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Transform our Living-room - Cristian Sporzon

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In questo progetto di Interior ho coniugato l’esigenza del cliente di mantenere alcuni elementi di arredo esistenti con l’introduzione di nuovi pezzi di design, il tutto al fine di rinnovare il soggiorno donandogli una nuova immagine in chiave minimal.

Cristian Sporzon — Transform our Living-room

Cristian Sporzon — Transform our Living-room

Cristian Sporzon — Transform our Living-room

Cristian Sporzon — Transform our Living-room


Web company (almost) open space - Cristian Sporzon

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Il progetto mira a soddisfare le esigenze del cliente offrendo una duplice scelta di postazione lavoro: “Appartata” (Workbays) ed in “condivisione” (postazione “AD-Hoc”), cercando di dare un tocco di creatività utilizzando arredi di qualità e di innovazione tecnologica. Gli elementi modulari (pareti “alveolari”) hanno, a mio avviso, molteplici qualità interessanti, oltre ad essere sfruttabili come vani a giorno per ospitare libri, cataloghi e perché no qualche pianta, creano quell’effetto filtro che consente di separare i locali (ufficio e archivio) permettendo comunque alla luce di filtrare. I colori delle pareti sono volutamente freddi perché, come noto, rilassanti; non manca comunque un tono “vivo” che si concretizza con le postazioni rosse “Workbays”.

Cristian Sporzon — Web company (almost) open space

Cristian Sporzon — Web company (almost) open space

Cristian Sporzon — Web company (almost) open space

Nuova sala ristorante - Cosimo Zaccagnino

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Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, lavori di completamento immobile di proprietà comunale località Fontanile in agro di Albano di Lucania Amministrazione Comunale di Albano di Lucania Ingegneria Strutturale Strutture per il turismo € 165.000,00 E.01 – S.05 – S.04

Cosimo Zaccagnino — Nuova sala ristorante

Vista interna

Cosimo Zaccagnino — Nuova sala ristorante

vista

Cosimo Zaccagnino — Nuova sala ristorante

vista

Cosimo Zaccagnino — Nuova sala ristorante

Particolare

Cosimo Zaccagnino — Nuova sala ristorante

Particolare

Shogun - Mario Botta

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Shogun Lamp, designed by Mario Botta in 1986 and currently produced by Artemide.

Painted metal stem; white adjustable diffusers in painted perforated plate steel.

Mario Botta — Shogun

Mario Botta — Shogun

SOLIDCORE - MARIO MAZZER

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Prefabricated construction system for social housing.

MARIO MAZZER — SOLIDCORE

Example of application: single family house.

Examples of application.

MARIO MAZZER — SOLIDCORE

Example of application: apartments building.

MARIO MAZZER — SOLIDCORE

Example of application in Dubai, UAE.

MARIO MAZZER — SOLIDCORE

Example of application in Dubai, UAE.

MARIO MAZZER — SOLIDCORE

Example of application in Dubai, UAE.

Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta" - Exa Engineering srl, KK architetti associati

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Concept – Materiale Vs Immateriale Il progetto sviluppa il tema “materiale Vs immateriale” identificando l’ambito d’azione in un triangolo ottenuto dall’unione dei terminali superstiti del ponte andato distrutto con la nuova passerella ciclo-pedonale collocata sull’asse di Via Navetta. Il percorso attraverso i lati del triangolo è reso evidente per mezzo dell’utilizzo di un solo materiale per la pavimentazione. In particolare, i tre lati contrappongono il “ponte virtuale”, dedicato al “ciò che è stato” (passato) attraverso la riorganizzazione e valorizzazione di ciò che è rimasto del ponte andato distrutto, al “ponte sospeso”, che vuole rappresentare il “ciò che è” (presente) esplicitando dichiaratamente la sua contemporaneità per forma e linguaggio in opposizione alle vecchie geometrie. I due percorsi sono posti in relazione tra loro con gli “archi della memoria”, una “terrazza narrativa sul torrente” dedicata al racconto di “ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che sarà”, spazio di mediazione tra il vecchio e il nuovo ponte, tra componenti storiche e componenti contemporanee.

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

vista notturna della passerella e del ponte virtuale

Il ponte virtuale – Il Passato Il primo lato del triangolo di progetto è dedicato alla valorizzazione di ciò che è rimasto del ponte andato distrutto proponendo la costruzione di un “ponte virtuale” rievocato di notte attraverso una traccia luminosa del sedime e di giorno dalle spalle terminali recuperate. Per fare in modo di non creare ostacoli eccessivi alla corrente in alveo e permettere il raccordo con le quote degli argini sopraelevati rispetto all’attuale livello, sarà necessario limitare le tracce materiali del vecchio ponte; per questa ragione la proposta prevede un’azione di rielaborazione dei resti architettonici piuttosto che un’azione puramente conservativa. L’idea è quella di recuperare le spalle terminali in laterizio del vecchio ponte, limitando a mezzo arco la struttura in alveo, e trasformandole in piccole terrazze gradonate affacciate sul torrente e dedicate normalmente alla sosta pedonale. Tali spazi saranno invece inaccessibili in presenza di allerta meteo segnalata tramite i Videowall interattivi inseriti negli “archi della memoria”. La ricostruzione luminosa del sedime del vecchio ponte sarà ottenuta attraverso proiettori collocati in elementi stagni sulle testate delle terrazze affacciate sul torrente. La soluzione proposta per il mantenimento di una porzione del vecchio ponte all’intero dell’alveo del fiume verrà eventualmente adattata in seguito a comprovate e prevalenti motivazioni di sicurezza idraulica.

