato calcarenitico. Riguardo ai campi di inumazione, sono stati seminati i prati e realizzati i relativi impianti di irrigazione. La chiesetta è stata consolidata con interventi di cuci scuci delle murature di pietrame e rincocciature delle stesse. Per quanto concerne gli intonaci, si sono utilizzati materiali a base di calce, dato l’intervento su di un edificio completamente in muratura, rimuovendo totalmente gli intonaci cementizi di un precedente intervento, non idonei al tipo di materia sottostante. Il risultato è stato quello di una “riqualificazione urbana di un pezzo di città”, essendo il Cimitero il luogo in cui tutto il paese è rappresentato e ricordato.

natalinoRizzitano — MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEL CIMITERO COMUNALE DI PRIOLO GARGALLO

natalinoRizzitano — MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEL CIMITERO COMUNALE DI PRIOLO GARGALLO

planimetria di progetto

natalinoRizzitano — MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEL CIMITERO COMUNALE DI PRIOLO GARGALLO

Progetto Flaminio - SERGIO PASCOLO ARCHITECTS, Andrea Morri

$
0
0

Riqualificare un interno con la città Il Flaminio è già un quartiere di qualità: solido disegno urbano, ottima dotazione infrastrutturale, eccellenze funzionali, una forte dinamicità progettuale. La proposta si colloca quindi in un contesto urbano dal quale attingere stimoli e suggestioni, anziché dovere fungere da unico volano per nuove dinamiche di sviluppo, riqualificazione e rifunzionalizzazione. E’ quindi possibile procedere alla trasformazione dell’area concentrandosi sul rinnovamento dello spazio interno come nuovo spazio urbano che si rivitalizza proprio a partire dalla connessione con la qualità e la dinamicità delle funzioni e delle dotazioni del contesto. La trasformazione è quindi l’attivazione di un processo “scambiatore di qualità” tra la città e i nuovi spazi e funzioni previsti, in una dinamica di reciproco vantaggio. Il modello insediativo proposto è pensato per favorire questo scambio, sia alla scala locale degli spazi e delle strade prossime all’area, sia in un ambito più ampio.Riqualificare un interno con la città

SERGIO PASCOLO ARCHITECTS, Andrea Morri — Progetto Flaminio

Fronti / Retri I confini dell’area di concorso sono, visti dall’interno, in gran parte linee e spazi da cui distanziarsi e con i quali è molto difficile tessere relazioni, fisiche, funzionali o formali. Solo Via Guido Reni (e in parte Viale Vignola) consentono di immaginare un “fronte” verso lo spazio urbano di tipo più tradizionale. La proposta articola perciò fronti e retri in modo attento ai bordi ed alle aderenze, riempiendo l’area di nuovi vuoti, spazi pubblici di qualità definiti dai fronti dei nuovi edifici e dalle nuove funzioni. Gli spazi dei distacchi con muri di cinta, confini e l’attuale strada interna nord – sud che costeggia l’area della Polizia di Stato, possono invece essere opportunamente utilizzati per consentire l’accesso veicolare all’area ed ai parcheggi interrati (pubblici e privati) di servizio agli insediamenti (due piani interrati). I rapporti interno – esterno si fanno quindi meno rigidi, offrendo l’occasione di tessere relazioni fisiche e funzionali con la città.

SERGIO PASCOLO ARCHITECTS, Andrea Morri — Progetto Flaminio

Spazio fluido

La proposta disegna un ampio spazio interno pubblico e pedonale, ridefinendo, dove possibile, i fronti strada con l’aderenza dei nuovi edifici al filo edilizio preesistente. Gli spazi interni sono definiti dai fronti dei nuovi edifici disposti secondo un modello insediativo che rompe la rigidità del contesto e consente di delimitare uno spazio fluido senza soluzione di continuità (verde, spazi pedonali, ecc.). Anche la futura Città della Scienza partecipa e contribuisce alla dilatazione degli spazi pubblici interni. Lo spazio pubblico è posto in diretta connessione con la città e le principali emergenze urbane (Maxxi, Auditorium, aree sportive, ecc.), divenendo, esso stesso, uno dei nuovi poli di qualità di riferimento del Flaminio. Tale impostazione consente inoltre di rinforzare il senso della trasformazione e permette ai nuovi insediamenti di dialogare a pieno titolo con la città anche in attesa della realizzazione della Città della Scienza, evitando, qualora non venisse mai realizzata, il senso del “non finito”.

