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4 Porches and 4 Skylights House - Ferran Vizoso, Jesús Cardona

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The clients asked for a house that had to be close from the outside but open from the inside. Had to have introverted facades, to maintain the privacy of their adjacent plot, but at the same time generous views towards all its carefully landscaped perimeter.

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Four triangular porches solved the paradoxical demand due to the “inverted funnel effect” of their walls, a shape able to simultaneously offer wide views from the inside and massive facades from the outside. The solution “dislocated” the geometry of the whole plan and generated very rich visual relations in between the house and the garden.

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When the big sliding doors are open, hided into the walls, the four triangular outdoor areas connect each other and the interior becomes one only great porch, a big shadow in between four intimate “pavilions” (the three bedrooms and the sitting room) with the constant presence of the changing daylight and the garden views.

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In the bathrooms, through triangular skylights with mirrors on two of their three sides, the sun light descends causing surprising kaleidoscopic reflections. With all this, the residence becomes a comfortable and protected “interior” not being “in front of” or “by the” nature, but absolutely surrounded by it.

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Parco Villa Serena _P - Tommaso Rossi, Loris Alberghini

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Il Parco di Villa Serena si presenta come uno dei più belli del capoluogo bolzanino.

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Grazie alla collaborazione con l’ufficio geologico della provincia il parco può vantare un pavimento per esterni rivoluzionario e totalmente naturale che è anche drenante.

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Questo espediente permette di abbassare la temperatura del suolo rispetto alla precedente pavimentazione in cubetti di porfido e soprattutto di dare un aspetto più naturale, così come richiesto dall’ ufficio dei beni culturali della Provincia di Bolzano.

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Il risultato finale è stato possibile grazie all’ articolata collaborazione tra diverse professionalità e profonde conoscenza della materia.

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Nuovo complesso scolastico a San Gillio (TO) - settanta7 studio associato, Ing. Ugo Trimboli, Studio Essebi Ingegneria, Studio Ing.Berra, Studio Venz, Arch. Marina Castrovillari

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L’intervento e‘ mirato alla realizzazione di un nuovo complesso scolastico che possa essere utilizzato come scuola materna e scuola elementare da edificarsi su un lotto localizzato nell’area a nord della via G. Falcone, idoneo ad ospitare 6 sezioni di scuola materna, per una capienza totale di 180 bambini e 10 classi di scuola elementare. l’area e‘ di forma regolare e pianeggiante, non insiste su terreno umido o soggetto ad infiltrazioni o ristagni.

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Vista dell'ingresso principale

I percorsi di accesso all’edificio, la viabilità e i parcheggi sono stati studiati considerando le vie pubbliche di accesso al lotto, gli edifici circostanti e le aree di pertinenza, cercando di ottimizzare queste opere per ricavare il massimo spazio destinato ad ospitare l’edificio e lo spazio verde dedicato. Il fabbricato ha un solo piano fuori terra, con la zona dedicata alla palestra di tipo A1 che invece e‘ realizzato ad un livello a doppio altezza. Il progetto e’ stato diviso anche visualmente in due parti riservati alla scuole materna ed elementare, attraverso cromatismi forti e puntuali. La zona dell’atrio e degli ingressi si presenta come un’ unico ambiente per l’accoglienza e lo smistamento dei bambini. In adiacenza alla suddetta zona sono stati inseriti i locali destinati agli insegnanti ed agli operatori.

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Vista dell'ingresso principale

Il nucleo centrale della struttura della scuola elementare e’ presente il refettorio mentre la scuola materna consumerà i pasti in sezione. Sono presenti due cucine distinte per le due scuole, suddivise in due zone in modo tale da avere assicurata la suddivisione “sporco-pulito”,la lavanderia, la dispensa, e lo spogliatoio. la zona sistemata al verde, che circonda tutto l’edificio, sarà utilizzata per le attività all’ aperto dei bambini. All’interno di quest’area saranno realizzate altresì zone pavimentate con pavimentazione antishock dove verranno posizionate alcune attrezzature ludiche.

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Area gioco esterna

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Vista dell'intero complesso scolastico

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Vista del complesso dalla strada principale

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Spazio comune scuola materna

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Vista del patio interno

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Foto di cantiere

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Vista di un aula

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Vista del cantiere

Country House - Elasticospa - Stefano Pujatti Architetti

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Il progetto è intervenuto su un complesso di case rurali in linea, disomogeneo e caratterizzato da superfetazioni ed uno skyline frammentato, proponendo in primo luogo una riequilibratura tipologica della struttura insediativa che desse maggiore omogeneità all’intero complesso, nel rispetto della tipologia costruttiva. Attraverso interventi di demolizione, ricostruzione in sagoma e sopraelevazione si è ottenuto un volume unico, un lungo parallelepipedo con copertura a due falde, che tuttavia conserva memoria della struttura preesistente.

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Ciòè evidente in particolare nel prospetto sud, caratterizzato da un lato dalla riproposizione tipologica della forometria esistente, nel pieno rispetto della serialità e dei rapporti dimensionali tra larghezza-altezza, dall’altro dalla reinterpretazione delle grandi aperture di porticati e fienili presenti nelle abitazioni rurali in funzione del nuovo uso residenziale. Queste due differenti logiche compositive caratterizzano tuttavia solo la pelle più esterna dell’edificio, realizzata in mattoni facciavista secondo la tecnica costruttiva del “triage” -tipica delle abitazioni agricole friulane: dietro questo rivestimento si mantiene così la libertà di aprire ampie vetrate che inondano di luce i locali interni ma sono schermate dal grigliato in mattoni, creando effetti scenografici sia all’interno nelle ore diurne sia verso l’esterno con l’illuminazione artificiale durante le ore di buio. Nelle porzioni di muratura piena si propone una tessitura con alcuni mattoni posati di testa che sporgono dal filo della facciata, un positivo che si lega al negativo delle porzioni realizzate in triage.

