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CONCORSO DI ARCHITETTURA (Legno Case) - Giorgio Burza

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Il progetto mostra un evidente aspetto dinamico determinato dalla coesistenza dei due container e dalla loro apparente collisione.

Giorgio Burza — CONCORSO DI ARCHITETTURA (Legno Case)

Giorgio Burza — CONCORSO DI ARCHITETTURA (Legno Case)

Giorgio Burza — CONCORSO DI ARCHITETTURA (Legno Case)

Giorgio Burza — CONCORSO DI ARCHITETTURA (Legno Case)


Casa MM - ia2 studio associato

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Casa MM è una residenza su due livelli sita ad Arzano di cui ia2 esegue la progettazione e la direzione lavori. La casa sorge all’interno di un piccolo lotto concluso, chiuso sui lati nord, est e ovest dalla preesistenze e dai muri di cinta dei lotti confinanti. La caratteristica geometria del sito e le preesistenze edilizie dell’intorno sono stati forti vincoli/stimoli progettuali. Si viene così a definire un edificio molto forato a sud, con ampie superfici vetrate, dalla geometria molto compatta e chiusa sugli altri lati, in modo da guadagnarsi il sole, la luce e l’intimità del cortile antistante. La suggestione è quella di un’architettura mediterranea che si trasferisce nell’adozione di un volume parallelepipedo bianco e puro, nel cortile interno privato e nella nuova scala condominiale aperta su di esso. I paradigmi dell’architettura mediterranea e della corte partenopea sono interpretati con un linguaggio formale, con materiali e istanze moderne. Mediterraneo è anche il piccolo giardino pensile del cortile, con essenze e geometrie tipiche della tradizione locale. Gli interni adottano e guidano i desideri della committenza e si caratterizzano per un aspetto minimale e moderno. L’abitazione si caratterizza per elevati standard di efficienza energetica e tecnologica. La geometria architettonica del piccolo edificio è stata definita mediante simulazioni termo-energetiche in regime dinamico per valutare l’esposizione solare, gli ombreggiamenti e la ventilazione naturale e quindi dimensionare aperture e sistemi di schermatura. Tutti gli elementi di involucro sono stati progettati per garantire ottime prestazioni passive dell’edificio sia in regime invernale che estivo. Completano il tutto un sistema di riscaldamento a bassa temperatura basato sulla tecnologia della pompa di calore aerotermica aria/acqua idronica e l’impiego di energie rinnovabili in grado di classificare l’edificio in Classe A ai sensi del D.Lgs 192/2005 ed un sistema elettrico-speciale di Livello III ai sensi della Norma CEI 64-8.

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

 ia2 studio associato — Casa MM

QUARTIER GENERALE ERREMODA - Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus

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Riconversione di un vecchio edificio con adiacente capannone e zona verde nella nuova sede Erremoda. Lo stabaile sarà utilizzato come sede operativa, di formazione e ricreativa di tutto il gruppo Erremoda. Il piano terra è dedicato alla formazione dei dipendenti di tutti i punti vendita e alla realizzazione di mostre d’arte e moda a rotazione, al secondo piano troviamo gli uffici amministrativi, dei commerciali gli spazi di relazione e la cucina, terzo piano verranno invece realizzati gli alloggi per i dipendenti

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

ingresso

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

vista murales

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

corridoio uffici

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

scala

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

ambiente formazione

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

scala

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

cucina

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

bagno

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

sala espositiva

Gianluca Gnoato, Margherita Bortolus — QUARTIER GENERALE ERREMODA

mostra fotografica gianluca gnoato

Architetture semplici: casa bifamiliare - Massimo Cutini

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Villetta risalente agli anni ‘70, ristrutturata per tre piani (seminterrato, Pt e P1) e sopraelevata con un nuovo piano sottotetto. Le opere di risparmio energetico hanno rigurdato la creazione di un cappotto esterno, nuovi serramenti e copertura in legno.

