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© Federico Mazza . Published on June 19, 2013.
© Federico Mazza . Published on June 19, 2013.
© Federico Mazza . Published on June 19, 2013.
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© Federico Mazza . Published on June 19, 2013.
© Federico Mazza . Published on June 19, 2013.
© Federico Mazza . Published on June 19, 2013.
Scenic and functional lighting of Korenmarkt and Hoogstraat, Mechelen, Belgium
© Susanna Antico . Published on June 19, 2013.
Client: City of Mechelen
© Susanna Antico . Published on June 19, 2013.
© Susanna Antico . Published on June 19, 2013.
© Susanna Antico . Published on June 19, 2013.
© Susanna Antico . Published on June 19, 2013.
Concetti chiave sono: la libertà di composizione della libreria: i moduli sono studiati come elementi indipendenti; profondità e volume: enfatizza il concetto di composizione lego, evitando cosi l’idea di una libreria piatta; i colori: è stato scelto il canale RGB, introducendo cosi tinte vivaci e luminose (qualità dettata anche dal tipo di legno da utilizzare – laminato lucido)
© Domenico Sforza architetto . Published on June 19, 2013.
© Domenico Sforza architetto . Published on June 19, 2013.
© Domenico Sforza architetto . Published on June 19, 2013.
© Domenico Sforza architetto . Published on June 19, 2013.
Legare gli aspetti più significativi della propria vita ad un nuovo futuro per dare loro nuova vita attraverso linee. forme e materiali che stabiliscono un nuovo rapporto tra l’uomo al centro dei propri ricordi, declinati attraverso nuovi scenari. Un progetto che vede protagonista il cor-ten , utilizzato come elemento di legame e trasporto tra gli elementi esistenti ed il nuovo.
© Andrea Bella . Published on June 19, 2013.
Colori caldi e scuri fanno da sfondo ad elementi trasparenti e brillanti come i preziosi vasi in cristallo che arredano l’ambiente.
© Andrea Bella . Published on June 19, 2013.
I libri restano, proprio come le parole, al loro posto originario, confrontandosi, ora , con un nuovo spazio e quindi un nuovo stile di vita.
© Andrea Bella . Published on June 19, 2013.
© Andrea Bella . Published on June 19, 2013.
© Andrea Bella . Published on June 19, 2013.
Estratto dal Bando: La visione per lo sviluppo di Taichung è“Cosmopolitan Taichung”: una città con una forte cultura, importanti caratteristiche economiche e internazionali. E’ la terza città più grande di Taiwan, e per distinguersi da Taipei e Kaohsiung, ha messo le arti e la cultura al centro della sua identità urbana. La “Cultura”è stata identificata come la più importante chiave di Taichung.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
Per sostenere l’industria culturale di Taichung dopo la fusione di Taichung City e Taichung County il comune di Taichung City sta progettando un nuovo parco culturale nel quartiere di Gateway City. Il centro culturale di Taichung City comprenderà una biblioteca pubblica e il museo delle belle arti.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
La struttura aiuterà la città ad adattarsi ai cambiamenti post-fusione della popolazione, dello sviluppo urbano e dell’ambiente culturale.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
Sarà un progetto in grado di soddisfare le esigenze culturali, artistiche e ricreative degli abitanti di Taichung, in grado di spingere l’industria culturale, il turismo, le risorse di marketing della città e migliorare il brand culturale della città.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
Il centro culturale di Taichung City unisce una biblioteca pubblica e il Museo delle Belle Arti (la cultura è il fiore all’occhiello della città) in una sola zona. Oltre a fornire le funzioni pubbliche di servizio per la lettura, le mostre e le visite guidate, le due istituzioni devono anche adempiere alle politiche e agli obiettivi legati alla promozione della lettura, dello sviluppo artistico e della raccolta e ricerca di artefatti. Il centro culturale avrà il compito di integrare le risorse di Taichung come le biblioteche e gli spazi espositivi d’arte, con l’attenzione a migliorare i servizi e le strutture culturali della città.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
A. Identità Locale: Il Centro, una vetrina sull’atmosfera culturale di Taichung, deve saper manifestare in modo appropriato e intelligente i suoi abitanti, la storia e l’identità urbana.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
B. Punto Culturale di riferimento: L’architettura del Centro diventerà un pezzo d’arte in sé a dimostrare la vena creativa, estetica e la raffinatezza culturale di Taichung. Con la sua costruzione tecnologica all’avanguardia, diventerà un punto di riferimento per i residenti e attirerà visitatori locali e internazionali.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
C. Punto di riferimento Ecologico: Il centro deve essere pianificato e progettato in relazione al contesto del distretto di Gateway City. L’integrazione di una variegata vegetazione, farà diventare il progetto un modello di progetto di bioedilizia. Particolare attenzione sarà posta sul comfort, sull’ecologia, sul paesaggio, sulla riduzione del carbonio, di mitigazione delle catastrofi, nonché aiuterà a raggiungere l’obiettivo di diminuire le emissioni di carbonio del circostante Taichung Gateway Park.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
D. Spazio Pubblico Accessibile: La circolazione multiforme, accessibile e di pianificazione territoriale dovranno coinvolgere il pubblico. Offrendo una diversificata e stratificata esperienza spaziale, il centro diventerà il più attraente ed affascinante luogo ricreativo della città.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
E. Spazio Flessibile: La struttura architettonica della biblioteca e del museo dovrebbe offrire spazi indipendenti tra di loro e allo stesso tempo in armonia. L’area espositiva deve soddisfare diverse esigenze e modalità espositive offrendo spazi flessibili a diverse scale.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
F. Esposizioni Interattive: Il centro ospiterà mostre e informazioni in una varietà di modi, consentendo al pubblico di esplorare il museo con le ultime tecnologie di visualizzazione e di programmi software interattivi.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
G. Ambiente Sociale e Ricreativo per l’Apprendimento: Questo spazio per l’apprendimento di gruppo, la discussione e l’interazione dovrà adattarsi al mondo che cambia, alle nuove generazioni e ai nuovi modi di apprendimento.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
H. Intelligent Building e Building Management: Assistito da una tecnologia intelligente, si utilizzeranno controlli di automazione incorporati per potenziare l’uso e la gestione degli edifici.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
© GREENCUBE Studio Associato arch. Gianluca Lella, Ing. Andrea Trinca . Published on June 19, 2013.
