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Scuola materna e Asilo nido - Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra

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Progetto per la realizzazione di un complesso scolastico formato da asilo nido, scuola materna, un parco pubblico e un parcheggio. L’intera concezione progettuale scaturisce dallo stretto rapporto con l’orografia del terreno naturale dell’area di concorso. la struttura architettonica, infatti, si apre e si adatta al profilo del terreno, al paesaggio che allo stesso tempo la protegge dal rumore e dall’inquinamento generato dalla viabilità circostante. Un’opera architettonica totale in cui tutto concorre alla formulazione di un immagine di movimento, attraverso le rampe verdi (vedi immagine 1), che permettono la risalita sul tetto giardino e verso il parco, sviluppandosi senza soluzione di continuità dalla scuola materna all’asilo nido, lungo l’asse Nord-Sud, creando un paesaggio fantastico solcato da muri rosa. Le aule didattiche sono distribuite con un sistema a doppio pettine o a stella allungata che permette di configurare lo spazio interno in maniera flessibile alle esigenze della vita didattica giornaliera, in continuo rapporto con l’esterno. Nelle due testate, opposte, vi sono gli ingressi e gli spazi amministrativi. La flessibilità del sistema permette la maggiore adattabilità possibile all’esigenze della vita di relazione all’interno e all’esterno dell’asilo nido ed ancor più nella scuola materna, cercando il superamento di una rigida configurazione degli spazi secondo l’organizzazione normata a volte poco flessibile, seppure ampiamente esperita dalle strutture educative odierne. La concezione di uno spazio così modulato, attraverso delle rampe verdi di risalita verso il parco, può più facilmente venire incontro e sviluppare l’esigenze del bambino secondo quelli che sono alcuni degli insegnamenti fondamentali montessoriani; il principio di autonomia, il lavoro manuale, l’importanza dello spazio verde, la sollecitazione a mettere in relazione discipline diverse.

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido

Gianluca Andreoletti, Peter Ebner, Augusto Schiavi, Simona Capra — Scuola materna e Asilo nido


Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente - Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi

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L’area oggetto della proposta di intervento è sita in zona Bolognina. Si tratta di un piccolo lotto di forma relativamente regolare leggermente arretrato rispetto al fronte stradale e accessibile tramite uno stretto passaggio.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Planimetria dell'intervento

Allo stato attuale tale proposta è interamente occupata da due piccoli volumi a carattere laboratoriale dismessi da tempo, collegati da un corpo più basso e inframezzati da un cortile completamente asfaltato. Si è deciso pertanto di proporre la completa demolizione e di prevedere un nuovo edificio ad uso residenziale che, pur recuperando la superficie esistente, migliori il posizionamento del volume sul lotto cosa che va a beneficio non solo dell’edificio di nuova edificazione anche degli edifici circostanti.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Piano terra

L’esistenza di volumi di alcuni manufatti addossati sul confine specie quelli in zona Nord costringe di eseguire il Piano Terra solo per le parti interessate dagli affacci in alcune zone prive di finestra, ma dotati di luci con aperture in alto opportunamente grigliate con mattoni posti in verticale e con i serramenti risolti all’interno.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Piano primo / secondo

Le scelte operate hanno permesso di dotare il lotto di una quota richiesta di superficie permeabile in modo tale da migliorare sotto questo aspetto il coefficiente di terreno verde con permeabilità, che ora è nullo, essendo attualmente il lotto interamente occupato da edifici e piazzali asfaltati. La soluzione progettuale prevede un corpo allungato di 3 piani fuori terra più un ultimo piano leggermente arretrato, e gli appartamenti sono accessibili da due vani scale. I vani scale raggiungono anche il piano interrato ove sono ubicate cantine e autorimesse pertinenziali alle unità abitative. Il livello autorimesse risulta interrato e coperto con terra e ciò consente al piano terra di avere superfici esterne da adibire in parte a giardini.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Piano attico

Proseguendo nella descrizione dell’edificio al piano terra vengono risolti anche gli spazi condominiali comuni direttamente accessibili dal portico sul fronte ricavato sotto il sedime dell’edificio. Ai piani superiori vengono ricavati n.11 appartamenti di taglio medio/piccolo e 2 monolocali al piano terra al fine di meglio venire incontro alla clientela prevalente in questa parte di città che è di tipo popolare.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Prospetto nord

Nondimeno si è voluto proporre un’immagine architettonica con finiture di qualità prevedendo per i tamponamenti esterni un mattone faccia/vista e bucature sottolineate da una cornice in cemento bianco che conferisca maggiore freschezza all’immagine finale.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Prospetto sud

Le finiture e la cromia ben si armonizzeranno con gli edifici circostanti e si porrà non di meno molta cura nelle scelte delle finiture delle zone esterne come ad esempio pavimentazioni carrabili e pedonali, recinzioni e arredo dei giardini.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Prospetto ovest

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Prospetto est

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Sezione

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi — Progetto di edificio residenziale previa demolizione di edificio esistente

Vista assonometrica

Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia) - B+C architectes

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Concetto - La tribuna di uno stadio è per sua natura un’ architettura “vivente”, la sua immagine si modifica man mano che il pubblico la riempie :
  • “vuota”, si presenta come una scultura immobile, un oggetto senza vita. A causa della sua volumetria diventa un “monumento” urbano, un “landmark”, un riferimento visibile da lontano
  • “piena”, l’oggetto architettonico scompare, il pubblico, un “magma” vivente in continuo movimento, ne prende il posto e ne “disegna” l’immagine.