Massimo Cutini — Architetture semplici: casa bifamiliare

Massimo Cutini — Architetture semplici: casa bifamiliare

Massimo Cutini — Architetture semplici: casa bifamiliare

Massimo Cutini — Architetture semplici: casa bifamiliare

Massimo Cutini — Architetture semplici: casa bifamiliare

Massimo Cutini — Architetture semplici: casa bifamiliare

Massimo Cutini — Architetture semplici: casa bifamiliare

Ridola caffè - Marina e Alfredo Manca

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“Il caffè Ridola nella mia visione è un luogo d’incontro di menti pensanti, un ritrovo culturale. C’è una linea di pensiero che accomuna tutto quello che il luogo offre e che potrebbe sinteticamente coincidere con il concetto a me caro del vivere con lentezza. La fruizione del luogo non è veloce… gli ospiti hanno tempo per riflettere su quello che assaporano, non solo cibo ma anche immagini, suoni e parole. Questo è il concetto che sta alla base della filosofia del luogo.” Matera, un luogo dalla storia complessa, che ha fatto della sua cultura ricca di tradizioni il proprio trampolino di lancio. “Tradizione”, non a caso, è la parola chiave per comprendere il progetto, che partendo da una ricerca sulle antiche arti e mestieri lucani riesce a centrare le precise richieste del committente. Situato nel cuore di Matera, il Ridola è un piccolo ed accogliente locale la cui percezione è stata ampliata con l’aiuto di un vetro riflettente su una delle pareti corte che delimitano l’ambiente. Tale vetro specchiato ha permesso di mascherare due schermi che, con la loro immateriale presenza e la proiezione no stop di immagini, contribuiscono a dare un’atmosfera viva, dinamica e contemporanea al locale. Tuttavia, ciò che caratterizza il progetto è il trattamento delle superfici delle pareti alle quali è affidato il compito di reinterpretare il messaggio trasmesso dalla tradizione; grandi rosoni, ottenuti dall’incisione di lastre in ferro, richiamano le lavorazioni dei pizzi e del tufo e grazie ad una doppia pelle in legno diventano contenitori ed espositori per i prodotti hand made, messi in vendita dai proprietari. L’atmosfera è resa calda ed accogliente grazie all’impiego del legno di rovere chiaro, utilizzato per la pavimentazione, per il rivestimento del bancone e per i tavoli; ed è impreziosita da un’apparentemente casuale successione di grandi lanterne contemporanee. Due soli materiali, metallo e legno ad esaltare la struttura originaria in tufo lasciato a vista nella volta a botte e che emerge qua e là sulle pareti.

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

Marina e Alfredo Manca — Ridola caffè

CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE - LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE

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This project helps redefine the city center of Chaville, a small municipality surrounded with large, beautiful forests not far from Paris. It is this forest landscape that gives the Cultural and Leisure Centre its character. As a tribute to the neighbouring forests, which are both a source of inspiration and an integral part of the world heritage, the new work becomes sculptural with these big stylized trees making up the façade. This lace-like woodwork skin stands out against a background of black perimetric concrete walls. Behind this unique and remarkable surrounding façade, the inhabitants will find a large concert hall, a café with live theatre, function and activity rooms, classrooms, a toy and game room, as well as rehearsal, percussion and recording studios for all kinds of musicians.This project, which aims to bring poetry to the heart of Chaville, is also a medium of ecological creativity and common sense, because it uses wood in a completely new way. The ornamental latticed work made of raw larch testifies to the work of artists, the carpenters who sculpture the wood, who assemble 57 15-meter-high units without joints or visible clamping devices. In the face of this exceptional performance, the inhabitants can’t but become aware of the primitive wealth they enjoy: the forest. Thanks to this new awareness, they will come to rethink the process of building and use natural materials to be in harmony with nature. The Cultural Centre is much more than an inhabited wooden and a black concrete sculpture. It is also a place of light. The sun shines freely through every opening. It lights up the inner spaces through very large windows which offer very good views of the tree-lined streets, the surrounding forest landscape as well as the big central patio from which all the programs radiate.

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

South east View

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Detail

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Larch and black mass-stained concrete

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Patio

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Children's terrace

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Kid's space

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Dance studio

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Corridor

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Underground Corridor

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Recording Studio

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Ground Floor

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

First Floor

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Section 1

LARAQUI BRINGER ARCHITECTURE — CHAVILLE’S CULTURAL AND LEISURE CENTRE

Section 2

jewelry - Domenico Morolla

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Jewellery located in the central area of ​​a town in the province of Bari, placed inside a property of the late nineteenth century, characterized by a structure made of bearing walls in stone with barrel vaults and cross vaults.

