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Cristalplant Design Contest 2015 - Matteo Roselli


Casa Ilaria - Podere La Badia - Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti

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Dov’è Casa Ilaria Casa Ilaria si trova nel cuore della Toscana, a Montefoscoli, nel Comune di Palaia, in provincia di Pisa. La sua collocazione, in un contesto collinare tipicamente toscano, risulta strategica rispetto alle principali vie di comunicazione che collegano i centri storico-culturali e di attrazione turistica della regione ( Pisa, Firenze, Lucca, Siena, San Gimignano, Volterra). Prossima alla Strada di Grande Comunicazione Fi-Pi-Li, è facilmente raggiungibile dall’ aeroporto di Pisa e Firenze e dalla stazione ferroviaria di Pontedera. Casa Ilaria è realizzata nel Podere La Badia, composto da un edificio principale, posto su due piani e completato da una caratteristica colombaia, da due edifici secondari e da una cappella. L’intero complesso sorge su un lieve poggio, facilmente accessibile dalla strada provinciale che conduce a San Gimignano e domina un terreno agricolo di dieci ettari, delimitato da un corso d’acqua e filari di alberi. La Badia prende il nome da un antico convento di monaci, che si insediarono e svolsero qui sino al 1200 le proprie attività, tra cui la coltivazione di piante officinali e la produzione di erbe medicinali per un vicino lazzaretto. Il luogo è di particolare interesse storico, anche perché qui sorse, nell’ alto Medioevo, il primo nucleo abitato di Montefoscoli. L’ispirazione del progetto Il progetto Casa Ilaria nasce dal desiderio di alcuni membri dell’ Associazione “ Noi per L’Africa e il mondo –ONLUS” di mettere a disposizione il patrimonio di competenza acquisito durante la propria carriera lavorativa nel settore sociale, riabilitativo ed educativo, la rete di relazioni costruita nel tempo e le risorse dell’Associazione in un progetto finalizzato a mantenere viva la memoria di Suor Ilaria Meoli, il suo spirito di servizio verso le persone ammalate, svantaggiate ed emarginate e l’origine della sua vocazione, nell’ incontro con la disabilità. Suor Ilaria Meoli è nata a Pontedera il 17 Maggio 1970. Giovane studente di medicina all’ Università di Pisa, abbraccia la vita religiosa nella famiglia delle Suore Carmelitane di Torino. Con questa formazione si avvia alla missione, in africa, dove realizza alcuni soggiorni in Burundi e Madagascar prima e in Repubblica Centrafricana poi. Qui si avvia il grade progetto di costruzione di un Ospedale, specializzato nella cura delle malattie infettive. Con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, del Comune di Pontedera, con il paternariato dell’ Università di Pisa, Suor Ilaria, insieme alla associazione “Noi per l’Africa e il mondo ONLUS”, che nasce proprio allo scopo di accompagnarla in questa avventura, progetta e segue i lavori della costruzione dell’ Ospedale “Giovanni Paolo II” a Bossèmptelè”. Al termine dei Lavori di costruzione e in procinto di avviare l’attività sanitaria, perde tragicamente la vita in un incidente stradale, il 10 Marzo 2007. Il progetto Casa Ilaria nasce dall’ Associazione, che raccoglie l’eredità di Suor Ilaria e dopo anni di impegno nei paesi più poveri del mondo, desidera realizzare in Italia un’opera innovativa, che raccolga le migliori esperienze riabilitative e di integrazione espresse in questi anni dal mondo sociale e favorisca l’incontro tra i bisogni e le peculiari risorse del territorio della Valdera; un territorio di cui l’agricoltura e le sue strutture, il turismo e la cultura costituiscono il patrimonio più importante del bene comune dei cittadini. Destinatari del progetto -Bambini e adulti con disabilità fisica, psichica e sensoriale e con problemi di salute mentale; -Famiglie con bambini e adulti con disabilità e problemi di salute mentale; -Persone in condizione di svantaggio, povertà e marginalità; -Persone interessate a percorsi di formazione, percorsi terapeutici su bisogni specifici, soggiorni di spiritualità; -Persone che intendono vivere un’esperienza di