Si tratta di una costruzione di tipo rurale ad uso abitativo. La casa, a due piani fuori terra, è realizzata secondo il sistema costruttivo tradizionale con spesse pareti in pietra, finestre di piccole dimensioni, un solaio a doppia orditura in legno, un tetto a falde con coppi . La distribuzione interna è organizzata in maniera tradizionale: al piano terra il soggiorno e la cucina, divisi da un setto portante, e un piccolo ripostiglio; al piano superiore, con la stessa divisione del piano inferiore, due camere da letto e un bagno. L’abitazione così disposta ha una superficie totale per piano di 37 mq.
© Donatella Basilio . Published on June 19, 2013.
Il progetto principalmente si occupa del risanamento delle murature umide attraverso la scrostatura dell’intonaco in cemento esistente, la creazione di un vespaio areato senza modificare la quota interna dell’abitazione, e la realizzazione di nuovi intonaci a base di calce traspiranti. Inoltre Il progetto, senza mutare destinazione d’uso, volumetrie e rapporti aeroilluminanti esistenti, attraverso la demolizione parziale del muro centrale di spina che divide le due stanze al piano terra, realizza un ambiente soggiorno – cucina maggiormente comunicante più arioso.
© Donatella Basilio . Published on June 19, 2013.
Gianmarco Landriani. Published on June 19, 2013.
Gianmarco Landriani. Published on June 19, 2013.
Gianmarco Landriani. Published on June 19, 2013.
© Donatella Basilio . Published on June 19, 2013.
© Donatella Basilio . Published on June 19, 2013.
Intervento di ristrutturazione e interior design di un Bar.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
© Francesco Fedele . Published on June 19, 2013.
L’intervento riguarda la trasformazione di un edificio rurale a Cornedo Vicentino (VI), in una residenza per artista. Si tratta di un tipico edificio agricolo degli anni ’70 avente al piano terra uno spazio destinato a ricovero attrezzi e stalla, al piano superiore il fienile.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
È strutturato secondo un asse di spina centrale, orientato in senso nord-sud e aperto su un piccolo cortile a sud.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
Situato allo sbocco di una piccola valle, il manufatto segna il limite tra due differenti situazioni spaziali: la valle e la pianura.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
Se la pianura è orizzontalità, apertura, luogo in cui lo sguardo non ha limiti, la valle rappresenta parzialità, verticalità, in cui la visione è fortemente condizionata in un preciso cono prospettico.
© Antonio Paolin . Published on June 19, 2013.
Volendo mantenere l’attuale tipologia del manufatto, l’idea di progetto si sviluppa assumendo la dualità del contesto fisico come momento fondante della composizione spaziale dell’edificio.
© Antonio Paolin . Published on June 19, 2013.