Domenico Morolla — jewelry

Making a jewelry store that had a recognizable style and representative of the old brand, on the market for over a hundred years, that would integrate with the existing limited to the minimum possible structural changes, the goal of this project.

Domenico Morolla — jewelry

The result is the creation of a space that makes the most of the existing spatial, enhancing and amplifying them more and becoming themselves the inspiratory design theme developed, where the harmony of the vaults is taken in the form of exhibitors showcases, in the reception, in display cases and in the overall shape of the store.

Domenico Morolla — jewelry

Inside the store develops as a series of spaces in progress, the game of colors and architectural forms take the user to To advance in the store, looking for new views and vision of exhibition areas, which are always diverse and integrated with the architectural form of the store.

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

Domenico Morolla — jewelry

casa sartini_pop-rock mix - laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli

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il progetto crea un dialogo fra due atmosfere contrastanti ma complementari.

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

il progetto racconta l’incontro di due volumi stereometrici.

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

c’è il cubo nero, possente ed irriverente, dall’animo rock e dagli interni elettrici che contiene i servizi e la camera da letto della bimba.

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

c’è il cubo in legno, avvolgente ed elegante, dall’animo pop e dagli interni caldi che contiene la cucina e la camera da letto del bimbo.

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

perchè ogni famiglia è un microcosmo di varietà ed eterogeneità….

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

e perchè in fondo il bello dei figli è che non sono mai tutti uguali.

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix

laprimastanza, Matteo Battistini, Davide Agostini, steve camagni, francesco ceccarelli — casa sartini_pop-rock mix


1° Premio - Valorizzazione della Cisterna borbonica - Formia - Michele Bevivino, Gonzalo Alurralde, Marcelo Izraelewicz

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Il Progetto

Michele Bevivino, Gonzalo Alurralde, Marcelo Izraelewicz — 1° Premio - Valorizzazione della Cisterna borbonica - Formia

Piazza Santa Teresa - vista aerea

Il progetto di valorizzazione della Cisterna Borbonica della città di Formia, prevede un sistema di accessibilità e riqualificazione di un grande spazio ipogeo, storicamente destinato a cisterna per l’acqua, nella piazza principale della città. Risulta evidente il potenziale di questo nucleo culturale e quindi la grande responsabilità alla quale l’intervento della Cisterna di Piazza Santa Teresa deve far fronte. Nell’ammirare lo spazio tra le campate della cisterna si riflette sul grande valore architettonico del vuoto, dello spazio che si sviluppa, liquido, tra le colonne e si fonde con le volte senza soluzione di continuità. La grande “Corte comunale” si caratterizza anch’essa per una percezione simile: le quinte dell’edificato sviluppano un recinto: un grande vuoto che attraverso una scalinata si collega spazialmente e visivamente con Piazza della Vittoria e l’orizzonte marittimo. Con chiarezza e coscienza il bando di concorso indicava nelle Linee guida una netta poetica progettuale: “ Particolare cura dovrà essere riposta nella ideazione progettuale di una piccola struttura esterna, possibilmente trasparente, che dovrà contenere un elevatore ed una scala per consentire l’ingresso alla Cisterna. “ Sulla base di queste considerazioni si propone quindi un’idea progettuale forte, chiara e netta che decide di rispettare il profilo della piazza, talmente trasparente da sparire rispetto alla quota zero e facendo dello spazio fluido ed ipogeo il suo concept di progetto. L’architettura del vuoto quindi, una rampa dalla pendenza leggera, accessibile per tutti perchè priva di barriere, che piega il profilo della piazza e si insinua nel sottosuolo, raggiungendo lentamente il caveau di Piazza Santa Teresa, offrendo al visitatore un’esperienza sensoriale dal grande potere evocativo. La grande permeabilità della piazza si mantiene grazie ad un semplice sistema di rampe e scale che permette di accedere alla cisterna da tutti i punti della piazza, senza compromettere quindi i percorsi pedonali e garantendo la completa fruibilità. L’intero sistema si disassa rispetto al centro della piazza, spostandosi leggermente verso la corte comunale: questo permette di ridurre al minimo le fasi di scavo entrando direttamente nella campata centrale della cisterna collegando materialmente il grande spazio della piazza con la già citata corte. In questo modo inoltre, come richiesto dalla committenza, la chiesa di Santa Teresa rimane completamente libera nella sua interconnessione con la prospiciente piazza e l’asse centrale non risulta intaccato.

