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Pitti Uomo - Oliviero Baldini - Studio O

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Walkabout Pitti Edition January 2015 – Arch. Oliviero Baldini – Studio O – Lenticular Sheet Effects and Panorama Movement

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo

Oliviero Baldini - Studio O — Pitti Uomo


Hotel Concept - China - Oliviero Baldini - Studio O

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Hotel Concept in China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Oliviero Baldini - Studio O — Hotel Concept - China

Padiglione Italia - Oliviero Baldini - Studio O

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Concept of Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

Oliviero Baldini - Studio O — Padiglione Italia

casa RS Aci Trezza - tuttiarchitetti

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Una delle tradizionali case terrane a schiera di fronte alle isole dei Ciclopi è posta tra il livello del mare e quello della strada principale del paese. Nel progetto si ripristina il vuoto, la cavità che costituisce la casa, lunga 17 metri e larga meno di 4 scandita trasversalmente dai muri di controvento. Tre piani orizzontali corrispondenti a tre diverse giaciture digradano verso il mare: il piano seminterrato con l’ingresso a livello della spiaggia, il piano con l’ingresso a livello della strada e il nuovo piano appoggiato sui muri di controvento che si protende verso il mare con un nuovo terrazzo. Il fronte verso il paese conserva l’aspetto originale ma l’interno della casa e con esso il tetto si staccano dalla facciata ricavando un cortiletto di accesso; una copertura automatizzata sul cortiletto aprendosi convoglia all’interno anche la luce da occidente.

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

tuttiarchitetti — casa RS Aci Trezza

BRD - marco elia, alessia oliviero

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Progettazione coordinata immagini aziendali

marco elia, alessia oliviero — BRD

Laboratorio per L'Arte. Centro di ricerca per il restauro delle opere d'arte. Iciet Engineering Srl. Castelli (Te)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Ordine Architetti di Mantova (concorso 2° classificato)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Università degli Studi di reggio Calabria (concorso)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Angelica Servizi di Catering e Ristorazione Caserta

marco elia, alessia oliviero — BRD

Angelica Real Sito Caserta

marco elia, alessia oliviero — BRD

Angelica Pasticcerie Caserta

marco elia, alessia oliviero — BRD

Laboratorio di Lavorazione del Legno Iciet Engineering Srl Castelli (Te)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Camera diCommercio di Varese (concorso)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Associazione Produttori Nocciola Tonda di Giffoni Vallepiana (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Restyling Caffè Gioia. Labcaffè Srl. Campagna (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Restyling Caffè Cutugno. Labcaffè Srl. Campagna (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Caffè Dorcaf. Labcaffè Srl. Campagna (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Gioia. Labcaffè Srl. Campagna (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

L'Oliveto sas Azienda Agricola. Montecorvino Rovella (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Labcaffè Srl. Campagna (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Restyling Liberty Caffè. Labcaffè Srl. Campagna (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Maya. Strategie di vendita. Battipaglia (Sa)

marco elia, alessia oliviero — BRD

Agenzia di Viaggi Toledo Viaggi. Napoli

Missing image

bsolid srl. design pret à porter (restyling). Trentola Ducenta (Ce)

Hello House - OOF! architecture

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The Hello House is a two-bedroom Victorian-era home and creative studio (and former shop) in Richmond, Melbourne (VIC), Australia. Most noticeably, the home features a large, white-brick wall featuring the word ‘HELLO’, that offers a conversation with the neighbouring buildings and its residents.

OOF! architecture — Hello House

A skin of brick is all it takes to keep a secret and two worlds exist happily side by side with a public face that cheerfully greets the street while giving nothing away about the world behind. Inside, the house adjusts to the needs and moods of its residents – a cosy retreat in winter or an airy pavilion in summer – all secret from the outside world.

OOF! architecture — Hello House

Rather than blending in or blanding out of its heritage-ous neighbourhood, Hello House is a slightly loud but friendly new face in the street.

Design Team
Fooi-Ling Khoo, Architect
David Brand, Planning + Heritage
Rose Nolan – Collaborating Artist
A M Daly Structural & Civil Engineers, Engineer
Anthony Middling & Associates, Building Surveyor
Construction Team
Anthony Adams | Complete Builders Insight, Builder
R & K Fuchshofer, Bricklayer
M & J Cabinets, Joiner
Linked Electrical Services, Electrician
All Shades Painting, Painter

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

OOF! architecture — Hello House

Casa D - Andrea Dami , Tommaso Clement

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Appartamento in palazzo storico poco fuori dalle mura di Pistoia, città Romana e Medioevale. La testimonianza storica è presente nel soffitto con le classiche voltine in cotto completamente sabbiate, a terra il pavimento è stato completamente sostituito con un segno moderno ma allo stesso tempo poco invadente.

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Zona Living

Progetto di riqualificazione di spazi interni dovuta dall’esigenza del cliente di vivere a piano lo spazio giorno. Da qui l’idea di rendere la cucina a vista e in pieno collegamento con la zona living tramite il grande portale che ha anche la funzione di trasmettere la luce, protagonista adesso degli spazi creati.

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Stato precedente

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Stato di progetto

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Dettaglio pavimento

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Andrea Dami , Tommaso Clement — Casa D

Guggenheim Helsinki Design Competition. - tapia+figueiras arquitectos

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Competition Entry.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.

tapia+figueiras arquitectos — Guggenheim Helsinki Design Competition.