Il progetto prevede l’inserimento di un nuovo asse leggermente ruotato rispetto a quello esistente, materializzando così un preciso punto di fuga prospettico, punto nel quale l’orizzontalità della pianura incontra la verticalità della valle.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
All’interno di questi due coni prospettici, marcati dai lucernari di copertura, in cui la luce vi scorre come in una clessidra, trova posto il sistema dei collegamenti verticali che partendo dall’entrata a sud, si conclude nel piccolo teatro in terra battuta, creando così una relazione tra i due ambiti esterni dell’edificio.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
In sintonia alla tipologia del fienile i prospetti nord e sud sono definiti ciascuno da un’unica apertura corrispondente al piano superiore, dotata internamente da vetrate scorrevoli ed esternamente da un sistema di brisè-soleil in legno, garantendo sia la privacy degli ambienti interni che l’ottimizzazione e la regolazione della luce solare nelle diverse stagioni.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
A livello distributivo il piano seminterrato è adibito a laboratorio-spazio espositivo con attiguo deposito e locale biblioteca, al piano terra trova posto l’ingresso principale, mentre l’abitazione è sviluppata interamente al primo piano.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
A questo livello i vari ambienti domestici, organizzati attorno ai due assi sopra descritti che separano la zona notte ad est, dalla zona giorno ad ovest, sono ottenuti dall’inserimento dei servizi ( bagno e cucina), permettendo una completa continuità spaziale e visiva.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
The project concerns the transformation of a rural building in Cornedo Vicentino (VI), in a residence for an artist. It is a typical agricultural building of the 70s on the ground floor having a space for a tool shed and barn, upstairs barn. It is structured according to a central spine axis, oriented in a north-south and open in a small courtyard to the south.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
Located at the mouth of a small valley, the building marks the boundary between two different spatial situations: the valley and the plain. If the plain is horizontality, openness, where the look has no limits, the valley is partiality, verticality, in which the vision is strongly influenced in a precise perspective cone.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
Wanting to keep the current type of article, the idea of the project is developed assuming the duality of the physical context as the founding moment of the spatial composition of the building.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
The project involves the insertion of a new axis slightly rotated with respect to the existing one, thus materializing a precise vanishing point, the point at which the horizontality of the plain meets the verticality of the valley.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
Within these two cones prospective, marked the skylights of coverage, in which the light is flowing like an hourglass tree, is a system of vertical connections that from the entrance to the south, culminating in the small theater in clay, thus creating a relationship between the two areas of the building exterior.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
In tune to the type of the barn the north and south elevations are each defined by a single opening corresponding to the upper floor, with sliding glass doors internally and externally by a brise-soleil in wood, ensuring both privacy of the interior that optimization and adjustment of sunlight in different seasons.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
At the distribution level the basement is used as a workshop-exhibition space with adjoining storage room and library, to the ground floor there is the main entrance, while the house is built entirely on the first floor. At this level the various domestic environments, organized around the two axes described above that separate the sleeping area to the east, from the living area to the west, are obtained by the inclusion of services (bathroom and kitchen), allowing a complete spatial and visual continuity.
© Andrea Rosset. Published on June 19, 2013.
Nell’ambito del programma di recupero e/o ampliamento dei cimiteri presenti sul territorio comunale lo studio ha avuto la possibilità negli anni di intervenire su tutti i plessi delle frazioni ed ora anche su quello del capoluogo. Come negli altri interventi si è prefigurato un disegno complessivo con l’ottica di poterlo attuare in più lotti successivi. La realizzazione a cui si riferiscono le immagini, renderizzate e di cantiere, sono relative alla edificazione di 18 moduli sui complessivi 36. Si comunque cercato di dare alla realizzazione un aspetto di compiutezza e sostanziale armonia, non sapendo se ed in quali tempi l’Amministrazione provvederà al completamento del recinto cimiteriale.
© bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini . Published on June 19, 2013.
© bc studio _ Ilaria Bizzo Stefano Cornacchini . Published on June 19, 2013.
The proposal is located in the 36 ensanche de Vallecas villa, in an area of new urban creation, where the spatial framework of the historical city is non-existent, and where architecture should not evade its ability to create “place”. Thus the building formally shows overwhelming, trying to create, through its expressive qualities, well defined and recognizable environments that weave the new city. Front of the typology of Apple closed, suggested by the existing regulations, is intended to a growing dissolution of built block and a maximum permeability between the common spaces and the space of the city. Thus the building becomes fragmented into large blocks, esponjados in their meetings by important hollows opened and connected with vertical connections and common areas.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
Olympic and Paralympic are in an ideal location to host the games, to the East of Madrid, only 10 km from the airport, to the athletes and officials, which will provide a comfortable, accessible and safe environment. The Villa, which will be part of the Olympic Park, will enjoy excellent transport connections via Highway, bus and metro lines and is just ten minutes drive from the city centre. In Madrid, all athletes and officials can move from the Villa to their headquarters in a maximum time of 20 minutes. The Villa design is based on the Mediterranean feel, with wide open spaces and residential buildings interspersed with green areas and water, encouraging social interaction and promoting a sense of community. From the outset the highest standards of technical and environmental design are taken into account and you will ensure a fully sustainable and accessible for the Olympic and Paralympic Games, with a transition project…
