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Asilo Nido Aziendale BNL-BNP - Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai

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Il modo in cui è organizzato un edificio per bambini è l’interpretazione delle scelte pedagogiche cui fa riferimento. I bambini hanno un legame emotivo con lo spazio più intenso rispetto agli adulti, possiedono forti doti di sensibilità vivendo gli oggetti e i luoghi con tutto il corpo, attribuiscono un senso agli odori, ai suoni, agli stimoli visivi; il contesto che li accoglie che deve sviluppare e testimoniare queste competenze e disponibilità.

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Il nido aziendale della Banca Nazionale del Lavoro, in via Degli Aldobrandeschi a Roma, si riferisce a un progetto educativo che propone un bambino ricco di abilità sociali e di curiosità nel conoscere. Gli ambienti, in questo progetto, sono concepiti per aderire al metodo pedagogico in modo flessibile per prestarsi ad accogliere diverse attività e per adattarsi, di volta in volta, alle scelte didattiche degli educatori.

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Il nido trova la sua collocazione all’interno di un edificio a corte interamente destinato a uffici e più precisamente in quella che era la ex-sala polivalente a servizio dell’intera struttura.

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Si sviluppa su due livelli: al primo piano l’ingresso con l’accoglienza e gli spazi dedicati alle attività psicomotorie e agli incontri con i genitori (gli stessi spazi possono essere usati come “centro bambini genitori” al di fuori dell’orario scolastico); al piano terra i laboratori per le attività sporchevoli sono in continuità con gli spazi sezione e aperti sul connettivo per un uso dedicato a tutta la comunità. Le sezioni sono gli ambienti di riferimento e di relazione dei gruppi di bambini. E’ nella sezione che quotidianamente l’educatore li aiuta a ritrovarsi a valorizzare gli scambi con gli altri bambini e la capacità di comunicare. In questa scuola, le sezioni hanno la caratteristica di accogliere il gioco, le attività educative, il pranzo e le attività fisiologiche, proponendo diverse soluzioni compositive tra gli ambiti. Sono pensate come un’unità appartenente a un mondo domestico, all’interno della quale è possibile comprendere alcune delle attività solitamente legate ad ambienti laboratorio esterni alla sezione. Tutte le sezioni sono in continuità con il giardino di pertinenza del nido mantenendo una relazione visiva continua con ciò che accade fuori osservando il clima, le caratteristiche delle stagioni, le luci delle diverse ore della giornata. I laboratori sono i luoghi del fare che ampliano le esperienze del bambino. Sono componenti speciali, complementari alle sezioni, in cui possono essere proposte con continuità attività specifiche. Devono generare curiosità e consentire nuove esperienze per un progressivo arricchimento delle capacità di apprendimento. Si presenteranno anche come spazi allestiti in modo da sollecitare l’immaginazione e le emozioni. I bambini possono alternarsi con regolarità in questi spazi speciali e compiere esperienze più articolate rispetto a quelle che sono possibili nella sezione.

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP

Spsk*, Emiliano Auriemma, Carola Clemente, Matteo Giannini, Franco Masotti, Carlo Peiser, Francesco Lai — Asilo Nido Aziendale BNL-BNP


PROGETTO 3D RENDERING ASTANA KAZAKHSTAN - VERGALLI DESIGN & FURNITURE

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Nuovo appartamento in località Astana Kazakistan

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

VERGALLI DESIGN & FURNITURE — PROGETTO 3D RENDERING  ASTANA KAZAKHSTAN

Montevecchia Center - archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo

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The proposal is to create a multi-functional building with a social, cultural and touristic impact in the land indicated by the Municipality of Perego, within the Park of Montevecchia located in the Valley of Curone.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — Montevecchia Center

Montevecchia Cultural Center and Observatory. View.

The project consisting in a single storey building, which will be environmentally respectful and will also appreciate the existing archaeological resources together with the social and cultural activity of the surrounding territory.

Progetto Tavolo Bitt a Monte Carlo Fr - VERGALLI DESIGN & FURNITURE, paolo vergalli

New Public Library Zoersel - OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants

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Project background: The rehabilitation of the site ‘Pleintje’ in Zoersel, where the new library was built, made part of a broader public competition with the aim of revitalizing the entire central area of the town. Standing as a symbol of the town’s ambitions for the entire development, the first step was to construct the public library, located at the town’s square.

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

Design concept: The design was an exercise on the perception of scale; the outcome of the library’s design follows from an attempt to balance the large scale function of a public institution and the small scale context of the town itself. Standing among typical Belgian terraced houses, the architects strove not to disturb the existing urban pattern when creating the library. With this ambition, the volume of the building appears to be subdivided into smaller scale sections that better reflect the local building typology, as opposed to a singular block.

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

Concept realization: The building is made to appear as if it is a sequence of individual sections, each with its own roof profile and its own identity. Also marking the subdivisions are the large windows that are present at the front and rear of each individual element. Inside the library, the subdivisions disappear and the library takes on its larger functional scale. Together, these elements are a reflection of the scaling concept.

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

Building materials: A custom selection of standard, raw and glazed black brick was chosen for the library’s facade complimented by a dark anthra-zinc roof. The interior is painted in a sober white, accented by the revealed wooden ceiling structure. Custom-designed furniture is placed throughout the library, at designated areas including the reception, the children’s reading room, the group and individual reading areas.

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

Sustainability: High standard building insulation, high thermal windows and solar panels enable the building to reach a K-value of 31. Displacement ventilation is used during the day, while natural ventilation occurs at night. Rainwater is stored and reused for flushing toilets. The solar panels on the roof generate approximately 8.7 KWh of energy annually

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

OMGEVING cvba, Evy Depauw, Karol Grygolec, Kaat Balcaen, Tristan Verleyen, Luc Wallays, Peter Seynaeve, Koen Moelants — New Public Library  Zoersel

Scenography Projects - archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo

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Various scenography projects made for Milan Fashion Week 2013 and 2014.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — Scenography Projects

Scenography Project for Milan Fashion Week 2014. Via Palermo.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — Scenography Projects

Scenography Project for Milan Fashion Week 2013. Via Maiocchi.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — Scenography Projects

Scenography Project for Milan Fashion Week 2014. Viale Piave.

