IL PROGETTO
Individuato e acquisito lo spazio fisico, opportunamente ristrutturato e attrezzato, il progetto propone un percorso immersivo dal punto di vista narrativo ed emozionale che, evitando la tradizionale impostazione delle esposizioni memorialistiche, sia capace di ottimizzare la fruizione dei materiali e dei documenti che riguardano gli IMI. Il coinvolgimento dei visitatori scaturirà infatti dall’uso della comunicazione multimediale e dai suggestivi effetti realizzabili con la tecnologia digitale che consentono forme di interazione il più possibile dirette e non mediate (natural interaction).
In uno spazio espositivo super tecnologico, che dovrà svolgere la funzione di Centro studi, documentazione e ricerca, con annesso archivio e biblioteca specializzata, e nel quale confluiranno gli archivi storici di tutte le sedi periferiche e il ricco patrimonio librario e fotografico dell’ANRP, il materiale proveniente da donazioni di istituzioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, nonché dai testimoni e dalle loro famiglie.
La presenza dell’Associazione, Ente Morale DPR 30 maggio 1949, posta sotto la vigilanza del Ministero della Difesa, garantirà nel tempo la gestione del Centro, che potrà essere sottoposto a un organo di vigilanza, costituito dai principali soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, che avranno concorso alla sua realizzazione.
Detta struttura costituirà un polo culturale, capace di collegarsi e dialogare con altre simili già operanti a livello internazionale, un sistema articolato di uno spazio- laboratorio, aperto in particolare al mondo della formazione dei giovani e degli operatori della scuola, da destinare a visite guidate, seminari, conferenze, letture pubbliche e proiezioni di documentari-testimonianze, attività di ricerca, esposizioni di artisti, punto d’incontro per cittadini impegnati alla costruzione di una cultura ispirata ai valori di pace, di libertà e di rispetto tra i popoli, nella dignità e nella tutela dei diritti umani.
A nostro avviso, è un dovere imprescindibile per il governo italiano e tedesco, consentire la realizzazione del progetto col massimo impegno e la massima urgenza, prima che muoia l’ultimo sopravvissuto agli strazi consumati tra il 1943 e il 1945.
OBIETTIVI E STRATEGIE
L’obiettivo del progetto architettonico è quello di avvicinare i giovani alla storia di accadimenti drammatici e lontani dalla loro coscienza, in quanto temi spesso trattati in maniera sommaria. Il cuore del progetto dunque è una sequenza di spazi in grado di stimolare la motivazione e la curiosità a conoscere la storia degli IMI attraverso un percorso immersivo dal punto di vista narrativo ed emozionale evitando la tradizionale impostazione delle esposizioni memorialistiche.
A tal fine si è ricorso alla creazione di spazi drammatici attraverso l’uso di materiali “freddi”, volutamente grezzi e ruvidi, attraverso l’uso del chiaroscuro e dell’illuminotecnica, dei suoni e della comunicazione multimediale, ma soprattutto, attraverso l’uso di forme di interazione coinvolgenti e non mediate. Si limita al minimo l’uso di didascalie e testi, per lasciare spazio alla stimolazione multisensoriale interattiva, mediante grandi proiezioni con sistemi di amplificazione sonora puntuale, installazioni “governabili” dal singolo o da piccoli gruppi mediante il movimento del corpo (natural interaction), pannelli esplicativi ed espositivi con tecnologia touch screen.
Lungo la narrazione la dimensione singola e la dimensione corale si intrecciano continuamente, per garantire diversi tipi di esperienza, anche a seconda del numero dei visitatori.
Al fine di creare una comunicazione coinvolgente è importante costruire una certa “retorica” comunicativa, non banale o stereotipata. In tal senso il percorso della memoria, e della comprensione, presenta mutamenti di ritmo dal punto di vista visivo, spaziale e sonoro, alternando dunque spazi liberi a spazi densi, l’ordine al caos, il silenzio al rumore, lo sconforto alla speranza.
Nella fruizione dei contenuti multimediali si alterneranno la dimensione lineare (caratterizzata da una tensione narrativa focalizzata verso lo svolgimento cronologico dei fatti, con toni concitati o drammatici), e la dimensione di libertà di scelta degli approfondimenti. La linearitàè usata per introdurre il tema, per cui il visitatore è guidato lungo un percorso di apprendimento preliminare, viene trasportato dagli accadimenti e non vengono lasciati spazi di interazione, mentre di seguito si aprono le aree per l’approfondimento in cui si può scegliere cosa vedere/ascoltare in modo interattivo (foto storiche interattive, interviste, lettura di documenti storici, testimonianze e diari, spazio drammatico con attori e “coro greco”, come di seguito descritto).