Michele Bevivino, Gonzalo Alurralde, Marcelo Izraelewicz — 1° Premio - Valorizzazione della Cisterna borbonica - Formia

Il nuovo accesso alla cisterna

L’inserimento nel contesto urbano

Michele Bevivino, Gonzalo Alurralde, Marcelo Izraelewicz — 1° Premio - Valorizzazione della Cisterna borbonica - Formia

La zona espositiva e l'ingresso

Piazza Santa Teresa, la Corte comunale e Piazza della Vittoria, costituiscono i grandi spazi aperti del centro urbano di Formia. Le quinte urbane si affacciano su queste grandi stanze a cielo aperto che si sviluppano attraverso le vie. Esiste una sottile ma significativa direttrice che passa parallela alla facciata della chiesa, attraversa la Corte comunale, scende la scalinata che porta fino a Piazza della Vittoria e visivamente termina in mare. È proprio lungo questa direttrice che si inserisce l’intervento proposto, che piega il profilo del terreno, e ricava un vuoto nella Piazza. L’intervento architettonico opta per un profilo interrato, che rispetta la vista della facciata della chiesa superando quel concetto di trasparenza richiesto dal bando, indicando al contempo la presenza di un elemento nel sottosuolo, in una dimensione fino ad ora sconosciuta ai cittadini ed ai turisti. Se il bando richiedeva un sistema di accesso con scale ed ascensore, questa idea di progetto cerca di andare oltre, definendo un percorso che introduce alla scenografia dell’architettura ipogea: un percorso formativo di discesa attraverso un nuovo vuoto che permette, durante la camminata, di mantenere continuamente il contatto visivo e sensoriale con le preesistenze circostanti, con la piazza e la sua chiesa, con il cielo e con l’intorno. Attraverso un uso cosciente studio del progetto in sezione si permette al visitatore uno sguardo verso scorci fin’ora inediti.

Michele Bevivino, Gonzalo Alurralde, Marcelo Izraelewicz — 1° Premio - Valorizzazione della Cisterna borbonica - Formia

La nuova passerella nella cisterna

La forma del vuoto

Piazza Santa Teresa, la Corte comunale e Piazza della Vittoria, costituiscono i grandi spazi aperti del centro urbano di Formia. Le quinte urbane si affacciano su queste grandi stanze a cielo aperto che si sviluppano attraverso le vie. Esiste una sottile ma significativa direttrice che passa parallela alla facciata della chiesa, attraversa la Corte comunale, scende la scalinata che porta fino a Piazza della Vittoria e visivamente termina in mare. È proprio lungo questa direttrice che si inserisce l’intervento proposto, che piega il profilo del terreno, e ricava un vuoto nella Piazza. L’intervento architettonico opta per un profilo interrato, che rispetta la vista della facciata della chiesa superando quel concetto di trasparenza richiesto dal bando, indicando al contempo la presenza di un elemento nel sottosuolo, in una dimensione fino ad ora sconosciuta ai cittadini ed ai turisti. Se il bando richiedeva un sistema di accesso con scale ed ascensore, questa idea di progetto cerca di andare oltre, definendo un percorso che introduce alla scenografia dell’architettura ipogea: un percorso formativo di discesa attraverso un nuovo vuoto che permette, durante la camminata, di mantenere continuamente il contatto visivo e sensoriale con le preesistenze circostanti, con la piazza e la sua chiesa, con il cielo e con l’intorno. Attraverso un uso cosciente studio del progetto in sezione si permette al visitatore uno sguardo verso scorci fin’ora inediti.

