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Nuovo oratorio parrocchiale nel comune di Giubiasco - Katia Accossato, Luigi Trentin

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“The green sea of vines opens from below my window, about two miles broad (…) and on each side of the vine-sea rise the large soft mountains in faint golden-green and purple-gray”John Ruskin, Bellinzona, 1858

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Planimetria

Impianto urbanistico, i volumi Nel rispetto del corpo del vecchio oratorio, che viene mantenuto e ristrutturato, tutti i volumi inseriti non superano l’altezza di 10 metri. Il corpo centrale dell’edificio esistente viene mantenuto poichè se ne riconosce la qualità dello spazio architettonico, costituisce la memoria del luogo e si ritiene che lo spazio interno sia adatto a ospitare una sala polifunzionale per circa 300 persone; ha inoltre una precisa identità e un ingresso autonomo che lo rende disponibile anche per utenti e attività esterne e indipendenti dall’oratorio. Si è scelto di non concentrare tutte le funzioni in un unico grande edificio per non confondere il complesso pubblico con i volumi degli edifici residenziali esistenti: la vocazione pubblica dello spazio dell’oratorio deve essere evidente differenziandosi dal tessuto esistente.

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Sezioni e prospetti

Il vuoto Questi volumi (l’oratorio esistente, il centro diurno, l’edificio dedicato agli scout e la piccola casa del custode) intendono dare forma ad una sorta di campus dove il centro diurno si distingue per essere costituito di un solo piano fuori terra e con una generosa copertura che protegge parte della piazza. Gli spazi liberi del progetto sono chiaramente identificati fra gli edifici e tali vuoti determinano creano i differenti rapporti tra i volumi. Ogni spazio aperto è caratterizzato da un suolo diverso: una piazza pavimentata (al centro), un campo da calcio regolamentare a cinque, un giardino che riprende l’alberatura esistente rendendola piu’ fitta e un’area asfaltata per i posteggi. Il progetto stabilisce così una gerarchia tra i luoghi che ha concesso un elemento di qualità ad ognuno di essi: lo spazio dell’ingresso, le scale in linea (continuità dei percorsi), le logge e l’orientamento delle finestre costituiscono elementi notevoli per ogni ambiente interno progettato. Importante è anche la nuova relazione fra est e ovest che si è cercata di creare, aprendo la barriera esistente (edifici a confine) e proponendo degli attraversamenti in questa direzione.

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Schemi

I collegamenti fra le differenti quote e gli spazi Il centro diurno, totalmente accessibile da utenti esterni, è collegato direttamente alla piazza centrale tramite un generoso portico; le aule delle attività extrascolastiche, del doposcuola e dell’aggregazione giovanile sono collocate al piano intermedio fra il campo da calcio e la piazza. I servizi igienici, risultano accessibili anche dall’esterno. Le attività principali degli scout sono collocate nell’edificio a sud, a livello della piazza, con la possibilità di avere un accesso indipendente.

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Dettagli costruttivi

Ecologia ed energia, costi di manutenzione La scelta dei materiali e delle soluzioni tecnologiche prevedono il rispetto degli standard MINERGIE- P-ECO. Ci si è orientati verso soluzioni che riducono i costi di gestione e manutenzione attraverso il risparmio energetico, la produzione di energetica in loco, la qualità dei materiali e soprattutto l’efficienza degli impianti. I contenuti tecnologici delle facciate sono stati pensati per una facile manutenzione così da abbattere notevolmente i costi di gestione pur mantenendo standar qualitativi e di comfort elevati.

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Tavola 3 di concorso

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Tavola 4 di concorso


BATTELLO PNEUMATICO 10m - arch. Roberto Maglio - NATAstudio

Besançon Art Center and Cité de la Musique - Kengo Kuma & Associates

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Multidisciplinary cultural centre on the riverside of the Doubs to host an auditorium, a contemporary art museum (FRAC – Contemporary Art Regional Funds) and a Conservatoire.

