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Residence Zuidzicht Hasselt - BURO II & ARCHI+I

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This project in Hasselt is sited in an inner-city redevelopment zone where a former industrial site north of the centre is being redeveloped around a canal basin. The design stems from a master plan. It will optimise the orientation and views of residential units. A recessed quayside along the waterfront will allow pedestrians and cyclists to move between the different zones. A bridge near the area’s pivotal square will link this route to the other side of the canal basin. This will create a loop-like route for the entire area. The section from the pivotal square to Singel will be fi lled mainly by residential functions. Architecture The buildings form part of an urban axis that includes buildings of a former gelatine factory. Open inner areas will retain transparency towards the area to the rear. An alternation of buildings and open spaces will serve as connecting zones and as peaceful spots. The architecture is open and light and displays a rapport with the water. The scale of the project has been made unobtrusive by fragmenting the volume and by the glazed embodiment of luxurious penthouse apartments with double-height rooms. The inner gardens open out to the canal and to the area to the rear. The project will be carried out in four phases. The fi rst phase is the creation of 60 residential units and a few commercial premises on a new square being built by the city authorities.

BURO II & ARCHI+I — Residence Zuidzicht Hasselt

BURO II & ARCHI+I — Residence Zuidzicht Hasselt

BURO II & ARCHI+I — Residence Zuidzicht Hasselt


zwinery - Cristian Gorni

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Trattasi della riqualificazione della cantante di un sommelier legato al vino più dalla passione che dalla professione. Il concetto fondante dell’idea è il recupero al meglio dello spazio per sede al maggior numero di bottiglie possibile. Concettualmente l’idea nasce dalla vite, come del resto il prodotto delle nostro bottiglie. Vite quale archetipo della terra… La vite ha una crescita ingovernabile, se non con supporti orizzontali e verticali. Ha una crescita irregolare e non un vero e proprio tronco a sostenerla. A questo proposito si è voluto improntare una maglia portante irregolare, a elogio della vita, a sua volta nuovamente a sostenere i figli dei propri frutti. Codesta infatti è supporto di mensole sulle quali riposano e affinano, orizzontali e verticali, bozze di svariate regioni e nazioni.

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

before

Cristian Gorni — zwinery

before

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

Cristian Gorni — zwinery

LHT - Simone Langiu, Federico Aru

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SCENARI TERRITORIALI Il sistema di torri difensive a presidio del territorio che caratterizza il Salento ha sempre costituito una rete di riferimento all’interno del paesaggio. Le nuove necessità del territorio permettono di rileggere l’elemento della torre, collocandola nella rete di servizi a supporto del turismo, non più solo elemento da visitare ma struttura attiva nel territorio. Non un elemento singolo ma un sistema in rete all’interno del territorio che allo stesso tempo permette di orientarsi e di godere del paesaggio. La torre Federiciana all’interno del centro abi- tato di Leverano, con i suoi prospetti orientati perfettamento con i punti cardinali, costituisce l’elemento matrice della nuova rete di torri, da essa attraverso una maglia ideale nord-sud si dispongono le torri, ad una distanza che varia da 1 km a 2 km, a servizio del sistema di mobilità sostenibile che attraversando il territo- rio dell’Arneo permette di raggiungere il litora- le. La torre a seconda del paesaggio in cui sor- ge assume caratteristiche e funzioni differenti. Nelle vicinanze dell’abitato sarà una porta verso l’agro, all’interno del paesaggio rura- le un presidio a servizio del paesaggio e del turismo, e sulla costa potrà essere declinato come struttura a supporto dei servizi di balneazione.

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

AGGREGAZIONI Il sistema modulare della torre permette di variare la composizione a seconda delle necessità e delle caratteristiche del paesaggio. L’elemento fisso è costituito dai moduli di tipo B che conten- gono le funzioni più strettamente legate al supporto turistico. Gli altri moduli sono combinabili in più varianti cosi che l’aspetto della torre sia sempre differente all’in- terno del territorio sia per quanto riguarda il ritmo dei prospetti che l’altezza delle torri pur mantenendo le caratteristica di riconoscibilità di elemento al servizio del turismo nel territorio

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

COSTRUZIONE La torre è caratterizzata da una struttura modulare in legno che permette una flessibilità nel disegno dei prospetti a seconda delle necessità d’uso. Gli ele- menti sono caratterizzata da un vuoto centrale che funge da allo stesso tempo da elemento isolante e può contenere impianti e struttura portante, che a seconda dell’altezza del- la torre può essere in pi- lastri in acciaio o in legno. La rigidità strutturale è garantita dalla doppia orditura del solaio e dal vano che accoglie le scale e i servizi. Gli elementi modulari consentono un facile montaggio/smontaggio della struttura completamente a secco.

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Simone Langiu, Federico Aru — LHT

Progetto Flaminio - Perkins + Will, Archest , OSA architettura e paesaggio, Nicola Vazzoler, Gaetano De Napoli, Serena Muccitelli, Viviana Andriola

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Città [della Scienza]. “Riscriviamo” il tema del concorso perché riteniamo che la conversio-ne dell’ex stabilimento militare in Museo della Scienza sia soprattutto un’occasione per fare città. Una porzione di città interessante per la misura, contesa tra la scala urbana e quella di quar-tiere, tra macro oggetti e tessuto, tra funzione metropolitana e quotidianità. E interessante per il programma, richiamando qualità di centralità complementari a quelle già disponibili, con attività e flussi che mettono in tensione tutta l’area col suo intorno. L’asse cardanico della proposta è nello spazio pubblico, una “spaccatura” delle trame edilizie entro cui incanalare e generare intensità urbana. Una spina dorsale pedonale, dove si articolano una sequenza di “stanze”, offre l’intero sistema come approdo, al contempo metropolitano e locale.

Perkins + Will, Archest , OSA architettura e paesaggio, Nicola Vazzoler, Gaetano De Napoli, Serena Muccitelli, Viviana Andriola — Progetto Flaminio

Lo spazio pubblico è l’ossatura portante della proposta che definisce nuovi legami tra luoghi vicini ma oggi separati, tra cui: MAXXI, piazza Mancini, piazza Melozzo da Forlì e Pierin del Vaga. Dalla rimozione dell’ex stabilimento militare deriva l’opportunità di introdurre condizioni di porosità e permeabilità, penetrazione e accessibilità nell’area utili a generare l’effetto città perseguito. L’articolazione dello spazio pubblico collabora con la ferma intenzione di lavorare sui bordi e rom-pere il recinto esistente. I nuovi interventi edilizi si dispongono quindi lungo il perimetro dell’area per conferirle adeguata forma e misura, altrimenti affidate agli edifici esistenti sui margini, incongrui al ruolo (l’Istituto Villa Flaminia, la scuola di polizia, le palazzine della Direzione dell’ex-stabilimento militare). In particolare, il Museo della Scienza si pone come nuovo elemento entro l’asse di via G. Reni, una sequenza di attrezzature collettive e “oggetti” alla scala urbana (Auditorium, Palazzetto dello Sport, MAXXI, Foro Italico); un nuovo bordo edilizio, variamente articolato, scherma i cinque piani dell’istituto scolastico, dove il lotto curva verso via del Vignola; verso la scuola di polizia e via Guido Reni un nucleo denso è calibrato sulla misura degli isolati residenziali che caratterizzano il quartiere.

