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Villa Le Lac Paulownia - Jaime Hayon

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Villa “Le Lac”, situata sulle rive del lago di Ginevra in Svizzera, è il primo esempio di architettura moderna disegnata da Le Corbusier e dal suo cugino Pierre Jeanneret. Questa struttura in cemento fu completata nel 1924 e divenne la casa per i genitori di Le Corbusier. Quando l’ECAL/University of art and design Lausanne ha informato Cassina che lo storico albero Paulownia piantato nel 1924 nel giardino della terrazza di Villa “Le Lac” doveva essere sradicato a causa di una malattia incurabile, il marchio se ne è subito occupato effettuando nel 2013 il taglio dell’albero e il successivo trasferimento presso la propria falegnameria a Meda.

Jaime Hayon — Villa Le Lac Paulownia

La natura come architettura La scelta di Le Corbusier di piantare l’albero Paulownia non è stata un caso come Patrick Moser, il curatore della Villa e promotore del progetto, ricorda. “Questo particolare albero, considerate da tanti architetti come ‘l’albero sacro’ della villa, è stato selezionato dall’architetto stesso perché i sui rami lunghi dovevano creare il tetto della ‘sala verde’, salle de verdure, che aveva realizzato in modo molto intelligente vicino all’acqua grazie a un muro con una piccola finestra che incorniciava perfettamente la vista mozzafiato.”

Jaime Hayon — Villa Le Lac Paulownia

‘In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso’ (Aristotle) Nonostante i numerosi tentativi di piantare un discendente dello stesso albero, i cinquanta ritagli presi dai rami non sono sopravvissuti durante la primavera piovosa del 2013, e i semi raccolti dai suoi frutti e seminati a diverse latitudini a Corseaux (Svizzera), Parigi, Boulogne-sur-Mer (il nord della Francia), Roquebrune Cap Martin (il sud della Francia) e Bruxelles (Belgio), non sono cresciuti. Nel novembre del 2013, un nuovo albero Paulownia è stato piantato come segno di continuità dell’eredità di Le Corbusier e della sua architettura. Tuttavia nella primavera del 2014, la forza della natura ha prevalso ed è stato scoperto un piccolo ramo che cresceva dal muro della terrazza della villa, molto probabilmente grazie a un seme, lo spirito di Le Corbusier, spinto dal vento. Questo piccolo erede del Paulownia è stato ripiantato a Bourse aux Arbres, nella periferia di Losanna, dove ha raggiunto più di 50 centimetri di altezza.

Jaime Hayon — Villa Le Lac Paulownia

Per celebrare il 50° anniversario della Collezione LC (Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand) e commemorare i 50 anni dalla scomparsa di Le Corbusier, Cassina, con il supporto della Fondation Le Corbusier, ha chiesto all’artista e designer Jaime Hayon di rendere omaggio al grande maestro di architettura creando una serie di accessori dal legno di questo stesso unico albero Paulownia.

Jaime Hayon — Villa Le Lac Paulownia

Oggi il ricordo di Le Corbusier continua a vivere in tre oggetti decorativi che saranno prodotti utilizzando tutte le parti sane dell’albero, fino all’ultima doga. Questi oggetti nominati ‘Villa Le Lac Paulownia’ hanno un riferimento poetico a quello che non esiste più adesso che l’albero è stato tagliato, oltre a un utilizzo specifico funzionale: 1. The Bird, questa scultura funge da porta lettere grazie a una piccola fessura nel suo becco e lungo la curva del dorso della schiena (6×24xh.15cm); 2. The Bird House, custodisce piccoli oggetti come il cellulare, monete, ecc. sia dentro la struttura che sul piccolo piedistallo rotondo rialzato, ha inoltre un gancio in legno attaccato al lato esterno per appendere le chiavi (19×28x23cm); 3. The Ledge, questa mensola a forma di altalena è fissata al muro con due cordoncini in cuoio naturale (50×26xh.170cm).

Jaime Hayon — Villa Le Lac Paulownia

Il legno del Paulownia è noto per la sua leggerezza e la sua versatilità, ma anche per la sua mancanza di rigidità e la difficoltà nella lavorazione, che ha reso il progetto una sfida ancora più grande. Gli oggetti sono stati volutamente lasciati naturali, conservati con un leggero trattamento all’olio per valorizzare il calore di questo pezzo di storia originale di Le Corbusier. Le edizioni limitate saranno numerate e autenticate con il logo di Cassina, il titolo del progetto ‘Villa Le Lac Paulownia’ e la firma di Jaime Hayon. Ogni pezzo, corredato dalla propria carta d’identità, sara presentato con un packaging speciale per evidenziare la qualità inimitabile del progetto.

’’Per me è stato un onore avere la possibilità di realizzare nuovi oggetti dall’albero di Villa “Le Lac” per onorare il grande Le Corbusier. Ho pensato a chi avrebbe più sentito la mancanza di questo bellissimo Paulownia sulle rive del Lago di Ginevra. Ho pensato agli uccelli che cantano con il sottofondo delle foglie che si muovono con il vento, a una piccola casa per quegli uccelli, e ai bambini che ridono felicemente mentre oscillano dai rami. Ho lasciato questo spirito guidarmi nel realizzare tre oggetti che parlano il linguaggio poetico dell’albero, evocandone una nuova vita.” Jaime Hayon. Collezione Réaction Poétique: oggetti in legno per il catalogo di Cassina

Jaime Hayon ha inoltre disegnato altri oggetti che entreranno a far parte della collezione permanente di Cassina: la Collezione Réaction Poétique comprende quattro centrotavola, un vassoio composto da due pezzi a forma di fagiolo, e due tavolini. Anche questa collezione è stata ispirata dalle forme organiche delle architetture di Le Corbusier e dai dipinti esprit nouveau e, fedele alla storia di Cassina e la capacità di lavorazione, è realizzata in frassino massiccio tinto nero con una finitura low-gloss. Gli oggetti, sempre marchiati con il logo di Cassina e presentati con un packaging speciale, avranno una carta d’identità che garantisce l’autenticità di ogni singolo pezzo.

“Ho voluto creare degli oggetti funzionali per la casa moderna come dei vassoi e tavolini, ma come degli elementi sculturali integrando le forme, la luce e l’ombra. Era molto rigoroso, quasi una sfida religiosa, usare solo un materiale e una finitura, mettendo in atto la mia filosofia di design. Ora credo che questa restrizione sia stata più una opportunità per far concepire la vera bellezza del legno insieme alla capacità maestrale della falegnameria di Cassina.” Jaime Hayon.

Il patrimonio di esperienza nella lavorazione del legno Cassina ha una storia consolidata nella lavorazione del legno, infatti, già dalla sua fondazione nel 1927 l’azienda era specializzata in alta ebanisteria. Oggi, la falegnameria del marchio ha una forte esperienza nella lavorazione di tutte le tipologie di legno, ed è particolarmente conosciuta per l’eccellenza dei suoi materiali e i metodi di produzione meticolosi che uniscono l’artigianalità e l’innovazione industriale. Il legno fu un importante materiale anche per Le Corbusier nella sua maturità artistica: dopo anni di sperimentazione con il tubulare metallico, ha ritrovata vicinanza con la natura orientando la sua opera verso gli oggetti elementari e archetipici. Nel 2010, Cassina ha presentato questa collezione al pubblico per la prima volta.