LIVING STONES - Tomas Ghisellini Architetti

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La nuova chiesa di Cinisi è icona indimenticabile e straordinaria, traduzione fisica del sentimento che l’ha originata: una grande famiglia di steli filiformi, simile ad una nuvola di anime, una folla di individui stretti l’uno all’altro, abita il sito come addensandosi nei pressi di un ideale centro aggregatore. Il progressivo infittimento degli elementi culmina in un “cuore” architettonico denso e compatto, il corpo vero e proprio della chiesa, nel quale le steli sembrano sul punto di tuffarsi o dal quale, a seconda della predilezione interpretativa, sembrano essere stati cavati.

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

Le steli, connesse ad un valore altamente simbolico e ad un altrettanto irresistibile potere di suggestione evocativa, non sono semplice espediente formale né elemento meramente corollario; esse assumono infatti precise funzioni pratiche nell’allestimento degli spazi esterni e nella definizione della qualità ambientale complessiva. Che si tratti di camini del vento, di supporto agli apparecchi di illuminazione e filodiffusione, di ancoraggio per velari sospesi o scenari mobili, di ostensione dei simboli cristiani, di arredo degli spazi aperti o di regolazione microclimatica atmosferica, gli elementi verticali partecipano attivamente nella trasformazione dell’edificio in entità“intelligente” ed organica.

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

La casa canonica, i corpi delle aule, il blocco servizi con mini-foresteria ed il salone parrocchiale rifondano un piccolo villaggio nel quale i volumi dedicati alle attività pastorali sono messi in comunicazione da distribuzioni e spazi comuni attrezzati, permeabili e trasparenti. La copertura piana continua, segno identificativo chiaro e semplificatore, genera un grande portico attraversabile che protegge i volumi dal sole estivo e dalle precipitazioni invernali; il piano orizzontale, trasparente come un pergolato soprattutto presso la casa canonica, disegna patii semichiusi e giardini d’inverno per i quali è la qualità atmosferica a costituire un decisivo valore aggiunto.

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

Un parcheggio lineare si concentra presso le aree di confine, ove alcuna edificazione è consentita, liberando un grande spazio dedicato esclusivamente ad una luminosa piazza-sagrato, stretta fra lo scenario spettacolare del promontorio ed il “rilievo” artificiale della nuova chiesa. Un lungo giardino posizionato tra la chiesa e le costruzioni di ministero pastorale tratteggia un suggestivo orto degli ulivi ove sono riuniti tutti gli alberi simbolo della Passione di Cristo, attualmente sparsi entro il sito di intervento.

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

Tomas Ghisellini Architetti — LIVING STONES

Spazio NCO - RS Architettura

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Lo spazio, inteso come luogo da vivere quotidianamente, in “Terra di Lavoro”, è stato concepito in tanti modi differenti. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo assistito a continue metamorfosi del nostro spazio abitativo e pubblico. Fino alla fine degli anni 50 i paesi a Sud di Caserta e a Nord di Napoli erano caratterizzati da abitazioni in tufo di tipo a corte.

RS Architettura — Spazio NCO

Vista sala interna

Questa tipologia, oltre ad avere un’alta sostenibilità, era molto sentita e vissuta dalle popolazioni locali poichè, lo spazio della corte, in dialetto “‘o luog” , era appunto un luogo dove si svolgevano tutte le attività di una famiglia. Pranzo, riposo, gioco, vendita, artigianato, produzione agricola, preghiera ecc… Tutto quello che riguardava la vita quotidiana della famiglia veniva passato quasi del tutto in questo spazio.

RS Architettura — Spazio NCO

Interno

Purtroppo però con l’arrivo del boom edilizio, l’abusivismo e il clientelismo , abbiamo assistito ad una metamorfosi estremamente negativa del nostro paesaggio urbano. Falsi valori uniti alla mancanza di governo da parte delle Istituzioni, hanno cancellato quasi del tutto quelle che una volta erano le radici identitarie di queste terre. Nuovi immobili edificati con il cemento, sversamenti illeciti di rifiuti speciali, hanno modificato e inquinato gravemente quella che una volta veniva chiamata terra di lavoro.

RS Architettura — Spazio NCO

Vista dall'alto

Da questa analisi, nasce “ Spazio NCO”. Un progetto volutamente provocatorio, dove si tenta di denunciare l’abusivismo e l’assenza di governo che per anni ha lucrato in queste terre, utilizzando elementi come i tondini di ferro e il cemento per allestire la nuova pizzeria della “ Nuova Cucina Organizza”. Una sala calda e accogliente come il luogo di una casa a corte e allo stesso tempo utile per innescare condivisione e riflessioni.

RS Architettura — Spazio NCO

Sezione

RS Architettura — Spazio NCO

Vista interna

RS Architettura — Spazio NCO

Ph Mauro Pagnano

Environment Educational Center - Laura Gambardella, Cellura Sara, Michela Salvi

Educational center - Laura Gambardella

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Thesis in sustainable architecture

Laura Gambardella — Educational center

inquadramento territoriale

Laura Gambardella — Educational center

MASTERPLAN

Laura Gambardella — Educational center

PLANIMETRIA LABORATORI

Laura Gambardella — Educational center

PLANIMETRIA LABORATORI

Laura Gambardella — Educational center

PLANIMETRIA PIAZZA E SPAZIO ESPOSITIVO

Laura Gambardella — Educational center

DETTAGLIO CENTRO RICERCA

Laura Gambardella — Educational center

INQUADRAMENTO GENERALE1

Laura Gambardella — Educational center

INQUADRAMENTO

Laura Gambardella — Educational center

RESIDENZA

LESIURE FACILITIES - Laura Gambardella

SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING - Eversmann Studio, Sarah Markert