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

concept progettuale: il triangolo passato, presente, memoria

Il ponte virtuale – Il Passato Il primo lato del triangolo di progetto è dedicato alla valorizzazione di ciò che è rimasto del ponte andato distrutto proponendo la costruzione di un “ponte virtuale” rievocato di notte attraverso una traccia luminosa del sedime e di giorno dalle spalle terminali recuperate. Per fare in modo di non creare ostacoli eccessivi alla corrente in alveo e permettere il raccordo con le quote degli argini sopraelevati rispetto all’attuale livello, sarà necessario limitare le tracce materiali del vecchio ponte; per questa ragione la proposta prevede un’azione di rielaborazione dei resti architettonici piuttosto che un’azione puramente conservativa. L’idea è quella di recuperare le spalle terminali in laterizio del vecchio ponte, limitando a mezzo arco la struttura in alveo, e trasformandole in piccole terrazze gradonate affacciate sul torrente e dedicate normalmente alla sosta pedonale. Tali spazi saranno invece inaccessibili in presenza di allerta meteo segnalata tramite i Videowall interattivi inseriti negli “archi della memoria”. La ricostruzione luminosa del sedime del vecchio ponte sarà ottenuta attraverso proiettori collocati in elementi stagni sulle testate delle terrazze affacciate sul torrente. La soluzione proposta per il mantenimento di una porzione del vecchio ponte all’intero dell’alveo del fiume verrà eventualmente adattata in seguito a comprovate e prevalenti motivazioni di sicurezza idraulica.

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

inserimento fotografico

La passerella sospesa – Il Presente Il secondo lato del triangolo di progetto è dedicato alla nuova passerella ciclo-pedonale, proposta come landmark terminale di Via Navetta; la struttura principale del ponte si mostra come un sottile arco bianco fornendo un’immagine leggera e sospesa in netta contrapposizione a quella massiva dell’antico ponte. La sezione dell’impalcato è a forma tubolare e prende ispirazione dall’antica funzione che aveva l’attraversamento sul fiume Baganza, vale a dire di canale di collegamento fra il torrente Cinghio e il centro città; infatti l’appellativo “Navetta”, con cui da sempre era stato designato il vecchio ponte, è di origine dialettale e significa appunto condotta d’acqua. La leggerezza della sezione, costituita essenzialmente da una lamiera metallica piegata e opportunamente irrigidita, è stata possibile dalla soluzione adottata di ponte strallato. L’impalcato è infatti sorretto da 10 coppie di cavi disposti a ventaglio che formano delle selle attorno al profilo tubolare e quindi si collegano ad un pennone a V rovescia disposto lungo la sponda destra del fiume.

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

vista generale del progetto

Anche il pennone, come l’impalcato del ponte, è realizzato in lamiera metallica ed è inclinato nella direzione dell’attraversamento; la sua deformazione naturale scaturita sia dalla geometria sia dal peso dovuto ai carichi del ponte è per la maggior parte contrastata da due ulteriori cavi che si intestano a tre quarti della sua altezza e si vanno a fondare in direzione opposta della passerella. Sia l’impalcato sia il pennone e gli stralli sono rifiniti con colore bianco per marcare ulteriormente la leggerezza strutturale che caratterizza l’opera. La sezione della passerella è quindi completata da un parapetto in lastre di vetro sormontato da un corrimano realizzato in lamiera piegata, unico elemento che mantiene una rifinitura metallica. Le spalle su cui poggiano le strutture metalliche in elevato sono costituite da elementi in calcestruzzo armato gettato in opera ed entrambe presentano un imbotte che va ad accogliere la sezione tubolare di impalcato. Tutte e due le opere vengono fondate su pali che hanno lo scopo di trasferire i carichi in profondità cosicché gli argini del fiume non risultino sovraccaricati.