Viero - camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya

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ITALIANOEnglish description followsCamposazè un laboratorio intensivo di progettazione ed autocostruzione di oggetti architettonici pensati per valorizzare il paesaggio. E’ aperto a giovani architetti e designer con l’obiettivo di unire in un gruppo internazionale i processi di progettazione e realizzazione pratica di un’opera, valorizzando l’interazione tra diverse discipline ed esperienze progettuali pregresse.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Dopo due edizioni svoltesi in Trentino, Camposaz ha raggiunto le coste Adriatiche di Chioggia, nella provincia di Venezia, dal 9 al 17 giugno 2015. Nel corso di una settimana, partecipanti provenienti da Italia, Olanda, Libano, Inghilterra e Bielorussia, hanno ideato e realizzato 2 manufatti in legno, avvalendosi delle suggestioni tematiche fornite dagli enti organizzatori e sviluppando un approccio progettuale e realizzativo attento all’ambiente, pratico e in stretto rapporto con il contesto ospitante.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Se nelle edizioni precedenti il workshop ha affrontato il tema dei centri urbani alpini, l’edizione svoltasi a Chioggia si è cimentata nella reinterpretazione delle infrastrutture balneari. La progettazione di strutture su sabbia ha imposto ai progettisti vincoli complessi come la modularità, la smontabilità e la rimovibilità.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Vieroè un sistema modulare costituito da quattro totem formati da tre elementi preassemblati. Ogni totem gode di una duplice funzione. Se posizionato verticalmente, si presenta come un’ampia seduta collettiva con una nicchia più intima al suo interno. Se posto orizzontalmente il totem diventa una chaise longue e viene svelata la panca ricavata al di sotto della base.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Viero ha molteplici configurazioni. I quattro totem possono essere disposti orizzontalmente, formando uno spazio chiuso centrale e quattro chaise longue sui lati. Possono essere posti verticalmente, uno accostato all’altro, come un unico elemento scultoreo. Se posizionati verticalmente lasciando dello spazio tra di loro, Vieroè utilizzabile all’esterno come seduta e all’interno come salotto privato.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Essendo stato progettato allo stabilimento “Cayo Blanco”, nel quale si trova una discoteca sulla spiaggia, il manufatto funge da landmark notturno se illuminato.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

ENGLISH(Italian description above)Camposaz is an intensive design and build workshop constructing architectural objects designed to enhance the landscape. It is open globally to young architects and designers with the objective of uniting the process of design and the practical realisation of work in an international group, emphasising the possibilities between different disciplines and past project experiences different person can bring.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

After two editions held in Trentino, Camposaz relocated briefly to the Adriatic coast of Chioggia, in the province of Venice, 9 to 17 June 2015. Within a week, participants from Italy, Holland, Lebanon, England and Belarus, designed and built two wooden items, using the thematic suggestions provided by organisers and by developing an environmentally friendly approach to design and construction, while being considerate to the surrounding environment.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

In previous editions Camposaz has dealt with alpine communities, while the workshop held in Chioggia was rooted in the infrastructure of beach resorts. The design of structures on sand posed the designers with complex questions such as modularity, disassembly and removability.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Viero is a modular system consisting of four totems each formed of three pre-assembled pieces. Each totem has a dual function. If positioned vertically it is a wide seat containing an intimate space inside where as if placed horizontally the totem becomes a chaise longue with a seat revealed beneath the base.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Viero can be configured in many formations. The four totems can be placed horizontally, forming a closed centre from the bases with four chaise longue on the sides. They can be placed vertically together as a single sculptural element or they can be spaced apart a little from each other creating seating on the outside and a private lounge on the inside.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Having been designed for the beach resort “Cayo Blanco”, which regularly holds beach parties, the structure acts as a landmark when illuminated in the dark.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Viero

Private Villa - Luca Picardi

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A private villa in the heart of the French Riviera.

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa

Luca Picardi — Private Villa


The Blue Line - archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo

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This is a redevelopment project for the waterfront of Monemvasia, in Greece, which appears currently to have no identity and, thus, does not exploit to the maximum its potential with its beautiful landscape.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — The Blue Line

Redevelopment of Monemvasia Waterfront.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — The Blue Line

Redevelopment of Monemvasia Waterfront.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — The Blue Line

Redevelopment of Monemvasia Waterfront.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — The Blue Line

Redevelopment of Monemvasia Waterfront.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — The Blue Line

Redevelopment of Monemvasia Waterfront.

archicostudio, Yvonne Iatrou, Chella Fajardo — The Blue Line

Redevelopment of Monemvasia Waterfront.

Casa P+F - margherita mattiussi

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Lo studio dei caratteri architettonici friulani ha costituito la base della riflessione progettuale. L’impianto di progetto ri-declina con linguaggio contemporaneo il tipico sviluppo del corpo edilizio e dell’intorno. Tre sono i temi principali declinati: 1) LA CORTE: è l’unità fondamentale edilizia friulana. La corte si presenta non solo nella tipica pianta delle grandi ville padronali, ma anche nella conformazione degli insediamenti densi tipici dei paesi friulani. In particolare, all’interno del borgo la corte è racchiusa sui lati Nord ed Est da un corpo edilizio sviluppato ad “L”, che presenta il corpo principale lungo l’asse E-O. L’ingresso avviene tramite un androne collocato sul lato nord. Oltre la corte, a sud, si aprono invece gli orti e la campagna. La disposizione a L si rivela fondamentale nell’adattamento alle condizioni bioclimatiche del luogo. Il fronte nord, pertanto si chiude minimizzando le perdite di calore in regime invernale, mentre si apre il fronte sud per il guadagno gratuito.

margherita mattiussi — Casa P+F

2) IL RECINTO: Luciano Di Sopra in “Friulabio” scrive “Lo spazio della corte friulana del passato è delimitato da STRUTTURE PERIMETRALI CHIUSE (volumi edilizi o muri di recinzione) e comunica con la strada attraverso un portone. Il volume edilizio appartiene alla corte piuttosto che alla strada. Infatti i volumi sono chiusi verso l’esterno [...] mentre si aprono verso la corte.” Qui un alto muro bianco che copre lo sguardo racchiude un cortile privato su cui si affaccia e si apre completamente il soggiorno. La testa del muro, stondata, reinterpreta le teste non piatte e squadrate dei muri friulani. Anche il portico della casa è racchiuso da un alto muro rivestito in pietra che riprende l’aspetto tipico dei muri in pietra della zona morenica. 3) IL FILTRO: i fienili del passato presentavano grandi APERTURE FORATE, che permettevano l’aerazione del fieno accatastato. Le graticciate, molto caratteristiche anche dal punto di vista estetico, oggi perdendo la funzione di aerazione dei fienili possono essere rivisitate e fungere da filtro non solo per l’aria e il sole, ma anche per la vista. Qui, delle grate metalliche bianche applicate ali fori murari riprendono il tipico disegno triangolare delle pianelle.

margherita mattiussi — Casa P+F

A fianco delle riflessioni sui caratteri tipologici il progetto è stato sviluppato ex-ante e parallelamente anche dal punto di vista della progettazione sostenibile. Le strategie adottate sono le seguenti: BIOCLIMATICA: orientamento, forma dell’edificio e distribuzione dei locali sono stati pensati in modo tale da massimizzare il guadagno solare gratuito e minimizzare le dispersioni di calore in regime invernale, nonché minimizzare il surriscaldamento estivo (profonda schermatura fissa del portico). Le aperture creano in regime estivo una ventilazione naturale passante verticale nord/sud tra piano terra e piano primo, con motore il vento. Tutto ciò permette di sfruttare le risorse gratuite del luogo. Allo stesso modo i venti prevalenti, provenienti da Nord-Est, vengono schermati al piano primo da due alti muri che proteggono la terrazza aperta.

