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Muelle Uno - L35

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“Málaga ha vivido en los últimos años de espaldas al mar, fruto de una actividad marítima que ha mantenido el puerto cercado, creando una frontera insalvable contraria a la naturaleza de la ciudad y sus ciudadanos. El principal objetivo de esta intervención ha consistido en corregir este error histórico, recuperando una relación que nunca debería haberse roto. Para ello y a través de un Plan Especial, se han modificado los usos del Muelle Uno para hacerlos más próximos a los habitantes, y que estos puedan disfrutar, pasear y contemplar el nuevo espacio.

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

Apoyándonos en la diferencia topográfica existente, se ha creado una solución lineal en dos niveles que ha permitido por una parte generar un paseo comercial al nivel del muelle, dotando de vida y actividad a una zona que tradicionalmente ha estado muerta, mientras que en el nivel superior se ha configurado un nuevo paseo marítimo tan característico de todas las ciudades de tradición marinera. El paseo a nivel inferior arranca en la esquina del Muelle Uno, donde la gran Plaza Central permite contemplar el primero de los hitos del recorrido: el Centro Cultural (actual sede del Centro Pompidou Málaga). Se trata sin duda alguna, de la pieza más característica del conjunto, no sólo por su posición estratégica, sino además por la fisonomía de sus formas. Si bien es cierto que el Centro propiamente dicho ocupa la mayoría de sus 6.300m2 en las plantas baja y semisótano de la esquina del Muelle Uno, su envolvente se manifiesta al exterior con dos elementos de una plasticidad relevante. Por un lado, la cubierta del Centro se constituye en una nueva plaza a nivel de la ciudad, que a modo de quinta fachada, logra con la sugerente fisonomía de sus ondulaciones evocar un mar pétreo sobre el que emerge el estandarte del edificio y sin duda alguna, del conjunto completo de la Marina de la Farola, el cubo. Convertido en símbolo representativo del nuevo muelle, este cubo de vidrio de 12m de lado, está formado por decenas de paños de vidrio de seguridad colgados de una estructura metálica que a modo de escamas se superponen para tamizar la entrada de luz al Centro Cultural, al tiempo que aportan a las caras del propio cubo una textura enriquecedora.

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

A partir de aquí y una vez superado el nuevo acceso de la Calle Vélez-Málaga, comienza realmente el Paseo Comercial, donde nos encontraremos con una variopinta oferta de locales y quioscos que enriquecidos por la presencia de sugerente vegetación y monumentales pérgolas nos permite descubrir poco a poco rincones tan atractivos como el segundo hito del paseo: la Plaza de la Capilla, con tan singular resto de la historia de la ciudad. Y así, continuando el paseo, podemos descubrir la Plaza de moda, con su siempre sorprendente oferta, o las coloridas Plazas de restauración, donde es inevitable detenerse para disfrutar de un brillante broche final a tan agradable recorrido, rematado por el tercer hito del camino: la Farola, apelativo cariñoso con el que todos los malagueños conocen a su faro.

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

El paseo del nivel superior, por contrapunto, es un espacio despejado que destaca por la presencia de los espacios naturales y la vegetación, imprimiéndole el carácter al paseo marítimo. Conectado con el Palmeral de las sorpresas mediante una gran rampa de suave pendiente que salva el desnivel entre plataformas, llegamos a la plaza del Centro Cultural citado anteriormente. Pero es una vez superado el puente sobre la calle Vélez-Málaga cuando realmente nos adentramos en la zona más atractiva del Paseo marítimo. Así, comenzamos el recorrido con el acceso principal y su tentadora pérgola vegetal que nos conduce directamente a la primera escalinata del paseo comercial. Si por el contrario decidimos seguir en esta planta, podemos descubrir a lo largo del paseo las áreas de niños, tan importantes para el descanso de los padres bajo una agradable marquesina vegetal mientras sus hijos derrochan energía entre juegos y areneros. Para los más pausados y reflexivos proponemos el jardín de la esencias, un huerto idílico en el que reposar de la ajetreada vida urbanita para evadirnos entre el aroma de plantas seleccionadas al amparo de una refrescante sombra. Y así, entre miradores y jardines, llegamos finalmente a la Plaza de la Farola, donde una monumental rampa-escalera salva el desnivel entre las plataformas del paseo y la plaza que preside el hito más característico de la zona y que da nombre al conjunto, la Farola.