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

sezioni di dettaglio percorso della memoria

Gli archi della memoria – Il Racconto Il terzo lato del triangolo di progetto, ovvero lo spazio di raccordo tra la nuova passerella e il terminale in sponda destra del ponte andato distrutto, è stato dedicato al racconto di ciò che è stato, alla memoria del luogo e più in generale ai ricordi, ai sentimenti e alle speranze delle persone che hanno un qualsiasi legame con questo luogo. La narrazione è affidata agli “archi della memoria”, margine materiale ed immateriale, pensato anche per proteggere visivamente lo spazio ciclo-pedonale dall’area esistente destinata a rotatoria e parcheggio, caratterizzato da sagome arcuate sottratte ad un muro di acciaio microforato. Gli “archi della memoria” ripropongono gli elementi costitutivi del vecchio ponte, ovvero gli archi stessi che ne determinavano la struttura e l’acqua che in origine trasportava, ragione stessa del ponte. Il margine costruito in acciaio presenta una superficie microforata e ospita due Videowall interattivi intramezzati da archi d’acqua, fontane a getto verticale dall’alto verso il basso che alludono alla forza distruttrice dell’acqua, ma anche all’acqua trasportata dall’antico ponte e all’acqua come elemento fluido sospeso tra consistenza materiale ed immateriale. Gli “archi della memoria” non vogliono essere solo un’opera scultorea bensì un’”opera partecipata” che non vuole affatto rievocare il tempo passato in forma passiva o nostalgica ma piuttosto ricercare un rapporto con il presente, il futuro e la vita della città. Un’opera “partecipata” nella quale le persone avvieranno un’azione spontanea di rivitalizzazione della memoria attraverso l’utilizzo di un moderno software di gestione immagini: un modo immateriale ma coinvolgente di “celebrare” la vittoria sul tempo e sulle avversità della natura attraverso l’utilizzo di due Videowall interattivi posti nei due archi laterali. Gli archivi famigliari, le raccolte di fotografie, semplici immagini nei cassetti, potranno come “dono” trasformarsi nella materia prima e luminosa dell’opera progettata per ricevere continuamente contenuti diversi e aggiornabili da “condividere” attraverso i sistemi di una rete informatica così da “partecipare”, con altri creatori immateriali, alla composizione dell’opera collettiva. Il sistema tecnologico consta di due Videowall infrangibili collocati all’interno di contenitori stagni impermeabili e areati, ancorati all’interno degli archi ospitanti. Il sistema software, gestito da un computer-regia in remoto, consentirà di filtrare e ridimensionare le fotografie pervenute per mezzo di un apposito sito internet, di aggiornare il loop di fotografie caricato sui lettori video e di attivare il flusso di immagini proiettate. Un’opera dedicata al ricordo, un’opera che parte dal passato ma vuole guardare avanti, dedicata e ad uso, infatti di coloro che vivranno gli accadimenti ancora a venire. Poche parole legate alla fotografia, nomi di persone ritratte, aneddoti, stralci di lettere, affiorano da questi archi virtuali lasciando emergere i ricordi volendo ricordare le persone e l’importanza che questo luogo ha avuto per la città. L’opera, nella sua semplicità apparente, è pensata, infatti, per essere facilmente ampliabile, sempre aggiornabile. E’ stata progettata per dare la possibilità a chiunque lo voglia, di aggiungere il proprio contributo. Gli “archi della memoria” sono un’opera di arte pubblica non solo perché abitano lo spazio pubblico, ma anche e soprattutto perchéè fatta dei ricordi di tutti. Più che un’opera in senso tradizionale, è uno strumento per la condivisione della memoria collettiva di una comunità che si offre al servizio di tutti. Racconta la Storia attraverso le storie dei singoli, un affresco sempre in divenire. In questi tempi di tecnologia pervasiva e dirompente, abbiamo pensato di utilizzare strumenti e linguaggi moderni, per riprendere possesso di accadimenti passati, di visioni future e, infine, di uno spazio fisico. Inoltre tale strumento potrà essere utilizzato come sistema di segnalazione degli eventi meteorologici fornendo un importante servizio per la comunità locale.

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

sezione tipo della gradinata realizzata sui resti del ponte crollato

Vincoli ed interferenze Il progetto s’interfaccia con le quote dell’argine riportate nel bando di concorso e perciò si raccorda sia con la viabilità attuale (le piste ciclabili di via Navetta e di via Baganza) sia con le future piste ciclo-pedonali che saranno realizzate sui nuovi argini conseguenti alla risistemazione idraulica del Torrente Baganza. Con il mantenimento del “ponte virtuale” e la realizzazione di quello nuovo sul prolungamento dell’asse di via Navetta, non si ha alcuna interferenza con lo scarico presente alla base della spalla destra del vecchio impalcato (che verrà in parte mantenuto, salvo avverse considerazioni che dovessero emergere in fase esecutiva), così come non ci saranno interferenze con il parcheggio della rotatoria limitrofa. Per quanto riguarda l’attraversamento pedonale su via Baganza, esso è stato mantenuto e sarà accessibile sia con una scalinata che con una rampa ciclo-pedonale che raccorda il ponte alla pista ciclabile attuale, a quota inferiore rispetto all’argine

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

prospetto della passerella

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

Sul ponte verso il percorso della memoria

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

prospetto del ponte pedonale

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

Sezione longitudinale

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

il percorso della memoria

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

prospetto della parete della memoria

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

sezione trasversale ponte

Exa Engineering srl, KK architetti associati — Nuovo Ponte Ciclopedonale "Della Navetta"

Accesso al ponte

Teti - Vico Magistretti

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Teti Lamp, designed by Vico Magistretti in 1970 and currently produced by Artemide.

Wall/ceiling in thermoplastic resin.

Vico Magistretti — Teti

Vico Magistretti — Teti

Tolomeo - Michele De Lucchi, Giancarlo Fassina

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Tolomeo Lamp, designed by Michele De Lucchi and Giancarlo Fassina in 2009 and currently produced by Artemide.