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All’estrema semplicità compositiva del volume esterno si contrappone un’articolazione interna molto complessa generata dall’intersezione di cilindri di differenti diametri che definiscono gli spazi e sono percepibili a differenti livelli, dal volume della scala all’ampio vuoto a tutta altezza su cui si affaccia il volume chiuso della cabina armadio. Qui prevale la presenza del cemento a vista accentuando il divario tra interno ed esterno che può essere percepito dalle grandi aperture del terrazzo e del piano terra.

committente: privato
superficie: 525 mq
data: 2011

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Apart-hotel "Novogorsk" - Anton Nagavitsyn, Marina Kalashnikova, Vladislav Ryabov, Mikhail Fakhri, Evgenia Sergeeva

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Layout view of the projected apaLayout view of the projected apart-hotel is an arrangement of the adjacent but at the same time individual independent units with separate entrances and isolated foundation divided by an expansion joint in the place where the buildings adjoin rear walls. The buildings slope down against one another both in the layout and along elevation points due to active tectonics in the area. We have also meticulously selected materials and construction solutions to render and implement modern architectural concepts of first class apartments and not to go beyond a limited budget. rt-hotel is an arrangement of the adjacent but at the same time individual independent units with separate entrances and isolated foundation divided by an expansion joint in the place where the buildings adjoin rear walls. The buildings slope down against one another both in the layout and along elevation points due to active tectonics in the area. Authors: Marina Kalashnikova(Project architect), Anton Nagavitsyn, Vladislav Ryabov, Mikhail Fakhri, Evgenia Sergeeva

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GALLERIA CIVICA DI TRENTO - Enrico Demattè, alessandro era, elena fontana

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Il restyling dell’esposizione è un aspetto importante del progetto ma secondario all’individuazione del carattere specifico di questo luogo. All’interno del centro storico di Trento, la Galleria Civica offre uno spazio di aggregazione ed accoglienza del pubblico, un porticato interno al palazzo, entrata enfatica all’esposizione.

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Entrambi gli spazi affacciati sulle vie del centro storico sono stati pensati come dei giardini espositivi, anch’essi appartenenti più alla città che alla Galleria.

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PIANO TERRA

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PIANO INTERRATO

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Golf House - Elasticospa - Stefano Pujatti Architetti

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La casa è inserita all’interno di un golf club sulle colline a ridosso dell’appennino ligure-piemontese: fa parte di una lottizzazione caratterizzata da villette vernacolari poco precise, vestite di un lusso ordinario. Utilizzando gli stessi materiali, senza uscire dalle prescrizioni del piano attuativo, il progetto si impone sull’intorno come soggetto alieno a quelle logiche insediative che, indifferenti agli stimoli di un contesto eccezionale, impongono visioni omologate dell’abitare contemporaneo. L’intera composizione è dettata dalle due ali dell’edificio che si divaricano formando una v, un segno forte e preciso, accentuato dall’andamento delle falde del tetto, che sale progressivamente da sud a nord e viceversa, attorno al fulcro determinato dal camino. Il culmine è un volume a sbalzo che ospita la camera padronale affacciata con una loggia verso le colline.

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Tale movimento determina anche il disegno dei prospetti, caratterizzati da un muro intonacato che all’estremità dell’ala est, in corrispondenza dell’autorimessa, è ancorato al suolo, ed in seguito si eleva svelando ampie vetrate sulla zona giorno. L’apertura delle due ali accoglie al piano terra l’ingresso principale, coperto da un terrazzo accessibile dalle camere al piano primo.

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Per un edificio immerso nel verde, la fruizione degli spazi esterni svolge un ruolo fondamentale, per questo motivo è stata posta particolare cura nel rapporto interno-esterno: i setti portanti, che fuoriescono dal perimetro del volume chiuso, così come le diverse pavimentazioni che continuano all’esterno, delimitano spazi più circoscritti e riservati.

committente: privato
superficie: 300 mq
data: 2011

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Scuola primaria di Valle in Monterosso Grana (CN) - settanta7 studio associato, Studio Essebi Ingegneria, Ing. Filippo Venere

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L’intervento (denominato LOTTO B) è mirato alla realizzazione di un plesso scolastico da adibire a sede della Scuola elementare di Valle. Detto edificio dovrà essere adeguato ad ospitare le classi della scuola elementare formate dai ragazzi residenti nei Comuni di Valgrana, Montemale di Cuneo, Monterosso Grana, Pradleves e Castelmagno.

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Vista del nuovo complesso scolastico

La caratteristica principale del progetto esecutivo è la sua struttura, infatti saranno realizzate in legno sia le parti strutturali che quelle più propriamente edili. Questo sistema costruttivo presenta molti vantaggi, tra cui: completa traspirabilità, facilità di lavorazione e versatilità nella costruzione delle forme, elevate prestazioni statiche, velocità di esecuzione e semplicità di posa. Il sistema costruttivo ligneo è un sistema pi prestazionale, sia dal punto di vista strutturale che architettonico, per un modo di costruire innovativo e sostenibile, creativo e duraturo, concepito per edifici ad alta efficienza energetica.

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Strutture in x-lam

Tra le peculiarità progettuali si segnala una particolare attenzione rivolta all’involucro, costituito da materiali sostenibili ed altamente isolanti, in grado di garantire alte prestazioni termiche che implicano un ridotto consumo energetico annuale collocando la nuova sezione in una situazione di eccellente comfort abitativo.

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Vista interna - piano primo

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Vista interna - piano primo

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Vista interna - scala

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Foto di cantiere

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Struttura della copertura in legno lamellare

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Foto di cantiere - aula tipo

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Foto di cantiere - spazio distributivo


San Quirino - Elasticospa - Stefano Pujatti Architetti

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Il Piano di Recupero riguarda un’area nel centro del comune di San Quirino, attualmente occupata da alcuni edifici abbandonati in avanzato stato di degrado edilizio e urbanistico. In funzione delle tipologie e dello stato di conservazione si prevedono diversi tipi di intervento:demolizione dei volumi accessori, nuova costruzione, ristrutturazione delle costruzioni aventi caratteristiche architettoniche rilevanti e, per gli edifici più significativi, è previsto anche il recupero delle pareti in sasso. A quest’ultima categoria di intervento appartiene il primo progetto realizzato che consiste nella ristrutturazione dell’edificio principale del complesso, da adibire a residenza unifamiliare.