L’idea di progetto è quella di “dissimulare” l’oggetto architettonico e di iscriverlo in una “promenade” che collega l’ingresso nord al complesso sportivo (con il centro commerciale e la fermata dei trasporti pubblici) a quello sud (con le aree di parcheggio pubblico).

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

Questa “promenade”, vera e propria spina dorsale del centro sportivo, nel suo percorso si prolunga per collegare i differenti terreni di gioco, rimonta e si “dilata” nella sua parte centrale per trasformarsi “naturalmente” in tribuna per poi ridiscendere e collegarsi all’ingresso nord del centro sportivo

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

Planimetria

Materiali– La struttura della tribuna, che puo accogliere fino a 1000 spettatori, è in cemento armato. Al piano terra sono localizzati gli spogliatoi e i locali annessi (buvette, hall, uffici, ecc.)

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

La copertura è costituita da una tela in poliestere che assicura la protezione degli spettatori e nello stesso tempo permette ai raggi solari d’illuminare le gradinate di una luce dolce e diffusa.

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

Pianta livello tribuna

La struttura é costituita da due travi in legno lamellare, contreventate in parte alta da un sistema di tubi in acciaio, che si allontanano della periferia verso il centro seguendo la “dilatazione” della tribuna.

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

All’estremità nord e sud, la copertura si divide creando due “aperture” triangolari che marcano gli ingressi alla tribuna.

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

Grazie alle caratteristiche translucide della tela, il soffitto della copertua è animato dal gioco di ombre creato dall’intersezione della trama obliqua dei controventamenti e quella delle cuciture della tela perpendicolari alla struttura in legno lamellare.

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

B+C architectes — Stadio S.Keita a Cergy-Pontoise (Francia)

Meno di 31 - Luca Rosso

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Le modeste dimensioni dell’area progetto e l’andamento del terreno, con una leggera pendenza lungo l’asse nord-sud, hanno portato a concepire un edificio su due livelli. Questo ha permesso di ottenere diverse relazioni con lo spazio circostante ed ambienti interni con diversi gradi di intimità, qualità dell’orientamento e della luce.

Luca Rosso — Meno di 31

L'ingresso alla casa

Nel progetto risulta essere ribaltato il concetto di casa tradizionale dove gli spazi comuni si trovano al piano inferiore e quelli privati al piano superiore. Infatti, per avere un migliore orientamento dei vani, l’ingresso e la zona giorno si trovano al piano più alto caratterizzato da un unico grande vano suddiviso solamente dal caminetto centrale che si frappone fra la cucina e la zona pranzo-soggiorno caratterizzata da una maggiore altezza. Un’ampia vetrata a sud, in corrispondenza dell’ingresso, illumina il soggiorno mentre le vetrate a nord e l’ampia finestra ad est permettono la relazione visiva con il parco e la villa. Al piano inferiore si trova invece la zona notte con due camere, in diretta relazione con lo spazio esterno, ed il relativo bagno. Lo spazio di servizio e deposito richiesto è ricavato nella parte interrata a sud sotto il soggiorno. Questo vano è provvisto di accesso autonomo dall’esterno e di un piccolo servizio. Tutti gli ingressi e le uscite verso il parco sono protette dagli agenti atmosferici attraverso gli aggetti della copertura.

Luca Rosso — Meno di 31

Tavola 1

L’edificio dal punto di vista estetico è il risultato di un gioco di superfici e volumi che si compenetrano. La sezione trasversale e i prospetti frontali mostrano come due “nastri” (uno a forma di L rovescia e uno a forma di C) si incastrino fra loro definendo i due volumi principali del fabbricato. I materiali utilizzati (intonaco, legno e metallo) definiscono i vari elementi costitutivi dell’edificio. La struttura del fabbricato è a telaio in c.a. con solai in laterocemento. L’edificio è provvisto di isolamento a cappotto e facciata ventilata, impianto radiante a pavimento e impianto di climatizzazione.

Luca Rosso — Meno di 31

Tavola 2

Luca Rosso — Meno di 31

Tavola 3

Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza - Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda

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The main urban feature in the Project is the creation of an open two-level public space at the heart of the available area with which it will be possible to connect Viale Vignola with Piazza Mancini through the site of the MAXXI by means of a landscaped pedestrian set of paths. This space splits up the complex in two zones, one intended for the residential part of the brief and the other one for the new City of Science.

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

The design strategy is based in the geometric reinterpretation of the nearby residential blocks located between Viale Vignola and the sport area that goes along the edge of the river. Also at Viale Pinturicchio, near the trident that starts at Piazza Gentile da Fabriano. Our two-level public plaza allows to create both sun lighted and shadowed gardened spaces. The lower underground level becomes the final stage of the City of Science visit and also a visual way out for the underground parking. Several neighborhood facilities and dining areas are proposed at this level, surrounding the open landscaped plazas. By means of this excavated spaces we also anticipate the possibility of exhibiting some archaeological remains that could appear during the construction phase. The new blocks are molded so that the large required built area can be distributed permitting a good sun lighting and ventilation inside their courtyards. By taking a great deal of this built area to the towers that are created in some of the corners, the height of those courtyards can be moderated. At the ground level the façades of the block recede, so that the business premises located at the ground floor can take advantage of a wide porch all along the perimeter of the blocks. Some linear one-story pieces are also used to cover the party walls at the southern edge, providing some additional commercial facilities and enhancing some interesting pedestrian paths inside the complex. The three residential blocks are in fact mixed-use buildings in which the hotel, the apartments and the social dwellings can coexist.

