Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Max - davide varotto

$
0
0

Sgabello impilabile con struttura in tubo di acciaio, la seduta ha una forma compiuta ottenuta tagliando e piegando una lamiera di acciaio inox. La piegatura irrigidisce la seduta nel punto di appoggio, e allo stesso tempo dà forma alla funzione di contenimento nella parte posteriore necessariamente più elastica.

davide varotto — Max


Jenga. Una torre para volar - miguel cayuelas

$
0
0

Jenga es un término swahili que significa construir.

miguel cayuelas — Jenga. Una torre para volar

Este juego no es más que una metáfora para explicar un proyecto, una arquitectura. La torre propuesta es una de las jugadas posibles, aunque bien podría haber sido otra.

miguel cayuelas — Jenga. Una torre para volar

Jugadas

Juego y aprendizaje son dos conceptos que muchas veces van de la mano. Cuando jugamos nos situamos en el suelo pero nuestra mirada está por encima, en ocasiones nos acercamos a calibrar el detalle mientras que en otras nos distanciamos para tener mayor perspectiva, en un intento por controlar lo que ocurre. A partir de la prueba y el error es como realmente aprendemos a proyectar, siguiendo un proceso de continuas idas y venidas.

miguel cayuelas — Jenga. Una torre para volar

Vista Exterior

Proyectar como lo haría un niño, libre de procedimientos, libre de disciplinas, en favor de una arquitectura despojada, que no quiere ser compuesta.

miguel cayuelas — Jenga. Una torre para volar

Vista interior

Volar es el gran sueño de todos los niños, es aquello que pensábamos constantemente y que nos situaba mirando las cosas desde el aire como si todo estuviese a nuestro alcance.

miguel cayuelas — Jenga. Una torre para volar

Axonometría Constructiva

Aún recuerdo como siendo niño fui a visitar Doñana. En mi cabeza se tejían unos hilos invisibles que me trasladan a África, a esos territorios inhabitables que había visto tantas veces en televisión. Recuerdo que aquellos paisajes estaban vivos, que aquellas dunas se desplazaban con el paso del tiempo y que iban engullendo pinos, caminos, arbustos y todo a su paso. Eran dunas móviles.

Como estudiante de Arquitectura, realmente no he hecho otra cosa que prolongar en el tiempo ese imaginario sobre construcciones que realizaba siendo niño.

El proyecto que se propone busca plasmar varias intenciones que bien podrían haber dado como resultado un proyecto de arquitectura:

-Proyectar una torre de luz y de aire para un guarda de Doñana.

-Volver a ser un niño y proyectar desinhibido, a partir de la prueba y el error. Así es como realmente se aprende. Volver a divertirse pensando arquitectura.

Decía Alejandro de la Sota: La arquitectura da risa, la vida no.

Al fin y al cabo es ‘sólo’ arquitectura

SOBRE EL LUGAR, LA MEMORIA Y EL TIEMPO

El lugar elegido no es casual. Es un recuerdo unido a una experiencia. Un paisaje que se transforma rápidamente casi de un día para otro. Las dunas constituyen un paisaje vivo, un territorio en transformación que se desplaza, que está a merced del viento y el mar.

Frecuentemente atendemos a un contexto sobre el que leemos trayectorias, huellas, trazas y otros elementos que nos ayudan a fijar pautas en un proyecto, pero ¿cómo hacer un proyecto en un lugar que siempre es el mismo y a la vez siempre es diferente?

El proyecto aquí mostrado trata de responder a ésta y a otras inquietudes.

SOBRE EL PROYECTO DE ARQUITECTURA

Pensar la arquitectura supone un ejercicio de depuración. El eterno estudiante de Arquitectura que somos nos ayuda a constituir una amalgama de referencias, textos, recuerdos y experiencias de las cuales nos servimos para enfrentarnos a la díficil tarea que es realizar un proyecto de arquitectura.

Con frecuencia nos encontramos frente a nosotros mismos en una duda y corrección constante, casi en un vuelo libre que no arbitrario. Esto nos concede la oportunidad de hacer un viaje de continuas idas y venidas.

Se propone una torre construida a partir de un único elemento prefabricado de hormigón, que tomará un color similar al de las dunas por incorporar arena de éstas. Las carpinterías y los brise soleil serán de madera de pino, el árbol de Doñana.

La altura de la torre es una variable más como el tiempo, el viento y la lluvia. Dependerá del movimiento de las dunas que la irán engullendo o dejándola emerger como un hito en el paisaje.

PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE - Designdirect

$
0
0

Il programma di interventi è pensato per ridare al sito di Piazza della Repubblica/ex caserma Garibaldi vitalità e continuità di utilizzo nell’arco del giorno e della sera, rendendolo uno spazio pubblico sempre attivo e ricco di utenze differenti dove aree e funzioni non sono rigidamente separate ma permeabili.

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

Vista della piazza verso la ex caserma.

LA PIAZZA Piazza della Repubblica è decentrata verso Sud Est, in prossimità delle stazioni ferroviarie e dell’università, primo “approdo” arrivando da Milano essa ha le dimensioni ed il potenziale inespresso di un luogo di aggregazione civico di primaria importanza. Per realizzare questa vocazione occorre che il sito non sia più un sistema chiuso e statico ma flessibile, interconnesso e continuo. Il progetto intende intervenire su quest’isola in-felice tra assi viari ad alta percorrenza, per farla sconfinare nell’abitato e riconnettere alla città diventandone il cuore culturale e civico.

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

assonometria di progetto

I CATALIZZATORI DELLA VITALITA’ Per riportare ad una scala umana l’area della piazza, essa viene divisa in sotto ambiti dove sviluppare comportamenti ed usi differenti. Una bassa densità spaziale di attrezzature fisse fa da catalizzatore al ripopolamento della piazza e si può integrare con aggregazioni temporanee quali eventi, manifestazioni, mercati, o festival. Le piccole architetture potranno contenere per esempio funzioni di noleggio e manutenzione biciclette, street food , attrezzature ludiche, edicola, gelateria, informazione sulle attività del sistema Piazza-Biblioteca-Teatro. La definizione delle funzioni è un elenco aperto alle proposte della comunità. TRIBUNA E BOTTEGHE La risistemazione del fronte Ovest genera due elementi che concorrono a fare della piazza un luogo di socialità. Sul lato sinistro una tribuna trattata a verde raccorda le quote e definisce il limite della piazza, offrendo un luogo di sosta ed osservazione verso lo spazio pubblico. Sul lato destro vengono ricavati i volumi delle botteghe dedicate a micro-attività di produzione, coltivazione o artigianato locale. LE AREE COPERTE Una forma elementare si dispiega sulla parte Nord della Piazza per proteggere ed accogliere eventi temporanei o dare semplicemente ombra e riparo dalla pioggia. I MARGINI Il trattamento e le quote della pavimentazione di via Magenta e via Bizzozero le trasformano in zone a 30 Km/h agevolando così la fruizione pedonale. Le griglie di aerazione che costeggiano gran parte della piazza, vengono rielaborate e integrate con elementi di seduta o attrezzate per sosta biciclette.