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L’idea progettuale è scaturita dalla necessità di conciliare le funzioni abitative e le attuali esigenze di comfort con una struttura in avanzato stato di degrado. La casa mantiene, inoltre, alcuni elementi di pregio: le pareti in sassi, il porticato ad archi, il prospetto principale ad est caratterizzato dalla forte matericità e dalla armonia dei rapporti tra le aperture. La struttura originaria è dunque stata considerata come un involucro al cui interno nasce un nuovo organismo, caratterizzato da un’aggregazione di volumi scatolari (tanto per provare anche noi a fare delle scatole, che piacciono sempre) che slittando tra loro a diversi livelli creano spazi complessi.

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Le scatole in cemento armato a vista si manifestano in modi diversi all’esterno: rompendo in alcuni punti l’involucro edilizio originario e aggettando oppure fermandosi a filo della parete in sassi, occupando parte del portico. Il prospetto frontale rimane inalterato, gli archi vengono mantenuti nelle dimensioni originarie così come le finestre del primo piano, che vengono riutilizzate.

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La coesistenza di linguaggi architettonici così distanti dà grande risalto alle preesistenze, evitando in modo categorico imitazioni e mimetismi. Gli interventi di recupero preciso e filologico delle vecchie strutture sono accostati a interventi che dichiarano crudamente la loro contemporaneità. Ad esempio il fogolar, elemento tipico della tradizione, viene recuperato e riproposto senza indulgere a sentimentalismi formali: l’antica struttura ormai fatiscente è stata sostituita con un blocco aggettante, il cui piano di copertura serve da terrazza e apre la tipologia edilizia originaria ad un rapporto più diretto tra interno e paesaggio.

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All’interno, la freddezza del cemento a vista delle scatole si alterna a pareti rivestite in legno e, dove possibile, alla muratura in sassi recuperata. Alla luce che entra dalle ridotte finestre originarie, si affianca quella che attraversa le ampie aperture ricavate nei muri nuovi, mentre un lucernario illumina il vuoto a tutta altezza sopra l’ingresso. L’equilibrio tra questi elementi caratterizza ed arricchisce l’esperienza dello spazio.

committente: privato
superficie: 300 mq
data: 2011

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Riqualificazione ambientale ed urbana di Piazza Del Popolo - Roberto Ingrassia

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Alba Adriatica è una località di relativamente nuova formazione del litorale teramano. E’ una cittadina turistica dove un’edilizia bassa e compatta ha costruito un territorio fitto in anni recenti.

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Attualmente Piazza del Popolo è un parcheggio. Credo non esista nessuna vita di relazione e che non sia ad oggi un polo di aggregazione, ma uno spazio destinato alle auto.Il progetto si assume scelte radicali al fine di liberare lo spazio dalle auto e restituirlo ai pedoni.

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Si tratta qui ad Alba di confrontarsi con un tessuto urbano nuovo e non quindi con il complesso tessuto dei centri storici di origine medievale o rinascimentale . C’è dunque la possibilità di tentare una ricucitura riprendendo il linguaggio delle piazze storiche o di sentirsi liberi da vincoli operando in un tessuto relativamente giovane.

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Questo iter ha portato ad un progetto semplice, per quanto ricco di elementi e segni caratterizzati da un linguaggio fortemente espressivo e simbolico.

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Il progetto prevede due piazze sovrapposte : una interrata che ospita il parcheggio e la sala conferenze – polo culturale , l’altra è la piazza vera e propria a quota strada. Le due piazze sono in connessione tra loro grazie ai pozzi di luce che le mettono visivamente in contatto. Due grandi fori dalla forma organica consentono negli interrati di vedere il cielo e dalla piazza vera e propria di scorgere quanto avviene nel sottosuolo.

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Ragionando per insiemi e sottoinsiemi questo progetto per Piazza del Popolo si articola in due sottoinsiemi : le due piazze ai due livelli, e a sua volta la piazza interrata contiene in sé due sottocategorie : la piazza antistante la sala conferenze e lo spazio parcheggio – piazza.

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Quindi se accettiamo l’enorme valore dell’automobile nel disegnare i tessuti urbani e le nostre città , si può a pieno titolo considerare il grande parcheggio interrato anch’esso una piazza .

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La piazza interrata di fronte al polo culturale è un vero spazio collettivo all’aperto. Questa piazza pubblica è illuminata da un grande pozzo di luce ed è pensata animata da un via vai di folla in occasione delle manifestazioni culturali .

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A consentire questa continua osmosi tra le due piazze ( quella interrata e quella al piano terra ) sono previsti numerosi blocchi scala ed ascensori. Nell’ ipotesi che il parcheggio si possa anche sviluppare su due livelli interrati sono presenti a progetto tre blocchi scala-ascensore .

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Il blocco adiacente alla piazza del polo culturale è pensato anche per il deflusso dei visitatori dal centro. Inoltre anche all’interno della sala conferenze interrata sono previsti un ampio corpo scala e due ascensori di dimensioni adeguate. Questi conducono direttamente alla hall al piano terra, che diventa così punto informativo e di ricezione.

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Il collegamento tra la hall e lo spazio culturale sottostante è dimensionato pensando alle manifestazioni che via via si succederanno nella sala conferenze .

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Gli altri blocchi ascensore ( quelli provenienti direttamente dal parcheggio interrato ) diventano elementi architettonici e segni riconoscibili nella costruzione della piazza a quota zero. Ecco perché sono immaginati rivestiti in pietra locale o trattati a colori vivaci : affinché da elemento tecnico diventino segno architettonico.

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La rampa di accesso al parcheggio interrato e tutte le rampe delle scale sono in cemento grezzo, come a dichiarare la loro natura e la loro funzione di ” strada ” a connessione tra la piazza , la strada vera e gli spazi interrati.

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Non dovendosi misurare con un centro storico consolidato o con preesistente architettoniche forti si è proceduto con una certa libertà compositiva, ponendosi l’obiettivo di generare qui in Piazza del Popolo uno spazio pubblico con un forte carattere architettonico in un tessuto edilizio ordinato, di recente formazione, ma privo forse di elementi significativi a caratterizzarlo.

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In questa proposta per Piazza del Popolo il disegno della pavimentazione è leggibile attraverso l’accostamento di pietre diverse e del cemento colore rosso.