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

The general layout of the proposal enables to integrate sustainable strategies for the urban space: smart managing of sunlight and shadow, protection from dominant winds (using both the blocks’ geometry and the double-level plazas), use of native vegetation, connection between the Museum sequence and the natural landscaped spaces, possibility of introducing micro-orchards in both the public and private residential areas, recovery of rain water for irrigation, ventilated building envelopes and use of renewable energies (solar and geothermal). The proposal is intended to perform as a small eco-neighborhood.

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

The general formal layout is controlled by the use of the pentagon as the basic shape from which the whole project derives.

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

Fernando Suárez Corchete, Javier Terrados Cepeda — Concorso internazionale di progettazione per il quartiere della Città della Scienza

I - Zwicky - stARTT

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I-Zwicky is the project for the new conference hall of the City Council of Latina.

stARTT  — I - Zwicky

The project meets the administration’s requests for a press conference and meeting room, obtained by refurbishing the former attic of the municipal building.

stARTT  — I - Zwicky

The essentially technical nature of the task has been interpreted as a fantastic/dreamlike suggestion; the partition and false ceiling system provides a protected space marked only by the lights, that design an imaginary constellation, from which the name I-Zwicky.

stARTT  — I - Zwicky

stARTT  — I - Zwicky

PROGETTO FLAMINIO - SAMA, Luigi Snozzi, Area Tecnica

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Dalla osservazione di questo brano di città, limitato verso ovest dall’ansa del fiume Tevere e verso est dal sistema viario di Viale Flaminia / Viale Tiziano, si evidenzia la precisa forma triangolare del quartiere nel quale l’area di concorso è inserita. Tutta la zona è caratterizzata da elementi di carattere pubblico molto rilevanti. Procedendo da ovest si trovano, infatti, il complesso del Ministero degli Esteri, l’area dello stadio Olimpico e quella del Foro Italico. Quindi, attraversato il fiume, dopo un’ampia fascia, disposta lungo l’argine, destinata a campi da tennis, in particolare, e altre attività sportive, il quartiere Flaminio con il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo “Maxxi”. Infine, sul alto ovest, disposti in forma isolata, il palazzetto dello sport progettato da Nervi, lo stadio Flaminio, il quartiere Olimpico e il parco della Musica. La forma triangolare del quartiere ha il suo asse di simmetria su Via Guido Reni che, attraverso il Ponte della Musica, la collega con la riva destra del Tevere, da un lato, e con il parco di Villa Glori, dall’altro. Il triangolo è attraversato obliquamente dall’asse diagonale urbano attestato su Ponte Duca d’Aosta che lo mette in collegamento con l’area dello Stadio Olimpico.

SAMA, Luigi Snozzi, Area Tecnica — PROGETTO FLAMINIO

A questa diagonale il progetto ne contrappone, simmetricamente, un’altra in direzione opposta la quale, provenendo dal sistema della riva sinistra del fiume Tevere, dopo avere intersecato Viale Vignola incrocia Via Guido Reni definendo una nuova ampia piazza che diventa la naturale e necessaria estensione dello spazio di ingresso del “Maxxi”. In questo modo viene ricostruito il rapporto spaziale tra le due diagonali e realizzata una “nuova piazza” che unisce le due parti del quartiere, separate dall’asse viario di Via Guido Reni, attraverso un edificio porticato.

SAMA, Luigi Snozzi, Area Tecnica — PROGETTO FLAMINIO

Il nuovo asse, attestandosi sul sistema dei campi sportivi esistente sulla riva del fiume Tevere, si garantisce un collegamento, anche visuale, con questo. La nuova piazza, caratterizzata sul lato sud, in contrapposizione alla facciata del Maxxi, dall’edificio del nuovo hotel previsto dal bando, che ne costituisce la quinta meridionale, definisce all’interno dell’ambito di concorso due nuove aree di edificazione: una verso est, destinata ad accogliere la “Nuova Città della Scienza”, e una verso ovest, destinata alla residenza e alla ricettività. Quest’ultima, a sua volta, è divisa in due settori, collegati da un connettivo a forte caratterizzazione naturale: quello attestato sulla nuova piazza verrà destinato al commercio e alla residenza, mentre quell’altro, all’incrocio tra il nuovo asse diagonale e Viale Vignola, accoglierà l’edificio destinato alla residenza sociale. La sistemazione del verde verrà completata su Via Guido Reni ripristinando su entrambi i lati il filare di alberi, in parte esistente, ed eliminando, invece, tutte le alberature, ora presenti, in corrispondenza della nuova piazza.

SAMA, Luigi Snozzi, Area Tecnica — PROGETTO FLAMINIO

L’idea del progetto è quella di rafforzare e compattare la forma triangolare del quartiere mettendo in maggiore evidenza le diverse parti che lo compongono, in particolare le aree delle istituzioni pubbliche sportive e ludiche. Data la già forte presenza urbana di questi elementi il progetto intende ottenere una forte compattezza dell’insieme senza altri nuovi elementi che emergano per forma e/o dimensione. Lo stesso rapporto tra il Maxxi e la “Nuova Città della Scienza” dovrà rimarcare la ricerca di questa unità, evitando grosse differenze, soprattutto di altezza, tra i due elementi.