Il progetto propone anche un bivio nella storia lineare per cui la prosecuzione e l’epilogo della storia cambia a seconda della scelta del visitatore, in corrispondenza del fondamentale momento in cui gli IMI compiono la scelta di aderire o meno alla collaborazione con la Germania o alla Repubblica Sociale. In base alla scelta effettuata egli viene indirizzato in un’area dell’esposizione o in un’altra dove troverà lo svolgimento del destino corrispondente alla sua scelta (nonostante, in realtà, la strutturazione del percorso spingerà il visitatore a scoprire insieme entrambe le aree, in modo da avere una visione chiara e globale degli accadimenti).
LA SOLUZIONE ARCHITETTONICA DELLO SPAZIO DI VIA LABICANA
Programma funzionale
Il progetto si sviluppa per una superficie di circa 700/800 mq. dell’intero imponente complesso, allocando le diverse funzioni pertinenti sia alla Mostra sia al Centro studi, documentazione e ricerca, con archivio e annessa biblioteca specializzata.
Piano terra – livello 1.
Al piano terra si prevede una dimensionata hall di ingresso, luminosa e ariosa in quanto a tutta altezza caratterizzata da un elevato grado di finitura, provvisto di desk (per reception, informazioni, materiale illustrativo, book shop ecc.) e di sedute; allo stesso livello, per garantire la massima accessibilità, è prevista una sala conferenze (capienza di 80 posti); adiacente all’ingresso vi è l’accesso alla sezione espositiva, che si sviluppa su due livelli ed è collegata da scala e ascensore indipendenti all’interno di una sala a doppia altezza per esposizioni temporanee. In tutti e tre i livelli sono previsti per il pubblico servizi igienici di fronte al vano scala/ascensore. Hall d’ingresso
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Conference Room
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Primo Piano – livello 2.
Il percorso della mostra sfocia al primo piano in un ballatoio sovrastante l’ingresso, attrezzato a piccola area di sosta, che dà anche accesso al vano scale/ascensore per tornare ai piani (terra o superiore).
Secondo Piano – livello 3.
Al secondo e ultimo piano trovano posto: una biblioteca, che ospita anche un piccolo box trasparente per lo staff, un grande laboratorio per l’archiviazione e per la ricerca e due uffici, con servizi igienici per il personale e accesso a un secondo ingresso indipendente.
Le sale espositive
Sala 01 –PANORAMICA INTRODUTTIVA.
Lo spazio è una semplice stanza, caratterizzata da una pavimentazione in lastre di cemento, le pareti verniciate di nero richiamano la tecnica del cemento gettato in opera faccia vista tipica dei bunker militari della Seconda guerra mondiale. L’unica fonte di luce è costituita da una grande proiezione a parete, mentre una sottile linea rossa luminosa a pavimento, tra le lastre di cemento, segna il percorso attraverso le sale. Il basso soffitto è costituito da griglie metalliche “Keller” attraverso cui si percepisce la presenza di uno spazio sovrastante, anche per il filtrare di luci leggere e lontani suoni. In questo primo ambiente il visitatore inizia la sua esperienza formativa e profondamente emotiva. Viene da subito calato in una vera e propria installazione interattiva che, mediante la proiezione, spiega le premesse storiche relative al periodo dal 25 luglio (destituzione di Mussolini) fino all’armistizio dell’8 settembre 1943. Attraverso la natural interaction il visitatore è in grado di sfogliare virtualmente, attraverso il solo movimento della mano, un menu di 5 foto rappresentative dei 5 momenti in cui è possibile sintetizzare gli antefatti:
- il fascismo;
- la situazione internazionale e l’alleanza con la Germania;
- lo scoppio della guerra;
- il 25 luglio 1943;
- il caos generale all’indomani della firma dell’armistizio.
Ogni foto ha il proprio universo sonoro ed i personaggi più significativi sono interattivi. L’utente può toccarli virtualmente con la mano e suscitare così il loro racconto. In tal modo saranno le stesse voci dei protagonisti delle immagini a riportare l’utente nel mondo di allora (bambini, soldati, capi).
Ogni fotografia può riguardare da uno a tre personaggi narranti ed ogni frammento narrativo può durare 1-1,5 minuti. Accanto alle voci del protagonisti, la cui figura è presente in fotografia, si sentono anche le voci della gente comune, in cui si riconoscono frasi significative inerenti al tema, che facciano capire come certi eventi o condizioni fossero considerati anche da parte del popolo italiano (anche voci estratte dalla filmografia).