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L’accostamento di campate diverse dal punto di vista cromatico e materico e delle aree verdi tende a generare un ambiente complesso , che sia ricco di punti di interesse per gli abitanti e per i turisti.

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Si è scelto un approccio non minimale, ma forse quasi onirico, ricreando le suggestioni delle fiere di paese o dei luna park . Le panchine, gli elementi illuminanti , la fontana , le tettoie dalle forma zoomorfe sono tutti elementi che aspirano a creare un’atmosfera onirica e ludica al contempo e a suscitare interesse .

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Un discorso a parte merita il piccolo edificio “Punto informativo- ricezione “al piano terra. Si tratta di una sorta di “divertissement architettonico ” manifesto di se stesso e di null’altro, riconoscile dalla via.

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Nella hall la pavimentazione interna riprende quella della piazza e la luce proviene dalla grande vetrata curva, curva di una curva alquanto azzardata. La luce è inoltre filtrata dall’occhio di vetro posto in facciata.

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Il “Punto informativo – ricezione” al piano terra è pensato per diventare esso stesso spazio per mostre temporanee, magari dedicate al mare, e punto informativo per l’ Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Alba Adriatica.

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Corte San Martino Carano - Mirandola (MO) - Paolo Manzoli

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L’area oggetto dell’intervento è ubicata a circa 2 Km dal centro abitato, nella zona ovest del Comune di Mirandola (via San Martino Carano 140-142), in fregio alla strada comunale che porta verso l’abitato di San Possidonio. Il sito presenta le caratteristiche della corte rurale tardo-ottocentesca, essendo composto da tre edifici che racchiudono verso sud lo spazio della corte, fulcro delle attività agricole del passato. I tre fabbricati, che insieme formano lo spazio suddetto, sono: A) Casa padronale, edificio principale e di maggior pregio architettonico ubicato al centro della corte; B) Ricovero attrezzi (bassocomodo), edificio pertinenziale posto nella parte ovest dell’area; C) Fienile-stalla e abitazione, ubicati nella parte est dell’area.

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Fabbricato fienile-stalla ristrutturato

I tre corpi di fabbrica, che attualmente ospitano tre abitazioni, autorimesse e locali di servizio, si pongono con un’ evidente gerarchia architettonica, che mette in primo piano e in posizione centrale la casa padronale, edificio a due piani dalla rigorosa facciata simmetrica, con pianta rettangolare e copertura a quattro falde. I fronti nord e sud di questo edificio sono infatti caratterizzati da finestre rettangolari con passo costante e con al centro il portale di ingresso; le facciate laterali invece non presentano la stessa regolarità compositiva, essendo presenti aperture con dimensioni e passo differenti, frutto di continue modifiche avvenute in passato. Nell’ultimo decennio anche i due prospetti principali hanno subito interventi che hanno modificato in parte le caratteristiche originarie dei fronti; le fotografie mostrano ‘i segni’ della presenza di un portale ad arco nel fronte sud, mentre gli interventi effettuati sulla facciata nord hanno fatto perdere l’originaria simmetria. Questi due prospetti sono tra gli elementi di maggior pregio architettonico della corte. Tipologicamente l’edificio, nel quale attualmente vi sono due abitazioni, presenta le caratteristiche della casa rurale padana costituita dall’androne centrale, con gli ingressi su i due fronti, i quattro vani posti ai lati di questo, e la scala a due rampe posizionata a metà edificio.

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Prima dell'intervento

Gli altri due edifici si presentano invece come immobili pertinenziali utilizzati in passato come fienile-stalla uno, e deposito attrezzi l’altro (bassocomodo). Quest’ultimo posto a lato della casa padronale chiude verso ovest lo spazio della corte e attualmente è in disuso; l’edificio, a pianta rettangolare e con tetto a padiglione, presenta l’originaria distribuzione interna e il medesimo prospetto di un tempo. Essendo un edificio pertinenziale, non vi sono particolari elementi di pregio architettonico e le bucature dei fronti sono frutto più di esigenze funzionali che di una ricerca compositiva dell’aspetto del fronte.

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Planivolumetrico prima dell'intervento

Il corpo di fabbrica posto a est è formato da due fabbricati distinti costruiti in adiacenza ma in periodi diversi: nella parte retrostante si trova la stalla-fienile mentre verso la strada l’abitazione; sono evidente le differenza di altezza, di tipologia e di finitura dei due edifici così come l’assenza di ‘legami’ fra i due prospetti. La stalla-fienile, a pianta rettangolare con copertura a padiglione, non presenta in facciata particolari elementi di pregio architettonico e lo stato di degrado coinvolge tutte le parti dell’edificio, strutturali e non. L’abitazione invece, è stata eretta nel 1925, e presenta il proprio fronte principale rivolto verso la strada; in esso, sono evidenti gli elementi architettonici usati in quel periodo quali cornici attorno alle finestre, marcapiani e cornici di gronda; l’edificio si sviluppa su due piani con ingresso e scala in posizione centrale che distribuiscono ai vani posti ai lati di questa. Nel recente passato infine sono state costruite altre porzioni di edifici dalla caratteristiche superfetative (tettoie-autorimesse) che sono state in parte oggetto di sanatoria.

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Planivolumetrico progetto

La redazione di un Piano Particolareggiato, che disciplina gli usi del territorio e le trasformazioni edilizie all’interno dell’area, nasce dalla volontà di trasformare l’attuale insediamento abitativo da tre a sei alloggi. Un progetto unitario di tutti i fabbricati permette di tutelare la conformazione edilizia e morfologica della corte e la valorizzazione degli edifici che la costituiscono. Le destinazioni d’uso previste all’interno dei tre fabbricati sono quindi residenze e autorimesse, e il divieto di edificazione all’interno della corte (fatta eccezione per muretti, percorsi e parcheggi) ha lo scopo di salvagurdare lo spazio della corte. Gli interventi edilizi ammessi riguardano la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione edilizia, la nuova costruzione e la demolizione, solo ed esclusivamente per i fabbricati dalle caratteristiche superfetative. L’aumento del numero di unità residenziali nasce da esigenze commerciali e abitative dei nuovi proprietari.