Progressione temporale La proposta tiene conto di una realizzazione per fasi degli interventi e la possibile coesistenza di nuovo ed esistente anche nelle fasi intermedie. Non è cioè necessario procedere alla totale e preventiva demolizione degli edifici esistenti, ma è possibile diluire lo sforzo economico di demolizione, realizzazione di infrastrutture, urbanizzazioni ed opere edili, in relazione ad un programma di investimenti che potrà essere valutato in sede attuativa dalla committenza. La Città della Scienza, localizzata in un lotto separato, potrà essere realizzata autonomamente in relazione alla reale verifica di fattibilità dell’iniziativa anche successivamente alla realizzazione delle intero complesso, senza per questo indebolire la forma e la qualità del nuovo insediamento.

MENO DI 31 - Giuseppe Mazzaglia, Laura Nigro, Manuela Santarpia, Michele Versaci

$
0
0

All’interno del parco della Villa Belpoggio-Baciocchi è adagiato un monolite dal colore rosso mattone. Il contrasto è forte e deciso: il volume si inserisce nel declivio naturale del lotto, immerso nel paesaggio dei colli bolognesi.

Giuseppe Mazzaglia, Laura Nigro, Manuela Santarpia, Michele Versaci — MENO DI 31

La risposta alla domanda su quanto – e quale - spazio occupare all’interno dell’area è arrivata da una riflessione sulla figura del custode, guardiano e garante di un’area ben più estesa della sua casa: il progetto nasce dal tema del mutuo scambio visivo fra il custode e il suo parco. Da qui l’idea del riferimento, morfologico e materico, alle torri medievali di Bologna, che ha portato a sviluppare l’abitazione in altezza, ricoperta da una pelle di mattoni – citazione classica delle costruzioni bolognesi – visivamente permeabile grazie a gelosie modellate con software parametrici che hanno permesso il controllo degli scambi di luce, aria e calore con l’esterno.

Giuseppe Mazzaglia, Laura Nigro, Manuela Santarpia, Michele Versaci — MENO DI 31

Dietro l’involucro, ampie superfici trasparenti illuminano spazi a doppia altezza e durante la notte trasformano l’intero edificio in una lanterna, che dichiara la silenziosa e costante presenza del custode. L’articolazione del progetto, esaltata dalla luce dell’involucro, marca la differenza fra esterno e interno, garantendo privacy dal parco pubblico circostante.

Giuseppe Mazzaglia, Laura Nigro, Manuela Santarpia, Michele Versaci — MENO DI 31

Il progetto svela la sua complessità all’interno, con ambienti distribuiti a diversi livelli in un continuo raumplan, che partendo dal naturale dislivello del lotto, dove si collocano locali tecnici e deposito, si sviluppa intorno ad una scala centrale, reale fulcro dell’abitazione.

Giuseppe Mazzaglia, Laura Nigro, Manuela Santarpia, Michele Versaci — MENO DI 31

La scelta dei materiali, mattone e legno lasciati a vista, rispetta le necessità di budget, garantendo comfort e flessibilità nella personalizzazione. L’effetto finale è quello di un’architettura animata da “buone vibrazioni” che rivive della propria storia e guarda instancabilmente in avanti.

Illustrazioni - Franz Leder

$
0
0

Dal dettaglio di un’immagine rielaborata, la restituzione di una nuova fantastica scena.

Franz Leder — Illustrazioni

Gruppo danzante

Franz Leder — Illustrazioni

Ritratto mucca

Franz Leder — Illustrazioni

Autunno

Franz Leder — Illustrazioni

Primavera

Franz Leder — Illustrazioni

Lava

Broombank - SOUP Architects

$
0
0

Winner – RIBA East Award 2014

SOUP Architects — Broombank

Photographs by Andy Matthews Film by Stephenson / Bishop with Andy Matthews

SOUP Architects — Broombank

Built on the edge of the River Alde in Suffolk, Broombank is a new build house designed by SOUP Architects on a designated site of ‘Outstanding Natural Beauty’.

SOUP Architects — Broombank

The building is set into the banks of the sloped site and accessed via a single-track lane that arrives into a sunken entrance courtyard, offering glimpses of the views beyond. The oak lined entrance space set behind the ground floor pale grey brick façade, is continued through the house to the informal, angular living areas that open out into the expansive marshland landscape to the south.

SOUP Architects — Broombank

Large, sliding glass doors allow the surrounding landscape to be ever present throughout the house and carefully positioned rooflights allow day/sunlight to fill the spaces throughout the day. The use of naturally finished oak panels, power floated white concrete floors internally is complimented by the continuation of the handmade Petersen bricks from outside and the injection of small amounts of vibrant colour to the kitchen and bathrooms give the project a strong material richness.

