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casaFLORA - Mario Toraldo

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Anno 2009, siamo nel pieno centro della città, in un palazzo ottocentesco a corte. L’appartamento è di 150mq e verrà diviso in due unità di cui una di 100 mq ed una dependance per gli ospiti. Nel soggiorno una parete ad onda accompagna e quasi avvolge la seduta a dondolo [Thinking Machine]. Nella cucina una lampada di Ingo Maurer [Zettel’s] ed un controsoffitto ad arco di cerchio incorniciano il banco. Un tavolo in cemento gettato in opera è rinforzato con una trave di vetro. La camera da letto vorrebbe, nelle intenzioni del progetto, ricordare una conchiglia. La camera dei bambini è verde, come il futuro.

Mario Toraldo — casaFLORA

Il soggiorno con la libreria

Mario Toraldo — casaFLORA

i colori della casa

Mario Toraldo — casaFLORA

la cucina

Mario Toraldo — casaFLORA

il disimpegno con le foto di viaggio

Mario Toraldo — casaFLORA

la camera dei bambini

Mario Toraldo — casaFLORA

i colori dei piccoli

Mario Toraldo — casaFLORA

Tagli di ludi a led per illuminare il soggiorno

Mario Toraldo — casaFLORA

la camera matrimoniale

Mario Toraldo — casaFLORA

l'architetto


wellness center - vincenzo cannizzo

LUOGHI DI LAVORO - Angelo Salamone

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Edificio produttivo a Scandicci (FI)

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Angelo Salamone  — LUOGHI DI LAVORO

Puff I & II time - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati

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Il soffio immateriale senso delle vita, come rappresentare questa sensazione in architettura? impossibile se non con una è-senza senza senso, un segno flebile,che non si lascia afferrare. Svanisce così senza accorgesene.

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Puff I & II time

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Puff I & II time

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Puff I & II time

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Puff I & II time

Ristorante a Venezia - Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta

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Nuovo locale per attività di ristorazione situato in uno dei più suggestivi campi di Venezia. Si è voluto conferire agli ambienti uno disegno contemporaneo senza sacrificare il calore e l’accoglienza che un ristorante deve comunicare, il risultato si è ricercato attraverso l’uso di materiali e la messa a nudo della dell’anima dell’edificio. Muratura, solai lignei e opere di consolidamento a vista, pavimento alla veneziana, arredi interamente realizzati su misura con sapienza artigianale utilizzando materiali iconici della città di Venezia come il legno di rovere verrinato ricavato da antiche bricole dismesse e l’acciaio grezzo trattato a calamina. La personalizzazione del locale è completata dalle sedute progettate espressamente da UVAhub per il nuovo ristorante.

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Nicolò Reither, Mattia Marzaro, Fabrizio Marcenta — Ristorante a Venezia

Parco Verde Urbano di Enna Bassa - Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi

