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Concorso di idee per la riqualificazione dell'area posta in corrispondenza dell'ingresso del centro abitato di Monno - Emiliano Rizzotti, Carlo Appiani, Xavi Rechi Montes


VESTIRSI DI VERDE - chiara casciotta, STELLA CLERICI

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“…in mezzo alla folla e agli edifici neri di smog, noi siamo sempre più soli. E non è molto diverso nei villaggi e nelle campagne, sovente sfigurati da un’agricoltura meccanizzata e senz’anima, dalla bruttezza delle officine e dei manifesti pubblicitari da poco in voga. Ormai siamo circondati da uno spazio inerte che non esprime più nulla, che non ha niente da raccontare ai nostri cuori…” (“Il giardino creò l’uomo”, Jorn de Précy).

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Viviamo seguendo i nostri bisogni superflui legati al consumismo e abbiamo perso il nostro bisogno di contatto con la natura. Ci ritroviamo delle città dove la presenza del verde è soddisfatta da misere aiuole fiorite o surrogati di giardini chiamati parchi urbani che di natura non hanno nulla essendo progettate e comandate dalla mano dell’uomo.

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Da questo nasce l’idea di una natura che si rimpossessa dei propri spazi; un’utopica città caratterizzata da atolli verdi liberi di svilupparsi, di poter dialogare con la città: uno spazio vegetale che si mescola a quello dell’uomo, fino a confondersi con esso. In questo modo l’uomo potrà riallacciare il suo legame con il mondo naturale. La natura non è semplicemente uno strumento al servizio dell’uomo ma diventa parte integrante di esso, si appropria degli “spazi dell’uomo” , ricopre inesorabile le strutture prodotte dalla civiltà, creando luoghi di pace e di quiete, degli spazi chiusi e finiti, di protezione e intimità, che si contrappongono agli spazi esterni, aperti ed “infiniti” della natura. Di conseguenza, si innesca dentro l’uomo un meccanismo che lo porta alla ricerca e al recupero di spazi della casa da dedicare ed ispirare alla natura.

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Nel nostro caso la natura si appropria del balcone, elemento caratterizzante del paesaggio urbano e allo stesso tempo elemento che può rappresentare l’hortus conclusus della società contemporanea. Balconi “vestiti di verde”, in cui gli indumenti, cadendo a terra, esprimono l’idea della figura umana che si ricongiunge con la sfera naturale e allo stesso tempo diventano veri e propri contenitori del verde.

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L’idea è che il progetto si auto-configuri come un nuovo e ritrovato equilibrio tra uomo e natura in cui i balconi diventano frammenti di spazio aperto, frammenti di natura nel contempo realtà e simbolo.

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River Frome House - James Grayley

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The new build house will provide a home for two artists and their families along with painting and sculpture studios in a separate building within the landscape. The house is located in an existing remote secluded clearing on the banks of a small overflow enclave to the River Frome in Dorset and will provide a tranquil retreat within which to live and work.

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The house is born of the landscape it inhabits and is conceived as a sedimentary form extruded from the ground revealing the geology of its place. It is made predominantly from an in-situ concrete which has a softened surface brought about by the use of a Limestone aggregate produced on site using reclaimed stone from the riverbed. The concrete is poured in single-storey heights with the aggregate content varied between pours to reveal the ground conditions and strata from which it is made. The house responds to the local topography, having a formal relationship with the surrounding hills, and rises up to the clearing in the trees to gather sunlight and filter it down to the accommodation below.

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Simple timber structures made from the surrounding woodland will inhabit the concrete volume internally; conceived as over-size elements of furniture they will create rooms within the structure and provide a warming and softened surface where desired. The living spaces will remain as raw concrete and will include a triple height living space through the full volume of the house.

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The spaces within the house have been sized and positioned in relation to view and orientation. Large full-height sliding windows open the house fully to the landscape allowing the living accommodation to become an extension of the woodland beyond. The bedrooms located on the upper floors take advantage of the panoramic views across the Dorset countryside, with storey-height windows opening fully to the woodland landscape beyond.The river typically fills the enclave basin between October and March each year at high winter water, with the house designed and located to reveal and celebrate this annual ritual.