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 02 –CATTURA.
La sala si articola in due aree/momenti contigue/i:
- la prima/il primo (la cattura vera e propria) è delimitata/o da un gioco di profili metallici tubolari, disposti a creare una sorta di gabbia, dietro ai quali sono appese diverse proiezioni. Il ritmo è concitato e caotico, le stesse proiezioni presentano sequenze brevi e rapide, lasciando il visitatore in uno stato di disorientamento, di pressione emotiva dovuta alla sovrapposizione dei sonori delle varie proiezioni, dal senso di trappola trasmessa dalle sbarre metalliche e dai giochi di luce proveniente dagli ambienti superiori filtrata da botole a soffitto. Il visitatore però potrà sentire distintamente il sonoro di una proiezione alla volta, nel momento in cui passa al di sotto di queste botole, in cui sono alloggiate delle “campane sonore”, ovvero dei sistemi di amplificazione puntuale che permettono di escludere tutte le tracce sonore meno quella della proiezione più vicina;
- la seconda/il secondo (il disarmo, l’incolonnamento e la registrazione) è caratterizzata/o da un ritmo più dimesso. Una delle due pareti laterali presenta una proiezione – scala 1:1 – relativa alle lunghe marce e alle lunghe attese, mentre l’altra è allestita con uno schermo interattivo che mostra i luoghi più significativi della cattura dei soldati italiani; questi punti, toccati dal visitatore, aprono una finestra con informazioni relative ai fatti e una breve animazione schematica esplicativa dei tragitti compiuti fino ai luoghi della detenzione.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 03 – CORO GRECO.
Tra la seconda e la terza sala vi è un area di “decompressione” costituita da un’installazione interattiva di video con attori che recitano la parte dei protagonisti di allora (personaggi noti come Badoglio, Mussolini, il re Vittorio Emanuele, Hitler, ufficiali italiani o tedeschi, oppure soldati semplici) disposti come in un “coro greco”.
Questi attori sono ripresi in video a figura intera e vestiti di nero in modo da non essere caratterizzati (a prescindere dal loro grado). Anche lo sfondo è scuro in modo che risaltino le espressioni, i movimenti delle mani e la gestualità, senza altre distrazioni percettive.
Essi recitano monologhi oppure dialoghi a due o a tre. Ogni attore è visualizzato e parla da un grande schermo posizionato a terra verticalmente, a grandezza naturale (in modo che sembri che l’attore si trovi nello stesso spazio del pubblico). Se si tratta di un monologo vi sarà un solo attore su uno schermo, se si tratta di un dialogo ci saranno tanti attori su altrettanti schermi sincronizzati che parlano fra loro. Questa soluzione creerà uno spazio teatrale drammatico all’interno del quale si viene a trovare il visitatore.
Il monologo o il dialogo viene avviato quando un visitatore si avvicina ad uno schermo con il personaggio, questo personaggio si accorge della presenza del visitatore e gli si rivolge iniziando la sua azione. Tale effetto si può ottenere attraverso l’uso di sensori per la cattura del movimento (natural interaction).
A cerchio, attorno gli schermi degli attori protagonisti ma in posizione più arretrata, si trovano altri schermi posizionati orizzontalmente in cui si vedono gruppi di personaggi vestiti in chiaro o con delle tuniche che alternano coralmente dei commenti alle battute dei protagonisti: una sorta di coro come avviene nelle tragedie greche.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 04 – VIAGGIO.
Questa sala prevede l’allestimento del frontale originale di un vagone ferroviario, utilizzato per la deportazione dei militari italiani verso i lager dei territori del terzo Reich.
Nell’apertura della porta si vede una foto storica con i prigionieri che vengono fatti entrare.
Da altre piccole aperture si possono vedere scorci dell’interno del vagone.
Sul pavimento è proiettato un video con l’immagine vista dall’alto dei binari, dapprima ferma e poi in movimento quando il treno riprende il suo viaggio. I rumori di sala suggeriscono frenate, passi, riprese di marcia. Così si crea la dinamica del viaggio, le paure, le speranze del ritorno a casa, il movimento verso l’ignoto.
Sulla parete di fronte è proiettato invece un grande video che mostra i paesaggi che venivano attraversati dal treno durante il suo viaggio verso i campi di internamento, accompagnati dai relativi “soundscape”.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 05 – ESPOSIZIONI TEMPORANEE.