SAMA, Luigi Snozzi, Area Tecnica — PROGETTO FLAMINIO

Bivacco f.lli Fanton - Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia, Umberto Canigiula

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BIVACCO FRATELLI FANTON Il tema del presente progetto è la costruzione di un bivacco alpino utilizzabile tutti i mesi dell’anno, più precisamente l’intervento mira a ricostruire il bivacco alpino dei fratelli Fanton , già esistente, ubicato in quota 1750m. Il bivacco sarà trasferito dalla sua attuale posizione, in Alta val Baion (1750 m), alla posizione prevista dal bando in Forcella Marmarole in quota 2661 m.

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton

IDEA Per la progettazione del bivacco si è preferito orientare la ricerca compositiva su una forma elementare, archetipa , quella della tenda. Il motivo di questa scelta “formale” fa riferimento alle istanze cui il bivacco sostanzialmente deve rispondere: istanze storiche, estetiche e funzionali. Storiche poiché i primi bivacchi della storia , quelli organizzati per le campagne militari, erano costituiti da accampamenti di tende a simulare vere e proprie “città” mobili. Estetiche poiché la sagoma triangolare della tenda risulta avere una affinità formale con il paesaggio montano. Funzionale poiché la facciata è concepita come una copertura con una inclinazione accentuata della falda che facilita la caduta dei sedimenti di neve che si vanno a depositare.

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton

PROGETTO ARCHITETTONICO Il progetto ha voluto indagare le possibilità di permanere in ambienti estremi da parte dell’uomo e la istintiva ricerca che esso stesso fa per trovare soluzioni abitative che lo mettano al riparo da situazioni climatiche estreme. Altrettanto istintivamente Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di individuare una forma che rispondesse a criteri di semplicità formali e costruttivi, ma anche ad una coerenza formale con il contesto e le geometrie che caratterizzano il paesaggio. Il progetto vuole dare enfasi all’altezza staccandosi da terra, offrendo agli escursionisti un luogo che offre diversi punti di vista da uno spazio unico che si “nutre” del costante rapporto tra esterno ed interno intendendo l’edificio come un vero e proprio landmark . Si è scelto di usare la forma “archetipa “ triangolare della tenda da accampamento grazie anche alla flessibilità che la stessa da ai fini del montaggio in contesti orografici diversi. L’area di progetto è un’area con condizioni orografiche estreme e una notevole pendenza verso valle che rende difficile il posizionamento del nuovo bivacco. Il progetto prevede che l’edificio, sul piano delle fondazioni, accompagni formalmente il suolo pur restandone staccato da esso grazie all’uso di travi di acciaio che ne costituiscono i piedi. La giacitura dell’edificio è orientata a nord-est –sud-ovest ed è parzialmente su due livelli fuori terra e vi si trovano ubicati tutti gli spazi necessari al pernottamento in tutte le stagioni dell’anno. L’accesso all’edificio avviene da una scala esterna che porta direttamente all’ingresso della struttura con una pendenza che permette di sormontare la roccia sottostante. Si accede direttamente al primo livello, dove vi è la zona a servizio degli utenti del bivacco, per poi proseguire la discesa sul livello inferiore dove vi sono i posti letto. Al primo livello trovano sede i depositi per gli zaini, gli sci, una dispensa d’emergenza, un kit di pronto soccorso, una tanica e una pentola per l’acqua e per finire un estintore. Al primo livello trova sede anche uno spazio definito del “convivio” con un tavolo dal quale si può ammirare il paesaggio circostante attraverso il grande serramento a chiusura dell’edificio. Al piano sottostante vi si accede per mezzo di un corpo scala con la stessa pendenza dell’edificio, vi è la zona notte dove trovano posto dieci cuccette e i relativi contenitori per le coperte a servizio delle stesse. Si è deciso di posizionare le cuccette su di un piano inclinato in modo da occupare la maggiore densità nel minor spazio possibile. L’edificio ha un’estensione in lunghezza di 18.11 mt, per una larghezza massima sulla base di 5,92 mt, per un’altezza sul colmo di 7,79 mt ed arriva a coprire una superficie utile di circa 51 mq. L’ edificio è stato concepito come una copertura a falde, in modo che la notevole inclinazione delle stesse faciliti l’eliminazione della neve per caduta.

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton

STRUTTURA E MATERIALI La struttura del nuovo bivacco è mista acciaio e legno. La costruzione dell’edificio avviene per parti a valle per poi essere elitrasportato in quota e montato in situ. Gli elementi da realizzare sono: la struttura di fondazione con i supporti sui quali poggia l’intero edificio; quattro moduli a sezione variabile che costituiscono, giuntati tra di loro, l’intero edificio. Verrà quindi elitrasportata prima la struttura di fondazione e in seguito, su di essa, montati i singoli elementi modulari. Il sistema delle fondazioni è costituito da una doppia trave HEB 280 piegata a definire i supporti sui quali poggia l’intero edificio. Vista la complessa morfologia del terreno sul quale poggia riteniamo che l’edificio debba poggiare su dei plinti in cemento armato posati in opera. L’intera struttura primaria di fondazione viene ancorata ai plinti di fondazione mediante tira fondi in acciaio ad alta resistenza. Sulla struttura di fondazione a “binario” poggia la struttura secondaria, in travi IPE 200 costituite a portali controventati, di supporto ai pannelli di tamponatura esterni. La struttura di finitura interna usata è costituita da pannelli di OSB pretrattati con sostanze ignifughe, i pannelli di finitura esterni sono di zinco. SOSTENIBILITA’ I materiali con cui viene costruito il bivacco sono facilmente reperibili in zona. L’ uso di questi materiali è finalizzato ad instaurare rapporti materico cromatici in armonia con il paesaggio circostante. L’aspetto energetico è soddisfatto da un impianto fotovoltaico di 15 mq costituito da moduli adesivi monocristallini orientati a sud-est ed integrati sulla falda superiore della copertura con un inclinazione di 36°. L’impianto sviluppa, per l’approvvigionamento di energia elettrica, 1500 Wp.

