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Contact Center GBS | Bassi Business Park - Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi

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Un edificio anni ’70, già ristrutturato all’inizio del Duemila dallo studio Malara Associati, sorge all’interno del complesso immobiliare Bassi Business Park a Milano. Si eleva per 10 piani fuori terra, a cui si aggiungono altri 3 piani interrati e vi si accede dalla portineria di Bassi 4,6,8 attraverso un ingresso pedonale e un giardino interno.

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

La richiesta da parte del cliente di migliorare la fruibilità degli spazi interni, per consentire un miglior flusso del personale e offrire postazioni di lavoro ordinate e accoglienti, ha previsto la modifica del layout di ogni piano, in vista dell’occupazione di oltre 500 addetti al contact center. Si è voluto inoltre privilegiare il benessere del personale sia creando spazi di relazione e confronto o aree break, sia utilizzando materiali e tecnologie che hanno garantito un alto livello di comfort acustico e visivo. Isolamento, climatizzazione, riscaldamento, illuminazione e comfort ambientale sono stati aspetti condizionanti del progetto. Il risultato progettuale si è tradotto in un ambiente sempre discrezionale ma allo stesso tempo accogliente, in cui le soluzioni adottate hanno prodotto effetti migliorativi in termini funzionali e di risparmio gestionale. In zona reception l’arredo degli interni ha previsto l’utilizzo di opere di falegnameria su disegno con colori grigio, rosso-mattone, bianco e con finiture laccate lucide come il bancone. La boiserie in legno esistente di questo ambiente è stata sostituita con contropareti in cartongesso classe 0 che vanno ad attestarsi anche all’interno della gola luminosa sul pilastro centrale, il tutto rivestito con rivestimenti murali forniti da Vescom, modello Ysho, grigio scuro e grigio chiaro, scelta all’interno di un’ampia collezione di prodotti ideati dalla società per personalizzare gli interni secondo i diversi gusti della committenza.

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

L’intervento di ristrutturazione interna ha richiesto opere di manutenzione straordinaria, la realizzazione di tutte le opere antincendio e di quelle dettate dalla normativa comunale e igienico-sanitaria e dell’accessibilità ai disabili. Gli interventi più significativi per la riqualificazione degli ambienti esistenti hanno interessato i piani fuori terra con ridistribuzione degli spazi ad uso ufficio; una nuova uscita di emergenza con scala metallica esterna; opere di sistemazione esterna del piano cortile nella zona della nuova scala. Le opere edili su ogni piano, eseguite dall’impresa costruzioni Grassi & Crespi srl che ha coordinato le imprese impianti e le altre sub-appaltatrici, hanno interessato, oltre agli uffici, anche i corridoi e gli sbarchi ascensori con interventi importanti sulle pareti divisorie e sui controsoffitti. La sequenza di spazi distributivi interni adibiti a contact center è modulata da pareti mobili che sono state integrate con l’alimentazione elettrica e i wallboard. Della fornitura degli arredi di serie si è occupata Living Office srl in base ai layout di piano e seguendo le necessità funzionali di un contact center: dalle postazioni operative agli uffici dirigenti, dalle sale di rappresentanza a quelle per brain storming dei team di lavoro, dagli spazi break a quelli tecnici e di servizio, fornendo anche le armadiature lungo i corridoi che sono state personalizzate in base a esigenze funzionali ed estetiche.

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

Il progetto illuminotecnico firmato da Polliceilluminazione ha sostituito e integrato l’esistente (sempre diretto da Marco Pollice) principalmente con nuove sospensioni a luce diretta e indiretta per un maggiore comfort e per rispettare le nuove direttive in materia di illuminotecnica. In alcune zone dell’edificio (corridoio, antibagno, sbarchi e scale) non essendo presenti i lux necessari secondo la normativa vigente, questo intervento si è rivelato non solo consigliato, ma necessario. Negli sbarchi ascensori, ad esempio, gli apparecchi semincassi decorativi sono stati integrati con luce ad incasso lineare.

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

L’esigenza di aumentare il comfort dal punto di vista acustico ha richiesto la presenza di pannelli fonoassorbenti della serie Mitesco di Caimi a parete e a soffitto nelle zone riunioni e negli uffici degli operatori, dove sono stati inseriti tra le scrivanie per ridurre il rumore prodotto dagli addetti negli spazi operativi.

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

La scelta cromatica si è indirizzata su un colore neutro per le postazioni a scrivania e sul colore arancio dei pannelli a soffitto o a parete per vitalizzare e trasmettere energia positiva soprattutto negli altri ambienti di lavoro.

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

Per l’adeguamento alle norme di sicurezza sulle vie di fuga, il progetto ha previsto l’inserimento sul lato corto dell’edificio in corrispondenza del corridoio, di una nuova scala esterna in carpenteria metallica di colore brunito con pianerottoli e gradini in ferro zincato. Elemento contenitivo oltre che di arredo è la finitura laterale in rete di acciaio Metal Design Tim Rossi R&R, fornita da Tessitura Reti Metalliche Rossi Oliviero & C., che si sviluppa verticalmente anche lungo il cosiddetto spazio calmo per i disabili, previsto ad ogni piano. Questo nuovo elemento costruttivo esterno risulta ben integrato sia con l’edificio, sia con l’intero complesso del Business Park andando a caratterizzare visivamente l’intero progetto con la nettezza delle sue forme e i suoi volumi.