SOUP Architects — Broombank

The thermal mass of the concrete floors, masonry walls built into the earth bank and highly insulated sedum roofs help to maintain an excellent ambient internal temperature. An integrated MVHR heat recovery system ensures the demand for internal space heating is kept to a minimum and solar water panels on the roof supplement the demand for hot water all year around.

SOUP Architects — Broombank

The brief from our client was to create a relaxed contemporary house within a reconsidered, ‘natural’ landscape that blurred the site boundaries to its neighbours and adjoining marshland. The undulating wild turf lawn creates a softened edge to the house into which the black lined pool extends.

SOUP Architects — Broombank

RIBA Awards Assessment:

SOUP Architects — Broombank

“This house creates an extraordinary unfolding relationship to an expansive watery landscape with a very limited and controlled material palette of pale grey linear bricks, plaster and timber.

SOUP Architects — Broombank

The brick walls meander through and retain the banked landscape, offer a glimpse of the wetlands beyond. The timber lined entrance hall leads the eye first up through a top-lit glass atrium roof and then out through the long glass wall to the distant view.

SOUP Architects — Broombank

The minimalist design belies the adaptability and liveability of the house: a large wooden sliding wall can separate the family room from the rest of the house, the glass sliding wall allows the house to open out to the landscape, folding shutters to the upstairs bedroom creates a direct visual and acoustic link to the atrium and rest of the house. In the end, the careful geometric and material choices are augmented by an exemplary control of light and views. “

SOUP Architects — Broombank

SOUP Architects — Broombank

SOUP Architects — Broombank

SOUP Architects — Broombank

SOUP Architects — Broombank

Ground Floor Plan

SOUP Architects — Broombank

First Floor Plan

MENO DI 31 - Gioacchino Jelmini

$
0
0

Il prospetto principale dell’edificio si presenta come una scenografia barocca costituita da un lungo muro bianco su cui si scorge un’apertura d’ingresso decorata a graffito (elemento decorativo che richiama l’architettura seicentesca, epoca in cui venne edificata la Villa Belpoggio-Baciocchi). Varcando la soglia di questa “quinta” ci si trova davanti ad una struttura minimalista, avente come unico orpello una concrezione in acciaio corten che conduce all’ingresso vero e proprio dell’abitazione. Internamente la casa è illuminata da ampi lucernari che tagliano di netto la copertura dando modo di sfruttare il più possibile l’illuminazione naturale.

Gioacchino Jelmini — MENO DI 31

Gioacchino Jelmini — MENO DI 31

Gioacchino Jelmini — MENO DI 31

Gioacchino Jelmini — MENO DI 31

Residenza Unifamiliare - Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa

$
0
0

La particolare forma del lotto, con asse principale in direzione nord-sud, la sua zona di accesso e l’eterogeneità del contesto urbano limitrofo sono stati gli spunti di riflessione iniziali del progetto. La presenza di nuclei familiari e insediamenti produttivi evidenzia infatti necessità d’intervento che esigono risposte specifiche.L’edificio deve reagire attraverso la propria forma alla natura del sito, instaurando una nuova dialettica con i volumi esistenti.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare

Il progetto segue criteri e soluzioni architettoniche semplici e lineari, coniugando le consapevolezze della tradizione con il linguaggio della modernità. La ricerca della razionalità si concretizza sui prospetti attraverso una forometria ragionata sul contesto, sull’esposizione solare e sulle necessità di chi vive la casa.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare

Sulla pianta del piano terra (dimensioni 13,50×9,50 m) invece la semplicità delle linee compositive si evince dalla distribuzione, ordinata e organizzata secondo una netta divisione tra ambienti di soggiorno, luogo dello stare, e locali di servizio. I due spazi si contrappongono per posizione ma anche per caratteristiche: a nord l’edificio ospita una zona di servizi progettati in base alla funzionalità, verso sud è quasi la luce stessa che, filtrando attraverso le grandi vetrate, disegna soggiorno, zona pranzo e cucina, ambienti ampi e accoglienti. Tutti i locali del piano terra sono connessi da un atrio centrale a cui si accede direttamente dalla bussola d’ingresso, spazio con funzione di filtro finalizzato sia a smorzare gli sbalzi climatici sia a rispondere alle dinamiche funzionali della casa.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare

L’elemento cardine della zona giorno è la stube, punto attorno al quale gravitano i locali del piano terra. Qui sono racchiuse le sfumature di familiarità e comfort, prerogative base delle scelte progettuali. La stube occupa un minimo ingombro nell’atrio, da dove si esegue il carico di legna, si modella nel soggiorno dando forma a calde sedute con volumi geometrici nel rispetto del linguaggio compositivo del progetto ed infine diviene una panca per il tavolo della cucina.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare