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón

L35 — Muelle Uno

Nicolás Pinzón


Riqualificazione Mercato Coperto Comunale QT8 - Zambianchi e Denari

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Il progetto è risultato vincitore di un concorso/appalto riguardante la ristrutturazione degli spazi interni ed esterni dell’edificio che ospita il mercato comunale del quartiere QT8, realizzato nei primi anni ’60 ai piedi della collina di Monte Stella. La struttura commerciale, destinata alla vendita di prodotti biologici, a Km 0 o filiera corta, è stata organizzata disponendo lungo i lati esterni gli spazi per la vendita, mentre la zona centrale è stata concepita per essere utilizzata con la massima flessibilità, trasformandosi di volta in volta per ospitare conferenze, mostre, corsi di cucina… Nel piano seminterrato sono stati localizzati i magazzini ed i locali tecnici, mentre gli spazi esterni sono stati strutturati per ospitare il mercatino ambulante a cadenza settimanale. Tutti i materiali previsti, dalle murature alle coibentazioni, dalle pavimentazioni agli arredi, hanno caratteristiche di ecologicità e riciclabilità.

Zambianchi e Denari — Riqualificazione Mercato Coperto Comunale QT8

Zambianchi e Denari — Riqualificazione Mercato Coperto Comunale QT8

Home - nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri

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‘D’in su la vetta della torre antica, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finché non more il giorno’

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

Nella celeberrima poesia di Giacomo Leopardi trova voce il nesso sempre latente che lega le vicende umane alla natura, il sentimento dell’uomo si traduce nell’immagine del passerotto che si rivolge alla campagna.

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

In quest’opera si è tentato di dare voce a quel legame non attraverso la parola poetica, ma attraverso la forma figurante e concreta. La forma in questione è quella della “casa”: un elemento che per essenza non appartiene al mondo della natura in quanto può esser prodotto solo dalla mano dell’uomo.

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

Tuttavia la forma “casa” non ha destinatari umani, ma i passerotti e gli uccellini. Il mondo umano e la natura s’intrecciano e lo fanno in un modo diverso da quello che determina il nostro tempo, e dunque non una logica produttiva che non si cura più dell’ambiente e vuole solo sfruttare la natura, ma al contrario: l’uomo fornisce riparo ai passerotti.

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

L’uomo dà alla natura una casa.

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

Ma non solo la forma “casa” lega l’uomo e la natura, bensì anche la peculiare disposizione spaziale delle casette crea un ulteriore parallelo tra vita umana e vita naturale: la maggior parte delle casette per gli uccellini sono raccolte come le case di un paesino a ricordare l’importanza della comunità; l’uomo per vivere ha bisogno della comunità (l’uomo è un “animale sociale”, diceva Aristotele) così come gli uccelli volano in stormo quando migrano.

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

Pur tuttavia v’è un elemento residuale, una casa è lasciata separata dalle altre, la casa per il passero solitario che non è fatto per la comunità, che deve guardare il mondo da un’altra prospettiva e che deve proteggere per la sua individualità. Nell’epoca della comunicazione globale, del villaggio globale non dobbiamo dimenticare quell’elemento residuale, non dobbiamo dimenticare l’esigenza di essere un po’ tutti quel passero solitario che si chiama fuori per un momento dalla massa e osserva la bellezza della natura che ha intorno.

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

L’istallazione si compone di una piastra di basamento preforata in ferro decapato [3000×1000x4 mmc] fissata al terreno a cui fissare per mezzo di viti meccaniche tondini tubolari a sezione circolare in ferro decapato [lunghezza 2600 mm diametro 8mm] che fungono da steli di supporto per le 10 case degli uccelli. Queste, in compensato [spesso 10mm], assemblate con chiodatura manuale e realizzate per mezzo di pantografo elettronico a controllo numerico, si fissano ai gambi con dischi metallici giuntati ai gambi flessibili e filiformi.

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

nicolò spinelli architetto, michela fiorentino capoferri — Home

Allestimento Stand Legrand - Zambianchi e Denari

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L’intenzione del progetto è di realizzare spazi ordinati e riconoscibili, con un carattere caldo e accogliente tipico degli interni museali, annullando la struttura e la freddezza del padiglione fieristico. La composizione si articola attraverso elementi semplici, la cui forma rende immediatamente percepibile la funzione per la quale sono stati concepiti. La reception descrive un doppio invito in prossimità dei due ingressi al padiglione e si allarga a creare un ampio spazio atto ad accogliere i maggiori afflussi di pubblico. Le parete di fronte agli ingressi ospitano un grande videowall e messaggi di carattere istituzionale, segnando l’inizio e la direzione del percorso espositivo . Le quinte espositive scandiscono il ritmo del percorso mostra, ordinate in sequenza perpendicolarmente all’asse principale e trattate in modo identico con un rivestimento di immagini fotografiche in bianco e nero attinenti i prodotti, ospitati in apposite nicchie o vetrine illuminate. La sala “demo” riprende la sagoma delle sale cinematografiche, la parete disassata funge da invito all’area bar-ristorante. Gli spazi più defilati sono riservati ai salotti e agli uffici.