margherita mattiussi — Casa P+F

INVOLUCRO, MATERIALI, SISTEMI COSTRUTTIVI: prima ancora di pensare alla collocazione di impianti efficienti, si è deciso di massimizzare le prestazioni dell’involucro edilizio. È stata prediletta in tal senso una costruzione in legno lamellare a pannelli pieni, con un isolamento in fibra di legno a due diverse densità. Sistema costruttivo “a secco”, quindi facilmente modificabile o “disassemblabile” pensando all’edificio nell’intero ciclo di vita. Poiché tetti e terrazze sono sempre un punto di grande dispersione del calore, si è scelto di adibire la terrazza a giardino verde pensile, il quale ha la capacità di isolare molto bene d’inverno, mitigare la temperatura interna in estate, permettere un migliore deflusso delle acque dalle coperture e infine, non per ultimo, recuperare in parte la capacità biotica di un terreno precedentemente a verde e ora occupato da un edificio costruito ex-novo.

margherita mattiussi — Casa P+F

Il profondo portico scherma le ampie aperture a Sud

RISORSE RINNOVABILI E IMPIANTISTICA: l’abitazione è indipendente da sistemi a combustione di gas, è invece dotata di impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica al fine di soddisfare sia il fabbisogno di elettricità, tra cui anche l’alimentazione della pompa di calore. Tutte le acque piovane inoltre sono convogliate all’interno di un serbatoio interrato, al fine di riutilizzarle ad uso irriguo e per gli sciacquoni dei bagni. Infine tutti gli apparecchi di illuminazione installati sono a led.

margherita mattiussi — Casa P+F

Le strombature alle finestre del piano primo modulano differentemente nelle stagioni la luce incidente a Sud e Ovest

ADATTABILITA’: fin da subito l’abitazione è stata pensata per poter garantire una reale adattabilità futura per il superamento delle barriere architettoniche. Su tutte le portefinestre sono stati evitati i gradini dovuti all’inserimento di soglie. Sono state scelte soglie ribassate e, laddove non possibile, i profili di scorrimento dei serramenti sono stati incassati per creare planarità tra interno ed esterno. All’interno dell’abitazione una porzione di pavimento ai due piani è stata mantenuta libera dallo scorrimento impianti per poter in futuro inserire una piattaforma elevatrice. Tutti gli interruttori inoltre sono stati mantenuti ad una altezza più bassa maggiormente accessibile anche da posizione seduta. Arredi fissi e spazi ampi garantiscono a tutti i possibili fruitori libertà di movimento e spostamento.

margherita mattiussi — Casa P+F

Nella posa della geopietra "morenica" è stata richiesta una diversa quantità e cura della malta dallo zoccolo, più grezzo, al coronamento, più fine, per riproporre i muri della zona collinare morenica

margherita mattiussi — Casa P+F

Le graticciate bianche sui fori murari riprendono il disegno delle pianelle dei fienili friulani

margherita mattiussi — Casa P+F

La corte racchiusa dal recinto

margherita mattiussi — Casa P+F

Le strombature viste dalla terrazza a verde pensile

margherita mattiussi — Casa P+F

I filtri dei fienili reinterpretati in chiave moderna

margherita mattiussi — Casa P+F

Il giardino sul tetto

margherita mattiussi — Casa P+F

margherita mattiussi — Casa P+F

La permeabilità interno/esterno

margherita mattiussi — Casa P+F

La scala è uno scrigno di legno

margherita mattiussi — Casa P+F

Gli interni sono stati studiati in legno su misura

margherita mattiussi — Casa P+F

I temi dell'architettura friulana rideclinati

margherita mattiussi — Casa P+F

La casa friulana

margherita mattiussi — Casa P+F

margherita mattiussi — Casa P+F

margherita mattiussi — Casa P+F

Desigon - camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya

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ITALIANOEnglish description followsCamposazè un laboratorio intensivo di progettazione ed autocostruzione di oggetti architettonici pensati per valorizzare il paesaggio. E’ aperto a giovani architetti e designer con l’obiettivo di unire in un gruppo internazionale i processi di progettazione e realizzazione pratica di un’opera, valorizzando l’interazione tra diverse discipline ed esperienze progettuali pregresse.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

Dopo due edizioni svoltesi in Trentino, Camposaz ha raggiunto le coste Adriatiche di Chioggia, nella provincia di Venezia, dal 9 al 17 giugno 2015. Nel corso di una settimana, partecipanti provenienti da Italia, Olanda, Libano, Inghilterra e Bielorussia, hanno ideato e realizzato 2 manufatti in legno, avvalendosi delle suggestioni tematiche fornite dagli enti organizzatori e sviluppando un approccio progettuale e realizzativo attento all’ambiente, pratico e in stretto rapporto con il contesto ospitante.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

Se nelle edizioni precedenti il workshop ha affrontato il tema dei centri urbani alpini, l’edizione svoltasi a Chioggia si è cimentata nella reinterpretazione delle infrastrutture balneari. La progettazione di strutture su sabbia ha imposto ai progettisti vincoli complessi come la modularità, la smontabilità e la rimovibilità.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

Lo spazio che il sistema Desigon vuole risolvere è la zona buffer tra il costruito adiacente la spiaggia e l’area nella quale vengono collocate le attrezzature balneari. L’ambiguità di tale area, spazio non costruito ma non ancora attrezzato, la rende un luogo di solo passaggio. Il desiderio di ricucire i due ambiti sopracitati è stato il motore del processo progettuale.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

Desigon fonde la semplificazione dell’arredo balneare alla complessità della composizione modulare. Sono stati reinterpretati cinque elementi di arredo: lo spazio vuoto, la pedana, la sdraio, la panca e la pergola. L’omogeneità dei materiali e dei sistemi costruttivi impiegati, la pulizia delle linee e l’attenta riflessione sulle proporzioni, rendono ogni elemento di Desigon facilmente accostabile agli altri. Ed è qui che sta la forza del sistema Desigon: gli elementi possono formare un’unica piattaforma attrezzata, delle isole indipendenti o dei grappoli in relazione tra loro.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

L’esplorazione dell’esagono alla base del progetto, oltre a garantire una maggiore possibilità combinatoria, spezza la griglia ortogonale che ospita attualmente le strutture balneari della maggior parte delle coste Adriatiche.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

ENGLISHItalian description aboveCamposaz is an intensive design and build workshop constructing architectural objects designed to enhance the landscape. It is open globally to young architects and designers with the objective of uniting the process of design and the practical realisation of work in an international group, emphasising the possibilities between different disciplines and past project experiences different person can bring.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