Lo spazio ed il progetto di architettura L’impronta nella piazza

Il progetto, semplice e lineare, è frutto di un lungo processo di sintesi compositiva: un sistema di rampe successive dalla pendenza molto lieve, che portano verso il sottosuolo. Le prime due permettono di raggiungere un livello intermedio, servito da ascensore, illuminato da piccoli lucernari. Questi elementi di illuminazione zenitale riprendono quelli esistenti della cisterna e marcano l’ingresso. In questo livello intermedio si trova anche un punto informazioni per i visitatori ed uno spazio destinato ad emeroteca, accessibile anche al di fuori dell’orario di visita della cisterna. Proseguendo il percorso di discesa, accompagnato da pannelli informativi e aperture verso la cisterna, che permettono primi scorci sullo spazio interrato, si raggiunge il vero e proprio ingresso alle campate con un leggero percorso a passerelle: una passeggiata all’interno del caveau di Piazza Santa Teresa. Questo progetto definisce un processo di costruzione-sottrazione, cercando di valorizzare l’intorno e lo spazio urbano attraverso un progetto completamente ipogeo. Leggere le preesistenze e l’intorno attraverso un’analisi urbana e tipologica della trama urbana del centro di Formia ha permesso di capire che qualsiasi processo aggregativo e costruttivo avrebbe compromesso lo spazio vuoto delle Piazza ed il protagonismo della facciata della chiesa. Da non sottovalutare infatti il vissuto sociale che spinge, come sottolineato dal bando, a chiamare Piazza Marconi, Piazza Santa Teresa. Il grande vuoto della cisterna viene rispettato da un disegno leggero di passerelle che attraversano solo due campate permettono al visitatore di percepire i volumi e la presenza dell’acqua. La grande campata centrale rimane libera, come uno spazio solo da ammirare. Le texture delle pareti vengono guardate da vicino ed i pilastri ritmano il percorso senza mai venire toccati.

L’acqua, la cisterna e lo spazio liquido

Gli elementi naturali come mitigatori urbani La presenza dell’acqua costituisce la grande forza evocativa della cisterna: l’acqua disegna le pareti ed umidifica l’ambiente, caratterizza l’acustica degli spazi. La potenza scenografica dell’acqua, di un ambiente liquido ed il suo potenziale urbano, hanno suggerito in questa idea di progetto, la possibilità di sfruttare questo elemento naturale come fattore comunicativo, trait de union tra la superficie ed il sottosuolo. L’acqua disegna con un sottile specchio la piazza, riflette, come nella cisterna, il suo intorno, duplicando la facciata di Santa Teresa che vi si specchia. L’acqua si posiziona proprio lungo l’asse di progetto ed inclinandosi leggermente spinge il visitatore a dirigere il suo cammino e lo sguardo verso la facciata della chiesa. Con un attento gioco di pendenza l’acqua scivola sulla parete verticale ed accompagna la discesa. L’unico, sottile e trasparente elemento verticale che segna l’ingresso è costituito da un piano di vetro disassato rispetto a Santa Teresa, posizionato nella fonte d’acqua, liberando il prospetto della chiesa. Esso costituisce inoltre una leggera nota di colore per la piazza attraverso una colorazione luminosa a led in RGB. Sotto la fonte d’acqua si propone la definizione di uno spazio destinato alla cittadinanza. In fase di progettazione preliminare si propone un ampliamento del programma del bando, ricavando uno spazio da poter destinare ad eventi pubblici, aumentando l’offerta culturale del centro, un ampliamento fisico dello spazio piazza in un luogo intermedio, tra la superficie ed il sottosuolo. Il potenziale di questa localizzazione, al centro della piazza, senza però effettivamente comprometterla, è evidente. A lato della seconda rampa, sotto lo specchio d’acqua, la parete liquida si piega come il selciato della piazza, cade verso il sottosuolo e bagna una parete in vetro che separa l’emeroteca dall’ambiente esterno senza comprometterne l’illuminazione né il contatto visivo con l’intorno.