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

analisi città varese

LA NUOVA BIBILIOTECA La proposta progettuale vuole ridare dignità al bene architettonico dell’ex-caserma Garibaldi valorizzandone e sfruttandone le peculiarità spaziali con nuove funzioni e significati. Il recupero del corpo A – Il portico verso la piazza viene riaperto, accogliendo i visitatori verso i servizi posti al Piano Terra dell’ex caserma e permettendo di accedere direttamente al cortile interno. Quest’ultimo, liberato dai manufatti, mantiene e rafforza la sua funzione di area verde con una nuova gradinata che ha funzione di accesso da via Pavesi e di seduta all’aperto. Il Piano Primo è dedicato alla biblioteca dei ragazzi a spazi per lo studio ed agli uffici del personale. Al Piano Secondo lo spazio a doppia altezza permette di far coesistere le diverse funzioni della biblioteca principale in un unico ambiente arricchito dalla profondità spaziale e dalla luce zenitale. Gli ampi porticati interni saranno mantenuti come disimpegni e attrezzati come luogo informale di studio o incontro. La sostituzione del corpo B - Il nuovo edificio sostituisce l’esistente rispettandone la geometria e le partizioni ma aggiornandone fortemente l’involucro, i volumi interni e le funzioni. I materiali trasparenti e traslucidi superano la distinzione tamponamento/finestra rendendo la facciata permeabile alla luce e alla vista. La Hall di accoglienza al piano terra ha continuità fisica e visiva con la piazza, mantenendo e amplificando la funzione del porticato attiguo. Il soprastante volume dell’Auditorium è visibile dall’esterno, imponente ma sospeso e leggero, diviene un elemento simbolico del rinnovamento voluto dall’amministrazione. La nuova rampa del parcheggio è un elemento generatore del progetto e insieme ai collegamenti verticali interni dell’Auditorium caratterizza il prospetto su via Bizzozero. In sommità la nuova copertura in carpenteria metallica e vetro fotovoltaico si interrompe per lasciare spazio ad una terrazza affacciata sul cortile interno. Il programma per il corpo D - Il piano terra ospita l’archivio biblioteca e la polizia municipale mentre il piano primo e secondo sono dedicati a servizi complementari la cui realizzazione in interventi successivi non pregiudica il funzionamento della biblioteca.

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

plastico di studio

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

Planimetrie di progetto

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

planimetria piano terra

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

planimetria piano primo

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

planimetria piano secondo

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

planimetria sottotetto

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

sezione biblioteca

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

sezione ambientale della piazza

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

schema funzionale corpo B

Designdirect — PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PIAZZA DELLA REPUBBLICA ED EX CASERMA GARIBALDI VARESE

schema elementi catalizzatori della piazza

Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso - Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro

$
0
0

Il progetto si basa su una attenta conoscenza dell’architettura e permette di individuare gli interventi necessari per riattivare una villa che si presenta oggi inutilizzabile a causa di un succedersi di trasformazioni che ne hanno alterato l’assetto originario, e per i danni di un incendio ne ha compromesso la fruizione del nucleo centrale e a connessione delle parti. L’obiettivo principale consiste nella riattivazione all’uso degli spazi, non attribuendo un uso specifico, ma riflettendo sull’opportuno utilizzo compatibile con le caratteristiche della fabbrica, scegliendo e calibrando gli interventi a seconda delle necessità.

Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro — Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso

Inquadramento Territoriale

Il complesso di Villa Pisani, situato nella frazione di Biadene del Comune di Montebelluna, rappresenta uno degli elementi rilevanti del patrimonio architettonico della città. La villa e le sue pertinenze sono formate sull’originario nucleo seicentesco di Villa Correr localizzata alle pendici del Montello, lungo il Canal del bosco, un canale artificiale realizzato a metà del 400, per volontà della serenissima, che ha permesso lo sviluppo agricolo e urbano del territorio in cui sono sviluppati nuclei urbani, attorno a residenze-palazzo con funzione di azienda agricola appartenenti ad illustri famiglie veneziane. Il Montello conosciuto nei secoli come “il bosco dei dogi” presenta ancora oggi un paesaggio dominato dalla presenza del bosco seppur si è ridotto nel tempo dando spazio alle coltivazioni, in particolare alla viticoltura, punto forte della produzione locale. Il legame della villa con il verde non è solo rappresentato dal paesaggio ma si rileva anche una consistente area a verde ancora oggi parzialmente coltivata, la presenza dei segni di un antico parco che collegava la villa con la retrostante “pineta” costituita da secolari larici e cedri, e di un giardino dal disegno regolare di più recente realizzazione.

Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro — Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso

Planimetria, Villa Correr Pisani e il sito

Anche il contesto urbano ha subito alcune trasformazioni, soprattutto dalla seconda metà del novecento a causa dell’insediamento dell’industria nel tessuto urbano. Si rilevano alcuni edifici coevi alla villa e tutt’ora presenti che sono stati inglobati nell’espansione dell’urbanizzato dovuto alla presenza dell’industria che ha spostato attorno a sé l’asse principale del paese e ha relegato la villa in una sorta di isola delimitata da una cita di mura e creando una barriera visiva e annullando l’importante viale d’accesso rendendo il fronte dalla villa quasi invisibile.

Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro — Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso

Il rilievo dello stato di fatto

La villa oggi si presenta come un aggregato ed è importante analizzare le sequenze costruttive in quanto solo attraverso la conoscenza dell’architettura è possibile comprendere come intervenire al fine di riattivare la sua fruizione. Si attesta la presenza di un nucleo originario sin dal 1665 rimasto quasi invariato fino agli inizi del Novecento dove si rilevano la maggior parte delle trasformazioni quali la costruzione di una chiesa, l’ampliamento dei corpi di fabbrica, la realizzazione di colonnati e una successiva sostituzione e rifacimento delle coperture identificabile dall’uso di sistemi costruttivi e materiali propri delle varie epoche di costruzione.

Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro — Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso

Il rilievo dello stato di fatto:la sezione del nucleo seicentesco

Osservando il rilievo dello stato di fatto si nota un insieme di spazi articolati e spesso frammentati a seconda dell’utilizzo da parte di associazioni e cooperative che hanno trovato qui loro sede modificando gli spazi a seconda delle proprie esigenze. Sono state restituite, vista la complessità dell’edificio, quattro sezioni significative che mostrano l’eterogeneità delle tecniche costruttive e la presenza di un percorso longitudinale che collega tutti i vani e che oggi risulta interrotto per la cattiva gestione degli spazi e a causa di un incendio che ha compromesso la fruizione del corpo centrale della villa, dove risiedono anche antichi apparati decorativi. La conoscenza delle tecniche e l’individuazione delle superfici di pregio, unitamente alla conoscenza dei materiali ci permette fin ora di delineare gli indirizzi di intervento. Cioèè l’architettura stessa che ci mostra quali sono le necessità e le problematiche da risolvere. L’operazione compiuta è paragonabile allo “smontaggio” dell’edificio nelle sue parti costitutive con lo scopo di comprenderne le relazioni.

Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro — Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso

Analisi dei sistemi costruttivi

Il progetto di restauro si presenta come un’insieme di parti legate a: - la conservazione materico costruttiva - gli interventi strutturali di consolidamento e miglioramento relativi anche all’azione sismica - la fruizione dell’edificio attraverso la valorizzazione dei percorsi esistenti e la riorganizzazione degli spazi. Il tutto si riassume nella riattivazione del complesso attraverso una serie di interventi mirati e governati dalla conoscenza dell’edifico stesso. La linea comune degli interventi consiste nel massimizzare la conservazione della materia storica mantenendo i contributi rilevanti che compongono l’identità della fabbrica. E’ su questa linea che si agirà sui prospetti valorizzando gli elementi propri dell’architettura senza cancellare i segni del tempo ma eliminando o mitigando solo quei contributi che comprometterebbero la vita della fabbrica.

Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro — Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso

Il progetto architettonico

Il percorso della conoscenza è regolato dalle linee guida per la valutazione della vulnerabilità sismica del patrimonio storico in cui si evidenzia che livello della conoscenza si compone di varie parti a cui è attribuito un fattore di confidenza relativo al rilievo geometrico, alla restituzione dei quadri fessurativi ce ci permettono di individuare le carenze costruttive e la vulnerabilità rispetto all’azione sismica, alla conoscenza delle proprietà dei materiali e delle strutture di fondazione. Il fattore di confidenza viene direttamente applicato alle proprietà dei materiali modificando quindi l’azione sollecitante. Abbiamo effettuato analisi strutturali dei solai lignei evidenziando la necessità di interventi legati alla loro deformabilità. L’intervento proposto consiste nel condizionare il nodo trave-muratura variando i parametri che governano la verifica, agendo non solo sul’elemento ma è dipendente anche dalle variabili ambientali e quindi all’utilizzo che viene proposto.

Alberto Zanella, Dilva Del Fabbro — Villa Correr Pisani: Conservazione e Riuso

Interventi

E’ stata fatta una riflessione sul recupero della leggibilità degli apparati decorativi interessati dall’incendio che ha provocato una serie di degradi quali carbonatazione e nerofumo, ma sono rilevabili anche fessurazioni e lacune riconducibili ad altre cause.

Abbiano cercato di unire gli interventi di consolidamento alla fruibilità degli spazi ridisegnandoli attraverso la necessaria un’integrazione di setti di controventamento per l’irrigidimento delle ali trasversali. La volontà di collegare le due teste delle ali con due percorsi ci ha spinto a progettare setti di controventamento composte da un elemento rigido centrale collegato alla muratura esistente mediante portali in acciaio e un profilo a T inserito della muratura, creando uno spazio di rispetto tra l’integrazione e l’esistente. E’ necessario l’inserimento di un nuovo elemento di risalita per rendere indipendente l’ala destra dal resto dell’edificio e ridurre la distanza per una migliore via di uscita. Inoltre la presenza di quote differenti in entrambi i livelli ha reso necessario l’abbattimento delle barriere architettoniche, attraverso la creazione di rampe e spazi rialzati che ci permette di integrare l’impiantistica. Un intervento di maggiore entità, coinvolge l’ala destra, in cui il minimo intervento al fine di garantire la sicurezza nel caso di sisma comporta la sostituzione dell’intera copertura. Gli interventi di restauro hanno seguito la logica del minimo intervento e la capacità di governare al massimo le trasformazioni al fine di preservare il più possibile la materia storica e distinguendo le integrazioni attraverso l’uso di materiali contemporanei che li rendessero riconoscibili.

Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano - Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde

$
0
0

Filosofia progettuale

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Così come il Quirinale incarna l’idea della nostra patria, l’Altare della Patria è il principale luogo di rappresentazione pubblica dei suoi valori. Simbolo massimo dell’identità nazionale, lo scenario monumentale del Vittoriano è una sorta di “foro” liberamente e permanentemente fruibile, deputato al ruolo di scenario monumentale dal valore altamente simbolico, poiché ospitante non solo le spoglie del Milite Ignoto, ma tutte le manifestazioni ufficiali in occasione delle feste della Repubblica. La presenza della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli ed del Museo Sacrario delle Bandiere, ammanta il luogo di una forte sacralità, così come i resti della Basilica Ulpia, ai tempi della sua costruzione, la più grande basilica di Roma, costituisce un ponte ideale tra il passato più antico del Caput Mundi, con la sua statua a Giulio Cesare e la Colonna Traiana e la sua modernità, col suo via vai di osservatori più o meno distratti da una velocità che non è certo quella più consona a tali scenari. Nello stesso luogo dell’intervento oggetto di concorso, insieme all’inevitabile traffico di superficie, vi è quello sotterraneo della linea C e D della metropolitana e per il quale sono stati previsti i relativi ingressi. In un tale contesto, oggi come sempre, si entra in punta di piedi. Non con un linguaggio vuoto di contenuti che cerca nella sicurezza di un nell’eclettismo di maniera un’approvazione svogliata ma scontata, né con una cesura violenta che giustifica la sua ragion d’essere nell’imperio dello stesso gesto. In un tale contesto, dove da secoli la funzione e la sua rappresentazione sono riusciti sempre a trovare una continuità linguistica in cui l’espressione è forma che incarna coerentemente il concetto e mai babele di linguaggi che nasconde confusione d’idee, si entra in un solo modo, che è lo stesso da sempre. Si entra con idee chiare espresse con un linguaggio che, forte delle sue idee, cattura con tono sommesso, al tempo stesso rispetto e simbiosi: rispetto dell’antico ed i suoi simboli e simbiosi con questi al pari di quelli della modernità di un mondo che passa. Abbiamo perciò creato un linguaggio che potesse rendere “il viaggiatore di ogni tempo“ consapevole del suo ruolo di oggetto (trascinato) e soggetto (trascinante) in un “cammino sospeso” attraverso una realtà sempre liquida, testimone non più distratto di uno scambio osmotico attraverso la membrana del tempo. La citazione dell’arco è d’obbligo, così com’è inevitabile l’utilizzo oculato delle nuove tecnologie. “Il cammino sospeso”, questo il nome del nostro progetto, in una sorta di ribaltamento del concetto di un’architettura che è stata simbolo dell’Impero romano, vuole in sintesi rappresentare l’attraversamento di un ponte che è varco tra le stanze del tempo, membrana osmotica in cui “l’osservatore attratto” si muove sospeso, al tempo stesso, tra l’antico ed il moderno, lasciando però ad entrambe le realtà, intatta la propria identità.

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Copertura in ETFE

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

La copertura sarà realizzata con cuscini di spessore 25/10 mm di ETFE, ossia Etilene Tetrafluoro Etilene o come vuole la nomenclatura UPAC poli (etilene-co-tetrafluoroetilene). Il nome non è dei più semplici ma si sta facendo ricordare come uno dei materiali di maggior interesse nell’architettura moderna. A rendere allettante dal punto di vista progettuale questo materiale è innanzitutto la leggerezza: solo un centesimo del peso posseduto dal vetro a fronte di capacità di trasmettere la luce visibile del 94–97% per un irraggiamento dai 400 ai 600 m ed una perfetta permeabilità ai raggi ultravioletti. Il materiale in questione può contare fra i suoi pregi una temperatura di fusione molto elevata, eccellenti proprietà di resistenza chimica, elettrica e alle radiazioni ad alta energia, e costi di trasporto ed installazione notevolmente contenuti proprio per via del suo peso estremamente basso (350 gr/mq). Inoltre il materiale è interessante per tre qualità non da poco: è in grado di sopportare 400 volte il proprio peso, è autopulente grazie alla propria superficie antiaderente ed è completamente riciclabile. La pellicola ETFE ha, inoltre, una forza di trazione di circa 42 N/mm², con un intervallo di temperatura di funzionamento tra i -185 °C e i 150 °C. riutilizzato. Nel nostro caso si prevede inoltre l’adozione di un sistema di raffrescamento passivo dell’intercapedine d’aria tra le due facce dei cuscini in modo da smaltire una buona parte del calore trasmesso nella parte sottostante per irraggiamento e alleviare l’effetto serra indotto dalla radiazione solare nella zona sottostante e assicurando una temperatura costante della faccia inferiore dei cuscini di 23°C.

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Concezione strutturale

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

La copertura dell’auditorium, sarà realizzata in mediante il varo e la posa in opera di tre passerelle in acciaio precompresso zincato tipo S235, di luce 33 ml , con corrente inferiore a profilo parabolico che alloggerà al suo interno i cavi di precompressione, che in questo caso saranno posti proprio lungo il tracciato del cavo concordante perseguendo l’ottimizzazione strutturale dell’elemento nel suo complesso e riducendo al minimo le cadute di tensione. Inoltre la concenzione strutturale adottata consente di scaricare le componenti orizzontali delle spinte indotte dai carichi verticali agenti sulla passerella sul corrente superiore, ben controventato mediante le aste a profilo tubolare ben visibili nella figura 5, rendendo inoltre possibile l’adozione di fondazioni superficiali nel rispetto del vincolo imposto del bando di contenere il piano di posa delle fondazioni entro 1 m di profondità dall’attuale piano di scavo, altrimenti sarebbe stato necessario il ricorso a fondazioni profonde su pali per il contrasto delle spinte orizzontali tipiche delle spalle dei ponti ordinari.

