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Asilo di Front - Ffwd Architettura, Mariangela Angelico, Antonio Cinotto, Anna Maria Gillio, Anna Menaldo

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E’ importante il rapporto che si viene a creare tra l’organizzazione degli spazi e la qualità dell’apprendimento: ibambini, per imparare, hanno bisogno di un“contenitore” che incoraggi l’espressione e lacuriosità, che sostenga la motivazione alla conoscenza e consenta l’abitudine alla riflessione. In una scuola dell’infanzia ogni bambino ha la possibilità di avere oggetti e situazioni per riconoscersi e sentirsi riconosciuto; la scuola diventa così uno spazio importante che sostiene l’identità singola e di gruppo del bambino. I blocchi colorati della scuola di front hanno assunto la funzione di riqualificare una parte del paese, così da rendere il “circolo dei piccoli” un nuovo riferimento nel contesto urbano. La scuola in ogni caso non risulta un blocco a se stante ma si compenetra con gli spazi pubblici circostanti (l’edificio comunale, il parco giochi e la vicina scuola elementare), pur garantendo la sicurezza dei bambini dal momento che lo spazio di pertinenza della scuola non è accessibile dalla vicina passerella e dall’ascensore di uso pubblico. La scuola d’infanzia è inoltre inserita in un ampio spazio verde in maniera tale da garantire la libertà nel gioco ai bambini.

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Un ambiente fatto di una varietà di sensazioni, luce e colore, fonte di stimoli e di ispirazione per i bambini. L’esperienza tattile per il bambino è distinguere i diversi pavimenti camminandoci sopra; il toccare elementi con qualità contrastanti favorisce lo sviluppo della sensibilità e induce a riconoscere la materia che compone gli oggetti. Il colore è strumento d’identificazione e favorisce la formazione della sensibilità estetica: il rosso e il giallo sono colori brillanti, stimolanti e positivi, mentre il blu e il verde sono più adeguati agli ambienti del riposo e di relax. Anche l’utilizzo attento della luce naturale (grandi vetrate) ed artificiale concorre alla realizzazione di ambienti differenziati, in modo che il gioco delle ombre e dei chiaroscuri accentui la profondità degli spazi. L’architettura degli spazi interni è strutturata per offrire un idoneo supporto ad un programma di attività quotidiane pianificate: spazi aperti e socializzanti per le attività libere di gruppo, spazi più raccolti per l’aula destinata alle attività ordinate a tavolino, spazi più tranquilli e flessibili per l’aula destinata alle attività

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i materiali da costruzione e di rivestimento sono stati scelti tra quelli ad assente grado di tossicità. Il volume della scuola materna è realizzato in muratura di laterizio confezionato con sola argilla senza additivi chimici, legato con calce eminentemente idraulica naturale e coibentato con pannelli di lana di legno. Il sistema a cappotto blocca il processo di conduzione del calore verso l’interno durante l’estate, mentre in inverno diminuisce il raffreddamento dei setti murari, favorendo così la stabilità della temperatura interna. Ridurre il flusso di calore aumentando il livello di architettura isolamento dell’involucro dell’edificio è doppiamente utile poichè applicato per la conservazione del calore in inverno e per diminuire il surriscaldamento estivo. In estate, l’aria interna dell’edificio è più calda rispetto a quella dell’ambiente circostante e deve essere espulsa aprendo le aperture fatte in sommità attraverso l’effetto camino.

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Lime Bath - Manuela Bontà

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Come rendere divertente e luminoso un bagno con dimensioni irregolari

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VIsta generale

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Vista

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Mobile E.go + Sanitari Globo

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Doccia con rivestimento Lime Decoro Stripes

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Vista longitudinale

Via Chiesa 5 - studioricciardiarchitetti, raffaele maria ricciardi, Giuseppe Manzo, mario ricciardi