Perkins + Will, Archest , OSA architettura e paesaggio, Nicola Vazzoler, Gaetano De Napoli, Serena Muccitelli, Viviana Andriola — Progetto Flaminio

La direzione privilegiata di attraversamento dell’area è individuata in una “spaccatura”, un percorso interno pedonale di spessore variabile ma sempre generoso, che ricompone l’arco via L. Poletti –MAXXI– via R. Stern, già disegnato da Sunjust. Spina dorsale del progetto che incanala urbanità e socialità all’interno del lotto e produce intensità di attività e flussi con due testate che in realtà definiscono punti di congiunzione con ulteriori luoghi urbani: la piazza della Scienza, in continuità con lo spazio aperto del MAXXI e prospiciente il nuovo Museo, assolutamente pubblica, aperta su via G. Reni, del cui fronte chiuso e continuo rappresenta una pausa; la piazza del Vignola, più minuta, anch’essa pubblica, alla scala del quartiere, che scalfisce il fronte stradale dell’omonima via, oggi compatto e respingente. Si introducono inoltre due nuovi attraversamenti carrabili e pedonali, sul perimetro est e ovest: una via ad accesso limitato, a collegare via Flaminia con via del Vignola, in continuità con via R. Stern; una strada di accesso carraio (in parte esistente) che separa il lotto dalla scuola di polizia. Gli spazi aperti si articolano entro un ampio registro di luoghi pubblici, privati, pertinenziali, semipubblici o semiprivati. Ciò permette l’orientamento, il movimento e l’uso. La spina dorsale è caratterizzata da una pavimentazione continua, priva di ostacoli, adatta agli usi intensi di uno spazio collettivo metropolitano. Gli alberi, disposti secondo un pattern regolare e costante, che si dirada in corrispondenza di luoghi che si preferiscono solatii e liberi per attività ad alta frequentazione. In corrispondenza delle radure, il sottosuolo accoglie cisterne per la raccolta delle acque meteoriche. Opportunamente allestiti, sono spazi abitabili, ovunque accoglienti e confortevoli. La piazza della Scienza, in particolare, si offre come spazio pubblico unico per Roma: una piazza densa-mente alberata, tipica di molte città europee, ma qui assente. Essa coniuga i caratteri di uno spazio urbano robusto e sicuro con la poderosa introduzione di vegetazione, nella forma di un esteso, ospitale e fresco baldacchino di chiome leggere. Gli spazi privati, più minuti, sono invece giardini pensili tra le case, come è tipico di molti giardini romani. Qui la vegetazione è più varia e preziosa, sfruttando le condizioni di gestione proprie di un giardino privato e il microclima più favore-vole, prodotto dalla schermatura degli edifici.

Perkins + Will, Archest , OSA architettura e paesaggio, Nicola Vazzoler, Gaetano De Napoli, Serena Muccitelli, Viviana Andriola — Progetto Flaminio

Il progetto di nuovo ambito residenziale (circa 1.500 ab.) nasce dalla lettura del quartiere Flaminio dove convi-vono grandi recinti impermeabili e isolati residenziali dei primi del Novecento caratterizzati da diversi gradi di permeabilità e porosità. Si propongono, su via Guido Reni, tre comparti residenziali autonomi separati da tre percorsi semipubblici a prevalenza pedonale che confluiscono in due luoghi “intimi” dove si concentrano attività collettive. La percentuale di bando destinata al Social Housing si intende distribuita in maniera trasversale su tutti i comparti anzichè concentrata in un unico blocco. Il masterplan è finanziariamente sostenibile perchè pensato per comparti plurifunzionali e autonomi realizzabili in diverse fasi temporali e da diversi promotori, consente la massima flessibilità per diverse soluzioni adattabili alle mutevoli condizioni del mercato.

Perkins + Will, Archest , OSA architettura e paesaggio, Nicola Vazzoler, Gaetano De Napoli, Serena Muccitelli, Viviana Andriola — Progetto Flaminio

Perkins + Will, Archest , OSA architettura e paesaggio, Nicola Vazzoler, Gaetano De Napoli, Serena Muccitelli, Viviana Andriola — Progetto Flaminio

NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO - Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente

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IL PROGETTO L’idea che ha guidato il nostro lavoro è stata da un lato riuscire a tradurre nell’immagine e nelle funzioni dell’edificio quei contenuti di organizzazione della conoscenza e del metodo di lavoro che caratterizzano l’azienda, dall’altro sviluppare gli stessi contenuti rispetto al valore della sostenibilità con un approccio integrato alla progettazione. Questo impone che allo studio, anche preliminare dell’edificio, concorrano tanto l’architettura intesa come traduzione di un contenuto in immagine, quanto la tecnologia del processo di produzione dell’edificio stesso guidata dal contributo dell’ingegnerizzazione dell’edificio fornita da strutturisti e impiantisti. Per questa ragione, la proposta nasce con la collaborazione di Re Enginering partner di Arcotecnica, che ha una esperienza specifica nella progettazione e realizzazione di tutti i sistemi impiantistici e strutturali. L’approccio integrato alla progettazione, permette di affrontare in modo compiuto la sfida per la realizzazione di un edificio che contenga in sé tutto quello che un committente maturo e consapevole si aspetta, non solo sotto l’aspetto formale ma anche sotto il profilo funzionale e dell’impatto tanto dei consumi che della qualità del vivere, da un luogo di lavoro e di formazione. La richiesta del committente lasciava spazio alla scelta sia di riutilizzo dell’edifico esistente che di sostituzione dello stesso. Il primo approccio è stato quindi quello della valutazione sulla modalità di intervento.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Modello architettonico - stampa 3d

In questo ci hanno guidato diversi temi: il primo è stato quello legato all’uso del suolo; il secondo quello della possibilità di trasformazione dell’involucro sotto il profilo non solo estetico ma anche energetico; il terzo la relazione dell’edificio con gli altri tre presenti nel complesso; l’ultimo il trattamento della copertura dell’edificio considerato che anche questa sia rispetto agli altri edifici del complesso che di quelli in contorno, non è neutrale.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Vista da via Enrico fermi

L’uso del suolo. Attualmente gli spazi interni del complesso appaiono piuttosto angusti rispetto alle dimensioni degli edifici e le relazioni tra gli stessi non valorizzano le singole peculiarità. A questo si aggiunge la necessità di parcheggi giustamente proposta tra gli obbiettivi. Ci si è proposti pertanto di liberare più spazio possibile a livello del suolo, sia per ricavare degli spazi a parcheggio, sia per offrire al visitatore, una migliore sensazione della fruibilità della corte e attraverso piccoli spazi attrezzati ed anche creando nuovi angoli di visuale verso gli edifici di pregio, quali sono sia il Gardella ed il Gardellino che la torre, oggi poco godibili dall’interno.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Vista da via Enrico Fermi

L’involucro. La struttura esistente per le caratteristiche delle murature e dei serramenti e della struttura portante, richiede interventi radicali per essere adattata alle funzioni richieste dal progetto. Le criticità che abbiamo rilevato interessano poi in modo più specifico la difficoltà a inserire le nuove funzioni all’interno della maglia strutturale. In modo particolare le altezze ove si persegua la scelta di liberare spazio al suolo come sopra richiamato, costringerebbero a creare ambienti vincolati in modo rigido dalla presenza degli shed e dalle conseguenti differenze di quote. Inoltre l’edificio esistente, non permette di valorizzare il lato lungo il Viale Enrico Fermi il cui impatto, a livello di immagine, risulta di fondamentale importanza.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Vista interna