Range of table, floor, wall and suspension lamps available in several dimen- sions, with different light sources and finishings

Michele De Lucchi, Giancarlo Fassina — Tolomeo

Michele De Lucchi, Giancarlo Fassina — Tolomeo

Michele De Lucchi, Giancarlo Fassina — Tolomeo

Michele De Lucchi, Giancarlo Fassina — Tolomeo


Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle - davide varotto

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Nel nuovo progetto il rapporto con l’unico edificio esistente della stalla non si basa su visuali o allineamenti particolari, è collocato all’incirca nella posizione dell’attuale malga Fosse è totalmente autonomo per ragioni funzionali ed è apparso fondamentale fin da subito che il nuovo edificio avesse una identità formale che lo distinguesse dalla stalla, quindi si è scartata l’ipotesi di un intervento che utilizzasse gli stessi materiali a favore di un edificio pensato totalmente in legno sia per la parte strutturale che per l’aspetto esteriore. Le dimensioni e le proporzioni del nuovo edificio derivano da quelle della stalla adiacente il sedime è un rettangolo di lati 12 m e 17 m, 12 m è la misura massima della larghezza della stalla nella parte centrale dove vi è l’abitazione del custode, il rettangolo di dimensioni 12×17 m è proporzionato secondo la diagonale del quadrato, cioè in un rapporto pari a radice di 2, questo rettangolo è contenuto tre volte nella lunghezza della stalla. Il paesaggio circostante, le tradizioni architettoniche di edifici vicini, nonché la configurazione della funzione dell’edificio come icona ha portato alla definizione formale del progetto. L’architettura rurale alpina e prealpina spesso è caratterizzata da edifici con un basamento in pietra e la parte superiore con una struttura leggera in legno, il progetto vuole interpretare in chiave contemporanea la tipologia tradizionale dei masi delle zone alpine, spesso realizzati anche solo in legno e che si configurano come volumi semplici o più elaborati con parti aggettanti, con poggioli un tempo utilizzati per essiccare il fieno e tetti a doppia falda. Da una forma semplice di partenza si è giunti ad un volume più elaborato, un semplice arretramento del volume del piano terreno sul lato ovest ed un prolungamento verso sud del volume del secondo piano definiscono la sagoma del nuovo edificio che si caratterizza per lo sbalzo del piano primo e del piano secondo, ben visibili dalla zona di accesso all’area. Il programma funzionale è stato sviluppato secondo le richieste del bando ottenendo una distribuzione semplice ed efficace degli spazi, garantendo percorsi separati per gli ospiti e per le funzioni di servizio della struttura.La nuova Malga Fosse si sviluppa su tre livelli fuori terra ed uno interrato, si è considerato che i piani privilegiati sono il piano terra che consente il contatto diretto con l’esterno e contiene le attività di ristorazione che possono essere svolte anche all’aria aperta, ed il piano secondo che essendo l’ultimo dell’edificio è un punto particolare per l’osservazione del panorama circostante, in cui sono state collocate le camere dell’albergo. Al piano terreno vi è l’ingresso protetto dallo sbalzo del piano primo, attraverso una bussola si può accedere direttamente al bar o accedere all’ingresso dell’albergo in cui vi è la reception, alcune tavole didattiche posizionate alle pareti danno informazioni sulle montagne vicine, percorsi di treking e sulle formazioni geologiche del sito. Il bar ha le pareti vetrate che consentono un collegano visivo fra lo spazio interno e quello esterno. La sala da pranzo che comunica direttamente con il bar si sviluppa con un volume in doppia altezza, è posta nella parte ovest e sud del piano terreno ed è caratterizzata da ampie aperture di forma quadrata di diverse dimensioni posizionate nelle due pareti a diversa altezza dal pavimento, questa particolare configurazione consente agli avventori del ristorante di godere della vista del Cimon della Pala che sovrasta la malga e di avere punti di vista calibrati sulle cime circostanti. La presenza di una visuale così suggestiva verso l’angolo sud-ovest dell’edificio ha portato a questa soluzione architettonica che consente una vista verso l’alto inquadrando il Cimon della Pala dall’interno dell’edificio seduti a tavola e con qualsiasi condizione meteorologica, il paesaggio diventa parte fondamentale dell’architettura del nuovo edificio. La parte verso nord del piano terreno è occupata dalla cucina dimensionata per una presenza di circa 40 coperti, il rifornimento delle derrate alimentari avviene da un’entrata secondaria, il percorso pulito delle vivande che vanno preparate e servite ed il percorso delle stoviglie sporche sono separati. Anche il personale della cucina accede dall’ingresso secondario. Il piano primo è stato concepito come un piano da dedicare agli ambienti di servizio della malga, un mezzanino con altezza 2,40 metri occupato in parte dal volume della sala da pranzo, a nord vi sono i servizi igienici del ristorante e gli spogliatoi del personale divisi in maschi e femmine e l’appartamento del custode che occupa il lato ovest e sud, con la vista rivolta verso l’accesso al lotto. L’ultimo piano è occupato dalle camere, sei in totale, una accessibile a persone diversamente abili, una camera singola e quattro camere doppie. Le camere si distinguono per la posizione e quindi la vista sul panorama e per la dotazione di confort, le quattro camere doppie verso sud hanno una ampia terrazza verso valle e due di queste sono anche previste con una sauna. Nel piano interrato sono collocati altri ambienti di servizio, un deposito per le derrate alimentari, un locale tecnico per la centrale termica, deposito di legna e cippato e per tutte le dotazioni tecnologiche di cui necessita la struttura, vi è inoltre un ingresso secondario per l’accesso diretto alla struttura dal garage interrato. Il parcheggio interrato per 7 auto è posizionato verso est e vicino all’ingresso del lotto per limitare gli oneri derivanti dalle operazioni di scavo.