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton

Giorgio Cassia, Licia Passalacqua, Rosalba Italia,  Umberto Canigiula — Bivacco  f.lli Fanton


Conversion of a hog house and cattle stall - zwo/elf

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The historic slaughterhouse area in Karlsruhe, Germany is currently being converted to an alternative business park for start-ups and small practices.
The master plan for this development was designed by the association ASTOC / Feigenbutz, architects & planners, Köln/ Karlsruhe.
As part of this development zwo/elf was commissioned to convert the former hog house and the former cattle stall into contemporary office spaces. 


The conversion of the hog house was completed in early 2012, the conversion of the cattle stall was finalized in 2014.

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

Both historic buildings consist of two large spaces linked by a central entrance lobby. The open plan offices on either side of the lobby are subdivided by a series of interspersed boxes. Depending on the tenant requirements these boxes are fitted out as meeting rooms, server rooms, kitchens and bathrooms. Looking at the hog house, the former hay store on first floor above the entrance lobby is now being used as a conference room. The first floor of the cattle stall shall contain two additional offices.
 The history of the slaughterhouse area inspired the material and colour concept of the conversion. Due to the contamination of the walls and ground it is necessary to remove the old floor and render. Referring to the historic practice of chalking stable walls for disinfection, all refurbished wall and ceiling surfaces are finished in pure white. The old asphalt floor is being removed and substituted by a new asphalt floor with a dark epoxy resin paint finish of similar colour.

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

Due to building conservation requirements, the external appearance of the old buildings hardly changes. To improve the natural illumination of the interior, new windows are cut into the thick natural stone walls underneath the existing bow windows. The old gates and the main entrance door are being refurbished. Where necessary the old gates are complemented by new doors on the inside. To further enhance the thermal performance of the building a two coat insulation plaster is applied to the inside of the external walls.


zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

zwo/elf — Conversion of a hog house and cattle stall

OCULARE - écru architetti

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“Le due Valdrade vivono l’una per l’altra, guardandosi negli occhi di continuo, ma non si amano”. I due corpi si studiano a vicenda senza mai mescolare le anime, la pelle, le ossa; ricordando l’ordine che li regola, chi vigila e chi viene sorvegliato.

écru architetti — OCULARE

La Casa del Custode vuole essere allo stesso momento sguardo e memoria. Uno sguardo attento che non invade il campo e che non desidera sovrastare l‘antico. Misurato e prudente gesto nella ripetuta scansione del ritmo, nello spartito che guida la musica di geometrie modernamente antiche. La volontà di denunciare l’ossatura della Casa si fonda sulla necessità di spogliare quasi completamente l’edificio da ornamenti e artifici, come se questi potessero distrarre lo sguardo del custode dalla Villa e dal suo giardino. Il trilite, la modularità, la tessitura riecheggiano un passato vicino, presente e forte vestito a nuovo. Nello svestire violento l’edificio non manca l‘impegno di rendere unico e speciale l’abitare; ne sono testimonianza la libertà e la ricercatezza degli ambienti che rifiutano partizioni rigide e precise, il dialogo profondo tra esterno e interno che diviene prima un’intesa semplice e continua poi sguardo mirato e discreto, e infine l’idea di mantenere uno spazio riservato come luogo di intimo respiro.

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

écru architetti — OCULARE

Radicediuno - Laura Canonico, Arianna Ciciani

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un piccolo intervento per dare vita al nostro guscio, inteso come contenitore di idee e laboratorio in continuo divenire.

Laura Canonico, Arianna Ciciani — Radicediuno

vista dall'ingresso

Volevamo uno spazio creativo, che allo stesso tempo ci facesse sentire a casa, un piccolo nido accogliente di 30 mq che abbiamo “tagliato in due” con una diagonale di colore e arredato con pezzi di recupero e disegnati e realizzati da noi come la libreria.

Laura Canonico, Arianna Ciciani — Radicediuno

sgabelli_riviste

I tavoli sono pezzi di storia, vecchie tavole e due coppie di cavalletti ai quali abbiamo cambiato l’abito, con l’aiuto di giovani collaboratori con la voglia di sperimentare.

Laura Canonico, Arianna Ciciani — Radicediuno

il soffione

La vetrina è un canocchiale dal quale si scorge lo skyline della città di Recanati, che cambia di colore a seconda della luce ma è anche la volontà di proiettarsi verso l’esterno.