soggiorno turistico e vacanza in una situazione di condivisione e spiritualità; Casa Ilaria è una casa per tutti: essa è stata pensata perché possa essere accessibile, in ogni suo spazio, ad ogni tipo di persona, comprese coloro che presentano forme diverse di disabilità, anche motoria o sensoriale. I servizi di inserimento lavorativo rispondono in particolare al bisogno occupazionale di giovani con problematiche di disabilità e salute mentale di tipo medio-lieve, che con maggior difficoltà si inseriscono nel mondo del lavoro e per le quali, d’altra parte i servizi territoriali rivolti alla disabilità grave, risultano impropri. Le attività destinate all’autonomia e al dopo-di-noi sono pensate per quelle persone per le quali è possibile progettare spazi di vita indipendente e percorsi di progressivo distacco dalla famiglia. Le diverse attività di tipo motorio, laboratoriale e assistite con animali – ippoterapia e pet-therapy – sono invece disponibili e progettabili anche per forme di disabilità medio-grave. Inoltre casa Ilaria si rivolge alle famiglie di bambini e persone con disabilità– o a gruppi di persone ospiti di centri diurni, comunità, case famiglia – italiane ed anche straniere, che possono soggiornare presso la struttura per periodi più o meno lunghi e trovare completa accoglienza dei propri bisogni, vivere momenti di vacanza e riposo, partecipando insieme, eventualmente, alle attività proposte o lasciando che solo il proprio figlio venga coinvolto, mentre ci si dedica alla visita delle principali attrazioni della Toscana. Casa Ilaria infine è per tutti, per coloro che vogliono godere della bellezza del luogo, della sua strategica posizione per un periodo di vacanza, formazione, spiritualità. Prima fase Il progetto prevede il recupero: -dei fabbricati nella loro totalità: 1) Al piano terra del fabbricato principale avremo tre sale di incontro, cucina, e sala pranzo per la comunità e per eventuali ricevimenti. Al primo piano, nove residenze, compresa quella dell’altana, tutte dotate di bagno e con la possibilità di essere unite a seconda dell’ esigenza dei fruitori. 2) All’esterno, nell’annesso più grande, saranno ricavati due appartamenti. Negli annessi collegati al fabbricato principale troverà posto un grande forno per la cottura del pane e dei cibi, sarà presente l’essiccatoio per la pasta e altri laboratori per la preparazione di marmellate, conserve e altri prodotti che abbisognano di trasformazione. -restauro della Cappella; -costruzione di un ampio spazio vetrato destinato a serra d’inverno e laboratorio delle arti; -costruzione di locali per il ricovero cavalli ed animali da cortile; -costruzione di grande vasca a forma di gora per idroterapie. Seconda fase La multifunzionalità di Casa Ilaria si realizza per moduli: Modulo 1. Agricoltura Sociale Modulo 2. Commercializzazione prodotti Modulo 3. Ospitalità e turismo sociale Modulo 4. Ristorazione Modulo 5. Ippoterapia, pet-therapy e attività assistita con animali Modulo 6. Laboratori di trasformazione di prodotti e cura dell’ambiente, espressivi di arte e musico-terapia Modulo 7. Attività fisica adattata Modulo 8. Sostegno Psicologico e percorsi terapeutici Modulo 9. Laboratorio dell’atunomia e del dopo-di-noi Modulo 10. Attività formativa permanente Modulo 11. Attività culturali e percorsi spirituali Impatto del progetto sul territorio Il progetto ha un impatto importante sul territorio in quanto prevede: -una opportunità lavorativa a pieno regime per almeno 12 persone -una opportunità di servizio volontario per Casa Ilaria per almeno 20 persone -che almeno il 60% del personale occupato provenga dalla Zona Valdera -che il 70% dell’utenza provenga dalla Zona Valdera (inserimenti socio-lavorativi) -la formazione di almeno 20 operatori sociali all’anno -l’opportunità di partecipare ad eventi culturali, sociali e formativi per oltre 300 persone all’anno -che gli ospiti di Casa Ilaria usufruiscano di altri servizi della zona (ristorazione, servizi turistici e culturali) -una valorizzazione complessiva della zona, grazie alle esperienze di innovazione proposte da Casa Ilaria.