Zambianchi e Denari — Allestimento Stand Legrand

Zambianchi e Denari — Allestimento Stand Legrand

Zambianchi e Denari — Allestimento Stand Legrand

Zambianchi e Denari — Allestimento Stand Legrand

Zambianchi e Denari — Allestimento Stand Legrand

Drank - ALBERTO BARATTUCCI

Bologna Shoah Memorial Competition - Jacopo Mechelli, 2Arch.0 , Alessio Pucci, Alessio Fantucci

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The concept starts from the analysis of geometric-symbolic shapes of the Shoah. The triangle, that marked the inmates in concentration camps, undergoes geometric transformations.
  • From series to the shades.
  • From two dimensions to three dimensions.
  • From empty to full.
  • From pure shade to the symbolism. The triangular mirrors reflect the faces and the human identities of those who have memory. The perforated panels force a look toward the horizon of the railway and the city.
The artistic/architectural concept develops the geometric shape of the triangle.
  • Full triangle/mirror.
  • Empty triangle/hole through to look at and be seen.

A gateway (with smooth and mirroring surfaces) of a triangular base is aligned with the two ventilation towers that separate the square. The mirrors of the small tetrahedrons at ground reflect the faces of visitors into small triangles. The Shoah is represented with triangles that marked the humans in the concentration camps, which now reflected the faces of passersby. Anyone could end up in a camps and the mirror creates a link between the visitors and the memory.

Jacopo Mechelli, 2Arch.0 , Alessio Pucci, Alessio Fantucci — Bologna Shoah Memorial Competition

Panels

The panels are regularly perforated by triangles according to precise points of view, in line with the seats in the front of the square. The monument, placed in the center of gravity of the triangle formed by the axis of ventilations towers and the two sides along the railway, follows a spiral form. The elements that form that spiral are stretched tetrahedrons. They lead the eye upward in the closed space shaped by the panels.

Jacopo Mechelli, 2Arch.0 , Alessio Pucci, Alessio Fantucci — Bologna Shoah Memorial Competition

Front view

The materials used are painted and chrome plated steel for panels and the small tetrahedrons at the ground. Moreover stone for seating and for the base of the monument. The elements are simple and allow the regular and standardized production.

Jacopo Mechelli, 2Arch.0 , Alessio Pucci, Alessio Fantucci — Bologna Shoah Memorial Competition

Mirros tetrahedrons

Jacopo Mechelli, 2Arch.0 , Alessio Pucci, Alessio Fantucci — Bologna Shoah Memorial Competition

Total view

Jacopo Mechelli, 2Arch.0 , Alessio Pucci, Alessio Fantucci — Bologna Shoah Memorial Competition

General plan

as-built architecture office and coworking - as-buit ARQUITECTURA

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In this project we tried to build our “cabin” as a shelter capable of making us feel comfortable while we develop our work as architects. With this project, we tried to renovate a typical ground floor space in a building inside Ferrol’s 18th century’s historical center of. A narrow and elongated plot (5×16 m.), with a few sunlight hours. In order to do so, we created an “upside down boat keel”; a long and white structure that works as a space where we can take cover and where our work takes place. We’ve designed this cabin so that our “keel” doesn’t reach all the way to the façade, creating a lobby that does the job of receiving our clients as well as a place to gaze and admire the cabin. It is here where a tree-shape sculpture created with white plastic cups welcomes us. With this Tree, we want to make reference to man’s primary shelter against Nature, which as time passes it will turn into the cabin that we are trying to represent. The whole office (walls and ceiling) was painted dark grey in order to contrast with the stark whiteness of the floor and the lacquered MDF surfaces of the cabin. Thanks to indirect LED lighting, the initially dark space was transformed into a bright warm ambient that, consequently, cuts down on energetic use. All the construction was made by dry joint, with a system similar to the American’s “balloon frame”, due to a framework of red pine wood (70×100 mm.) covered (and braced) with white lacquered MDF strips (19×150 mm.). Once you are outside the “shell” of the cabin, the rest-area provides a small kintchen and storage selves. Here the walls were coated with a warmer material, OSB panels (16 mm.), in contrast with the dark grey walls and ceiling. All the wiring is hidden behind the cabin. 

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

as-buit ARQUITECTURA — as-built architecture office and coworking

Bridge of Sighs - mei architects and planners

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Van Stigt Thans occupies a refined and stylish listed building on Lange Nieuwstraat in Schiedam. In 2003 Mei architects and planners constructed a glazed addition on the ground floor to connect with an adjoining monumental warehouse bought by Van Stigt Thans. Now that the top floor of both buildings will be used for residential purposes, Van Stigt Thans has asked Mei to construct a second connecting bridge. This is a complex challenge owing to the difficulty of bridging the height difference, the demands that come with working on a listed structure, and the need for privacy. The design proposal was immediately enthusiastically received by the municipal design review committee for new building permits and monuments, precisely because Mei articulated its addition as a new time layer. Mei succeeded in strengthening the value of both buildings by respecting and preserving their existing character. The solution found by Mei did not involve repeating the glazed connection. Instead, it proposes a white ‘cloud’. The new bridge, a self-supporting structure of steel and glass, is faced in white perforated steel panels. Refined, abstract 3D motifs that refer to the original cast-iron ornaments of the balconies of the listed building are incorporated into the panels by means of rubber presses. To ensure the privacy of occupants, what happens inside cannot be seen from outside, but occupants do enjoy views out of the building. The design is measured by means of a point cloud and then the 3D-BIM model is elaborated on this scanned base layer. The bridge is reversible to allow future owners to remove it if desired. The warehouse can also be restored to its original condition because the openings made in the facade for the bridge have the same proportions as the original window frames.