Le relazioni tra edifici. La progettazione deve tenere conto delle relazioni dell’edificio rinnovato con gli altri presenti nel complesso. Poichè anche il nuovo PGT del Comune di Milano prevede che gli eventuali nuovi edifici abbiano uno sviluppo sul confine del lotto per completare la cortina edilizia, si è deciso di intervenire su piccola scala considerando tutte le componenti che intervengono anche su scala maggiore. Si è decido di “svuotare” l’interno del lotto realizzando una piccola area verde che faccia da baricentro ai quattro edifici (Gardella, Gardellino, Torre e nuovo edificio) come se fosse una piccola piazza. In questo senso si è considerata la possibilità di migliorare il rapporto tra gli spazi interni, prendendo in considerazione il sedime esistente del fabbricato oggetto di intervento e le sue possibilità di trasformazione. Anche le altezze e la sagoma del fabbricato sono entrate in questo senso in discussione valutando le possibilità offerte a questo proposito dalla sostituzione rispetto alla conservazione dell’esistente. Gli edifici progettati da Gardella sono un patrimonio dell’architettura e della città di Milano e il distacco del nuovo edificio permetterebbe di modificare il rapporto fra i vuoti e i pieni dando il giusto risalto a tutti gli edifici. Le nuove distanze fra i fabbricati creeranno diverse prospettive che verranno utilizzate per migliorare l’immagine dell’intero complesso senza intervenire direttamente sugli edifici. Infatti la realizzazione di una quinta verde verso l’edificio a sud o la copertura a verde non hanno una sola lettura considerando che possono essere percepite ad esempio sia dal piano di ingresso sia dagli uffici della torre. Oltre alla relazione architettonica con edifici di pregio, si è considerato altrettanto importante che il nuovo edificio si metta in contatto diretto attraverso un percorso coperto in elevazione (passerella) con lo show-room nel caso in cui particolari cliente debbano essere accompagnati alla zona tecnica.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Vista interna notturna

La copertura. L’uso e le funzioni della copertura, sono un argomento che si presta a varie considerazioni, sia sotto il profilo tecnologico per le sue funzioni di protezione e termoregolazione, che per il suo impatto estetico e paesaggistico. La conservazione di quella esistente, se da un lato poteva offrire un interessante tema di valorizzazione dell’archeologia industriale, dall’altro poneva vincoli severi quanto alla possibilità di miglioramento funzionale e ambientale.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Vista interna

Il Progetto. La razionalizzazione dell’uso del suolo tramite demolizione e ricostruzione con differente sagoma permette sia la disponibilità di posti auto che la godibilità da parte del visitatore. Uno dei temi della sostenibilità di un progetto riguarda la possibilità di liberare spazio al suolo da restituire alla fruibilità da parte degli utenti. Per ragioni di convenienza economica e di maggiore sicurezza, si è escluso, dati gli spazi esistenti, di realizzare un parcheggio interrato. Le relazioni nella nuova corte cambiano in modo importante, l’allontanamento dal Gardellino del fabbricato amplifica i modesti spazi interni ed offre migliori affacci e coni d’ombra meno invasivi tra i fabbricati. Modificando gli spazi di manovra si ottiene inoltre la possibilità di intervenire in modo discreto ma significativo per introdurre elementi di arredo del cortile esistente. La copertura con la nuova sagoma, come anticipato, permette una innovazione nelle soluzioni di schermatura e una ricerca della finitura con una cura sotto il profilo paesaggistico che il mantenimento dell’esistente non offrirebbe.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Vista interna

Il livello 1 è raggiungibile attraverso un vano scala completo di ascensori, mentre il livello 2 è accessibile, oltre che dal nuovo corpo scale, con un passerella che collega il nuovo fabbricato al Gardellino. Quest’ultima permette di accedere al livello 2 che è quello che accoglie la sala principale e la zona catering anche dai corpi del Gardellino e del Gardella.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Piano terra

La trama della facciata lungo la Viale Fermi viene sottolineata dall’ossatura portante e il reticolo generatore si rivela attraverso un sistema di schermature ottenute con lamiere microforate con diverse percentuali di trasparenza così da rendere cangiante e regolato da diversi registri il volume dell’edificio. Il gioco delle trasparenze cambierà l’immagine dell’edificio a seconda della stagione e dell’ora del giorno in cui verrà osservato l’edificio e rivelerà i contenuti del volume dell’edificio, gli spazi di lavoro o gli spazi a verde che si alternano sulla facciata, offrendo una nuova immagine urbana dell’edificio che comunica, in particolare verso la Viale Fermi, il proprio carattere di segno della vocazione dell’azienda, proiettata con la propria tecnologia alla costruzione di una relazione tra naturale ed artificiale che sia sempre più sostenibile.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Piano primo

E proprio il tema del rapporto tra naturale ed artificiale diventa filo conduttore di tutto il progetto, a partire dalle sistemazioni del suolo, per arrivare alle zone operative e fino alla copertura. A livello del suolo il progetto, allargando gli spazi della corte, veste l’ambiente interno con un arredo verde che costituisce un filtro per i visitatori rispetto alla zona riservata al parcheggio delle auto, risolvendo così quella sensazione di spazio di risulta e marginale che rischia di avere una zona che ospita un parcheggio. Il percorso pedonale viene differenziato con materiali e quote differenti rispetto a quello veicolare per favorire l’accesso dell’ospite, mentre la parete di fondo che si viene a creare dal distacco del nuovo corpo dal Gardellino, viene attrezzata con verde verticale per rafforzare quel rapporto naturale artificiale che rimane il filo conduttore.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Piano secondo

Raggiunto il primo livello, uno spazio a verde incluso nell’edificio dove affaccia una piccola area break riprende il tema del mix fra artificiale e naturale e permette l’illuminazione naturale delle aree di passaggio. Al primo livello trovano spazio le aule tecniche e pratiche (n.2 aule da 200mq e n.1 aula da 150 mq) tutte dotate di illuminazione naturale oltre ad alcune aree di servizio necessarie per la gestione come spazi archivio e deposito e i servizi igienici. La distribuzione su due livelli delle funzioni non è casuale ma dettata sia da esigenze similari che possono avere le aule tecniche e pratiche ma anche da un’attenta valutazione degli utilizzi nell’arco della settimana permettendo un contenimento dei costi di gestione per la climatizzazione e l’illuminazione.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Copertura

Al secondo livello, la scala sbarca in una piccola hall che permette di organizzare il ricevimento dei visitatori che usufruiscono della sala principale con 200 posti e divisibile attraverso pareti mobili integrate in ulteriori due sale con una capienza minore ma con spazi altrettanto fruibili. In questa sala non viene privilegiata l’ illuminazione naturale perché pensata per l’uso di incontri in cui le proiezioni saranno una delle componenti principali delle riunioni. In ogni caso il sistema costruttivo della parete sulla Viale Enrico Fermi permetterebbe anche in un secondo momento di intervenire per modificare le esigenze di illuminazione secondo le esigenze della committenza. Lo spazio verde del primo livello fa irruzione con una zona a doppia altezza nella hall del secondo livello. A questo si aggiunge un secondo spazio verde incluso nell’edificio che è usufruibile come spazio esterno dell’area catering. L’area catering si affaccia completamente verso lo spazio verde e ne gode visivamente oltre che poterne usufruire direttamente. L’area catering è dotata anche di spazi funzionali all’attività svolta considerando le normative locali e nazionali per un servizio che, seppur privato, è soggetto ad una disciplina abbastanza ferrea. Lo spazio verde a doppia altezza è pensato come serra e giardino d’inverno, funzionale sia come spazio fumatori che come elemento regolatore della climatizzazione naturale degli ambienti. L’apertura e la chiusura della copertura vetrata saranno pertanto gestite automaticamente attraverso un software di gestione per le funzioni di accumulo di calore e ventilazione degli ambienti interni.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Esploso assonometrico

Per evitare il surriscaldamento estivo delle facciate a ovest e della copertura oltre ad evitare fenomeni di abbagliamento, la facciata a ovest è dotata di lamelle frangisole fisse la cui lunghezza e distanza verranno calcolate per ottenere la massima illuminazione durante i mesi invernali con il sole più basso all’orizzonte e evitare l’abbagliamento durante i mesi estivi. In ogni caso l’edificio sarà dotato di tende a rullo regolabili per massimizzare il comfort termico e visivo.