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Städtebauliche Setzung Es war unser Anliegen, ein klares städtebauliches und landschaftliches Ensemble zu schaffen, das eine großzügige Eingangssituation für das Lehr- und Forschungsgebäude für nachhaltige Chemie ermöglicht, zugleich neue Landschaftsräume ablesbar macht und das komplexe Raumprogramm in ideal konfiguriert. Die von weitem sichtbare, außenliegende Holzstruktur und die transparente Fassade lassen den Forschungsinhalt durch die Verwendung nachwachsender Rohstoffe nach Außen im Stadtbild in Erscheinung treten. Das Gebäude ist von der Straße deutlich zurückgesetzt und stellt durch sein kompaktes, würfelartiges Volumen keine Barriere zur Flusslandschaft dar, sondern passt sich durch sein markantes Volumen präzise in die Landschaft ein. Das Gelände wird über eine Reihe von Plateaus erschlossen, die in der bestehenden Topographie wie zufällig angeschwemmtes Treibholz ihre richtige Position gefunden haben. Die Plateaus setzen sich so zu einem begehbaren Gebilde zusammen, in dem die Landschaft auf Höhe der Baumkronen erkundet und Ausblicke auf die Donau möglich werden können. Das Gebäude selbst besteht aus vier Rechtecken, die sich um ein offenes Atrium zu einer kompakten quadratischen Formation organisieren. Eine transparente Struktur ermöglicht vielfältige Blickbeziehungen der Forschenden sowohl in alle Richtungen der Flusslandschaft als auch durch den innenliegenden Kern des Gebäudes.

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Das Projekt ist im Osten der Parzelle angeordnet. Durch die additive Entwurfskonzeption und den westseitigen Anschluss der Parkplatzebene ergeben sich sehr gute Möglichkeiten einer zukünftigen Erweiterung des universitären Campus.

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Landschaft Plateaus Das Gebäude ist auf Erdgeschossebene als kompakter Kubus von angelagerten Plateaus hochwasserfrei erschlossen. Diese Holzplattformen liegen additiv wie angeschwemmte Floße und bilden Zugänge oder Aufenthaltsräume. Durch die Auflösung in Einzelflächen mit luftigen Fugen aus Metallgitterrosten entsteht ein aufgelockertes System mit Verbindung zum Bodenniveau. Ein Donaunaher Steg könnte leicht über die Niederterrassenkante auskragen und eine bessere Sichtverbindung zum Fluss schaffen. Eine Freitreppe, die in einen Rücksprung der Hochwassermauer integriert ist, stellt als eine massive Struktur den Auftakt für die leichten, aufgeständerten Zugangsplateaus dar. An die Treppe und das Zwischenpodest docken seitliche Treppen sowie Rampen und eine mauerparalleler Steg (Galerie) an, sodass diese Bastion an verschiedene Seiten angebunden ist. Die Treppe stellt einen großzügigen Auftakt und Bezugspunkt für die platzartige Verbindung über die Uferstraße zu den weiteren WZS– Gebäuden dar.

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Erschließung auf Geländeniveau Die Parkplatzflächen sind in ihrer Befestigung gestaffelt. Asphaltierte Zufahrten führen zu Stellplätzen unter dem Baukörper und den Plateaus; dort stellt ein Pflaster mit breiten Splittfugen Versickerung und Ausgasung sicher. Eine letzte Parkplatzreihe nach Osten und Norden ist als wassergebundene Decke ausgeführt, um zum einen zur Flussaue einen Übergang mit extensiverer Gestaltung, zum anderen eine unversiegelte Fläche für den Gasaustausch zu schaffen. Fahrradstellplätze sind parallel zur Hochwassermauer stadt- wie flussseitig und in Aufgangsnähe mittig angeordnet. Der Raum unter dem Innenhof ist weitgehend frei von Stellplätzen, sodass der Aufgang über Treppe und Aufzüge auch im unteren Niveau eine angemessen freie Fläche erhält.

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Bäume Aufgrund der prägenden Gehölzkulissen der Donau sind nur locker gestellte Einzelbäume aus überflutungstauglichen Arten wie Sumpfeiche, Erlen, Zitterpappel oder Traubenkirsche (Quercus palustris, Alnus cordata, Alnus spaethii, Prunus padus ‚Schlo Tiefurt‘, Populus tremula ‚Erecta‘) vorgesehen, die vor allem an den Plateaus die Verbindung beider Niveaus inszenieren.

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Typologie & Funktionale Organisation Die Räume sind durchgehend stützenfrei und können flexibel angeordnet werden. Die Cafeteria, Seminar- und Vorlesungsräume befinden sich leicht zugänglich im Erdgeschoss. Die Büros sind in den darüber liegenden Geschossen untergebracht und werden über eine großzügige Freitreppe im natürlich belichteten Atrium erschlossen. Die Forschungslabore sind im höchsten Geschoss angesiedelt, sodass die umfangreiche Lüftungstechnik effizient platziert werden kann. Sämtliche hauptgenutzten Räume erhalten durch ihre Blickbeziehungen auf die Flusslandschaft und das Gelände eine hohe Aufenthaltsqualität. Gleichermaßen können Sie durch das frei zugängliche, lichtdurchflutete Atrium profitieren. Jedes Geschoss ist jeweils in 4 Rechtecke aufgeteilt, in Zwischenzonen ergeben sich behagliche Aufenthaltsmöglichkeiten