After two editions held in Trentino, Camposaz relocated briefly to the Adriatic coast of Chioggia, in the province of Venice, 9 to 17 June 2015. Within a week, participants from Italy, Holland, Lebanon, England and Belarus, designed and built two wooden items, using the thematic suggestions provided by organisers and by developing an environmentally friendly approach to design and construction, while being considerate to the surrounding environment.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

In previous editions Camposaz has dealt with alpine communities, while the workshop held in Chioggia was rooted in the infrastructure of beach resorts. The design of structures on sand posed the designers with complex questions such as modularity, disassembly and removability.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

The space that Desigon was asked to address was the buffer zone between the built amenities of the beach and the area in which the bathing equipment is stored. The use of this area is ambiguous with it being neither part of the built amenities nor fully on the beach meaning that it mainly serves as a thoroughfare between the two. The observation of this and the intention to enhance this space was the main aim for the design. This aim was achieved by combining simplified beach furniture with a clever modular system. 

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

Five elements of beach furniture were reinterpreted: the empty space, the platform, the deck, the bench, and the pergola. The simple use of materials and construction systems used combined with the clean lines and equal proportions makes each piece of Desigon fit perfectly together. Herein lies the strength of the Desigon system where it can be pieced together in any formation to create a single independent platform or clusters relating to each other.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

The hexagonal shape, which is a basic aspect of the design, is at the same time a modular figure, which allows infinite configurations, and a conceptual alternative to the orthogonal grid layout that can be found in all the Adriatic beaches.

camposaz, Aliaksandr Shypilau, Angela Guastaferro, Dana Mazraani, Dmitry Belyakovich, Emanuele Biscaro, Luca d'Anna, Marco Spinelli, Maristella Trovanelli, Merle van Marissing, Nicola Bonaldo, Nicola Bove, Tatiana Levitskaya — Desigon

Saturn - Sang A Choi

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The seat Saturn uses the theory of anthropomorphism, as well as standard ergonomic theory. I discovered that pieces for the home are actually treated psychologically more like members of a family, associating feelings of familiarity, domesticity and aesthetic comfort rather than just ergonomic comfort. So still keeping some of the simpler characteristics prevalent in mid-century task chairs, I have designed a domestic piece which celebrates very simple functional characteristics, whilst allowing people to sit, stand or even lie down and work in a variety of positions and places around the home, with ease and enjoyment.

Sang A Choi — Saturn

The user can flip over the seat to change its heights and functions. The hemisphere of foam helps the user to sit with a healthy posture. The user can also sit on the lower seat to use a laptop on their knees. As the chair is separable the backrest can be a towel hanger and the stool can be a coffee table, so suiting a domestic environment.

Sang A Choi — Saturn

Sang A Choi — Saturn

Sang A Choi — Saturn

Pony - Sang A Choi

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My stools, Pony, are earlier explorations into ergonomics which encourage healthy sitting posture influenced by sitting upright on a saddle. They enable people to sit comfortably at a kitchen worktop when working. Robust and functional, they are made using reclaimed climbing rope which is sustainable and durable. The colours of the ropes give this stool a very unusual yet practical aesthetic which complements the tubular steel frame.

Sang A Choi — Pony

Sang A Choi — Pony

Gaak - Sang A Choi

Babysteps - georges hung

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Situated on Arbuthnot road in Central, on the 25th floor of the Universal Trade Centre Tower, BabySteps is new playgroup created to foster a unique learning experience utilizing innovative psychological approaches to stimulate children’s passion for learning. Centering around play, music and art therapy, the focus is on learning development while ensuring healthy psychological growth in every individual child.

georges hung — Babysteps

Within the 160 sqm of commercial floor layout, Babysteps interior is designed around three main concepts: 1. Brightness: open, spacious and inviting layout. 2. Boldness: Enhanced simplicity, spatial depth with transparency and fluidity. 3. Colour: Bringing the joy of colour in an elegant and subtle manner to the context.

georges hung — Babysteps

The interior layout is organized around the principal playzone as the central spatial feature. It is an open, luminous and inviting play area with multiple zones of activities: active, tactile, and calm. A large feature wall with curved geometrical colorful cutouts and built-in storage anchor the space and provides a playful yet calm backdrop against the principal playzone. These cutouts provide glimpse into the classrooms from the children’s level as well as adults level. Behind the feature wall, there are three classrooms that align the glass curtain wall. Modular, these classrooms provide intimate group activities at different times of the day. A moveable partition between the larger and standard classroom allows the creation of a larger classroom for the use of the interactive digital media-board.

georges hung — Babysteps

The entry area is designed to welcome visitors and children alike. Through the transparent glass doors, the entry is made up of a series of curved planes assembled with vertical colour and monochromatic metallic louvers. The gentle undulation unfolds itself into the reception area as well as the staff area containing 4 workstations. The undulation of the vertical fins creates a subtle play of light and shadow and crafts a visual identity for BabySteps.

georges hung — Babysteps

The pantry and the lounge area are the two zones mutually designed for parents and teachers to interact. The pantry is a functionally layout kitchen with multi-colour cabinetry. It evokes a sense of fun and whimsical quality. The colours are derived from the same colour tones as the Babysteps logo. It connects with the visual identity of the playgroup while playfully interacts with the overall subtle monochromatic qualities of the interior space.

georges hung — Babysteps

The Lounge for the parents is a sitting area made up of zig-zagging built-up platforms. Tucked neatly in its corner and against the ledge of the glass curtain wall and without intruding onto the children’s playzone, the lounge allows for a perfect viewing angle of the children.

georges hung — Babysteps

Like a large open loft space for living and working, the interior fitout for Babysteps is a series of connected pedagogical functions laid out within the spirit of a fluid open space where play and learning intermingle into one experience.

georges hung — Babysteps

georges hung — Babysteps

georges hung — Babysteps

georges hung — Babysteps


Nuovo Science Centre di Città della Scienza - Napoli - Giuseppe Tasquier, Sossio De Vita, Stefano Lanzetta, Luca Serafino, Luigi Maresca, Fulvio Narciso, Camilla Russo, Sara Russo