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
The Park of the castles is in their residential environment a large green open space for public use with a scale disproportionate to the four isolated buildings containing. In this context is proposed to modify the existing ground level, intensifying their character of public green space and occupy the space that too under the same, revaluing the castles and their urban framework, encompassing the complex cultural Endowment demanded. On this landscape of hills of different materials – stone wood, Earth, vegetation—stands stable circus, a Crystal and object shapes debugged, as a great viewpoint of the inner circus activity. To his around an ambulatory of wood where stroll snooping preparations for the future role. The covers of the new production of the Arts Center will be a public park that can accommodate traditional cultural activities in Alcorcón as Carnival, the international festival of street theatre, …
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
The particular formalization of the building also has a vocation of friendly urban building, which through its absence of edges and the vibrant movement of his bands, invites us to explore it.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
It is deliberately shuns the usual image of the new auditoriums as opaque and closed, buildings as prisoners treasures in beautiful urns… And we are strongly committed to a building open to the city and its inhabitants. A place that generates life urban in moments of representations as in the rest of the time, through the possibilities of the new indoor plaza and the existence of cafes and shops linked to the world of art and music. Thus the building is formalized with a winding perimeter, with different starters that invite you to access and explore the building, by way of a large open hand to the city, welcoming to the citizens and visitors of scheduled activities.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
Furthermore, the possibility of opening the large space between the main, as a large square coveredapplications, generating a desirable continuity with the new outdoor plaza, at the same time allowing its use as a covered urban space, site of Hall prior to the entrance of the shows, including programming of Convention and exhibition space is proposed. This possibility of generating an urban space covered prior to the access and to the inevitable queues prior to functions according to climatology of Vitoria-Gasteiz seems interesting.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
This option is possible by the redefinition of the independence of access from the main applications, generating the required ability of simultaneous events in the different rooms.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
The building attempts to through its expressive qualities generate the necessary representativeness of the use that we are discussing. So looking for a controlled space impact that generate the desirable urban qualities of the new urban environment, but always with the aim of building friendly to their residential environment, in accordance with the exceptional environmental qualities of the city of Vitoria-Gasteiz.
Thus the building is conceived as four large volumes sculptural, formed as metal masses faceted (pretending to a language near the magnificent Basque sculpture), stranded in a supposedly neutral environment abstract, and wrapped with a delicate skin of glass and metal trusses.
First skin loosens in vibrant bands according to the different volumes to wrap, with a total absence of edges, creating continuous and sinuous, bands that invite you to explore the building and shows its most friendly to the pre-existing urban and residential environment.
The wrapper is formalized as a double skin: a inner glass printing as thermal and sealed envelope and outside of truss with variable degree of depth adjusted to the different needs of orientation.
The metal part only surrounds the outer perimeter, and offset of the vitreous inside that continues inside creating the physical separation and not visual of the different rooms.
Skin built virius and metal trusses solution generates a picture of some mass during the day, and a spectacular translucency at night, suggesting the Interior volumes between the life of the evening shows.
The building turns like a huge lantern in the night, and shows the spectacle of the audience as a claim to the rest of the city.
The final form of the building comes from the internal logic of the volumes involved, folding to the programmatic needs of Interior applications, abandoning an attitude of formalisations a priori that impair the functionality of the essential uses.
The bands are retracted height creating interesting spaces on the cover as a servant of the Congress area patio, (rest, cocktails, Congress acts outdoors…)
Emphasizes the courtyard perimeter solution, at the meeting of the skin with the plaza paved, generating a greater habitability conditions to the numerous uses of the basement, providing them with natural lighting and ventilation at the same time that proving an interesting formal lightness of the constructed perimeter.
The proposal seeks to respond to the difficulty of raising architecture integrating the spatial qualities of Campo de Criptana while it assumes the singular condition and large scale of the planned program. It works in two lines of fitness, one of scale and another of the use of recognizable types of environment regulation. Seeks an adaptation of the great volume of the Auditorium (stage box), according to the adjusted scale the rest of buildings environment. Embed was decided to the ground floor and main, and a more radical mode in the stage box. From the top dimension of box scene different levels declining plane of facade, is disrupted until the lower planes is accord with the scale of the rest of the environment. In the search for adaptation in the use of recognizable types of place, appears the great difficulty of use of solutions derived from residential typologies.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
© Javier Camacho . Published on June 19, 2013.
Il progetto è relativo al riuso di una porzione di fienile su due piani situato nel centro storico. Il committente ha richiesto di recuperare il fienile per realizzare uno studio per svolgere attività legate alla pittura. L’idea è stata quella di mantenere il più possibile le caratteristiche architettoniche dell’esistente conservando le facciate in sasso e i rapporti tra vuoti e pieni, inserendo come elemento nuovo solo i serramenti dotati di un sistema di frangisole per il controllo della luce e per garantire la privacy. All’interno lo spazio aperto del piano primo, dove un tempo era collocato il fieno, è stato mantenuto e destinato a studio
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
© Mirko Bertinotti Architetto . Published on June 19, 2013.