La luce, la piazza e lo spazio permeabile

Altra grande protagonista del progetto, oltre al’acqua, è la luce, che definisce e disegna gli spazi, accompagnando i visitatori dalla piazza fino alla cisterna. Si è dedicata particolare attenzione alla progettazione della luce, consultando esperti in progettazione illuminotecnica, che permettessero di rendere efficiente il concept di progetto luminoso. Nello spazio della piazza una forte idea marca il selciato: strisce di led nel pavimento disegnano quadrati di 120 centimetri di lato, esattamente l’impronta dei pilastri della cisterna e si posizionano, sulla quota zero della piazza, esattamente sopra di essi , quasi a voler proporre una radiografia in pianta delle campate del sottosuolo, un sottile disegno che definisce la Piazza Santa Teresa e suggerisce la presenza nel sottosuolo di una geometria architettonica. La presenza del vecchio accesso, attraverso il tombino, si sottolinea attraverso un lucernario che passando oltre la vecchia volta, illumina il corridoio parallelo alla facciata della chiesa. Il nuovo accesso, con il pannello in vetro, si illumina di colori ed indica la presenza della cisterna. L’acqua, illuminata adeguatamente, con il suo riverbero introduce il visitatore verso la discesa; l’aria diventa leggermente umida, il suono dell’acqua copre i rumori della città; la trasparenza e la graduale riduzione della luce conducono gradualmente attraverso una sorta di processione verso la cisterna, in un percorso sensoriale fortemente scenografico.La luce, posizionata ai bordi delle rampe, stacca letteralmente i piani orizzontali da quelli verticali; i lucernari sopra l’ascensore ed il pavimento in vetro satinato garantiscono una diffusione liquida dello spazio senza soluzioni di continuità. All’interno della cisterna la luce illumina le campate e le volte attraverso faretti led, che, dal basso verso l’alto, disegnano le volte della cisterna. Il percorso delle passerelle viene accompagnato da elementi informativi adeguatamente illuminati e la leggera ringhiera metallica quasi sparisce visivamente grazie alla localizzazione di una luce che sottolinea solo il corrimano. Le passerelle sembrano galleggiare sull’acqua della cisterna, l’illuminazione sotto agli elementi orizzontali è l’unica orientata verso l’acqua, ottenendo così il risultato di un ulteriore alleggerimento dei percorsi. Al riverbero naturale del movimento dell’acqua è affidato il compito di smaterializzare il riflesso delle volte, che completano l’illusione di uno spazio duplicato nel suo grande vuoto.

CASA DI ELISA - Matteo Tosi

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La casa di Elisa nasce all’interno di un piano particolareggiato con vincoli sulla proporzione e sugli elementi di stile, che devono rispondere alla tipologia rurale della campagna precedente.

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Cornicioni poco aggettanti, materiali tradizionali come il mattone faccia a vista e colori pastello sono stati qui interpretati con approccio minimalista ed in maniera stilizzata pur restando elementi architettonici “veri”.

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

La scala elicoidale autoportante in lamiera si avvita sul solo nastro interno ed è posta nel baricentro preciso della casa, a costituirne il nucleo distributivo dinamico.

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

Matteo Tosi — CASA DI ELISA

El Lisitkskij Tower - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati

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La torre è un omaggio a El Lisitkskij, e in particolar modo alla tendenza formalista di uno dei movimenti dell’avanguardia artistica del ‘900 più ricchi e proliferi, veri visionari del divenire sociale.

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — El Lisitkskij Tower

One Column House - NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff

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NE-AR has completed an extension and refurbishment for an existing summer house on the shores of a Patagonian lake in the South of Argentina: the One Column House.

NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff — One Column House

The existing summer house was lacking of optimum spatial and functional distribution conditions that could fulfill the needs and the ways that the house was used and experienced: the house was sitting far away from the lake shore neglecting the most privileged views towards the lake and its landscape, while at the same time both neighbor houses at the sides block the vistas towards the lake since their footprints were settled closer to the lake shore. Besides, the interior spaces were characterized by a deep dark dinning/ living area with limited relation to the outside.

NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff — One Column House

NE-AR decided to incorporate a detached volume as an extension to the existing house located closer to the lake shore and oriented towards the best landscape vistas, creating an internal patio between the existing house and the extension volume. Thus the new extension establishes a clear division between the public and private areas, the old and the new. While the existing house will host two large bedrooms and the main bathroom in the ground floor, all public areas will be linearly organized within the extension volume: open kitchen, dining place and the lounge area; all these spaces will share a wide open wooden terrace deck facing the lake shore.

NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff — One Column House

The extension structure is mainly built in reinforced concrete: a planar roof runs widely from one neighbor boundary line to the other and is strengthened by four inverted beams that converge in the only load bearing vertical element of the house. This column is formed by a pair of concrete shear walls described by ruled surfaces.

NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff — One Column House

One Column House researches upon the multiple performances a column could achieve beyond its structural capacity. Firstly, it is an element that marks a central place by integrating in itself a fireplace, while articulating the program by organizing the different functional spaces around it and orienting site-specific vistas. At the same time, it stores the fireplace logs and works as an infrastructural device where the rain water pipes are embedded within the twisted shear walls while opening up the concrete roof enabling natural zenith light to come through.

NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff — One Column House

NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff — One Column House

NE-AR, Luis Etchegorry, Lars Nixdorff — One Column House

T Apartment - Itay Friedman Architects

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Transforming this apartment into a working/living space was the trigger for the renovation. The requirements where simple: Dividing the space into two self-sustaining units intertwined into one. As the division strategy took shape, the T concept was born, creating a constructed separation of plasterboard walls and carpentry to utilize every cubic meter, both for use and storage.

Itay Friedman Architects — T Apartment

The strategy was to create a division wall that acts as both an axis element and a functional storage space. The division created one dilemma, which would enforce a feeling of a smaller living space. To deal with this, the white color was chosen as a predominant feature to give the space a cleaner, lighter effect.

Itay Friedman Architects — T Apartment

The client wanted to retain the Altbau (Old building) feeling, of the former workers dwellings, within the typical Berlin “style”, allowing us to reinstall old building elements alongside modern ones.

Itay Friedman Architects — T Apartment

The result followed the theme of creating within a small budget a spacious living/working environment within a small space.

Itay Friedman Architects — T Apartment

Itay Friedman Architects — T Apartment

Itay Friedman Architects — T Apartment

Itay Friedman Architects — T Apartment

Trinity - Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers

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The new office building of The Korea Teachers Pension Head Office is the trinity in pursuits of a stable future of teachers through organic connection of three bodies(Teachers, The Korea Teachers Pension Head Office, and the Country). The nonlinear podium intentionally leads visitors to inside, improving structural continuity and finish of the Urban Fabric of the innovative city while responding to the urban axis. Such circulation adds dynamic energy and continuity to the urban context and accentuates visual recognition and significance as an urban landmark. The new office building standing at the intersection of the two axes is designed in consideration of the continuous axis seen from the adjacent street based on environment-friendly configuration focusing on sunlight and ventilation. The main entrance is placed through the open square in the east of the site, where green is well harmonized with the water. The lower levels accommodate a promotion hall, customer service room, multi functional all and sports facilities, in connection with the outdoor space(Harmony Court) and Green Culture Slope in the south. The higher levels are vertically arranged to satisfy both independency and continuity of the business facilities based on security. The continuous volume of the lower levels is transformed in lines and sections within the tower and becomes a part of the Eco Smart Skin.

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Main View

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

View from the road

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

View from back

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Main Entrance View

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Site Plan

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Top View

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Ground Floor Plan

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Program Zoning and Plans

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Design Process

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Circulation

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Plan for Sustainability

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Lobby View

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Elevation-1

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Elevations

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Section

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Facade Design

Yeol Park, Tomoon Architects & Engineers — Trinity

Study Model

City Hall - Foster + Partners

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The Greater London Authority Headquarters is one of the capital’s most symbolically important new projects. The new building expresses the transparency of the democratic process and demonstrates the potential for a wholly sustainable, virtually non-polluting public building.

Foster + Partners — City Hall

The headquarters occupies a prominent site on the Thames beside Tower Bridge. It houses an Assembly chamber, committee rooms and public facilities, together with offices for the Mayor, Assembly members, the Mayor’s cabinet and support staff, providing 12,000 square metres (net) of accommodation on ten levels. The Assembly chamber faces north across the river to the Tower of London, its glass enclosure allowing Londoners to watch the Assembly at work. Members of the public are also invited to share the building: a flexible space on the top floor –‘London’s Living Room’– can be used for exhibitions or functions, and the public commands the rooftop, where a terrace offers unparalleled views across London. At the base is a piazza with a café, from which the riverside can be enjoyed. Lifts and gentle ramps allow universal access throughout the building.

Foster + Partners — City Hall

The building has been designed so that it has no front or back in conventional terms. Its shape is derived from a geometrically modified sphere, developed using computer modelling techniques.

Foster + Partners — City Hall

This form achieves optimum energy performance by minimising the surface area exposed to direct sunlight. Analysis of sunlight patterns throughout the year produced a thermal map of the building’s surface, which is expressed in its cladding. A range of active and passive shading devices is employed: to the south the building leans back so that its floor-plates step inwards to provide shading for the naturally ventilated offices; and the building’s cooling systems utilise ground water pumped up via boreholes from the water table. These energy-saving techniques mean that chillers will not be needed and that for most of the year the building will require no additional heating. Overall, it will use only a quarter of the energy consumed by a typical air-conditioned office building.