Collezione LC: autenticità prima di tutto Cassina è l’unica azienda autorizzata a produrre i mobili di Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand, in base ad accordi con la Fondazione Le Corbusier e gli eredi dei co-autori con cui intrattiene una costante relazione di collaborazione. Sin dall’inizio della produzione i modelli furono marchiati con un numero progressivo di produzione, uno strumento innovativo per riconoscerne il valore artistico e garantire il controllo della produzione originale.

Cassina crede che sia fondamentale combattere le imitazioni e tutelare la cultura del design al fine di sostenere l’innovazione e la qualità.


Casa ASR - Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri

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Casa ASR si trova al secondo piano di un palazzo dell’ottocento a Ragusa.

Dal rilievo dello stato di fatto è emerso che il piano in og- getto fosse stato già consolidato negli anni 90, nel corso di un intervento di restauro e consolidamento dell’intero immobile. Si è quindi deciso di non intervenire sulle strutture portanti dell’ immobile e si è individuata una strategia concentrata al solo ridisegno degli interni.

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

La grande altezza degli ambienti privi di volte, ci ha indotto a pensare allo spazio vuoto come ad un contenitore nel quale aggiungere nuovi elementi caratterizzanti. Sulla base del programma richiesto dal cliente si è deciso di intervenire aggiungendo solo iperarredi su disegno che dividono gli ambienti e risolvono il sistema distributivo sia in pianta che in sezione.

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

La presenza di un soppalco in ferro rivestito da pannelli in legno laccato divide la grande altezza del soggiorno in due zone, ed essendo staccato da due lati, permette di mantenere invariata la lettura e la percezione dello spazio.

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

La zona notte è introdotta da una serie di pannellature mobili e fisse che contengono elementi contenitori e servizi. La master bedroom contiene al suo interno un volume in Valchromat grigio aperto su quattro lati, che funge da ele- mento divisorio e di disimpegno dello spazio; al suo interno è inserito un secondo volume pieno in legno laccato bianco che assolve la funzione di cabina armadio.

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri — Casa ASR

Piazza della Scala - Milano - Luca Moretto

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L’architettura è trasformazione, la cittàè trasformazione; Milano è una città in divenire, in continuo ed incessante movimento. In uno dei luoghi più simbolici della città, sul quale si affaccia anche il suo teatro più rappresentativo, esso stesso emblema di “trasformazione”, per me la piazza non può che essere un’opera in trasformazione o quanto meno trasformabile. La proposta progettuale mira a costituire uno spazio completamente libero e fruibile che possa prestarsi ad accogliere ogni tipo di attività o allestimento, eventi sempre nuovi che rendano piazza della Scala un polo attivo, interessante e attraente con lo scopo di porla al centro dell’importante percorso museale in cui l’area si inserisce. Il primo evento è la “meccanizzazione” del gruppo scultoreo centrale, la statua di Leonardo da Vinci. Per mezzo di un meccanismo teatrale (ed i rimandi alla Scala sono evidenti), secondo necessità e/o volontà, il monumento può temporaneamente scomparire, calato in una fossa opportunamente ricoperta con una soletta mobile dalla finitura simile e coordinata con quella della piazza. Lo spazio urbano diventa spazio teatrale, ovvero piazza cittadina sgombra e attrezzabile. La piazza potrà così essere o meno caratterizzata dalla presenza dell’elemento scultoreo. Durante manifestazioni con grande affluenza di pubblico la piazza potrebbe presentarsi per esempio sgombra, con la possibilità di montare un palco in uno dei lati; viceversa per l’inaugurazione del Teatro alla Scala e/o per qualche significativa rappresentazione lirica, potrebbe ospitare delle installazioni che rimandino a quanto in procinto di essere rappresentato nel teatro. Un sorta di grande foyer all’aria aperta. In altre occasioni il verde potrebbe essere protagonista in contenitori all’uopo disposti. Per lo sviluppo dei percorsi pedonali viene considerato, come elemento di ispirazione, di pre-testo, il “biscione” visconteo, oggi uno dei principali simboli della città di Milano, che analizzato, scomposto e rimodellato dà vita ad una serie di anse bidimensionali di cui la piazza si compone; questo insieme di curve mira a condurre il fruitore negli edifici circostanti e al tempo stesso invita le attività svolte al loro interno ad “uscire in piazza” creando occasione per nuovi scambi culturali e relazioni, potenziando il collegamento con gli spazi urbani adiacenti, quindi l’unione a livello urbanistico e architettonico. Questo secondo elemento progettuale vede la realizzazione di una nuova pavimentazione, che andrà a seguire il disegno del “biscione”, eseguita con ciottoli uniti da malta alla quale si incorpora un composto in grado di restituire luce durante la sera; questa scelta consente di avere percorsi perfettamente visibili e riconoscibili durante il giorno, illuminati e di grande effetto scenico durante le ore notturne. Si tratta di una rivisitazione in chiave moderna di un simbolo della tradizione che è appunto il biscione, e allo stesso tempo di un elemento peculiare e caratterizzante questo spazio. Inoltre, per integrare ulteriormente la piazza e gli edifici che su di essa si affacciano, i serpenti, intrecciati e di due colorazioni differenti, vedono allargare il proprio tratto in corrispondenza degli ingressi ai palazzi, che sono così collegati tra di loro e con l’intorno urbano. Il ciottolato andrà ad occupare non solo l’area della piazza ma anche il sedime stradale delle vie circostanti e le aree pedonali antistanti gli edifici. L’idea, oltre alla realizzazione del percorso sinuoso, vede un ripensamento totale della pavimentazione dove il ciottolato è affiancato dal porfido. Infine il progetto comprende la riqualificazione di due aree quali Largo Ghiringhelli e la zona di via Case Rotte (lato di Palazzo Marino) utilizzate, anche spontaneamente, come spazi di sosta per motocicli: si pensa ad un intervento materico sulle pavimentazioni, ampliando e trasformando, la prima, non solo in una semplice area di sosta pedonale ma in un punto integrato alle attività svolte in piazza o in un elemento per facilitare l’accesso al Teatro, la seconda in un’area verde, possibile punto di partenza del biscione. L’idea consente di rimarcare il disegno della Piazza stessa, la sua continuità, e al contempo incrementarne la qualità ambientale, la vivibilità, privilegiare la pedonalità, restituire all’area due punti strategici e di collegamento con Piazza Filippo Meda e Piazza San Fedele.

Luca Moretto — Piazza della Scala - Milano

Piazza della Scala: il progetto della sistemazione prevede la possibilità di trasformarla secondo necessità. Un continuo dinamico divenire.

Luca Moretto — Piazza della Scala - Milano

Piazza della Scala: il progetto della sistemazione prevede la possibilità di trasformarla secondo necessità. Un continuo dinamico divenire.