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Ventilazione e Condizionamento

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

La copertura trasparente in materiale ETFE se da un lato permette la completa fruizione degli spazi archeologici sottostanti attraverso le passerelle sospese, viene a costituirsi diversamente come una “serra”. In altre parole la radiazione elettromagnetica solare incidente sulla copertura a doppia pelle polimerica in minima parte assorbita dalla struttura stessa la attraversa e resta “imprigionata” all’interno del vano ipogeo. Praticamente viene a configurarsi il classico “effetto serra” particolarmente gravoso nei mesi a maggiore insolazione che se non abilmente contrastato comporterebbe lo sviluppo di condizioni climatiche e termo-igrometriche non adatte alla fruizione degli ambienti da parte dei visitatori. Per affrontare e risolvere tale evenienza ed al fine di garantire le idonee condizioni climatiche l’idea progettuale studiata al tal fine si caratterizza nella implementazione di : - un sistema di raffrescamento mediante ventilazione dei condotti a doppia pelle sfruttando la refrigerazione dell’aria mediante condotti annegati nel sottosuolo funzionanti sul concetto dei sistemi solari passivi: in dettaglio la soluzione prevede lo sviluppo sui lati del perimetro del vano ipogeo di n° 5+5 tubazioni in acciaio di diametro pari a 50 cm e lunghezza 70 ml dotati di protezione catodica nei confronti della corrosione, e la cui aria che li attraversa, prelevata dall’esterno e messa in circolo da ventilatori centrifughi, scambia energia termica con il terreno (che si mantiene ad una temperatura pressochè costante tra 15 e 18°C) e così raffreddata viene addotta ai canali a doppia pelle di ETFE in copertura al fine di mantenere la temperatura degli stessa ad un valore medio costante di 23°C. In tal modo l’energia elettromagnetica solare assorbita dal canali a doppia pelle viene asportata dal sistema così concepito che oltretutto permette di mantenere a temperatura costante il “cielo trasparente” del complesso archeologico. - un sistema di condizionamento dell’ambiente archeologico: la maggior parte della radiazione elettromagnetica incidente sulla copertura trasparente, come prima accennato, la attraversa e viene in parte assorbita dalle strutture opache del complesso archeologico e dalle strutture delimitanti lo stesso (pareti in terra) aumentando la temperatura delle stesse, in parte riflessa dalle stesse strutture. La radiazione emessa dalle succitate strutture viene a trovarsi nel campo di lunghezze d’onda che la copertura polimerica non lascia passare e pertanto l’energia radiante resta “intrappolata” comportando un inevitabile aumento della temperatura ambiente. Si è pertanto concepito ed ideato un sistema di condizionamento che lavori opportunamente al fine di mantenere e garantire le adeguate condizioni termoigrometriche per l’ambiente (inquadrabile nel tipo museale). Il sistema prevede l’utilizzo di condizionatori a pompa di calore raffreddato ad aria ad alta efficienza e sistemi di adduzione all’ambiente realizzati in tubi diffusori installati sui due lati di ognuna delle tre passerelle sospese. Nonostante il notevole carico termico cui il sistema di condizionamento è chiamato a smaltire l’utilizzo di un sistema a pompa di Fotovoltaico innovativo integrato Al fine di sfruttare nel miglior modo possibile la radiazione solare incidente l’idea progettuale è stata rivolta all’utilizzo si sistemi fotovoltaici. In particolare la scelta prevede l’utilizzo di sistemi tipo frangisole applicati ai parapetti delle passerelle al fine soddisfare con qualità sia l’esigenza architettonica ed estetica sia il massimo sfruttamento energetico della radiazione incidente: la soluzione così concepita promette grande durata e risparmio energetico. Di seguito viene proposto lo scenario di progetto dei pannelli di celle fotovoltaiche applicate alle passerelle in acciaio precompresso.

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Illuminazione

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Il complesso archeologico e l’importanza storica del luogo ha suggerito l’utilizzo di sistemi di illuminazione di ultima generazione con un attendo sguardo rivolto al risparmio energetico nel suo complesso. In particolare si è scelto di illuminare gli spazi con proiettori a LED ad altissima efficienza applicati alla struttura in acciaio delle passerelle sospese. Quindi si esclude del tutto la presenza di cavi e proiettori all’interno dell’area di scavo, entrando come già detto innanzi “in punta di piedi” nel cuore del reperto archeologico e senza alterarne in alcun modo il suo stato, ma mirando solo alla sua ottimale conservazione per tramandarlo immutato ai posteri.

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Ing. Vincenzo BUFANO, Michelangelo Langone, Angelo Sangiovanni, Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di idee per la copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

LA LINEA COMPOSTA - Marco Gaudenzi

$
0
0

Questo progetto si sviluppa attorno alla volontà di indagare, provare e sperimentare, come la linea può essere composta per creare elementi di design quotidiani di tutti i giorni. La necessità era quella di completare, nell’appartamento parzialmente realizzato, elementi che lo rendessero a tutti gli effetti un luogo o meglio una casa confortevole, in cui scoprire costantemente il piacere del segno.

Marco Gaudenzi — LA LINEA COMPOSTA

Marco Gaudenzi — LA LINEA COMPOSTA

Marco Gaudenzi — LA LINEA COMPOSTA

Marco Gaudenzi — LA LINEA COMPOSTA

Marco Gaudenzi — LA LINEA COMPOSTA

Marco Gaudenzi — LA LINEA COMPOSTA

Marco Gaudenzi — LA LINEA COMPOSTA

1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis - Simbiosi Architects, Dora Balnta

$
0
0

The “1st Elementary School of St. Paul in the Municipality of Neapolis – Sykies” is positioned on the border between the urban and the natural environment of the city and this could not do anything else of guiding the design. We are proposing a landscape building, which clearly indicates the presence of the institution to the point, without overimpose itself, but leaving to the natural landscape the primary role. The building complex is designed as a balcony of the mountain to the city and tries to work as the extension of the natural environment in a way that it limits and organizes the very land on which it is built. The building complex is organized in three distinct levels. Each of these levels signifies a set of functions: at the highest level (level +3.50m) the main classrooms and the laboratory spaces are placed. In the middle and basic entry level (level + 0.00m) all social spaces and the management are placed. This is the level that also hosts outdoor fitness activities. At the lower level (level -9.30m) the gym is placed, together with the required space of the parking and other auxiliary facilities.

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

Simbiosi Architects, Dora Balnta — 1st Elementary School with Covered Gym in Neapolis

S7. Sede SUD Livorno - CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti

$
0
0

Posto nel cuore de “La Venezia” a Livorno, la nuova sede di SUD Livorno ubicata in un fondo commerciale, sito in un palazzo storico del centro, è stata oggetto di una profonda opera di risanamento conservativo atta ad adeguare alla normativa vigente la attività di somministrazione che si è successivamente insediata.

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Ingresso

Il locale versava in profondo stato di degrado, con vecchie partizioni non in grado di soddisfare i moderni requisiti di legge per l’attività preposta. Allo scopo il locale è stato completamente svuotato, sia dei tramezzi presenti che dei pavimenti che degli intonaci maggiormente deteriorati e ricostruito creando spazi pubblici agevoli e confortevoli utilizzando tonalità chiare che valorizzassero la luce proveniente dall’unico accesso al locale. Anche le luci e gli arredi sono stati curati nel dettaglio in modo da unire la funzionalità commerciale alla richiesta di creare un ambiente caldo, familiare che potesse riprendere la filosofia dei prodotti e della qualità coinvolgente di SUD.