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WHITE ON WHITE, allestimento temporaneo per le statue “Venere e Marte” e “Venere Italica” di Antonio Canova. - Paolo Bornello

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Il tema è stato quello di utilizzare solo la luce per creare uno spazio per esporre le due grandi e famose sculture neoclassiche in gesso bianco “Venere Italica” e “Venere e Marte” realizzate da Antonio Canova tra il 1811 e il 1816 . Il progetto parte dunque dal concetto di purezza e astrazione tipico del neoclassicismo per creare tale spazio attraverso un sistema dinamico di luci a LED temporizzate da una centralina elettronica. Le luci bianche utilizzate hanno temperature di colore molto fredde in modo da far risaltare il bianco opaco e spento del gesso delle sculture. Le due statue sono illuminate da proiettori e sono posizionate davanti a due grandi pannelli retroilluminati. La visione assume il ritmo di una narrazione: una luce stretta inquadra prima i volti e poi alternativamente la figura intera delle statue finchè si accendono sullo sfondo i pannelli retroilluminati creando il suddetto effetto di astrazione.

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The theme was to use only light to create a space to expose the two largest and most famous neoclassical sculptures in white chalk “Venere Italica” and “Venere and Marte” made by Antonio Canova between 1811 and 1816. The project starts therefore from the concept of purity and abstraction typical of neoclassicism to create such a space through a dynamic system of LED lights timed by an electronic control unit. The white lights used have color temperatures very coldvv in order to bring out the white mat and off the plaster sculptures. The two statues are illuminated by searchlights and are positioned in front of two large backlit panels. The vision takes on the rhythm of a narrative: a light narrow framing the faces first and then alternately until the full length of the statues light up the background backlit panels creating the aforementioned effect of abstraction

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Venere Italica

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Venere Italica

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Venere Italica, fasi di luce

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Evolution urbaine du perimetre Vieusseux - Villars – Franchises a Geneve - projet d'environ 550 nouveaux logements - lvph, barbiniarquitectos

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Entouré par un réseau routier et marqué par la présence des grands ensembles de logements des années 70 de la cité Vieusseux, le site est caractérisé par une forte urbanité. Plutôt que d’accentuer encore cet attribut avec une nouvelle forme urbaine rigide, le projet propose une nouvelle structure morphologique très libre pour la densification du périmètre du concours : 12 volumes identiques compacts sont positionnés librement dans un parc, reliés entre eux par un élément de couverture léger. Chaque volume répond aux exigences du programme en termes de diversité et de taille des appartements. Par sa simplicité, cette solution, basée sur la répétition d’un module d’habitation extrêmement performant, garantie l’économie du projet, et facilite toute la problématique du contrôle des coûts.

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ESPACE VERT: Le parc est l’élément qui lie les différentes parties du site. C’est un élément d’équilibre indispensable face à la forte densité du lieu. C’est aussi la verdure qui garantie l’autonomie des différentes parties.

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LOGEMENTS:Chaque bâtiment de logement est organisé sur un principe typologique parfaitement identique. Le plan carré d’étage est divisé en 5 bandes d’une largeur de 4m36, subdivisée en séquence variables pour former les différentes pièces des habitations. Les appartements de 6, 5, et 2 pièces sont répartis sur les 3 premiers étages alors que les étages supérieurs accueillent les 3 et 4 pièces. La variation ponctuelle de quelques cloisons permet d’obtenir les variations typologiques pour obtenir les ratios d’appartements demandés dans le programme. La moitié de la surface du rez est affectée aux espaces pour les vélos, la buanderie et un espace de bureau.

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ENERGÉTIQUE:La forme très compacte et quasi cubique des volumes (23.4mx23.4mx29m) permet de garantir une grande efficacitéénergétique, avec un rapport optimale entre le volume et la surface de façade. La taille du volume permet de rassembler toute les caves et la zone technique sur un niveau unique enterré. PHASAGE:La conception pavillonnaire de l’ensemble permet une flexibilité extrême en termes de phasage. Les bâtiments peuvent être réalisés les uns après les autres, ou par groupe de 2, 3 ou 4, au gré des possibilités du maître de l’ouvrage.

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CONSTRUCTION:La compacité et la rigidité du plan permet d’envisagé une construction très économique, avec des portées ne dépassant pas 4m36. Le principe des façades composées de bandeaux à hauteurs variables permet moduler l’entrée de lumière naturelle en fonction des affectations et des orientations.