ICO_VILLAGE - MATTEO SEGHEZZI

LGM Lake House - geza

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Project for a house on Lago Maggiore

geza — LGM Lake House

Scattered House

geza — LGM Lake House

Lago MAggiore

geza — LGM Lake House

geza — LGM Lake House

Project's area

geza — LGM Lake House

Concept: THE VOLUME surface: 350 sqm - height: 3 m - volume: 1.050 mc

geza — LGM Lake House

LIFTING the house and the ground

geza — LGM Lake House

FUNCTIONAL DISTRIBUTION

geza — LGM Lake House

SCATTERING THE FUNCTIONS In this way all volumes overlook main views

geza — LGM Lake House

CONNECTING WITH TERRACE open space for collective leisure activities that connects all the volumes

geza — LGM Lake House

FUNCTIONAL DISTRIBUTION master bedroom above the living room, together constituting the “main house”

geza — LGM Lake House

PRIVATE TERRACE arbour shading system and outdoor space for the master bedroom

geza — LGM Lake House

Groundfloor plan

geza — LGM Lake House

First floor plan

Drawings with tecnigraphos - Piero Speranza

Agri-Campeggio "Armonia nella Natura" - Maria Federica Capannini

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Paesaggio e Campeggio vivono una relazione simbiotica. Passare le proprie vacanze in campeggio significa vivere immersi nella natura, all’aria aperta, fare una vita sana, rilassandosi, praticando degli sports, divertendosi e socializzando. Il Camping per molti è uno stile di vita, sempre pronti a viaggiare per il mondo con l’estensione della propria casa :il camper o la roulotte. Un turismo dinamico, più economico rispetto ad altri tipi di sistemazione, amato dai giovani ma praticato da persone di tutte le età. Negli ultimi anni si è molto evoluto, gli spazi di sosta tradizionali sono stati integrati con numerosi servizi, come centri benessere e centri sportivi; si è sviluppato il Glamping (campeggio glamour) e il Garden Villa (evoluzione lussuosa del bungalow), per quelle persone che vogliono vivere a contatto con la natura senza rinunciare al lusso e alle comodità. Ultimamente, anche a causa della crisi economica questo tipo di vacanza si è sviluppata notevolmente, con una clientela più variata, con diverse esigenze, che ha portato una evoluzione al concetto tradizionale di area camping. La ricettività all’aria aperta si trova quindi ad un bivio divisa tra le vecchie usanze del turismo stanziale e le nuove richieste legate ai valori dell’ambiente, alla sua conservazione, alla sostenibilità, a nuove forme di trasporto a nuovi servizi con una crescente attenzione ai temi della qualità.

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

Garden Villa

L’iter progettuale è iniziato nel 2011 ed è collocato in un paese posto nell’entroterra della Provincia di Teramo, si trova in una posizione strategica, è a metà strada tra la costa e il massiccio montuoso,in zona collinare a metà strada tra il mare e gli appennini,si trova in una zona collinare immersa nel verde, il paesaggio è composto dalle linee morbide e sinuose dei colli, caratterizzata da uliveti (l’ulivo è l’albero simbolo del territorio), con squarci di vista sul mare e sul Picco del Gran Sasso. Splendido scenario per gli amanti della natura. Da esso si raggiungono facilmente i principali Comuni limitrofi, punti turistici e culturali. Il terreno si trova all’interno del circuito delle ippovie e piste ciclabili progettate dal Comune. È composto da un Agri-Campeggio volto al consumo di prodotti tipici del luogo e da un Campeggio che per le sue qualità può essere denominato “Centro Vacanza” con annesso centro benessere, parco avventura, minigolf, orto botanico, palestra, piscina, campo da tennis, beach volley, area gioco bimbi. Un’area che integra il campeggio tradizionale con le nuove tendenze adatte ad turista più esigente. Progettato seguendo un’architettura naturalistica nel più assoluto rispetto del territorio. Il terreno ha un’estensione è di circa 15 ettari. L’intento progettuale è quello di creare delle attività di supporto all’azienda agricola, volte a promuovere i prodotti, le tradizione e la cultura del luogo. Lo scopo è quello di valorizzare l’economia rurale attraverso l’integrazione dell’attività agricola con altre funzioni complementari, con settori produttivi compatibili per la tutela e la valorizzazione del territorio, incentivando la fruizione delle zone rurali nel tempo libero, il mantenimento della presenza umana, soprattutto quella giovanile, il presidio dell’ambiente, lo sviluppo dei servizi e delle infrastrutture . L’intervento tende a valorizzare le bellezze del luogo e del paesaggio, aspira a creare una rete di collegamento tra le varie attività produttive del territorio, incentivando un turismo sostenibile, didattico ed educativo confacente a persone di varia età, legato all’attività sportiva e alla vita all’aria aperta. Il complesso turistico presentato può arrivare ad ospitare un massimo di 1530 persone.

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

Villa isolata posta nel sottobosco- agricampeggio

Camping is a life-style for people always ready to make a trip through the world with the extension of their own home: camper or caravan. During last years this concept’s envolved, traditional rest areas’ve been integrated with services. The Camping is located in the hinterland of Teramo’s province, in a hilly area between sea and Apennines, and thanks to its qualities, it can be called Holiday centre, with its wellness centre, adventure park, mini-golf, gym, pool, tennis, beach volley and an area where children can play. The purpose is to develop the rural economy by improving the fruition of countryside, trying to create a link between different productive activities that the area offers, through the increase of sustainable, didactic and educational tourism of people of all ages, linked to sports activities and outside life. The philosophy that guides the project is the “Olive grove’s twig”, that pushed gently by wind and lays down on the land by implanting its form that generates an anthropological place.

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

Glamping

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

Filosofia del progetto

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

Garden villa Campeggio

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

area gioco bimbi

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

vista notturna

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

piazza principale vicino al bar, ristorante, piscina

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

sezioni

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

area gioco bambini

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

gioco per bambini

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

piazza centrale

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

esempi di tende con arredi "Glamping"

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

sport, campo avventura

Maria Federica Capannini — Agri-Campeggio "Armonia nella Natura"

planimetria generale

Il cielo in una stanza - Luana Prete Architetto


Progetto di una libreria - studio avvovato - Piero Speranza

CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat - Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica

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In una Piazza storica, così importante per Milano, un luogo della “rappresentazione” civica, l’unica vera “distonia”è rappresentata dalla “separazione” creata dal sedime stradale. Un dislivello, che rafforzato dalla caotica presenza dei mezzi privati e pubblici, diviene un “fiume” non facile da superare, che di fatto “separa” ed isola. La riduzione (e razionalizzazione) dei traffici, prevista nel Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile di Milano (PUMS), per il centro storico e la creazione di una più accentuata Area a Mobilità Pedonale Privilegiata, attorno a Piazza della Scala, danno delle possibilità progettuali fino ad ora non operabili. Viene quindi logico innanzitutto, quale scelta progettuale principale, portare il livello stradale a quello della Piazza, creando una maggiore generale, possibilità di relazione tra le parti : tra la Galleria Vittorio Emanuele (sistema museale di Piazza Duomo) e la via Giuseppe Verdi (verso il polo museale di Brera); tra via Tommaso Marino (Piazza San Fedele) e via Filodrammatici (Fondazione Trussardi). Dalla ricognizione del luogo, si evince chiaramente, che esso ha già una sua connotazione precisa, anche qualitativa, e molte delle richieste del bando di concorso, già sono operative in maniera più o meno efficiente. Viene logico pensare che un’attività progettuale tesa ad esaudire le necessità espresse (ed inespresse), debba necessariamente rifarsi ad un concetto : “Le cose semplici, sono le migliori”. Ecco quindi che anche la scelta di un materiale “semplice” come il calcestruzzo colorato in pasta, che evoca la “rizzata”, ma garantisce qualità prestazionali (fono-assorbenza, pulizia, ecc.) e di finitura molto maggiori, può essere sinergica alla risoluzione di problematiche contingenti ed al contempo allinearsi con quella che è stata la storia di questa Piazza. Viene così effettivamente a realizzarsi una grande area a mobilità pedonale privilegiata che avrà al centro (attorno al monumento a Leonardo), un’area di accoglienza e di sosta, una “stanza urbana” in cui sono state incrementate le sedute, sostituita la pavimentazione, per renderla più omogenea alle altre parti della Piazza, e resa più complessa la vegetazione delle aiuole (il riferimento sono i giardini di Piet Oudolf).

Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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Gliarchitetti, Dario Sironi, Laura Barat, Michele ranica — CONCORSO PIAZZA SCALA a MILANO - Dario Sironi, Laura Barat

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The Space Inside - Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol

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RELATION TO THE CITY OF FAENZA For Faenza, the competition area has always been an open space where the various social and service activities were running simultaneously.In the city with dense structure pattern, such open space always reflect as a contrast and is being considered as quality and a great potential. Proposed solution once more restore forgotten social place without having to radically alter its intimate character. Therefore the space does not become only one more city square but an unique, memorable and recognizable element of Faenza. To ensure fluidity of the place, four additional entrances were employed. In order to smoothen the transition between the city and competition area the main entrances are designed as filters, so that visitors enter the space trough the building or behind the wall. City of Faenza has a shortage of parking areas, but it is a problem that should be solved on a broader scale. Putting parking spaces on site would greatly decrease the quality of the space and preventing it to evolve to it’s full potential. The problem of parking on the site can be solved with an underground parking garage.

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

View over main courtyard

ARCHITECTURAL DESIGN Proposed solution attempts to revive the atmosphere that once inhabited this place. Continuous U-shaped roof, that is inserted within existing walls, create a longitudinal covered public space that has the same character as arcades – element that’s been present in this area for centuries. Roof also define main courtyard by giving it a new facade and form a park that becomes a green heart of Faenza. Tension between the new structure and the existing old walls becomes intimate private space of great quality. Program is inserted in the way that always answers and reacts with the problems and potentials of the location. On the north side of green area, where unfavorable blind facades lies, the proposed programmatic scheme place a multipurpose/student dormitory. Dormitory is put into volumes that meaningfully complete the rear facades of the residential buildings and create a new facade that faces the park. On the east side of the green area, where roof represent dividing line with main courtyard, a multipurpose hall is placed. Generally, the hall is being used as a new gym for university and student dormitory and can be opened to the park. In case of other events this hall can be opened to the main courtyard, becoming the stage, market,etc… This large, compact volume create a corner of a main courtyard and define new square. On south side, new park is closed with a series of intimate multipurpose workshops that opens to the park. This places are intentionally lower and hidden under the roof, so that they respect the dimension of existing wall.

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

View over student housing and park

MATERIALS AND CONSTRUCTION Materials employed in the project are referring to the local surroundings and are used sensible according to the use and creating different atmospheres. They are linking element between existing built structure and greenery. Three main public spaces, Main Courtyard, Minor Garden and Urban Oasis, are trying to express their character through materiality. Main courtyard is paved with gravel. Sound produced by walking gives you feeling of being in a pleasant court. In the courtyard, canvases on steel poles are introduced, to create minimal covered spaces for multipurpose occasions and they can be easily removed or employed. When removed, steel poles are left as an urban installation. Minor Garden is left in green carpet of meadow with added simple wooden urban furniture to be used mostly by students. Character of urban oasis is defined by built stucture and nature. The balance between these two is found in leaving the central space empty, while the edges are built in complementary materials. All three public spaces are connected with laid-brick carpet, which flows beneath covered spaces and mark entrances to the public buildings. Pavement is given an important role of creating gradient between different levels of privacy and guiding people through spaces. The construction of the interventions is relying on local architectural qualities. The U-shaped roof, as a paraphrase of loggia, becomes the vital integrity of the area. It is made of steel beams and columns with paper-like thin roof. The volumes inserted are forming a play between enclosed volumes and in-between spaces. Student dormitories are made in reinforced concrete with local stucco, of which visual appearance gives an impression of integrity of the built structure. Sports hall is constructed of laminated wooden beams, covered with vertical wooden panels, with openings at the ground level. Soft wood structure provides an non-rigid appearance and sense of lightness. The in-between spaces underneath the U-shaped roof are wrapped in glass, so the structure can visually and physically communicate with the surroundings. Selection of the materials is not taking only costs and quality into consideration, but it is also completing the fragile characteristics of the existing spaces.

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Project site intervention

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Past versus present

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Site plan

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Programmatic scheme

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Relation to the existing tissue

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Existing site

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

First phase

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Second phase

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Third phase

Dominik Košak, Miha Munda, Ambrož Bartol — The Space Inside

Longitudinal section

Grosseto, progettare il presente - Thomas Malaguti, marco marchini, Valentina Aversa, Gianluca Savio

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UN’IDEA PER PIAZZA CADUTI DI NASSIRIYA | Una prima riflessione sul concetto di piazza impone un chiarimento sul suo significato dal punto di vista sia fisico che funzionale. Un luogo di aggregazione, di svago, di permanenza temporanea o, a volte, di semplice passaggio, si riconosce come piazza quando sono ben riconoscibili i suoi limiti spaziali, quando i suoi fruitori se ne appropriano e vivono l’ambiente, incentivati dal modo in cui quello stesso spazio è stato disegnato, organizzato e predisposto. Un’idea aprioristica dell’uso futuro di uno spazio aperto è spesso smentita dalla sua fruizione effettiva. La creazione di uno spazio-piazza, se si vuole supporre la garanzia del suo utilizzo, non può concludersi col disegno del progettista: il tempo e le esigenze dei fruitori lo possono e lo devono modificare. Lo spazio “raccolto” e definito della piazza è anche il luogo della socialità e della costruzione in divenire, effettuata anche, e soprattutto, da chi è indotto a vivere quello spazio.

Thomas Malaguti, marco marchini, Valentina Aversa, Gianluca Savio — Grosseto, progettare il presente