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Sezione AA

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

sezione BB

Fabrizio Ferrari, Moretti Giovanni, Celestino Rainoldi, Caruso Massimiliano, Murrone Mirko, Alberto Clemente — NUOVA SEDE “CENTRE OF EXELLENCE” VAILLANT GROUP MILANO

Sezione CC

Natural City - Simone Langiu, Lorenzo Ciccu

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DIALECTICAL STATUS Radical consequences of urban conditions The urban crisis, following the destruction of the Second World War, brings Berlin into the most particular condition that the urban history has ever seen. The partition into two cities, two opposing blocks. The east Berlin as the capital of the Democratic Republic of Germany, and the West Berlin as a state of the Federal Republic. West Berlin, due to its condition of island, a city-state enclosed by a perimiter wall and surrounded by a hostile territory, in the 1970s still contained empty spaces in which buildings seemed being isolated, such as islands. In 1977 this urban condition will be the reflection above which set up a rescue project – led by Oswald Mathias Ungers with his students, along with Rem Koolhaas and Hans Kollhoff – which brought this fragmented reality to its most extreme consequences, Berlin as a green archipelago. Most than a century before, Friedrich Shinkel said that Berlin is a city made by single architecture and he made it clear on his project for the so-called Havellendshaft, and particularly on the design for Klein Glienicke. He proposed a garden with single architectures which constitute an archipelago of formal events. What is in common in these two projects is the same approach to a particular urban condition. Rather than to impose a spefic vision, and to work against the city forces, they decided to emphasize them, tying them together as the main concept of the project. They bring the urban condition of Berlin, in this case of segregation and separation, to its extreme consequences.

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Starting the study of the project site we used the same approach. The project area represents a crucial point whithin the urban structure of the city of Berlin. It is the point where the Straße des 17 Juni, which connects the Brandenburger Tor to the district of Charlottenburg, is crossed by the S-Bahn and moreover its potential on a large scale grows due to its proximity to the Zoolosischer Garten Banhohf and the parking area, which represent the arrival point of all the turists traffc from the city center. Furthermore, on a urban scale it represents the boarderline in between the dense tissue of Charlottenburg and the landscape dimension of the Tiergarten area and the Zoolosischer Garten. These first impressions brought us to formulate the idea of a dialectical status of the site. Rather than to complete the block with a finite architecture we decided to work with the existing urban condition in a different way, radicalizing this dual perception of the site. Hence we saw the opportunity to use this concept to set up a project which works with these strenghts creating two opposite interacting spaces.On the upper floor the Botanical Garden is a new public space for the comunity. It is conceived as an extension of the Zoolosischer Garten and it offers a wide range of biodiversity. The perimenter of this space accomodates all the public or semipublic activities, that establish a straight relation with the park inside and became accessible for the public. Thus, on the ground floor we found different and flexible classes to accomodate educational or pre-school activities, the administration area of the museum, a conference room, a library and common open area.All the exhibition, as a negative reflection of the upper floor, takes part on the basement floor. Here the White Whale Hall accomodates the large artifacts and it is surrounded by other smaller exhibition rooms. From the geographical collections to the reptil and bird gallery, crossing a double high planetarium in a continuous exhibition loop around the main hall.The idea behind the White Whale Hall was to create a flexible area for any kind of temporary events. That was possible creating a coffered ceiling which works just with vertical perimeter of the block. Moreover this huge space allows to place the large artifacts on a range mode, that allegorically send back to the way you can come up against animals on their natural habitats. In between these two floors the level -1 accomodates the large artifacts storage and research areas which don’t need natural light. The atrium is a simple architectural element able to produce the transiction between the public open space of the Botanical Garden and the basement floor with the exhibition areas. We decided to keep it the most simple possible, a clear architecture event constituted by a solid box wrapped by framming grid, as a little temple in the park. Inside, just the coffee area and the element of the stairs which with a double flights brings down to the exhibition. The light is fragmented by the windows frames and gently slided to the double high area of the tickets and the bookshop. From here a wide window overlooks the White Whale Hall, giving a glimpse of the exhibition or the current temporary event.

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

We wished to resit the generation of a formalist sculpture, and propose as an alternative an open civic structure. To do that we used a classical language, intending with classical the relation between nature and architecture in terms of propotions and space. We wished to create a public civic monument, as a museum should ever be.

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Simone Langiu, Lorenzo Ciccu — Natural City

Iosa Ghini and MGM at Salone del Mobile 2015 - Iosa Ghini Associati S.r.l.

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CONCAVO CONVESSO Collection Marble Collection design Iosa Ghini

Iosa Ghini Associati S.r.l. — Iosa Ghini and MGM at Salone del Mobile 2015

VOLTA, table

Design: MASSIMO IOSA GHINI Produzione: Guarda Marbles & Stones Srl Padiglione 3, Stand L23

La collezione CONCAVO CONVESSO In occasione del 54° Salone Internazionale del Mobile, dal 14 al 19 Aprile, l’architetto Massimo Iosa Ghini presenta il frutto di una nuova collaborazione con l’azienda bresciana GUARDA Marbles & Stones Srl: la collezione “Concavo Convesso”. Tale collezione è composta da tavoli, coffee table, vasi e sedute realizzate interamente in marmo, sintesi del desidero di fondere la creatività fluida di Massimo Iosa Ghini con la sartorialità del brand MGM Marbles & Stones. Il gioco di colori è parte integrante e fondamentale della collezione, in cui ciascun prodotto possiede una forte personalità e unicità.

IOSA GHINI per MGM Marbles & Stones Quando MGM Stone ci ha chiamati per disegnare una collezione tutta di marmo abbiamo visto un’azienda con grandi potenzialità nella lavorazione e questo si vede in alcuni oggetti della collezione. Quello che si può fare oggi lavorando il marmo ci ha portato a una elaborazione formale che valorizza le “capacità del fare”. Ci siamo però detti che non dovevano essere le tecnologie a determinare le forme ma la forma dell’uomo, la naturalità a determinarle. Oggetti evocanti le forme più vicine alla nostra natura di base in cui è facile intravedere richiami a forme classiche che sposano un design innovativo e contemporaneo per creare un ambiente armonico ed elegante.

Ufficio Stampa comunicazione@iosaghini.it Francesca Perniciaro tel +39 051 236563 www.iosaghini.it

Tratalias Apartments - Andrea Atzori Architect

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Design for four mini apartments in the municipality of Tratalias. The concept gives a full view of the surrounding landscapes instead of focusing to the town.