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Vista sud

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Pianta piano terra

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Pianta primo piano

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Pianta coperture

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Fotopiano prospetto sud

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Fotopiano fronte tergale

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Fotopiano prospetto ovest

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Prospetto principale Cappella

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Inquadramento

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Prospetto sud

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Prospetto ovest

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Prospetto nord

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Casa Ilaria - Podere La Badia

Prospetto est

City of Culture of Galicia - Peter Eisenman

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City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

Peter Eisenman — City of Culture of Galicia

KELLER FACTORY - cesare grasseni

Born Centro Cultural - Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes

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Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

Enric Soria / J.I. Quintana Arquitectos, Càceres Arquitectes  — Born Centro Cultural

107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème - nunc architectes

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Nos objectifs pour la construction de 107 logements au-dessus d’un équipement et d’un commerce étaient multiples : libérer les façades pour offrir l’horizon, multiplier les vues tout en amplifiant l’ensoleillement, s’inscrire dans la continuité d’un tissu faubourien tout en donnant à lire l’épaisseur du site, favoriser le végétal pour renforcer le dialogue avec le square, sculpter les volumes tout en affinant les alignements.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Vue depuis la rue des Poissonniers

Le volume bâti correspondant à la totalité de la parcelle, il se partitionne une première fois en deux parties, deux épaisseurs. Ainsi, une façade se développe sur les voies de chemin de fer de la gare du Nord pour accueillir l’entrée de la crèche. La façade opposée assure un alignement sur la rue des Poissonniers pour dialoguer avec son contexte. Là se déploieront les futurs commerces. Entre les deux, un coeur, une intériorité, l’espace pour «un bon rapport de voisinage», l’idée de la cour. Elle est pour la crèche, transparente, patio paysagé en prolongement du square fraîchement inauguré.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Au-dessus, de l’air, de la lumière, du ciel. L’originalité de cette parcelle parisienne tient dans la sensation, la possibilité unique d’en faire le tour. De là, l’idée d’un socle, d’un support commun traité indépendamment des quatre volumes de logements.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Façade des logements sur la rue des Poissonniers

Le soubassement reporte les habitations à +4m par rapport à la rue et redonne ainsi l’échelle des immeubles collectifs environnants.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Logements et crèche

Avec quatre volumes distincts qui, dans leur gabarit, leur hauteur, leur épaisseur mais également leurs décalages jouent avec l’identité du faubourg, la centaine de logements n’est perceptible que par vingtaine.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Entrée des logements et de la crèche

L’intégration est ici une question d’échelle.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Intérieur de la crèche

Pour offrir des logements de qualité, le projet s’appuie sur quatre objectifs essentiels :

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Intérieur de la crèche

- optimiser l’ensoleillement de tous les appartements. - créer un maximum de doubles ou triples orientations. - ouvrir de nombreuses vues sur les espaces verts et le paysage urbain. - offrir le plus possible d’espaces extérieurs privatifs.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Logement

La crèche est en retrait par rapport à la rue des Poissonniers. Sur un seul niveau et de plain-pied avec la cour, elle veut assurer un fonctionnement simple et harmonieux. L’enjeu a été de la maintenir au coeur du projet tout en permettant la cohabitation entre la cour et les logements.

nunc architectes — 107 logements, crèche et commerces à Paris 18ème

Logement

Ainsi, la mise à distance des façades intérieures des logements par un système d’auvents formant préaux protège les enfants, tout en offrant un espace intermédiaire, un prolongement naturel des salles d’éveil sur l’extérieur.

Les accueils s’organisent par binômes, en rapport avec les espaces extérieurs :

- au Nord, les petits donnent sur un jardin calme en relation avec le parc. - au Sud, les moyens et les grands sont tournés vers un espace plus grand, destinéà la découverte du mouvement.

Les jardins de la crèche s’articulent autour d’un espace de motricité largement ouvert sur l’extérieur. Au fil des saisons, cet espace sera tantôt un prolongement du jardin, tantôt un abri, une cabane entre les deux espaces de jeux.

Nuova gioielleria Corsico - bbpstudio, Davide Buscaglia

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Quando la famiglia Corsico ha affidato al mio studio l’incarico del progetto per la nuova gioielleria, all’interno di un unico e prestigioso spazio disposto su più livelli proprio al centro dei portici di Piazza Ducale, da subito ho pensato che questa sarebbe stata un’occasione unica per almeno due motivi: il primo per l’interessante e complesso tema progettuale e cioè l’ideazione di un allestimento interno in un edificio storico – monumentale, già fortemente trasformato in anni recenti, il secondo per l’opportunità che si presentava di offrire alla città un “segnale forte”, un contributo non solo dal carattere “commerciale”.

bbpstudio, Davide Buscaglia — Nuova gioielleria Corsico

La conformazione dei locali e la qualità dei materiali già presenti – i pavimenti di grande formato in beola del piano terra, i soffitti lignei ai vari piani e i lacerti di decorazioni negli intonaci del mezzanino – sono diventati i primi elementi con i quali dialogare. Da qui l’idea di integrare i valori materici esistenti con un allestimento rispettoso e sobrio, declinato in pochi elementi: le contro pareti – boiserie attrezzate con teche e contenitori, i banconi – espositori per la vendita, l’illuminazione.

