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edificio per attività socio-culturali frazione di San Lorenzo, Comune di Suvereto(LI) 12/2011 - Mirko Agostini

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1 Cenni storico-urbanistici su San Lorenzo

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analisi storico urbanistica

Il chimico Vincenzo Manteri accertò nel febbraio 1839 l’esistenza di alcuni banchi di lignite picea nell’alta valle del torrente Milia intorno alla fattoria di Montebamboli, in comune di Massa Marittima, a quasi 7 km a nord ovest del capoluogo. Inviati alcuni campioni all’estero per un esame e riscontrata la qualità ottima del carbone fossile (efficacia pari al 70% e talora al 75% dell’ordinario litantrace Cardiff), per il suo sfruttamento si formò e ottenne il diritto di escavazione una società carbonifera francese. In pari tempo il consiglio di Costruzione per una “Strada Ferrata Carbonifera”, costituitosi a Livorno, promosse la sovrana risoluzione del granduca di Toscana in data 13 settembre 1844, in base alla quale il livornese ingegner Baldo Marchi presentò nel marzo 1845, alla competente “Direzione dei Lavori d’Acque e Strade e Fabbricati Civili”, il progetto della “Strada Ferrata Carbonifera del mare presso Torre Mozza alle Miniere di Montebamboli”. Con sovrana risoluzione granducale del 18 Luglio 1845 fu sancita la costituzione della Società Anonima della ferrovia di Montebamboli, diretta dall’ingegner Marchi. Fu scelto invece un tracciato che, iniziando dal mare a 1km circa a occidente dell’antica Torre Mozza (tozza costruzione fortificata risalente al secolo XIV) nel Golfo di Follonica e seguitando lungo il margine orientale della val di Cornia, si inoltrava per la ristretta ma non aspra valle del Milia: quindi risaliva brevemente le valli del Ripiastrello e del Riotorto. “A Piombino il governo bonapartista era presente, si faceva sentire in tutti i gangli della vita economica, civile ed istituzionale dopo il dominio inetto e rapace dei principi romani Boncompagni Ludovisi, che brillavano per assenza e insipienza. Quanto scriveva Elisa a Napoleone nel 1808, pur indulgendo all’autocelebrazione, disegnava un quadro dello squallore del principato prima del suo arrivo, nello stesso tempo indicava le direttive per la rinascita: “Piombino étoit un desert sans culte, sans routes, sans agricolture et sans lois. Les lois de V.M. le régissent, les marais se descessent (sic), les routes sont ouvertes, les bois se ploitent pour Toulon et la Spezia; le cotton, les plans de vigne de Bourdeaux et de la Champagne y sont acclimatiseé. Des mines y sont en pleine activité”.

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masterplan

Per governare occorreva in primo luogo conoscere bene il territorio in tutti i suoi aspetti, circondarsi di funzionari esperti e fidati, far arrivare “uomini nuovi” che rappresentassero un nuovo spirito imprenditoriale, ma che fossero al tempo stesso buoni “citoyens”, fedeli al loro Stato come Louis Porte che fu tra i protagonisti dell’economia toscana nella prima metà del secolo”

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masterplan - pianta

1805-1814 I segni di Elisa: scienza e governo del territorio nel Principato napoleonico di Piombino