La zona notte, al piano primo, si raggiunge dalla scala salendo lungo la quale si arriva in un luminoso living lontano dai rumori del piano terra, ricavato in un volume che si caratterizza per l’aggetto del prospetto sud e per il materiale di rivestimento che dà continuità di linguaggio a quello utilizzato nell’accesso pedonale. Da questo spazio si accede ad un disimpegno che serve le stanze della zona notte, due bagni e tre camere da letto, filtrandole ulteriormente dagli ambienti più rumorosi. A nord trovano spazio le due camere singole caratterizzate dai tagli verticali in facciata, che aprono la vista verso le montagne circostanti, e con un bagno loro riservato. La camera matrimoniale, a sud-ovest, presenta una loggia privata ed è dotata di un bagno con accesso diretto dalla camera.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare

La linea pura che scandisce il ritmo delle forometrie trova la massima espressione nella copertura. Questo elemento, oggetto di precise riflessioni a partire dall’analisi dell’eterogeneità delle tipologie edilizie circostanti, è a falda unica a bassa pendenza, in modo che possa garantire coerenza con gli assunti progettuali e meglio inserirsi tra le coperture esistenti. Il tetto racchiude i caratteri della tradizione, lasciando le travi a vista, ma è stato pensato per coniugarsi con tecniche costruttive contemporanee che rispondono ai requisiti energetici richiesti senza tralasciare l’aspetto compositivo. Si utilizzano pannelli X-Lam in luogo del normale tavolato per poter alleggerire il profilo della copertura nella sua stratigrafia di bordo, con una finitura esterna in Zintek per garantire una lunga durata e coerenza di linguaggio con lattonerie e camini. Strutturalmente l’edificio presenta solai e setti in calcestruzzo armato, muri di tamponamento in laterizio e viene interamente rivestito con isolante a cappotto.

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare

Alessio Bortoluzzi, Sabrina Rossa — Residenza Unifamiliare


Ricostruzione di Palazzo Lettimi - anton luca nannini

$
0
0

Un vuoto urbano così sedimentato, fatto non unico per la città, e profondamente sofferto non per le cause del suo disfacimento ma per il desolante protrarsi in condizioni incongrue dal suo contesto, è la specifica condizione che si propone dinnanzi al programma di ricostruzione di Palazzo Lettimi. In questa fase preliminare ci si è proposti di delineare alcuni elementi che conducano all’elaborazione del progetto finale, in seguito descritti, ma prima si è rintracciata una linea di comprensione analitica dell’evoluzione dei monumenti riminesi. C’è un’opera, nella storia dell’arte, che identifica in molti trattati manualistici, in prevalenza non di area italofona, il momento chiave di passaggio tra medioevo e rinascimento; non interessa qui indagare le motivazioni di questo ma constatare che il Tempio Malatestiano sia un’opera grandemente più significativa del suo intrinseco valore didascalico. In buona misura la causa di questa dote risiede nell’approccio analitico che indaga il precedere del disegno della sua architettura e della sua costruzione. Come ben descritto nell’opera teorica dello stesso Alberti, la ricerca su quanto esiste, sotto gli aspetti tecnici e costruttivi ma anche come significati e legami con alcuni contesti a più larga scala di tipo territoriale ed anche letterario, tendono ad evolvere l’architettura; l’operazione di addossare ad un edificio esistente un involucro nuovo rappresenta di per sé una tecnica già in grado di comprendere ed innescare questo processo. Se certamente il disegno del Tempio Malatestiano è preceduto da un rilievo della composizione dei monumenti della città (l’Arco d’Augusto e probabilmente il Ponte di Tiberio) nel discreto e da una ricerca sul reimpiego dell’antico in senso più ampio, credo altrettanto certo che l’approccio progettuale al disegno del fronte del Teatro Galli sia costituito dalla comprensione delle condizioni che hanno prodotto il Tempio Malatestiano e dalla riproposizione di queste in chiave analitica e non testuale. Nonostante operasse in tutt’altro contesto culturale e temporale rispetto a quello di Alberti, a Poletti si deve accomunare con questo, almeno per la facciata del suo intervento riminese, una certa introspezione compositiva ed una operatività figurativa che origina da tutt’altro che da un eclettico gesto personale compositivo. L’uso della sovrapposizione in facciata dei sistemi costruttivi colonna-trabeazione e arco-contrafforte, rafforzati dalla dicotomia dei materiali impiegati: pietra e laterizio (nel disegno originale le colonne sono in pietra, successiva la scelta del laterizio levigato a sezione rastremata per nascondere la malta cementizia alla vista), celebra la sovrapposizione delle architetture che compongono il tempio. Evocare il passato è il rischio di attribuirgli una valenza scenografica; leggere, scrutare e comprendere il passato significa radicarlo nel presente e, nell’ambito determinato del progetto di architettura, generarsi: questa è anche la storica dualità che divide i filoni culturali sull’archeologia, intesa in senso ampio, ma è anche il rischio che si correrebbe attuando una sterile riproposizione filologica dell’architettura storica che, come sopra si è dimostrato, risulterebbe di fatto astorica. In sintesi ciò che potrebbe rappresentare l’impianto teorico da impiegare per il progetto di ricostruzione della facciata di Palazzo Lettimi si può riferire allo stesso modello che produsse altri monumenti della città antica: leggere la contemporaneità delle architetture monumentali e produrre un’architettura attuale, proporre le medesime espressioni che si sono evolute così da rievolverle nello stesso luogo.