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Plavivolumetrico raffronto

Il progetto della casa padronale ha come punto di partenza la ristrutturazione iniziata negli anni novanta e poi mai conclusa dalla precedente proprietà per motivi economici; vengono mantenuti tutti gli elementi strutturali dell’edificio, come murature esterne ed interne, scala, copertura, e una parte delle tramezzature interne. Il nuovo progetto prevede la trasformazione del fabbricato da due a tre alloggi: al piano terra si troverà un unico appartamento con ingresso dal portale centrale e con all’interno tre camere da letto, cucina-soggiorno, salotto e bagno distribuiti su un unico piano. Gli altri due alloggi avranno un’entrata comune sul fronte ovest e una scala porterà al piano primo dove un disimpegno darà accesso ai due alloggi. Entrambi avranno un taglio di circa 75 mq con cucina-soggiorno, bagno e una o due camere da letto. L’aspetto più importante del progetto riguarda il ‘riordino’ dei fronti: l’osservazione delle facciate nord e sud del fabbricato mostra l’esistenza, un tempo, di fronti simmetrici, con aperture di dimensioni uguali e con passo costante, che interventi successivi hanno modificato. Il progetto prevede il ripristino di questi fronti come indicato dalle tavole di progetto, la demolizione del balcone, elemento estraneo all’ariginaria composizione della facciata, e la costruzione di un portale di cui si legge traccia nelle fotografie; il rigoroso schema forometrico delle facciata nord e sud sarà enfatizzato da cornici attorno alle finestre.

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Nel fabbricato posto nella parte est dell’area (che attualmente ospita un’abitazione e una stalla-fienile dimessa) il progetto prevede un doppio intervento. La parte dell’edificio verso la strada verrà modificato solo in parte mantenendo lo schema distributivo interno dell’alloggio esistente con un ampliamento dello stesso all’interno di parte del fabbricato fienile-stalla. Lo schema della facciata rimarrà il medesimo e si interverrà per il ripristino dei quegli elementi architettonici come cornici, marcapiani che ne caratterizzano il fronte. La parte di edificio che un tempo ospitava la stalla e il fienile sarà sottoposta a intervento di ristrutturazione con demolizione e ricostruzione fedele della volumetria e della sagoma del fabbricato esistente. L’intervento, necessario viste le precarie condizioni in cui si trovano le parti strutturali dell’edificio, prevedrà un nuovo e più ordinato disegno dei fronti. L’autorimessa posta a fianco dell’abitazione, essendo elemento dalla caratteristiche superfetative, verrà demolita mentre nel garage posto nella parte nord del fabbricato verrà modificato l’andamento del tetto per adattarlo al resto dell’edificio.

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Progetto fabbricato fienile-stalla

Il bassocomodo ospiterà invece un alloggio con un nuovo schema distributivo interno e una nuova forometria dei prospetti, evidenziati nelle tavole di progetto; nella parte nord-ovest dell’area verrà invece costruito un edificio-autorimessa nel rispetto di quanto indicato dell’art.58 comma 4.2 delle N.T.A. del P.R.G. vigente. Le viste assonometriche e il raffronto fra stato attuale e progetto mettono in evidenza l’intento progettuale di lasciare il più possibile inalterato l’aspetto volumetrico esistente, intervenendo solamente in quei volumi dalla caratteristiche pertinenziali e superfetative. L’accesso all’area avverrà attraverso il passo esistente su via San Martino Carano mentre i percorsi interni sono stati modificati per adattarli alle nuove unità abitative. I posti auto sono stati dislocati in diversi punti dell’area come indicato dalle planimetrie di progetto Il filare di Pioppi Neri, a causa dei continui ‘capitozzamenti’ a cui è stato sottoposto, potrà essere abbattuto e sostituito da un filare di Frassino Angustifoglia, mantenendo così il ‘segno’ esistente; tale scelta è stata presa in accordo con l’Ufficio Verde Pubblico.

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Interni

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Interni

Riqualificazione delle Officine del Paesaggio - settanta7 studio associato, Dott. Stefano Assone, Arch. Chiara Martini, Arch. Laura Agosti, Arch. Marina Castrovillari, SITEC Engineering s.r.l., Arch. Cristina Gragnolati

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L’Officina del paesaggio è un Parco Urbano che si estenderà fra i comuni di Torino e Grugliasco nei pressi dell’area in cui verrà realizzato il termovalorizzatore del Gerbido. L’attuazione del progetto è consentita dai finanziamenti attribuiti al Comune nel’ambito dei programmi di compensazione ambientale legati alla realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione del Gerbido in modo tale da restaurare e ricostruire un rapporto equilibrato tra flora, fauna e presenza umana. L’obiettivo dello studio è quello di contribuire alla realizzazione di un progetto di alto profilo, nel rispetto dei principi quali il miglioramento della qualità della vita, la protezione attiva del territorio e il positivo rapporto tra persone ed ambiente.

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Simulazione grafica - Lotto B

I progetti individuati per la riqualificazione del territorio sono 5 : una passerella ciclopedonale, un parco agronaturale, un parco sportivo, percorsi ciclopedonali, restauro della Cappella della Mandina. Nello specifico il nostro R.T.P. ha scelto di progettare i suddetti interventi cercando di rispettare nel modo più assoluto i tracciati agricoli esistenti mantenendo la vocazione storica del territorio.

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Simulazione grafica - Lotto A

Il lotto A all’interno del grande progetto prevede la realizzazione di nuovi orti urbani da aggiungere a quelli esistenti, di un’area verde di fruizione e di un’area umida recintata.

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Simulazione grafica - Lotto B

Il lotto B è da considerarsi nevralgico per la realizzazione delle Officine del Paesaggio. L’area di intervento del lotto B si colloca a nord di corso Allamano e comprende il Prato delle Farfalle, il giardino Manzoni, l’ex cava Radis ed infine la realizzazione della Rete bici nord.

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Lotto A

Il lotto D si colloca a sud di corso Allamano e comprende l’area cosiddetta del Maggiordomo, l’area della Cappella Mandina, che sarà presto recuperata grazie al progetto di altri professionisti, ed infine la realizzazione della Rete bici sud.