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park

Malara Associati, arch. Lucilla Malara, arch. Alessandra Zoppi — Contact Center GBS | Bassi Business Park


Bivacco F.lli Fanton - ANK

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L’oggetto architettonico ha un volume compatto, un cristallo di metallo incastonato tra le rocce mitigato al contesto sfrangiato delle pendici rocciose. Il prisma è il risultato della composizione di facce triangolari, non vi è differenziazione tra le pareti e le falde tetto, l’unica assenza fra i lati che lo compongono definisce un’implosione del volume, un vuoto che protegge l’accesso del bivacco con una scala esterna e dove trovano collocazione gli strumenti di misurazione. L’integrazione nel particolare contesto ambientale e paes¬aggistico è raggiunto non solo attraverso l’aspetto formale ma anche per mezzo delle similitudini cromatiche del rivestimento. Il guscio esterno è in lamiera di alluminio di colore grigio/zinco così che nella stagione estiva si mimetizzi con il colore grigio/marrone delle rocce e per contro spicchi nella neve nel periodo invernale diventando punto di riferimento visivo.

ANK — Bivacco F.lli Fanton

L’utilizzo della forma triangolare quale principio compositivo del sistema strutturale consente di rispondere con efficacia ai carichi in gioco determinati per la gran parte dalla spinta del vento e dal carico della neve, il cui peso è comunque minimizzato da falde con notevole inclinazione. Nel bivacco sono ricavate dieci cuccette, sette nella zona “riposo” inferiore e tre in quella più alta, nel caso si utilizzi il piano pieghevole della zona giorno il numero degli ospiti può salire sino a dodici unità. All’interno di ogni zona dedicata al “riposo” vi è un doppio livello di piani letto, che non coincidono uno sull’altro così che chi si trova ad occupare la parte più bassa può beneficiare di un maggiore altezza libera.

ANK — Bivacco F.lli Fanton

La richiesta espressa nel bando di garantire l’accesso al bivacco sia nella stagione estiva che in quella invernale in presenza di forti accumuli di neve ha indotto lo schema funzionale con il posizionamento dell’ingresso ad una quota superiore rispetto al piano di appoggio. Il volume è stato così sviluppato in altezza e ripartito in tre livelli, la zona “giorno” intermedia è destinata al ristoro e ha accesso direttamente dall’esterno, da qui per mezzo di una scala a pioli si raggiungono i due livelli, superiore ed inferiore, destinati alle cuccette.

ANK — Bivacco F.lli Fanton

ANK — Bivacco F.lli Fanton

ANK — Bivacco F.lli Fanton

ANK — Bivacco F.lli Fanton

Nuovo Centro Civico a Milano - Storm Studio Architecture, Rino Cappelletti, Stefano Benatti, Francesco Coleschi

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Il progetto si inserisce all’interno di quell’area vasta denominata Isola-Garibaldi integrato nel nuovo parco “la biblioteca degli alberi”; questo si pone come luogo fortemente identitario, in un tessuto urbano di prossima nascita ed evoluzione in questa nuova parte della città di Milano.

Storm Studio Architecture, Rino Cappelletti, Stefano Benatti, Francesco Coleschi — Nuovo Centro Civico a Milano

Vista esterna dal parco "Biblioteca degli Alberi"

Il progetto ha voluto ritrovare nello “stereotipo” della “cascina” contadinale, un punto di raccordo con alcuni elementi “congeniti” alla cultura diffusa di questi luoghi; la cascina nel verde (anche se artificiale) come luogo di ordine, di regola, di luogo di cura e rispetto del territorio.

Storm Studio Architecture, Rino Cappelletti, Stefano Benatti, Francesco Coleschi — Nuovo Centro Civico a Milano

Vista interna nella zona Auditorium

Lo “stereotipo” della cascina nel progetto si declina a livello di impianto a terra con volumi bassi, in rapporto a questo territorio, volumi legati alla scala dell’uomo che li utilizzerà; l’uso della copertura a capanna ad esempio riportano il progetto a connotati riconoscibili, facenti parte di questo luogo a livello inconscio in modo diffuso. L’edificio nella sua composizione in pianta ed in alzato è estremamente semplice, sul lato destro del lotto; in allineamento con la viabilità di progetto del parco è stato posto il volume con copertura a capanna sviluppato su tre livelli, piano terra, piano primo e piano secondo, disposti come un limite, un margine ben definito, mentre ortogonalmente a questo è stato disposto un volume ad un unico livello che ospiterà una sala polifunzionale contigua alla piazza pavimentata, confine e protezione, elemento che definisse uno spazio più intimo ed “accogliente”, rispetto alla grandezza degli spazi del parco.

Storm Studio Architecture, Rino Cappelletti, Stefano Benatti, Francesco Coleschi — Nuovo Centro Civico a Milano

Planivolumetria

Al piano primo del volume principale, come un cannocchiale sul parco, è stato posto l’auditorium, ambiente al quale abbiamo voluto dare una particolare rilevanza anche simbolica, spazio aperto alla cittadinanza, ma anche spazio privilegiato di contemplazione sul verde soprattutto nelle lunghe giornate milanesi, quando il tempo non consentirà di godere del parco all’aperto; dal parco la sagoma della grande vetrata diventerà un punto di riferimento e di approdo del parco, “archetipo” in grado di trasmettere quel senso di accoglienza e apertura nella percezione dei cittadini.