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[BAGNOLI] Tra Fuorigrotta e Pozzuoli, tra la collina di Posillipo e l’isola di Nisida, con vista su procida e Ischia, la piana di Bagnoli si colloca al centro di un sistema di emergenze visive a 360°. La natura vulcanica del sito la configura come l’ennesimo cratere dei campi flegrei. Un cratere di frangia adiacente al “cratere” della baia di Pozzuoli che, con la sua quinta lontana verso Miseno-Procida-Ischia-Cuma,situa l’area dell’attuale concorso all’interno di una serie di visioni analoghe includenti il castello di Baia e l’arroccamento del Rione Terra. [URBANISTICA] Considerando corrette le osservazioni della Sovrintendenza ed in accordo con le direttive del P.U.A. di Bagnoli/Coroglio, l’Edificio è allineato al fronte mare. Liberando le ultime due campate del vecchio edificio in direzione mare, l’area sarà adibita a parco vegetale spontaneo. L’altezza dell’edificio non supera quella media degli edifici della zona. [VIA COROGLIO] Parallela alla linea di costa, da nord a sud collegando Pozzuoli alla collina di Posillipo, l’area di Città della Scienza è attraversata da via Coroglio che prende il toponimo dalla spiaggia aperta sulla baia. La strada separa dal mare l’area dismessa dell’ex polo siderurgico dell’Italsider, costituendo l’unico vettore di connessione territoriale nord-sud. Nel lontano passato turistico, la spiaggia era attrezzata con numerosi lidi e veniva vissuta come il primo mare dopo il golfo di Napoli. Nel più recente passato industriale, la spiaggia è stata caratterizzata dai pontili di scarico/carico per le forniture delle fabbriche costruite nella piana di bagnoli. Nelle previsioni di sviluppo territoriale, la linea di costa e le abbandonate strutture industriali avranno come elemento dialettico nodale la strada che dovrà consentire una nuova, per quanto riscoperta, lettura del mare “negato”. in questa ottica, il progetto deve risolvere tanto il rapporto a raso, o di vicinanza, col mare, quanto il rapporto in alto, o di traguardo visuale, con l’orizzonte del paesaggio.

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Vista a volo d'uccello

[PIENO/VUOTO] L’incendiato museo, con il suo volume a capriate, da la forma al progetto. Due progetti in uno: il progetto del suolo attraverso la liberazione visuale e fisica del rapporto mare-terra; il progetto in alto attraverso la realizzazione del nuovo museo che poggia idealmente sulla vecchia volumetria.

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Vista dal pontile di Nisida

[PASSATO] La Città della Scienza è nata nel 1996 nel quartiere di Bagnoli a Napoli, come spazio educativo su temi scientifici, all’interno di un ex area industriale. la struttura multifunzionale era composta da un museo scientifico interattivo, un incubatore di imprese e un centro di formazione.

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concept

[PRESENTE] Il 4 marzo 2013, un incendio doloso ha distrutto l’area della Città della Scienza a ridosso del mare, colpendo quattro dei sei capannoni che ne costituivano il corpus fondativo e tutti i beni presenti al loro interno sono andati perduti. L’idea, nata dopo circa un anno, è di ricostruire Città della Scienza lasciando traccia delle preesistenze.

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Passato

[FUTURO] Il progetto ha due cardini che puntano alla creazione di uno spazio che tenga in considerazione quel che è accaduto al sito nel recente passato: recuperare il suolo e resti del museo, realizzando un grande giardino che incontri il mare e costruire un volume che sia il “negativo” di due delle campate distrutte. L’idea è di istituire dunque una “memoria cava” ed una “memoria piena” di quel che era Città della Scienza. La continuità visiva verso il mare è stata preservata evitando volumi a raso, ad eccezione dei piloni strutturali, corpi scala di emergenza, servizi e Hall.

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Presente

[ACCESSI] Dall’ingresso Principale si accede direttamente alla Piazza della Ciminiera tra i volumi preesistenti della Città del Gusto e del Teatro Galilei. Successivamente l’infopoint e la Bouvette. Dall’ingresso Nord ubicato sulla Piazza del Mare ne consegue che si ha un accesso diretto alla passeggiata al mare, conseguentemente alla Città del Gusto, alla parte nord del giardino della memoria, alla realizzanda sopraelevata che scavalca via Coroglio ed all’ex pontile mercantile. L’ingresso più a sud è riservato al passaggio di vetture per il carico e lo scarico merci. Il collegamento con il deposito e i locali tecnici è di facile svolgimento. La strada, che viene a formarsi corre lungo il margine sud di Città della Scienza, ha una vista frontale sul mare. La passeggiata a mare è non solo elemento richiesto dal bando di concorso, ma atto di buon senso. la priorità deve essere recuperare il rapporto col mare senza occlusioni visuali, per poter creare un sistema di flussi tra la spiaggia e le varie attività del complesso di Città della Scienza.

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Futuro

[PROGRAMMA FUNZIONALE] Il punto cardine del progetto è la realizzazione di un volume edilizio non superiore alla volumetria di 68.400 mc e attento alla memoria del passato nella creazione di uno spazio pubblico attrezzato per il tempo libero. Al piano del suolo, la Biglietteria/informazioni è pensata come unitaria per l’intera offerta di Città della Scienza, in posizione vicina a via Coroglio in maniera da poter smistare i diversi percorsi di visita anche al di là della strada. Questo nuovo edificio immaginato come autonomo dal museo ma allineato alla vecchia maglia in asse con il teatro. il Teatro Galilei viene rifunzionalizzato con reception/biglietteria, wc e camerini. Alla base del nuovo museo rialzato abbianco 4 blocchi: un blocco tecnico con deposito materiali avente accesso carrabile autonomo e montacarichi, i wc per esterno, lo shop posizionato vicino all’ingresso e i locali tecnici posizionati al piano mezzanino; un blocco con funzione hall avente la prima accoglienza, la scalinata principale e un belvedere rialzato con vista sulla baia; due blocchi scala d’emergenza. Al primo piano, il programma è diviso in 3 aree funzionali aiutate dall’autonomia distributiva dalla posizione centrale dell’accesso e dalle due ampie gallerie, caratterizzate dagli affacci ad Ovest (baia) e ad Est (acciaieria). A Sud è collocata l’Officina dei Piccoli, accessibile autonomamente, con un relativo patio aperto al cielo. Al centro ci sono: i laboratori, il Fab Lab, tre agorà che recuperano la forma a gradoni dall’analogia con le falde andate incendiate del vecchio museo. A Nord, il piano è completato dalle aree polivalenti, aggregabili a seconda delle esigenze tramite paratie mobili. Gli elementi strutturali sul margine del corpo di fabbrica permettono una grande flessibilità nell’organizzazione interna delle funzioni. la luminositàè garantita non solo dalle grandi aperture sul perimetro, ma soprattutto dai quattro patii. Il secondo piano è una serie di grandi ambienti continui in cui vengono allestite le esposizioni permanenti. Il tetto con Sheed consente non solo un’altezza adeguata alla funzione museale, ma anche una ottimale luce naturale da Nord ed un utilizzo energetico delle superfici esposte a Sud. Come funzione terminale del percorso museale è posizionata all’accoglienza una bouvette con affaccio sul mare.