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La riqualificazione e valorizzazione delle aree del Parco Urbano di Enna Bassa si articola tra temi architettonici, urbani, paesaggistici, morfologici e territoriali di estremo interesse. Sulla individuazione di interventi circoscritti prevale, però, una riflessione più ampia che si incentra su un tema che può essere riassunto da una solo termine: connessioni. Le connessioni urbane assumono ad Enna Bassa il carattere di necessità urgente. Infatti la parte del centro territoriale, quale la parte destinata al Parco Urbano, interessata dal concorso di idee, si colloca all’interno di un tessuto costituito da differenti interventi edificatori, che non si relazionano tra loro, e sono stati affrontati, nel loro susseguirsi, come singoli avvenimenti che male hanno contribuito alla generazione della città ed alla promozione di spazi a misura d’uomo. La proposta progettuale è generata dall’individuazione di alcuni principi guida di riqualificazione del sistema urbano, che, da una parte, sappiano definire la specificità dell’insieme come somma di singole individualità e dall’altra, riescano a favorire una diversa e più adeguata fruizione degli spazi collettivi. Ne consegue che il progetto, nella sua impostazione generale, pone come strumento specifico del suo operare la relazione strettissima tra due diversi livelli: “generale” e “particolare”, intendendo per “generale” la sintesi degli interventi che si riferiscono all’intera struttura urbana compresa fra le strade ad alta percorrenza, quali viale dell’Unità d’Italia, la Strada Pergusina S.S. 561 ed una strada di progetto, prevista nell’adottando PRG che mette in relazione i precedenti due assi, amplificando il carattere di “collegamento” dei tre Poli abitati del Comune di Enna (Enna Alta, Enna Bassa, Pergusa), e, per “particolare”, quella parte del progetto riferita all’insieme urbano che ha per baricentro il Parco Urbano di Enna Bassa. Si propone, così, di mettere in campo una teoria complessiva di interventi architettonici che, guidando la graduale attuazione del progetto, rispondono ad una precisa volontà strategica. I principi cardine di questo piano sono essenzialmente tre: 1) definizione dei margini del Parco, ed individuazione dei percorsi pedonali e carrabili: l’analisi dei limiti e delle potenzialità connettive dei margini dell’area destinata al Parco Urbano, e lo studio di un modello di relazioni carrabili e pedonali possono portare all’individuazione di nuove possibilità di collegamento; 2) graduale “pedonalizzazione” dell’area del Parco Urbano: il carattere di centralità, supportato dalle importanti funzioni ai margini, quali l’Università Kore, la Chiesa di Sant’Anna, il campo di atletica leggera “Tino Pregadio”, i quartieri residenziali, impongono alcune sostanziali modifiche; un graduale alleggerimento del flusso veicolare interno alla città“Bassa” in relazione alla valorizzazione del sistema architettonico del Parco Urbano legittima la scelta della pedonalità; 3) progressiva eliminazione delle barriere architettoniche ed urbane e gestione dell’intervento: la necessità della parte bassa della città di una centralità, ispirata ai modelli suggeriti dai centri storici, deve innescare una riflessione sul tema dell’eliminazione delle barriere fisiche quali recinzioni e aree private che hanno frantumato gli spazi, creando delle zone di limite difficilmente vivibili. La possibile costituzione di un consorzio di gestione di tali aree, può portare all’aggregazione dei differenti proprietari.

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Giuseppina Farina, Giuseppe Walter Libertino, RICCARDO GIRASOLE, Maria Gabriella Fazzi — Parco Verde Urbano di Enna Bassa

Colonizing Paper - Caterina Fini, Benedetta Gaiani, lucia nadalin, federica ravazzi

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Il progetto è un piccolo edificio per la socializzazione da inserire all’interno dei parchi di Milano. La strategia proposta prevede di “colonizzare” progressivamente la corona dei parchi della città tramite piccoli presidi a supporto di varie attività che interagiscano con la rete di cascine esistenti. ll materiale di tamponamento del piccolo edificio sarà costituito da carta riciclata, che verrà prelevata da centri di raccolta sparsi per la città, innescando un’azione di sensibilizzazione e partecipazione a livello cittadino: ognuno contribuirà ad una costruzione intelligente e a basso impatto ambientale inserendosi attivamente all’interno del “ciclo del riciclo”.

Caterina Fini, Benedetta Gaiani, lucia nadalin, federica ravazzi — Colonizing Paper

The project is a small building for socializing to be included within the parks of Milan. The aim is to “colonize” the crown of the city parks through small structures that interact with the network of existing farms supporting many activities. The filler material of the small building will consist of recycled paper, which will be taken from collection centers around the city, to bring awareness and participation on this theme: everyone will help making this smart building, being actively involved in the “cycle of recycling.”