Il disegno dei nuovi elementi è lineare, quasi minimalista, data la complessità preesistente, il colore predominante è il bianco per restituire “luce” agli ambienti, in particolare del piano terra e ammezzato. I materiali e i colori sono ridotti all’essenziale per portare l’attenzione verso i protagonisti dello spazio, i gioielli: il legno laccato bianco per le pannellature, l’ottone brunito per i profili delle vetrine e delle cornici di espositori e banchi, l’alluminio spazzolato per i contorni delle teche e per lo zoccolo a pavimento. La stessa semplicità e pulizia si ritrova nell’uso della luce artificiale, “nascosta” dietro le pareti e disposta in linee orizzontali nelle sospensioni.

Al piano primo – il livello della gioielleria più ricercata – i materiali si impreziosiscono; al legno laccato delle pareti è sostituito il vetro laccato che dona profondità e riflessione, il pavimento in gres bianco lucido diventa uno tappeto specchiante sotto allo scuro soffitto in legno, le luci dei banconi sono nuvole di gemme sospese. All’interno di questo ambiente, proprio sulla (e per la) parete a sinistra dell’ingresso è stata pensata e incastonata la “Festa d’oro sul Ticino” di Cesare Giardini. Giò Ponti diceva che la pittura è una materia prima per architettare con sapienza. Dunque il perché di questo “pezzo unico” va ricercato nelle scelte progettuali e compositive (era necessario un elemento eccezionale all’interno di uno spazio “neutro” che dialogasse con l’altro elemento eccezionale visibile dalle due finestre – la Piazza), ma nel contempo è legato a doppio filo al secondo motivo cui accennavo prima: offrire un contributo culturale più ampio, capace di allargare il raggio d’azione di questa “operazione”, attraverso l’arte e le sue forme.

Questa visione, accettata e condivisa con la committenza, capace di far dialogare l’architettura e il design, la pittura e la musica, si traduce in un omaggio alla nostra città, al nostro patrimonio (anche naturale), alle nostre tradizioni. Grazie ad una committenza “illuminata” questi contributi sono possibili, la storia ci insegna proprio questo.

STARring - Temporary Cinema - La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri

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The project is inspired by a movie set that can be fit together everywhere in a short time. A Surface, composed by 145 square panels held together by special knuckle joints (made by textile strips) that allows a 360° rotation of each of the elements, ripples and droops for determining a 5500 m3 space that, once folded, shrinks to 78 m3, transportable on a trailer truck.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — STARring - Temporary Cinema

The panels are composed by a wooden frame and two woody layers, made of recycled axes of disused piraguas, typical Senegalese boats, usually realized in kapok (Ceiba Pentandra): a very light wood (density: 0,1-0,4 g/cm3) that allows to compose an easily transportable platform. The Senegalese piraguas are famous all over the world for the beautiful drawings made by fishermen. All the panels of the Surface are made out of these boats, retrieved and assembled in collaboration with local craftsmen. The panels are constructed out of two layers. The top layer contains the pieces needed in order to put together the furniture for the auditorium, the waiting area and the café area. These pieces are carved by CNC system, to get a definite facilitating the assembly. This project combines craftsmanship and modern technologies, global knowledge and local resources.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — STARring - Temporary Cinema

Depending on the needs, the furniture can be either partially or fully set up. Every item can be assembled and disassembled several times. Once the furniture is set, the colored zones of the auditorium’s seating area become visible.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — STARring - Temporary Cinema

A coverage of hanging wires (textile fibres obtained from kapok plant) hovers above the floor, illuminated by the LED stripes located all along the perimeter. Whole building shines as if it was a star in the dark of the night.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — STARring - Temporary Cinema

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — STARring - Temporary Cinema

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — STARring - Temporary Cinema


Bamiyan Cultural Centre - CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati

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L’area d’intervento si trova adagiata su un altopiano che domina la verde valle di Bamiyan in Afghanistan, importante tappa della Via della Seta e punto di confluenza di varie etnie e popoli asiatici. L’idea alla base del progetto è quella di spezzare il volume del Centro Culturale in due grandi blocchi con l’intento di aprire la vista sulle due grandi nicchie, ricavate nella roccia della montagna, nella quale erano collocate le due statue di Buddha. Queste statue, ormai perdute, erano il simbolo e testimonianza della storia artistico-religiosa della valle di Bamiyan.