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Hochwasserschutz Die Hochwasserlinie verbleibt auf der Ufermauer, bis auf einen definierten Rücksprung auf 10,0 m Länge auf eine zweite, um 4,5m zum Fluss versetzte Mauer im Bereich der Freitreppe. Die entstehende Querfuge ist an einer Stelle durch ein hochwasserfreies Rampenpodest auf 320,00 und an der anderen Stelle durch einen 26cm niedrigen Mobilverschluss gesichert. Die Öffnung der HWS- Mauer mit einer Höhe von 319,50 ist fast auf der Höhe HQ 100, sodass sie meist ausreicht. Die Öffnung für das Zufahrtstor von 7,0 m Breite erfordert einen 1,80m hohen mobilen Balkenverschluss, die Führungsschienen sind in eine Verstärkung der Mauerstirn zu integrieren. Die Hochwasserlinie wird nur punktuell verändert, der Strömungsquerschnitt bleibt im Hochwasserfall fast gleich. Im Hochwasserraum sind das Gebäude und die Plateaus nur punktuell auf Stützen aufgeständert. Durch die flussaufwärts vorhandenen doppelten Gehölzgürtel ist eine Filterung von Treibgut wie Stämmen etc. gegeben, sodass zunächst kein baulicher Treibgutrechen stromauf des Gebäudes vorgesehen ist.

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Lichtkonzept und Fassade Erschließungsräume, Labors, Seminarräume und Büros können natürlich beleuchtet werden. Über einen außenliegenden textilen Sonnenschutz kann das natürliche Licht variabel von teilweiser Verdunkelung zu offenem Tageslichteinfall geregelt werden. Energieeffiziente LED- Spots sorgen für eine variable Beleuchtung. In den Fassadenfeldern der Büronutzung steht ein großformatiger Öffnungsflügel für freie Lüftung. 3-Scheiben-Verglasung und Dämmschichten sind an den Außenfassaden wärmeschutztechnisch optimiert. Die vorgesetzten durchlaufenden Balkone sorgen zusätzlich für eine effiziente Verschattung.

Eversmann Studio, Sarah Markert — SUSTAINABLE CHEMISTRY LABORATORY AND RESEARCH BUILDING

Struktur Das Gebäude ist quadratisch um eine Innenhoföffnung organisiert. Hieraus ergibt sich als Grundrissform ein quadratischer Ring. Dieser Ring wird pro Geschoss als Summe vierer rechteckiger Bereiche aufgebaut. Dieser untergeordnete Maßstab pro Geschoss findet auch seinen Ausdruck im Tragwerkskonzept. Die Primärstruktur besteht aus geschosshohen Fachwerken, die auf den Längsseiten jedes Rechtecks angeordnet werden und somit in der äußeren Fassade und der Fassade zum Innenhof hin sichtbar sind. Die Fachwerkträger bestehen aus Brettschichtholz, das für ständige Lasten und Nutzlast, mit ausreichendem Feuerwiderstand (F60), dimensioniert ist. Die Fachwerke haben je nach Geschoss und Belastung unterschiedliche Höhen und Dimensionen. Die Geschosshöhen betragen im untersten Geschoss 4,25 m und im obersten Geschoss 5,45 m, mit zwei Zwischengeschosshöhen von 2,75 m und 2,93 m. Das horizontale Raster der Fachwerkstruktur beträgt 4,8 m. Die tragwerksplanerischen Berechnungen wurden nach dem Eurocode 5 durchgeführt. Die für die Tragstruktur verwendeten Materialien sind Brettschichtholz GL24h und Stahlbeton C30/37. Die Decken bestehen aus Verbunddecken mit Brettschichtholzträgern und Betondecke. Der Verbund zwischen den beiden Materialien wird durch spezielle HBV-Verbindungsmittel hergestellt. An den Verbindungsstellen der Teilbereiche wird der gleiche Deckentyp verwendet. Durch die um das gesamte Gebäude verlaufenden Balkone werden thermische Entkopplungselemente eingesetzt, um Wärmebrücken zu vermeiden, die durch die von außen nach innen durchlaufende Betonplatte entstehen würden. In der Parkplatzebene tragen Stahlbetonbalken in der Decke das darüber liegende Gebäude und leiten die Lasten über Stützen und Pfähle in die Gründung. Die Tiefgründung trägt zu dem Energiekonzept bei, indem sie geothermisch aktiviert wird. Durch die Nähe zur Donau besteht die Möglichkeit der Überschwemmung der Parkebene. Daher wird das Fluten bei Hochwasser bewusst zugelassen. Dank einer frei von Wasser durchströmbaren Bodenebene wird die Auftriebskraft minimiert.

MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM - Eversmann Studio, Sarah Markert

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Gebäudeensemble Es war unser Anliegen, ein klares städtebauliches Ensemble zu schaffen, das eine großzügige Eingangssituation für das Museum ermöglicht, und zugleich neue Landschaftsräume ablesbar macht und die Ausstellungsflächen des Museums für Volkskunde in idealen Bedingungen präsentiert. Das neue Gebäude liegt am Rande des bisherigen Parkplatzes in Nord-Süd-Ausrichtung, und trennt den Parkplatzbereich klar vom Museumsbereich ab. Das bisherige Museumsgelände wird dadurch erweitert.