Andrea Atzori Architect — Tratalias Apartments

General view 1

Andrea Atzori Architect — Tratalias Apartments

General view 2


Hotel Magna Pars Suites - roberto murgia, benelli architettura

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L’Hotel Magna Pars Suites Milano, il primo hotel à parfum nato sulle fondamenta dell’ex fabbrica di profumi di famiglia, si trova a Milano in Via Forcella 6 a pochi passi dalla vivace Via Tortona, centro nevralgico della moda e del design. Dalla natura industriale trae le sue origini questo sofisticato Hotel 5 stelle le cui 39 Suites si ispirano ognuna ad una nota olfattiva fiorita, fruttata o legnosa e, come tutto l’intero complesso, si affacciano ad un magico giardino interno. Inaugurato nel 2013, l’hotel amplia la propria offerta affiancando alle originali 28 Suites 11 nuove Suites ed un nuovo giardino segreto di aromi indimenticabili che testimoniano l’origine dell’intero complesso.

roberto murgia,  benelli architettura — Hotel Magna Pars Suites

Il progetto prevede un ampliamento della struttura originaria mediante un corpo di fabbrica che, proseguendo la costruzione lungo via Forcella, permette di ricavare all’interno un giardino privato, luogo di connessione e continuità degli spazi verdi che caratterizzano le aree comuni dell’hotel.

roberto murgia,  benelli architettura — Hotel Magna Pars Suites

Appoggiato su una struttura di carpenteria metallica che forma uno spazio porticato a livello stradale l’edificio è composto da tre piani fuori terra, che ripropongono il sistema distributivo “a ballatoio” lungo via Forcella, mentre nel piano interrato ed in copertura sono allocati i vani tecnici e di servizio dell’hotel.

roberto murgia,  benelli architettura — Hotel Magna Pars Suites

I sistemi distributivi verticali dell’immobile sono affidati ad una scala che costituisce il punto di saldatura con la struttura pre-esistente ed un ascensore di servizio che si attesta alla fine dei ballatoi chiudendo l’angolo tra via Forcella e via Bugatti.

roberto murgia,  benelli architettura — Hotel Magna Pars Suites

Il nuovo corpo di fabbrica si pone in continuità con la struttura esistente attraverso la proposizione della facciata vetrata lungo “i ballatoi” di via Forcella e la trasparenza del piano strada, elemento di novità sono invece i brick-walls che caratterizzano il fronte di via Bugatti e la nuova scala di collegamento all’immobile esistente. I brick-walls, reinterpretazione delle pareti in laterizio della fabbrica originaria, sono composti da griglie in acciaio verniciate, che rappresentano la texture della malta di allettamento tra i mattoni, all’interno delle quali trovano spazio secondo un equilibrio di pieni e vuoti, mattoni realizzati dalla San Marco laterizi, su disegno dei progettisti. I brick-walls costituiscono un elemento caratterizzante del progetto: nella fase diurna esprimono la metericità di uno degli elementi costruttivi originari della tradizione edilizia milanense, mentre nelle ore serali, la retroilluminazione ne permette una lettura al negativo che diviene elemento decorativo dell’edificio.

roberto murgia,  benelli architettura — Hotel Magna Pars Suites

Alle tecnologie costruttive più tradizionali sono state affiancate scelte progettuali d’avanguardia finalizzate alla realizzazione di un edificio a basso consumo energetico, in classe A: l’intera struttura è realizzata con pannelli portanti in legno ( x-lam) e coibentata con fibra di lana di legno ad alta densità, l’impianto di climatizzazione invernale ed estiva utilizzano un sistema di pozzi di captazione dell’acqua di falda riducendo i consumi energetici dell’immobile, un impianto fotovoltaico in copertura integra il fabbisogno elettrico mediante scambio sul posto.

roberto murgia,  benelli architettura — Hotel Magna Pars Suites

Le scelte progettuali hanno privilegiato il Made in Italy sia nell’uso di materiali che nella scelta degli arredi. Per i rivestimenti, oltre al laterizio San Marco dei brick-walls è stato diffusamente utilizzato il marmo di Carrara (i pavimenti delle aree comuni, la scala e i bagni delle suites ne sono rivestiti), tutte le superfici vetrate sono state fornite dalla vetreria Busnelli. Gli arredi su disegno dei progettisti sono stati realizzati dalla falegnameria Sice-Previt, nota impresa di costruzioni milanese, che ha anche realizzato le opere edili e le strutture in carpenteria metallica. Per gli imbottiti delle zone comuni sono stati proposti prodotti della Living divani, mentre nelle suites, sedute e letto sono a marchio Italpoltrone. I bagni accostano ai rivestimenti in marmo di Carrara ceramiche Globo, rubinetterie Grohe e termo-arredi Brandoni. Anche il progetto illuminotecnico sceglie il Made in Italy, con lampade di Flos e proiettori Guzzini e Viabizzuno.

roberto murgia,  benelli architettura — Hotel Magna Pars Suites

Progetto Flaminio - Marcello Modica, Francesca Anelli, Federico Oliva, Ambiente Italia

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La proposta per l’area dello Stabilimento MEP si struttura su una sequenza di spazi aperti (giardino urbano, viale pedonale alberato, nuova piazza di quartiere) e un sistema eterogeneo di edifici in parte di nuova realizzazione e in parte pensati come innesti su edifici ex industriali preesistenti. La Città della Scienza, posta strategicamente di fronte al Maxxi lungo via Guido Reni, rappresenta simbolicamente e fisicamente il punto focale di tutto l’assetto urbano. Su tutti e quattro i lati  circondata, infatti, dallo spazio pubblico; su questo si affacciano, in modo molto democratico, le funzioni più tradizionali quali la residenza libera e quella sociale, i laboratori e gli atelier produttivi, il polo ricettivo e commerciale. Un sistema innovativo di gestione delle acque e numerose soluzioni per il comfort climatico completano gli aspetti di sostenibilità dell’intervento.

Marcello Modica, Francesca Anelli, Federico Oliva, Ambiente Italia — Progetto Flaminio

Marcello Modica, Francesca Anelli, Federico Oliva, Ambiente Italia — Progetto Flaminio

Marcello Modica, Francesca Anelli, Federico Oliva, Ambiente Italia — Progetto Flaminio

Marcello Modica, Francesca Anelli, Federico Oliva, Ambiente Italia — Progetto Flaminio

Marcello Modica, Francesca Anelli, Federico Oliva, Ambiente Italia — Progetto Flaminio

Nuovo Science Centre - Gaspare Ing.Vassallo

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Il concorso ha come obiettivo quello di ripristinare la piena attività del Science Centre di Città della Scienza, costruendo un nuovo edificio che sostituisca quello andato parzialmente distrutto e rafforzandone la funzione di “grande attrattore culturale”. Dalle valenze paesaggistiche e dalle preesistenze del tessuto costruito, unitamente agli elementi architettonici sopravvissuti al rogo, sono stati tratti spunti e riferimenti per la re-interpretazione. La proposta progettuale si basa su alcuni concetti caratterizzanti, quali: - la trattazione metafisica della quinta muraria, caratterizzata dalle aperture ad arco che, come una scultura congelata in un istante senza tempo, esalta per contrasto la purezza e il dinamismo dei nuovi volumi. - l’interazione con ciò che è rimasto, al fine di tramandare la memoria storica sia del drammatico incendio, mantenendo la quinta muraria, sia del passato industriale trattando la vecchia ciminiera come un totem arricchito di elementi di puro astrattismo. - il dialogo costante con i quattro elementi naturali in cui tutte le cose esistono e consistono e da cui partono tutti gli approfondimenti della scienza moderna che il Museo si prefigge di trattare. In particolare:

Gaspare Ing.Vassallo — Nuovo Science Centre

Il Fuoco in quanto brucia e consuma, è simbolo di rigenerazione: evoca le attività della fusione in quanto riesce a modellare metalli e superfici, che da linee rette si trasformano in linee curve e libere che rievocano il dinamismo delle onde del mare. Ecco che il contrasto tra linea curva e linea retta, e quindi tra volumi sinuosi e volumi geometrici, crea un gioco di intersezioni Kandinskijani che si rispecchiano nei percorsi progettati come spazi capaci di creare suggestioni e stimoli. Essi, ordinati e sviluppati lungo delle direttrici, i cerchi nel corpo sud-est, gli spigoli nel corpo nord-ovest, permettono la visita del Museo e il transito da un luogo pubblico all’altro (Piazza a mare, Piazza Ciminiera e Passeggiata a mare), in un contesto composto da elementi naturali, acqua, verde, pietra, terra con lo scopo di produrre una qualità dell’ambiente e dello spazio autenticamente democratica in quanto da tutti indistintamente fruibile; l’Aria, il più duttile e dinamico dei materiali, permea l’architettura attraverso tutte le sue manifestazioni: atmosfera, cielo, luce, vento, pioggia. Percorrere il volume aereo, consente di prendere coscienza della distanza e dei punti dello spazio, annulla ulteriormente il senso di stabilità legato alla terra e accentua il senso di “sospensione” nell’aria. Rappresenta un percorso conoscitivo che porta l’uomo dalle forme complesse a quelle essenziali; la Terra, si manifesta attraverso i suoi frutti, i suoi germogli, tanto che la suggestione dello spazio naturale entra attraverso la vegetazione che cresce negli spazi a verde interni che prendono aria e luce direttamente dall’esterno; l’ Acqua: elemento conduttore come generatore di vita, si declina all’esterno, in canali che indicano i percorsi e in fontane che forniscono spunti di gioco e i luoghi del vivere quotidiano, all’interno in vasche e acquari che comunicano la forza vitale dell’acqua. La superficie dell’acqua come la superficie vetrata è come pelle trasparente in cui i diversi gradi di opacità sottolineano il rapporto con l’esterno facendo penetrare all’interno l’azzurro del cielo e del mare di Napoli che fanno da sfondo alla moltitudine di persone e di cultura che colorano questa città.

Gaspare Ing.Vassallo — Nuovo Science Centre

Planimetria generale di progetto.

L’inserimento del progetto nel contesto è stato studiato in modo che esso interagisca con il vasto comprensorio di Città della Scienza, pertanto le nuove forme si integrano e si richiamano agli edifici della sub-area a monte della strada (Via Coroglio). I corpi, sviluppati su tre livelli, sono articolati secondo intersezioni volumetriche e differenziati in base alle funzioni dei macro blocchi: gli ambienti espositivi, l’officina dei piccoli, i laboratori, gli spazi per eventi e mostre temporanee e le agorà. Ogni spazio è studiato al fine di avere un uso flessibile delle attività all’interno di esso, pertanto la distribuzione funzionale dei vari livelli è tale da non presentare schermature significative. Il visitatore accede al Nuovo Science Centre da un unico sistema di biglietteria su Piazza Ciminiera che, collocandosi centralmente rispetto al complesso di funzioni dell’intera area di Città della Scienza, permette un facile smistamento per i diversi percorsi di visita. Dal servizio biglietteria/informazioni parte un percorso a senso unico che consente l’esplorazione della grande area espositiva, dei tre laboratori didattici e del Teatro/laboratorio Galilei 104, già esistente, in cui si è prevista una rifunzionalizzazione integrata al nuovo edificio. L’officina dei piccoli, organicamente inserita nel percorso museale e tangente all’area espositiva nel livello 0, è dotata di accesso autonomo e di un’area esterna recintata per consentire il necessario controllo dei bambini. L’area espositiva si distribuisce nei successivi livelli dell’ala sinistra in cui il visitatore, grazie alle mostre interattive allestite, può avvicinarsi a tematiche scientifiche e tecnologiche; poi, attraversato il corridoio del volume sospeso che contiene per altro la grande area polivalente, adibita anche a Centro Congressi, la visita prosegue nell’ala destra e da lì inizia il percorso di discesa fino a giungere allo Shop del Museo e alla successiva uscita.

Gaspare Ing.Vassallo — Nuovo Science Centre

Pianta livello 0.

Il progetto dà importanza non solo alla composizione architettonica degli edifici nuovi ma anche ai risvolti sociali per i cittadini che potranno vivere quotidianamente il rinnovato sistema di spazi pubblici, che all’occorrenza potrà essere utilizzato per l’organizzazione di eventi e mostre. L’attuale Piazza Ciminiera si apre sulla nuova Passeggiata a Mare attraverso un camminamento, sottostante il volume sospeso, enfatizzato da una piramide capovolta che riversa l’acqua in un canale che si proietta verso l’orizzonte e il paesaggio marino. La Passeggiata a Mare, che si sviluppa tra il nuovo edificio e la quinta muraria si connette a Piazza a Mare, divenendo un unico spazio a fruizione pubblica e consentendo l’accesso al litorale attraverso le due scale. Esso grazie ad un sistema di canali e specchi d’acqua, a sedute e a spazi a verde propone luoghi di sosta e di intrattenimento, di svago e di riflessione. Nella logica contemporanea di sostenibilità ambientale ed energetica, l’idea progettuale di un connubio tra architettura e natura è stata valutata in relazione all’uso di risorse naturali per la produzione di energia (impiegando in copertura pannelli fotovoltaici per ridurre i carichi ambientali) e della luce naturale per illuminare l’edificio (progettando ampie vetrate che offrono un apporto migliorativo al microclima durante la stagione fredda).

Gaspare Ing.Vassallo — Nuovo Science Centre

Per difendere l’ambiente interno dal surriscaldamento estivo particolare attenzione è stata data allo studio dell’inerzia termica delle pareti, della ventilazione naturale e degli ombreggiamenti che hanno un ruolo fondamentale. Le strategie progettuali bioclimatiche si riferiscono, dunque, all’orientamento e alla posizione dell’edificio, alla forma e alla configurazione geometrica, alle caratteristiche dell’involucro e ai sistemi solari passivi per il guadagno termico.

Gaspare Ing.Vassallo — Nuovo Science Centre

Concept progettuale.

Gaspare Ing.Vassallo — Nuovo Science Centre

expostream - Cristian Gorni

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WORLD FUTURE ENERGY SUMMIT, la fiera delle ENERGIE RINNOVABILI– Abu Dhabi (19-22 Gennaio 2015)

Cristian Gorni — expostream

Il progetto si propone la realizzazione di un mobile di facile assemblaggio/disassemblaggio, realizzato attorno alle apparecchiature elettriche necessaria alle dimostrazioni di funzionamento dell’ E3-box. Quest’ultimo è l’apparecchiatura elettronica con cui il Consorzio Stream si presenta alla fiera di Abu Dhabi. Concettualmente un prodotto in grado di ridurre i consumi domestici ed industriale lavorando su semplici concetti di stabilizzazione delle tensioni elettriche.

Cristian Gorni — expostream

Realizzato in una falegnameria nei pressi di Brescia è stato poi imbarcato e spedito alla fiera. Li gli stessi espositori han potuto assemblare il mobile ed effettuare tutte le connessioni del caso.

Cristian Gorni — expostream

Il concetto è di fatto il riutilizzo, per cui lo stesso sarà utilizzato e riproposto nelle successive manifestazioni fieristiche inerenti le rinnovabili.