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

I due blocchi dai volumi rigorosi sono scavati da un gioco apparentemente casuale di aperture che richiamano alla mente le centinaia di fori e caverne scavate nella parete rocciosa sul quale si affaccia il complesso. La costruzione di due corpi di fabbrica indipendenti permette di suddividere il programma funzionale tra gli spazi prettamente espositivi da quelli connessi alla gestione ed organizzazione di eventi, agevolandone, così, una maggior indipendenza di fruizione.

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

Il volume è generato dall’accorpamento di più moduli i quali, essendo caratterizzati da un design semplice, garantiscono una maggior standardizzazione di costruzione, differenziandosi a seconda che sia funzione espositiva, conferenza, lavoro o distribuzione, con un attento studio dell’illuminazione naturale all’interno degli spazi. Anche lo spazio aperto risente di questa costruzione modulare attraverso un disegno geometrico che ne disegna il pattern.

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

Gli spazi espositivi sono stati pensati per garantire flessibilità di utilizzo che permetta di accogliere al suo interno le diverse esposizioni attraverso l’uso di pannelli mobili, i quali garantiscono varianti al percorso del visitatore.

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

Attenzione particolare è stata rivolta all’uso dei materiali locali: mattoni in terra cruda per la realizzazione delle pareti perimetrali e malta e paglia come materiale isolante.

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

The project area is laid on an upland above the Bamyan Valley, a historic, religious and cultural site located along the ancient ‘Silk Route’ in Afghanistan. Our concept aims to break the volume of the complex in two separate blocks emphasizing in this way the caves where were placed the two monumental Buddha of Bamiyan, now no more there because destroyed by the Taliban in 2001. These two blocks are excavated in a way to create random openings which recall the rocky facade of the mountains at the front. This opening of the volume allows a better use of the functional spaces of the Centre dividing the area dedicated to the exhibitions from that one dedicated to the events. The whole project is conceived according a standard design module which, with few changes, due to the functions that each module will have. Through the use of removable panels the exhibition spaces gain great flexibility which allows to create several visitor routes inside the Cultural Centre. The project pays attention to the use of local building materials such as double layer mud bricks for the walls and straw and mortar for the insulation layers.

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

CMO, Mirco Monti, Marco Olgiati — Bamiyan Cultural Centre

GUGGENHEIM HELSINKI Proposal - a+ samuel delmas

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More than a building inscribed in its context the GUGGENHEIM museum must be an international icon.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

The main guideline thought the design process was the intention of creating a fluent environment where physical boundaries to pedestrians would be minimal or would not exist, an environment which would create connections between the existing topography, rather than separate it.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

Due to the fact that in this context, the port of Helsinki, building a monolithic building seems to be in contradiction with the expectations of this new project, it was decided to divide the volumes. The advantage is taken of this decomposed volume, which is able to create an urban and social reasoning.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

The initial idea was to start a process similar to a tectonic movement that began with an elementary form, a rectangle, a form which provides an obvious harmony of geometries. This concept of fragmentation generates urbanity which becomes important part of the existing urban tissue. In fact, the design is based on a two-faced building: an interior and an exterior museum life. The construction of the building is produced by creating voids. These voids are used as intern places protected by facades. Accordingly, those interstices provide pedestrian fluidity inside the site and views to the surrounding, principally to the park and the sea. All the buildings are conceived on the base of four facades which are oriented to dialogue with the city, as there is not a back side to the museum.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

In term of working, the main circulation was assumed to be in the basement. It is this concept which allows the links with all the buildings without splitting the public spaces. Creating the basement allows a constant temperature, naturally provided by the earth. Obviously the basement is assumed to be a double waterproof structure. The voids that lead the natural light into the basement strongly accentuate the presence of an underground and ink the building into the site. In fact, they let the visitor perceive the depth of the museum and an idea of interiority. In what concern the interior spaces, the main idea was the fluidity between the functional spaces. The goal of the basement is to provide a notion of journey, generated by flexibility, which produced many appropriable interstices and leads the visitors to discover different forms of museum facilities.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

Interiors of every building are generated on the same frame, the peripheral spaces are assumed to be used as the circulations, surrounding the museum facilities.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

The tree different types of facades were designed to support the concept of the project. A double frosted glass skin allows the natural light to get inside the museum, forming a gradient between the light and the shadow. Another double skin composed of perforated metal is used to control the views from the surrounding, letting the visitors perceive the Helsinki port, but also providing the museum the needed privacy. The interior spaces are composed of a wooden skin which creates a warm atmosphere in contradiction to the external perforated metal skin.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

This building allows the visitors experience the connected art and the city of Helsinki.