anton luca nannini — Ricostruzione di Palazzo Lettimi

Un comparto urbano antichissimo attiguo al foro del castrum di fondazione della città, probabile sede del proscenio del teatro in periodo tardo imperiale; l’edificio risale all’inizio del sedicesimo secolo, con la strutturazione su due livelli; l’assetto che si stabilisce nella seconda metà del diciottesimo secolo e giunto fino alla condizione pre-bellica, vede l’innesto del terzo livello e la definizione di tutto l’apparato decorativo della facciata principale, così come possiamo oggi riportarlo. Il fronte è attualmente caratterizzato dalla permanenza degli elementi che riconducono al palazzo del ‘500 al primo ordine, un secondo ordine di chiara essenzialità costruttiva al piano nobile ed uno più modesto al piano sottotetto; cordoli marcapiano, finestre e sporto di gronda in pietra d’Istria, il cordolo del basamento a scarpa, che presenta la stessa fregiatura elicoidale del cordolo del tempio malatestiano, è in pietra arenaria, il paramento murario probabilmente fu intonacato per lungo periodo, presenta nella seconda metà dell’ottocento la riduzione a vista del laterizio che, anche se non levigato, risulta in linea evolutiva con la convivenza del laterizio assieme alla pietra d’Istria, ormai evidente carattere architettonico dei monumenti e degli edifici di pregio della città.

anton luca nannini — Ricostruzione di Palazzo Lettimi

Il progetto muove dalle considerazioni proposte sopra e si pone in maniera complessa come comunicatore delle stratigrafie non solo materiche o archeologiche ma anche storiche e storiografiche; a queste seguono ulteriori principi tecnici per l’elaborazione del progetto finale. Il primo di questi è il mantenimento delle parti residue del fabbricato originario, rimaste in condizioni strutturali e tipologiche tali da supportare ed integrare un progetto di architettura attuale. Ancora il ripristino dell’impatto volumetrico del fronte strada, rapportato con l’antistante palazzo Diotallevi; la ricostruzione volumetrica dei corpi edilizi retrostanti, dell’impluvio e della corte interna. Infine l’impiego di tecniche e materiali finalizzati all’ottenimento di un manufatto edilizio che accosti a prestazioni statiche ed ambientali una tensione formale che, in contrasto linguistico, concorra ad evidenziare l’intervento di un’architettura costruita nel costruito.