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The structure is designed to have minimal impact on the stunning site and makes use of an existing clearing in the woodland where a derelict building previously stood. Trees from the local managed woodland will be processed on site and used to form the concrete shutter, and the house will be off-grid, generating electricity and heat on site using discreet renewable technologies. Sustainable technologies will also be used to treat waste on site.

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Unione di due unità abitative residenziali - Ing. Cristian Balestrino, Ing.Mauro Cavagnoli

Around Arundo - Barbara Cucuzzo, laura carosi

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around arundoè un progetto che nasce dall’analisi dello spazio balcone, uno spazio spesso limitato, di dimensioni ridotte, addossato alla facciata in maniera posticcia, con l’intento del costruttore forse di dare un valore aggiunto all’appartamento di cui è pertinenza, producendo nella realtà l’effetto contrario. Il balcone, specialmente se di piccole dimensioni non viene affatto vissuto, anzi spesso e volentieri diventa una sorta di ripostiglio all’esterno, ricettacolo di tutti quegli oggetti, in genere anche ingombranti, che raramente vengono utilizzati, insieme a numerosi vasi, di diverse forme e colori, i quali più che abbellire il balcone creano un effetto ancor più disordinato. Il motivo di tale noncuranza è da ricercarsi nella difficoltà di immaginare uno spazio così ristretto accogliente e piacevole da vivere; chi vi sosta, specie se il balcone presenta una ringhiera, si sente esposto agli sguardi esterni, senza difese. Bisogna però restituire al balcone la sua dignità di spazio appartenente alla propria casa, uno spazio interno-esterno: l’affaccio dell’intimità della vita privata sulla vita cittadina, il proprio spazio esterno privato. Senza dimenticarsi che il balcone viene visto dalla strada da qualsiasi passante ed è pertanto lo spazio più esposto della propria casa, il più rappresentativo del proprio modo di abitare. around arundo si pone quindi l’obiettivo di organizzare uno spazio di dimensioni ridotte, assegnando precise funzioni , ricreando quell’atmosfera di intimità che permette al fruitore di non sentirsi più esposto alla vista di chiunque ma di sentirsi a proprio agio in uno spazio accogliente. Nasce così l’idea di creare nella realtà un elemento che funzioni da filtro tra lo spazio esterno (ma interno all’abitazione) del balcone e lo spazio esterno della città, un filtro tra l’intimità domestica e la freneticità della vita cittadina come ad esempio quella romana. Tale elemento intermedio, per non risultare eccessivamente artificiale e non appesantire ancor di più uno spazio così contenuto, deve rimandare alla naturalità che spesso manca nelle nostre città. È così che ha origine il riferimento al canneto, un luogo di pace, tranquillità, dove luci e suoni vengono filtrati dalle lunghe canne.