Storm Studio Architecture, Rino Cappelletti, Stefano Benatti, Francesco Coleschi — Nuovo Centro Civico a Milano

Concept

RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA - IMARCHITECT

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La storia di un edificio narra, molto spesso, quello della famiglia che l’ha vissuto. La storia di casa, affonda le origini nel settore delle costruzioni metalliche; un’immagine di questa vicenda, colpì la nostra immaginazione: il ricordo della cabina di controllo dell’officina, dalla quale si poteva osservare tutto il mondo della produzione famigliare. Questa divenne l’idea generatrice.

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

Se dall’esterno, l’edificio appare chiuso, buio, arcaico; l’interno appare ampio, luminoso, raffinato e contemporaneo. Ciò che colpisce è il passaggio di scala inaspettato fra l’esterno del portico e il living interno. La doppia altezza della zona giorno annuncia l’importanza primaria che assume questo spazio nel mondo della vita domestica.

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

L’uso dei materiali e dei colori persegue la ricerca di un luogo elegante, riflessivo e accogliente; i colori scelti, come i materiali sono pochi, l’unica nota di colore, è caratterizzata dalla porta in vetro gialla della cucina; questa, rappresenta l’episodio funzione prediletto dalla padrona di casa.

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

Il giallo della porta è ripetuto nella parete opposta della cucina, dove è stato inserito il focolare. Il piano primo accoglie le due camere padronali, ognuna delle quali caratterizzata da un diverso aspetto che persegue l’ideale abitativo dei diversi utenti; il bagno, acquisisce il valore di uno spazio intimo nel quale si persegue l’ideale raggiungimento del riposo tanto desiderato.

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

L’intonaco di terra cruda, il parquet trattato con oli naturali e il soffitto di legno eleva la qualità di uno spazio, spesso considerato esclusivamente dal suo mero punto di vista utilitaristico, togliendo tutta la poesia che potrebbe assumere.

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

Questo esempio d’intervento su edificio già costruito, esprime il nostro interesse nel definire l’importanza che assume, per la qualità della vita, un luogo progettato per esprimere i valori e lo stile di vita delle persone negli spazi d’abitazione, per far si che, questi, non siano semplicemente spazi da vivere, ma luoghi che possono essere definiti casa.

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

IMARCHITECT — RISTRUTTURAZIONE VILLA IN VALPOLICELLA

Flores de Manjerico - FAHR 021.3

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“Flores de Manjerico”, Basil Flowers, has the conceptual principle the hanging gardens and classical sale kiosk at the time of the S. João tradicional fest. Thus FAHR 021.3 proposes a piece that maintains a blanket of basil that rises in the public space that engages the viewer in an emotional and sensory way. Two raised corners absorb, involving us by green lines and spots generated by manjericos, assuming something attractive and provocative in the context of the street.

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

FAHR 021.3 — Flores de Manjerico

THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM - sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis

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2nd PRIZE, International Architectural Competition in two Phases, 2011 & 2013

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

General Νight View

A site, an old farm, for which we were asked to propose a business and architectural approach as well as to form a complete philosophy of hospitality.

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

The Square and the water element

The concept The goal is to transform the site into a hospitality experience, the feeling of space and program into the art of experience, the actions into a viable and flexible development program.

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

View of the Square

The raw material_the limit, the diffusion, the center The border: The listed buildings demarcate the central outdoor space with their shape, they accumulate the cultural activities, touristic infrastructure, hospitality, relaxation and entertainment programs (Interactive Museum, Agri-tourism, Baths, Accommodation). The enhancement of uses with reversible constructions of (container) type in a discreet relationship with the listed buildings reinforces the concept of limit and functions as a transitional element from and to the central area (Central Square), into the diffusion area (Natural Element). The diffusion: The outdoor space that surrounds the existing building complex is designed as a “productive scenery”, acquires discrete interfering and takes an equal part in the interactive experience of the Farm (Experimental and Educational Crops, Artist Guesthouses, Track Networks, Shaded Paths) The center: the role of the central outdoor area, the melting pot of two worlds, the old and the new, as well as of various functions is strengthened. Its size that acquires public space characteristics, is transformed into a Central Square in the Farm, while a flexible use to the viability of the Complex is sited under the ground (Multiple Use Center). The new building mass is partly concealed, while the shape of the Square, a flowing installation of water and glass, makes the Farm an urban space.

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

A Place of Hospitality and Relaxation

Architectural operations_the art of experience We form the program following and giving prominence to the historical and morphological structure of the Farm. We preserve and renovate, we restore and rebuild. We demolish and recycle. We reuse the raw material and restore what we preserve. We renew the existing by working out the new, either by concealing it under the earth, or as a reversible choice, as an architectural object in a discrete dialogue with the existing. We listen to the harmony of the Farm closely and configure the overall approach introducing a rhythm of continuity and discontinuity, of intension, emphasis and pause. We transfuse the lively character of a multiple activities and experiences crossroad center without altering the historical and evidential relationship between listed buildings and empty space and we also use the concept of the “revival” of the Farm metaphorically, designing the water element in a swirling and moving way. We incorporate the big new building mass in the ground under the Square, bolstering the through circulation of the Farm. We demarcate and infuse the “productive” Farm scenery with greenery and the planting of local varieties. We bolster the silence of the scenery, the scents, the colors, the optical escapes. In that framework, concepts as program and viability, balance and concealment, fluidity, limit diffusion as well as stasis and movement are unbreakably organized in a continuous and cohesive handling of the all.