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

a+ samuel delmas — GUGGENHEIM HELSINKI Proposal

1757 - Camarim

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This multi-family housing building is located in Príncipe Real in Lisbon and was built in 1757, 2 years after the 9.0 Richter-scale earthquake. Our client wanted to renovate the upper floor flat – simplify its layout and adjust it to the life of a modern family – while respecting the building’s constructive logic and the spirit and scale of the historic district. The roof’s apex defines the border between the living room – with a horizontal window overlooking the garden – and the bedrooms – with dormer windows. Bathrooms, kitchen and larder are grouped in an irregular-shape volume that differentiates spaces and uses in an easy, informal fashion, without doors or corridors. The materials – limestone, solid wood and plaster – are taken from the original apartment but their combination and design are boldly modern. The horizontal window is as wide as the apartment and is composed of 3 filters – glass, translucent glass and sliding shutters – that assure shading and privacy and echo the intermittence and texture of the windows in the lower floors.

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Camarim — 1757

Urban Cube - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati

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Le forme della geometria primitiva sono gli elementi del gioco per gli architetti:”il gioco sapiente dei volumi sotto la luce” Le Corbusier.La piramide rappresenta l’aspirazione, la sfera l’universalità,il cubo l’integrità.Urnan Cube è un idea di volumi che definiscono un luogo urbano, il centro delle attività quotidiane della vita : il lavoro,lo svago,il riposo.La City intesa come urban space dove ci si incontra.

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Urban Cube

Paysage de Passage - La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri

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Il progetto pensato per il 23ème FESTIVAL INTERNATIONAL DES JARDINS DE CHAUMONT-SUR-LOIRE mette in scena una rappresentazione che introduce lo spettatore in una dimensione intermedia dove il mondo terreno e divino si incontrano. Un passaggio a fior d’acqua conduce il visitatore ad una piattaforma circolare avvolta da un manto di rami secchi, al centro, da un oblò ricavato nella pavimentazione, fuoriesce una pianta di loto che invade lo spazio col profumo inebriante delle sue infiorescenze. La linea di tensione tra la terra e il thòlos posto nel mezzo del bacino d’acqua è metafora del percorso salvifico che l’uomo deve intraprendere per raggiungere la chiara visione che gli permetterà di allontanarsi dal caos del mondo fenomenico. Intorno, l’oceano primordiale della creazione è uno specchio d’acqua tinto di rosso dal quale emergono candide ninfee, i cui toni diverranno sempre più accesi nel corso dell’esposizione per la contaminazione delle radici con il colorante. Le ninfee sono piante acquatiche legate, secondo la mitologia, all’integrità del corpo e dello spirito: le radici si sviluppano nel fango ma il fiore sboccia a pelo d’acqua per aprirsi al sole; allo stesso modo, l’essere umano, generato dalla polvere del suolo, è legato alla terra (humus) dal sentimento di umiltà (humilitas), che lo preserva dalla caduta, fin quando egli non cede al desiderio di elevarsi per aprirsi alla conoscenza.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Paysage de Passage

Il progetto si compone di un unico elemento praticabile al pubblico costituito da una pedana lunga circa 11m e una piattaforma circolare di 3,5m di diametro, entrambe composte da una sottostruttura di abete sulla quale sono fissate le tavole di legno che costituiscono la pavimentazione. L’area centrale del lotto verrà scavata per una profondità di appena 40cm al fine di accogliere la vasca; sebbene il piano sembri galleggiare sull’acqua, è in realtà sostenuto da una serie di appoggi che insistono sul suolo asciutto, mentre la piscina è progettata solo intorno lo spazio calpestabile. L’immagine che intendiamo restituire è quella di un ponte sospeso che ricordi lo hashigakari del teatro Nō giapponese, il corridoio che unisce il camerino dell’attore al palcoscenico; il luogo del passaggio tra umano e sovrumano, dove l’attore non è più uomo e non ancora personaggio. La forma strombata della passerella accentua la prospettiva in modo da far apparire il percorso ancora più lungo. Lo spazio centrale emerge all’interno della scena, le pareti della stanza sono costituite da fasci di rami secchi contenuti in tre ordini di casseri lignei avvitati fra loro e disposti attorno al podio circolare; anche in questo caso tutti gli elementi sono isolati dalla vasca che gira attorno al basamento del cilindro. Una vasca minore è collocata al di sotto della quota di calpestio al fine di accogliere la pianta di loto che sembrerà germogliata dal pavimento; infatti lo stelo del loto è composto da numerose fibre saldamente intrecciate, che permettono al fiore di sbocciare, nel caso di Nelumbo medio – piccoli, fino ad un metro fuori dall’acqua; al contrario le ninfee hanno fusti più flaccidi, percorsi da ampi canali aeriferi che assicurano il galleggiamento; poiché le parti legnose sono minime le foglie e i fiori si arrestano sulla superficie dell’acqua. Nel progetto, le piante acquatiche, inizialmente bianche, fluttuano sulla superficie sanguigna che tradisce con audacia la propria natura artificiale. All’acqua viene aggiunto del colorante organico che conferirà ai fiori una variazione di toni dal rosa al carminio durante tutto il periodo del Festival, a seconda della capacità di ciascuna pianta di assorbire il composto. A cornice dell’opera, un’aiuola perimetrale circonda il bordo della vasca, sperimentando tutte le tinte dello spettro che vanno dal rubino al violetto, nell’illusione che i toni carnali della vegetazione siano dovuti al colore rosso dell’acqua.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Paysage de Passage