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Tavola di concorso

La nostra idea è quindi quella di riproporre questo angolo di tranquillità sul balcone con un occhio alla sostenibilità utilizzando un materiale facilmente reperibile, ecosostenibile e di scarto e che visivamente richiamasse la verticalità delle canne. La scelta del materiale non poteva che ricadere su tubi di cartone, provenienti dallo scarto di rotoli di carta (nel nostro caso carta da plotter per la stampa), impermeabilizzati per poter resistere all’umidità e alla pioggia. I tubi di cartone utilizzati in maniera compatta riempiono e organizzano lo spazio con due principali livelli: il livello del canneto vero e proprio che avvolge e circonda il balcone, filtrandolo rispetto l’esterno cittadino, e il livello dei piani di appoggio. I due livelli progettuali principali, canneto e piani, si articolano poi in diversi elementi tra loro complementari e contrastanti. Il canneto si caratterizza per le differenti altezze dei tubi da cui è composto, al fine di richiamare la spontaneità del canneto e della natura stessa. I tubi del canneto vengono dipinti in colore verde come richiamo alla natura ma tra questi tubi verdi sono inseriti, in modo del tutto casuale, come casuale è la crescita delle piante, dei tubi non dipinti e quindi di color marrone, che assolveranno alla funzione di contenitori per le piante. Le sedute, di forma trapezoidale e altezza 40 cm, vengono accolte all’interno del canneto, come a creare delle alcove pronte a ricevere gli ospiti; sono state disposte in contrapposizione l’una con l’altra per formare un salotto all’aperto, dove due persone possono conversare in piena tranquillità e comodità. Al centro tra le due sedute è stato inserito un piano d’appoggio, ad altezza 30 cm, utile per posare ad esempio un libro o semplicemente un vassoio con l’aperitivo o il caffè da condividere con il proprio ospite. Spostato più a sinistra, tra la seduta e il piano di appoggio, spicca un piccolo piedistallo di altezza 65 cm, formato dall’accostamento a triangolo di dieci tubi, su di esso verrà collocato un vaso esterno, in contrasto con i tubi contenitori inseriti nel canneto. La disposizione di questi elementi e le loro differenti altezze sono state studiate in modo da avere un’armonia tra i contrasti presenti: la verticalità dei tubi contro l’orizzontalità dei piani, le differenti altezze del canneto contro le altezze uniformi dei piani, il colore del tubo-contenitore contro il verde degli altri tubi del canneto e delle piante che in esse verranno collocate, il vaso esterno contro i tubi contenitori, l’alto piedistallo contro il basso ripiano d’appoggio… I vari elementi del progetto poggiano al di sopra di una pavimentazione di colore azzurro e leggermente lucida, in grado di riflettere e moltiplicare i tubi, rafforzando in questo modo l’idea di un canneto immerso in acqua. Poche sono le essenze utilizzate nell’allestimento del balcone e tutte (o quasi) richiamano la vegetazione tipica di zone umide e di un canneto, ad iniziare dalla “non essenza”, ovvero l’arundo donax , una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Poaceae, conosciuta anche come canna comune. In around arundo l’elemento della canna viene astratto e tradotto con l’utilizzo di tubi di cartone, tagliati a differenti altezze, che simulano un canneto urbano. All’interno dei tubi – contenitori posizionati in modo casuale all’interno del canneto vengono collocate le essenze di phormium tenax e di carex oshimensis. Il primo è una pianta sempreverde della famiglia della Agavaceae, originaria della Nuova Zelanda, caratterizzata dal fogliame verde o variegato dal portamento eretto; il secondo, il carice, è una pianta ornamentale caratterizzata dal fogliame stretto della famiglia delle Graminacae. Entrambe le essenze con le loro foglie strette e lunghe richiamano il fogliame dell’arundo donax, pertanto si configurano come perfetto completamento del canneto di tubi di cartone. In contrasto con le essenze “palustri” finora citate è l’inserimento sul balcone dell’orchidea, la cymbidium solana, che viene posizionata in un vaso poggiato al di sopra del piedistallo. L’orchidea pertanto diventa l’elemento focale del balcone, l’elemento di forte contrasto tra l’eleganza del fiore e la spontaneità del canneto e delle essenze in esso presente, seppur richiamando essa stessa agli elementi di “contorno” quale la verticalità delle canne e la forma delle foglie, lunghe, strette e ricurve simile al carex ed al phormium. Da un punto di vista tecnico l’assemblaggio dei tubi di cartone avviene collegando gli stessi con del fil di ferro fatto passare in appositi fori, consentendo così di creare una struttura solidale e pertanto resistente. Il progetto si cala nel contesto del balcone di piccole dimensioni e vuole dimostrare la versatilità di un materiale di recupero quale il tubo di cartone sia come singolo contenitore per delle piante, sia come piano d’appoggio per vasi o come seduta se utilizzato in maniera massiva e solidale. Around arundo pertanto richiama uno spazio naturale in un contesto antropicourbano, ridonando però al balcone la dignità di spazio vissuto nella quotidianità della vita domestica perché crediamo che, parafrasando una frase di Perec, “si dovrebbe imparare a vivere di più nei balconi” (G. Perec, Specie di Spazi, Paris 1974)

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Tavola di concorso

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The Great Fen Visitor Center - Nuno Fontarra