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Lotto B - Prato delle farfalle

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Lotto D

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Lotto A

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Lotto B

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Lotto B

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Lotto B

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Lotto B - Area Manzoni

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Lotto B - ex cava Radis

Twin Walentina - Britta Alvermann, Massimiliano Corbo

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May / June 2013 during the 2nd Festival of social architecture in Yaroslavl/ Russia The social revolution of 2013 . The theme of this festival —PARK’ing. The main vector is green architecture and land art. The task of the competition is to create these »parks» (‘PARK’ing’ places)- the urban objects for communication of citizens (families, youth, integration of different social and age groups). Contestants have the unique opportunity to have a public dialogue with the historical heritage of the 1000 years old Yaroslavl, to construct a bright and functional object and to express in it the unique artistic credo of an author.

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floor plan / pianta

BRIEF DESCRIPTION OF THE PROJECT IDEA The design of TwinWalentina bench is based on the idea of duality, it’s a urban object, flexible and functional, allowing the turning of the space surrounding it.

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elevations / prospetti

TwinWalentina is a piece of urban furniture that can adapt to any public space and can interface, simultaneously, both sides where ever it is placed. As a module in a wider context, its repetition and or its being placed side by side can create different spaces and situations by simply rotating or combining (i.e. putting the bench near to one another). With these benches, you can create small squares, out of minimal spaces in public parks or in the city streets in order to encourage people to stop and pause, promoting meetings, putting the neighbours in touch with each other and supporting a sustainable mobility.

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axonometric projection - exploded / assonometria esplosa

The name TwinWalentina refers first of all to its duality, to its double face, at the duplicity of the space is its ability to create: on one the side the Chaise longue, on the other side the bench. Relax on one side and work on the other side; seriousness on one side and amusement on the other. Secondly, this urban object, interacting with the space, takes its name after the famous cosmonaut Walentina Tereschkowa, who was born close to Yaroslavl.

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a bench to rest / una panchina per fermarsi

FEATURES OF THE PROJECT TwinWalentina is made of a double bench with double sitting space installed in a central pivot, allowing it to rotate 360°. The TwinWalentina bench is primarily made of two benches with a 45 cm sitting space, placed side by side but with different functions: on one side a seat with Chaise longue, and on the other side a normal seat with a little table. In planning the bench, we considered that the surface of the sitting area and the seatback, so that it should be easy to clean whilst channeling the rain away. The final goal of the project is to meet to the needs of the users of the public space, offering them, at the same time, different kinds of usage of the bench whilst creating different relationships with one or another side of the park. To meet this goal, the main structure of the bench helps to hold it and to rotate the sitting place, thanks to a round, tubular section.

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a bench for work / una panchina per lavorare

MATERIALS DESCRIPTION The materials used for TwinWalentina bench are laminated wood and steel. These two materials, conveniently treated to resist atmospheric agents have been chosen for their diversity, with one being almost the opposite of the other, and because of their use, the structure of the bench is visually balanced.

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a bench to relax / una panchina per rilassarsi

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a bench for life / una panchina per la vita

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explanatory note / relazione progetto

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combinations of modules / combinazioni dei moduli

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assembly diagram / scheda montaggio

Scuola Elementare a Villanova d'Asti - settanta7 studio associato

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Si tratta di una scuola sita nel borgo Stazione del Comune di Villanova d’Asti (AT), in un contesto che sta a metà classificabile come “peri-urbano”. Allo stato attuale la scuola si presenta in condizioni inadeguate sia a livello energetico che distributivo. Il lotto su cui insiste la scuola è di dimensioni molto limitate e l’ipotesi di un ampliamento ha spinto a ritenere necessaria l’acquisizione di un’area limitrofa. L’obiettivo è di arrivare a 25/28 alunni per classe, anche tenendo conto degli obiettivi espressi nel recente Decreto Gelmini. Di conseguenza tutti gli spazi sono stati progettati partendo da queste nuove esigenze, avendo come obiettivo primario quello di avere ambienti ad alto comfort, in cui i bambini possano vivere e compiere le loro attività quotidiane in sicurezza e anche con una certa piacevolezza.

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Vista del fronte sud

A livello distributivo il progetto esecutivo segue le direttive impartite dal progetto definitivo. Si è quindi scelto di cambiare la posizione del nucleo scala, andandolo a sistemare a nord, in posizione baricentrica, laddove anche in un secondo momento, sarà possibile aggiungere un eventuale ascensore. La nuova scala di dimensioni rispondenti alle normative vigenti risulta poi affiancata da una seconda scala di sicurezza, da realizzarsi secondo i requisiti richiesti dalle Norme di prevenzione Incendi per l’edilizia scolastica. Analogamente è previsto un numero ed un posizionamento adeguato delle uscite di sicurezza. I nuovi accessi e percorsi distributivi sono studiati nel rispetto del superamento delle barriere architettoniche, secondo quanto previsto dalle normative specifiche. L’atrio centrale, finora poco sfruttato, sarà organizzato con un sistema di mobili, al fine di creare uno spazio per il personale di servizio (bidello) ed uno per gli insegnanti, come spazio relax-sosta durante l’orario di ricreazione. Tra le richieste dell’amministrazione e del personale scolastico vi era quella di creare spazi da adibirsi a mensa e a palestra, attualmente inesistenti. L’assenza di tali funzioni obbligava a condurre gli alunni nelle scuole del concentrico di Villanova, con conseguenti spese di trasporto pubblico, nonché di diseconomie di tempo. Il progetto prevede quindi uno spazio da adibirsi a mensa sito al piano terra, con aperture sul lato ovest che consentono l’uscita degli alunni, e connessi spazi di servizio, quali lo spogliatoio del personale, un locale adibito a dispensa e stoccaggio stoviglie. La scelta di collocare la mensa al piano terra è motivata oltre che dallo stretto rapporto con l’esterno, dall’esigenza di avere spazi comuni accessibili ad un’utenza ampliata.

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Vista dell'ingresso principale

Al piano primo, nel volume aggettante sul lato sud, è invece sita una sala polivalente, concepita appunto come spazio adattabile anche per lo svolgimento di attività integrative e di comunicazione, ma anche come piccola palestra. Accanto è previsto un ambiente come laboratorio informatico o biblioteca insegnanti. In un’ottica generale di flessibilità gli spazi adibiti a mensa e palestra, durante gli orari di ricreazione, possono essere utilizzati dai bambini per il loro svago, soprattutto in quelle stagioni in cui non sia possibile stare all’aperto.