Laura Canonico, Arianna Ciciani — Radicediuno

illuminazione postazione di lavoro

Laura Canonico, Arianna Ciciani — Radicediuno

work in progress

Laura Canonico, Arianna Ciciani — Radicediuno

pannello_bacheca

Laura Canonico, Arianna Ciciani — Radicediuno

spazio di lavoro

il bagno di Bruna - Laura Canonico

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non è facile avere carta bianca su un progetto, ma stavolta ho potuto sognare e liberare la fantasia avendo in mano solo un piccolo input ed una rara sintonia d’intenti

Laura Canonico — il bagno di Bruna

ingresso

la scacchiera bianca e nera del pavimento inizia con un innesto sul parquet esistente e, una volta che Alice attraversa la porta nera, scopre il contrasto con il disordine colorato delle maioliche dipinte a mano che fanno da sfondo alla vasca in ghisa grezza (fatta lucidare dal carrozziere).

Laura Canonico — il bagno di Bruna

particolare della pavimentazione

La parete più alta è stata trattata a smalto semilucido color lampone ed il mobile lavabo è stato realizzato su disegno in rovere tinto nero.

Laura Canonico — il bagno di Bruna

le maioliche

Per risolvere l’illuminazione ho approfittato del fatto che sopra la porta d’ingresso era necessario coprire il tubo dell’aria condizionata e quindi ho fatto realizzare un fascione di acciaio inox distanziato dalla parete che nasconde delle barre neon.

Laura Canonico — il bagno di Bruna

parete a smalto

La tenda è realizzata a mano con la tecnica macramè.

Laura Canonico — il bagno di Bruna

sistema di illuminazione

Laura Canonico — il bagno di Bruna

la tenda in macramè

PROGETTO FLAMINIO - David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano

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Il disegno dell’area è strutturato su di una griglia ortogonale che individua 4 ambiti funzionali/organizzativi, anche al fine di una realizzazione degli interventi per fasi successive. La proposta progettuale individua 3 “concept” intorno ai quali si svilupperà il futuro Masterplan.

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Concept 1: “MASSIMA PERMEABILITA’ ESTERNA ED INTERNA”

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Concept 2: “LA CENTRALITA’ DEGLI SPAZI APERTI”

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Concept 3: “LA PIAZZA CIVICA COME UN MAGNETE”

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

SPAZI, FUNZIONI E TECNOLOGIE

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Progetto Flaminio: Vista d'insieme dell'intervento

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Progetto Flaminio: Vista prospettica da Via Guido Reni

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Progetto Flaminio: Vista prospettica da Viale del Vignola

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Progetto Flaminio: Vista prospettica della Piazza Civica

David Varone, Massimo Luzzatto, Maurizio Clerici, teodoro persano — PROGETTO FLAMINIO

Planimetria, prospetti e sezioni

Milan Expo 2015 - Fabrizio Fraboni Baroni

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archea associati (+) Fabrizio Fraboni Baroni

Fabrizio Fraboni Baroni — Milan Expo 2015

fabriziofrabonibaroni.it (2010 Onward) fabriziofrabonibaroni.com (1995/2010) UNITED KINGDOM 14 Chester Street SW1X 7BB - London Phone +44 781 054 6604 ITALY Via Tolstoj 5 Jesi 60035 (AN) Phone +39 0731 212617

Progetto Flaminio - Paolo Didonè, Devvy Comacchio, Alberto Trento

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Il cuore del quartiere Flaminio, a Roma, racconta la storia di un ciclo di vita legato alla produzione, ormai conclusosi, e mette in evidenza i primi passi di una nuova vita, connessa alla produzione e alla diffusione di idee conoscenze. Il corpo dell’area urbana circostante è invece caratterizzato da un tessuto prevalentemente residenziale, denso, sviluppatosi per la maggior parte tra la fine dell’ottocento e l’inizio dello scorso secolo, strutturato lungo i due assi laterali del tridente viario. La strategia adottata per la redazione del masterplan mira a considerare l’area urbana di scarto dell’ex stabilimento delle Macchine Elettriche di Precisione, frutto della contrazione dell’attività produttiva militare, come una grande risorsa in termini di spazio e di materiali che la compongono e ha come obiettivo la definizione degli strumenti spaziali che permettono di includere e relazionare i due caratteri opposti che costituiscono il quartiere, quello indirizzato verso una prospettiva internazionale e quello invece legato a dinamiche di prossimità più propriamente correlate alla residenza.

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, Alberto Trento — Progetto Flaminio

ENERGIA E RICICLO Immaginare una seconda vita per un’area industriale dismessa, non significa applicare un processo di tipo rigorosamente conservativo, ma capire come la struttura spaziale e l’insieme degli elementi che la compongano possano entrare a far parte di una nuova grammatica, atta a restituire un brano di città contemporanea. In quest’ottica, il sedime degli edifici esistenti rappresenta il partito urbano che regola la distribuzione degli spazi. In particolar modo l’immobile di maggior consistenza, posto ad est, definisce l’area che verrà occupata dalla futura città della scienza, mente i tre edifici in linea posti nella parte centrale dell’area, costituiscono la base in cui vengono insediati i 45.000 m2 destinati a residenziale, commerciale e attività ricettiva. Gli elementi murari esistenti vengono per la maggior parte mantenuti, ma assumono di volta in volta significati diversi, a seconda che diventino parte del basamento dei nuovi edifici, oppure strumento per la costruzione dello spazio pubblico. Approccio analogo è stato applicato alle capriate Polonceau e alle strutture metalliche di copertura, che vengono riutilizzate per la costruzione delle pergole che definiscono i nuovi percorsi pedonali. Attraverso questa operazione, l’ammontare di embodied energy già presente in sito viene valorizzato e consente un risparmio di energia nella costruzione del progetto. Le stesse pergole diventano il supporto per i pannelli solari i quali, combinati a quelli posizionati sulla copertura degli edifici e a sistemi di geotermia, consentono la produzione di energia elettrica e termica necessarie al soddisfacimento del fabbisogno energetico del nuovo intervento.