Cristian Gorni — expostream

Cristian Gorni — expostream

Cristian Gorni — expostream

Cristian Gorni — expostream

Cristian Gorni — expostream

Cristian Gorni — expostream

Cristian Gorni — expostream

Insediamento industriale - Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia

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Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

Massimo Fiorido, Monica Bracci, Andrea Giglia — Insediamento industriale

"Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati - Fulvia Patinella, Mirko Geraci

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La richiesta del committente è quella di costruire una residenza di 80 mq destinata ad ospistare il custode nel parco di villa Belpoggio-Baciocchi a Bologna. Un luogo di quiete immerso nella vegetazione ha ispirato il progetto di un’abitazione come contenitore nel quale si generano visuali incrociate e multiple sia negli spazi interni sia nello scambio puntuale con il paesaggio. Da un lotto di forma rettangolare con un dislivello di 2 metri e da un programma funzionale preciso ha origine la strategia dell’intervento: dare qualità e valore all’ambiente interno realizzando una corte come luogo intimo all’aperto che fornisce luce ed aria a tutti gli ambienti prospicienti. La casa è disposta su due livelli. A piano terra una cucina-soggiorno-salone, con un ingresso diretto dall’esterno, una camera da letto ed un servizio igienico, al piano primo si trova una stanza matrimoniale con bagno annesso. Alla quota più bassa, in una zona semi-interrata, il deposito di 16 mq direttamante connesso all’abitazione attraverso una scala interna e con accesso indipendente dall’esterno. Nessuno spazio è residuo. Le pareti sono sfruttate per inserire grandi armadiature e l’alloggio degli impianti tecnologici. La soluzione per il riscaldamento invernale è risolta con pavimenti radianti, mentre l’orientamento nord-sud e la presenza di grandi vetrate apribili garantiscono una ventilazione e illuminazione naturale di tutti gli ambienti. La struttura portante dell’edificio è realizzata con travi e pilastri in cemento armato e solai latero-cementizi. Composta da pannelli coibentanti e lastre metalliche, la copertura si modella sugli spazi interni e, seguendo l’andamento del terreno, si relaziona armoniosamente con il contesto. Un unico materiale, il legno, ricopre indistintamente il prospetto, non solo come elemento decorativo naturale che si adatta perfettamante alle circostanze, ma soprattutto per la sua funzione protettiva da pioggia e umidità ed insieme al sistema a cappotto ottimizzano la prestazione termica di tutto l’edificio.

Fulvia Patinella, Mirko Geraci — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Fulvia Patinella, Mirko Geraci — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Fulvia Patinella, Mirko Geraci — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Fulvia Patinella, Mirko Geraci — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Fulvia Patinella, Mirko Geraci — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Guggenheim Helsinki Museum - ADMstudioarchitettura , Arch.i A.D.Manfrin

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The project site is located within walking distance from the city center of Helsinki, in the area EtelaSatama (South Harbor), constitutes a “symbolic door” to the city from the sea. The site borders the lively old market square, with hillside park Tahtitornin Vuori, with a passenger terminal for disembarking the ferry and cruise ships. The new museum of modern art, will characterize the new waterfront city and will aspire to become a kind of icon, a symbol of the new Helsinki, indicative of the strong history of Finland and reputation achieved in art, architecture and design .

ADMstudioarchitettura , Arch.i A.D.Manfrin — Guggenheim  Helsinki  Museum

The museum consists of a transparent glass shell, which reflects the sunlight during the day, while at night emanates colorful and intermittent flashes, visible in the inlet port of the city. Will be used in particular high performance special glasses, that have such characteristics as to exercise control over the solar radiation, maximizing the ratio of the light transmission and the value of thermal conductivity. It’s possible then take action on improving the comfort within the environment, saving energy and reducing consumption. New technologies have the objective to enhance and optimize the natural light inside the rooms: the control and management of solar component and light become central to the project.

ADMstudioarchitettura , Arch.i A.D.Manfrin — Guggenheim  Helsinki  Museum

These “smart glass” or electrochromic know how to respond to external stimuli by changing the characteristics of transparency, glossiness, color and degree of shielding from solar radiation, while maintaining unchanged the structural properties. They have, moreover, the insertion of photovoltaic cells, fixed with resin between the plates that make up the package, such as to ensure a considerable energy autonomy to the whole complex. The museum is characterized by a series of volumes of triangular section, with an inclination of 45 °, which follow one another, alternate, groupe together and reach the sea. Inside the museum, you are greeted by a longitudinal square, a public meeting and socialization for the community, for the residents of Helsinki, to Finnish citizens and also for their visitors. Here various and different activities are either on: a conference room, various types of shops, a cafeteria and an exclusive restaurant with international cuisine. In addition, an aquarium, consisting of large tanks containing flora and fauna of Scandinavian rivers and seas, is the background to this internal promenade.

ADMstudioarchitettura , Arch.i A.D.Manfrin — Guggenheim  Helsinki  Museum

As for the exhibition, all the rooms are located on the upper floors, which can be accessed through some groups of inclined tapis roulant, making it easily accessible the museum experience to anyone. The Museum contains exhibition galleries contiguous and flexible, which can be combined or divided as needed. Some giant screens, which use animations and movies, and many interactive installations scattered around the museum building, invite visitors to study and better understand the world of art in the broadest sense, the themes and works inside the goes up. Outside were also created suitable spaces to the exposure of large sculptures.

ADMstudioarchitettura , Arch.i A.D.Manfrin — Guggenheim  Helsinki  Museum

As for the aspect of sustainability, the project includes: the use of solar cells inserted in the upper part of the glass volumes; the use of geothermal probes for conditioning indoor environmental; the reuse of rainwater for internal use and irrigation of green spaces inside and those outside that surround the building.

ADMstudioarchitettura , Arch.i A.D.Manfrin — Guggenheim  Helsinki  Museum

ADMstudioarchitettura , Arch.i A.D.Manfrin — Guggenheim  Helsinki  Museum


Porto pool promenade ideas competition - chrisa vasilopoulou

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Although the city of Porto displays a strong relationship with the element of water, the current area is an underused place in the heart of the city, working like a barrier, since there is a missing connection between the ecology of the Douro River, its urban dwellers and the tourists.

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

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The city of Porto, transforms shapes, structures and uses, taking on new configurations that tend to be open but often undefi ned and off ering new images as a response to the rise of social and cultural phenomena that are rapidly modifying the economic processes, the spatial configuration, the utilization of places. The project explores the transformation and the potential of the city in an innovative way of interpreting space. The area offers a great potential to develop a rich public platform, using the river corridor in order to unify the city and the nature, promoting sustainable ecosystem and providing economical and cultural growth.

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

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The goal is to transform the site into a sustainable place with a strong identity that provides active waterfront experience. The proposal emulates the form of the branches in order to create an accessible place for all people, creating fluxes that redesign the riverfront and off ering a unique synergy for contemporary and lively vibrant urban spaces. The new watermark is the place for public life to unfold, the unexpected to happen, in other words a place that people can adapt in their own ways. It becomes a place that offers various fl exible activities and welcomes sport, leisure, tourism, entertainment.

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

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The current downtown waterfront offers opportunities for both passive and active experiences. Tourist and local residents will find countless ways to engage with the new destination. Enjoy an intimate dinner, take in the view, relax beneath the shade, eat a hamburger or an ice cream, rent a canoe, enjoy an open air fitness activity, catch a fish, watch a film or a music performance etc.

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

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The centerpiece of the project is a new urban swimming experience in order to highlight the benefits of open water swimming in a dense urban environment. People can swim into the river, in natural swimming pools. This part of river is purified through a natural process using wetland plants in order to create a refreshing and clean swimming experience without chemicals, encouraging an awareness of nature through swimming. The plants are also expected to attract other types of wildlife to the area. The swimming area is both a public amenity and an ecological prototype.

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

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Swimming in city water is a wonderful way to experience Porto and also a way to reconnect with nature and natural cycles in the city. The new destination provides pedestrian options for mobility including cycling, walking and jogging paths. It has also picnic areas and green space providing a range of activities and recreational opportunities for visitors and residents of all ages. The area provides a landscape for learning, enjoyment and increased public health. The icon form of this new watermark can act as an urban activator, offering a branding opportunity for the city.

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

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A digital platform can engage the community in an active manner, encouraging a symbiotic exchange between citizens, tourists and city administration. The use of technology and internet can improve the quality of the spaces though a platform where users can reappropriate the new destination according to the their momentary needs.