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Restauro di un’abitazione nel centro storico di Montesardo, frazione del Comune di Alessano (Lecce). L’ intervento ha l’ intento di riutilizzare al meglio gli affascinanti spazi della casa rendendoli più funzionali e fruibili:
  • Al piano terra un piccolo androne con un locale tecnico e un bagno ospiti, una cucina completamente sventrata che diventa fulcro di collegamento coperto tra androne e living grazie ad una leggera invetriata in ferro e vetro che pone in costante dialogo l’ interno e l’esterno, l’antico e il moderno.
  • La zona Living/Pranzo rimane un unico ambiente dotato adesso di tutti i comfort e arricchito da una panca in muratura macchiata da un patchwork di grandi cuscini realizzati artigianalmente.
  • Dal cortiletto, salendo la prima rampa di scale, si accede ad un primo terrazzo arredato con un divanetto in muratura, costruito riutilizzando i blocchi in pietra che formavano la vecchia latrina.
  • La seconda rampa, che svela prospettive diverse della casa e del contesto che la circonda, porta al terrazzo dell’ ultimo livello sul quale si affacciano gli ultimi due ambienti della casa:la camera da letto e la sala da bagno. In entrambi gli ambienti sono stati conservati i vecchi pavimenti.
  • La sala da bagno è concepita come area relax, dotata di una grande vasca in muratura ispirata alla prua delle imbarcazioni dei pescatori; un muretto divisorio,sagomato come la scala esterna, separa la zona lavabo dalla zona degli igienici e doccia, il tutto sovrastato dalla fantastica volta a stella preesistente.

Il progetto é frutto di un’intensa sinergia tra committente, progettista e sapienti maestranze locali (impresa edile, fabbro, falegname, elettricista e idraulico) che hanno lavorato con grande passione e rispetto.

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Androne prima e dopo

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Salone prima e dopo

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Salone prima e dopo

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Cortile prima e dopo

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Di Donato Made Expo - Paolo Emilio Bellisario, Andrea Cingoli, Francesca Fontana, Cristian Cellini

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Di Donato spa, gruppo di livello internazionale specializzato in vernici e smalti, ha lanciato in occasione di una vetrina importante come il Made Expo, il nuovo marchio che ha dato centralità all’elemento base dell’attività dell’azienda: la goccia. In occasione del rinnovamento generale della comunicazione aziendale, anche lo stand ha riproposto il tema degli schizzi di vernice già protagonisti di pubblicità e corporate identity: tanti spot colorati imbastiti su grandi supporti verticali che garantivano visibilità e personalità allo spazio del cliente. Fattore importante è stato poi l’originale gadget previsto per i visitatori: un barattolo di vernice Di Donato al cui interno era contenuta una t-shirt personalizzata da una grafica incentrata sugli schizzi protagonisti di tutta la comunicazione.

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hardware softcore - gabriele falconi

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“L’uso dell’elemento da costruzione, il più semplice, declinato per forme inusuali, diverse, ambigue. Per una ossatura da grande sauro, una cattedrale a più navate, una astronave interstellare. Tutto quello che qui interessa è molteplice e si trasforma da presupposti temporanei contraddicendosi in forme monumentali. Trovando il lato invitante nella ferramenta da impalcatura.”

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Rivolto all’interazione dello spettatore, al suo coinvolgimento anche fisico, quale attore consapevole di scelte e percorsi, è l’allestimento scenografico di Gabriele Falconi, architetto attivo anche in ambito extranazionale. Dalle dimensioni monumentali, la sua installazione modulare nasce dall’idea di utilizzare il semplice ponteggio da costruzione, in lucido acciaio zincato, ripetendolo nell’assemblaggio verticale e orizzontale. Il risultato è un monumento effimero post-contemporaneo, dove gangli metallici disegnano forme inusuali ora innalzate come mura ora articolate in esili silhouette; l’opera “divora” spazio e ne respinge altro, in un tentacolare e impattante disporsi di portali, correnti orizzontali, saette, diagonali e parasassi, pedane: elementi metallici che formano un unico mastodontico corpo che ha scheletro, membra e un cuore pulsante, vero centro dell’installazione diffusa. L’installazione è stata “abitata” durante il Festival da performance musicali e artistiche, coinvolgendo il pubblico ed è stata oggetto di uno speciale workshop fotografico, aperto a tutti, coordinato da Paola Cavalli.

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Ilma Grove house - Andrew Maynard Architects

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The Ilma Grove house is Andrew Maynard Architect’s greenest house (so far). Its planning and orientation is based solidly around passive solar efficiency. All roof captured rain water is har- vested. It has solar panels, high performance insulation, recycled materials, LowE coated double glazing, low VOC materials and, most importantly, it is small.