Caterina Fini, Benedetta Gaiani, lucia nadalin, federica ravazzi — Colonizing Paper

Caterina Fini, Benedetta Gaiani, lucia nadalin, federica ravazzi — Colonizing Paper

Caterina Fini, Benedetta Gaiani, lucia nadalin, federica ravazzi — Colonizing Paper

Caterina Fini, Benedetta Gaiani, lucia nadalin, federica ravazzi — Colonizing Paper

Caterina Fini, Benedetta Gaiani, lucia nadalin, federica ravazzi — Colonizing Paper

Qubo - Caterina Fini, lucia nadalin

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Tema di progetto è un punto ristoro e attracco barche in prossimità del lago situato in una piccola frazione dell’appennino bolognese. L’edificio è pensato come un blocco compatto: la zona ristoro si affaccia sul lago a sud attraverso una grande vetrata che d’estate, una volta aperta, permette di moltiplicare lo spazio verso l’esterno, in continuità con la banchina di attracco barche galleggiante, mentre d’inverno contribuisce a scaldare gli ambienti per irraggiamento. A nord sono invece situate le zone a servizio dell’imbarcadero. La tecnologia del legno le soluzioni tecniche adottate rendono l’edificio energeticamente autosufficiente.

Caterina Fini, lucia nadalin — Qubo

Theme of the project is a little cafè with a boat mooring, located near the lake in a small town of the Bologna Apennines. The building is designed as a compact block: the dining area overlooks the lake southward, through a large picture window. On summer, it allows to multiply the space outward, in continuity with the floating wharf of boat mooring, while in winter it helps to warm the inside, by radiation. The service areas are located to the north side of the building. Wood technology and technical solutions adopted make this building self-sufficient

Caterina Fini, lucia nadalin — Qubo

Caterina Fini, lucia nadalin — Qubo

Caterina Fini, lucia nadalin — Qubo

Caterina Fini, lucia nadalin — Qubo


soffio 2° tempo - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati

Studio a Venezia - Nicolò Reither, Fabrizio Marcenta, Mattia Marzaro

Rigenerare Ortogonale - Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi

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La ricerca di una nuovo linguaggio per gli orti urbani di Bologna parte dalla riorganizzazione della maglia ortogonale degli orti esistenti per ottenerne una più complessa in grado di ospitare attività extra-orticole in spazi polifunzionali, utilizzando materiali di recupero per realizzare recinti, sedute, depositi e spazi di sosta. Gli orti esistenti, con facili adeguamenti, potranno ospitare nuove aree rigenerate che ne moltiplichino il valore ambientale e sociale.

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

The search for a new language for the urban gardens of Bologna starts from the reorganization of the orthogonal grid of the existing ones, in order to obtain a more complex texture that can accommodate extra-horticultural multifunctional spaces. Recycled materials are used to build fences, seating, storage and rest spaces. The existing gardens, with easy adjustments, will host new revitalized areas that will multiply the environmental and social value.

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Caterina Fini, lucia nadalin, Giulia Pozzi, Monica Luppi — Rigenerare Ortogonale

Sotto-Sopra - Caterina Fini, federica ravazzi

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L’intento progettuale è di preservare quanto più possibile l’impronta verde del luogo, pensando all’edificio come un elemento di cerniera tra l’area a livello inferiore e quella alberata situata più in alto. L’edifico si accosta al terreno seguendo linearmente il salto di quota, e lo scava trasversalmente solo dove strettamente necessario, così da sfruttare a pieno la morfologia dell’area. La copertura è pensata come una continuazione del parco stesso e alterna aree verdi attrezzate per la sosta alle terrazze di pertinenza della biblioteca. Anche al livello inferiore le aree pavimentate vengono contaminate da spazi verdi che permettono di portare all’esterno le attività offerte dalla biblioteca. La configurazione degli spazi interni è pensata per garantirne la massima flessibilità d’uso. L’eliminazione delle strutture portanti centrali, insieme allo sviluppo longitudinale dell’edificio garantiscono una continuità spaziale che consente di utilizzare il grande spazio centrale come un ampio open space polifunzionale. A questo corpo si innestano tre elementi di dimensioni più contenute che moltiplicano le possibilità di configurazione degli spazi didattici, relazionali e accessori.