Foster + Partners — City Hall

The building is located within the Southwark Riverside Masterplan, which covers a 5.5-hectare area between London Bridge and Tower Bridge. The practice is designing all nine buildings in what is the largest commercial development in London in the last fifteen years. The masterplan establishes a streetscape with two major new public squares for London and provides amenities including shops, restaurants, cafés and a hotel. It includes five large office buildings, which together comprise 93,000 square metres of high-quality lettable space.

Foster + Partners — City Hall

Structural, Services and Acoustic Engineers: Arup
Cost Consultants: Davis Langdon & Everest
Planning Consultants: Montagu Evans
Services Cost Consultant: Mott Green & Wall
Construction Manager: MACE
Developer: More London Development Ltd.

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall

Foster + Partners — City Hall


Three Flows - TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects

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Innovative cities in Jeju(Samda City in Jeju) is a gently sloping area located between old city and new city in Seogwipo. This project of an international trade base and city of education The project is designed by four direction considering ‘sloping ground,’ ‘wind,’ ‘scents and views’ and ‘territoriality’. First of all, it minimizes the amount of cutting the ground via exploitation of north-south directed 7m sloping area, planning to have three-dimensional walking route and having formation and distribution in type of mass considering northeasterly wind in winter. Considering green tact of lands in the west, Gogeum Mountain in the north, visual axis at Bam island in the south and neighborhood park in the west. In addition, it constitutes exterior spaces where nature and city coexist via rational distribution according to their functions and grades of rank by concentrating cities and parks into the vast ground. An approach via exploitation of vast sloping ground makes it possible to have three-dimensional accessibility inside the public corporations connecting between two floors. The entrance of the first basement floor has open views from the plan of building lobby with high floor-to-floor spans. In addition, business areas starting from the second basement floor constitute eco-friendly work environment with rest and natural ventilation via echo garden plan. Especially, a vast area of green yard in Government Employee Pension Corporation pursues eco friendly building through eco garden plan for three dimensional design and control for indoor climate considering light, being designed to be a futuristic public a corporation as an eco friendly building that minimizes energy consumption.

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Perspective

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

View at Night

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Site Plan

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Design Process

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Circulation

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

B1 Plan

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Ground Floor Plan

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Lobby View

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

2nd Floor Plan

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

View of Roof Garden

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

3rd and 4th Floor Plan

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

5th and 6th Floor Plan

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Elevation

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Section-1

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Section-2

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Plan for Sustainability

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Detail of Skin

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Sketch-1

TYPStudio, Tomoon Architects & Engineers, Haema Architects — Three Flows

Model

octagono - Dellekamp Arquitectos

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Program: Prefabricated houses/ Design: Derek Dellekamp/ Production: Pirwi / Status: Completed / Photography: Pirwi + Dellekamp

Dellekamp Arquitectos — octagono

As part of the activities of the Abierto Mexicano de Diseño 2014 (Mexican Open Design 2014), we presented Octágono as a prefab approach, in collaboration with Pirwi.

Dellekamp Arquitectos — octagono

It is a space cell, able to join other non-hierarchical, which makes it flexible, with the ability to react to different terrain and views.

Dellekamp Arquitectos — octagono

Dellekamp Arquitectos — octagono

Dellekamp Arquitectos — octagono

casa 01 - salvatore sciuto architetto

DLK - Dellekamp Arquitectos, Pirwi

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Program: Furniture/ Design: Derek Dellekamp/ Production: Pirwi/ Status: Complete/ Fotography: Pirwi + Dellekamp

Dellekamp Arquitectos, Pirwi — DLK

Pirwi + dellekamp

Designed for Pirwi furniture brand, is a multipurpose furniture consisting of two base modules, each of which has its four supports, long or short, which combines multiple versions of bookcases, coffee tables, bureaus, etc.

Dellekamp Arquitectos, Pirwi — DLK

The simplicity of DLK System, assembled in triply certified wood, characteristic of Pirwi furniture and solid wood supports is the product key: multifunctional and easy to assemble.

Dellekamp Arquitectos, Pirwi — DLK

Dellekamp Arquitectos, Pirwi — DLK

Dellekamp Arquitectos, Pirwi — DLK

casa 02 - salvatore sciuto architetto

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