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

davide varotto — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - passo Rolle

PANCHI - Caterina Lorusso

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E’ una panchina monoblocco dalle forme curvilinee, realizzata interamente in cemento colato è caratterizzata da un piccolo schienale nel cui interno trovano alloggiamento due caricatori solari, la seduta in listelli di legno robinia e un lamierino preforato sagomato. Il monoblocco di cemento può contemplare molteplici finiture in linea con i gusti e le preferenze della utenza, la miscela cementizia additivata con composti chimici, ne aumenta la durata nel tempo. Panchi è realizzata nelle dimensioni di cm. 140×80x46h e peso di circa kg 200, può essere in cemento bianco, grigio o colorato, ed a seconda delle finiture e dei vari effetti si può conferire alla struttura un aspetto antichizzato o marmoreo simile a quello del travertino, in varie tonalità e secondo le esigenze. Pachi si presta bene anche ad essere personalizzata da grafiche e loghi stampati, attraverso l’utilizzo di prodotti specifici fissati sulla superficie che rendono il prodotto riconoscibile ed unico, oltre a fungere da indicatore per far risaltare particolari luoghi, edifici, monumenti, eventi ecc. . I solar charger integrati alla struttura, con batteria agli ioni litio, hanno una capacità di 6000mAh/22,2Wh e solare di 5V / 2,1A ciascuno. Sono previsti come caricatori d’emergenza ma servono anche per alimentare la striscia di luce a led posta nella parte posteriore del piccolo schienale e gli opzionali sensori e datalogger *. Panchi contempla molteplici funzioni “sociali” in quanto capace di garantire oltre la sosta, l’incontro fisico e quello virtuale, l’informazione e l’interazione. Ogni Panchi è georeferenziata e dotata di un QR code univoco di riferimento, in grado di rimandare ad un sito nel quale gli utenti potranno fruire di servizi a valore aggiunto tra i quali segnaliamo: - conoscere meglio il luogo nel quale panchi è installata - accedere ad una biblioteca selezionata di testi in formato digitale inerenti la collocazione geofrafica specifica (autori autoctoni, testi che ritraggono il paesaggio che li circonda, brochure provenienti dagli uffici turismo locali, ecc…) - scoprire altre panchi nei dintorni, su mappa. - chattare in tempo reale con altri fruitori di panchi in giro per il mondo. - lasciare traccia del proprio passaggio nel guestbook on-line, evitando di vandalizzare la seduta.

Caterina Lorusso — PANCHI

3D per grafica

Panchi può essere equipaggiata con tecnologia in grado di rilevare informazioni dall’ambiente circostante. Esiste una parte del sito riservato ai possessori di panchi che permette loro l’accesso ai dati campionati dal sistema nel corso dell’utilizzo e raccolti a cadenze regolari o, su richiesta, in near real time.

Caterina Lorusso — PANCHI

Panchi effetto travertino

I possessori, potranno accedere alle informazioni sulla propria panchi, come ad esempio:

Caterina Lorusso — PANCHI

Panchi cemento colorato

- il numero totale di letture del qr code. - i libri più letti. - accedere alla chat come moderatore e verificare il numero di iscritti. - inviare agli iscritti che abbiamo fatto opt-in notizie relative alla specifica panchi. - richiedere manutenzione. - lo stato di funzionamento dei solar chargers. * - la quantità di luce, il rumore, la temperatura ambientale, ecc… * - il numero totale di allacciamenti effettuati dai dispositivi alle porte USB. * - ecc…

Caterina Lorusso — PANCHI

Panchi effetto marmo

Panchi versatile nelle sue finalità trova una perfetta collocazione sia nell’ambiente cittadino delle piazze e delle strade, che in quello naturalistico dei parchi e dei giardini.

Caterina Lorusso — PANCHI

Panchi cemento bianco

  • richiede hardware opzionale.

Caterina Lorusso — PANCHI

Panchi versione base in cemento grigio

Private Palace - MARIO MAZZER

Scuola in Casal di Principe (NA) - ARCHISBAILO

Osservatorio/bivacco Monte Valinis - Matteo Mizzaro

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Progetto di un osservatorio ed una struttura ricettiva posti su Cima Monte Valinis. Il sito è interessato da attività di volo con il parapendio.