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Interni

Dal design di pregio, alla scelta di forniture tipiche, mediterranee, dal recupero dell’antico portone ligneo all’inserimento di nuovi arredi semplici e caldi, “Sud Livorno”è il risultato di una progettazione coordinata dall’architettura fino al disegno delle bacheche, una nuova complessa progettazione di spazi aperti al pubblico in uno dei luoghi più suggestivi di Livorno.

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Interni

Galleria di immagini del cantiere

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Interni

Progetto architettonico, design di interni, direzione lavori:

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Interni

CM2Team

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Particolare delle bacheche con i pannelli informativi intercambiabili

Stato: Realizzato

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Le bacheche

Located along the historical canals of Livorno, in a palace belonging to the ancient upper class, the place has undergone a massive restoration in order to achieve law requirements for places opened to public.

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Il bancone

Decay of the unit was serious and the old thin interior walls were unable to satisfy law minumum standards to open the type of commercial activity planned there. The place has been completely emptied then, of the thin walls, the floor tiles and the most damaged plasters, and completely rebuilt to create comfortable public spaces and using light colours for wall painting and floor tiles in order to maximize the light coming from the unique opening. Lights and furnitures too have been chosen with extreme care in order to achieve functionality together with the request to create a warm and cozy place able to follow the quality trademark coming from southern Italy.

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Pianta

Precious design and mediterranean details, recovery of the old wooden door and new simple and familiar furnitures, “Sud Livorno” is the accomplishment of a complex and integrated planning, a new achievement in public spaces planning located in one of the most scenographic place of Livorno.

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Sezione AA

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Sezione BB

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Esecutivi delle bacheche

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Fasi di cantiere

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Fasi di cantiere

CM2 Team, Mario Cenci, Giuseppe Magliano, Edoardo Marchetti — S7. Sede SUD Livorno

Fasi di cantiere


ERRE COME ROMA - Marco Gaudenzi

$
0
0

Il progetto nasce dall’esigenza della famiglia romana di cambiare gli spazi interni della propria casa, perché dopo l’arrivo a Roma da circa quindici anni, molti sono stati i cambiamenti vissuti e con gli anni anche le esigenze sono cambiate. Il progetto si sviluppa attorno ad un piatto di bucatini alla matriciana con un intensa chiacchierata sui progetti, le aspettative per il futuro e alla volontà di dare una forte cambiamento alla propria vita che parta prima di tutto dal luogo di tutti i giorni, la casa.

Marco Gaudenzi — ERRE COME ROMA

Marco Gaudenzi — ERRE COME ROMA

Marco Gaudenzi — ERRE COME ROMA

Marco Gaudenzi — ERRE COME ROMA

Marco Gaudenzi — ERRE COME ROMA

Marco Gaudenzi — ERRE COME ROMA

Padiglione delle Maldive in EXPO 2015 - Francesco Arrigoni

$
0
0

Lo spazio destinato alle Maldive è un’area di circa 60m2 che si trova nel cluster delle Isole. EXPO prevedeva infatti di consegnare a questo arcipelago asiatico uno spazio già fornito di un allestimento base. Tuttavia l’Università di Milano Bicocca che alle Maldive ha il Marhe Center, un avanguardistico laboratorio di biologia marina, decide di essere presente in EXPO finanziando un self-built fitting.

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Photo: Andrea Frazzetta

Nelle esigenze del progetto erano state individuate cinque aree tematiche: due per introdurre il paese e spiegare il suo rapporto con il cibo; un piccolo spazio di vendita; un punto informativo che illustri la collaborazione tra l’Università e le Maldive; un’area espositiva per una mostra fotografica. C’era anche l’esigenza di rappresentare l’incredibile oceano pacifico e la sua biodiversità.

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Photo: Andrea Frazzetta

Il progetto di allestimento prende spunto proprio dall’elaborazione delle caratteristiche del paese. Nell’immaginario collettivo, le Maldive appaiono come degli isolotti di sabbia bianca circondati da uno straordinario oceano. Se però pensiamo a un elemento architettonico ricorrente, non possiamo che ricordare quelle lunghe passerelle di legno su palafitte che colonizzano le barriere coralline trasformandole in lunghi percorsi ramificati tra le unità abitative. Nonostante questi elementi non appartengano alla tradizione costruttiva del passato, da qualche decennio sono diventati talmente comuni e onnipresenti che possono essere considerati a pieno titolo parte del linguaggio architettonico maldiviano.

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Photo: Andrea Frazzetta

L’allestimento prende quindi spunto da questi due elementi: l’oceano e le passerelle. Quest’ultime si sollevano e si piegano diventando degli espositori che, con la minima occupazione di suolo, caratterizzano lo spazio, gerarchizzano le informazioni e suggeriscono un percorso composto da una sorta di stanze aperte, ognuna caratterizzata da un tema. Il perimetro dell’area è definito da una parete tecnica nera da cui emergono le foto e le vetrine commerciali, entrambe dotate di illuminazione integrata. Infine una retroproiezione a soffitto di 6.5×4.5m completa lo spazio grazie a un filmato prevalentemente ripreso sott’acqua.

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Photo: Andrea Frazzetta

In complesso si è cercato un lusso sobrio che gioca con matericità dei materiali e la gerarchia spaziale che lega questa ricchezza tematica alla ridottissima superficie disponibile. Seguendo la filosofia di EXPO, l’allestimento è facilmente smontabile e tutti i materiali usati sono ecocompatibili, riciclati o riciclabili al 100%.

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Photo: Andrea Frazzetta

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Photo: Andrea Frazzetta

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

Francesco Arrigoni — Padiglione delle Maldive in EXPO 2015

San Marco / Markovec tunnel - Damjan Bradač

$
0
0

Easteren Portal is located on north slope of Markovec, on southeren side of the Koper city centre beside city promenade “lungomare”. Portal is designed as intervention in the urban city area and in the same time as a boundary in between highway area and protected area of the cliff Markovec. Architecture of the portal mimics geologycal slabs of the stone characteristic for this particular location.

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

terrain configuration portal east

Westeren portal is situated above Izola city. Architectural intervention deals with delicate vineyard area in Pivol valley. Terrain, local building typology and the desire for low interference with nature were the main generators of the portal design. Architectural interventions are tools to minimize the impact of intrusion in typical rural location.

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

view from the city promenade

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

view from the "lungomare"

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

terrain configuration portal west

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

portal west

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

barriere

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

Damjan Bradač— San Marco / Markovec tunnel

concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì. - Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni

$
0
0

Il progetto della Chiesa è pensato in due stralci funzionali all’ottimizzazione delle fasi di realizzazione. È un piccolo borgo aperto se pur riservato, una cittadella cristiana ove la piazza funge da Sagrato sul quale si affacciano tutti gli edifici del complesso ecclesiastico, dove si staglia il Campanile con tutta la sua forte presenza simbolica religiosa e urbanistica.

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

vista frontale

Nell’ampio e articolato Sagrato/piazza si esercita l’Agapè fraterna attraverso le molteplici relazioni interpersonali che in esso possono aver luogo prima e dopo le funzioni liturgiche, da qui si accede agli edifici e agli spazi dei parcheggi e alle attività sportive. Gli Uffici Parrocchiali sono in comunicazione interna con la Canonica, situata nella zona più tranquilla, ma non defilata, dell’intero complesso, in contiguità con l’Aula Minor. Davanti a questa è previsto uno spazio verde che richiama il chiostro rivisitato in chiave contemporanea. Le Aule per la Catechesi si articolano nei bracci laterali del complesso e sono adatte alle riunioni polifunzionali di gruppi di diversa numerosità.