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, Alberto Trento — Progetto Flaminio

CONNETTIVITÁ E SPAZI PUBBLICI La proposta del masterplan è quella di poter avere uno spazio pubblico completamente pedonale nel cuore denso della città. Per questa ragione gli spazi a parcheggio sono portati al di sotto dei nuovi edifici, con accessibilità diretta da Via Guido Reni e da Viale del Vignola e la superficie del suolo è articolata in maniera complessa. Cinque gli elementi che la caratterizzano: 1. La promenade, ombreggiata dalle capriate, lungo Via G. Reni, che ne articola la sezione stradale, migliorando la qualità dello spazio pedonale e le relazioni che si instaurano con il basamento commerciale dell’edificio residenziale a corte. 2. Il sistema di percorsi pergolati. 3. La corte centrale che comprende playground, orti, il frutteto e giardini per la fitodepurazione. 4. Le piazze semi-pavimentate, la maggiore delle quali, in continuità con quella del MAXXi e suddivisa in una parte dedicata all’acqua e alle fontane effimere e una, non impermeabilizzata dalla pavimentazione, ombreggiata dagli alberi. 5. Il parco, posto a sud, in continuità con quello di Villa Flaminia, nel quale sono insediati l’asilo e il centro civico.

EDIFICI Gli edifici sono pensati come cluster polifunzionali, all’interno dei quali è compresa un’ampia varietà tipologica e funzionale. L’edificio a corte che occupa il centro del progetto accoglie, al piano terreno, la superficie commerciale, mentre al piano primo sono insediati gli atelier per i giovani, residenze temporanee e parte degli alloggi sociali. Nell’ala rivolta verso la piazza, che affaccia sulla città della scienza, sono inserite le funzioni ricettive. La spina che collega Via G. Reni con Viale del Vignola accoglie i servizi di quartiere, rari e la parte restante delle residenze.


casa della musica - Laura Canonico

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questa abitazione doveva rispecchiare i suoi abitanti, due musicisti appassionati della vita. richiami vintage e di design si sposano con elementi classici e contemporanei. I colori sono quelli del teatro per la zona giorno mentre la camera è caratterizzata dal total white ad eccezione della ceramica blu dei comodini.

Laura Canonico — casa della musica

zona living

Laura Canonico — casa della musica

il pianoforte

Laura Canonico — casa della musica

le porte si affacciano tutte sul piccolo disimpegno

Laura Canonico — casa della musica

vista dalla cucina

Laura Canonico — casa della musica

cucina

Laura Canonico — casa della musica

cucina

Laura Canonico — casa della musica

vista dalla cucina

Laura Canonico — casa della musica

camera

Laura Canonico — casa della musica

camera

Laura Canonico — casa della musica

camera

Tgiesa Crapera - Sam Architekten Und Partner

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At the settlements edge of the resort of Lenzerheide in the Swiss Alps a breath taking site reveals outstanding views. The existing structure built in the late forties of the last century does not fit the requirements of the family and a new programme leads its replacement.

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

The prefabricated wooden structure fits into the hard case of the stone made con- crete base structure and narrates the regional historic building culture. Under the roof at the top floor, which hosts the families common space, primary and seconda- ry wooden structures appear on one plane level and create an open space atmos- phere. The horizontal glazed band fills the gap between stone and wood.

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

The hexagonal shape follows the contour lines of the in back laying mountain. Concave to the back and convex to the front generate the shape of the floor plan. The intermediate floor hosts the single rooms, each equipped with an own door to the landscape and a furnished window. Wallpaper and wood create the interiors atmosphere.

Completion: January 2015

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Consultants
Structural eningeer: Conzett Bronzini Gartmann AG, Chur
Electrical engineer: Marquart, Vaduz
HVAC engineer: Remo Collenberg, Chur
Sanitary engineer: Marco Felix AG, Chur
Building physics: Kopitsis Bauphysik AG, Wohlen AG

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Sam Architekten Und Partner — Tgiesa Crapera

Alloggio situato nel centro storico genovese - Luca Pozzi, Ilaria Sisto

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L’appartamento in oggetto è situato nel Centro Storico genovese con vista mare. L’alloggio si sviluppa su tre livelli più una terrazza soprastante. L’intervento di ristrutturazione ha riguardato l’intero immobile. Al livello inferiore oltre all’ingresso che si apre una grande stanza troviamo la zona notte comprensiva di camera matrimoniale, singola, stanza cabina armadi e servizio igienico. La scala che collega i due piani più uno intermedio, dove si trova il bagno padronale resinato del blu di genova, è totalmente rivestita in legno di rovere. Arrivati al piano superiore la vista si perde oltre le tre grandi finestre che si affacciano sul golfo. La sala e la sala da pranzo sono raccolte in un unico grande spazio, su di esso si affacciano la cucina dotata di due grandi portelloni in legno, la dispensa/lavanderia e uno studio del tutto bizzarro situato sotto una copertura lignea completamente verniciata di bianco. Dalla sala parte una scala realizzata in lamiera metallica che si inerpica in esterno fino a raggiungere la terrazza soprastante dotata di bersò leggero realizzato in ferro. Molti arredi sono stati eseguiti su misura e oltre al legno di rovere ed il recupero di vecchi mobili restaurati si è utilizzato il marmo sia per il piano della cucina che del lavello ed il lavabo tondo della lavanderia.