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Srudio delle attività sul sito

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Matteo Mizzaro — Osservatorio/bivacco Monte Valinis

Riqualificazione di piazza Napoli - Padova - davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero

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Il progetto mira a valorizzare piazza Napoli come nuova centralità urbana per l’intero quartiere, luogo d’incontro di fruizione continua per le diverse fasce generazionali. Il nuovo disegno, impostato su una trama e nasce dal passo dei pilastri della fornace Carotta, definisce percorsi, ambiti, coni visivi e funzioni, per favorire la ricucitura degli spazi pubblici con il contesto e dare un effetto cromatico percepibile anche dall’alto. Tutto assume una nuova immagine: il primo elemento visibile è la Fornace Carotta, con un nuovo fronte in pannelli metallici in cui sono state ricomposte le scale di accesso e l’ascensore per l’auditorium, a seguire i nuovi volumi in ampliamento alla fornace realizzati a piano terra per l’attività di ristorazione e le attività commerciali per la vendita di prodotti biologici delle coltivazioni del Parco del Basso Isonzo. Al centro della piazza, delle coperture fisse, riparo per la calura estiva, utili per mercatini, concerti, plateatico stagionale. Più in la un campo da bocce ombreggiato, di fronte alla sede del consiglio di quartiere, per la socializzazione degli anziani. Un prato inclinato, costruito grazie alla realizzazione di un parcheggio interrato, collega la piazza alla piastra sopraelevata delle vicine torri a nord, eliminando gli ostacoli alla fruibilità degli spazi e rivitalizzandoli.

davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero — Riqualificazione di piazza Napoli - Padova

davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero — Riqualificazione di piazza Napoli - Padova

davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero — Riqualificazione di piazza Napoli - Padova

davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero — Riqualificazione di piazza Napoli - Padova

davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero — Riqualificazione di piazza Napoli - Padova

davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero — Riqualificazione di piazza Napoli - Padova

davide varotto, studio architettura righetto, Monica Masiero — Riqualificazione di piazza Napoli - Padova

Studio di fattibilità per la riconversione di una cava di marmo - Matteo Orsi

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Riqualificare ambientalmente e dare nuove funzionalità a un sito marmifero abbandonato all’interno del comprensorio delle Apuane è una sfida innovativa e necessaria.

Matteo Orsi  — Studio di fattibilità per la riconversione di una cava di marmo

Si tratta di prevedere nuove funzioni compatibili col contesto ambientale e paesaggistico e, al contempo, immaginare come poter dare nuova vita ad un ambiente che altrimenti sarebbe irrimediabilmente compromesso.

Matteo Orsi  — Studio di fattibilità per la riconversione di una cava di marmo

La proposta dello studio di fattibilità, dopo un’innovativa campagna di rilievo tramite scansioni 3D del sito, si propone di creare un ambito all’aperto in cui svolgere concerti, mostre di scultura, laboratori all’aperto di scultura. Il progetto è completato dalla proposta di realizzare una palestra di roccia dedicata agli appassionati dell’arrampicata sportiva.

Matteo Orsi  — Studio di fattibilità per la riconversione di una cava di marmo

Il sito verrà riqualificato con opere di ingegneria naturalistica e sarà attrezzato con moduli trasportabili e facilmente rimovibili, interamente studiati con tecnologie di tipo off-grid per minimizzare l’impatto sull’ambiente circostante.

Matteo Orsi  — Studio di fattibilità per la riconversione di una cava di marmo


Vergílio Ferreira High School - ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS

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Concept.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

To create a new image and identity for an existing school that used to be seen as several uncharacterised standard constructions, scattered throughout the ground.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

The existing buildings were remodelled and adapted to new functional requirements. By changing the windows proportion, simplifying the plan of exterior walls, removing projections, edges and recesses, the aim was to punctually redraw the overall, improving and simplifying the global image.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

A new building is proposed. A heavy volume, scaled in reference to the site and city, helps enclose the School, thus protecting students from the surrounding and adjacent residential buildings.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

Inspired by a book it becomes the new image for “My School”. Long windows announce and reveal the richness of the interior landscape cutting the foundation base.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

The interior is noiseless. White walls and a very high ceiling emphasize the few openings on the sides, where a skylight illuminates the main stair connecting the different levels. A closed space is formed with the sound of only silence.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

It is assumed as point of departure and arrival, to the complex network of molecular paths. DNA that links the several existing buildings placed on the ground at different levels.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

The network of pathways emerge as a lightweight object, apparently fragile, contrasting not only with the heavy and strong entrance volume, finished in natural white concrete, but also with the other dispersed existing buildings that were remodelled.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

Slender rectangular steel profiles support the heavy concrete slabs with permanent metallic shuttering and a vertical grid of golden aluminium profiles close the path. The profiles are interrupted with openings whenever there’s the need to come out.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

The natural texture, colour and shape of the materials, together with the regular repetition of the aluminium profiles, creates differing scenarios, a certain movement when walking along them and surprising perspectives even when it’s seen from outside.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

The reflected sunlight, golden highlights, breach the surroundings providing a warm and relaxing feeling.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

The rectangular shape and the reduced distance between profiles, originates distinctive interesting shadows throughout the day. People walking are seen as moving dark pixels in a golden environment.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

Shadow stripes are projected all over the patios and other constructions.