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

vista laterale

Su un lato del Sagrato si affaccia un piccolo pioppeto che richiama da un lato la Bibbia dall’altro il paesaggio circostante e contiene all’interno un anfiteatro verde per piccoli spettacoli o celebrazioni esterne.

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

vista della piazza

L’Aula Liturgica si presenta come un volume a sé, centrale, definito, integrato ma predominante su tutto il resto. La sua forma e i suoi materiali lignei richiamano l’Arca, simbolo tradizionale della Chiesa che naviga nei marosi delle acque del mondo ma protetta e salvata dalla grazia divina secondo la promessa del suo Signore: Ecco io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt. 28,20).

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

vista interna centrale

Nello spazio riservato all’Assemblea Celebrante, Sposa di Cristo ed elemento generatore del progetto, i fedeli in preghiera e il Coro sono riuniti, congregati, in un livello pavimentale leggermente degradante dal limite esterno verso il presbiterio.

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

vista interna

Il Battistero, situato vicino all’ingresso, è costituito da una grande vasca per il Battesimo per immersione, accessibile tramite sette gradini di discesa e di risalita, alimentata da una fontana posta su una balconata prospiciente, che consente il rito per infusione e ne sottolinea la derivazione simbolica. La radiazione solare penetra attraverso bucature nella muratura e si riflette sull’acqua del Fonte creando un riverbero ondulante sulle pareti circostanti e una variazione d’intensità e cromatismo luminoso.

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

fonte battesimale

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

sezione chiesa

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

prospetto generale

Francesca Amore, Massimo Viti, STEFANO SAGINA, Massimo Nencioni — concorso di progettazione del nuovo complesso parrocchiale "Beato Paolo VI" Forlì.

prospetto generale

PIANI INCLINATI - OPPS, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi, Giorgio Notari

$
0
0

Il progetto mira a definire una declinazione di tavolo che combina l’obiettivo dell’esposizione alla bellezza della pietra di Vicenza. Le montagne di Cortina d’Ampezzo sono specchio dell’orogenesi del territorio, stratificazione e movimento di pietra senza vita accumulato durante i secoli. Le falde degli insediamenti di alta quota mimano questo andamento, per ripararsi dagli agenti atmosferici e resistere alle intemperie. La sapienza dei maestri del rinascimento fornisce nel dettaglio rappresentato dello Studiolo di Gubbio l’interpretazione di questo segno alla piccola scala, metodo di comfort per il lettore. L’idea si rappresenta con uno sforzo minimo di architettura che asseconda tre obiettivi distinti.

OPPS, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi, Giorgio Notari — PIANI INCLINATI

Una geometria perfetta. Il prisma a sezione di triangolo equilatero rappresenta sicuramente un’immagine assoluta, indice monumentale ed elegante che trova riferimento nell’immaginario collettivo, e comprende gli esempi appena citati. Allo stesso tempo il carattere silenzioso dell’oggetto punta a valorizzare le immagini esposte.

OPPS, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi, Giorgio Notari — PIANI INCLINATI

L’esposizione. I piani inclinati assicurano una grande superficie per esposizione di opere di diversi formati e differenti composizioni, garantendo al curatore piena autonomia e flessibilità. Il sistema di fissaggio al tavolo si traduce in stampa delle fotografie su supporti rigidi tipo forex appesi attraverso cavi di acciaio all’asola presente in prossimità del vertice superiore del tavolo.

OPPS, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi, Giorgio Notari — PIANI INCLINATI

ll legno e la pietra. La giustapposizione di due lastre di pietra dà anche come risutato la piena percezione del materiale; sia tattile, considerando la diversa lavorazione della lastra nelle due direzioni, ovvero bocciardata nel lato di esposizione e con finitura a spacco nel lato dello spessore della lastra che visiva, con effetti diversi al variare dell’altezza del sole. Il rovere, una delle essenze piu utilizzate del territorio, viene impiegato per tamponare lateralmente il tavolo, assecondando l’intenzione di evidenziarne la composizione a lastre. Anche il dettaglio di finitura superiore viene trattato con un elemento di rovere massello, che completa il progetto e ospita l’ancoraggio delle opere.

OPPS, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi, Giorgio Notari — PIANI INCLINATI

La costruzione. Viene utilizzata una struttura composta da quattro telai triangolari con sezione IPE 80 appoggiati su due profilati della stessa tipologia che costituiscono l’attacco a terra del progetto. I telai comprendono due anime in acciaio saldate per ognuno dei due lati su cui appoggerà la pietra, che verra quindi ancorata alla struttura in 16 diversi punti. La pietra di Vicenza viene tagliata in due pezzi unici speciali di spessore 10cm e dimensioni 400cmx182cm. Le lastre si manterranno staccate dal terreno di 8cm per garantirne l’isolamento meccanico ed evitare il contatto con il terreno. Nella parte superiore verranno completate con un elemento in legno fissato attraverso dei tasselli che penetrano nella pietra.

OPPS, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi, Giorgio Notari — PIANI INCLINATI

OPPS, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi, Giorgio Notari — PIANI INCLINATI

VAL - OPPS, Giorgio Notari, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi

$
0
0

Il disegno propone un tavolo che unisce la funzionalità espositiva con la mimesi esplicativa dell’identità del luogo e delle arti. L’orografia del territorio, in antitesi con le punte delle Dolomiti, disegna valli dalla spiccata geometria concava, segno di inclusività e protezione. La leggerezza della struttura alare dei rapaci di alta quota è un facile rimando ai piani inclinati espositivi che si incastrano nella pesante base in pietra di Vicenza; la morfologia del tavolo vuole essere una celebrazione del porta disegni, elemento presente nelle botteghe artigiane, atelier e studi di architettura.

OPPS, Giorgio Notari, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi — VAL

Una geometria leggera. Senza imporsi come presenza monumentale all’interno dell’edificato, il tavolo con il suo tratto delicato espone le immagini delle architetture come in un atelier, palesandosi per la sua eleganza e leggerezza. Il contrasto tra il segno asciutto e razionale dei piani espositivi e la consistenza piena della base in pietra, trovano armonia nella struttura e nell’equilibrio di forme che disegnano gli angoli retti.

OPPS, Giorgio Notari, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi — VAL

L’esposizione. I grandi piani inclinati a 45° permettono sia un comfort visivo che la piena autonomia e flessibilità per il curatore di comporre in maniera libera l’esposizione. Le superfici in ferro cerato garantiscono un fondale scuro dove le immagini possono risaltare, un’ottima protezione dagli agenti atmosferici ed una facile pulitura. L’ancoraggio delle immagini avviene attraverso profili in metallo longitudinali i quali fungono da appoggio per i supporti rigidi in forex fissati poi con collanti sulla superficie liscia.

OPPS, Giorgio Notari, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi — VAL

ll legno e la pietra. Il disegno dell’oggetto enfatizza le proprietà dei materiali utilizzati grazie a linee essenziali ed al massimo rigore formale richiesto dagli stessi. La liticità della pietra di Vicenza trova compimento nel basamento del tavolo, grazie alla sua pesantezza sia formale che materiale garantisce un legame indissolubile con il piano di appoggio; l’elemento di chiusura in pietra, incastonato nella concavità dei piani espositvi, permette un legame solidale tra le varie componenti grazie al peso proprio. Il piano di appoggio delle immagini viene disegnato come una lastra in ferro cerato piegata a 90° gradi in mezzeria del lato corto. La lastra viene resa stabile grazie all’unione solidale con i due piani in legno di rovere realizzata in officina. Il deflusso dell’acqua viene garantito prima da una scanalatura in sommita della pietra di chiusura poi dal taglio praticato nel metallo e nel legno ai due estremi in corrispondeza della piegatura.