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Ilma Grove house is an extension to a heritage home in Northcote, Victoria. The extension pro- vides a lot more than just additional space to the current home for 3, it provides the environment for a sustainable lifestyle. From the beginning of the design process, the idea of a sustainable home was part of the brief. The client wanted a place which could be practical and could help their family reduce their ecological footprint. Brick lean-tos at the rear of the original house were demolished limiting the adaptation of old part of the house & containing it within the hipped roof. This allowed the extension to sit next to the original structure rather than invading the rear of the existing building, avoiding extra costs in demolition and reducing construction waste. Adhering to the principal of “small is green” (less waste, less electricity consumption, less materials, less cost) the result is a functional open plan, where maximizing passive solar gain becomes indispensable. A master bedroom has been in- cluded on the first floor with a roof terrace above that overlooks the city to the south and the Dandenong ranges to the east.

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Andrew Maynard Architects took advantage of the north facing backyard, and developed an ex- ploration of mass where segments were carved out in order to maximize sun penetration. This generated a geometrical structure where the internal flesh of the box is revealed with rich timber surfaces, contrasting the raw recycled brickwork.

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The interaction between levels and the idea of blurring lines between new and old, inside and out, introduced the idea of integrating the backyard into the interior of the house, carving the gar- den inside, which currently is being used to grow tomatoes.

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The internal flooring is locally sourced bluestone with the intention that using locally produced materials shortens transport distances, thus reducing CO2. The dark, dense nature of bluestone acts as a thermal mass soaking up the low winter sun & passively heating the house. In summer the high sun does not come into contact with the bluestone allowing the floor to act as a cooling mass in the hotter months. LowE coated double glazed throughout the house ensures that heat is retained in winter and reduces the penetration of heat in summer. These design features com- pletely remove the need for air-conditioning and drastically reduce the necessity of heating throughout the colder months.

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The choice of materials was a vital step in order to create a sustainable structure. It was decided to re-use/re-assemble the existing bricks from the demolished areas of the old part of the house to form the new addition; blurring the line between what is new and what is old. Using recycled materials is a sustainable choice, however there is still a carbon debt accrued by the transport and reworking of materials. The Ilma Grove house avoids this by reusing the bricks of the demol- ished lean-to on site; what was demolished has been rebuilt in a new configuration. This not only avoids waste, landfill and transportation of materials, furthermore it ties the material language of the new structure back into the original house. Face brick masonry is also a durable and a low maintenance material which can potentially be recycled again. Reinforcing the thermal performance of the recycled brick is high performance insulation that has been installed throughout the home.

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After lengthy discussions about the brief the client made a conscious choice not to have an en- suite upstairs. This helped to reduce the size of the addition while also reducing the embodied energy that comes with doubling up on functions and equipment within the home. Solar panels have been added to make the house coal independent. Ample solar energy is har- vested in winter, while a surplus of energy is fed back into the power grid in summer.

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The temptation on a large block is to make a large home. This has been resisted. Maximizing the outdoor space and connecting with it so that it has become a natural extension of the living space was the key. A small house is a sustainable house.

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And like our Tattoo House we decided to graffiti/tattoo/stencil our new creation before anyone else got a chance.

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DIGITAL - Paolo Emilio Bellisario, Lorenzo Fosco

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Installazione temporanea realizzata all’interno del chiostro del museo della ceramica di Rapino (CH) e progettata a supporto di una serie di mostre promosse dalla Pro Loco cittadina. Il progetto prevede la realizzazione di totem luminosi e piani espositivi di appoggio che interferiscano con l’usuale percorso circolare dei visistatori del museo all’interno del chiostro.

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Oltre che sull’analisi dei percorsi e dei flussi dei visitatori, il progetto si basa su una chiara volontà di perseguire criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Da un lato la scelta dei materiali ha favorito il totale smaltimento e recupero di tutti gli elementi utilizzati per la sua realizzazione. Dall’altro la semplicità delle tecniche costruttive scelte ha permesso il coinvolgimento di maestranze e manodopera locali.