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Paysage de Passage

Play up! Play up! And play the game! - La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri

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“Play up! Play up! And play the game!” is a famous verse of the poem Vitaï Lampada written by Sir Henry Newbolt about a schoolboy cricketer who grows up to fight in Africa that symbolised author’s view how war should be fought in the same spirit as games. The state of abandonment made the Forte Portuense evolve into a natural oasis where a great diversity of animals can find refuge: a green lung of pulsating life that must be made available to the public. The project is meant to preserve the solid landscape and, at the same time, turn the Fort into a urban space.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Play up! Play up! And play the game!

A walkable photovoltaic paving, backlit by LED technology, will cover the Piazza d’Armi and supply the whole Fort with energy. The wide-open space of the Piazza will become a catalyst of energy and will attract activities, producing the sufficient amount of energy necessary to set in motion the elements placed on it. The choice of the backlight suggests different visions of the night obtained through the modulation of the light sources in order to create interesting lights involving all or part of the pavement. Whereas, in the total absence of artificial light, you can imagine, that the sky mirrors on the night surface as it does during the day. All the interventions in Area 2 are designed like a staging and to be considered provisional and removable. Imagine a peaceful siege of the Fort, where an active citizenry takes possession of a characterising part of the area to overturn its paradigm: war turns into a game. Inside the Fort, numerous and diversified activities come in succession, but they can be summed up in two areas: a wellness area (athletic circuit, spa, massage and relaxing areas, wine bar-restaurant) and a didactic-cultural one (newspaper and periodical library, multimedia library, laboratories, polyvalent rooms, exhibition areas). These areas are conceived in such a way to support the citizenry but mainly to encourage a larger touristic base to visit the Fort located in this historical, though remote area, relative to the old town centre. Along these lines, the fortified ring can be rethought to make the suburban areas more attractive and to suggest an alternative track to the capital’s better-known touristic destinations. Services for the neighbourhood, such as kindergartens, senior and community centres will remain situated outside the grounds of the Fort, but will be merged on the South-East side of the hill, so that they can clear the area between Via Portuense and Via Irlandesi and make it a public park.

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Play up! Play up! And play the game!

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Play up! Play up! And play the game!

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Play up! Play up! And play the game!

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Play up! Play up! And play the game!

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Play up! Play up! And play the game!

La Macchina, Enrica Siracusa, Gianni Puri — Play up! Play up! And play the game!

Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT) - Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet

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Attualmente le due piazze che si affacciano sul fronte nord e sud del municipio di Quarrata sono spazi urbani disorganizzati e privi di un disegno architettonico che li renda fruibili dai cittadini. L’obiettivo della nostra proposta per la riqualificazione delle due piazze è quello di rispondere alle carenze descritte attraverso una proposta che si inserisca nella migliore tradizione del progetto contemporaneo dello spazio pubblico.

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)

Le linee guida del concept progettuale sono: 1_ INQUADRARE la piazza nel contesto cittadino, relazionandola con il sistema di assi cartesiani Nord – Sud. 2_ ESTENDERE lo spazio pubblico di piazza Vittoria fino a raggiungere tutti e quattro i fronti degli edifici che la delimitano. Questo permette di definire un nuovo spazio pubblico più ampio e unitario, complanare nelle sue parti e dalla geometria pulita e facilmente riconoscibile. 3_SOVRAPPORRE il layer (sistema di riferimento) della città di Quarrata con quello degli assi cartesiani Nord-Sud al fine di disegnare lo spazio della piazza in modo misurato e secondo un modulo che mantiene una stretta relazione con il contesto cittadino.