OPPS, Giorgio Notari, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi — VAL

La costruzione. Il basamento in pietra di Vicenza, tagliato secondo le specifiche del disegno e diviso a metà, per facilitarne la collocazione, viene semplicemente appoggiato alla pavimentazione della strada.L’elemento sagomato in legno e ferro trova alloggio nella grande scanalatura del basamento che a sua volta accoglie l’elemento sommitale in pietra (diviso a metà) che grazie al suo peso garantisce stabilità

OPPS, Giorgio Notari, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi — VAL

OPPS, Giorgio Notari, Francesco Onorati, Filippo Pecorai, Francesco Polci, Antonio Salvi — VAL

MAT | Melpignano Auditorium Taranta - Francesco Mariani, Filippo Pecorai, Giulio Pandolfi

$
0
0

La composizione dell’edificio nasce dal luogo stesso, dal rapporto con le campagne salentine, dalle masserie, dalla volumetria del convento degli agostiniani. I volumi silenti della tradizione e l’utilizzo di materiali locali, pietra leccese ed intonaco bianco, si traducono in un edificio in continuità con l’esterno, permeabile e per composizione volumetrica predisposto all’accoglienza e all’aggregazione. Il ritmo e la dinamicità della notte della taranta si protraggono durante l’ anno grazie al nuovo complesso. La disposizione dei volumi permette l’accesso alla hall di ingresso attraverso la grande corte centrale interamente aperta verso il convento preesistente. Gli spazi comuni interni ed esterni si innestano nella hall che permette una distribuzione diretta al teatro, alla sala espositiva, all’emeroteca, al cafè, e alla meeting area; questi ultimi due si aprono in una corte privata nel retro dell’edificio. I laboratori musicali, immediatamente distinguibili dagli spazi comuni anche per la diversità materica, trovano una loro indipendenza collocandosi ai piani superiori raggiungibili attraverso un solo corpo scala. Il confronto con lo spazio antistante è affidato all’avanzamento dei volumi dedicati alla musica, teatro e laboratori, andando a costituire la quinta scenica della notte della taranta.

Francesco Mariani, Filippo Pecorai, Giulio Pandolfi — MAT | Melpignano Auditorium Taranta

Francesco Mariani, Filippo Pecorai, Giulio Pandolfi — MAT | Melpignano Auditorium Taranta

Francesco Mariani, Filippo Pecorai, Giulio Pandolfi — MAT | Melpignano Auditorium Taranta

Francesco Mariani, Filippo Pecorai, Giulio Pandolfi — MAT | Melpignano Auditorium Taranta

Francesco Mariani, Filippo Pecorai, Giulio Pandolfi — MAT | Melpignano Auditorium Taranta

Francesco Mariani, Filippo Pecorai, Giulio Pandolfi — MAT | Melpignano Auditorium Taranta


HKSAR Government Headquarters - Rocco Design Architects

$
0
0

HKSAR Government Headquarters is located at the historical site of Tamar, a former naval dockyard. It is an intricately composed Government Complex, integrating three principal facilities: the HKSAR Government Offices, the Chief Executive’s Office and the Legislative Council Complex. Recalling the city’s traditional spirit of open-mindedness and receptiveness, the architecture of the new headquarters for Hong Kong’s Special Administrative Region government takes the form of an overt gesture, a metaphor of an “open door” that also reads as a gateway to Victoria Harbour and a frame for the city rising behind it. At the same time it is urbanistically a genuinely humanistic design: despite its location on a previously isolated site with busy traffic and highways around, the doorway now sits over a barrier free landscaped carpet of green that knits the city together and invites pedestrians to pass through its embrace on their travels from the business district to the waterfront. The site covers 42,218 square metres, a huge area of land for this downtown district. Open lawns – a rarity in Hong Kong – are bracketed by generous benches and terraces. The two-hectare carpet of green at the centre is a kind of welcome mat for the whole complex, creating a sense of place and organizing the site plan. The landscaped Civic Park, or “Green Carpet”, penetrates the heart of the project linking the city with the waterfront, gives Tamar back to the citizens and brings them right through the heart of Government. Walking through the plaza gives pedestrians as well as building occupants an opportunity to interact with nature at all scales, from low plantings to trees, in a constructed landscape that terraces down to the water. The open green space of this site will connect to the future public park planned for the waterfront; once completed, the network will extend into the Central district and Wanchai. Above all, it is about the spirit of sharing: how a prime site in the centre of the city could be shared not only by 3 branches of government, but also by the public in such a way that all parties could function without under interference from one another, while at the same time sharing the common attribute of the city, i.e. the harbour and the waterfront. Now it becomes a venue for public events in the heart of the city. The design concept of the Project embodies four themes: Openness – “Door always open” Enjoyment – “Land always green” Sustainability – “Sky will be blue” Communication – “People will be connected”

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

Door Always Open With a grand gesture of opening up the site from the city to the Harbour, Tamar Project is a visual icon projecting the spirit of Hong Kong:a city always open and receptive to new ideas and diverse cultures. The Open Door also symbolizes a city which is justifiably proud of its openness and transparency of governance. The sense of openness is enhanced also by the façades, being transparent and visually permeable; within the parameters of security and practicality, passersby can catch glimpses of the activities and spaces within, while office workers can enjoy the view of the park and the water. Materials and colors were carefully chosen to support the integration of the buildings with the city on three sides, and physical connections are made via elevated walkways,ground-level sidewalks, and the new waterfront pathway.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

Land Always Green On a human scale the Complex is a civic icon, where greenery takes centre-stage and architecture assumes a supporting role. The Door gives way to nature and lush landscape. The “Green Carpet” that connects the Harbour through the Door leads to a multitude of people-friendly venues, including a sculpture Court, the Legislative Council Garden, an amphitheatre, a floating deck, the Legislative Council Square and the Tamar Corner, all for the enjoyment of the public. With the architectural design of the building “embracing” the open Green Carpet, visitors are encouraged to take in the space overlooking the fragrant Victoria Harbour. The design on the other hand wants the towers sweeping up to the sky in a stately manner with the Green Carpet below . The lobby of the Complex is on the first and second floors instead of the typical ground floor. The reason being that the platform kept everything elevated in parallel with the Green Carpet, which would gradually slope down to the waterfront.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

View of HKSAR Government Headquarters from Victoria Harbour

Sky will be Blue Tamar’s architecture demonstrates a passionate commitment to embrace a cleaner future, with emphasis on sustainable design contributing to a concerted effort to bring back the blue sky. Disposition of the blocks allows the prevailing wind to penetrate the inner city providing ventilation through the Open Door passage, it also allows solar access to the site from the south, while the stepped heights of the buildings allow airflow mixing and recirculation, channeling wind from higher elevations to enhance air ventilation at pedestrian level. The challenge was to balance wind and visual aspects, testing mechanisms and personal feelings of the Hong Kong people. A special consultant (RWDI) was hired to embrace the challenge of embarking on a sustainable design, which would address the effects of the wind, stagnant air pockets as well minimising the urban heat island effect. The restarint was of not adversely affect the surrounding area and pedestrian. The open area, thanks to the design (not super tall tower for example) ensured the open area to have a straight open tunnel for both wind and visualisation; the canopy keeps flow elevated not affecting pedestrians. A lot of sustainable elements were designed, appealing the general public as well as the workers. These include such features as the natural light funnel in the Chamber – Plenary Hall of the LegCo Complex which also boasts a green roof and shading devices. The Central Government Offices have double roof photovoltaic solar panels installed while the Chief Executive’s Office has thermal chimney, full height atrium as well as a green solar screen on its west – facing wall.Water conservation has been implemented and rain water collected has been recycled for landscape irrigation. Besides, innovative façade design systems are adopted to achieve sustainability for the development. While daylight penetration is calculated to reduce energy consumption from artificial lighting, glare protection and high performance glazing have been used for the facade of curtain glass walls, which optimises the transmittance of light, visibility and performance of shade devices. There are motion sensor controls to detect occupancy conditions in the office and adjust automatically the lighting and air conditioning to save energy. The complex has also an automatic refuse collection system.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