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COMPLESSO RESIDENZIALE AD AMANTEA (CS) - nicola ruggiero

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Il progetto prevede la costruzione di due edifici con tipologia a schiera ( n. 22 abitazioni) sulla collina soprastante la città di Amantea . Il lotto edificabile ha una superficie di 3200 mq. L’obiettivo è stato la ricerca di una soluzione per ottimizzare l’area di progetto ( che presenta una forma particolarmente irregolare) si è scelto quindi di realizzare due corpi distinti ma con caratteristiche simili per tipologia e distribuzione degli spazi. Gli edifici si sviluppano su quattro livelli : tre piani fuori terra ed un piano seminterrato . Il primo edificio presenta una successione di muri in pietra e giardini terrazzati che celano una parte delle superfici edificate rendendo percepibile il solo volume residenziale. Il secondo si distribuisce sull’intera lunghezza del lotto lato mare . Ogni casa a schiera è composta da due appartamenti indipendenti comunicanti solo al piano terra. La distribuzione interna degli alloggi è ottimizzata dalla suddivisione per piano in zona giorno/zona notte . Le unità immobiliari sono studiate secondo criteri di sostenibiltà ambientale e bioclimatici – basati sul controllo del rapporto climatico tra la ventilazione e l’ illuminazione naturale, combinate con l’integrazione di tecnologie per il contenimento dei consumi . Nel progetto si prevede di utilizzare come elementi costruttivi , materiali e componenti edilizi tipici del luogo. L’uso della pietra di rivestimento, posata quasi a secco, è utilizzata per le facciate ed i terrazzamenti; le logge, i tetti a terrazzo con il pergolato in legno sono elementi che consentono un buon rapporto percettivo con l’ambiente circostante, che entra visivamente e materialmente nelle abitazioni favorendo la sensazione di contatto con il verde e con il mare.

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Vader House - Andrew Maynard Architects

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Emerging from behind its high boundary wall, the distorted roof form of Vader House interrupts the symmetrical roof line typical of Fitzroy, and breathes new life into this Victorian Terrace. The extension is a framed steel skeleton which envelopes the unusually high masonry boundary wall built prior to height restrictions, reclaiming it into the interior. The roof then responds to site setbacks which result in a distorted and subverted answer to regulations. This produces high folded internal planes, allowing double height ceilings, a mezzanine level and spacious interior.

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The Eastern and Western facades of the extensions are encased in a shield of louvres. These peel back to reveal a folded internal environment of soft colours framed by exposed steel beams. Playfully splashes of deep red enliven the interior which is occasionally punctured by windows allowing a cinematic light to dance over the internal workings of the Vader House. The refined material and colorful palette of the extension, wrapped in a heavy roof form distinguishes itself from the dark masonry clad terrace from which it emerges. These two opposing forms are united by a transparent glass corridor along the Northern boundary wall, framing an outdoor courtyard.

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Strategic planning located the courtyard at the heart of the site, allowing both the terrace and extension to have direct contact with this outside space. It creates a central demilitarized zone that allows activities from the surrounding living spaces to spill into. This courtyard ensures that the entirety of the site is utilised. Definition between these internal and external environments is barely distinguishable. Transparent bifold doors allow for constant physical and visual interaction, between these environs. The extensions is at once inside and out. The courtyard’s location also provides abundant natural light and ventilation into both the terrace and extension, importantly decreasing reliance on mechanical heating and cooling systems.

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The open and seemingly simple nature of Vader House later reveals itself to be one of complexity and ambiguity. Many elements of the design prove to serve multiple functions. The bold stair case becomes part of the kitchen joinery, the louvres act as light control as much as privacy screening, and the boundary external wall doubles as the internal kitchen wall.

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The extension is created out of components that appear to have fallen at the eastern end of the site in a tetris like manner. Unexpectedly a random tetris piece has lodged itself deep within the walls of the original building. This floating block provides the master bedroom with a en-suite reflecting its downstairs companion, fusing the terrace to the extension and giving a glimpse of what one will experience as they move through the site. The anatomy of Vader House also extends far below the site. The timber deck in the courtyard doubles as a retractable deck, when pulled aside reveals a hidden spa, right at the very heart of Vader. Similarly the timber floor boards in the extension form a trapdoor that when opened exposes a cellar, extending far beneath Vader. When these doors are opened, they alter the nature of their spaces significantly, providing the extension with a dynamic and chameleon – like interior.