OBIETTIVI Al fine di rendere parte della città l’area in esame, pare fondamentale agire sul sistema delle connessioni percettive e funzionali; operando sugli elementi connettivi esistenti e di progetto, si propone una continuità di fruizione tra il centro storico con i suoi elementi caratterizzanti ( le piazze, il sistema delle mura storiche, il rapporto con il fiume Natisone) e l’area della ex stazione. La ridefinizione del ruolo del parco esistente e del sistema del verde in generale, la rete dei percorsi ciclo-pedonali e delle aree funzionali, la revisione degli accessi e del transito carrabile nel centro, il rapporto tra le aree e gli elementi puntuali esistenti e di progetto hanno come obiettivo la generazione di una nuova unitarietà urbana, in cui l’area di progetto divenga parte della città. TEMI Il progetto prevede la definizione di un nuovo asse, nella forma di un boulevard ciclo-pedonale, che costituirà una sorta di “spina” alla quale si relazioneranno le funzioni; esso costituirà il nuovo limite del nucleo urbano, con livelli differenziati di permeabilità percettiva e funzionale e, al tempo stesso, fungerà da elemento connettivo tra le aree e gli oggetti dell’una dell’altra parte.
© Fabian Testor . Published on June 19, 2013.
La ex stazione sarà riqualificata a Museo storico della Prima Guerra Mondiale 1915/18 con la rifunzionalizzazione anche degli ambiti esterni, recuperando il sedime della ex banchina come piastra funzionale; l’area originariamente occupata dai binari manterrà la quota ribassata rispetto alla banchina e sarà il limite di un progettato spazio vuoto con funzione di filtro/distacco percettivo tra il nuovo museo e l’area urbanizzata a nord. La riqualificazione generale dell’ambito della ex stazione prevede la realizzazione di un parcheggio interrato multipiano in prossimità del principale svincolo viario sulla nuova Statale; la struttura sarà relazionata ai percorsi ciclabili, pedonali e alla prevista area di scambio auto/bici, elementi questi di connessione alla “spina strutturale” costituita dal boulevard. L’attuale parco sarà completamente ridefinito nel limite verso la ex stazione (futuro museo), favorendo la massima apertura visiva e relazionando i precorsi di fruizione ai passaggi di accesso il centro storico, allo scopo di garantire la continuità degli elementi. La parte sud del parco manterrà le attuali caratteristiche di ambito naturalistico più riservato, nel quale si prevede la ricollocazione del monumento ai caduti. Le due zone saranno divise da una nuova struttura per pubbliche rappresentazioni. Allo scopo di offrire ulteriori elementi di connessione tra l’ambito oggetto dello studio e il nucleo storico, si propone di riqualificare l’area in prossimità dell’accesso nord alla Fondazione Canussio, demolendo l’esistente fabbricato dismesso e riprogettando lo spazio aperto per valorizzare la porzione di antiche mura e l’accesso alla Fondazione. La definizione di tale ambito e la sua fruizione rispetterà i percorsi pedonali recentemente ripavimentati. Considerando i segni storici elementi fondamentali per la lettura di un territorio e del costruito, il progetto prevede di restituire la migliore visibilità alle porzioni di mura antiche presenti nell’ambito. Si propone l’eliminazione degli elementi di mitigazione della percezione visiva, naturali o costruiti che siano, e la valorizzazione dell’attacco a terra mediante l’utilizzo di idonei materiali di pavimentazione (acciottolato, verde, pietra piasentina). La definizione del percorso di attraversamento del parco da via Marconi verso via Liva vuole suggerire la “ricucitura” della cinta muraria tra il tratto di via Verdi, quello dirimpetto al parcheggio accessibile da via Liva e l’ambito murario di via Liva stessa. AREE DI INTERVENTOBoulevard I percorsi saranno definiti dall’uso differenziato dei materiali di pavimentazione, in particolare il porfido a cubetti per gli ambiti transitabili, l’acciottolato delimitato da cordoli in porfido a raso per gli elementi di partizione, la pietra piasentina in lastre per gli assi principali. Gli spazi verdi saranno a prato negli ambiti che determinano la definizione dei percorsi e delle aree, mentre con piantumazioni a fusto lungo i tratti lineari in prossimità della viabilità carrabile. La presenza di aree a verde elevate dal livello del boulevard delimitate da muretti in cls a vista ad altezze variabili, favorisce la percezione degli oggetti lungo l’asse, in particolare delle aree funzionali (ambito di scambio auto/bici, area del museo della Grande Guerra) e dell’innesto dei percorsi.
© Fabian Testor . Published on June 19, 2013.