anton luca nannini — Ricostruzione di Palazzo Lettimi

Strati verticali: Una facciata che, al contempo esprima la sua evoluzione nel suo contesto, e che si annunci come architettura molteplice e continua, come narrazione e allegoria dell’accrescimento urbano e culturale.Quattro livelli nella sezione trasversale del fronte principale: la porzione rimasta dell’edificio antico (con l’annessione degli elementi decorativi in pietra conservati in altro loco); uno strato opaco; una fascia libera; uno strato trasparente. Il primo si costituisce con quanto, di poco, resta sull’area ovvero una porzione di paramento murario in laterizio con il portale principale, tre finestre del primo ordine ed il cordolo del basamento; a questi si appongono le restanti parti, collocate presso il deposito comunale sottostante la Scuola elementare XX settembre. Attualmente questo patrimonio si combina di un notevole numero di conci e porzioni in pietra, provenienti prevalentemente dall’apparato decorativo della facciata; manca di una catalogazione specifica ma sommariamente, dalla documentazione fotografica delle demolizioni del 1966, si può dedurre che sarebbe possibile ricomporre le finestre, i cordoli marcapiano e la trabeazione su mensole dello sporto di gronda, della porzione sud della facciata (lato sinistro della vista del fronte strada). L’intero apparato decorativo conservato può essere rimontato con un processo differenziato di anastilosi da una parte e di completamento delle parti mancanti dall’altro; quest’ultimo è ottenuto tramite l’impiego della nuova struttura in acciaio, successivamente descritta, come intelaiatura delle parti da sostenere e come produzione del duplice rapporto tra struttura e figurazione architettonica, già disvelato dagli edifici monumentali della città. Lo strato opaco di ricucitura tra le parti decorative ha un ruolo chiave nella riproposizione del fronte, si caratterizza per l’utilizzo di materiale composito, apposto a secco, che produce un contrasto formale, stabilendo nettamente la distanza tra costruito e ricostruito. Nella fascia libera, che rileva la distanza tra il livello della facciata originaria e la nuova, si interpone il telaio della struttura in acciaio addossato internamente al muro preesistente in laterizio. Lo strato trasparente è infine l’elemento tecnologico che isola l’involucro edilizio dall’ambiente e si pone come livello permeabile tra interno ed esterno e tra edificio antico e sua espressione attuale. L’intervento che prevede l’arretramento della facciata nuova, retrostante a quella antica reintegrata, consente la coesistenza delle due architetture e del loro valore intrinseco di funzionamento e di espressione figurativa. Inoltre nel disegno del prospetto, si è stabilito il rapporto tra i pieni e i vuoti delle aperture finestrate sul ritmo espresso dalla porzione di facciata che permane dal vecchio rudere, questo torna ad essere così elemento attivo della nuova architettura. Infine la scritta che governava i piccoli timpani delle finestre del secondo ordine è riproposta, quando non ripristinata, nella sua collocazione originaria, tramite l’incastonatura di materiale composito nella nuova muratura. NIHIL.TAM.ALTE.NATURA.POSUIT.FACILE.QUO.NON.POSSIT.ENITI.INCLYTA.VIRTUS La natura non pone nulla tanto in alto da non poter essere raggiunta dal valore.

anton luca nannini — Ricostruzione di Palazzo Lettimi

Strati orizzontali: Il sito di palazzo Lettimi costituisce un’area di indubbio interesse archeologico; parte del desumibile sedime del proscenio del teatro della città d’epoca alto-imperiale rappresenta la preesistenza di maggior rilievo; probabilmente la dotazione di questo edificio e luogo pubblico va ricondotta al piano augusteo che si va compiendo in quegli anni assieme al ponte ed all’arco, gli altri importanti monumenti coevi. Dai pochi documenti, reperti e scavi effettuati nel recente passato, sull’area specifica e su tutto l’isolato, è possibile dedurre che il piano di posta del teatro potesse essere due metri sotto all’attuale piano urbano, una quota che potrebbe rappresentare un piano ipogeo visitabile ed un parco archeologico completato da elementi in elevazione come le colonne ed alcune porzioni di trabeazione, già ritrovate e conservate presso il Museo Comunale. Il parco archeologico del teatro romano rappresenterebbe un importante tassello da intrecciare con il sistema archeologico urbano, che dal Museo Comunale congiunge l’arco ed il ponte passando dalla Domus del chirurgo e piazza Tre Martiri.

anton luca nannini — Ricostruzione di Palazzo Lettimi

La ricostruzione morfo-tipologica: L’impianto tipologico dell’assetto antecedente alle prime distruzioni e ai disfacimenti dovuti all’inerzia ed all’abbandono, è riconducibile ad un edificio a corte interna complementare all’isolato sul fronte strada e completato con corpi volumetrici incongrui sui fronti interni, la corte principale, tuttavia, era impostata su una forma conclusa e regolare. Un’altra corte più piccola fungeva da impluvio, la distribuzione degli spazi era, come nell’architettura coeva, attraverso ambienti e vani passanti, il corpo scale principale posto in angolo alla corte. Nel progetto il complesso volumetrico precedente viene ripristinato, il piano tipologico si svolge su due e tre livelli, tramite due vani di ripartizione verticale, il piano di distribuzione orizzontale principale si sviluppa attorno al patio circoscritto dal vecchio impluvio e la corte interna è riorganizzata come giardino ipogeo. La scelta di applicare la copertura piana, leggermente inclinata è dovuta a motivi tecnici e compositivi; le sollecitazioni di una struttura a due falde non giustificherebbe l’inutilità tipologica attuale inoltre la copertura piana assicura la possibilità d’impiego per le componenti impiantistiche e l’applicazione dei manufatti per gli elaboratori di fonti energetiche rinnovabili. Ciò nonostante un componente architettonico come lo sporto di gronda è utile a ristabilire il rapporto con l’antistante palazzo Diotallevi nonché ridefinire la partitura architettonica della facciata; in questo elemento, che qui non può fungere da sede di raccolta delle acque piovane, viene integrato un sistema di illuminazione pubblica. I fronti interni riutilizzano ancora le porzioni rimaste delle vecchie murature, qui le finestre hanno ampie dimensioni per garantire il rapporto illuminante e stabilire un rapporto continuo con il vuoto costituito dal giardino interno.