La sala è a tutta altezza e mostra la copertura lignea; costituisce il collegamento verticale del primo livello della mostra con il livello superiore. E’ infatti presente una scala che sale lungo il perimetro della stanza, celata da una cortina di tiranti di acciaio, che permette di fruire tridimensionalmente dell’installazione temporanea dello spazio centrale. Un ascensore garantisce l’accessibilità ad anziani e disabili, lo stesso del vano scala/ascensore principale, ma con due porte separate che permettono al visitatore di continuare il percorso senza uscire dall’area espositiva e di non spezzare quindi la carica emotiva accumulata attraverso le precedenti sale.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 06 –CAMPO.
La sala del campo è uno spazio denso, come denso è il patrimonio di oggetti, lettere, disegni, giunti fino ai nostri giorni, testimonianze “parlanti” della quotidianità del campo di prigionia. Le capriate lignee, una boiserie in pancali di legno povero, delle casse in legno disposte geometricamente ed intorno ad esse il filo spinato ricreano un’atmosfera dalle sensazioni contrastanti. Il passaggio sulle griglie metalliche a pavimento provoca rumori sordi, taglienti, come il gelo degli inverni della prigionia. A parete, fra i listoni del rivestimento in legno trovano spazio dei video a tecnologia touch screen che permettono di disegnare, scrivere e interagire con documenti e opere di valenza culturale prodotti dagli stessi IMI durante il periodo di internamento. Le casse di legno, metafora delle baracche, sono delle teche espositive che si aprono orizzontalmente e verticalmente, come degli spaccati della vita all’interno delle baracche, e contengono alcuni oggetti significativi.
Nello spaccato interno di una baracca, su letti a castello, in una dimensione più intimistica, ci sono alcuni tablet (3 o 4) che mostrano alcuni diari, scritti clandestinamente dagli internati, e delle lettere scritte alle famiglie. Le lettere sono sempre sottoposte a censura, per cui gli internati non vi esprimono mai le loro effettive condizioni; quindi emerge drammaticamente la dicotomia tra la realtà e l’impossibilità di comunicare il proprio stato alla famiglia.
I tablet, oltre a trasmettere i diari o le lettere come descritto, assolvono anche ad un altro scopo: funzionare come dispositivi di realtà aumentata per far parlare gli oggetti posizionati nelle altre baracche (la radio clandestina, un foglio e una matita, le piastrine di identificazione ecc).
Muovendosi con il tablet fino ad inquadrare uno specifico oggetto (che funziona in questo caso da target), il software è in grado di riconoscerne l’identità e mostrare i relativi contenuti: ad es. la fotografia di un internato in cui si riconosca il volto quando si inquadra una piastrina; un’intervista di un ex internato che racconta una storia quando si inquadra “Caterina”, la radio clandestina; una breve scheda scritta, foto e commento audio o la pagina di un diario (nel caso del cibo o di altri oggetti), ecc.
Pertanto i tablet, posizionati normalmente sullo spaccato di letto a castello, possono in realtà anche essere trasportati nella sala per far parlare gli oggetti.
In un’area specifica della sala, sotto una campana acustica, si sentono i rumori di iniziative culturali ricreative (conferenze, concerti, lezioni, discussioni e dibattiti politico – ideologici, poesie) che potevano essere organizzati dagli ufficiali nel campo, grazie alla presenza fra gli internati di vari intellettuali.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 07 – SCELTA.
L’ambiente si presenta come uno spazio di cesura nell’atmosfera globale del percorso. Il visitatore è immerso in uno spazio asettico, bianco, disorientante. Due portali contrapposti, diversi nella forma e nel materiale, rappresentano gli unici oggetti della sala.
La sala diventa la metafora spaziale del momento fondamentale in cui agli IMI venne proposta la collaborazione con la Germania o l’adesione alla Repubblica Sociale, cosa che avrebbe portato un miglioramento delle loro condizioni di vita. La scelta è spiegata da scritte nella parete di fondo, in corrispondenza della biforcazione, l’unica della mostra, della linea luminosa rossa a pavimento. Lo spazio relativo alla scelta dell’adesione risulta comunque un cul-de-sac che obbliga comunque il visitatore a ritornare indietro al momento della scelta e proseguire nell’altra sala, relativa al percorso di sofferenza scelto dagli IMI gridando il loro NO!. E’ attraverso il portale che rappresenta la scelta del NO! che il visitatore si trova dentro un altro “coro greco” in cui alcuni attori nelle vesti di alcuni IMI spiegano le loro ragioni.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 08 – LAVORO.