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

pianta

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

chrisa vasilopoulou — Porto pool promenade ideas competition

Appartement Saint-Maur - Atelier Barda

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Rénovation du 2e étage d’un bâtiment industriel du 11e arrondissement à Paris pour un couple et leur jeune enfant.

Atelier Barda — Appartement Saint-Maur

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Atelier Barda — Appartement Saint-Maur

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Atelier Barda — Appartement Saint-Maur

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Atelier Barda — Appartement Saint-Maur

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Atelier Barda — Appartement Saint-Maur

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Atelier Barda — Appartement Saint-Maur

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Atelier Barda — Appartement Saint-Maur

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Appartement Chabrol - Atelier Barda

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Une grande pièce à vivre toute ouverte est créée avec trois chambres bien distinctes. Pour donner un aspect «loft»à l’ensemble, le parti architectural a été de conserver la structure élémentaire du lieu en accentuant le béton dans certains endroits et en jouant sur ces tons plus sombres de gris. Les grandes baies vitrées donne du cachet à cet intérieur. Les clients ont décidé de conserver les cadres de fenêtres originales et de simplement les peindre en noir.

Atelier Barda — Appartement Chabrol

_ElleDécoration London

Atelier Barda — Appartement Chabrol

_ElleDécoration London

Atelier Barda — Appartement Chabrol

_ElleDécoration London

Atelier Barda — Appartement Chabrol

_Vivre Côté Paris

Atelier Barda — Appartement Chabrol

_Vivre Côté Paris

Atelier Barda — Appartement Chabrol

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Atelier Barda — Appartement Chabrol

_Vivre Côté Paris

Atelier Barda — Appartement Chabrol

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Atelier Barda — Appartement Chabrol

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Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL) - Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo

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Il progetto nasce dall’idea di dare un segno forte all’area proposta di intervento, ovvero la Forcella Marmarole. Da qui la scelta di sviluppare il simbolo del caposaldo.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Fotoinserimento diurno

È la pianta triangolare equilatera e il tetraedro regolare la base su cui è stato fondato lo studio di progettazione del nuovo bivacco F.lli Fanton.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Idea di progetto: il caposaldo

Il primo obiettivo che ci si è posti è stato quello di orientare in modo ottimale il bivacco, in modo da garantire un’ elevata captazione della luce solare mediante pannelli fotovoltaici disposti sulla facciata SUD, in grado di fornire energia elettrica immagazzinata mediante il collegamento ad un pacco batterie, posto in un vano interno del Bivacco. Tale scelta progettuale è stata attuata mediante il posizionamento del pannello fotovoltaico in facciata, in modo da evitare che lo stesso collettore potesse rimanere coperto da nevicate e non produrre più l’energia necessaria al corretto funzionamento dell’impianto e quindi del bivacco.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Interno

La maggior parte delle finestrature è stata disposta sul lato SUD nella fascia più bassa, a differenza dei lati EST ed OVEST, al fine di generare un ricircolo di aria interna e l’efficiente riscaldamento della cella abitativa.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Pianta della copertura

L’ingresso del bivacco è stato posizionato sul lato EST, punto di massimo dislivello della terrazza gabbionata, che viene colmato mediante la posa in opera di due file di gabbioni contenenti in parte roccia locale, di altezza complessiva di circa 2 metri, che costituisce anche il piano di posa della struttura del bivacco. La porta di accesso è stata sopraelevata rispetto al piano di posa e ad essa si accede mediante una scala metallica, garantendo così la possibilità di ingresso anche durante le copiose nevicate che sono prevedibili nel sito. All’interno il visitatore si trova a scendere 3 gradini, raggiungendo così la quota del piano calpestabile.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Interno

Si è riusciti ad organizzare lo spazio necessario del Bivacco, in una superficie contenuta di 45 mq. La cellula abitativa è organizzata in modo tale da ospitare fino ad un massimo di 10 persone contemporaneamente. I letti, disposti su due livelli, e accessibili mediante scalette in legno, hanno una struttura anch’essi in legno, progettati per essere ripiegabili in modo da garantire il maggior comfort di movimento nell’ambiente.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Pianta del nuovo bivacco

Nel baricentro dello spazio triangolare è posizionato un tavolo per le varie attività (cena, colazione, studio dei percorsi escursionistici, ecc…), illuminato da un punto luce, e con sedute in legno cave su cui gli ospiti possano cibarsi, studiare i percorsi e firmare il libro dei visitatori. L’unità abitativa è provvista di 6 vani. I primi tre sono posizionati in corrispondenza dei tre vertici del triangolo equilatero, che costituisce la pianta di base, organizzati come un armadio a muro con scaffali e ante apribili, rigorosamente in legno. In questi armadi apribili è predisposto l’alloggiamento delle coperte a servizio delle cuccette, una dispensa di emergenza e le pentole per il reperimento dell’acqua ed, infine, gli impianti necessari per il funzionamento del bivacco.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Sezione

Questi ultimi sono chiusi da apposite serrature ed ispezionabili per i cicli di manutenzione programmati. Tali impianti sono necessari al corretto funzionamento dei pannelli fotovoltaici, della stazione meteorologica per la misurazione della temperatura, dell’umidità e della pressione dell’aria, della videocamera e dell’antenna per il controllo remoto della struttura. Il kit di pronto-soccorso è stato invece alloggiato nel vano al di sotto della scala interna, mentre il deposito di sci, racchette, zaini e attrezzi vari sono pensati in 2 vani nascosti all’interno del pavimento galleggiante e accessibili mediante apposite botole.

Giulia Materazzi, Giorgio Pantaleo — Concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole (BL)

Dettaglio chiusura verticale esterna

La struttura del bivacco è costituita da una travatura reticolare di maglia 1×1 m di telai in alluminio, un materiale leggero, resistente, inossidabile e meno sensibile ai cicli di gelo e disgelo. Il sistema tecnologico scelto per l’involucro esterno è costituito, partendo dall’esterno, da:
  • un pannello sandwich, dello spessore di 4 cm, costituito da un isolante e rivestito all’esterno da una lastra di alluminio rigato in direzione verticale, di colore grigio;
  • un pannello isolante in lana di roccia, di spessore 10 cm;
  • un pannello di legno composito di spessore 4 cm. Il solaio di calpestio è rinforzato mediante lastre in alluminio applicate sopra la struttura. Ad esse sono applicate delle lastra di isolante per evitare sia l’umidità di risalita che la rigida temperatura dell’inverno. Sono predisposti secondo una maglia di 1×1 m piedini per l’appoggio di listoni di legno in modo da creare un’intercapedine di aria o vani per l’alloggiamento di attrezzature tecniche.

L’illuminazione è realizzata mediante un punto luce dotato di lampada ad alta efficienza energetica. Esso è alimentato da un sistema di batterie sigillate, a loro volta caricate da un impianto fotovoltaico per il tramite di una centralina di regolazione. L’energia solare captata dai pannelli durante il giorno viene immagazzinata dalle batterie, in modo che il punto luce possa funzionare anche di notte, in assenza di illuminazione solare.

CasaStudio manuarino - Salvatore Vicidomini

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Casa e studio di “manuarino architettura design e comunicazione”. Da un’ex autorimessa è stato ricavato uno spazio di lavoro e di vita, dove attraverso un buco sul tetto si riesce ad avere un rapporto molto intenso con l’esterno, cosa non scontata in un garage seminterrato.

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino - pavimento in ferro

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino - corte dall'alto

Salvatore Vicidomini — CasaStudio manuarino

CasaStudio manuarino - esterno/ingresso

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