anton luca nannini — Ricostruzione di Palazzo Lettimi

Assetto costruttivo e materiali impiegati: La costruzione principia con una struttura a telaio in profilati di acciaio, inserita all’interno del sedime disegnato dai ruderi che permangono nel nuovo edificio. La struttura in acciaio a sezione variabile poggia su fondazioni in cemento armato gettato in opera, queste, hanno una parte superiore posta contro-terra che circoscrive la superficie del piano ipogeo. Le componenti orizzontali sono innestate nella struttura primaria. Il mantenimento delle parti murarie in laterizio a sezione mista è ottenuto attraverso il consolidamento puntuale e circoscritto in ogni porzione tramite malte cementizie a ritiro controllato, iniezioni epossidiche ed eventuali innesti di strutture complementari in acciaio intelaiato.

anton luca nannini — Ricostruzione di Palazzo Lettimi

Scuola Materna A. Compagnone- Palau - Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino

$
0
0

Riqualificazione ed Ampliamento della scuola materna A. compagnone a Palau- Sardegna- Italy. La riqualificazione consiste nell’ampliamento mediante 2 nuove aule esterne al fabbricato originario, anch’esso oggetto di intervento, delle nuove aree gioco esterne e del nuovo portico d’ingresso sopraelevato rispetto al piano di accesso. Il progetto ha lavorato sulla caratterizzazione formale e funzionale e sull’identità della scuola mediante l’uso di forme e colori che potessero attribuire maggiore evidenza e qualità alla funzione esplicitata all’interno. La simbologia della casa primaria dai caratteri infantili e inconsueti libera il progetto nella sfera ludico creativa per favorire l’insegnamento e la familiarità e la crescita personale dei bambini, utenti dell’opera.

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

Gianluca Andreoletti, Claudio Valentino — Scuola Materna A. Compagnone- Palau

MENO DI 31 - Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi

$
0
0

Il progetto nasce dall’osservazione della Villa settecentesca, attraverso astrazione e riduzione ai minimi termini delle sue caratteristiche. Arrivando alla villa nel parco, si ha l’impressione di trovarsi in un luogo dimenticato dal tempo, di infinita bellezza. Abitato da arte e natura più che da uomini. Alberi secolari che la circondano, saloni affrescati, ricoperti di sculture, marmi, mosaici.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Volevamo recuperare la dimensione umana, aderendo quanto più fedelmente al programma: una piccola abitazione, un padiglione isolato nel grande parco. Laddove la Villa utilizza il salone centrale come luogo di rappresentanza quasi inabitabile per proporzioni e decorazione, la Casa vive la quotidianità attorno ad un piccolo vuoto. Un luogo di silenzio da cui osservare le fronde degli alberi. Una piccola porzione di cielo sotto alla quale abitare, all’ombra degli alberi secolari.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

La corte centrale permette di comporre la zona giorno come uno spazio unitario all’interno del quale sono ricavati dei piccoli ambiti funzionali. Un vuoto che dona alla casa un respiro più ampio, illuminando la zona giorno, diventandone estensione naturale durante il periodo estivo.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Mentre la Villa è posta su un rilievo e domina il paesaggio circostante, la Casa cerca di integrarsi silenziosamente. La facciata principale viene occultata con delle lastre scorrevoli in inox, per far diventare il fronte un grande affresco in cui è ritratta la natura circostante. Sulle altre facciate è stato utilizzato il legno con una scansione regolare, che integra le aperture mantenendo un aspetto uniforme.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

La quinta facciata è rappresentata dalla copertura, la volta rovesciata. Visibile dalla terrazza della Villa, rivestita con dei pannelli in zinco. Una superficie metallica su cui si proiettano le ombre degli alberi. Una superficie cangiante, tela su cui viene affrescato quotidianamente lo spettacolo della natura.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Davide Raffaelli, Valentina Rattini, michele fuzzi — MENO DI 31

.