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Planovolumetrico

[PARCO DELLA MEMORIA] Ciò che caratterizza fortemente il suolo è la volontà di conservare la memoria delle preesistenze sopravvissute all’incendio costituendo il “Parco della Memoria”. L’idea è di evocare, attraverso un percorso sensoriale, l’essenza del luogo. Un percorso dove le memorie dei resti affiancate dalle presenze botaniche rianimano lo spazio cavo formato dalle vecchie campate andate in fumo. [LE PIAZZE] Esse non sono solo momenti di attraversamento ma soprattutto parte dell’offerta espositiva all’aperto. La Piazza del Mare è accessibile da nord, è la piazza più grande e di maggior respiro, aperta completamente alla vista del mare. Attraverso di essa si ha un accesso diretto alla Città del Gusto, al Giardino della Memoria e alla sopraelevata che porta al Corporea. La Piazza della Ciminiera è caratterizzata dalla ciminera e da quì si dipanano due dei cardini del percorso nel parco e si ha accesso al Teatro. Una terza piazza “informale” è a Sud, dove i resti di alcuni pilastri dialogano con l’Info Point, la Bouvette, l’ingresso al Nuovo Science Center ed il blocco locali di servizio, generando uno spazio privato legato alla pausa. [RESTI] Della vecchia struttura museale saranno conservati: tutti i pilastri in cotto e la parete con le arcate prospicenti il mare sopravvissuti all’incendio, il planetario, il sistema del suolo con rampe e dislivelli, i tre camini locati vicino al vecchio ingresso, la campata con travi e pilastri in acciaio, la parete sud. il sistema del suolo facente parte della “vecchia” Città della Scienza viene preservato nel suo sviluppo in sezione e modificato solamente in pianta con finiture nuove ed adeguate alla nuova funzione di percorsi esterni. L’ex planetario rimarrà inalterato come “Sala della Memoria”, uno spazio dove l’incendio sarà scenicamente visibile ed esperibile nel tempo. una cella della memoria.

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Pianta piano terra

[ESSENZE ARBOREE GIARDINO] Nella aree botaniche sono previste diciotto essenze arbustive appartenenti alla macchia mediterranea. Il loro posizionamento è studiato per ottenere il massimo rendimento estetico ed olfattivo con il minimo impiego di risorse come l’acqua. Le piante indicate hanno bisogno di minima manutenzione, Alcune essenze necessitano di minore luce rispetto alle altre e sono posizionate nelle zone più ombrose. Sono presenti sette aree verdi di cui una, la più grande (1000 mq), è a fondale sabbioso, sita a nord del lotto. Le restanti sei sono a fondale terroso e coprono un’area totale di circa 1800 mq.

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Piante successive

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Schema Funzionale

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Schema della circolazione

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Assonometria

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Essenze arboree

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Essenze arboree

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Schema struttura

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materiali facciata

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Prospetti longitudinali

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Prospetti lato corto

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Sezione Agorà

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Sezione Hall

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Sezione patio calpestabile

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Sezione collegamenti verticali

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Sezione patio

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Sezione longitudinale

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Dettagli costruttivi

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Vista da Piazza a Mare

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Render Piazza della Ciminiera

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Agorà

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Hall

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Officina dei Piccoli

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Piano Espositivo

La Moresca - Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo

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La Moresca maison de charme è un albergo di lusso dotato di 15 stanze. La struttura esistente, una residenza privata edificata nel 1926 come abitazione per le vacanze estive, fu abitata a sprazzi sino a circa la metà degli anni ’70 per essere poi definitivamente chiusa. L’edificio era stato progettato come casa di villeggiatura, in modo da poter accogliere agevolmente i numerosi componenti della famiglia Criscione di Ragusa: l’edificio, compreso tra due strade la via Dandolo e la via Cagliari, era organizzato su più livelli ed intorno ad un cortile interno.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Sul fronte principale (via Dandolo) davano gli ambienti di relazione oltre alla camera da letto principale, sul cortile interno una serie di stanze da letto, sul retro (via Cagliari) la cucina e gli ambienti destinati al personale di servizio, a seguire un orto e una “villetta”. Un lungo corridoio permetteva l’accesso a tutti gli ambienti, superando la tradizionale infilata di stanze presente anche in edifici edificati ai primi del novecento, due rampe di scale servivano le varie stanze da letto.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Al primo piano sulla via Dandolo una camera da letto che dava su un grande terrazzo, all’ultimo piano un secondo terrazzo estremamente panoramico; sul cortile interno e sulla via Cagliari una serie di camere da letto. Uno schema di distribuzione degli ambienti quindi piuttosto moderno e razionale. La proprietà odierna, considerando le dimensioni eccessive e la semplicità di trasformazione dell’edificio, ha valutato l’opportunità di utilizzare il fabbricato come struttura ricettiva: un albergo a quattro stelle, scelta supportata anche dalla penuria di posti letto nel centro di Marina di Ragusa.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Il processo di trasformazione dell’edificio Liberty da “Casa Criscione” a “La Moresca Maison de Charme”, può essere suddiviso in due fasi temporali ben distinte. La prima fase dei lavori è stata intrapresa solamente dalla proprietà committente che ha elaborato una strategia di intervento definendo il numero delle stanze (14 doppie e una singola), individuato la posizione di un bar interno dove poter effettuare la prima colazione, stabilito le dimensioni delle stanze e dei bagni decidendo di mantenere in maniera sostanziale la distribuzione originaria della casa.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

In questa fase è avvenuta anche la progettazione degli impianti di riscaldamento e di illuminazione che utilizzano tecnologie di domotica all’avanguardia consone ad un uso alberghiero; si è scelto di produrre autonomamente energia per la produzione di acqua calda e di utilizzare in parecchie situazioni luci a basso consumo energetico; si è dotato la struttura anche di un aspirapolvere centralizzato con bocchette presenti in tutti gli ambienti.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

La proprietà committente si è fatta anche carico di selezionare gli artisti che compaiono negli spazi dell’albergo: il fotografo Giuseppe Leone ed il pittore Giovanni Lissandrello. La seconda fase dei lavori ha visto coinvolti gli architetti Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e Nunzio Gabriele Sciveres ed è consistita soprattutto nello studio delle ambientazioni, nella scelta degli arredi, dei materiali e di alcune finiture; nella progettazione del bar e delle passerelle in acciaio.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Gli architetti sono intervenuti nella fase di completamento dei lavori e le soluzioni individuate sono quindi il frutto di condizionamenti dovuti alle scelte precedenti. Lo spirito che anima le ambientazioni va allora individuato nel tentativo di ricreare situazioni domestiche. Si è deciso di riassemblare i “materiali” presenti nella casa secondo schemi nuovi: i pavimenti in cemento colorato e graniglia per fare un esempio, sono stati posati in modo da formare delle strisce colorate, anche i mobili che arredavano le stanze sono stati utilizzati in modo anomalo insieme a pezzi di design contemporaneo ed insieme ad oggetti trovati da antiquari e rigattieri.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Le passerelle di collegamento alle stanze del piano superiore (vicine alle strutture industriali) e la sala della piccola colazione (un volume in ferro rivestito da pannelli di acciaio riflettente) non cercano di mimetizzarsi nel tessuto consolidato del paese, ma mantengono una propria autonomia formale.