ATELIER CENTRAL ARQUITECTOS — Vergílio Ferreira High School

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IEA PAVILLON 4 - Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova

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Per il quarto anno consecutivo, si rinnova una tradizione ormai consolidata del corso di laurea in Ingegneria Edile – Architettura a ciclo unico (Dipartimento ICEA, UNIPD): l’anno accademico si è conclusa con la realizzazione di uno spazio espositivo temporaneo progettato e realizzato dagli studenti, come luogo in cui mostrare al mondo esterno i risultati delle attività di studio. Rispetto a modi didattici più tradizionali, praticati nei corsi di Laurea di Ingegneria o Architettura, questa modalità permette di valorizzare la componente manuale e pratica, dimostrandosi capace di avvicinare lo studente, con anticipo, alla costruzione di luoghi e spazi concreti.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

Il fil rouge dell’iniziativa didattica, che coinvolge gli studenti di alcune discipline del percorso di studio durante l’anno, è l’opera e la figura di un grande architetto. Dopo aver studiato l’opera di maestri del Novecento, come Louis Kahn (2012) e Le Corbusier (2013), lo scorso anno si è studiato l’opera di un importante architetto vivente: Renzo Piano. Anche quest’anno si è deciso di approfondire l’opera di un grande progettista vivente: Charles Correa. Per far conoscere meglio la figura del grande architetto indiano, le sue opere e la sua filosofia progettuale, sono state predisposte lezioni frontali, conferenze, viaggi di studio didattici e tesi di laurea. Non solo: Charles Correa nell’ottobre dello scorso anno è stato ospite dell’Ateneo, tenendo una Lectio Magistralis e intessendo un fitto dialogo con gli studenti durante un’affollatissima conferenza.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

In quest’ottica va visto il padiglione espositivo, dal titolo 4 rooms for Charles & Monika Correa. Ispirato alle opere del grande progettista indiano, nel contempo vuole rendere omaggio anche alla figura della moglie: Monika, artista essa stessa, che elabora le proprie opere partendo dalla tradizione tessile dell’India. Artista di livello internazionale, la signora Correa si è fatta conoscere in tutto il mondo per la produzione di arazzi. Questi sono concepiti e realizzati tramite una tecnica inventata dall’artista rielaborando la secolare tradizione tessile indiana. Le orditure derivano dalla ripetitività del gesto tecnico ma comunicano una sensazione di serendipità.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

Fondamentali sono le scelte dei colori e dei materiali, proprio perchéè il loro accostamento e disposizione all’interno dell’opera che suscitano sensazioni non solo visive forti ma anche tattili. Non a caso proprio queste emozioni sono alla base delle composizioni architettoniche di Charles, esaltata – per stessa ammissione dell’architetto – dalla sinergia che si è venuta a creare con la moglie. Per tali motivi il padiglione vuole rappresentare simbolicamente la casa dei due artisti, luogo dove possano esprimersi al meglio la sensibilità artistica di Monika e il pensiero architettonico di Charles.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

Il padiglione ha accolto i lavori sviluppati nei corsi di Composizione architettonica (E. Narne), Storia dell’architettura (G. Guidarelli, E. Svalduz, S. Zaggia), Disegno (A. Giordano, I. Friso, C. Monteleone), Produzione Edilizia (R. Paparella, C. Zanchetta) nel confronto con l’opera del maestro. La formula rimane costante negli anni: il padiglione è frutto di un concorso interno tra gli studenti del secondo anno, i quali devono proporre le loro soluzioni in linea con l’architetto di riferimento, rispettando budgets di partenza molto contenuti. Ai vincitori spetta, poi, l’onere e l’onore di progettare i disegni esecutivi, d’impostare il cantiere e dirigere i loro colleghi nella costruzione del manufatto.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

L’idea alla base del padiglione di quest’anno è stata la realizzazione di quattro ambienti che vanno a comporre una casa “immaginaria” per i due artisti, all’interno della quale esporre gli elaborati degli studenti. Fonte d’ispirazione per gli studenti-progettisti sono state sia la tradizione architettonica indiana, sia gli esempi offerti dalle opere di Correa che la produzione artistica di Monica. Non a caso l’utilizzo di corde, usate per creare un intreccio artistico ma anche con funzioni architettoniche, è un chiaro omaggio alla produzione tessile dell’artista.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

Dal punto di vista progettuale il padiglione è così articolato: KUND: lo spazio centrale è quello del patio che simbolicamente rappresenta il soggiorno all’aperto; il perimetro è caratterizzato da una loggia coperta che funge da collegamento con gli altri ambienti; questi ultimi infatti s’innestano su tre dei quattro lati (uno è destinato all’ingresso) del vuoto centrale e vogliono rappresentare: una stanza per il riposo; un ambiente per lo studio e la lettura; uno spazio per il convivio.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

STANZA DEL RIPOSO: preminente è il tema della luce, la quale è filtrata attraverso l’utilizzo di pannelli e corde, alternati su doppio livello, il tutto volto alla creazione di un’atmosfera suggestiva che generi una sensazione di ristoro. Valore aggiunto è la disposizione degli ambienti che dà modo a chi vive l’ambiente di scegliere tra un riposo appartato e uno condiviso