IL SITO | Piazza Caduti di Nassiriya è carente di quegli elementi che la configurerebbero come piazza nel senso espresso in premessa, ma gli input non mancano. E’ importante, per comprendere questo spazio, concentrare lo sguardo sulla sua collocazione privilegiata e, allo stesso tempo, complessa tra il nucleo antico della città e i quartieri novecenteschi: un’area intermedia tra due momenti storici e costruttivi di Grosseto, marcata dal limite delle mura urbane e dalla via che lambisce la cinta bastionata. Allo stato attuale, però, mancano una definizione dello spazio e una sua chiara destinazione d’uso che inducano i fruitori a stazionarvi. Piazza caduti di Nassiriya si colloca in uno spazio simile agli altri frapposti ai bastioni nelle aree extramoenia, attualmente utilizzati a vari fini. Certamente non si può non immaginare tale piazza esclusa dal sistema fruitivo esterno e a ridosso delle mura, ipotizzando una messa a sistema della percorribilità, magari lenta (percorsi pedonali e ciclabili), intorno alle mura o a una riqualificazione architettonica coerente dal punto di vista formale e costruttivo delle aree suddette, affinchè tutto il perimetro extramoenia abbia una sua caratterizzazione architettonica, adattabile alle vocazioni d’uso di questi spazi. Una potenzialità del sito è via Amiata, collegamento tra la città storica e l’esterno, che può diventare la polarità della nuova piazza. Se il rapporto spaziale più immediato è, nella configurazione attuale della piazza, con l’area esterna alle mura, può risultare interessante implementare quello col centro storico. Questo è già possibile per mezzo di via Amiata, collocata comunque in una posizione periferica rispetto all’estensione della piazza, e per questo configurabile come accesso privilegiato ad essa per chi intende passare dalla città contemporanea al centro antico e viceversa. Un ulteriore punto di contatto ideale può essere realizzato tramite strutture in elevato, collocate in punti prossimi ai bastioni tra cui la piazza è collocata, che permettano di traguardare visivamente la città entro le mura. Se l’obiettivo è un utilizzo quanto più variegato e continuativo della piazza che si vuole riqualificare, allora si può immaginare non di caratterizzarlo con una funzione specifica, ma di diversificare gli spazi al suo interno e gli usi degli ambienti costruiti che vi si inseriscono, predisponendo una certa variabilità e adattabilità degli stessi alle esigenze dei fruitori.

LA PROPOSTA PROGETTUALE | Le suggestioni, le carenze e le potenzialità del sito trovano risposta nell’idea generale per il disegno e la costruzione della piazza. Il principio compositivo di partenza è l’individuazione di un modulo aggregativo, su cui predisporre l’arredo e il costruito, eventualmente ampliabile, secondo le esigenze individuate in tempi successivi dalla collettività, adoperando strutture leggere e compatibili col principio dell’autocostruzione. Alla base del disegno viene impostata, quindi, una griglia modulare delle dimensioni di 3×3 metri, segnata nella pavimentazione stessa, realizzata recuperando la pietra attualmente messa in opera e traversi di legno posti a margini del quadrato di base. Ogni modulo, laddove non rimane bidimensionalmente pavimento, si sviluppa in alzato e viene declinato secondo alcune varianti che definiscono il costruito e l’arredo della piazza: - modulo pieno, per gli edifici previsti, eventualmente componibile in pianta e in alzato, come nel caso delle torri panoramiche; - pensilina, per le coperture degli spazi di pertinenza degli edifici, per i depositi biciclette, per la parte sommitale delle torri panoramiche; - sedute, bordi rialzati che delimitano aree a verde; - podio, modulo rialzato e aggregabile per la definizione di spazi utilizzabili, ad esempio, come area fitness o come palco pubblico. Tutte le strutture sono assemblabili e in legno: per i moduli pieni e le pensiline, i montanti sono ancorati alle traverse della pavimentazione e, su di essi, si assemblano, nel primo caso, le tamponature realizzate con un pacchetto prefabbricato, a secco, e rivestito esternamente in listelli. L’accesso principale alla piazza avviene in corrispondenza di via Amiata, per mezzo di tre gradini e due rampe. Si crea, in quel punto, uno slargo prima della successione delle strutture posizionate tutte sul lato sud est e ospitanti varie funzioni: punto ristoro, sala polivalente, laboratori. In prossimità delle scale che portano al parcheggio e all’area del fossato sono collocate le pensiline del deposito bici. In due punti vicini ai bastioni si elevano le torri panoramiche. La regolarità della griglia geometrica si rompe con la sovrapposizione di tre aree: area gioco, albero canestro e skatepark, individuate, a pavimento, dalla linea curva che individua l’area svago al centro della piazza.

"Chahna" - House at Glenhill Saujana - Ramesh Seshan

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Seshan Design Project team: Azlan Syarawi, Jeslyn Ko, Amin Madhadzir, Ramesh Seshan Main contractor: SmartHome Construction Sdn Bhd Interior / Specialists steelworks and cladding contractor: Kiara Orbit Sdn Bhd Original Architect: YWK Consultants Sdn Bhd – Ar. Chai Chin Foo (signing architect) Photography: by Rupajiwa Studio

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

We were actually recommended to the clients by our friends who are also architects but were too busy to take on the jobs themselves. The clients had already started building the house but after a while they had started to search for another Designer/Architect to take the project to a new level and achieve the new ideas the clients had envisioned.

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

The clients’ earlier house was built in the Tropical Balinese resort look which was popular about 15 years ago. For the new house, the clients wanted something different so they attempted to build the house in the currently popular raw/industrial look with fair face concrete and fair face brick wall elements. But the clients (Captain Lee in particular) also had an affinity of all things retro and vintage. He was based in China for work and thus had access to a lot of retro products. He even brought back a vintage World War II Russian motorbike with side car!

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

So they wanted the house to have a fairly retro theme (or themes as it turned out!) to it, especially for the interiors. We met, took the clients to see some of our ongoing projects and we hit it off!

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

When we were brought in, the house was already complete structurally – all the concrete structure, roof and most walls were done. The windows were not in yet – they were enroute from China! – the client had really good quality double glazed windows and doors ordered and manufactured in China and sent to Malaysia to be installed by the main contractor here. We made a trip to Guangzhou as well to meet up with the supplier and check out what other cool building materials/ components we could get from there.

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We had to assess the house as a whole, if possible try not to change too much unless it was really necessary to make the spaces work better. Clients had already engaged a kitchen specialist to sort out the dry and wet kitchens. We re-looked at all the spaces, adjusted some walls here and there, redid the entire electrical and lighting layouts, redesigned all the bathrooms, and also proposed additional elements such as railings, screens, panelling, custom lights and other architectural devices.

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

The really best part of this project was we had really quirky clients(!!) who like so many different things and anything could be possible! And the fact that the clients had access to getting fairly exotic components sourced and manufactured quite inexpensively from China made it all the more appealing!

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There was no one real underlying concept per se for this house but the client ended up themeing different parts/areas of the house. The design of the house also evolved from ideas and discussions going back and forth between us and the client. Either the clients or us would come across something interesting – like something we saw in a magazine/online or they in a shop in china ,and we’ll start sending pics to each other and be like “this is cool!!! lets do this!!!”– that’s pretty much the design process!!!

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The interesting thing is, the house could actually take the variety and ecclecticness of it all. It became a house which was very rich in content.

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The first floor outdoor lounge and bar, was envisioned by the clients as a marriage of both colonial and classical Hong Kong themes . The black and white intervals of the bamboo blinds portrays the colonial influences in Malaysia , whilst custom cut geometrical ceramic tiles and symmetrical Chinese influenced railings in black lines three sides of the lounge. The client managed to source for old barber chairs as the bar stools and we re-jigged an existing vintage cabinet he had into a bar cabinet.

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The top floor was orignally inspired to look like Mies Van der Rohe’s Barcelona Pavilion and we had the idea to actually make his wardrobe door panels out of the signature travertine used in the Barcelona Pavilion so they became the backdrops to the rooms. After developing the design and sorucing the material, it turned out to be too expensive and complicated a feat. So we decided to scrape the idea.

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Captain Lee then came across a wardrobe supplier in China who could print full size graphics on wardrobe doors so thats when he got the idea of printing custom graphics on them! So in the end the children’s love for music was aptly represented by these built in wardrobes with large silhouettes of the two great music legends – Jimi Hendrix and Jim Morrison!! We dug up and editted the images to suit which we sent to China to be fabricated. The installations were done here by the local interior contractor.