mei architects and planners — Bridge of Sighs

mei architects and planners — Bridge of Sighs

mei architects and planners — Bridge of Sighs

mei architects and planners — Bridge of Sighs

mei architects and planners — Bridge of Sighs


EQUESTRIAN CENTRE - Antonio Virga Architect

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This training centre for Olympic equestrian disciplines of dressage and cross country horse riding is implanted on a strategic location for promoting the maintenance and development of equestrian activities which are a significant part of the local identity and dynamism.

Antonio Virga Architect — EQUESTRIAN CENTRE

Composed of a barn, a covered arena for horse riding and stables, the centre is for private use and not receiving any audience.

Antonio Virga Architect — EQUESTRIAN CENTRE

The existing stables hosts high-level competition horses and have been undergone both technical and aesthetic modernization. The general spirit of the project promotes the use of traditional materials with natural tones. The arena, designed as a virtual prism that wraps the track, combines transparency and opacity: the lower half is glazed, offering a great visual indoor/outdoor exchange, and is dressed with slate on top and roof. The contrast between lightness and density operates.

Antonio Virga Architect — EQUESTRIAN CENTRE

A relaxation and snack area for coaches is materialized by a large black thermo-lacquered steel box overhanging the main volume. Mainly glazed, it hides a kitchen and service rooms in its opaque part.

Antonio Virga Architect — EQUESTRIAN CENTRE

Antonio Virga Architect — EQUESTRIAN CENTRE

Antonio Virga Architect — EQUESTRIAN CENTRE

Allora Crealo! 2015 - anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota

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Allora crealo è un evento del festival dell’economia di Trento situato in piazza Fiera. Allora Crealo! è uno spazio di informazione, confronto e approfondimento all’interno del Festival dell’Economia di Trento dedicato alla nuova imprenditorialità e alle idee che stanno cambiando il mondo del lavoro. Ideato nel 2013 da Euricse e portato avanti nel 2014 con un’edizione che ha visto oltre 100 relatori e quasi mille visitatori.

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

Al centro dell’evento ci sono racconti, testimonianze, workshop, tavole rotonde, incontri e dibattiti, gestiti in modo dinamico e interattivo in un clima informale e coinvolgente. A disposizione dei partecipanti c’è una zona co-working e un info point per conoscere e farsi conoscere. Non manca la possibilità di organizzare incontri di mentoring con gli esperti e gli incubatori che si alterneranno all’area speech.

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

L’allestimento dell’edizione 2015 a completamento delle teche standard fornite gratuitamente dalla provincia di Trento, è caratterizzato dal colore e da semplici arredi in legno che costruiti usando solo listelli 6×6 in abete.

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

L’unicità del materiale da costruzione ha contribuito a fortificare l’identità degli elementi oltre a rendere tutto l’allestimento economicamente sostenibile.

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

anålogo, Valeria Zamboni, Massimo Peota — Allora Crealo! 2015

m'o dehors - Mirco Vacchi

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Progetto di arredi site-specific nello spazio esterno della gelateria artigianale m’o il gelato a Castel Maggiore, Bologna.

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

planimetria generale

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Mirco Vacchi — m'o dehors

Centrale idroelettrica "Vasarina" - bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini

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Il presente progetto redatto dai professionisti per il Gruppo Tea, società multi utility leader nel territorio Virgiliano, è stato giudicato quale vincitore, offerta tecnica, metodologica ed economica, nell’ambito della gara bandita dal Comune di Mantova per il diritto di sfruttamento del salto presente fra il Lago Superiore e di Mezzo. Questa differenza di quota idraulica, mediamente 3,00 m, permette l’installazione di una turbina che con una piccola derivazione, nell’ordine dei 10 mc/sec, produrrà il fabbisogno annuo di circa 300 famiglie. I manufatti che accolgono le attrezzature si trovano tutti collocati all’interno della proiezione dell’attuale canale scaricatore ma sono stati resi ipogei modificando la quota della riva destra. Su questa si è ricavato un piazzale utile per mettere in sicurezza gli unici manufatti che emergono oltre la quota massima di piena, cabina Enel, e per permettere l’accesso dei mezzi che svolgono le attività manutentive e di periodico monitoraggio dell’impianto. Nella porzione di area di intervento presente sulla sponda del Lago superiore, sono collocati la bocca di presa ed il relativo apparato sgrigliatore. Tutte le attrezzature sono mitigate da rivestimenti in larice e/o da verde autoctono.