Eversmann Studio, Sarah Markert — MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM

Landschaft Der Museumseingang wird zu einem einladenden Raum, der die Besucher anders als bisher intuitiv und selbstverständlich leitet. Durch einen gerahmten Blick über den vergrößerten See auf das Gelände entsteht eine positive Spannung, die in der weiten Torsituation des Foyers und dem Weg über den See aufgelöst wird. Die Fläche vor dem Gebäude wird kompakt als Parkplatz angelegt, der aber durch ein großzügiges, sich aufweitendes Zugangsband gegliedert ist, das durch das Eingangsgebäude hindurch ins Gelände leitet. Das Baumraster des Parkplatzes ist mit verschiedenen Arten besetzt, die von den Randbereichen mit Kiefern und Birken bis zu den gebäudenahen Teilen mit Zierbirne, Traubenkirsche und Hainbuche ineinander übergehen. Je nach Erfordernissen sind Lenkungen möglich, eine klare Organisation der Stellplätze optimiert die Flächenausnutzung, der Befestigungsgrad ist gestaffelt, Bus-, Fahrrad- und Behindertenstellplätze sind bevorzugt positioniert. Die Stellplätze sind gebündelt angeordnet, die Flächen vor dem alten Torhaus oder der Gaststätte verbleiben und können ihre Funktionen weiterhin erfüllen. Die Vergrößerung des Sees löst den bestehenden Teich aus seinem Dornröschenschlaf und nützt die Wasserfläche zur Inszenierung des Zugangs ins Museum und zur sinnlichen Teilung von Innen und Außen. Die Gaststätte erfährt durch die Lage am See ebenfalls eine Aufwertung. Uferbereiche können, als Seegras- oder Reetzonen angelegt, die Themen Baumaterial und Ressourcen anschaulich machen und ins Museumskonzept einbezogen werden. Die Freihaltung des eigentlichen Museumsgeländes vom Neubau erlaubt dann einen Blick ins parkartige Gelände, an dessen Erschließungsnetz der sich aufgabelnde Weg logisch anschließt.

Eversmann Studio, Sarah Markert — MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM

Typologie & Funktionale Organisation Die vorherrschenden Sattel- und Walmdächer dienen als Vorlage für die Kubatur des langestreckten Neubaus. Angrenzende Dachneigungen und Trauf- bzw. Firsthöhen werden im neuen Gebäude aufgenommen und neuinterpretiert weitergeführt. Wo höhere Räume bzw. gutes Tageslicht notwendig sind wie in der Ausstellung und den Büroräumen hebt sich das Dach nach oben, in Erschließungsräumen kann sich das Dach senken. Dadurch entsteht eine Dachform, die Assoziationen an die alten Gebäude weckt, jedoch einen starken eigenständigen Charakter aufweist. Die Anordnung des Baukörpers schafft eine durchgängige, großzügige Erschließung zum Freilichtmuseum, über den das Museumsgelände mit der Windmühle bereits beim Heranschreiten an das Gebäude sichtbar wird. Das Foyer ermöglicht die freie Besichtigung der Schaupunkte. Im Sommer und an Tagen mit hohen Besucherzahlen kann das Foyer über Schiebetüren großflächig geöffnet werden. Die Ausstellungsräume des Museums für Volkskunde im Erdgeschoss und 1.Obergeschoss werden über ein 2-stöckiges längliches Atrium erschlossen. Der Tagungsraum und die Büros befinden sich im 1. Obergeschoss und erhalten durch ihre Blickbeziehungen auf den See und das Gelände eine hohe Aufenthaltsqualität und können separat erschlossen werden. Der Bauhof befindet sich leicht verborgen hinter den Reetanpflanzungen, ist jedoch über einen schmalen Steg vom Hauptsteg erschließbar. Als Nutzung ist eine neue Ausstellung für Fischerei, Boote, Netze angedacht. Es wäre jedoch ebenso denkbar, das Gebäude weiterhin als Bauhof zu nutzen, da das Gebäude vom Steg aus mit der Vegetation im unteren Bereich gut abgeschirmt ist.

Eversmann Studio, Sarah Markert — MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM

Lichtkonzept und Fassade Erschließungsräume und Büros können natürlich beleuchtet werden. Der Ausstellungsbereich erhält über die Fassade und Oberlichter gleichmäßiges Nordlicht, das über einen außenliegenden textilen Sonnenschutz variabel von kompletter Verdunkelung zu offenem Tageslichteinfall geregelt werden kann. In den Zwischenräumen der hohen Dachsparren sind Schienen untergebracht, an denen energieeffiziente LED- Spots für eine komplett variable Punktbeleuchtung der Ausstellungsstücke sorgen und stufenlos verschieb- und regelbar sind. In den Fassadenfeldern der Büronutzung steht ein großformatiger Öffnungsflügel für freie Lüftung. 3-Scheiben-Verglasung und Dämmschichten sind an den Außenfassaden wärmeschutztechnisch optimiert. Als Sonnenschutz kommen außenliegende, textile Markisen zum Einsatz. Die vorgesetzten Vertikallamellen sorgen vor allem an der Ostfassade und im Dachbereich für eine effiziente Verschattung.

Eversmann Studio, Sarah Markert — MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM

Struktur Das Projekt besteht aus einem 100m x 20m großen Gebäude, das sich über drei Geschosse verteilt. Durchgängige Wände und das Untergeschoss sind in Stahlbeton vorgesehen. Der offene Foyereingang wird vom Tagungs- und Konferenzraum stützenfrei überbrückt. Dachstruktur und Stützen bestehen aus Brettschichtholz. Das Gebäude selbst hat 4 Strukturachsen (eine Stahlbetonwand und drei Achsen aus Brettschichtholzstützen), auf denen die Decke des 1.Obergeschosses (Typ Kerto-Ripa oder äquivalent) und das Satteldach aufliegen. Die horizontalen Kräfte, die von der Dachkonstruktion ausgehen, und die variablen Lasten werden auf Höhe der Decke des 1.OGs von Zugstäben an der Nordfassade aufgenommen. Die Dachstruktur (Pfetten, Dachsparren, Konterlattung, Lattung) besteht ausschließlich aus linearen Elementen ohne Krümmung, da die Dachgeometrie aus einer doppelt geregelten Fläche aufgebaut ist. Die leichte Krümmung der Gesamtfläche (auf 14.5m x 1.5m nur eine Abweichung von 5cm von einer planaren Fläche) kann durch Biegung der Schichtplatten der Dachhaut aufgenommen werden (per Platte etwa 1cm) Der Tagungsraum über dem Foyer wird mit zwei Fachwerkträgern mit Ober- und Untergurten aus Holz und Zugstäben aus Stahl getragen.