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The main master bathroom screen at the front was actually conceptuallized a lot earlier as a facetted and fairly organic formed skin around the master bathroom. It was delayed and pushed to end due to costs and also because the client wanted to prioritise moving into the house first. So the screen was the last thing to end up being installed. We had to revise the design many times until we came up with a design that suited the clients’ budget. It became a steel framed structure, clad with stained cement board. When it was complete – we were all so excited! It really looked like part of the Sandcrawler (the Jawas’ mobile home in Tatooine from Star Wars). It also really looked like we clad the house with corten steel! That’s one of our specialities – we can make inexpensive material look really expensive!!!

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The glass bridge links the 1st floor terrace towards the master bedroom and the external floating steps from the poolside. Looking above from the entry foyer , frosted glass panels over the bridge permeates shadowy silhouettes.

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The original bare concrete spiral staircase are fitted with brass inlays and encased with thin ex-met panels for railings and fine rods that houses several downward lights

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70’s Shanghai soap opera scenes dictates several notable elements across the house , mainly the driveway full height swivel bronze panelling, the lounge railings .The elements are clad/ built in bronze creates a contrasting palate against the raw finishes and black profiles

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Elements from the old Malaysian shop houses are borrowed, from the folding metal sliding doors /sliding grills of the storeroom and children’s bedroom floor to the “V” profile railings that’s prominently featured across the house.

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External door elements , the main and side gates in particular were designed from scenes from the movie “The Great Gatsby” with Art Deco elements. Symmetrical intricate lines that breaks the monolithic outlook of the ” ziggurat”perimeter walls.

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Furniture comprised of the clients’ private antique collections acquired throughout the years from Bali and China, several quirky adaptive reused furniture pieces and a series of custom made furniture that takes us back to the American 50’s era (heavily inspired by Madmen tv series)

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Thin profile trees softens the outdoor hardscape, with a trampoline at the rear for the children’s to have fun exercise !

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Three different floor finishes creates a visual separation of each floor. India green for the lower grounds, rosa levanto for the first and cement flooring for the 2nd floor.

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We tried to incorporate as much natural cross ventilation as possible but were unable to at some areas especially the rooms upstairs as the glazings and windows were all ordered and fabircated in china when we were engaged. Luckily they were double glazed panels so the heat gain was not so drastic in the rooms. The common areas and ground floor are all very well natural ventilated. The high ceilings, central courtyard and loads of glazing help in terms of natural lighting.

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

Ramesh Seshan — "Chahna"  - House at Glenhill Saujana

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CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO - Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto

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Il progetto esprime l’idea di non affidare la riqualificazione – rivitalizzazione di Piazza della Scala, il cui valore storico-monumentale è oramai consolidato, ad un semplice sistema di arredo urbano quali pavimentazioni, aiuole, corpi illuminanti e quant’altro…(in passato operazioni di questo tipo non sono stati risolutivi in tal senso) ma piuttosto ad un intervento che possa contribuire a rendere la Piazza Scala un luogo memorabile, di forte impatto visivo, un luogo con una fruizione più vitale, che sia la logica conclusione di un percorso urbano che parte da Piazza Duomo attraversando la Galleria V. Emanuele.

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Foto aerea

La piazza del Teatro alla scala di Milano, gli edifici che la compongono, il tessuto urbano che l’ha determinata, poggiano le loro fondamenta fisiche su un luogo ricco di storia sedimentata le cui tracce appartenendo allaimmaterialità della memoria; fili sottili da riammagliare, relazioni tra luoghi prossimi ed altri distanti: l’icona della Madonna della traslata nella chiesa di San Fedele, il sedime della strada su cui s’affacciava in origine il teatro, il rapporto assiale col Duomo e la sua piazza attraverso il cannocchiale della galleria, il segno circolare lasciato da Beltrami nel mezzo della piazza che segna il “centro” del vasto cerchio della città contemporanea.

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Vista aerea

La soluzione proposta consiste nella realizzazione di una grande COPERTURA, una struttura in acciaio ad intelaiatura reticolare spaziale, che intende interpretare la classicità dell’architettura della piazza ma in una chiave “moderna” e più legata alla contemporaneità: una leggera membratura sorretta da esili pilastri dove poter sostare per cogliere il senso unitario della piazza e delle architetture che la definiscono, per divenire luogo della rappresentazione di eventi urbani di varia natura, essa copre gran parte della piazza lasciando liberi gli ambiti viari sui fronti degli edifici esistenti. E’ stato eliminato il centro apparente costituito dalla presenza della scultura dedicata a Leonardo da Vinci (forse solo simbolico che reale), insieme alle aiuole, gli alberi, le panchine, per dare luogo ad una nuova e diversa centralità.

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Schizzo di studio

L’intradosso della copertura, costituito da superfici a piani inclinati, è pensato come un grande caleidoscopio che si illumina di notte e che di giorno “illumina la luce del giorno”, modulando le ombre che la luce naturale diurna produrrà all’interno della piazza.

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Schizzo di studio

I pilastri in acciaio, disposti apparentemente in modo casuale, si sviluppano per circa 25 metri, un’altezza tale da non alterare la percezione dei fronti architettonici degli edifici della piazza, lasciando ampi squarci di cielo tra i bordi perimetrali della copertura sempre paralleli alle sommità delle cornici degli edifici esistenti; le superfici dei pilastri percorsi da una luce discreta si coloreranno di notte. I bordi perimetrali della copertura saranno inclinati per consentire, da alcuni particolari punti di vista, di riflettere frammenti dello Skyline milanese.

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Il modellato dell'intradosso

Il piano della piazza su cui poggia la nostra installazione avrà un semplice ordito di pietra su due direzioni che corre parallelamente al fronte del Teatro alla Scala. Uno specchio d’acqua circolare, memoria storica degli interventi precedenti, darà luogo ad una percezione inedita di riflessi sulla piazza sia della installazione che dei fronti esistenti; in alcune occasioni, interrompendo il flusso dell’acqua esso può divenire un piccolo podio ove inscenare perfomance di vario genere e tipo (musica, drammatizzazioni ecc..) Il monumento dedicato a Leonardo da Vinci troverà collocazione nell’attuale spazio di Largo Ghiringhelli adiacente al teatro in prossimità di via Filodrammatici.

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Il modello dell'intradosso nel quale inscrivere il caleidoscopio luminoso.

Strutture, impianti e finiture La struttura di copertura è costituita da una intelaiatura reticolare spaziale, con pilastri in acciaio pre-tesati e tirantati, incamiciati da carter in acciaio inox; la fondazione sarà costituita da una piastra di modesto spessore al fine di non interferire con eventuali problematiche relative al sottosuolo. I sistemi illuminanti a Led saranno alimentati in autoproduzione; elementi fotovoltaici di ultima generazione troveranno collocazione nell’estradosso della copertura. Il sistema degli impianti superficiali esistenti verrà quanto più possibile utilizzato: lo smaltimento delle acque meteoriche sarà convogliato alla rete di smaltimento cittadina attraverso 4 pluviali; lo specchio d’acqua sarà approvvigionato dalla rete idrica esistente; il depuratore e la pompa saranno alloggiati in un vano nella seduta a corona circolare. I materiali delle strutture saranno in acciaio, acciaio inox, rame e materiali riflettenti (pilastri e copertura). Le pavimentazioni saranno realizzate con materiale lapideo della tradizione locale di provenienza diversa, trattati a filo di sega, levigati e/o bocciardati; verranno riutilizzate le pavimentazioni dismesse.