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Centrale idroelettrica "Vasarina"

Assonometria generale di progetto

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Centrale idroelettrica "Vasarina"

Foto zenitale

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Centrale idroelettrica "Vasarina"

Bocca di presa e compattatore rivestiti in larice

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Centrale idroelettrica "Vasarina"

Bocca di presa sullo sfondo Canottieri Mincio

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Centrale idroelettrica "Vasarina"

Controcampo della parte di impianto sul Lago Superiore

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Centrale idroelettrica "Vasarina"

Volume turbina posto sotto la ferrovia e via Verona

bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini — Centrale idroelettrica "Vasarina"

Volume turbina visto da Lago di mezzo

STAND FILA - Matteo Borsetti

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The UK stone industry returns to ExCeL London. Exhibits will include a vast range of stone from all over the world – granite, marble, limestone, sandstone, travertine and slate for use in all types of work – flooring, cladding, hard landscaping, kitchens, bathrooms, roofing, fireplaces, memorials and sculpture together with fixing systems, sealants, adhesives, cleaning materials, stone working machinery, tooling and other related products and services.

Matteo Borsetti — STAND FILA

Our Client Fila, the surface specialists: Fila today is a solid company, which continues to grow and expand worldwide, combining the tradition of a family company with a modern managerial organisation that firmly believes in innovation and research. The company was set up in 1943, when brothers Guido and Pietro Pettenon founded Fila, Fabbrica Italiana di Lucidi e Affini. Initially the company mainly produced shoe polish and household waxes and detergents. In the seventies, Adriana and Beniamino Pettenon, the latter still today at the head of the company, chose to specialise in professional products for the protection and care of floors. This intuition led Fila to become one of the most important companies in the world for surface treatment, valued by major international manufacturers of floors and wall coverings for the building industry, which recommend Fila products.( http://www.filasolutions.com/us/)

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

Matteo Borsetti — STAND FILA

The Terrace on the Ocean - Caraibi - Giacomo Marafini

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L’intervento consiste nella progettazione di una Villa Unifamiliare in fase di costruzione nei Caraibi.

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Il progetto, come richiesto dal committente, si è posto l’obbiettivo di non sconvolgere l’impianto classico della casa coloniale, ma di attualizzarne le caratteristiche in chiave moderna e contemporanea.

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Il progetto è stato pensato su un disegno aperto ma strutturato.

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

L’asse longitudinale della Villa, porta ai due estremi del progetto, il patio della master bedroom e la scala che pota alla terrazza. Lo sguardo non viene mai fermato, ma sempre proiettato verso un luogo da abitare e conoscere.

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Sotto il profilo programmatico il progetto prevedere una chiara ma estremamente articolata organizzazione delle funzioni: zona giorno, zona notte, piscina, spazi esterni e terrazza.

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Le funzioni si distribuiscono lungo l’asse centrale rivolgendosi sempre verso l’oceano.

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

by Daniel Disegni

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

Giacomo Marafini — The Terrace on the Ocean - Caraibi

CASA SUL PENDIO - Giancorrado Dipietro - architetto

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Costruzione a struttura mista: cls armato e acciaio.

Giancorrado Dipietro - architetto — CASA SUL PENDIO

Giancorrado Dipietro - architetto — CASA SUL PENDIO

Giancorrado Dipietro - architetto — CASA SUL PENDIO

Giancorrado Dipietro - architetto — CASA SUL PENDIO

Giancorrado Dipietro - architetto — CASA SUL PENDIO

Giancorrado Dipietro - architetto — CASA SUL PENDIO

Giancorrado Dipietro - architetto — CASA SUL PENDIO


CAMERA DEL LAVORO - Laura Barat, Dario Sironi - Gliarchitetti, Laura Barat

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Descrizione dell’edificio

Gliarchitetti, Laura Barat — CAMERA DEL LAVORO - Laura Barat, Dario Sironi

B

La “Casa dei Sindacati Fascisti e dell’Industria”, come veniva appellata negli anni Trenta del Novecento, fu costruita a seguito di un concorso di idee, vinto dal gruppo Caneva – Carminati – Bordoni. Il cantiere si protrasse tra il 1930 ed il 1932. L’edificio fu inaugurato nel 1933. “Si tratta di un palazzotto in stile novecentesco, piuttosto dimesso, con paramento in mattoni scuri e rivestimento di parti dello zoccolo in marmo azzurrognolo, in cui le colonne di ingresso erano atteggiate, secondo un espediente in uso allora a fasci del littorio……la piazza, rialzata doveva servire per le adunate, ma si dimostrò insufficiente per dimensione”, così si legge nel libro “Milano – Guida all’architettura moderna” di Maurizio Grandi ed Attilio Pracchi (1980, Zanichelli). Ora l’edificio è sede della Camera del Lavoro.