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

The Multiple Use Center

Architectural design: Rena Sakellaridou, Morpho Papanikolaou (Sparch Architechts) and Christos Marathovouniotis Collaborators: N. Apergis, I. Kloni, E. Papaevangelou, V. Arvanitis, V. Yiannakis, M. Chatziioannidou (Phase A), E. Papaevangelou, G. Papanikolaou (Phase B) Students of architecture: G. Kontominas, I. Tatli, S. Stylidis (Phase B) Consultans: P. Kinatos, I. Pagonis, K. Polychronopoulos (Civil Engineers), I. Papagrigorakis (Mechanical Engineer), A. Tabathani (Electrical Engineer), A. Agisilaos (Surveyor Engineer), S. Barbarian (Landscape Architect)

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

Spa

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

Concept

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

Main section

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

Section of the Container

sparch SAKELLARIDOU / PAPANIKOLAOU ARCHITECTS, Christos Marathovouniotis — THE SECRET “INTELLIGENCE” OF AN AGRICULTURE FARM

Section of the Container

Progetto Flaminio - Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional

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“Urbescienza” Progetto Flaminio Dialogo tra il nuovo e l’antico lungo la Via Flaminia. Il progetto di Masterplan si pone l’obiettivo di restituire lo spazio dismesso dell’ex Stabilimento Macchine di Precisione, al complesso urbano del quartiere Flaminio, una zona della città che si orienta sempre più nella direzione di un’eterogeneita funzionale e di una varietà d’intrattenimento.

Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional — Progetto Flaminio

Progetto Flaminio. Conceptual Collage

L’area di progetto inserita al centro di tre fondamentali assi viari, rappresenta il naturale nodo di collegamento tra differenti situazioni urbane. Dato il carattere strategico del luogo, l’obiettivo perseguito dal progetto consiste nel creare le condizioni per cui l’area possa dispiegare le proprie potenzialita, non solo come sito per la trasformazione urbana dell’esistente ma come autentico elemento di giunzione per un piano di sviluppo piu ampio.

Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional — Progetto Flaminio

Progetto Flaminio. Photocollage.

Occorre pensare ad una interconnessione reale di spazi pubblici, oltre i limiti dell’area di progetto stessa, che rafforzi la visione di un progetto unico. Da questo obiettivo nasce la necessita di creare un continuum pedonale attrattivo, dotato di percorsi e spazi pubblici di diverso carattere che garantiscano la sinergia tra gli elementi interni all’area di progetto e gli elementi di forza esterni (MAXXI, Auditorium Parco della Musica,Villaggio Olimpico) avvalendosi allo stesso tempo di un design urbano cosciente, come un’illuminazione variabile secondo le condizioni esterne, come pannelli informativi interattivi, come soluzioni intelligenti per la circolazione e parcheggio dei veicoli.

Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional — Progetto Flaminio

Progetto Flaminio. Photocollage.

La relazione tra pubblico e privato, centrale nel programa del progetto, si realizza concretamente nella progettazione di un’area polifunzionale che consenta un dialogo continuo tra nuclei di utilizzo differente. Le due importanti entità pubbliche dei musei, MAXXI e Città della Scienza, su via Guido Reni vengono messe in relazione tramite una piazza che diventa elemento di confluenza tra le attivita culturali e commerciali sia di aree nuove che preesistenti, badando a mantenere mediante percorsi il rapporto sinérgico con l’adiacente zona affacciata su via vignola che presenta un carattere maggiormente residenziale da preservare. Si impone, perciò l’assunzione di un modus flessibile nei nuovi interventi in modo tale da rendere tangibile la permebilità e la differenziazione d’uso dei piano terra. Lo stesso modus va assunto riguardo agli spazi pubblici al fine di garantire la massima adattabilità e variabilità nel tempo, nell’ottica di salvaguardare a lungo termine le necessità di una comunità locale che deve mantenere la propia identità domestica e di quartiere.

Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional — Progetto Flaminio

Progetto Flaminio. Model.

La progettazione include l’adozione di soluzioni bioclimatiche di pianificazione urbana e costruttiva, in modo tale da perseguire l’obiettivo di minimizzare la domanda energetica, attraverso l’occupazione minima del suolo, un buon orientamento solare dell’edificato, la ventilazione traversale delle unita abitative, ed il riutilizzo di parte delle strutture esistenti fino all’installazione stessa di elementi per l’approviginamento di energia solare.

Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional — Progetto Flaminio

Progetto Flaminio. General View. Diagrams.

Il progetto per l’area d’ intervento propone di integrare parte delle strutture esistenti nel complesso industriale, in un dialogo tra antico e nuovo. I singoli elementi architettonici (facciate in muratura, strutture in ferro, ecc) si articolano in un gioco libero di pieni e vuoti nel quadro di una nuova configurazione architettonica. A loro volta i nuovi volumi ai piani superiori ruotano sull’impianto rigido della fabbrica a sottolineare le visuali oltre l’area stessa. In questo rapporto di coesistenza tra l’esistente ed il nuovo si inserisce la Citta della Scienza attraverso la sua espansione nella piazza su via Guido Reni. Così facendo, questa importante struttura può ambire meglio ad assumere il ruolo di vero e proprio laboratorio urbano interattivo di sviluppo della tecnica per l’innovazione e la sperimentazione , in armonía con le scelte progettuali tendenti alla sostenibilita del quartiere, nella direzione dell’eccellenza energética tramite un progetto di alto livello tecnológico.

Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional — Progetto Flaminio

Progetto Flaminio. Photocollage.

Miralles Tagliabue EMBT, Barcelona Regional — Progetto Flaminio

Progetto Flaminio. Masterplan.

Casa EMME - Riccardo Carai


Floating Palangre - FAHR 021.3

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In contact with the fishermen on the beaches, we faced a traditional fishing technique, of a large net cast into the sea and gathered from the beach. Lines of buoys with over 200 feet stretched on the sand symbolize the entire length of the network. The proposal has as main objective to unite the space through lines generated by floating buoys, join local people in lines of work and willingness, to explore the orthogonal lines of the city and to engage with the presence of each. Each buoy is a citizen. The chain line depends on the presence of each other, as well as the city depends on its people and their work for the city.

FAHR 021.3 — Floating Palangre

FAHR 021.3 — Floating Palangre

Exercise with the arches n°1 - NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia

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Built in the small town of Avetrana, in Apulia region of southeast Italy, this reconversion of private two-family house is an attempt of re-establishing a missing dialogue between the past and the present of the traditional row house typology. The project of Rotterdam based NAUTA architecture & research is hinged in the mission of bringing back to light the original and special architectural features of the previous states of the building, such as generous vaulted rooms, the internal patio and traditional construction techniques.

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

Along the years the house originally conceived with linearly connected large vaulted rooms in direct visual connection with the backyard patio has been gradually turned into a modern configuration of corridors and rooms. When the design started some of the arches were covered and the original spatial configuration was drastically misshaped. While the ground floor suffered the limited dimension of the internal connections, too small to bring the light from the facades to the centre of the house, the upper floor, redesigned in the seventies after a fire, presented a modern inefficient layout with corridors and rooms. In order to optimize the use of the space and match it to the new lifestyle of a growing and dynamic family, yet preserve the essence of the original typology , the arch (intended here as an archetype) has been exploited in order to “achieve the effect of openness and space interconnection”. The arch thus became the main theme of the reconversion, applied in different sizes and proportions from the balconies in the patio to internal doors, from the varied range of openings to the main façade, in which a large main arch is extruded outwards, providing room for the front balcony.

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

The reappearance of the arches both inside and outside allowed for creating a new kind of spatiality, where rooms are merged and the spaces inside are to be read in linear sequence. By this end, arches and vaults provide an appropriate threshold that mediates the inner and outer parts of the house. Natural light permeates the house through internal and external windows allowing direct visual connection with the punctual trees of the patio. Like in almost all the mediterranean area, in traditional southern Italian house typology, the internal patio plays a crucial role in the construction of interior living space and in the social life of the inhabitants, as family gathering spot, or as an intimate place for relax, in strong contrast to the street.

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

Also materials and finish techniques have been crucial in the project: white stucco for the walls, providing a typical mediterranean atmosphere, travertine for kitchen and bathrooms, coccio pesto an ancient technique consisting of a local mix of hydraulic mortar and terracotta grit poured directly on site has been used for the floors. The project recreates a rustic, thrifty, somehow austere atmosphere, achieved by using innovative applications for traditional materials.

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

Site plan

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

Floor plans

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

Facades

NAUTA architecture & research - Maurizio Scarciglia — Exercise with the arches n°1

long section

Glassberg - FAHR 021.3

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The idea comes at the same time as the invitation to attend into a festival of music, art, sport and gastronomy – Fusing Culture Experience in Figueira da Foz, Portugal. Once the theme is this fusion of different areas, the idea was to expose local assets in the form of installation and looking through the key industries of the city we find the element of unity, the glass bottle, standing in Figueira da Foz one of the most distinguished factory in the national and international scene. The development of the piece part from a transformation of the traditional concept of a portico, as a crossing moment that marks the limbo between interior and exterior. The installation is based on a “romance” of two towers that dialogue in a short distance and whose proportions sink the visitor along 10 meters before meeting within the festival site. As two bergs drifting that stood out from a single block, it reveals the grandeur of the piece that serves as a milestone and attractive object in the city and just before the climax of the festival. Its materiality is extremely important in this relationship with the surrounding urban space. Reflections are multiplied in big screens where the pixel is the bottle and the reflection is a distorted surrounding. A thousands of small movements are generated by the reflex of each person and it dissolves in the sky through the spire shapes from each bottle and multiple organic patterns intersecting one and another as the levels increase. The repetition of the form with the appointment demarcated by horizontal honeycomb card also emphasizes the colonnades and friezes that marked the great classical monuments with extremely important porch. The GLASSBERG, is also a sensory experience for the viewer, generated by an antithesis between the massiveness of each wall represented by its volume and weight, contrasted by the subtlety and apparent fragility of the glass bottle. By its presence in public space to the more detailed reflection of this portico is a break with the conventional access to common festival spaces, bringing creativity and the theme of the festival to the entrance.