Eversmann Studio, Sarah Markert — MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM

Klimakonzept Das Gebäudekonzept hat eine maximale Reduzierung des Verbrauchs an Energie und Ressourcen durch passive Maßnahmen zum Ziel. Die Strategie stützt sich auf eine hoch effiziente Gebäudehülle sowie ein integrales Raumklimakonzept. Wo möglich und sinnvoll, werden Belüftung und Raumkonditionierung von der Funktion getrennt. Der Großteil des Gebäudes wird natürlich belüftet, lokal kommen dezentrale Lüftungseinheiten zum Einsatz. Die Luftwechsel werden auf das hygienisch erforderliche Maß begrenzt, während wasserbasierte Systeme über Strahlung auf das Komfortempfinden der Besucher einwirken (Fußbodenheizung). Die Versorgung von Wärme und Kälte wird über einen Wärmetauscher mit dem ausgebauten Teich oder geothermische Erdsonden sichergestellt. Es wird auf die Verwendung schadstoffarmer Materialien geachtet. Außerdem kommen lokale Materialien zum Tragen, um lange Transportwege und graue Energie zu vermeiden. Zusammenfassend sehen wir in diesem Ansatz eine flexible, zukunftssichere Konzeption. Der Schwerpunkt liegt auf einer hochwertigen Ausführung der langlebigen baulichen und technischen Maßnahmen

Eversmann Studio, Sarah Markert — MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM

Eversmann Studio, Sarah Markert — MUSEUM FÜR VOLKSKUNDE | FREILICHTMUSEUM


LESIURE FACILITIES - Laura Gambardella

BALNEARIO DE LA FUENTE SANTA - ECADI

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Thermal baths in Spain

ECADI — BALNEARIO DE LA FUENTE SANTA

ECADI — BALNEARIO DE LA FUENTE SANTA

lo spazio elementare - Pera Alberto, Niccolò Rapetti, Giulia Bertola, Giada Caterina Zerboni, Matteo Novarino, Giulia Parisi, Cinzia Calvi

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Un workshop didattico che ha visto la collaborazione del gruppo studentesco Agritectura con un piccolo comune della Valle stura, Roccasparvera (Cn). La proposta prevedeva la realizzazione di una nuova copertura per una fontana del Seicento nella frazione di Tetti Beraudo, finanziata in parte dai fondi per la progettualità studentesca del Politecnico di Torino, in parte dai aziende esterne e dalla municipalità.

Pera Alberto, Niccolò Rapetti, Giulia Bertola, Giada Caterina Zerboni, Matteo Novarino, Giulia Parisi, Cinzia Calvi — lo spazio elementare

Questo evento ha permesso ad una settantina di studenti di apprendere nuove conoscenze dal punto vista costruttivo, cimentandosi per davvero nella realizzazione concreta di un manufatto e di entrare in contatto con una realtà pedemontana fatta di storia, cultura e tecnologie antiche e spesso dimenticate.

Pera Alberto, Niccolò Rapetti, Giulia Bertola, Giada Caterina Zerboni, Matteo Novarino, Giulia Parisi, Cinzia Calvi — lo spazio elementare

Un’iniziativa che ha avuto come obiettivo il recupero di un manufatto appartenente alla collettività locale, attraverso il quale si è instaurato un dialogo duplice sia con gli abitanti della borgata, sempre presenti durante la costruzione, che con le maestranze locali.

Pera Alberto, Niccolò Rapetti, Giulia Bertola, Giada Caterina Zerboni, Matteo Novarino, Giulia Parisi, Cinzia Calvi — lo spazio elementare

L’iniziativa si è propagata ben oltre con il termine dei lavori, essendo oggetto di un interessante promozione da parte di quotidiani, emittenti televisive e siti internet locali.

Pera Alberto, Niccolò Rapetti, Giulia Bertola, Giada Caterina Zerboni, Matteo Novarino, Giulia Parisi, Cinzia Calvi — lo spazio elementare

Pera Alberto, Niccolò Rapetti, Giulia Bertola, Giada Caterina Zerboni, Matteo Novarino, Giulia Parisi, Cinzia Calvi — lo spazio elementare

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Museo Egizio, Torino - Isolarchitetti, Aimaro Isola, Saverio Isola, flavio bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio, Stefano Peyretti, I.C.I.S. s.r.l. , Carlo Aymonino, Paolo Marconi, Giancarlo Battista, Marco Grimaldi, Maria Gabriella De Monte, Dante Ferretti, PROECO s.s. , ITACA s.p.a.