Museo della Grande Guerra Il recupero dell’area ex stazione prevede la riconversione del fabbricato esistente a museo della Grande Guerra, da destinare a spazio museale e sala conferenze, e la realizzazione di un nuovo volume a destinazione servizi. Il corpo di fabbrica di progetto creerà una nuova quinta architettonica verso l’area di espansione a nord e la strada statale, caratterizzata da una evidente omogeneità formale, interrotta solo da feritoie (riferimento ad un ipotetico fronte difensivo) a scandire la geometria del rivestimento in lastre di acciaio corten. L’altezza, l’estensione e la collocazione del volume edilizio (possibile riferimento formale ad un convoglio ferroviario) genereranno il mascheramento degli elementi funzionali retrostanti, collocati sul piano dell’originaria banchina ferroviaria. Da contrappunto allo sviluppo orizzontale del blocco servizi, si prevede una torre panoramica per la percezione di quella che fu la linea difensiva sulla catena del Colovrat a nord, del centro storico a sud e della valle del fiume Natisone a est. Alla massiccia omogeneità della nuova quinta di progetto, si farà corrispondere il grande vuoto di una “piazza d’armi” estesa fino al limite della Strada Statale e che genererà un invaso verso l’edificio; il disegno della pavimentazione rispetterà geometrie regolari in relazione a quelle della quinta architettonica. Sarà utilizzata la pietra piasentina come materiale da pavimentazione ricercando come unico disegno le stonalizzazioni cromatiche del materiale lapideo; si ricaveranno delle trincee drenanti in ciottoli (riferimento alle massicciate ferroviarie) per il recupero delle acque di scolo e il loro utilizzo successivo per l’irrigazione delle aree a verde. Il volume di progetto sarà un’architettura vetrata, ad esclusione della facciata nord, connessa all’edificio esistente attraverso in corpo minore, relazionato alla geometria della facciata della ex stazione; la percezione da sud (visuale dal parco verso il museo) sarà caratterizzata dalla presenza in primo piano del fabbricato originario, mentre il nuovo corpo emergerà come quinta secondaria poco marcata, consideratone il volume interamente vetrato.
© Fabian Testor . Published on June 19, 2013.
Parco Uno degli obiettivi della presente proposta è quello di rendere il parco parte della città, svincolandolo dalla attuale condizione di area marginale relegata in uno spazio confinato; allo scopo si opererà per generare la massima apertura visiva e fruitiva verso il futuro museo della Grande Guerra, prevedendo aree verdi ad uso libero, debolmente attrezzate. La percezione dal fronte opposto dovrà altresì suggerire la continuità spaziale degli elementi, dal museo verso il verde, tra loro relazionati dal sistema dei percorsi e dal boulevard. A dividere l’ambito del parco in due zone sarà collocato un volume per spettacoli articolato in una struttura di copertura in legno su pilotis in acciaio, con annesso un corpo in cls facciavista; la platea sarà costituita da uno spazio pavimentato attrezzabile nel caso di eventi, con sedute fisse in pietra funzionali anche ad una fruizione quotidiana. La parte a sud del parco conserverà l’attuale vocazione naturalistica, con percorsi nel verde e tutela delle specie arboree principali; in tale spazio, più riservato e intimo, sarà ricollocato il monumento ai caduti. Il sistema dei percorsi si relazionerà alla viabilità principale esistente e di progetto, per generare una rete di collegamenti fisici e relazionali tra le parti di città, allo scopo di garantire una fruizione sostenibile e contemporanea dell’ambito e dei suoi elementi caratterizzanti.
© Fabian Testor . Published on June 19, 2013.
Arredo urbano, materiali, illuminazione L’uso dei materiali sarà coerente con il contesto, privilegiando il porfido a cubetti e lastre per la pavimentazione dei percorsi e delle aree strutturate, la pietra piasentina per i camminamenti lungo gli assi principali e per la piazza; l’acciottolato si utilizzerà per gli ambiti non fruibili, nella tipologia di elementi legati a malta (divisori tra percorsi) o sciolti (trincee drenanti). Gli elementi d’arredo urbano saranno integrati nelle forme di progetto articolate a determinare gli spazi; i muretti in elevazione lungo i percorsi e nel parco saranno in cls facciavista, con ancorate sedute ad assi di legno; oggetti dalle forme elementari realizzati in cls lisciato bianco e pietra, posti nei vari ambiti, avranno un ruolo nella lettura percettiva degli spazi e saranno funzionali ad un libero utilizzo (seduta, appoggio, gioco). I materiali previsti e gli elementi di progetto in generale saranno adatti alle caratteristiche ambientali del luogo e non subiranno condizionamenti negativi, nell’ estetica e nella funzione, né dalle situazioni metereologiche né dall’usura. L’utilizzo consueto non richiederà interventi manutentivi particolari, se non l’ordinario mantenimento a garanzia delle caratteristiche prestazionali . L’ illuminazione dell’ambito di intervento dovrà essere oggetto di uno studio particolareggiato che consideri le specificità dei vari ambiti, le necessità di evidenziare determinati elementi e l’opportunità di creare idonei scenari ; si dovranno prevedere le opportune temperature colore della luce, la sostenibilità energetica del sistema e l’incidenza ambientale causata dall’illuminamento diffuso, con riferimento alle vigenti normative. Nel complesso l’omogeneità dei materiali e la razionalità delle forme renderà una continuità generale all’area di intervento, nella quale i singoli elementi si relazioneranno ad un unico sistema (asse generatore del boulevard) a sua volta connesso al tessuto urbano esistente.
© Fabian Testor . Published on June 19, 2013.