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Château de Chillon | Requalification du site et création d’un bâtiment de service - Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati

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Construire sur les ruines Le projet propose la construction d’un paysage architectural sur d’anciennes fondations, source simultanée de merveille et de contemplation. Cette ambition s’inscrit dans le cadre d’une lecture attentive des espaces habitables du paysage, où le projet devient instrument «d’invention, conception d’un lieu théâtre d’expérience dont l’architecture est la toile de fond, le support nécessaire à un événement» (Aldo Rossi). Une approche par conséquent sensible, émotionnelle et sensorielle, dans laquelle la perception du visiteur est indissociable des éléments du lieu – eau, roche, végétation – et où une promenade autour d’un lac peut se transformer en boîte à miracles. Dans le paysage insulaire de Chillon, défini dans les différents épisodes comme le Château, le jardin supérieur, le jardin inférieur, la plage, la rive du lac, s’intègre le bâtiment de service du Château et plusieurs Fragments épars. De nouveaux événements fondateurs qui réécrivent la topographie du paysage, accueillant par sédimentation une architecture construite sur un socle: le nouveau bâtiment de service, un nouveau Pavillon et ses Fragments s’élèveront sur les pierres qui ont servi au lieu, auparavant démolies, cachées, retrouvées puis à nouveau réduites au silence, en leur offrant une nouvelle vie. L’acte de se greffer sur les roches du noyau fondateur de Chillon fait du Pavillon et du jardin un seul élément indissociable avec l’élimination des fausses ruines et la transformation de l’endroit en une enclave de civilisation passée et future, soubassement des vestiges de l’ancien village et du nouveau pavillon.

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Paysages différenciés Le projet a pour contexte un paysage de littoral qui fait de sa perméabilité différenciée et de sa connexion avec l’environnement son point de force. Les promenades, sud et nord, se raccordent à l’ancienne Rue d’Italie laquelle, abandonnant sa mission initiale, devient témoignage de la liaison piétonnière Veytaux-Villeneuve. Depuis et sur le tracé historique se greffent des accès et des parcours semblables à des boutures – construites ou végétales – qui connectent le lieu au système environnant au moyen du pont sur les voies CFF au nord, du passage souterrain de la voie ferrée au sud, et du débarcadère du lac. La rive nord, dont l’essentiel est dissimulé par la végétation, maintient son caractère intimiste où pourra se poursuivre le parcours supérieur, liaison protégée le long de la voie ferrée, et les descentes vers le lac, enclaves domestiques contaminées par les équipements de loisir. La rive sud, imaginée comme un parcours unique pavé en contact avec l’eau, dissimule l’accès routier de la zone et les places de stationnement à ses extrémités grâce à de précieux espaces verts qui accueillent les arbres dans un jeu progressif de vues depuis et vers le château, et mène le visiteur et le promeneur sur un parcours le long du lac caractérisé par des haltes, le repos et l’observation. L’ancienne Rue d’Italie, piétonnière et ouverte aux voitures en cas de nécessité uniquement, retrouvera dans sa dimension et dans le traitement du parallèle de verdure, dense au nord et plus clairsemé au sud, cette progression visuelle qui offre, à partir de l’entrée principale, des images des lieux au visiteur en camouflant les objets de service, dépôts extérieurs, et en soulignant l’entrée vers les héros des lieux, le Château, le Bazar, la nouvelle architecture.

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Fragments spécifiques Un nouveau palimpseste parsemé d’objets nouveaux et existants – le pont sur les voies CFF, le bazar, le pavillon de jardin, le pavillon du débarcadère, le garage, le Pavillon et les Fragments – réécrit le lieu grâce à ces derniers. Une vision du paysage, naturel et construit, comme élément né de la relation entre l’espace perçu et l’espace projeté. S’y insèrent les Fragments spécifiques, éléments diffus, mémoire iconique du nouveau Pavillon et du Château. Les Fragments, petits artifices bidimensionnels ou tridimensionnels, introduisent une modalité cognitive du paysage distincte, aujourd’hui continue et sans interruption, devenant le point de contact avec les éléments du lieu, eau et grève. La vision du spectateur sera catalysée par les plateformes ou cadres oùl’espace n’est pas le milieu dans lequel se disposent les choses, mais le moyen même par lequel la position des choses devient possible (Robert Morris). Fragments Visuels, pontons tendus sur l’eau, représentent les notes de cadrage du paysage sur la rive sud où faire une halte, se reposer ou tout simplement s’émerveiller, tourné vers l’horizon choisi: le château, le lac, les montagnes. Fragments Équipés, des masses creuses, sorte de jumelles, seront intégrés dans la nature, réorganisant en leur intérieur les accessoires nécessaires à l’espace détente sur la rive nord, vue protégée vers le Château.