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Nunzio Gabriele Sciveres, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo — La Moresca

Wien Museum Neu - Ravi Lopes Calamita, Pep Wennberg, niccolo marini, mayer+seidl, COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS

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As one of the most renowned cultural institution in Austria the Wien Museum is configured as a metropolitan universal museum focused on the history of the city, art and everyday life. Its comprehensive, boundary-transcending scope is to provide to both, inhabitants and guests, a key to the city. The new building must express openness and transparency to gather to the visitors the universal message of a museum/culture for everybody, the museum conceived as an inclusive space, an architectural encounter point. We aims to extend the museum space to the park inviting the city to come in getting closer to the people and creating a more attractive and dynamic environment. A new “Viennese landmark”, a peak visible from distance that not compete with the existing historical architecture enhancing the potential of Karlsplatz framing interesting views of the surrounding. Architecture as interpretation of the place, a building that grows from the ground, an architecture so well integrated that it stands out. Our proposal aims to create a new presence for the city, a new claim for the cultural institution. The location actually looks more like a poorly defined neighborhood rather than an inviting square but the east side of Karlsplatz with the presence of the Karlskirche, the Technische schule, the Musikverein and the Winterthur building ask for a respectful intervention to insert the new building in this variegated architectural context. The subject matter of the competition, is not only to create a new building, a new “Viennese landmark” but to integrate it in the surrounding context fulfilled of architectural momentum thinking to the open space and the urban design as an important/integral part of the project. In Karlsplatz there is actually a lack of active fronts facing each others to create interaction, it looks actually as a gigantic open space/park that is enjoyable but for its urban condition ends up to undervalue the surrounding architectures including the existing museum and the Karlskirche. The intricate and sensitive context led to the central questions: How to respect and preserve the architectural context while creating an attractive presence on Karlsplatz?! How to clarify the faceted urban space while projecting a new building?! How to¬ give a highest quality of spaces to the museum simultaneously adding to its scale? Our proposal is to create a new pavilion in the park, growing from the ground as an interpretation of the place, aligned with the existing axis, roads and building edges and located just in front of the existing museum, to complete the original urban plan of the square enhancing specially the value of the Karlskirche axis. This pavilion will host a new entrance to the museum and a series of accessory uses that could be related more with the public, the park and the city such as the shop, the cafeteria, information point and the new Wien room opened to special views over Karlsplatz. Respecting alignments with the existing buildings specially the Musikverein and the existing museum the new architecture will not hide the view of the Karlskirche from any point of the square and because of its changing height will frame some new perspectives of the church and the surrounding, inviting the people to explore the public space situated on the topographic roof enjoying a different point of view over the entire Karlsplatz. We designed a tectonic building that get higher along Lothringerstrasse becoming visible also from distance while getting lower on the opposite side maintain a respectful approach to the Karlskirche’s neighbors and the existing museum integrate the architecture in the existing environment. The resulting form enhances the museum experience by creating a new clear circulation while blurring the border in between exterior and interior of the museum, an open framework where the main facades looking North/West are conceived as transparent curtain glass wall revealing the interior of the building and its activities to the visitor approaching the area by car, bus, bike or simply walking through the park from the u-bahn Karlsplatz station. The Wien Museum Neu expansion will be linked underground with the existing building to bring the visitor from the new entrance pavilion, hosting public functions to the underground temporary exhibition area, the event space directly accessible from the foyer to the old building, refurbished, hosting the permanent exhibition and the rest of restricted functions such as administration and deposits with a separate restricted access. Visitors that will enter along Lothringerstrasse or from Karlsplatz will be guided through a series of generous lobbies from where they could accede to the different functions and uses required from the competition. On top of the existing building to enlarge the permanent exhibition space a light glass box was added respecting the original U shape of the building and the inner patio maintained in the new design to bring natural light inside the working spaces. Along the visit to the permanent exhibit orchestrated views outside reconnect the visitor with the park, the city, and the rest of the museum. On top of the new entrance the green topography provide space for outdoor displays and activities as a series of “natural” auditorium open air. The new building is designed to complete the existing building respecting its history generating a city opened courtyard more intimate and welcoming in between the two museum buildings. A shadowed canopy for the cafeteria is provided in between the two museum buildings located just on the corner to the Winterthur building allowing the visitors to sit outside having a close relationship with the church and its neighborhood. The simple forms and the choice of materials reflect the institution sensibility, while the gesture of changing height approaching the street transforms a simple glazed building into an abstract sculpture, a rock in the park. An architecture so well integrated that it stands out. To complete the design of the urban space a modify is proposal also for the Winterthur building, the demolish of the bridges that were connecting with the museum to re-establish the view of karlsplatz and the new entrance along the French embassy axis is suggested, as well as the one story elevation with an high limit established at the same level of the museum new roof. Program: The Foyer is located in the expansion building just in front of the existing and lead the visitor to the different uses with a clear circulation. In this area are located also the shop and its storage spaces, a cafeteria with a shadowed exterior space looking to both the museum square and the Karlskirche square. The Wien room is located on the first level of the expansion building having a privileged reading room with views over Karlsplatz, it’s accessible directly from the foyer with stairs or lift and with a direct connection at the same level outside terrace located on the topographic roof. The temporary exhibition spaces are in the underground level located just below the expansion and accessible from the foyer, is proposed as a flexible 1800sqm open space with the chance to divide it in different rooms of the requested dimensions or others depending on the needs of the exposition. Visitor’s fora is located in the underground level below the foyer and directly accessible from the entrance. Workshop area is placed is placed in the existing building underground, and divided in different spaces/room as requested, has a direct connection with the handling and logistic area and both permanent and temporary exhibition areas respecting all the requirements on the brief. Handling and logistic is at existing building ground and first floor accessible through a restricted back entrance with a private loading bay and connected with the workshop, and exposition areas trough a new vertical core located in the south-east corner of the building. Administration is located on the existing building ground, first and second floor taking advantage from the existing building envelope and structure that looks perfect for this use natural light is guaranteed for all the proposal working spaces. Administration has its own restricted access for employers directly from the museum square. Permanent exhibition is proposed at first, second floor of the existing building and on the new third floor expansion introducing along the visit special views on the park and the entrance pavilion.