Anche questo è uno spazio denso di oggetti “pesanti” come blocchi di cemento, sincopato da scatole metalliche calate dall’alto e da eventuali installazioni artistiche atte a ricreare l’ambientazione della fabbrica. Diventa uno spazio difficile, faticoso nel percorrerlo, e ricco di input visivi e sonori. Di tanto in tanto si sentono nell’ambiente le voci dei tedeschi che fanno l’appello la mattina e le mortificazioni ai prigionieri, l’inizio della lunga marcia a piedi verso il luogo di lavoro; i rumori del ritorno serale, l’interminabile conta nel vento gelido. Dei monitor sono sparsi fra i volumi della sala, che ovviamente sono adibiti a teche e superfici per proiezioni; quando l’utente si avvicina ai monitor la sua presenza è catturata da un sensore ed il personaggio/attore inizia a parlare e a raccontare del suo lavoro nell’industria bellica o nei campi o in miniera. Questo diventa l’audio principale della sala e gli audio di sottofondo (rumori di marcia, l’appello, la conta ecc.) descritti all’inizio arretrano.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 09 –LIBERAZIONE.
La sala è accesa da un clima di festa, la documentazione fotografica riporta scene di gioia, sorrisi, abbracci. Altre foto e proiezioni ritraggono il momento dell’arrivo degli Alleati nei lager e la fine della sofferenza. Dei lucernai illuminano la sala che, grazie al pavimento metallico, amplifica e riflette la luce dell’ambiente. Il solaio è leggermente staccato dalle pareti tramite un’ asola, a suggerire l’idea di leggerezza, di innalzamento, mentre un parapetto in fasce di plex rappresenta il supporto per scritte significative e documenti visuali.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
Sala 10 –OBLIO.
E’ la sala attraverso la quale si attua la compressione di un apparente momento di gioia espresso nella sala precedente. Si ritorna dunque nel buio, suscitando sorpresa e curiosità nel visitatore.
L’elemento centrale saranno dei video con degli attori che recitano la parte di personaggi noti e meno noti di allora, accompagnati da “coro greco”. Anche lo sfondo è scuro, in modo che risaltino le espressioni, i movimenti delle mani e la gestualità.
I personaggi recitano monologhi oppure dialoghi a due o a tre. Ogni attore è visualizzato e parla da un grande schermo posizionato a terra verticalmente, a grandezza naturale (in modo che sembri che l’attore si trovi nello stesso spazio del pubblico). Ogni personaggio racconta l’epilogo della storia dal suo punto di vista. Se si tratta di un monologo vi sarà un solo attore su uno schermo, se si tratta di un dialogo ci saranno due o più attori su altrettanti schermi sincronizzati che parlano fra loro. Questa soluzione creerà uno spazio teatrale drammatico all’interno del quale si viene a trovare il visitatore.
Il monologo o il dialogo viene avviato quando un visitatore si avvicina ad uno schermo con il personaggio, questo personaggio si accorge della presenza del visitatore e gli si rivolge iniziando la sua azione. Questo si può fare attraverso l’uso di sensori per la cattura del movimento (natural interaction).
A cerchio, attorno gli schermi degli attori protagonisti, ma in posizione più arretrata, si trovano altri schermi (ne bastano due) posizionati orizzontalmente in cui si vedono gruppi di personaggi vestiti in chiaro o con delle tuniche che alternano coralmente dei commenti alle battute dei protagonisti. Il coro ha la funzione di commentare le vicende da un punto di vista diverso da quello degli attori, poiché parla da un da un altro tempo e con una diversa e più matura consapevolezza. Ad esempio quando nel ruolo di protagonista della storia vi è un internato liberato che gioisce per la fine delle sofferenze e sogna a voce alta il ritorno a casa, il coro alterna un commento che esprime la coscienza del successivo destino di oblio.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.
CREDITS
Progetto architettonico a cura degli Architetti Carlo Cesana, Giuseppe Francone, Ferdinando Mazza e Davide Scrofani del Dipartimento ANRP Beni Monumentali e della Rimembranza.
Studio e ideazione delle installazioni espositive multimediali/interattive a cura del Dott. Marco Ferrazzoli e Dott.ssa Eva Pietroni del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Aspetti storici a cura della Prof.ssa Anna Maria Isastia e del Prof. Luciano Zani della Sapienza Università di Roma.
Aspetti sociologici e memorialistici a cura della Prof.ssa Maria Immacolata Macioti della Sapienza Università di Roma e Prof.ssa Rosina Zucco del Dipartimento ANRP Beni Monumentali e della Rimembranza.
© DFG Architetti . Published on April 07, 2015.