FAHR 021.3 — Glassberg

FAHR 021.3 — Glassberg

FAHR 021.3 — Glassberg

FAHR 021.3 — Glassberg

FAHR 021.3 — Glassberg

FAHR 021.3 — Glassberg

Centro di dimagrimento femminile - Gian Luca Zoli, Nicola Montini

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Il centro opera per il dimagrimento esclusivamente femminile. La necessità da parte delle proprietarie e titolari del Centro, già attivo da anni nella medesima sede, è quello di suddividere lo spazio di circa 160 mq. secondo precise logiche funzionali, consolidatesi con l’esperienza ed in accordo con le aspettative della loro fedele clientela.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Centro di dimagrimento femminile

Gli ambienti, raccolti da volte ad ombrello, sono le ex-cucine a piano terra di un palazzo vincolato, in piena centro a Cesena. L’origine di casa a torre rende databile lo stabile all’epoca medioevale.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Centro di dimagrimento femminile

Il progetto architettonico si limita alla definizione degli spazi di lavoro attraverso alcuni divisori ad andamento curvilineo, che non intaccano le volte ma anzi ne ribadiscono la leggerezza. La raschiatura delle imbiancature progressive riporta alla luce delicatissime sfumature, quasi un quadro impressionista, frutto delle sovrapposizione di tinta succedutesi nei secoli.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Centro di dimagrimento femminile

I nuovi divisori sono rivestiti da una tenda a trama fine che risente del passaggio delle clienti. A pavimento pochi millimetri di resina, di rimando alle tonalità delle volte, spezzano le scatole murarie a favore di una spazialità più dinamica e continua. A parete un intonachino a base calce vibra a seconda delle condizioni di luce. Tutte le forme sono volutamente morbide e femminili, affinché i corpi possano muoversi liberamente negli spazi e praticare senza forzature gli esercizi.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Centro di dimagrimento femminile

Anche il disegno degli arredi parte da una forma arrotondata, a base ovale, la scelta poi del legno di noce restituisce un’immagine più domestica e in linea con i desideri delle clienti che percepiscono il centro come luogo familiare.

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Centro di dimagrimento femminile

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Centro di dimagrimento femminile

Gian Luca Zoli, Nicola Montini — Centro di dimagrimento femminile

ante operam

a bruxa e as 13 versoes - fala atelier

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a scenario for a play.

fala atelier — a bruxa e as 13 versoes

3 white cubes of different dimensions are randomly placed in the set.

fala atelier — a bruxa e as 13 versoes

during the play, each one transforms into an object that becomes a part of the narrative.

fala atelier — a bruxa e as 13 versoes

a throne, a stair and a bed.

fala atelier — a bruxa e as 13 versoes

fala atelier — a bruxa e as 13 versoes

Patio House - LILIetRAMI Architecture

Studio professionale avvocati - Grazia Puzziferri


barn rehabilitation - LILIetRAMI Architecture

Progetto Flaminio - Antonella Bonavita, Angela Raffaella Bruni, Massimo De Vico Fallani, Francesco Foppoli, Franco Pettrone, Marcello Ricci, Gaia Remiddi, Valentina Donà

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Premessa Le scelte del progetto tentano una sintesi tra stato di fatto e tendenze teoriche sullo stare dell’architettura e sul suo costruire la città di oggi. La direttrice Villa Glori – Monte Mario presenta emergenze importanti nel cui contesto la “Città della scienza” ha un ruolo fondamentale, sia di conservazione e valorizzazione dell’architettura novecentesca del ferro e del mattone, sia di promotore per un suo corretto riuso. Si impone una sapienza del restauro attenta alla sua cultura con tecniche appropriate alla natura dei manufatti senza tecnologie pseudo avanzate.

Antonella Bonavita, Angela Raffaella Bruni, Massimo De Vico Fallani, Francesco Foppoli, Franco Pettrone, Marcello Ricci, Gaia Remiddi, Valentina Donà— Progetto Flaminio

Sulla stessa direttrice si dispiegano insediamenti residenziali che nel tempo hanno sperimentato forme e modi diversi dell’abitare e di costruire la città: il villaggio olimpico come progetto unitario regolato da norme compositive, le palazzine tra via Flaminia e viale Tiziano che testimoniano una ricerca sull’architettura di questa tipologia prettamente romana, le case popolari verso il lungotevere, che raccontano come costruire spazi urbani di qualità, gli intensivi che senza occuparsi né di qualità architettonica né di valenza urbana usano il privilegio di posizione.

Antonella Bonavita, Angela Raffaella Bruni, Massimo De Vico Fallani, Francesco Foppoli, Franco Pettrone, Marcello Ricci, Gaia Remiddi, Valentina Donà— Progetto Flaminio

schema delle funzioni

Il progetto Partendo dalla qualità architettonica attribuita ai manufatti “industriali”, sceglie di: – conservare i tre capannoni costituiti da due corpi di fabbrica solidali con tetto a doppia falda per destinarli ad ospitare la Città della scienza, vedendo questa funzione come una serie complessa di attività che vanno dalla ricerca pura alla sua divulgazione anche per uso didattico, ludico e commerciale; – prevedere per la Città della scienza una serra botanica, un sistema di collegamenti interrati, una sala convegni ubicata sotto il piazzale di ingresso su via Guido Reni;

Antonella Bonavita, Angela Raffaella Bruni, Massimo De Vico Fallani, Francesco Foppoli, Franco Pettrone, Marcello Ricci, Gaia Remiddi, Valentina Donà— Progetto Flaminio