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

CONVIVIO: l’ambiente è ispirato alla tradizione indiana del kund ed evoca le nette geometrie degli edifici tradizionali. L’ambiente presenta al suo interno un “placido caos” creato dalla disposizione apparentemente casuale delle sedute a varia altezza e dal pavimento che non ricopre l’intera area calpestabile: esso, infatti, permette al verde di penetrare all’interno lasciando alla natura il compito di rilassare lo spirito. Il centro, dominato dal tavolo elemento fondamentale per il ritrovo dei convitati, è illuminato dal gioco di luci creato dai frangisole posti su tutte e tre le pareti, due si possono aprire per poter godere della vista del verde, creando così un continuum con l’esterno del padiglione.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

STUDIOLO: concepito come ambiente dove convivono l’intima introspezione e l’aperto dialogo, lo spazio è organizzato in modo da accoglie molteplici attività del ‘fare’: dalla progettazione allo studio; dalla riflessione alla condivisione; dall’espressione artistica all’esposizione. Tutte queste possibili attività trovano una collocazione rigorosa nella stanza. Altro elemento cardine del progetto è il tetto a falde sfalsate che funge da elemento unificatore e che caratterizza l’edificio tanto all’esterno quanto all’interno. Unito al sapiente gioco d’illuminazione dato dalle aperture, la forma della copertura conferisce alla struttura un’impressione di leggerezza.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

Grazie a questa esperienza i ragazzi hanno potuto anche avvicinarsi sempre di più al lato pratico e concreto della professione, infatti, oltre alla progettazione, gli studenti hanno dovuto rispettare budget di partenza molto contenuti, impostare il cantiere e dirigere i lavori. In conclusione il progetto “IEA PAVILION” ha saputo riconfermarsi come valore aggiunto per il Corso di Laurea e per il Dipartimento, poiché, anche quest’anno, ha arricchito sotto l’aspetto culturale, pratico ma sopratutto umano, gli studenti che ne hanno preso parte.

Edoardo Narne, Studenti di Ingegneria Edile Architettura Padova — IEA PAVILLON 4

Residenza in Vico Equenze (NA) - ARCHISBAILO

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Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

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ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

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ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

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ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

ARCHISBAILO — Residenza in Vico Equenze (NA)

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Cycling & pedestrian track "Lotus Flower" - Microscape

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The area covered by the project is part of the northern basin of the lake Massacciuccoli; until the 40s of the twentieth century the area was occupied by the cultivation of rice, then replaced in the late ‘60s by the Lotus’ Flowers – today one of the largest camp in Europe. The site was in a state of decay and neglected and the public use was denied. Today with the new pedestrian and cycling path it brings to the light a true “environmental jewel” that opens a new scenario in an area unfortunately largely deteriorated by urbanization strongly pervasive and of poor quality. The Cycling & pedestrian track “Lotus Flower”, in its length of 1km, connects the train station of Bozzano to the centre of Massarosa and it is an integral part of the system of the regional cycling routes dedicated to Giacomo Puccini and places related to his life.

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

The project is included in the environmental context interpreting materials and shapes, meeting the complex technical and hydraulic requirements of the area and the need of harmonious insertion into the landscape. The inaccessibility and the abandonment of the area made it possible to preserve it in time, nevertheless it was an essential public intervention (albeit with reduced economic resources) that made it fruitful and known in the larger community. This project can be represented as a true environmental stage, where nature,cultivation and infrastructure, established a new and balanced dialogue. The hydraulic constraints are solved with raised tracts and with wooden wharf of 150m longitude, which leads to alteration of the travel speed, the perceptions of perspectives and variations of sounds. The wharf is made of laminate and solid wood of red spruce on steel poles, the wood essence allows a long operating life (maintenance is extremely limited) and a correct integration with the dominant marsh vegetation.

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

The project had “zero” environmental impact, all used materials are natural, permeable and without added chemicals that would interfere with the lives of the rich present fauna (herons, snipes, reed warblers, coots, nightingales of river, carps, perches, tench). The raised tracks are outstanding with their environmental systematisation of rows of populos that create shaded areas and linear sequences of shrubby essences(Aromatic, Berberis, Cistus, Genus, Coronilla, Cytisus, Hibiscus), and they create an osmotic boundary between the wild nature and constructions. Cycling & Pedestrian track as a naturalized architecture where “constructed nature”, with the passage of time, will hybridize with the “natural nature” while maintaining its legibility: Thin, bright, shimmering lines changing through seasons.

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

Microscape — Cycling & pedestrian track "Lotus Flower"

MUPRE - CN10 Gianluca Gelmini Architetto

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Il progetto di recupero e ampliamento parte dalla necessità di migliorare l’assetto dell’edificio esistente, dotandolo di una nuova entrata verso strada, più visibile e dal carattere decisamente pubblico. La costruzione del corpo in ampliamento all’interno del cortile permetterà la rimozione dell’insieme di superfetazioni addossate all’edificio storico. Il nuovo assetto conferirà la giusta dimensione museale alla fruizione dell’intera collezione, grazie ai nuovi spazi per esposizione, accoglienza, uffici, magazzini, laboratori, bookshop, sala conferenze, biblioteca e archivio. Il progetto contempla anche nuovi allestimenti (arredi, illuminazione, nuove scenografie, etc.) pensati per le diverse tipologie di opere da esporre.

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

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CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

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CN10 Gianluca Gelmini Architetto — MUPRE

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