View from Harcourt Road

People will be Connected The essence of Tamar’s design for people is on connectivity, dialogue and communication. On a physical level, the design starts with a macro-view of the urban form adopting a strategy that brings on a seamless connection of urban green nodes, from Hong Kong Park to Admiralty Gardens to the future waterfront promenade, making the place and the waterfront accessible to the public with ease and fluidity. To enhance this connectivity, the Legislative Council Complex and The Chief Executive’s Office are located one on each side of the site, on the same axes as the Central Government Offices East Wing and West Wing,flanking the central park area and angled towards the Waterfront to create unity for the whole development, being set in more than two hectares of open,green and freely accessible areas for the public.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

Site plan - HKSAR Governement Headquarters and Tamar Park.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

HKSAR Government Headquarters section through the Governement Offices Buildings.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

Section through the LegCo building.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

Masterplan, circulation diagram.

Rocco Design Architects — HKSAR Government Headquarters

Concept sketch.

Tinman House - Junsekino

$
0
0

Based on the owner’s appreciation of steel structures, the expression of this building is a simple and straightforward but distinctive design using structural steel as the primary material. Besides the characteristics and inherent benefits of structural steel in terms of high resiliency and performance under difficult conditions with the ability to go up quickly to meet tough construction schedules, structural steel can also reflect the flexibility of construction process and represent the quality of the ‘Truth to materials.’

​

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Situated on the heart of Bangkok, where the limitations of land use is the primary concern, ‘Tin Man’ is a 3-story house designed to achieve the space-saving idea under the 6 meter-span of structural steel. The name ‘Tin Man’ derives from the owner’s favorite character of the tin man or the tin woodman, a character that simply represent a humble, honest heart in the fictional ‘The Wonderful Wizard of Oz,’ created by American author L. Frank Baum.


Junsekino — Tinman House

Tinman House

Since the West-facing building is problematic in terms of external radiation temperature and internal temperature loss, the idea of creating insulation applies in this particular scenario. The West facade of the Tin Man is comprised of a double wall that spans floor to roof. For interior, regarding the owner’s large collection of books, a huge bookshelf was built attach to the West-facing wall on the second floor for the purpose of insulating and creating the personal space for the owner. However, for the ventilation, the architects applied louver windows with minimal and elegant detailing that is consistent with the aesthetic look of the primary structural steel frame to create more ventilating space for the building.

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Parking is provided at the ground floor level as well as the living area, dining area, and kitchen. The architects use open floor plan, which is suitable for tropical residence to arrange the space planning. The staircase takes the main role in this building by providing vertical connection and linking all the 600 square meter-usage area together. This space provides the quality of living since it connects all the space together and allows the users to know all the activities happening in the house. The location of a skylight relating to the staircase provides day lighting and makes the linkage in terms of vertical space connection.

​

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Working space and closet are located on the second floor. The library is placed in a double space connecting the second and the third floor together. To access to the bedroom on the third floor, a spiral staircase serves this circulation. On the third floor, there is a unique space of the net – like a spider web that the owner can use – like he lives in the air. For the rooftop, this space not only provides the scene of Bangkok cityscape, but also the relaxing area with vertical garden as well as the space for the future’s expansion.

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Junsekino — Tinman House

Tinman House

Guangdong Museum - Rocco Design Architects

$
0
0

Guangdong Museum is one of the four cultural landmarks for Zhujiang New Town of Guangzhou. Conceived as an Objet d’Art in a monumental scale, it is an allegory to the impeccably and intricately sculpted antique Chinese artifacts of a lacquer box, which collects and reflects treasures of the times. The museum is designed to house objects of treasure, and is also a treasured object of fascination. It is an identifiable cultural icon, giving visitors a memorable experience on the traditional wisdoms as well as the appreciation of the cultural identity of the city.

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

The spatial arrangement of the museum takes its conceptual reference from the carvings of the legendary Chinese ivory concentric balls. Each carving slices through the museum box and reveals different layers and varying degrees of transparency and dialogues between the interior halls in an intricate and explorative way, which is then extended and reflected on the external façade design. Using materials including aluminium panels, fritted glass and GRC panels, each elevation is uniquely tailored and expressed with different geometric voids recessed into the building mass, forming interesting volumetric patterns that echo and corresponds to the interior spaces behind.

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Second Floor plan

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Fourth floor plan.

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Section

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

Rocco Design Architects — Guangdong Museum

LHT Tower - Rocco Design Architects

$
0
0

The project is the redevelopment of the Luk Hoi Tong Building which is well-known as a by-gone cinema landmark in Central for fifty years. The new development will be a complex building of contemporary standards with new office spaces, retail shops and restaurants. Situated at a prominent corner and abutting the pedestrianised Theatre Lane, the design focuses on a highly dramatized folding façade system as the main feature on the elongated side of the building that wraps the podium and the tower portion in a formal continuum. The result is a dynamic and engaging interface with public movement along Theatre Lane, as well as a subtle and conceptualized reference to the theatrical history of the site.

Rocco Design Architects — LHT Tower

Rocco Design Architects — LHT Tower

View from D'Aguilar Street.

Rocco Design Architects — LHT Tower

Rocco Design Architects — LHT Tower

Rocco Design Architects — LHT Tower

Rocco Design Architects — LHT Tower

House at Neil Road - ONG&ONG

$
0
0

Located within a conservation district, this home celebrates the traditional charm of Peranakan shophouses with the addition of new spaces that are sensitive to the building’s rich heritage.

ONG&ONG — House at Neil Road

Akin to traditional shophouses, the spaces are interspersed with courtyards that serve as visual focal points. The original courtyard – with its preserved ornate fish mould centerpiece and accompanying water feature – forms the heart of the common areas while a newer courtyard marks the transition from the old structure into its new extension. A young tree in the centre of this new courtyard adds a touch of nature to the urban ensemble. To the rear of the house are the kitchen and a retro spiral staircase that leads to the second floor master bedroom and rooftop terrace.

ONG&ONG — House at Neil Road

Many original elements were retained as well as restored, such as the timber flooring, doorframes, window shutters and iron gates. Clay bricks were also recycled and incorporated into a partition wall as salvaged glazed tiles were put to use in the bathrooms. Even the blue paint for the walls was restored to a more authentic tone by using mineral silicate, while a pigmented grouting mixture helped to recreate the five-foot way’s red cement flooring.

ONG&ONG — House at Neil Road

Interestingly, the forecourt’s boundary wall displays a similar progression from old to new, with its paint-stripped bricks revealing layers of the shophouse’s history. The bathroom floors were also given a terrazzo finish as a nod to the age-old craft that is fast dying out.

ONG&ONG — House at Neil Road

With its blending of old and new elements, this house not only preserves a unique cultural heritage, but also acts as a storytelling device that narrates the histories of its past and present occupants.

ONG&ONG — House at Neil Road

Completion: 2013
Location: Singapore
Gross floor area: 520 sqm

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

ONG&ONG — House at Neil Road

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images