Gliarchitetti, Laura Barat — CAMERA DEL LAVORO - Laura Barat, Dario Sironi

C

Caratteristiche dell’intervento

Gliarchitetti, Laura Barat — CAMERA DEL LAVORO - Laura Barat, Dario Sironi

F

L’edificio presenta, in tutte le facciate, un degrado del rivestimento lapideo, che riveste parti dello zoccolo e caratterizza alcuni apparati decorativi. Questo fatto determina dei distacchi di parti dei marmi. La procedura di intervento, di ordinaria manutenzione, consisterà nelle seguenti operazioni:

Gliarchitetti, Laura Barat — CAMERA DEL LAVORO - Laura Barat, Dario Sironi

G

1. Battitura di tutte le parti lapidee, con l’utilizzo di piattaforme mobili di dimensione adeguata a raggiungere le parti interessate (e/o trabattelli a pantografo, e/o ponteggi), onde determinare chiaramente tutte le aree interessate da questi fenomeni, e la caduta di eventuali frammenti in stato precario di stabilità. Conferimento dei materiali di risulta alle PP.DD. 2. Monitoraggio, schedatura e localizzazione puntuale di tutte le zone interessate dai distacchi. Creazione di elenco procedurale dettagliato delle attività da svolgere, zona per zona 3. Realizzazione di elementi marmorei (intarsi), con le stesse caratteristiche geomorfiche del marmo lì insediato, atti a sostituire ed integrare perfettamente le parti mancanti . 4. Collocazione in opera degli elementi marmorei realizzati, previa creazione di alloggiamenti (punto per punto) atti ad accogliere gli intarsi realizzati. Conferimento del materiale di risulta alle PP.DD.. Rimozione di eventuali davanzali, cartelli, ecc. presenti sulle facciate, che possano intralciare le attività e loro collocazione in luogo sicuro nell’ambito del cantiere. Saranno utilizzati per il fissaggio degli intarsi lapidei, appositi collanti per esterno, atti a garantire la durabilità nel tempo e/o sistemi di fissaggio meccanici in acciaio inox .

Gliarchitetti, Laura Barat — CAMERA DEL LAVORO - Laura Barat, Dario Sironi

H

5. Pulizia mediante idrolavatura delle facciate rivestite in mattoni e dei relativi cornicioni.

Gliarchitetti, Laura Barat — CAMERA DEL LAVORO - Laura Barat, Dario Sironi

I

bauhaus promenade - c-b-a | context of bare architecture, Grupa 4

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die bauhaus promenade

c-b-a  | context of  bare architecture, Grupa 4 — bauhaus promenade

The bauhaus Museum should forge a new kind of iconography—one based on innovative building performance, not signature form—to command a significant place within the global and local landscape of museum goers. Where the bauhaus building is normally identified as the torch bearer of a new aesthetics, the new bauhaus Museum should act as a strategic infrastructure, establishing itself as a worthy counterpart by radically addressing two cardinal challenges facing contemporary museum design.

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Challenge 1 The new bauhaus Museum requires a flexible circulation sequence capable of individually or simultaneously presenting the museum’s own collections, self-produced exhibitions, and travelling exhibitions. The classic museum procession is a lobby that begins and ends a loop of dark galleries that make one forget about the outside landscape in which the building is set. This compulsory circulation causes curatorial and operational problems for the institutions it organizes: they must use all their galleries at once and cannot easily subdivide their space. Additionally, the classic museum’s service areas are typically ancillary, making loading or striking shows difficult.

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Strategy 1 The project rise to this challenge by placing its logistic area—hosting the storage, conservation, and receiving areas—underground, in between the two main galleries, therefore minimizes art handling distances. The decision allows to freely align at the ground level all public areas like, the bar or the pedagogical workshop that need to extend outdoor and let the main exhibition space float in suspended white masses wrapped by an outdoor ‘bauhaus promenade.’ The promenade is made possible by a metallic scaffolding that design the perimeter of the museum area. The public promenade can be used in a variety of fashions: as educational space, as sponsors lounge, or public outdoor display room/showcase of bauhaus art work. The bauhaus promenade provides moments of playfulness and visual excitement with views to the park and city, and can spaces adjacent to the galleries for the display of less sensitive artworks. The Museum is therefore conceived as a public, permeable infrastructure that interacts with its surrounding. It works, simultaneously, as a show case for the bauHAUS history and as new gathering place for the local and the international community visiting Dessau. The architecture is reduced to a fence for its community.

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Challenge 2 In recent years, the issue of program in architecture has either been celebrated as ‘scientific’ form-giving or dismissed as a ridiculous excuse for self-indulgent formal acrobatics. Unlike the situation in the 1990s, when program prevailed, the last decade has deemed architectural form more important than program, to the point that, as a number of important public work recently built demonstrate, the building envelope seems to be the only design concern at the expense of everything else.