- identificare nel percorso che attraversa diagonalmente il lotto tra via del Vignola e via Guido Reni l’asse che determina le principali scelte compositive. Su di esso si struttura il parco pubblico e ai suoi margini il progetto prevede: su via del Vignola un edificio adibito a struttura ricettiva che per dimensione e trattamento si confronta con il tessuto circostante mentre sul lato opposto una “lama” sormonta e attraversa il capannone interno. E’ il segno forte del progetto e funge da ingresso alla Città della scienza; – sostituire le strutture esistenti ad est del lotto, nella direzione di via Flaminia, con l’insediamento di residenze sociali della stessa altezza (2 piani fuori terra) in modo da conservare, pur nella variazione della destinazione d’uso, lo stesso impatto architettonico sulla città;

Antonella Bonavita, Angela Raffaella Bruni, Massimo De Vico Fallani, Francesco Foppoli, Franco Pettrone, Marcello Ricci, Gaia Remiddi, Valentina Donà— Progetto Flaminio

render by Franco Pettrone

- disporre ad est del lotto i volumi delle residenze private (articolati con cinque livelli e piano terra) che si snodano liberamente nel parco e parzialmente penetrano gli spazi aperti tra i capannoni ponendo attenzione alle interferenze nell’accostamento di spazi e funzioni molto diverse. Esse si attestano sulla strada di confine tra via Guido Reni e via del Vignola sovrapponendosi ad un basamento a tre piani da cui dipartono a configurare il parco; – prevedere parcheggi interrati pubblici e pertinenziali sotto le residenze sociali e nell’area occupata dalle residenze private; – riservare il sistema viario interno al lotto ai pedoni fatto salvo il transito di veicoli adibiti alle operazioni di carico e scarico e di mezzi di soccorso.

Nel parco si individuano zone a prato poste a quote diverse seminate a miscuglio di graminacee a mezza ombra e definite da bordure di rose di varietà resistente e bassa manutenzione. Nella parte di giardino compresa tra i fabbricati la necessità di ombreggiatura è garantita da pergolati e filari di essenze decidue a contribuire al controllo microclimatico. Nella piazza di ingresso i filari di alberature sono costituiti da Populus nigra italica, mentre il piccolo bosco sarà composto di esemplari di Cercis siliquastrum (portamento globoso basso e forte fioritura rosa magenta in primavera) e Ginkgo biloba (portamento colonnare colore dorato in autunno).

Edificio seicentesco - Grazia Puzziferri

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Ristrutturazione di un antico immobile nel centro storico di Gravina in Puglia.

Grazia Puzziferri — Edificio seicentesco

Mountain House - LILIetRAMI Architecture

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Maison en acier en secteur sauvegardé

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

LILIetRAMI Architecture — Mountain House

una terrazza sull'irno - project 2.0

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Nell’approccio alla stesura di un PUC la prassi urbanistica consolidata consiste in una sequenza di azioni linearmente consecutive: - l’analisi intesa come lo studio del territorio secondo parametri prevalentemente quantitativi; - il progetto di Piano fondato sulla pratica dello zoning; - la gestione consistente nella stesura delle NTA e del RUEC.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

La metodologia di progetto proposta non si sviluppa secondo una sequenza di azioni a “cascata” ma prevede un’integrazione sinergica tra una serie di fasi analitiche e la fase progettuale per giungere alla costruzione di un processo di piano auto sostenibile nel tempo. La finalità del suddetto metodo è quella di introdurre e rafforzare un’analisi di tipo qualitativo, orientando i processi di trasformazione del territorio partendo dal genius loci e dagli elementi connotativi e identitari dei luoghi. Il processo sarà così articolato in fasi strutturanti: - fase analitico/progettuale, come modello integrato; - fase di studio del modello gestionale, indirizzi di gestione del territorio, valutazione strategica.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

In primo luogo è stata effettuata un’analisi di tipo “classico”, raccogliendo ed elaborando dati di tipo quantitativo; si è proceduto poi ad una lettura del territorio di tipo qualitativo incentrata sul genius loci attraverso: - l’individuazione delle “unità di paesaggio” come caratteri identitari e valori territoriali strutturanti; - la definizione di ambiti territoriali come aree di intervento strategico. Nello specifico vengono individuate 18 unità di paesaggio e 6 ambiti di intervento. Contestualmente viene definita la strategia principale del piano caratterizzata da la definizione di : obiettivi strategici, progetti pilota, fasce di indirizzo strategico e core project.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

L’insieme di questi elementi rappresenta lo strumento principale per la riqualificazione paesaggistica. Nello specifico vengono individuati : 10 obiettivi, 4 fasce di indirizzo strategico e 3 core project principali

project 2.0 — una terrazza sull'irno

Da un confronto incrociato di tipo matriciale, tra i dati qualitativi/quantitativi dell’analisi e gli indirizzi progettuali (fasce di indirizzo strategico ed ambiti territoriali), si definiscono una serie di indirizzi per la gestione del territorio.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