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The British fens are a surprising piece of landscape where up till a couple of hundred years ago towns were pretty much islands sur- rounded by wetlands. For many centuries natural and manmade land- scape co-existent in harmony. The new visitors centre should reflect that long history of balance between man and nature. The visitor centre presented by this submission embraces the idea of being a manmade construction therefore does not seek to camouflage itself with the natural landscape, in some aspects due it it’s vertical nature it even proposes a relation of contrast with the landscape. It is designed as an icon but it does not pretend to be an alien landed in the fens. We see the iconic nature of the building as a functional requirement more than an egocentric gesture of architecture. The visitors centre should represent the presence of man in the landscape should echo those old villages that could be seen from a distance in the immensely flat horizon of the fens. When intervening in such an overwhelming natural scenario the architecture must go beyond formal and functional aspects and gener- ate a building that appeals to all senses a full experience inspired by the “genius luci” of the place. All places have a specific “genius luci”, also known as the soul of the place, true contextual architecture seek that relation of balance between nature and manmade, a building that belongs, new yes but it should also look that it has been always there.

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Arrival view

XUBO - an idea to bring your office with you - Gianpaolo Mastronardi

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Xubo è un modulo che puoi portare con te per arredare lo spazio del tuo ufficio, in maniera flessibile. Con il sistema “xubo” puoi realizzare la tua scrivania, la tua libreria e le pareti, attraverso la sovrapposizione dei moduli. Il singolo elemento è composto da quattro pannelli di cartone riciclato, opportunamente incernierati mediante cerniere autobloccanti. Il modulo è personalizzabile attraverso l’uso del velcro, che consente l’applicazione di un cuscino, nella soluzione pouf, oppure quella di un pannello stampato (o di un ritaglio in tessuto) nel caso della libreria/parete.

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XUBO is a module that you can bring with you to compose the space that you want. With xubo you can build your desk, your bookcase and the walls of your office. Xubo is composed by four panels of multi-ply board produced from 100% certified recovered paper.

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CORTE AGRICOLA - Nerino Zanichelli

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Si tratta dell’opera di recupero di una corte tardo settecentesca posta nella campagna lombarda. I lavori di risanamento hanno interessato principalmente l’edifico padronale adibito a residenza e i corpi minori (stalle e porticati). L’edificio è caratterizzato da due facciate principali incoerenti fra loro, fatto questo da ascrivere nella località mantovana al periodo eclettico. Una di esse si configura nella maniera usuale, ovvero con l’unificazione di un solo tema dell’ingresso e della finestra della sala di primo piano, l’altra invece presenta nella zona centrale corrispondente due logge a tre fornici. Entrambe le facciate sono state conservate. Dal punto di vista distributivo non sono state portate particolari modificazioni all’impianto originale fatto salvo l’inserimento dei servizi. Tuttavia per rendere più confortevole l’abitazione è stato aggiunto un corpo di fabbrica posto in adiacenza alla struttura originaria adibito in parte e servizi e a zona ricreativa. Il lavoro accurato e meticoloso dei progettisti ha permesso di riportare alla luce la raffinata bellezza delle residenza e di valorizzarne certi particolari architettonici.

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Bertia dopo l'intervento di conservazione.

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Particolare copertura della zona di nuova costruzione in adiacenza alla villa


Great Fen Visitor Centre - Birds Portchmouth Russum, Englebeck Studio

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The proposal creates a holistic vision for the heart of the ambitious Great Fen masterplan. The visitor experience is conceived to be delightful, interactive and informative with the Visitor Centre interwoven within a large mosaic of differing fen landscapes and habitats. Paths and canals radiate from the Visitor Centre to link with the rich wetland landscape.

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The Visitor Centre proposes a striking but sympathetic silhouette to create an iconic presence promoting it from afar. It is composed of familiar agrarian structures; thatched and lean-to timber barns, and the whole ensemble floats over the new landscape. Panoramic windows and external terraces further enhance the relationship between the Centre and the Fen landscape and habitats. A Camera Obscura / Lookout Tower provides extended aerial views over the new Fenlands.

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The whole project is conceived to use vernacular materials, create local employment and a highly sustainable, energy efficient and ‘Zero Carbon’ Visitor Centre.

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Studio di fattibilità - lotti residenziali - - marco lusardi architetto

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Studio di fattibilità per realizzazione di abitazioni residenziali unifamiliari nella provincia di Parma. La richiesta, da parte della società interessata, verteva sulla volontà di realizzare abitazioni ad impatto “0”, attraverso tipologie costruttive innovative e differenti dalle tradizionali. Anche le scelte architettoniche, avrebbero dovuto inserirsi in un contesto rurale pur discostandosi dalle tipologie locali.