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IL PROGETTO. Il progetto architettonico del Nuovo Museo Egizio è firmato da Aimaro Isola, ISOLARCHITETTI, Carlo Aymonino, Dante Ferretti (scenografie), Paolo Marconi, Giancarlo Battista e Gabriella De Monte (restauro), ICIS (progetto, direzione lavori, strutture e sicurezza), Proeco e Itaca (impianti). Il progetto, risultato vincitore nella gara internazionale bandita nel 2007 dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie, s’inserisce e prosegue la storia culturale dell’edificio Guariniano ne arricchisce e porta a compimento i significati e le funzioni che si sono succedute nel tempo: Collegio dei Gesuiti, sede dell’Accademia delle Scienze, Museo di Storia Naturale, Galleria Sabauda. Un accurato lavoro filologico e l’uso delle più avanzate tecnologie hanno permesso di portare alla luce i valori espressi dalla cultura sabauda anche aldilà dei propri confini. L’approfondimento della concezione originaria della fabbrica e delle sue trasformazioni sono associate ad una concezione critica non banalmente conservativa del restauro: il processo ideativo nasce da un colloquio architettonico con i progetti di Guarini, Garove, Talucchi e Mazzucchetti. Ai volumi storici dell’originario Museo e della preesistente Galleria Sabauda, recuperati e restaurati per le funzioni espositive, il progetto ha aggiunto tre nuovi piani, scavati al di sotto dell’area cortilizia, per dare ampio respiro ai servizi dell’accoglienza, alle centrali tecnologiche, a nuovi depositi e officine, ha ricercato altri spazi sopraelevando il fabbricato di via Duse per un suggestivo roof-garden, ha recuperato tutti i sottotetti per le più sofisticate dotazioni impiantistiche.

Isolarchitetti, Aimaro Isola, Saverio Isola, flavio bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio, Stefano Peyretti, I.C.I.S. s.r.l. , Carlo Aymonino, Paolo Marconi, Giancarlo Battista, Marco Grimaldi, Maria Gabriella De Monte, Dante Ferretti, PROECO s.s. , ITACA s.p.a.  — Museo Egizio, Torino

IL PERCORSO DI VISITA. Il visitatore attraversando la corte del Palazzo, entra nella “ manica Schiaparelli” che ospita la biblioteca, la caffetteria e l’oasi del roof garden. L’accoglienza è al primo piano ipogeo con biglietterie, guardaroba, bookshop, laboratori, servizi, ecc. Ampi lucernari garantiscono luce naturale e continuità ottica con la corte. Veloci percorsi verticali – scale mobili per 24 metri di dislivello – portano il visitatore, accompagnato dal tracciato del Nilo, affascinante istallazione di Dante Ferretti, direttamente al più alto piano museale. Il percorso di visita lungo circa due chilometri, avviene poi “ a pioggia” attraverso spazi variamente caratterizzati: alla sommità la grande arca di 40 metri su tre ripiani raccoglie e mette in mostra pezzi da collezioni per anni rimasti nei depositi. Ai piani inferiori il percorso inanella le sale auliche, la galleria, il transetto e i nuovi spazi. Ove possibile sono state recuperate le tracce degli allestimenti succedutisi nel tempo, quello di Schiaparelli e quelli più discutibili, della Sabauda di Sanpaolesi. Lo scalone ottocentesco del Mazzuchetti, accuratamente restaurato, è stato esteso al piano ipogeo per riportare i visitatori ai servizi di uscita.

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LE AMBIENTAZIONI DI DANTE FERRETTI. Il Maestro Dante Ferretti, ha sviluppato con modelli e disegni gli scenari dei vari ambienti accompaganado il progetto di Isolarchitetti. In particolare il suo intervento ha caratterizzato l’enorme sala dell’ultimo piano, gli elevators, il grande Nilo, la Galleria dei Re.

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LE TECHE Accanto alle lapidi e alle statue, gli eccezionali reperti che sono i veri protagonisti del museo “galleggiano” dentro più di cento trasparentissime, essenziali, sofisticate teche che sono attento design dello studio Isolarchitetti. La ritrovata aulicità degli ambienti storici e l’essenziale modernità degli interventi sono i punti di forza del progetto architettonico, che hanno accompagnato il “nuovo progetto scientifico” del Museo.

Isolarchitetti, Aimaro Isola, Saverio Isola, flavio bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio, Stefano Peyretti, I.C.I.S. s.r.l. , Carlo Aymonino, Paolo Marconi, Giancarlo Battista, Marco Grimaldi, Maria Gabriella De Monte, Dante Ferretti, PROECO s.s. , ITACA s.p.a.  — Museo Egizio, Torino

IL RESTAURO. Il restauro architettonico ed artistico del Museo ha restituito in alcuni ambienti del primo piano la facies più antica rinvenibile al disotto dei vari strati di pittura sovrammessi nel tempo, consentendo di ripercorrere alcuni stadi della vita del Palazzo-Museo. Gli episodi meglio conservati si ritrovano nell’ala più antica dell’edificio, corrispondente al braccio prospiciente Via dell’Accademia. Nella Galleria dei Sarcofagi, è stata riportata in luce e accuratamente restaurata la splendida decorazione della volta, realizzata a “mezzo fresco” e risalente al 1825, con animali di ogni specie e motivi architettonici, testimonianza del Museo delle Scienze Naturali, qui ospitato dal 1802 al 1876. Allo stesso periodo risalgono le decorazioni parietali, con i medaglioni dipinti e la finitura a marmorino con differenti cromie, che restituiscono alle due grandi sale dell’ala su Piazza Carignano, realizzata su progetto dell’arch. Talucchi nel 1825-27, il loro imponente aspetto originario. Anche nella Sala Epoca Tarda si è scelto di scoprire e restaurare la ricca decorazione della volta costituita all’imposta da una simmetrica partitura architettonica che con i suoi elementi volutamente in aggetto, quali capitelli e cornici arricchiti da festoni floreali e rondini, riquadra la volta celeste che si sviluppa nella parte centrale. Il prezioso apparato decorativo si completa, sulla parete opposta a quella ove sono presenti i serramenti, con delle finte simmetriche finestre a trompe l’oeil, presenti, peraltro, anche in altri ambienti dell’ala più antica. Nel Transetto di quest’ultima, infine, il restauro ha valorizzato l’apparato decorativo dell’allestimento “all’egizia” voluto da Ernesto Schiaparelli, Direttore del Museo dal 1893.