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Strategy 2 Within this context, the series of park pavilions enclosed by an ‘infrastructural fence’ within the Dessau City Park, feature a feigned indifference to both rhetoric by demonstrating the possibility of an alternative, fundamentally anonymous, notion of contemporary authorship, one that underscores the full potential of architectural form as a silent infrastructure for its users. In effect, its architectural form presents a challenge at the levels of both content and function. Thanks to its infrastructural, spatial presence/presentness, a new synthesis is achieved (seems possible, seeks to be explored). Nothing else is needed. Neither driven by hyperbolic flexibility nor program, the park pavilions shy away from the form versus content dichotomy, by suggesting that this dialect does not need to be resolved but, rather, merely experienced as a kinetic experience of liminal, physical thresholds, like the one established by a new metallic fence /infrastructure acting as a perceivable, yet open ‘zaun’ (old German for town) for the space of the bauhaus museum within the park. This new threshold marks an uncertain limes between the suspended masses of the museum proper, the educational areas, the recreational and working areas suggesting that the emotions and surprises felt by passing thresholds are what makes architecture interesting as the work of the architect is, finally, to define context, or to transform a given landscape into a spatial, dramatic experience rather than encumber it with fake, misguided rhetoric.

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patio san pardo matera - Mary Cosentino, Luca Conte, Antonio Maria Chiacchio, raffaella caggiano, anna conte

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terzo classificato / motivazione della giuria : “il progetto … si distingue per l’inserimento nel contesto urbano come blocco architettonico compatto e per il suo efficace impianto compositivo che mette in dialogo i suoi spazi interni con gli spazi esterni del quartiere attraverso un linguaggio architettonico sobrio ed aniconico. Interessante la proposta di alloggi organizzati secondo la tipologia a patio così come l’attenzione alla produzione e al recupero di energie ed in particolare della risorsa idrica….”

Mary Cosentino, Luca Conte, Antonio Maria Chiacchio, raffaella caggiano, anna conte — patio san pardo matera

attico a milano - Maurizio Lazzari

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appartamento su due livelli nel cuore del quadrilatero milanese

Maurizio Lazzari — attico a milano

terrazzo sul soggiorno

Maurizio Lazzari — attico a milano

soggiorno

Maurizio Lazzari — attico a milano

soggiorno

Maurizio Lazzari — attico a milano

collezione mappamondi

Maurizio Lazzari — attico a milano

camera

Maurizio Lazzari — attico a milano

cabina armadio

Maurizio Lazzari — attico a milano

bagno camera

Maurizio Lazzari — attico a milano

bagno camera

Maurizio Lazzari — attico a milano

camera

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bagno

Maurizio Lazzari — attico a milano

bagno

Maurizio Lazzari — attico a milano

camera

Maurizio Lazzari — attico a milano

studio

Maurizio Lazzari — attico a milano

soggiorno

Concorso di Architettura Legnocase - Adriano Mason

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RELAZIONE Come noto ai signori giurati, i partecipanti a questo Concorso hanno dovuto affrontare e cercare di sciogliere una questione di non facile soluzione: progettare una casa senza luogo e senza committente, condizioni indispensabili, nella vita di tutti i giorni, per poter dare avvio ad un piano di lavoro e ultimarlo correttamente potendo captare le richieste delle persone che qui abiteranno e potendo annusare lo spirito e gli spiriti del posto.

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

Si è deciso allora che, per adattarsi il più possibile alle esigenze di un committente qualsiasi e alle caratteristiche di un luogo sconosciuto, la nostra casa avrebbe dovuto essere concepita in modo tale da poter conservare l’originario rigore architettonico e funzionale anche se sottoposta ad ogni possibile e ineludibile mutamento contingente.

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

Dunque, la casa che proponiamo si presta allo scopo: lontana dal voler assecondare le stravaganti mode di oggi, con le note problematiche che le accompagnano (complicato inserimento ambientale, materiali deperibili, difficile manutenzione, tormentato arredamento degli interni etc) si contraddistingue per avere un impianto semplice costituito da 3 parallelepipedi posti a croce latina. Il più importante, lungo e stretto, sollevato su setti e pilastri e con copertura a padiglione accentuata, ne caratterizza l’insieme.

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

Contiene le zone giorno e notte, quest'ultima con le stanze disimpegnate da un lungo e intrigante corridoio attrezzato a guardaroba. Gli altri 2, di minore dimensione e con copertura a capanna, contengono  l'ingresso con scala, la cucina e ampie terrazze. Tali componenti, come si vedrà in seguito, possono avere, se richieste, dimensioni diverse, senza che l'insieme ne subisca mortificazione (cfr*più sotto).

Nella nostra ipotesi, la casa all’esterno appare composta di 3 strati distinti: il primo è costituito dal basamento in cemento che delimita la zona porticata, in parte adibita a ricovero per 2 auto e per alcune moto e biciclette (cfr. tav.1) ; il secondo, corrispondente al piano d’abitazione con superficie complessiva lorda di mq 200, è realizzato completamente in legno di abete ; il terzo strato è formato dalla imponente copertura in metallo.