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Date of construction completed: December 2008
Cost at completion of construction: $600,000
Gross Floor Area: 155m2
Cost per square metre: $3,870

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Chiamata alle arti 2013 - Giò Sìdari, Dani Randazzo


casa a via giulia - Enzo Pinci

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Una casa nel cuore di Roma

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panca rossa

Volta stellata

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volta stellata

panca rossa

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scrivania ferro, legno, pietre di fiume

scrivania ferro e pietre di fiume

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scrivania

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tavolo legno e ferro

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tavolo

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cucina

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pavimento in mosaico e marmi policromi

Spizzè - Caserta - Ilaria Capasso

casa biancorosso - mariano farinella, Matteo Franco

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Situato sulla collina Sant’Elia che guarda Cefalù, il centro storico ed il suo golfo, il lotto interessato dall’intervento presenta forma irregolare e cela al suo interno i resti di una piccola cava di roccia riconquistata nel tempo dalla macchia mediterranea. Il nuovo edificio, una residenza unifamiliare, si colloca ai margini di un contesto già urbanizzato, con un carattere dispositivo assolutamente autonomo rispetto agli edifici vicini, proiettandosi interamente verso lo spazio antistante. Il corpo di fabbrica è frutto di una scomposizione in due blocchi fortemente aggettanti dalla montagna, quasi ad evocare due costoni di roccia appena cavati, che ruotano incernierati, uno indicando la giacitura di corso Ruggero, l’altro puntando invece all’orizzonte marino, in un meccanismo improntato a reversibilità e leggerezza progettuali, che scaturiscono dall’equilibrio della coesistenza pieni-vuoti. Il progetto enfatizza la geometria delle forme e studia la luce specifica per gli spazi destinati alle diverse attività quotidiane, mentre la scelta delle aperture e delle chiusure è strategicamente orientata al panorama. La costruzione si articola su due livelli: al piano terra basamentale trovano sistemazione ambienti-studio, camere da letto e servizi che si aprono su un sistema interno di corti-giardino a cielo aperto. Al piano primo vi è la zona giorno, suddivisa nei due volumi: quello destinato alla sala è tutto proteso verso la cattedrale, l’altro, svuotato ed allungato in un pergolato aperto verso il mare, ospita la cucina; la distribuzione di questo livello è determinata dalle giaciture dei setti sempre tra loro paralleli, tutta improntata a ad una fluidità unidirezionale di spazi e vedute, a non ostacolare mai la fruizione visuale del mare e del centro storico della città. L’espediente degli aggetti (sino a m 3,00) ha consentito di ridurre al minino l’altezza del muro di sostegno, permettendo in tal modo di evidenziare esclusivamente il candore dei due bianchi parallelepipedi – che si stagliano netti dal profilo della collina – e di catturare l’attenzione soltanto sulle due grandi aperture del cannocchiale architettonico puntato verso lo spazio aperto, che non nasconde il rimando all’espressività metafisica della grande “Finestra sul mare” della Fiumara d’arte (Tano Festa, 1989), a pochi chilometri di distanza.

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Workshop internazionale di progettazione IN/ARCH LAB 08 - Giulio Cucciniello, Marzio Di Pace, Giancarlo Solimene

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Progettazione architettonica e urbana di un’area della città di Salerno, individuata in accordo con l’Amministrazione Comunale

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villette abitative - Carmelo Cultraro

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Edificio duplex con 4 miniappartamenti sui 2 piani,mansardati. Per esigenze di cubatura,ma anche per volontà di avere generosi sbalzi essendo l’edificio fronte mare,si è pensata una struttura con parete inclinata e scala esterna. Il calcolo sismico ha suggerito di sospendere parzialmenmte il carico di un solaio a sbalzo,consentendo maggiore leggerezza strutturale. Alla data attuale è in corso di appalto