Considerando “il paesaggio al centro delle politiche territoriali, quale elemento strategico” per la costruzione del PUC, gli obiettivi generali della proposta si possono riassumere in tre punti fondamentali: - Corridoio trasversale paesaggistico-ambientale - Riequilibrio funzionale - Processo di piano autopoietico Allo stato di fatto il territorio del comune di Pellezzano si sviluppa da nord a sud seguendo l’asta fluviale del fiume Irno; lungo questa direttrice il territorio risulta permeabile ai flussi biologici, sia grazie alla sua naturale configurazione, sia grazie alla presenza del “Parco dell’Irno”. Per quanto riguarda la permeabilità sulla direttrice est-ovest la situazione risulta gravemente penalizzata a causa della forte antropizzazione del fondovalle: autostrada, linea ferrata, SS88, aree agricole recintate e centri abitati sparsi. Agendo quindi secondo le indicazioni del PPR ed del PTCP la realizzazione di un corridoio ecologico est-ovest, risulta indispensabile per collegare le core areas naturali Diecimare-Picentini. Tale collegamento verrà effettuato realizzando alcune aree specifiche dette “stepping stones” che hanno la funzione nodale di isole verdi di collegamento. Queste aree, destinate a parco agricolo, consentiranno quindi la realizzazione di zone verde cuscinetto . Il risultato consisterà nella ricostituzione di un corridoio est-ovest fino ai varchi del Parco Diecimare e dei Picentini, il tutto raccordato con il Parco dell’Irno sull’asse nordsud.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

Il progetto generale del corridoio trasversale a valenza paesaggistica-ambientale presenta però una criticità in corrispondenza del superamento del tratto autostradale SA-AV; tale ostacolo verrà superato sfruttando il passaggio dell’asse stradale in galleria in corrispondenza del confine comunale Pellezzano-Baronissi. Tale passaggio rappresenta uno dei core project fondamentali che verrà quindi raccordato alla rete delle stepping stones e del verde cuscinetto generando un unico sistema ininterrotto.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

Il secondo obiettivo riguarda una specifica caratteristica del territorio comunale di Pellezzano, storicamente articolato lungo la valle in 6 frazioni, una per ogni bacino confluente nell’Irno; i nuclei originari hanno avuto una notevole espansione nell’ultimo secolo, ma sono comunque rimasti isolati gli uni dagli altri e, se da una parte hanno conservato la loro identità di borghi storici insediativi, dall’altra stanno perdendo il ruolo di centro di vita per le comunità locali. Attualmente le frazioni sono prive di funzioni particolarmente attrattive ed orbitano in parte sul comune di Baronissi (frazioni nord), in parte su Salerno (frazioni sud). La finalità del progetto consiste nel generare una nuova architettura funzionale, non più centrifuga ma capace di una maggiore autonomia e di potere attrattivo nei riguardi dei comuni limitrofi della Valle dell’Irno. L’avvio di tale processo avverrà attraverso progetti pilota diffusi sul territorio e 3 core projects, ovvero progetti pilota principali. Questi ultimi sono situati in tre punti strategici del territorio ed hanno una funzione di collegamento variamente declinata:

project 2.0 — una terrazza sull'irno

1- core project N-E Riconversione della cava dismessa in impianto di compostaggio Attraversamento autostradale del corridoio ecologico ovvero collegamento biologico est-ovest tra le core areas; 2- core project N-O Recupero del mulino abbandonato Riconversione della piccola cava in cavea all’aperto per spettacoli ovvero collegamenti culturali nord-sud tra le frazioni; 3- core project S-E Riconversione della cava attiva in centro di ricerca per il parco agricolo ovvero collegamento mediante servizi tra le frazioni.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

Il terzo obiettivo fondamentale per la costruzione di un Piano Urbanistico Comunale con forte valenza paesaggistico-ambientale è quello di definire le fasi del processo di piano fortemente integrate al fine di stabilire delle connessioni strutturanti tra valori territoriali,obiettivi strategici e sistema di gestione. Il modello di PUC presentato quindi propone una rappresentazione identitaria dei paesaggi, attraverso l’individuazione delle Unità di Paesaggio, che per sopravvivere ha bisogno di circuiti economici ben radicati nelle qualità e nelle risorse del territorio e per funzionare deve saper mettere insieme propensioni, domande e consumi tipicamente post-industriali e post-moderni e dunque fare appello a un mercato più vasto. E’ il caso per esempio della riscoperta di vocazioni agrarie e produzioni alimentari e artigianali di qualità , collegate a nuove forme di mobilità lenta e di turismo culturale , come anche di scoperta della fascia collinare come luogo di residenza alternativo alle invivibili aree metropolitane

project 2.0 — una terrazza sull'irno

Il Piano Urbanistico Comunale viene proposto conseguentemente come strumento innovativo : - per riconoscere, denotare e rappresentare a scala locale i principali valori identitari del territorio, percepibili nella rappresentazione dei paesaggi della Campania; - per definirne le regole d’uso e di trasformazione del paesaggio comunale da parte degli attori socioeconomici locali ; - per porre le condizioni normative e progettuali per la costruzione di nuovo valore aggiunto territoriale come base fondativa di uno sviluppo endogeno, auto sostenibile e durevole .

project 2.0 — una terrazza sull'irno

Dunque l’ impostazione seguita ha inteso definire il Progetto Pilota paesaggistico come strumento in grado di produrre, oltre che vincoli, soprattutto regole di trasformazione, politiche, azioni, progetti che favoriscano l’elevamento della qualità dei paesaggi dell’intero territorio comunale, urbano e rurale, comprendendovi oltre le azioni di conservazione, quelle di valorizzazione, di riqualificazione, di ricostruzione di nuovi valori paesaggistici.

project 2.0 — una terrazza sull'irno

project 2.0 — una terrazza sull'irno

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