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Il sistema aggregativo degli elementi e delle parti

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Schema geometrico principale

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Schema strutturale copertura

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Sezione di dettaglio e studio del riflesso dello skyline della città sul bordo inclinato.

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Tavola di concorso con planimetria, prospetti e sezioni di progetto.

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Prospetto/sezione 1

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Prospetto/sezione 2

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Prospetto/sezione 3

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Prospetto/sezione 4

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Tavola di concorso con le viste

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Vista serale/notturna dal cantone della Scala in G. Verdi.

Mario Chiavetta, Enzo Rosario Mazzola, Carmelo Lo Curto, Marco Lo Curto — CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER "PIAZZA DELLA SCALA" A MILANO

Vista della Piazza uscendo da via Case Rotte, si noti il riflesso della scena urbana sui lati inclinati della copertura.

Galleria d'arte "Il Parnaso" Via Margutta - Roma - Piero Speranza

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La galleria d’arte “Il Parnaso” è un piccolo locale che accoglie l’esposizione di mostre di pittura d’arte contemporanea.

Piero Speranza — Galleria d'arte "Il Parnaso" Via Margutta - Roma

Piero Speranza — Galleria d'arte "Il Parnaso" Via Margutta - Roma

Piero Speranza — Galleria d'arte "Il Parnaso" Via Margutta - Roma

Piero Speranza — Galleria d'arte "Il Parnaso" Via Margutta - Roma


Concorso BAGNOLI-NA....2015 - LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA

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“Concorso di progettazione NUOVO SCIENCE CENTRE di Città della Scienza-Napoli-Fase 1”

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

PLANIMETRIA DI PROGETTO

In un mondo sempre più caratterizzato da profondi conflitti ideologici, di pensiero e non ultimo religiosi, lavorare ai fini della divulgazione scientifica è un compito di infinita importanza didascalica. Plasmare l’immaginazione umana attraverso la conoscenza scientifica, in primis delle nuove generazioni, restituisce una verità che, citando Gadamer, “rispetto a tutte le variabili e opposizioni si erge come una verità superiore, la quale racchiude e sostiene in se tutte le differenze”. E’ questa l’eredità immensa che il pensiero scientifico ci delinea per affrontare il nostro futuro. Che si intenda fare scienza mediante i percorsi indicati da Popper, da Khun o da Feyerabend risulta marginale e questa proposta di realizzazione di un “tempio” della scienza, muove dalla consapevolezza che Arte e Scienza, in fondo, condividono lo stesso obiettivo nella ricerca di verità e bellezza del mondo che ci è dato di comprendere, testimonianza assoluta della nostra presenza psichica e spirituale di uomini, teleologia di un certo “Principio Antropico”. Il concetto di testimonianza è sviluppato nel progetto mediante due interpretazioni: la prima come tracce che si depositano nella memoria come documentalità, ed è per questo che si propone la creazione di un piccolo “Museo della Memoria”, da ubicare in un’ala dell’edificio sopravvissuta all’incendio. Qui si ripercorrono le vicende del sito, dai Borboni all’intervento dei Pica Ciamarra fino al tragico incendio. La seconda declina la grammatologia di Derrida. La traccia come alterità e diffèrance non è traccia di qualcosa bensì di ciò che non c’è, che non si presenta né può mai presentarsi. La traccia dunque rimanda a se stessa nel senso che rappresenta il momento di una strutturazione, di uno scarto, una cesura, non preceduta da nulla ma a partire dalla quale qualcosa appare. La traccia dischiude quindi lo spazio, l’orizzonte entro il quale nuove oggettività possono apparire come momento costruttivo e dinamico. “L’inizio non è alle nostre spalle, ma ci sta di fronte.”(M. Heidegger). Da questi presupposti si sviluppa l’intera trama progettuale. Il nuovo progetto, oltre ad integrare nella composizione generale l’esistente quinta muraria ovest ed i quattro corpi sud sopravvissuti all’incendio, imposta la maglia strutturale sul passo delle campate del precedente edificio, del quale sarà possibile leggerne l’originaria articolazione in pianta, nell’orditura della griglia delle nuove pavimentazioni e di alcuni pilastri originari lasciati tronchi e inseriti nelle composizione. L’edificio ha uno sviluppo longitudinale parallelo al mare, come il precedente, non fa riferimento a stili particolari e piace immaginarla come una misteriosa macchina del tempo, calata nella contestuale ex area siderurgica. Il nuovo science centre ha una maggiore visibilità da via Coroglio, avendone articolato in quella direzione parte dei volumi a forte impatto funzionale e simbolico (ottaedro in cristallo simmetrico dell’altro verso il mare). Il progetto rispetta almeno le superfici minime funzionali e segue gli allineamenti indicati dal bando. Esso si sviluppa su due livelli per un’altezza media di 11.50ml alla terrazza di copertura, quest’ultima accessibile internamente ed esternamente ed utilizzata parzialmente come terrazza panoramica ed in parte per collocare alcuni sistemi impiantistici solari. La cubatura complessiva di progetto è di 67.900mc. Al piano terra, dalla piazza della ciminiera, la visuale può correre ora libera verso la Passeggiata a Mare e lo scenario spettacolare del golfo. Nella piazza ciminiera, punto di confluenza dei due accessi principali, si collocano la biglietteria, l’informazione ed alcuni W.C. generali di tutto il complesso lato mare. Sulla sinistra della piazza è ubicata la Grande Galleria a doppia altezza, la quale smista, tutto il sistema museale quale l’ingresso al teatro con specifica biglietteria, il varco effettivo allo “Science Centre” verso le aree di esposizione temporanee(anche con accesso autonomo), permanenti, ecc., attraverso lo Scalone principale oltre ai servizi Guardaroba, Audiovisivi, Bar-Bouvette-1, Shop, W.C. e spazio ICT e Archivio ricavato nell’ammezzato sopra i W.C. al piano terra. La galleria funge da punto di composizione gruppi, partenza e arrivo dell’intero sistema. Da essa il percorso di visita è continuo ed i flussi, anche al primo piano, non si intersecano mai, riportando i visitatori in modo continuo alla partenza come in un Möbius. La pavimentazione della galleria è prevista in intarsi di granito policromo che riprendono il disegno dei pilastri strutturali. L’Officina dei Piccoli è collocata al piano terra sul lato nord ed ha uno spazio di competenza esterno verso il mare e recintato. In contiguità dell’uscita sono ubicati uno Shop specialistico per piccoli e un secondo Bar-Bouvette-2. La Piazza a Mare, anche con ingresso autonomo e w.c. relativi, viene riorganizzata come Teatro all’aperto in modo da poter svolgere spettacoli anche in orari serali. Su di essa discende l’imponente Gradonata a sedere per circa 440 posti, armonicamente integrata nella facciata nord del Centro. Sotto la gradonata è ubicato il maggior Deposito dotato di montacarichi specifico. Da questo luogo tutte le tipologie di visitatori possono salire alla Terrazza Panoramica di copertura ai fini di un maggior godimento del sublime paesaggio circostante. Inoltre, alle spalle della scena si dipartono i percorsi per raggiungere l’area lato monte del complesso tramite Ponte Pedonale e la Passerella a Mare. Mascherati dalla scena sono ubicati ulteriori locali tecnici fuori terra. Le aree esterne sono completate dalla Peschiera Didattica e una generale revisione dei camminamenti, luoghi di sosta con panchine e pergole in acciaio che riprendono il disegno delle capriate precedenti. Le pavimentazioni esterne integrano quelle esistente in cotto e verso il mare il margine e delimitato da parti in duna mediterranea e percorsi che si collegano alla spiaggia. L’area espositiva permanente al 1° piano è strutturata secondo specifiche tematiche attraverso spazi-settori delimitati, ai fini anche dell’eliminazione dell’impatto acustico. Detti settori consentono di ripercorre la storia della scienza dagli albori greci-Talete, Democrito, Tolomeo ecc. passando per Lucrezio, fino ad arrivare a Copernico, Keplero, Galilei, Newton, Darwin ed alle recenti implicazioni della relatività generale, della cosmologia relativistica di Einstein nonchè della meccanica quantistica. Tali spazi sono predisposti anche per svolgere attività pratiche con specifici strumenti. L’area dedicata alla relativitàè collocata in continuità col Planetario e per gli architetti che lavorano sulla forma dello spazio, questa parte fornisce i maggiori stimoli immaginativi. Einstein ci ha insegnato che in fondo lo spazio non è un contenitore vuoto delle cose ma è esso stessa materia, un’entità che si ondula, si flette, s’incurva la dove c’è materia. Il continuo dello spazio-tempo non è euclideo e la manifestazione di forze altro non è che una conseguenza della geometria dello spazio. Una semplificazione impressionante del mondo espressa in una semplice formula che lascia senza fiato. Quindi l’approccio estetico-formale di questa parte non è più euclideo ma si ispira alla più bella delle teorie scientifiche. Le forme quì sintetizzano tale visione, assumendo quasi un loro specifico statuto ontologico nel momento in cui svelano una realtà più semplice e profonda. Forma e funzione, contenente e contenuto, significante e significato, trovano identità e sintesi assoluta. Concludiamo questa breve descrizione che, per il relativo spazio-tempo che ci è stato concesso, si è dovuta stendere alla lunghezza di Planck. Aderiamo pienamente alle esortazioni avanzate del noto manifesto Einstein-Russell: “solo l’uso consapevole dell’energia e della scienza in generale apriranno per l’umanità le porte del paradiso” ove sarà possibile trovare quella verità e bellezza che, come in un Möbius, sono il presupposto da cui eravamo partiti.