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Veduta generale

Residence Gemini Sud - Flavio Marzetti, Ing. Livio Marzetti

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Edificio residenziale composto da 8 unità abitative diversifivate tra bilocali e trilocali indipendenti con solo corsello e scivolo in comune, ad alte prestazioni energetiche con tetto in legno a vista. Le facciate sono il risultato di un gioco di colori tra l’intonaco bianco panna e l’intonaco colore nocciola, i parapetti sono in metallo pieno colore beige e la pietra ha tonalità calde del colore della sabbia; anche la struttura in legno si differenzia dall’assito dando maggiore profondità alle falde

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Residence Gemini Nord - Flavio Marzetti, Ing. Livio Marzetti

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Edificio residenziale composto da 6 unità abitative diversifivate tra bilocali e trilocali indipendenti con solo corsello e scivolo in comune, ad alte prestazioni energetiche con tetto in legno a vista. Le facciate sono il risultato di un gioco di colori tra l’intonaco bianco panna e l’intonaco colore marrone i parapetti sono in metallo pieno colore testa di moro e la pietra ha tonalità calde del colore della sabbia; la struttura in legno è in tinta tipo rovere

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Ede Private Practice - Serge Schoemaker

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Serge Schoemaker Architects converted a small medical practice in Ede, the Netherlands. The design requirements were met in a spatially efficient way by introducing a storey high, almost seven metres long furniture wall unit. The new interior offers space, light and privacy.

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Model

The monolithic wall unit is custom made from birch plywood and encompasses seating facilities, archive storage space, drawers for medical equipment and a kitchenette. It has three large openings which slant towards the outside facade and give the interior its sculptural character.

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Interior View

The two largest openings are situated in front of the existing windows, allowing light to pour in from behind the new seating at different angles. The integrated translucent window blinds filter the sunlight and allow the flexibility of privacy within the practice if required.

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Interior VIew

In order to let the practice appear as bright and clean as possible, the walls were painted white and the floor redecorated with a durable lime grey coloured floor coating. The new free standing tables and drawer units were also made from birch wood creating a homogenous and serene atmosphere.

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Interior View

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Interior View

Asilo nido - Sant'Agata Militello - Maria Santomarco Terrano

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L’intervento progettuale prevede:  La riorganizzazione di alcuni spazi interni in conformità agli standards previsti dal Decreto Presidenziale 29 giugno 1988;  La realizzazione di un corpo di fabbrica, giuntato all’esistente, in ampliamento per consentire l’aumento delle superfici, previste dagli standards di cui sopra, finalizzate all’ottenimento della massima ricettività prevista da questo tipo di strutture.

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Vista Frontale

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Pianta Piano Terra

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Sezione

Restauro delle superfici ornamentali in Pietra Dolomia di una Chiesa Barocca (sex XVIII°) - enrico colosimo

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L’intervento ha riguardato il restauro conservativo ed estetico delle superfici ornamentali che compongono i portali , le cornici di finestre dell’edificio ecclesiastico , situato nella Valle di Ledro (TN)

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Veduta di un portale in pietra dolomia

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Dettaglio parziale

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Particolare

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altro particolare

Una nuova centralità per Casinalbo - Federico Berti, marco cortinovis, Alberto Cannizzaro

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Concorso di Idee per la Riqualificazione dell’area denominata “Ex Salumificio Maletti di Casinalbo”. Committente: Società di Costruzioni SOCEDIL SPA in collaborazione con il Comune di Formigine (MO)

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Il nucleo storico di Casinalbo si inserisce nella piccola porzione di territorio compresa fra la statale 486 e la linea ferroviaria che collegano Modena e Sassuolo in direzione nord- sud, rispettivamente con il ruolo di limite, ovvero una cesura invalicabile, e di soglia, cioè una linea valicabile ma caratterizzata da forti criticità. A ridosso delle recinzioni della linea ferroviaria (il limite), i contorni del nucleo storico sono caotici e frastagliati e gli spazi corrispondenti, caratterizzati da cortili privati o semiprivati ed edifici secondari di servizio cresciuti spontaneamente. A più ampia scala, la maglia ortogonale regolare caratteristica del resto della frazione di Formigine, tranne per le aree verdi, fa emergere la carenza di un rapporto fra l’insediamento storico e quelli più recenti che si concretizza lungo via dei Giardini (la soglia) dove vecchio e nuovo si incontrano senza dialogare.