Módulo11 has designed a new restaurant in a neighbourhood known as “La Roma”, one of the zones with the highest life quality in Mexico City. The design is based on the idea of transforming the existing space into a sprightly restaurant with the ambiance and warmth of a traditional house. Rather than interior design it is architecture inside architecture. A wooden interior envelope, made out of frames that reproduce a traditional house’s silhouette, defines the diners’ area. These wooden frames repetition along the space emerge as a volume that figuratively resembles the interior of a house.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Zapote restaurant is located in a neighbourhood known as “La Roma”, one of the zones with the highest life quality in Mexico City, which burgeoned from a single hardware store. The design’s main challenge consisted on transforming the existing space, cold and humdrum, into a sprightly restaurant with the ambiance and warmth of a traditional house, and a daily place for the people of the neighbourhood and its surroundings. The design process starts with the experimentation of different typologies, looking for a distinctive element that could modify the existent conditions and that the space could be appropriated. Rather than interior design, the project is about a spatial transformation, it is architecture inside architecture. The existing space presents rectangular proportions, with an axis of columns in the middle that splits the area into two dramatically elongated corridors. Therefore the restaurant is defined by having an opened kitchen, situated in one corridor, and the diners’ area in the other.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Both areas, the kitchen and the diners’ area, achieve a unique character that helps on clearly define the spaces within the restaurant and on generating a relationship among them. The kitchen has an industrial aspect with the installations exposed, whereas the diners’ area attains the opposite: hidden installations and a pleasant and warm environment. A wooden interior envelope, made out of frames that reproduce a traditional house’s silhouette, defines the diners’ area. These wooden frames repetition along the space emerge as a volume that figuratively resembles the interior of a house. This interior envelope is modified so that it reacts to the existent conditions of the space: opening itself to the street according to the position of the windows. It is also connected with the diners’ bar by following the main structure and framing the relationship with the kitchen, creating major proximity to it. The transversal character of the wooden frames amends the perception of the space and generates an individual scale.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
The interior experience achieved by the physical contact with the wood texture and its shadows becomes an interactive and not only visual. The light, filtered into the interior thru the frames, produces a particular and versatile atmosphere that changes along the day. Both, the external view and the relationship with the street are controlled by the openings on the wood that invite to enter and linger in the space, and at the same time give privacy to the diners inside. One side of the diners’ area is connected to the street across the façade allowing the reading of the house’s silhouette from outside. On the other side, a wall serves as a canvas for diverse artistic installations that will be changing continuously in time to diversify the visitor’s experience.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
Jaime Navarro. Published on June 20, 2013.
© Israel Alvarez . Published on June 20, 2013.
© Israel Alvarez . Published on June 20, 2013.
© Israel Alvarez . Published on June 20, 2013.
L’Architetto Contemporaneo è un web magazine volto ad esplorare il mondo dell’architettura e del design ed al contempo offrire servizi e consulenze per la soluzione del vivere contemporaneo con particolare attenzione al costo ed al prezzo di realizzazione, un fattore determinante per la riuscita del progetto e per la soddisfazione dell’utente. L’Architetto Contemporaneo non è un semplice contenitore di immagini, è promotore di un modo diverso e consapevole di svolgere la professione di architetto e di metterla in relazione con l’uomo medio. Ma su cosa si fonda la sua poetica? Prendendo le mosse dal movimento artistico nato in Inghilterra al volgere del XIX secolo, denominato Arts & Craft Moviment che determinò lo sviluppo delle arti applicate. Paradossalmente i precetti ed i principi che furono alla base di questo movimento, nato in opposizione all’industrializzazione, posero le basi per la realizzazione di oggetti di uso comune belli e funzionali e proprio grazie al neonato processo industriale che offriva nuove possibilità e nuovi modi di usare i materiali, nonché, oggi possiamo dirlo, nuovi materiali tout court, allargò il pubblico cui rivolgere i propri lavori. La produzione in serie è centrale nella storia del design, poiché accresce il numero di pezzi prodotti, diminuendo i costi di produzione e aumentando enormemente il numero di persone che possono averli. Molti esponenti di questa corrente artistica e di quelle ad essa correlate, che si svilupparono all’inizio del XX secolo nei diversi paesi europei, erano architetti e lo studio del design fu associato ad un modo innovativo ed inclusivo di concepire l’architettura stessa. Agli inizi del Novecento questo processo produttivo fu definito Riorganizzazione del Visibile, mentre solo negli anni Quaranta fu coniato il termine industrial design. Quando poi un secolo fa Marcel Duchamp