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

terrazza

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

ingresso

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

camera matrimoniale

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

particolari _ luce e travi in legno

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

servizio igienico

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

particolare scala

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

servizio igienico padronale

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

particolare scala

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

sala da pranzo

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

cucina

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

dispensa e lavanderia

Luca Pozzi, Ilaria Sisto — Alloggio situato nel centro storico genovese

studio

AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA - Cooperstudio

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Il presente progetto è relativo alla realizzazione di una struttura per cantina vinicola sita in località Ansidonina in Comune di Seggiano

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

studi preliminari-prospetto

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

studi preliminari-sezioni longitudinali

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

studi preliminari dei volumi dell'agriturismo

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

Sezione della Cantina

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

Cooperstudio — AGRITURISMO E CANTINA IN LOCALITA' ANSIDONINA

PROGETTO FLAMINIO - Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria

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Il progetto del quartiere della Città della Scienza, è un elemento importante nel processo di trasformazione urbana. Il progetto nasce dall’idea di organizzare gli edifici richiesti intorno ad una grande PIAZZA e ad un PARCO pubblico, così da reinterpretare il tema delle grandi piazze romane in chiave moderna, donando alla città spazi sempre vitali e fruibili, e andando in questo modo a completare un quartiere composto da grandi protagonisti architettonici privi di un vero e proprio spazio esterno comune e di incontro. Il grande parco pubblico funge da collegamento verde tra il MAXXI e la Città della Scienza. I 27.000 mq di Sul richiesti per questo museo, sono distribuiti in un unico volume, che si articola però con diverse altezze (fino a 35 mt), evitando di diventare un edificio monolitico, bensì diventando un elemento dinamico e movimentato. Le grandi superfici vetrate si contrappongono ai rigogliosi tetti verdi (Roof Garden), che, oltre a garantire alte prestazioni energetiche, diventano un prolungamento del parco sulla copertura della Città della Scienza.

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Planimetria dell'area di progetto

Il parco pubblico si compone di due aree distinte: la zona posta frontalmente al MAXXIè chiamata SUN GARDEN, e si compone di una serie di filari di alberi sempreverdi che compongono 4 “stanze verdi”, e di 8 fontane circolari che sono posizionate sia nelle parti pavimentate che nelle parti verdi. L’area posta a nord e a sud dell’Hotel è chiamata MOON GARDEN, ed è composta da una serie di fontane di forma semicircolare. L’Hotel è posizionato al centro dell’area di progetto, e diventa il vero e proprio cardine attorno al quale si impostano tutti gli altri edifici. Questo edificio è alto 35 mt, ed è caratterizzato da un sistema di briese-soleil con un disegno geometrico che garantisce un miglioramento delle prestazioni termiche dell’edificio, donandogli un aspetto moderno e riconoscibile. L’Hotel si affaccia sulla piazza privata, adibita ad uso pubblico. Questa ospita un’area dedicata alle attività ludiche, ed un piccolo anfiteatro circolare. Su questa piazza si affacciano anche gli edifici residenziali, 3 edifici caratterizzati da una forma curvilinea, e presentano un piano terra completamente occupato dalle attività commerciali. L’aver distribuito il commerciale lungo tutta la base degli edifici residenziali, anziché concentrati in un unico edificio, consentirà alla piazza una continua affluenza in grado di garantire una grande vitalità a questo spazio. Le residenze sono caratterizzate da appartamenti più piccoli nei piani più bassi, e da appartamenti più grandi ai piani superiori. L’altezza di questi edifici si attesta su un massimo di 25 mt, ed il piano di copertura è coperto da un sistema di lamelle in legno, che diminuiscono l’irraggiamento delle terrazze. Il valore aggiunto di queste residenze è sicuramente individuabile nel grande giardino inglese privato (FOREST GARDEN), che ospita un lago ed un breve corso d’acqua, ed è caratterizzato da una vegetazione rigogliosa, che esclude il grande spazio circolare erboso.

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Vista dalla Piazza

L’edificio riservato alle residenze sociali funge da quinta architettonica per la piazza, e si contrappone all’hotel, raggiungendo anch’esso un’altezza di 35 mt. Le facciate dell’edificio sono caratterizzate da un alternarsi di grandi finestrature quadrate a sottili fessure vetrate. La progettazione impiantistica, nel settore energetico, avrà come obiettivo, per tutti gli edifici del complesso, il raggiungimento degli obiettivi previsti dallo standard LEED Gold, per valorizzare ulteriormente la qualità architettonica dell’intervento. Si ricorrerà all’adozione di tecnologie innovative, sia nel campo delle discipline meccaniche che elettriche come produzione acqua calda e refrigerata con gruppi polivalenti integrata con geotermia, fotovoltaico a film sottile, distribuzione fluidi termo vettori a portata variabile, diffusione aria a portata variabile e terminali a bassa velocità; illuminazione controllata a tecnologia led (DALI), sistema BMS integrato unico per tutti gli impianti.

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Vista dell'area di progetto

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Andrea Maffei Architects , Peter Walker, Drees & Sommer, eFM Ingegneria, Arching Ingegneria — PROGETTO FLAMINIO

Vista da via Guido Reni

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