Concept Il concept urbanistico e architettonico che guida la proposta si fonda su due principi: riorganizzare gli spazi secondo un segno simbolico riconoscibile e dotare il segno di elementi architettonici e paesaggistici caratterizzanti. Il segno simbolico è rintracciato nella morfologia urbana, come guidato da un approccio di indagine sulla personalità dei luoghi, in analogia a quanto avviene in psicometria leggendo le macchie di Rorschach. Il “Palmo di rupe” e’ la lettura della “macchia” urbana. Gli elementi architettonici invece seguono l’imposizione dei forti caratteri paesaggistici che inducono riverenza, suggerendoci di proporre soluzioni che migliorano ed esaltano la fruizione degli spettacoli naturali e panoramici. Questi elementi, che si impegnano ad assumere valore artistico e architettonico, sono strutture a basso impatto costruttivo, ancorché a carattere reversibile, ma ad alto impatto emozionale, specie con riferimento agli “Skydeck”.
© SUDARCH . Published on May 09, 2013.
Aree d’intervento: il palmo di rupe Le richieste di progetto prevedono la riqualificazione di tre ambiti urbani: 1. Area della Piazza della Libertà posta all’interno del centro storico, 2. Aree circostanti la Torre Spagnola, 3. Spiaggia La Rena Bianca. Le tre aree collegate tra loro attraverso un reticolo viario, sono luogo della quotidianità pedonale e veicolare, specie nel periodo estivo di notevole accoglienza turistica. Nel caso in esame, gli interventi di riqualificazione sono volti a ristabilire e/o rafforzare i rapporti con l’ambiente circostante attraverso segni tanto tangibili quanto integrati che richiamino la vocazione di un borgo con grandi potenzialità storico-naturalistiche, ma fortemente antropizzato. L’approccio metodologico prevede la valorizzazione di tutte le aree in questione considerate come un’unica polarità che, partendo da Piazza della Libertà (attraverso l’adiacente via Bechi), si apre a ventaglio nelle aree limitrofe della Torre Spagnola per collegarsi visivamente e fisicamente alla spiaggia de La Rena Bianca e a tutto il panorama circostante. Questa “traccia”è generata da una pavimentazione in materiale locale che dà origine ad una mano le cui falangi costituiscono l’apertura a ventaglio indicando simbolicamente oltre il mare le città che hanno inciso nei secoli sulla cittadina gallurese: cinque dita per cinque diversi popoli che hanno influenzato la storia del paese. Il palmo collega le diverse aree attraverso “le dita” (vie principali e strade) e percorsi secondari che a sua volta si interseca con un reticolo di sentieri naturalistici tra le rocce e la vegetazione autoctona. Si ottiene così una mano in cui palmo e falangi si fondono in un distintivo elemento che definisce ed unifica il centro storico: la piazza (palmo) e la sua proiezione all’esterno (falangi). All’estremità di ogni dito, come delle unghie in trasparenza (che incidono metaforicamente sul paesaggio circostante), si aprono le piccole piattaforme panoramiche (skydeck), che danno al visitatore la sensazione di sospensione nel vuoto. Così l’elemento architettonico palmo di rupe diviene simbolo urbano riconoscibile anche a distanza e simbolo dell’accoglienza. Nella falange, l’estremità pavimentale (trasparente, in vetro strutturale) dello skydeck si distacca dalla roccia che l’ha generata, permettendo al visitatore di avere un punto di vista esclusivo: al culmine di ogni percorso in pietra, all’improvviso, si ritrova sospeso nel vuoto a godere della natura circostante. La prospettiva cambia, l’osservatore risulta quasi disorientato e il senso di vertigine, che provoca questa visione in una sensazione surreale, viene mitigato dalla possente balaustra in corten che assume anche funzione portante. L’area de La Rena Bianca si unifica al resto del progetto attraverso un percorso discendente, ma anche attraverso itinerari naturalistici che oltrepassano la spiaggia e proseguono girando intorno al promontorio tra le dune affacciate sulle Bocche di Bonifacio. In questo modo si ottiene un waterfront che non si limita alla sola spiaggia ma avvolge l’intera area costiera da Ovest ad Est creando un fil rouge tra la spiaggia e il centro storico, unificando il paesaggio naturale con il costruito. Per quanto riguarda l’organizzazione del traffico veicolare, di esso ne viene prevista l’inibizione (tranne per i residenti) da Via Bechi a Via del Mare in direzione est-ovest mentre rimane percorribile Via Imbriani fino agli accessi al mare dalla Rena Bianca. Per i turisti e gli ospiti delle strutture ricettive all’interno dell’area di intervento, sarà possibile attraversare la suggerita zona a traffico limitato con pass specifici o con l’auspicabile implementazione di servizi di mobilita’ collettiva sostenibile basata su eco-navette. Per sottolineare il legame con la natura e il mare, negli spazi “interfalangi” (proseguendo la simbologia antropomorfa) ad Est da Piazza Libertà, a nord dal belvedere dell’albergo e ad Ovest nell’area di Via del Mare verso la Rena Bianca, sono realizzati spazi funzionali (da teatri-belvedere a playground) che godono della vista verso la costa frastagliata e il mare, quasi come se gli elementi della natura diventassero una quinta scenografica (nei periodi di maggiore affluenza turistica è anche possibile montare palchi mobili per spettacoli).