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Piano terra

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Piano primo

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Scala interna

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Scala interna

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Foto di cantiere

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Foto di cantiere

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Foto di cantiere

blue whale - 23bassi

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La divisione della casa nasce dalla necessità di non interrompere la continuità visiva della struttura del tetto, peculiarità dell’immobile.

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la balena blu

Tutti i servizi sono stati quindi inseriti all’interno di un volume, la Balena Blu, che ospita anche tutta l’impiantistica dell’aria e il sistema di illuminazione indiretto.

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la zona notte

Nella balena le porte e lo zoccolino sono a filo muro, e ogni ambiente, ogni funzione, corrisponde a un diverso colore.

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colori

La Balena ordisce e divide lo spazio tra zona notte e zona giorno, senza l’uso di partizioni tradizionali, e reinventa il rapporto tra soggiorno e spazi di servizio.

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la cucina

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la zona letto

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la sala da bagno

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il giallo

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la balena blu

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la cucina

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la sala da bagno


viola - 23bassi

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Il progetto nasce dalla particolare struttura dell’appartamento, che pur avendo una buona superficie presentava solo tre finestre e una pianta ad L.

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la zona giorno

Da qui la necessità di inserire un macroarredo che ospiti tutte le funzioni, dall’antibagno, alla dispensa, alla lavanderia e ad armadi e vani progettati appositamente.

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la zona giorno e cucina

La zona notte, non completamente chiusa rispetto alla zona giorno, ospita la cabina armadio e il bagno cieco delimitati da una parete mobile in carta di riso con evidenti richiami orientali.

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l'arredo

L’illuminazione e l’arredo sono integrati per fornire il principale sistema di illuminazione indiretta che enfatizza la caratteristica dell’intervento.

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la cucina

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la zona giorno

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il bagno della zona giorno

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il servizio della zona notte

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la zona notte

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la zona letto

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la zona letto

biblioteca municipal de Setúbal - Gonçalo Torres, Paulo Fontainha, Vasco Antunes

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A construção do novo edifício-biblioteca permite repensar a praça existente no que respeita à sua forma e funções. A ideia para a ocupação do espaço surgiu da interpretação da praça como uma grande mesa repleta de objectos enquanto metáfora para justificar a aparente desordem do local. E com essa desordem natural das coisas, procurou-se a definição do que era essencial naquele espaço. O edifício da biblioteca surge como uma sobreposição de dois volumes paralelepipédicos que sofrem uma rotação de 45º entre si, fazendo lembrar dois livros empilhados numa mesa de trabalho. A horizontalidade dos dois volumes sobrepostos ajuda a preencher o espaço da praça de forma a contrariar a verticalidade do auditório. A ideia não é competir com as pré-existencias mas sim procurar intervir sem acentuar ainda mais as diferenças que existem entre os diferentes edifícios. Daí que o conceito dos edifícios tenha como ponto de partida as formas simples e elementares: dois volumes com diferentes texturas e materialidades que tal como dois livros, se assumem como objectos independentes, sem se interceptarem volumetricamente. Apenas se sobrepõem.

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A proposta dos espaços exteriores, muito espartana e contida, mantém o uso primário de espaço de acolhimento de eventos preparado para um elevado número de pessoas, mas adiciona um novo layer ao seu quotidiano – a de estadia e convívio, funcionando como uma extensão da própria biblioteca. Partindo dos elementos actualmente presentes na praça, nomeadamente os agrupamentos de árvores de grande porte, o novo plano dirige-se para a implantação de ‘clusters’ arbóreos que pontuam a nova praça, criando condições de conforto microclimático adequados, complementados por bancos que seguem o traço curvo hoje existente. Com a nova distribuição arbórea, assegura-se o sombreamento (actualmente deficitário) durante o dia e de noite permite-se iluminar a praça a partir das caldeiras com focos encastrados.

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Da Avenida Luísa Todi vê-se agora um conjunto de volumes limpos e depurados que surgem por entre um “jardim” de pequenos bosques e clareiras que vão deixando vislumbrar a nova Biblioteca Municipal de Setúbal. A existência da Alameda frontal ao objecto permite definir um espaço público de carácter nobre, que amplifica o carácter de objecto arquitectónico de referência, tornando todo o espaço como um conjunto de referências que vale pelo seu todo. Os conjuntos arbóreos dispersos contrariam os alinhamentos rígidos impostos pelos edifícios existentes, resultando numa disposição dinâmica e irregular, que preenche amplamente a Praça. Ao aproveitar o espaço mais recuado da praça em relação à Avenida, será também garantido um menor nível de ruído e por isso de protecção à própria biblioteca. Tendo em conta que, no piso térreo do espaço, irá funcionar uma zona de cafetaria aberta ao público e que tirará partido dessa zona mais recuada e acolhedora da praça.

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A entrada principal localiza-se no alçado Este em articulação com o auditório e o estacionamento. Essa entrada é acentuada pela subtração volumétrica de um cubo que origina um grande envidraçado que convida a entrar no edifício e a antever o que existe no seu interior.

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Existe ainda um outro acesso público à biblioteca pelo alçado Sul, entrada essa que será mais utilizada nos períodos de encerramento da biblioteca para dar acesso à zona da cafetaria que funcionará de forma independente. Pretendeu-se abrir a fachada Sul para criar uma forte relação entre a cafetaria e o exterior da zona coberta que fica em consola e que pode ser aproveitada como esplanada.

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O átrio distribui os utilizadores para a zona da recepção / cafetaria e garante o acesso ao piso superior através de comunicações verticais colocadas estrategicamente como uma rótula de contacto entre os dois pisos / volumes. Ainda em relação ao átrio, é aí que se localiza o atendimento geral, os ecrãs informativos, o acesso ao catálogo geral, pesquisas rápidas de internet e um hot spot de WIFI aberto para que qualquer pessoa possa utilizar o espaço da biblioteca de uma forma informal.