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)

La linea guida per l’elaborazione del concept progettuale è stata quella di allargare lo spazio pubblico della piazza Vittoria fino a raggiungere tutti e quattro i fronti degli edifici che la delimitano. Questo permette di definire un nuovo spazio pubblico più ampio e unitario, complanare nelle sue parti e dalla geometria pulita e facilmente riconoscibile.

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)

Le dimensioni assunte sono quindi pressochè rettangolari e pari a 45 metri di larghezza e 39 di larghezza per un totale di 1755 mq. Al centro della piazza è stata individuata una porzione di forma rettangolare di 20×10 metri, definita un materiale di diversa colorazione. Questa area, il cuore della vita nella piazza, sarà il fulcro delle attività, uno spazio ampio e privo di ostacoli pensato per la sosta e il confronto tra le persone.

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)

Gli unici elementi posizionati all’interno di questo spazio sono le sedute peraltro mobili. Abbiamo evitato di posizionare ulteriori elementi d’arredo per garantire la massima flessibilità dello stesso e consentire l’organizzazione dei più svariati eventi temporanei all’interno della piazza.

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)

Federico Cecere, Gregorio Chierici, Paolo Cecchet — Progetto per la riqualificazione di piazza della Vittoria e piazza Sandro Pertini, Quarrata (PT)


Itahye House - Flavio Castro

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Created as a large pavilion that offers many possibilities of occupation, the enclosed space of the house are comparable to the islands strategically positioned because of functionality. Inspired by Le Corbusier’s Domino concept, the structure is composed by horizontal slabs and pillars displaced off the facades. The house was set on the front of the property to serve as a visual barrier from the street (privacy) and release a large private backyard for an intense social life. The facade is rectangular and aligned with the existing street, which provides direct access to main floor from the left side of the house. On the right side, we have a single point of support, the vertical circulation enclosed by a steel structure. On the upper floor there is a series of partitioning of the suites and two specific points that provide direct visual relationship with the exterior: the corridor of distribution on the back facade and the private terrace on the front facade. They are like two points of exception in the proposed architectural composition. At the bottom of the property, a pavilion completes the program of uses requested by customers. Separated from the house by the pool and deck, this area creates some tension between it and the main house. It generates a duality between “see” and “be seen” and this dissolve the notion of attachment. In the end, generate spatial quality to the backyard.

Flavio Castro — Itahye House

Flavio Castro — Itahye House

Flavio Castro — Itahye House

Flavio Castro — Itahye House

Flavio Castro — Itahye House

Flavio Castro — Itahye House

Tres House - Flavio Castro

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The slope of the land and height of six meters over the neighbor later allow distant view that opens from the street level. This panorama establishes continuity between the treetops the Morumbi neighborhood in São Paulo and the skyline buildings. The house composed by platforms belvedere, empowers this relation and reveals the visitor, where it is located. This project was developed for two households that will occupy the same house. Thus, the building is divided into three volumes and ensures independence between the parties. The intermediate volume hosts the father in laws, functionally isolated from the rest of the house giving privacy and indulgence for elderly couple. The upper volume shelters the intimate area with the couple’s three daughters and the lower volume areas, establishing a direct relation with the land and pool. The Tres house is composed of integrated spaces for an intense social life and at the same time it ensures the privacy of residents in their daily functions.

Flavio Castro — Tres House

Flavio Castro — Tres House

Flavio Castro — Tres House

RIFLESSI - AR[K]STUDIODESIGN+

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UFFICI DIREZIONALI UMG MAGNA GRAECIA CZ - AR[K]STUDIODESIGN+

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La casa del custode - Gianluca Facchinelli, Giada Saviane

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La figura del custode presenta una duplice natura. Poiché in questo mestiere la vita famigliare e quella lavorativa si sovrappongono fisicamente, il custode deve costantemente dividere e anteporre gli obblighi istituzionali di guardia e di rappresentanza alle necessità della vita privata. Perciò la prima finalità del progetto è quella di trovare un linguaggio e un programma che mettano ordine ed equilibrio nell’immagine e nella routine di questa professione.

Gianluca Facchinelli, Giada Saviane — La casa del custode

prospetto nord

Gianluca Facchinelli, Giada Saviane — La casa del custode

sezione

Gianluca Facchinelli, Giada Saviane — La casa del custode

pianta

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