© SUDARCH . Published on May 09, 2013.
Piazza della Libertà: la metamorfosi Allo stato attuale la Piazza ha destinazione parcheggio ma è anche, con l’adiacente Via Bechi, collegamento, con la Torre Spagnola e il paesaggio antistante. Il progetto prevede la restituzione della Piazza a luogo di socialità e aggregazione, con interventi di raccordo architettonico con la Via Bechi e le altre aree limitrofe oggetto di intervento, eliminando la barriera costituita dal muro perimetrale ma mantenendo gli attuali confini e le funzioni essenziali per residenti e strutture ricettive. Il salto di quota a nord, tra la strada (che diventa naturale proseguimento della Via XX Settembre) e la piazza, è superato attraverso delle rampe gradonate che diventano teatro, davanti alle quinte scenografiche naturali, e sono realizzate con pietra locale (a richiamare i muretti a secco della tradizione sarda) ed elementi del paesaggio verde con interventi di ingegneria naturalistica; si ottiene così un paesaggio naturale trasformato: prende forma una singolare collina geometrica, data da gradoni che si innalzano verso una superficie che diventa piazza e superano l’idea di muro che divide. Dalla Via Bechi, verso l’alto, la strada diventa Piazza pubblica, attraverso una singolare gradinata a ventaglio, percorribile quasi totalmente. Tutti i locali tecnici e di servizio presenti sul muraglione perimetrale della piazza, ove impossibile rimuoverli o rilocalizzarli in altro luogo, saranno resi fruibili. Lo spazio si definisce, diventa luogo di aggregazione: dal Belvedere a tergo dell’Hotel, che si affaccia sulla terra e sul mare, la rampa-teatro verso mare consente durante la stagione di maggior flusso turistico, come già accennato, la realizzazione di spettacoli e altre attività di intrattenimento e culturali, anche attraverso l’ausilio di strutture mobili; come terminale della Piazza della Libertà, invece, v’è l’Hotel con il suo muro di cinta, che con il progetto viene in parte mimetizzato (il muro) ed al contempo esaltato (l’Hotel) attraverso un giardino verticale (o parete verde): questa soluzione consente di ottenere sul fronte piazza, in relazione all’ambiente circostante, un miglioramento dell’impatto estetico dell’edificio. (Condividendo le scelte con i privati si potrà attribuire maggiore originalità alla soluzione progettuale, per esempio con una combinazione di piante sempreverdi e a fioritura, che permetteranno di assistere ad un valore aggiunto della metamorfosi cromatica al cambiare delle stagioni.)
© SUDARCH . Published on May 09, 2013.