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No piso superior, existe um pequeno átrio que distribui para a secção de adultos, secção infantil e área administrativa. A secção de adultos e a secção infantil partilham todo o núcleo de atendimento com vista a economizar recursos e a concentrar o máximo de funções para que não sejam duplicados espaços. Cada uma das secções é iluminada a todo o perímetro e pontualmente foram subtraídos pequenos cubos que oferecem luz natural ao espaço da biblioteca e que proporcionam iluminação indirecta na zona coberta pela consola e para o corredor de circulação do piso 0.

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Ambas as secções de consulta têm uma forte relação com o exterior através dos dois grandes envidraçados nos topos.. Na secção de adultos o envidraçado abre-se para uma zona de estada exterior superior ao jardim, quase como se um grande balcão se abrisse sobre o largo e convidasse à leitura de um livro junto às copas das árvores. Na secção infantil, o envidraçado abre-se para uma varanda que permite às crianças o convívio, a leitura e certas actividades lúdicas num espaço exterior protegido.

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Belgorord City Centre Competition - Mario Rizzato, Orazio Caruso, Fabrizio Latini

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Il progetto nasce dalla volontà di creare una centralità adatta come luogo di ritrovo nel tempo libero e come luogo privilegiato per le residenze, contemplando in un insieme funzionalmente organico spazi aperti privati, pubblici e semiprivati, servizi commerciali ed attrezzature collettive.

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Il fronte che si affaccia sul boulevard,asse primario della città, è un importante fronte urbano costituito da un’enorme piastra che devia dalla geometria dell’asse viario per allargare la visuale dell’osservatore dalla strada verso l’interno del progetto, invitando inoltre alla passeggiata lungo l’asse commerciale

La piastra assume nella parte a nord una forma a pettine su cui sono innestati, ad intervalli più o meno regolari i blocchi delle residenze private. La forma e il disegno degli alloggi di taglio misto si innestano con i percorsi a terra caratterizzati da lunghe fasce verdi, intervallate da giochi e specchi d’acqua, pubbliche o adibite ad orti di pertinenza delle residenze. Per tutta la lunghezza delle fasce si alternano tre tipologie di verde. Si cerca in tal modo di creare un effetto urbano importante accostando gli spazi privati ai luoghi di transito che culminano nella parte nord est in una piazza.

Nella parte a nord è collocata la lunga stecca dei parcheggi dotata di una copertura verde. Il progetto cerca di minimizzare i costi di produzione utilizzando materiali ecocompatibili come, la pietra e il legno di abete rosso, e utilizzando vetri basso emissivi per gli infissi consentendo un adeguato isolamento termo-acustico degli edifici.

Piano di Recupero per una cascina nel magentino - Pietro Cafiero

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Intervento di ristrutturazione di una cascina nella campagna a sud di Corbetta (MI).

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Cascina Brambilla vista da sud ovest

Il progetto pone l’attenzione sul recupero e sulla salvaguardia degli elementi paesaggistici, senza scadere nel vernacolo o nella ricerca di una mimesi che risulterebbe anacronistica.

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Vista sud est

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Corte interna

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Piano terra

VAM 26 HOUSING - Giovanni Castiglioni - A.c.M.e. studio, Filippo Legnaghi - A.c.M.e. studio, Raffaela Braggio, Genziana Frigo

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La sagoma amorfa, imposta dalle inderogabili distanze dagli edifici adiacenti, viene qui ordinata organizzando un volume sfaccettato, d’impostazione rettangolare, addossato ad un setto, vera e propria spina dorsale dell’edificio, perpendicolare alla strada. Il volume compatto dell’edificio viene smaterializzato attraverso il rivestimento sinuoso e trasparente della vela dei balconi. L’esigenza di permettere una maggiore trasparenza dell’elemento, mantenendo tuttavia le sue caratteristiche di elemento unificatore, ha confermato l’adozione di una soluzione che permettesse una maggiore apertura, sopratutto dall’interno degli appartamenti. Dopo aver vagliato numerose soluzione si è quindi previsto, anche in considerazione di realizzazioni già sperimentate in ambiti simili, di utilizzare dei pannelli di lamiera forata in alluminio naturale, montati su un telaio in acciaio verniciato secondo uno schema libero e secondo diverse inclinazioni che, mantenendo comunque un forte effetto trasparenza, soprattutto per i piani inferiori, confermino l’impressione di immaterialità e leggerezza della struttura. Questo elemento metallico leggero oltre ad assolvere alla esigenze funzionali, è un’allusione anche al passato della zona su cui insiste l’edificio, storicamente caratterizzata dalla coesistenza di funzioni residenziali ed industriali-artigianali che spesso si attestavano sul vicino Canale Camuzzoni. L’altro oggetto fondante della composizione, il setto a nord, accentua per contrasto con la sua stessa imponenza la leggerezza del rivestimento metallico forato. Si tratta di una quinta muraria concepita per proteggere l’edificio sul lato settentrionale, sia a livello climatico che a livello simbolico. La grande parete pone infatti una palese cesura verso il condominio adiacente, concentrando invece l’apertura del nuovo edificio verso la porzione meridionale del lotto e soprattutto verso l’incrocio con via San Marco. Come premesso le motivazioni della sua esistenza non sono solo di natura estetica, ed anzi, traggono spunto proprio dal ragionamento climatico. Gli odierni modelli per un’edilizia sostenibile impongo oggi uno studio particolarmente attento delle aperture degli edifici e, valutando attentamente queste esigenza, si deciso di darne concreta manifestazione progettando il prospetto a Nord come una netta separazione sia dal conteso più prossimo che dall’esterno in generale. In quest’ottica, anche le aperture vengono ridotto alla minima esigenza richiesta dal rispetto dei minimi del rapporti di aereo illuminazione dei locali ed, essendo questi per la maggior parte camere da letto o servizi igienici le dimensioni delle stesse permettono aperture ridotte. Solo le vetrate relative al corpo scala, posto in posizione baricentrica, sono previste in numero maggiore, andando così a creare il l’infittirsi dei fori verso il centro del prospetto. Un attico, letteralmente poggiato sul tetto dell’edificio, si apre verso l’arco prealpino che corona la città di Verona, qui finalmente visibile grazie all’altezza che sovrasta l’edificato circostante.

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photo by Giovanni Peretti © Giovanni Peretti. Tutti i Diritti Riservati.

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Vista del prospetto sud.

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