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

L'insieme può ricordare il sobrio aspetto di molti edifici del trentino-altoadige ma anche la calda protezione trasmessa dai tabià bellunesi o dai casoni della laguna veneziana. Per la distribuzione interna dell'appartamento cfr.Tav.2

Così congegnata e con le caratteristiche descritte più sotto, la casa sembra poter rientrare a tutti gli effetti nelle categorie individuate dall’architetto Lina Bo Bardi quando affermava che la casa deve essere per la vita dell’uomo, deve servire, deve consolare e non mostrare, in una esibizione teatrale, le vanità inutili dello spirito umano.

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

Descrizione Struttura edilizia, Materiali e Colori usati La struttura portante verticale, realizzata con criteri antisismici secondo le norme EN 15129 e altre, è costituita da 4 setti primari in c.a. poggianti su fondazioni in c.a. antisismiche e da 12 pilastri secondari (cfr. tav.1). I pilastri secondari sono forniti di appoggi scorrevoli con dissipatori di energia. Tale sistema costruttivo conferisce alla costruzione un ottimo comportamento nel caso di sollecitazioni telluriche.

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Questa struttura, comprese le travi perimetrali fino a quota +m 2.90 sono in c.a. colorato blu-grigio R7031 in pasta . La parte soprastante (da quota +m2.90 a +m.7.00) è realizzata invece interamente in legno impiegando i sistemi costruttivi x-lam e a telaio della ditta LegnoCase secondo la miglior tecnica prevista dalla stessa.

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

Le travi in legno di abete multistrato sono trattate con bagno impregnante e protettivi coprenti per funghi e muffe. Le pannellature di tamponamento esterne sono impregnate all’acqua con color rosso salmone R2012.

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Con analogo sistema vengono realizzati, ma dipinti di vario colore, i tamponamenti interni, le tramezzature e le porte. I pavimenti sono in legno a vista di vari colori fuorchè nelle zone di servizio dove sono in ceramica. La struttura portante di falda è eseguita con esili travi in legno multistrato colorate in bianco crema R9001 con struttura secondaria in morali e tavole di legno coibentati e colorati allo stesso modo.

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I serramenti sono in legno color verde pallido R6021, con lesenature, bancalini e sporti di protezione in zinco-titanio bilaccato nello stesso colore. Il manto di copertura è realizzato con lastre in zinco-titanio a doppia aggraffatura e poggianti su supporto ventilato, bilaccate color grigio ardesia R7015.

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Impianti E’ prevista l’installazione sul tetto di una serie di moduli fotovoltaici bifunzionali ( qui in n° di 30, posti su una sola falda secondo un evidente disegno formale, ma da calibrare nella realtà in funzione dell’orientamento e dei consumi di chi ci abiterà ) che garantiscono la produzione in autonomia di energia elettrica e di acqua calda.

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La manutenzione è assicurata da una struttura mobile raggiungibile mediante scala fissa tipo alla marinara (cfr. tavole 1,2,3). Le barre di fissaggio dei pannelli fungono anche da efficaci paraneve.

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Il benessere interno è anche favorito da un ricambio d’aria inverno-estate consentito da strette aperture con effetto camino protette da griglia antinsetti e azionabili elettricamente (cfr.Tav.1,2,3). Sono previste inoltre 2 cisterne interrate per la raccolta dell’acqua piovana (cfr.tav.1).

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Flessibilità funzionale e formale Le dimensioni e l’ampiezza dell’insieme possono subire variazioni e/o integrazioni (se richieste dal Committente) . Sono possibili le seguenti modifiche: 1.Lo scavo profondo della zona 5(cfr.Tav.1), eseguito per gettare le fondazioni dei 4 setti principali, permette di ricavare uno spazio interrato fino a mq 70;

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2.Le zone coperte a piano terra contrassegnate con 5,6,7 (cfr.Tav.1) possono essere chiuse completamente o in parte con strutture vetrate: la 6 può diventare garage, la 5 e la 7 possono essere adibite a zona di soggiorno, camera/e per gli ospiti, giardino d’inverno;

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

3.Il volume principale può essere allungato o accorciato di m5.00. I due corpi laterali possono essere allungati perpendicolarmente al volume principale di m5.00, o eliminati del tutto. L’insieme può essere innalzato di un piano. Il tetto, qui a pendenza accentuata, più adatto ai luoghi montani, in diverse situazioni può avere pendenza meno importante;

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

4.Sotto il tetto, se a pendenza accentuata, può essere ricavato, in parte, un piano soppalcato; 5.Ascensore: il vano scala consente di installarne uno, se richiesto, del tipo Domuslift.

Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

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Adriano Mason — Concorso di Architettura Legnocase

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