Caterina Fini, federica ravazzi — Sotto-Sopra

The aim of the project is to preserve as much as possible the green footprint of this place, thinking the building as a hinge element between the area at the lower level and the tree-lined one situated higher. The building fits the ground following a linear portion of the drop, and digs it across only where strictly necessary, to take full advantage of the morphology. The roof is designed as a continous of the park itself and alternates picnic areas to the terraces of the library. Even at the lower level, paved areas are mixed with green spaces that take the activities offered by the library out. The configuration of internal space is designed for maximum flexibility. The elimination of the central structures, along the longitudinal development of the building provide a spatial continuity that allows to use the large central space as a multi-purpose open space. Three elements of smaller dimensions are grafted at the central space, multiplying the possibilities of configuration.

Caterina Fini, federica ravazzi — Sotto-Sopra

Caterina Fini, federica ravazzi — Sotto-Sopra

Caterina Fini, federica ravazzi — Sotto-Sopra

Caterina Fini, federica ravazzi — Sotto-Sopra

Apartamento MaGo - iglesias-hamelin [arquitectos]

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Reforma integral de apartamento en Madrid.

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias. Estado original

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

iglesias-hamelin [arquitectos] — Apartamento MaGo

Photo by Iñaki Iglesias

Consulente A.I.S.A. Impianti Spa - Architetto Giulio Romano

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Attività di consulenza per le attività inerenti la disciplina edilizia e urbanistica. In corso

Architetto Giulio Romano — Consulente A.I.S.A. Impianti Spa

Ristrutturazione civile abitazione - Architetto Giulio Romano

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Progetto di ristrutturazione di una civile abitazione posta ad Arezzo, Loc. Chiani, indirizzata alla rifunzionalizzazione della stessa e miglioramento delle prestazioni energetiche. In Corso

Architetto Giulio Romano — Ristrutturazione civile abitazione


Ritrutturazione di civile abitazione - Architetto Giulio Romano

casa 1993 - Ingegneria e Architettura Progetti, Nicola Squarcella, Antonio Pompilio

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Il progetto nasce dal nostro amore per il decostruttivismo. Una bifamiliare immersa nell’anima di un sogno che fonda il suo essere su un effimero pensiero architettonico.

Ingegneria e Architettura Progetti, Nicola Squarcella, Antonio Pompilio — casa 1993

Non si può pensare un modo di essere e vivere la propria necessità in uno spazio che rappresenta soltanto una norma. La nostra voglia di creare la propria immagine in un percorso non soltanto razionale permette di individuare una reale disposizione delle energie visive e spaziali.

Ingegneria e Architettura Progetti, Nicola Squarcella, Antonio Pompilio — casa 1993

I vuoti e i pieni si interpongono in un moto armonico e collaborante. L’idea progettuale iniziale è stata successivamente elaborata per inserire il nostro modello all’interno dei parametri delle norme di PRG.

Ingegneria e Architettura Progetti, Nicola Squarcella, Antonio Pompilio — casa 1993

Non ci sono foto perché il progetto, dopo la fase degli scavi, è stato sospeso. ma rimane nel nostro ricordo un opera importante e rappresenta un la nostra storia. Noi siamo nati con lei.

Ingegneria e Architettura Progetti, Nicola Squarcella, Antonio Pompilio — casa 1993

I disegni sono stati realizzati con un pc dell’epoca [1993] e sono i primi tentativi di digitalizzare il percorso grafico del rappresentare.

Ingegneria e Architettura Progetti, Nicola Squarcella, Antonio Pompilio — casa 1993

La casa 1993 rappresenta un intreccio di volumi con molte pareti vetrate; vi sono pareti inclinate ed elementi che permettono di creare all’interno ambienti in movimento nella concezione visiva dello spazio.