Passerella pedonale - Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci

$
0
0

L’idea progettuale del sovrappasso pedonale aereo sulla strada provinciale 493 Braccianense- Claudia nasce da considerazioni, in primo luogo, logistiche relative la fatto che l’estremità da collegare, come richiesto dal bando, siano i due lati opposti su via delle Fornaci e la scuola G. Rodari sulla via del Vicinato, che i due lati in questione siano meglio collegabili con una passerella che colleghi lo spigolo di via del Vicinato e sull’altro lato ( Via delle Fornaci), la parte limitrofa l’istituto dei Maristi, laddove esiste la possibilità della creazione di un marciapiede e di una rampa accessibile anche da portatori di handicap e che, forse, consente maggiori probabilità di esproprio da parte dell’amministrazione comunale di Manziana). Da ciò, dunque, deriva l’andamento trasversale della passerella, il suo percorso obliquo e la sua lunghezza di circa 20 mt, più lunga di quella, più ovvia, che si sarebbe ottenuta sull’angolo opposto, sempre di via delle Fornaci, e che comunque avrebbe comportato problemi di accessibilità, di inserimento urbano e di esproprio, non indifferenti.

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Gianluca Andreoletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci — Passerella  pedonale

Meno di 31 - Alessandro Cintolo Architects AC/A Atelier, Luigi Arrotta

$
0
0

Il progetto nasce dall’idea di fare una costruzione che riducesse all’essenziale tutte le funzioni connesse ad una casa unifamiliare. Perciò sulle direttive imposte dalla committenza, si è arrivati ad un impianto planimetrico che ricalca le dimensioni del lotto, evidenziandone ogni sua parte. Per assicurarsi dal pericolo degli allagamenti, il pavimento della costruzione è impostato a una quota di mezzo metro superiore rispetto al piano di campagna. L’edificio non nasconde di essere stato ispirato da una delle icone del Movimento Moderno, quella Farnsworth House ricordata dall’accentuazione del solaio di terra e di cielo, all’uso di soli due materiali – legno e calcestruzzo, dalla somiglianza con un padiglione richiamata con il sollevamento dal terreno (Fig. 1). La tamponatura è costituita da una intonacatura di tipo civile, un blocco alveolater, uno strato isolante in sughero, ed infine una scansione di pannelli in legno di rovere chiaro si alterna a bucature a tutta altezza, (Fig. 3) dove si innestano delle porte finestre in legno con utilizzo di vetri selettivi a bassa emissione, oltre che ad un apposito sistema di schermatura solare di pannelli sempre del medesimo legno, che si aprono e chiudono a fisarmonica planari alla superficie fissa. Una controsoffittatura in cartongesso, permette il passaggio dell’impianto di climatizzazione nei vari ambienti. Come richiesto dalla committenza all’interno (Fig. 2) lo schema funzionale degli ambienti è stato studiato in considerazione all’esposizione solare infatti troviamo lo spazio soggiorno-cucina unificato per dare maggiore respiro allo spazio medesimo esposto a sud quindi la capacità di far penetrare molta luce in tutto l’arco del giorno studiando inoltre l’inclinazione zenitale del sole nel solstizio d’estate e d’inverno , le due camere da letto una padronale con annesso bagno privato esposto a Est come consueto, e l’altra per eventuali ospiti esposta a Ovest, un secondo bagno di servizio ed in fine lo spazio dedicato al deposito, che abbiamo ritenuto di esporre a nord per creare uno spazio filtro per l’aria fredda, senza incidere sul microclima interno della casa. In ultimo abbiamo predisposto un sistema di illuminazione zenitale per quanto riguarda il corridoio che abbiamo ridotto al minimo evitando “spazio sprecato”, dal tetto di quest’ ultimo abbiamo predisposto un’apertura per creare l’effetto camino ed il ricircolo d’aria in estate ed in inverno, ed un tetto giardino, che avrà la funzione di migliorare la temperatura interna nelle varie stagioni evitando l’eccessivo uso di energia. (Fig. 4)

Alessandro Cintolo Architects  AC/A Atelier, Luigi Arrotta — Meno di 31

Alessandro Cintolo Architects  AC/A Atelier, Luigi Arrotta — Meno di 31

Alessandro Cintolo Architects  AC/A Atelier, Luigi Arrotta — Meno di 31

Alessandro Cintolo Architects  AC/A Atelier, Luigi Arrotta — Meno di 31

Alessandro Cintolo Architects  AC/A Atelier, Luigi Arrotta — Meno di 31

Alessandro Cintolo Architects  AC/A Atelier, Luigi Arrotta — Meno di 31

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images