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

SCHIZZO DI PROGETTO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

DETTAGLIO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA DAL MARE

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA DAL PONTILE

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA GRODONATA

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA D'INSIEME

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA ASSONOMETRICA

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA DI DETTAGLIO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

DETTAGLIO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

DETTAGLIO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA COMPLESSIVA

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

ACQUERELLO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

VISTA ASSONOMETRICA

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

DETTAGLIO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

ACQUERELLO.....CHINA E PASTELLO

LUIGI ORDETTI, ing. NUNZIATA VINCENZO, arch.MONTELLA MARIO, ing. DE LUCA BOSSA RAFFAELE, arch.MARRAZZO CONCETTA — Concorso BAGNOLI-NA....2015

ACQUERELLO...CHINA E PASTELLO

“Loano Idee d’Architettura” 2014-2015 - Fabio Ribotta, Claudio Ribotta, Giulia Cerrato

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Un parco pubblico che sfrutta l’eccezionale ricchezza floristica spontanea della regione ligure, in cui è evidente la volontà progettuale di favorire l’attività fisica, il gioco all’aria aperta, l’aggregazione spontanea delle persone e, anche attraverso la predisposizione di piccole attività orto-floro-vivaistiche, la contaminazione tra ospiti della struttura socio-assistenziale e popolazione. Il progetto della vegetazione impiega in maggioranza specie autoctone dell’area intorno a Loano accompagnate da pochi esemplari esotici di altissimo valore ornamentale. La caratteristica ricchezza di specie ornamentali tipica delle ville del ponente ligure è stata rivista in funzione delle esigenze manutentive di un moderno parco pubblico e della necessità di inserire aree ad alta valenza ecologica in ambito urbano. L’associazione di esemplari spontanei di dimensioni differenti, appetiti all’entomofauna come dall’avifauna, permette l’impianto di un giardino naturaliforme potenzialmente autodisseminante ad alto valore ricreativo e didattico, rendendo disponibili le sensazioni e i profumi della macchia mediterranea anche alle fasce meno mobili della popolazione.

Fabio Ribotta, Claudio Ribotta, Giulia Cerrato — “Loano Idee d’Architettura” 2014-2015

Fabio Ribotta, Claudio Ribotta, Giulia Cerrato — “Loano Idee d’Architettura” 2014-2015

Swing - angelo renna

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Swing – aspettare insieme risponde alla società del materialismo dove i desideri individuali sembrano essere prevalenti su tutto. Swing è un’altalena per tante persone e per tante storie. E’ una soglia dove si consuma l’attesa, un’attesa che può essere gioco e condivisione. Questo oggetto (nomade) di arredo urbano consente la riattivazione di diversi spazi pubblici (là dove è posto) e permette agli abitanti di riappropriarsi di alcuni frammenti della loro città attraverso un gioco di equilibrio e desequilibrio.

angelo renna — Swing

activities

Swing – aspettare insieme è una oggetto flessibile capace di accogliere diversi momenti di dibattito, ricerca, riflessione, sperimentazione ed esposizione. E’ un laboratorio mobile che raggiunge diversi luogi. Flessibile alle varie esigenze spaziali può inserirsi in contesti storici e scenografici importanti ma al contempo può aprirsi a luoghi più pubblici in cui instaurare un dialogo immediato e inaspettato con il pubblico.

angelo renna — Swing

sketch

L’obbiettivo è quello di esplorare e sperimentare come il design e la cultura del progetto influenzano la vita di tutti i giorni su scale diverse e di come questo sia il motore per un’innovazione enzimatica. In ogni tappa questo macro-tema potrà essere declinato secondo diverse interpretazioni e “urgenze” di riflessione ed esplorazione tra vari interlucotori (designer, architetti, curatori, sceneggiatori, fillmakers, attori, ecc).

angelo renna — Swing

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angelo renna — Swing

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angelo renna — Swing

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angelo renna — Swing

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New generation Research Center - BRUTHER

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IMAGINING a new hub meeting all the flows, all the know, ideas, visitors, ... ALLOWING their convergence. CREATING an interdisciplinary multi-use and exchange place. PICTURING an architecture fed by a knowledge system and feeding it back. OPENING up disciplines and thinking up an open space to host them. A place to express, to accomplish, to feel free. The MRI will be what the researchers and visitors want it to be. The MRI will be the reflection of an culture state of mind, of an art attitude. The MRI will be the riot. The MRI will be the debate. The MRI will be energy, fate, pride, evidence, dream, roughness, sleep, frivolity, greed, tenacity, sarcasm, doubt, laziness, indifference, curiosity

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

Filip Dujardin @ Bruther

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

BRUTHER — New generation Research Center

View down - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati

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