Ingegneria e Architettura Progetti, Nicola Squarcella, Antonio Pompilio — casa 1993

REC - Caterina Fini

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Questi due tavoli in legno di abete massello sono stati progettati e realizzati a mano secondo le tecniche della falegnameria tradizionale, unendo le parti tramite colla per legno, senza l’utilizzo di viti o chiodi.

Caterina Fini — REC

These two wooden tables of solid fir are designed and handmade according to the traditional techniques of carpentry, joining sides with wood glue, without using screws or nails.

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Caterina Fini — REC

Urban Routines Pavilion - MEL | Architecture and Design

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Urban Routines pavilion was designed by studio MEL for the student graduation exhibition in the courtyard of the Institute for Media, Architecture and Design “Strelka” at the Red October former factory area.

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

The main task for us was to create a temporary, quickly assembled and transparent structure with a specific architectural character, providing favorable conditions for the exhibition. It was also necessary to keep the yard space free for lectures and events held during the exhibition. To meet these conditions, the structure had to be narrow and stretch along the side of the courtyard.

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

The pavilion is divided in accordance with the structure of the exhibition and consists of three parts. The primer displays main guidelines, information about the participants and infographics. This part is facing the entrance of the courtyard, inviting visitors.  Main exhibition space is situated behind the primer. It has extensive exposition surfaces for posters and a podium for installations in the center. The structure is completed with a library, where you can get acquainted with the works of the students completed during the year, and latest publications of the institute. The whole construction creates linear movement of visitors, but at the same time it’s accessible from any direction.

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

Due to a limited budget and timing, we decided to make a simple and functional spatial structure made entirely of single material. Closely placed ribs of OSB make up a characteristic outer surface and serve as supporting elements for the walls. The translucent ribbed roof provides the exhibition space with natural diffused lighting. At night, the triangular segments of the ceiling are illuminated, creating artistic perception of the roof from the amphitheater nearby. Between the ribs on the facades LED spotlights are installed that illuminate the construction in the night time.

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

So, in addition to its’ main function, the pavilion creates specific architectural background for the events taking place in the courtyard during the exhibition and creates a distinctive outdoor public space.

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

Photo by Gleb Leonov

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

MEL | Architecture and Design — Urban Routines Pavilion

(S)low Co(a)st - Caterina Fini, Monica Luppi

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Luni: piana agricola a ridosso del mare, stretta tra il Parco Naturale delle Cinque Terre e le affollate spiagge della Toscana, dove ai segni di un territorio intriso di storia si sono sovrapposti quelli dello sviluppo più recente, fatto di cesure di asfalto e ferro e di isolati sobborghi residenziali. Un patrimonio di “frammenti” che dalla costa raggiungono l’entroterra: il borgo rurale, l’azienda zootecnica, le cascine agricole, il sito archeologico dell’antica città romana, i borghi medioevali arroccati sulle colline. La prossimità al mare è il valore aggiunto di questo luogo, che ha la possibilità di intercettare un turismo attento al paesaggio e al territorio. Il progetto architettonico si sviluppa sul borgo antico vicino alla costa che, riattivato e messo in rete con gli altri luoghi notevoli individuati, potranno proporsi in uno scenario futuro come un grande museo a cielo aperto.

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

Luni: an agricultural plain near the sea, between the Natural Park of Cinque Terre and the crowded beaches of Tuscany, where the signs of a region drenched in history overlapped those of the most recent development, made of asphalt and iron ruptures and residential suburbs. A heritage of “fragments” that start from the coast reaching the inland: the rural village, the cattle farm, the farmsteads, the archaeological site of the ancient Roman city, the medieval villages on the hills. The proximity to the sea is the added value of this place, which has the ability to intercept a tourism that cares about landscape and heritage. The project is developed on the rural village close to the coast, reactivating and networking the reamarkable places identified: the imagined future scenery is a great open air museum.

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

Caterina Fini, Monica Luppi — (S)low Co(a)st

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