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Construire dans le paysage construit Le projet propose de construire dans le paysage construit, habité par des formes unitaires ou assemblées, où la stéréotomie et la tension entre les parties suit les ajouts consécutifs définissant l’architecture du château, recherchant une tension entre la morphologie construite et le vide défini par le pont d’accès au château, le Bazar et l’entrée du nouveau Pavillon des services. Le rappel des architectures présentes crée dans le nouvel édifice une Morphologie Pétrifiée, où la dimension spatiale fonctionne à l’intérieur d’une masse qui poursuit le dialogue centenaire établi entre le château et le paysage. Fragment du château, le Pavillon trouve dans les géométries constructives et dans les structures formelles des éléments des tours la double origine de sa volumétrie, sculpture habitée d’une mémoire brancusienne. Ouverte vers le lac, plus compacte vers la terre, la géométrie de la nouvelle architecture tourne son regard vers l’eau et les montagnes tout en se protégeant de la route et de la voie ferrée. Parallèlement, les analogies formelles s’expriment en distorsions contrôlées de la cinquième perspective des vues aériennes du Château, déclarées par une couverture quadrangulaire tendue vers le château lui-même, en dessous de laquelle confluent et se rencontrent les Passages Croisés.

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Morphologies pétrifiées Le volume compact du bâtiment de service rassemble l’héritage de l’ancienne tradition de construction par couches en la revalorisant et en l’adaptant aux nouvelles exigences avec le modelage d’une architecture où le mur cache un espace: le hall d’accueil, les escaliers, les locaux de service, les salles de halte et de contemplation de l’architecture et du paysage. Une Morphologie Pétrifiée donc, dont les fonctions superposées permettent de creuser la matière à ses points les plus symboliques; l’étage supérieur du commerce semble fort, trouéà hauteur de l’entrée et s’ouvrant comme de grands yeux sur l’horizon et le château; tandis que l’étage inférieur de la cafétéria est vidé de son contenu, dessinant ainsi une grande loggia qui traverse le jardin, un vide suspendu entre les fondations et le bloc supérieur. L’idée est née de l’évocation des lieux, de la volonté de préserver le rapport direct entre le jardin et les parcours existants. La nouvelle architecture, s’adaptant à cette nature artificielle, s’insère dans le terrain en exploitant la double connexion avec le lieu, à partir de la route et du bord du lac. Si l’étage commercial se conclut par un espace circonscrit par les limites des murs dessinés d’ouvertures ponctuelles, l’étage cafétéria s’ouvre entièrement au paysage dans une expansion continue et progressive vers l’extérieur à partir des limites vitrées qui l’en sépare, vers l’extension couverte devant le lac jusqu’à l’extroflexion de l’intérieur sur une plateforme tendue sur l’eau, dernier appendice de la cafétéria où se réfugier été comme hiver.

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Passages croisés L’architecture du nouveau Pavillon trouve dans son périmètre l’explicitation de ses rapports avec le milieu ambiant et son lieu d’appartenance, le jardin. À partir des exigences de contrôle et d’atténuation des actions externes, climatiques et sonores, le mur assume en tant que limite la fonction de lieu de continuité, de passage ou de vie, une enveloppe architecturale qui est donc à la fois interstitielle, transitionnelle ou d’arrêt. La structure du mur, conçue comme cavité habitée, devient le lieu d’une expérience spatiale, seuil de dimension variable qui intercepte des passages croisés. Le passage interstitiel séparant la voie ferrée du Pavillon se configure comme une simple soustraction de matière du volume compact et trouve dans le vide sa dimension la plus concrète. La rampe d’entrée, résidu de masse évidée, devient ici un élément architectural et le trait d’union entre les espaces interne et externe. Le passage transitionnel du hall d’entrée dessine un vide-filtre où le visiteur est attiréà l’intérieur du bâtiment de service, entre des murs contenant des lieux qui dissimulent la masse compacte des services aux étages. Le passage d’arrêt, qui correspond à la salle de la cafétéria, garantit la continuité des flux en se configurant comme un espace couvert perméable sur trois côtés. Il a fourni l’occasion d’ajouter une terrasse en saillie sur le lac, extension extérieure de la cafétéria, en complétant une stratification faite de parcours, de haltes et de nouveaux départs.