Aree circostanti la torre spagnola: la torre, le falangi e le ramificazioni L’affaccio al teatro naturale non si esaurisce con i limiti estesi della Piazza, compresa l’area belvedere oltre l’albergo, ma risolvendo il muro di contenimento esistente apre il “sipario” sullo scorcio di Sardegna orientato a Nord con la Torre Spagnola che domina la visuale. La Torre, detta di Longosardo, venne edificata nei primi del XVI sec. dagli spagnoli, all’interno di un progetto comprendente altre 79 torri in tutta l’Isola, per sorvegliare l’accesso dal mare. In cima alla torre in corrispondenza della merlatura, come a segnare il passaggio del progetto, è realizzata una balaustra in corten con il duplice scopo, appunto, architettonico e funzionale. Chi arriva al belvedere della Piazza Libertà, acquisisce un’immagine poetica: lingue di pietra chiara affiancano la torre color ocra, prosegueno oltre la stessa e costeggiano la scogliera granitica per impennarsi verso il vuoto, oltre il blu del mare, verso un cielo azzurro limpido. Ma il percorso della torre, è più evidente rispetto gli altri: l’estremo della falange si curva e si proietta più delle altre per svettare oltre il baluardo aragonese.
© SUDARCH . Published on May 09, 2013.
Vista della Torre dalla rampa-teatro-belvedere In questa zona il palmo si definisce con le falangi-percorsi verso il mare, pavimentati con la medesima pietra usata per la Piazza della Libertà, in modo da ottenere una continuità tipologica e cromatica. Percorrendo la falange della torre, il visitatore cammina su una coltre di pietra; arrivato al culmine la superficie di pietra diviene una lastra trasparente affacciata nel vuoto (skydeck), che permette al visitatore una suggestione unica, di sospensione nel paesaggio. Una serie di ramificazioni, seguono e assecondano le curve di livello del territorio e danno origine a sentieri che permettono di collegare i percorsi principali (le falangi) con il waterfront roccioso che contorna la costa da un capo all’altro. L’accesso diretto a La Rena Bianca avviene, invece, mediante cordonate riqualificate architettonicamente, perfette scalinate discendenti verso il mare (beach walkway), seguite e rimarcate da parapetti in corten con corrimano. Gli skydeck sono cinque quanto le falangi; al termine di ogni falange i percorsi di pietra si innestano nel reticolo naturalistico pavimentato in opus incertum a ricordo delle antiche mulattiere galluresi, di origine romana. I percorsi e i camminamenti naturalistici e urbani permettono di unificare e armonizzare le diverse aree oggetto di intervento, diventando anche dei coni ottici verso mare.
© SUDARCH . Published on May 09, 2013.
Aree circostanti la spiaggia di La Rena Bianca: il waterfront La cittadina di Santa Teresa, per la posizione geografica, la natura peculiare, per la presenza del limpido mare e delle spiagge con sabbia bianca e fine, ogni anno è meta di turisti italiani e stranieri. Questi fattori, se da una parte producono vivacità e indotto economico, dall’altro incidono sulla salute dei luoghi per effetti usuranti o peggio per fenomeni di eccessiva antropizzazione. In ogni caso la risorsa mare fornisce uno straordinario valore aggiunto all’intervento progettuale, che si concretizza attraverso l’ideazione di un nuovo waterfront a basso impatto antropico che, oltre ad avere la peculiarità di essere delicatamente inserito in un contesto naturalistico e vegetativo, unifica i tre interventi collegandosi attraverso il reticolo dei percorsi con le “falangi” e di conseguenza con il “palmo” del centro storico: si ottiene così un’unità di paesaggio suggestivamente denominata (per natura dell’idea ispiratrice) “PALMO di RUPE”. Nell’area della Rena Bianca, il fronte a mare è dato da un camminamento pedonale, una passeggiata in legno ecologico, congiunta agli accessi esistenti e ai sentieri naturalistici attraverso rampe di innesto. Anche gli accessi alla spiaggia dalla Via Verdi e i parcheggi limitrofi, vengono ridisegnati architettonicamente. I parcheggi al di sotto della Via Verdi vengono riorganizzati, con il riposizionamento del WC su uno dei vertici del triangolo (alla quota 10.56); così facendo si potrà aumentare lo spazio di manovra per le auto a favore anche di un nuovo collegamento con il tessuto urbano (tramite Via Imbriani) e il fronte a mare. Dal ponte, in corrispondenza dell’incrocio Via Verdi – Via Imbriani viene eliminato l’altro WC mentre viene inserito un nuovo percorso verso mare. Si ottiene così, una cerniera che permette di saldare gli spazi funzionali al centro storico e al waterfront.
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