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LE STRUTTURE. Le rilevanti opere strutturali hanno adeguato l’edificio alle esigenze espresse dal nuovo museo e alle richieste della più recente normativa di settore compresa quella antisismica. L’avvicinarsi con attenzione al costruito storico ha comportato un’estesa sperimentazione in campo per indirizzare le scelte progettuali, monitorare l’esistente, controllare le lavorazioni in svolgimento, verificare il risultato a opere concluse. I tre anni e mezzo di cantiere hanno visto la delicatissima realizzazione in “top-down” dei piani ipogei nel cortile a ridosso e al di sotto delle facciate storiche, il rifacimento di gran parte del basso fabbricato in calcestruzzo su via Duse, le lavorazioni di demolizione, rinforzo e consolidamento delle murature e delle volte nei corpi originari di via Principe Amedeo e via Accademia delle Scienze. I materiali sono stati: mattoni pieni (molto spesso recuperati dalle demolizioni) e malta di calce idraulica naturale; calcestruzzo (in buona misura con aggregato d’inerti leggeri) con armature in barre e reti in inox; acciaio per le carpenterie metalliche dei soppalchi pensili del riconquistato scenografico volume espositivo su via Accademia e per le strutture del “roof-garden”.

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GLI IMPIANTI. L’impiantistica, ed in particolare la centrale di produzione energetica, è stata concepita e realizzata secondo i più recenti criteri della ecosostenibilità con un impianto geotermico ad acqua di falda e impianti terminali a bassa temperatura per il massimo risparmio energetico, nel rispetto dei criteri per la conservazione delle opere, del comfort dei visitatori e dell’integrità del manufatto edilizio, l’intero museo è attrezzato con tecnologia led a basso consumo energetico.

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IL CANTIERE. La sfida certamente più impegnativa è stata quella di mantenere, per tutta la durata del cantiere, il museo aperto ai visitatori, senza spostare un solo reperto al di fuori del palazzo e senza perdere un giorno di lavoro nonostante non siano mancati imprevisti e sorprese.

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CREDITI di PROGETTO. ARCHITETTURA: ISOLARCHITETTI s.r.l. capogruppo (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio, S. Peyretti); I.C.I.S. s.r.l. (C. Turvani , G. Donna, A. Faletti, L. Luciani, M. Luciani, D. Russo, M. Valente); Carlo Aymonino (fino al 2010); RESTAURO: Arch. Giancarlo Battista; Arch. Marco Grimaldi; Prof. Arch. Paolo Marconi (fino al 2013) Dott.sa Maria Gabriella De Monte; VETRINE E TECNOLOGIE ESPOSITIVE: ISOLARCHITETTI s.r.l. (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio, S. Peyretti); ALLESTIMENTI SCENOGRAFICI: Maestro Dante FERRETTI; ISOLARCHITETTI s.r.l. (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio, S. Peyretti); STRUTTURE: I.C.I.S. s.r.l. (G. Donna, A. Baracco, I. Favaro); IMPIANTI: PROECO s.s. (S. Bonfante, F. Pautasso); ITACA s.p.a. (R. Bellucci Sessa, S. Quintano); GEOTECNICA e SOTTOSERVIZI: ICIS srl (S.A. Accotto, G. Bee, S. Loprevite)

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VIPP Shelter - Morten Bo Jensen - VIPP

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Vipp has made a plug & play getaway that allows you to escape urban chaos in a 55m2 all-inclusive nature retreat called ‘shelter’ — a prefabricated object designed down to the last detail, where the only choice left to the customer is where to put it.

Morten Bo Jensen - VIPP — VIPP Shelter

‘A battery-charging station for humans’ is how Vipp’s CEO, Kasper Egelund, describes the company’s latest investment, which marks quite a category jump from Vipp’s signature product; “There is no evident link between a pedal bin, a kitchen and a shelter, but enter the shelter and the philosophy of one, long lasting, functional tool per category is embodied in every object you see — each crafted from our 75 year long tradition of steel processing”. The simple steel grid structurally supports the two level space, where only the bathroom and bed loft is shielded from the main living space. Nature is omnipresent within the transparent shell, yet with a physical blindage in the form of parallel, sliding window frames that provide shelter from the forces of nature. The starting point of the Vipp shelter is going bacl< to basics; back to nature in a dense, compact space wrapped in the Vipp DNA. The landscape is purposely framed, turning it into the predominant element of the interior space fitted with a predominantly dark-toned interior carefully selected to keep focus on nature. “Vipp is rooted in the manufacture of industrial objects, so the term ‘shelter’ is a typology that allows us to define this modern escape as a product inspired by large volume objects such as airplanes, ferries and submarines.” – Morten Bo Jensen, chief designer in Vipp. The shelter comes fully equipped with Vipp products including everything from lighting to linen, from table to toilet brush, andfrom shelves to soap dispenser.

Morten Bo Jensen - VIPP — VIPP Shelter

It’s refabricated north of Copenhagen with a production time of 6 months and 3-5 days of installation.

Morten Bo Jensen - VIPP — VIPP Shelter

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