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Construire l’horizon Le projet du nouveau Pavillon, architecture tendue vers le Lac Léman, présente une réflexion multiple sur le rapport entre édifice et lieu, entre les obstacles visuels et notre corps, et donc entre l’espace et sa perception, le contrôle de l’horizon produisant des sensations et suscitant des émotions car, non seulement le paysage omniprésent sur toutes les faces, omnipotent, devient lassant (Le Corbusier), mais l’encadrement d’une fenêtre peut être une pièce privée à l’intérieur de la pièce (Louis Khan). Le projet transforme le jardin en un acteur de la mise en scène en construisant, non pas autour de ce dernier mais avec ce dernier, une architecture écrin sur le paysage, point d’observation privilégié où la clôture n’est plus une condition d’intimité. Ici, les montagnes, le lac et l’horizon deviennent domestiques.

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Itinéraires distinctsÀ l’intérieur du Pavillon, l’espace, organisé selon ses règles distributives et typologiques, identifie des itinéraires distincts, celui de l’achat et celui des loisirs. Une expérience narrative progressive se déroule à travers la succession d’espaces et de plans visuels dévoilés allant de l’entrée sur la Rue d’Italie, au commerce, à la cafétéria. Le hall s’interpose volontairement entre la voie ferrée et les espaces principaux du bâtiment de service, comme un itinéraire protégé qui filtre le spectacle et les bruits de la route cantonale et de la voie ferrée vers les salles. L’espace de vente, itinéraire commercial dénoncéà l’extérieur par la vitrine sur le château, focalise l’attention sur les longues parois d’exposition interrompues par un cadrage sur le paysage, le Château et les Dents du Midi. Ces deux ouvertures rompent les limites de la salle en renforçant la profondeur de champ de l’observateur, tandis que la pente de l’avant-toit accentue l’emphase visuelle sur les cadrages. La salle de la cafétéria, lieu protégé donnant sur le jardin surbaissé, représente l’itinéraire visuel par antonomase, où le paysage et ses éléments se dévoilent entièrement. Ici, la perspective ininterrompue invite à une contemplation du panorama et offre un repos privilégié sur le lac, à l’abri d’une grande niche hivernale ou d’une loggia ombragée durant l’été, pièce extérieure oùle dehors est toujours un dedans (Le Corbusier).

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Durabilité répandue Le binôme entre la matière – pierre, métal – et les couleurs du lieu, dans la confrontation voulue entre Château et nouveau Pavillon, s’exprime dans une masse unitaire de béton, métal et verre où l’image du passé revit comme manifestation d’aujourd’hui dans une revisitation de la masse compacte et granuleuse du château et des couleurs des peintures murales bernoises. La forte perception volumétrique est renforcée par l’utilisation de béton lavé in situ pour les murs externes et la couverture, et de béton apparent pour les parois internes, tandis que les menuiseries en bronze et verre soulignent, en les recadrant, des vues magnifiques. Le volume suspendu sur le jardin cache des fondations greffées sur des mémoires souterraines et les sauvegarde dans l’histoire. Les murs structuraux, délimitant les zones de services compactes, permettent de dégager entièrement l’espace des deux salles principales en créant d’amples espaces offrant une utilisation flexible. À l’intérieur, la lumière et l’utilisation du bois pour les meubles et les finitions renvoient aux détails en bois de l’intérieur du château, et donc à une dimension domestique des espaces de la vie quotidienne.

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Prishtina downtown apartment - Fatlum Haliti, Menor Pajaziti

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The project is the renovation of an apartment contained within a modern style building originally designed in 1954. The building is a 4 floor residential block in the center of Pristina, surrounded by residential and mixed use buildings. The existing layout consisted of multiple rooms which creating an enclosed feeling within the apartment, the client required a more open plan layout however with the different uses within the space clearly defined. The existing partitions were removed to create a clearly defined space, keeping only the main structural walls to break the space up creating a constant circulation around the apartment and giving the feeling of a single space.