teorizzava il concetto di Ready-Made, elevando ad opera d’arte un qualsiasi manufatto di uso quotidiano, perché scelto dall’artista e posto così com’è in una situazione diversa da quella che gli sarebbe propria, si stabiliva che il valore aggiunto dell’artista è l’operazione di scelta, di individuazione casuale dell’oggetto e si ponevano le basi alle varie forme d’arte concettuale introducendo il concetto stesso di Gesto Artistico. Negli anni ’30 del XX secolo un uomo, un artista, un intellettuale di formazione, trasformò il mondo dell’architettura radicalmente: Charles-Edouard Jeanneret-Gris in arte Le Corbusier, fu uno dei più grandi architetti e pensatori del XX secolo, il suo stile ed i suoi scritti furono una vera rivoluzione finalizzata a fondere l’architettura con i bisogni sociali dell’uomo medio, benchè non avesse mai compiuto studi regolari nell’ambito dell’architettura. Anche il molto discusso e indiscusso Andy Warhol, applicando i principi della realizzazione seriale al campo delle arti visive e tradizionali, affermava che l’arte doveva essere “consumata” come un qualsiasi altro prodotto commerciale, secondo l’idea per cui i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e come tali dovevano essere riconosciuti. La sua arte fu una delle icone principali che accompagnarono il boom economico e fu definita, proprio per il principio della democrazia sociale, Pop art. Ma cosa significa design? E’ una parola inglese, molto diffusa anche in italiano, per indicare il disegno di un oggetto o un ambiente, del suo aspetto estetico, artistico e descrittivo e del progetto ad esso correlato nel senso tecnico. Il concetto, nell’accezione più usata, prende le mosse dall’affermarsi dell’industrial design, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, come processo di progettazione tecnica ed estetica di prodotti in serie, destinati alla produzione industriale e alla diffusione di massa. Nel realizzare il design di un prodotto si risolvono i problemi di produzione eventuali per migliorare il prodotto e contenere i costi stessi e renderlo ad un prezzo accessibile e, fattore non meno importante, si cerca di migliorare l’ergonomia e la usabilità da parte dei consumatori. Quello di design è termine che oggi viene abusato ed è spesso utilizzato per definire la sola parte esteriore di un prodotto nell’intento di aumentarne il valore commerciale, ma svuotando di significato la parola stessa, andando addirittura contro al principio stesso che portò all’affermarsi dell’industrial design. Quando oggi vengono riproposti sul mercato pezzi di design riedizioni degli anni sessanta, settanta ecc. del novecento a prezzi proibitivi si tradisce il principio stesso del design. Soprattutto del designer stesso poiché quei manufatti furono pensati e realizzati nell’ottica dell’industrializzazione, della commercializzazione di massa della possibilità che il maggior numero di persone potesse possedere l’oggetto creato e non perché il pezzo di design fosse riservato alle élite. Al contempo bisogna diffidare da chi si improvvisa designer e progettista poiché come è già stato detto e risulta chiaro, il designer e il progettista hanno un background tecnico elevato che deriva dalla teoria e gli studi formativi, dall’esperienza sul campo, dalla conoscenza dei materiali, delle tecniche e delle procedure e che sanno applicare le ampie competenze alla realizzazione del bello. Non c’è spazio per l’improvvisazione.
© Tiziana Fabbiano . Published on June 19, 2013.
© Tiziana Fabbiano . Published on June 19, 2013.
© Tiziana Fabbiano . Published on June 19, 2013.
Pensare e progettare non tanto la forma, come contenuto di un nuovo abitare contemporaneo, quanto il risultato di un processo di sintesi spaziale (architettura parametrica rigenerativa), diviene esso stesso il risultato estetico e funzionale “congelato” nello spazio. L’Hotel del Vento vuole essere un progetto in armonia tra cielo e terra: accoglie le forze centripete e centrifughe generando una forma in fusione e in accordo con il dna fluido dell’edificio. Sono stati studiati i diversi livelli della torre-hotel dotata anche di sale meeting e ristorante panoramico in un avvitamento graduale della struttura. Il piano terra infatti è ruotato in altezza, ottenendo l’ultimo piano della torre scostato di 360 gradi. E’ lo spazio vuoto ad essere il protagonista dell’intero fulcro compositivo. Il nocciolo cilindrico, dei collegamenti verticali, rimane costante pilastro che permettere di trascendere l’intero processo in evoluzione dei dislivelli. Le terrazze avvolgenti le suite offrono una costante percezione del panorama circostante e prolungano gli spazi interni filtrati da una maglia esagonale, frangisoli direzionali, per regolare il microclima interno. La struttura ad elica rastrema ogni piano, perde la superficie abitabile della metà: da impianto trilobato a tre suite a unica suite presidenziale.
© alberto buso . Published on June 20, 2013.
© alberto buso . Published on June 20, 2013.
© alberto buso . Published on June 20, 2013.
© alberto buso . Published on June 20, 2013.
© alberto buso . Published on June 20, 2013.
© alberto buso . Published on June 20, 2013.
Il progetto per la città di Civitanova Marche, solo parzialmente realizzato riguarda il recupero dell’area ‘Ceccotti ‘ (zona stazione). L’intento è quello di valorizzare l’area in forte degrado e far sì che sia reinserita compiutamente nel contesto urbano con destinazioni commerciali direzionali e residenziali.
© Silvana Lisi . Published on June 20, 2013.
© Silvana Lisi . Published on June 20, 2013.
© Silvana Lisi . Published on June 20, 2013.
© Silvana Lisi . Published on June 20, 2013.