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Fabbricato industriale - Planning Studio S.r.l.

Progetto di uno studio di consulenza del lavoro - Vera Donvito

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Il progetto ha previsto la ristrutturazione completa dell’immobile che è stato adibito a studio di consulenza del lavoro. Oltre al rifacimento degli impianti e delle finiture, ho cercato di soddisfare le esigenze lavorative della committenza occupandomi anche della disposizione e del disegno degli arredi che sono stati realizzati su misura.

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Ristrutturazione Fabbricato - Planning Studio S.r.l.

Concorso di Idee per l'ampliamento "B" del cimitero di Lessona - Liliana Canavesio, Valter Bruno, daniela bosco, Davide Porporato

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Partecipazione al concorso di idee per l’ampliamento “B” del cimitero del Comune di Lessona

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Ristrutturazione appartamento - Planning Studio S.r.l.


2 Edifici residenziali con relative pertinenze Casorate Primo - Giampaolo Grasso, Giuseppe Urso, Salvatore Scavo, Federico Santarosa

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L’idea progettuale del nuovo sistema di edifici, prevede la realizzazione di due corpi di fabbrica con n.15 appartamenti cadauno e si innesterà in un contesto urbano esistente, caratterizzandolo con un segno forte ed identificabile. L’intento è quello di superare la specificità dell’area urbana assegnata e integrarsi efficacemente nel sistema territoriale della città di Casorate.

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La mitigazione dell’impatto ambientale, ha rappresentato il “modus operandi” che ha guidato tutta la fase progettuale, concependo il sistema “Complesso Residenziale/Contesto Urbano Esistente”, come un “unicum” che interagisce attraverso una fitta rete di “relazioni bioclimatiche”.

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Il progetto prevede una considerevole estensione di superficie trattata a verde, al fine di favorirne oltre che la socializzazione e lo svago per tutti i fruitori, l’ottimizzazione del surriscaldamento estivo. Ulteriore aspetto centrale, è quello della “permeabilità” del nuovo complesso, rispetto alle zone limitrofe e più in generale gli spazi riservati alla collettività.

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Tale tema, verrà risolto attraverso la creazione di un “piano portico” posto a quota stradale, quale moderno luogo di aggregazione, che si propone di rispondere alla complessa questione del ripensamento sulla forma e l’uso degli spazi pubblici.

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Al fine di ritmare e conferire dinamicità ai fronti esterni, le aperture dei vari ambienti delle singole unità edilizie, pur mantenendo la stessa superficie vetrata, verranno posizionate asimmetricamente rispetto ad un loro ipotetico asse. Infine, la sottrazione di interi volumi da un ideale cubo di partenza, ha determinato dei “vuoti” che adibiti a logge, consentiranno di interrompere la sequenzialità del prospetto e di godere di ampi spazi all’aperto.

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Hochschule Bochum - Bochum University of Applied Sciences - Storch Ehlers Partner

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Our concept of the new seminar building for the faculty of architecture and civil engineering shows a compact four-storey building facing the “Blue Box”. The “Blue Box” is an existing building with workspaces for the architecture students of the Bochum University of Applied Sciences.

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A well-defined square is generated by the two volumes of the buildings, providing a setting for all types of student activities.

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Positioned on one axis, the square accommodates the main access to both of the buildings.

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The heart of the seminar building is the cascade-like staircase, facing the square. It connects all floors and serves as a generous entrance and communication zone.

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The building is divided into areas for offices, seminars and communication. The offices are positioned south-west, the areas for the students, the seminar- rooms and the main staircase are positioned north-east geared towards the square. The walls, the floor and the ceiling of the communication zone are covered with larch wood. Whenever the communication zone borders the façade, big framed showcases are being formed. By this means the inner activity is visible to the environment, as well as the environment is apparent to the inside.

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Premio Europeo Architettura Sacra 2012 - Liliana Canavesio, Valter Bruno

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Partecipazione al concorso di architettura sacra del 2012 con il progetto della Chiesa Maria Regina Mundi di Nichelino (TO).

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Bagni pubblici - Magazzini GUM - Planning Studio S.r.l.

T_bath - Manuela Bontà, Nicoletti

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