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Il progetto è nato dalla necessità di favorire la mobilità lenta offrendo spazi liberi dal traffico automobilistico e quindi a misura d’uomo. Il presupposto per il suo funzionamento è l’adeguamento della linea ferroviaria Modena-Sassuolo alle nuove esigenze, ovvero quelle di coinvolgere il nucleo storico di Casinalbo aprendolo a nuove dinamiche, di aprire nuovi passaggi dalla via dei Giardini verso ovest, ma soprattutto di sfruttare la portata della linea su ferro per attivare nuovi collegamenti utili a rilanciare la frazione di Formigine. Individuate le criticità dello stato di fatto sono stati estrapolati i seguenti elementi base che assumono un ruolo centrale nelle scelte progettuali: la ferrovia, il nucleo storico, il verde e l’acque, l’ex-salumicio.

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Ferrovia - Abbattendo la cesura tra i due lati del percorso si favoriranno i flussi di attraversamento locali e per renderlo possibile verranno creati dei passaggi pedonali protetti in corrispondenza del nucleo storico e gli attuali passaggi a livello verranno sostituiti da semplici incroci stradali. Nucleo storico - I contorni del nucleo storico di Casinalbo, di forma stretta ed allungata, sono ben riconoscibili rispetto al resto della frazione: Il lato ad est segue ordinatamente il percorso della statale mentre ad ovest è caratterizzato da spazi e volumi irregolari. Con l’abbattimento della barriera ferroviaria questo non finito acquista una nuova permeabilità diventando il tessuto connettivo che consente la relazione con i nuovi spazi di progetto.

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Verde e acqua - L’area di progetto comprende in sé un’ampia percentuale di verde agricolo da conservare che verrà riorganizzata ed integrata col progetto per creare un continuum tra costruito e non costruito e per completare la connessione spaziale in direzione est-ovest. La piccola roggia parzialmente interrata verrà riportata alla luce. Ex-salumificio - L’ex-salumificio Maletti è un insieme eterogeneo di volumi che si sono aggiunti l’un l’altro nel tempo soddisfacendo le necessità funzionali dettate dallo sviluppo dello stabilimento. La direzione di sviluppo dello stabilimento è quella nord-sud come dimostrano le epoche di costruzione degli edifici esistenti.

SEB 12 - BREMBILLA+FORCELLA ARCHITETTI, Davide Brembilla, Francesco Forcella

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The building is located within the pre-existing compound of Scuola Edile di Bergamo-SEB (school for construction workers), an heterogeneous mix of edifices built over the past 50 years that this new architecture joins accurately. Conceived as a mixed-use architecture, the building encompasses a variety of spaces devoted to the different processes and crafts of the construction industry: labs where future builders learn by doing, classrooms for theoretical training, meeting halls, first-aid stations etc. This mixed-use development reflects into the building volume composition, where protrusions, shifts in materials (plaster, raw concrete, metal) and the apparent randomness of the openings arise from illuminating engineering needs and visually and functionally dialogue with the surrounding system. To the south the building is connected to the auditorium, sharing its architectural language and the system of paths. To the east there is the office area, articulated through variable windows which modulate the light over the day. The northern side, which is actually the main façade, is designed referring to the neighboring buildings. Finally, to the west, a double order of openings lights up the classrooms: the first line is placed at eye level, while the second is placed upwards to capture the greatest amount of sunlight. Thanks to a grid of pilotis, the ground floor is left completely free to host construction practice. Rather than establish itself as a solo voice within a complex area, the new building records the conditions of a typical industrial area, functioning as a hinge and as the glue between the various elements, aesthetically and functionally. The result is a multiform and flexible architecture, which will be able to accommodate and serve functions other than those of today. In this perspective, the building is already designed to accommodate further expansion in the future. The building, certified energy efficiency class A, has been constructed with a supported concrete structure and dry stone walls.

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Functional program

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Concept

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SEB 12

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Ground floor

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