Ravi Lopes Calamita, Pep Wennberg, niccolo marini, mayer+seidl, COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS — Wien Museum Neu

Ravi Lopes Calamita, Pep Wennberg, niccolo marini, mayer+seidl, COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS — Wien Museum Neu

Ravi Lopes Calamita, Pep Wennberg, niccolo marini, mayer+seidl, COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS — Wien Museum Neu

Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme - Th&Ma architettura

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L’elaborazione della proposta progettuale per un Museo del Termalismo parte dalla volontà di mettere a punto un percorso di visita immersivo, che abbia la finalità di rendere partecipi i visitatori non solo del tema museale prescelto, ma dell’importanza dell’archeologia come disciplina critico-interpretativa, fondamentale per le ricostruzioni di manufatti e comportamenti sociali. Il visitatore ha a disposizione parte del piano terra e l’interno primo piano di villa Draghi per conoscere il mondo delle terme attraverso informazioni visive e sensoriali e ha la possibilità di sperimentare la pratica archeologica negli spazi esterni appositamente allestiti e nel laboratorio didattico.

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Sala dedicata all'archeologia

Nella zona antistante l’ingresso al vero e proprio museo è allestito uno scavo simulato, coperto da una tensostruttura, per l’osservazione delle modalità di rinvenimento, recupero, studio e interpretazione dei reperti. La partecipazione a questo laboratorio, particolarmente indicata per le scuole a fini didattici, può avvenire a inizio o fine visita, come introduzione o completamento dell’esperienza.

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Planimetria Piano Terra e Laboratorio Didattico

Il percorso di visita inizia al piano terra con l’allestimento di pannelli informativi e filmati sul lungo lavoro di restauro di villa Draghi. Al primo piano parte il percorso sensoriale che racconterà l’evoluzione delle Terme attraverso tre aree tematiche: Termalismo nell’antichità, Termalismo e archeologia romana a Montegrotto Terme, Il territorio dall’epoca medievale ai giorni nostri.

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Percorsi

Il percorso sensoriale comincia con la riproduzione di una grotta naturale, in cui viene ricreato l’antico lago sacro, sede del ritrovamento di offerte votive. L’esperienza dell’acqua, della pinoterapia e della fangoterapia vengono simulate all’interno di aree delimitate da una cortina di luce e introducono gradualmente alla vera e propria esperienza della balneoterapia, all’interno di un ambiente termale interamente ricostruito.

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Pianta Piano Primo

La visita prosegue con l’allestimento evocativo del territorio dei colli Euganei. Le curve di livello ospitano in alcuni punti delle teche per l’esposizione dei reperti di epoca romana rinvenuti nel territorio. Un tavolo multimediale presenta le risorse naturali del territorio. I colori associati ai temi dell’acqua, della pietra e della terra sono richiamati nelle bacheche a parete, retroilluminate e dotate di pannelli rotabili. Dopo il passaggio nella stanza del Lapidarium, un colonnato introduce il visitatore in una sala che riproduce l’interno di una villa, con il caratteristico soffitto a cassettoni. Infine, sulle gradonate di un teatro virtuale, lo spettatore potrà visionare proiezioni di immagini legate al territorio, accompagnate da suoni evocativi della vita in epoca romana.

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Sala dedicata alle Ville Romane

La ricostruzione della sepoltura che conteneva i resti rinvenuti nello scavo di via Neroniana porta il visitatore nella terza sezione espositiva, attraverso stanze che rappresentano il territorio circostante Montegrotto con stratigrafie riprodotte alle pareti e proiezioni immersive a 360 gradi. Il percorso si conclude con l’ultima sala che presenta le scienze affini (geofisica, paleobotanica, storia della medicina). Ci si trova in una sorta di laboratorio di ricerca per il completamento delle conoscenze relative al fenomeno termale.

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Spaccato assonometrico della sala delle Ville Romane e del Teatro Virtuale

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Sezioni

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Sezione

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Prospetto dell'ingresso

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Teche pivotanti nella sala dedicata all'archeologia

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Sala delle Scienze Affini

Th&Ma architettura — Progetto espositivo Museo del Termalismo del complesso di Villa Draghi a Montegrotto Terme

Laboratorio didattico

"Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati - Gabriele Firmiano Vitiello, Caterina Reccia

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“[…] a parte sinistra oltre alla corte e casa del padrone, verso levante, si farà la corte con portici che guardino a mezzodì, e più a dentro i coperti per le cascine, ove siano le stalle da cavalli, […] L’aspetto di mezzodìè buono, perché i bestiami godono nel tempo del verno dei raggi del sole che va a basso ed in estate che va in alto, e se non andassero in montagna avranno il fresco dalla parte di tramontana ed ombre dai portici, […] Ma quando la casa del padrone guardasse a levante o a ponente, come accennammo, bisogna mutar faccia, costruendo i coperti e barchesse […].” (Scamozzi, V. (1615). Dell’Idea dell’Architettura universale.)

Gabriele Firmiano Vitiello, Caterina Reccia — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Exterior View - Casa per il custode, BO - Italy

Il progetto “barkèss” vuole richiamare in chiave moderna le costruzioni rurali destinate al custode, al bestiame e al raccolto che affiancavano le antiche ville Veneto-Emiliane. Queste, caratterizzate da una copertura a doppia falda, una composizione modulare degli ambienti e il portico (barchessa) racchiudevano già parte di quegli aspetti bioclimatici, descritti anche dal Palladio, su cui si fonda il pensiero architettonico contemporaneo.

Gabriele Firmiano Vitiello, Caterina Reccia — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Study Model - Casa per il custode, BO - Italy

Così la falda sovrasta la casa del custode ruotata per migliorare l’orientamento del suo lato lungo in cui integrare pannelli solari per la produzione di acs; la struttura composta da elementi modulari in Xlam, il camino e infine i portici, sintesi di una sottrazione volumetrica che garantisce la necessaria schermatura alle porzioni vetrate oltre che un riparo in corrispondenza dell’ingresso. L’attacco a terra rievoca inoltre la suggestione del panorama del vicino parco dei sassi di Roccamalatina in quanto si è scelto di immaginare la casa come “un sasso” che si inserisce nel terreno e al contempo limita il suo impatto nell’ambiente. Questa scelta è volta a simboleggiare l’idea di una residenza Low T.E.C. (low technology, low energy e low cost) in cui ogni accorgimento è finalizzato al risparmio energetico, dei costi e dei tempi di realizzazione; così la scelta dei materiali naturali come il legno, la struttura modulare smontabile e riciclabile, le ampie vetrate per l’apporto gratuito di luce naturale e di radiazione solare e le strategie passive per il risparmio energetico come il portico a sud e le schermature opportunamente calcolate. Barkèss vuole dunque essere sinonimo di sostenibilità ma anche luogo di stimolo creativo e culturale per chi la abita nell’ottica di una maggiore consapevolezza dell’impatto che le nostre case hanno sull’ambiente.

Gabriele Firmiano Vitiello, Caterina Reccia — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

diagrams

Gabriele Firmiano Vitiello, Caterina Reccia — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Solar Shadow Range

Gabriele Firmiano Vitiello, Caterina Reccia — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Planimetry

Gabriele Firmiano Vitiello, Caterina Reccia — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Interior & Exterior View

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