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C114 HOUSE - Fatlum Haliti, Menor Pajaziti, Maja Barlović

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The C114 house is a semi-detached house located in the south-eastern suburban area of Pristina, the capital of Kosovo. It is a private house in a neighbourhood in a suburban residential area of the city.

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The house is composed of different levels and includes: a basement, a kitchen, a dining room, a living room, three bedrooms and three bathrooms.

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The main entrance is on the ground floor and is linked with the kitchen, the main hall, while it is wide open and also linked with the basement, which is converted partly into a wine cellar and part of it serves as a utility area. The wine cellar is conceived in a modern way, and its volumetric composition is simple and shaped with local wood; the floor is made of marble ceramics and walls have a brick covering. The wine cellar provides space for storing 750 bottles of wine in a constant temperature.

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The powerful presence of the white colour in the kitchen and the walls is predominant in the entire interior of the house, where the white colour dominates the walls and most of the furniture that is used in the interior, while contrasting with the nuance of the natural colour of the oak wood.

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From kitchen you may enter into the living room which is a half level up, and is the most special area of the interior, where all the wishes of the client are carefully incorporated, in order to create an area that is not overloaded and there is an easy access to the green yard and to all the three bedrooms, which are in the upper level of the house.

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master bedroom

Stairs are located in the central part of the house, and while going up or down one may still have a view to the living and the dining room, which altogether makes a huge and beautiful open space. The handrails are made of glass as a transparent element that enables side views. The main bedroom has a beautiful view to the green backyard, and it contains the utility corner (wardrobe) and a separate bathroom with shower. The walls are white, whereas 1/3 is covered with wood panels that create a more intimate and warmer atmosphere.

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wine cellar

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MOVING SPACE - MariaGrazia Sergi, Carlotta Operti , Giorgia Pedroni

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Il progetto nasce da una riflessione sul rapporto tra il carattere statico, immobile della Loggia dei Mercanti, edificio storico consolidato, e il continuo movimento, il flusso delle persone che attraversano rapidamente o sostano in essa e nei confini immediatamente adiacenti.

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HOUSE ONE - Arch. Francesco Canzaniello

LOCALE PER FESTE - Arch. Francesco Canzaniello

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In keeping with a desire to maintain the openness of the site and to reduce the ascendancy of this large project, the building was broken down into several spaces. Through their size and layout, which follow the gradual changes in terrain elevation, the buildings achieve balance with the scale of the site and the shape of the paths, landscape features evoking its mining history

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KENNEDY CAFFE' - Arch. Francesco Canzaniello


LOUNGE BAR - Arch. Francesco Canzaniello

RECEPTION - Arch. Francesco Canzaniello

Tanto tuonò - Anna Famiglietti

Zwei Villen in Issing - Pustertal - Martin Stauder

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Dieser 2010 fertiggestellte Neubau von 2 Villen in guter Wohnlage in Issing / Pfalzen in Klimahaus A Standard wurde in klassischer Massivbauweise errichtet. Die Hanglage wurde geschickt ausgenutzt sodass jede Ebene in direkter Verbindung zum Ausenbereich steht.

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Beim Neubau ging es darum, für die 4 bzw. 5-köpfigen Familien ein Maximum an Kubatur und Wohnqualität herauszuholen. Bei der Ausführung kamen Beton, Sichtziegel und Vollwärmeschutz zum Einsatz. Das Erscheinungsbild der Villen erinnert an Feriendomizile. Innenräume werden über großzügige Fensterflächen und Überdachungen auf Terrasse und Garten ausgeweitet.

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Beide Gebäude verfügen über eine erhebliche Nutzfläche, welche sich in beiden Baukörpern auf die zwei Geschosse verteilt. Im unteren Geschoss befinden sich die Schlafzimmer sowie ein Arbeitsraum. In der oberen Etage befinden sich Wohnraum, Küche, Abstellraum und Tages-WC.

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Der Wohnbereich wird über einen Ofen beheizt. Die Restenergie für die Heizung wird über eine Erdwärmepumpe mit Tiefenbohrung realisiert. Den Großteil der Energie zur Warmwassererzeugung liefert eine auf dem Dach befindliche Solaranlage.

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ARREDO NEGOZIO - Arch. Francesco Canzaniello

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Progetto di arredo su misura modulare con carta da parati considerando di poter cambiare il look dei negozi durante le quattro stagioni….......

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