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Pianta - Sezione

2 Descrizione dell’intervento

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Prospetti

Il lotto interessato dall’intervento presenta una forma di rettangolo allungato e si trova dietro il nuovo asilo della comunità di San Lorenzo, il terreno sale verso la collina per un dislivello di circa sette metri. Vi è stato preventivamente costruito un marciapiede ed una piazza collocata centralmente. L’accesso al lotto avviene con l’auto nel lato alla quota superiore dove è presente un piccolo parcheggio, pedonalmente si accede anche attraverso una strada sterrata che lo collega direttamente alla via principale di Casalappi. Il sito confina ad est, nella parte dell’accesso, con una recente lottizzazione ad uso abitativo, a nord con giardini privati, ad ovest con l’asilo e a sud con un’ oliveta. Sul lotto sono presenti alberi di olivo, giochi per bambini ed un impianto di illuminazione. Gli affacci più belli sono in direzione sud dove nel terreno confinante è stata collocata un’oliveta e ad ovest dove il profilo delle colline di Campiglia Marittima e monte Calvi degradano verso il mare. Sono passati due anni dalla consegna del progetto preliminare, la stesura di questo secondo passaggio non può non tenere conto del periodo storico in cui ci troviamo, una crisi economica e culturale che pone precisi interrogativi riguardo agli interventi e metodologie sinora adottati ed i vantaggi acquisiti. Visti i reali rischi di sacrifici da parte delle amministrazioni duramente provate dalle scelte politiche nazionali si è rielaborato l’edificio in modo tale da renderlo energeticamente passivo senza nuocere agli obiettivi posti in principio. Un edificio per attività socio-culturali in questo periodo storico, in questa piccola comunitàè da considerarsi un intervento di indubbia sensibilità. Realizzare un edificio in grado di ospitare proporzionalmente alla sua dimensione sia eventi di natura culturale che sociale. L’edificio è composto da una stanza grande per le attività principali ed una più piccola ad uso ufficio, che possa essere atta, periodicamente, anche ad ospitare uno studio medico. Se pur piccolo quindi l’edificio ha il compito di ospitare all’occorrenza molteplici tipi di attività. La tecnologia quindi con la quale l’edificio deve essere realizzato diventa uno dei punti principali da affrontare, soprattutto se, come in questo caso, la progettazione definitiva è fortemente mirata a scelte performanti che permettono lo sfruttamento massimo delle potenzialità della struttura e dell’area a sostegno delle attività interessate. Oltre quindi alla tecnologia, alla capacità dell’edificio di rispondere alle esigenze richieste un altro punto da affrontare è relativo allo stato dei luoghi. Il terreno di forma rettangolare allungata presenta nella sua dimensione maggiore un dislivello complessivo di circa sette metri, durante le forti precipitazioni abbiamo notato che l’acqua riesce a scavare il terreno ed a danneggiare il percorso e la pavimentazione esistenti scalsandoli da sotto. Probabilmente il sottofondo della pavimentazione esistente era poco compatto e l’acqua non ha trovato molta resistenza. Questo fenomeno quindi ha danneggiato la pavimentazione esistente facendo si che nei periodi di poco utilizzo possa nascere della vegetazione nel percorso stesso. Pensando quindi all’edificio ed alla relazione con l’esterno, con il lotto di pertinenza, contenuto e contenitore, non si può non pensare di vedere questo intervento come un’opportunità per sopperire ai problemi sopravvenuti ristrutturando la pavimentazione esistente. Questi nuovi parametri quindi sono entrati a far parte della progettazione dell’edificio, con il budget a disposizione quindi si è deciso di ridimensionare il fabbricato eliminando definitivamente anche l’ipotesi di uno spazio ad uso cucina ma di garantire il livello qualitativo degli spazi progettati e la loro funzionalità. Sulla base delle precedenti considerazioni l’edificio è stato ruotato di 90° passando dall’orientamento nord-sud a quello est-ovest, in questa maniera due falde su quattro sono esposte in pieno sud e garantiscono una predisposizione ottimale per pannelli solari e fotovoltaico. Inoltre posizionando i pannelli solari sulla falda del corpo principale, quello che accoglie la sala principale, non saranno visibili dalla zona verde. L’edificio ha una tecnologia tradizionale, è composto di due corpi collegati da un disimpegno che distribuisce e collega gli spazi principali da quelli di servizio. L’entrata a sud è segnata da un pergolato, uno spazio esterno con attitudini sia all’integrazione sociale che alle esposizioni, inoltre il brise solail in legno consente l’inaccessibilità nei periodi in cui non è utilizzato ed evita la costruzione di barriere architettoniche a protezione dell’area. Da questo spazio si accede all’entrata principale, espressamente richiesta è stata la progettazione di uno spazio di attesa, infatti nei periodi in cui l’ufficio ha uso medico è necessaria una minima accoglienza. Il disimpegno quindi collega sia alla sala principale che, dalla parte opposta ad un grande bagno fruibile sia dai disabili che dai normodotati. Il locale tecnico-magazzino è raggiungibile solo dall’esterno, sul lato nord. La sala principale ha una superficie di circa 40mq, si sviluppa in lunghezza nella direzione est-ovest a inquadrare con il finestrone la vicina Campiglia Marittima. L’edificio è completamente fruibile da un disabile, la quota della pavimentazione interna è fissata a 41,20mt s.l.m., il percorso esterno nuovo sfrutta le pendenze di quello precedente e accompagna il fruitore alla quota prestabilita.

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Sezione

3 Descrizione dell’edificio

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Dettagli

L’edificio è costituito da due corpi delle dimensioni di 15,5ml x 4,6ml, questa scissione permette alle attività al suo interno di poter convivere senza disturbarsi a vicenda. Il cuore dell’edificio è costituito dalla sala principale, di forma rettangolare allungata, la sezione, a capanna, raggiunge l’altezza massima di circa quattro metri. La fruibilità della sala sta soprattutto nei dettagli tecnologici che gli permettono flessibilità di fruizione: il riscaldamento a pavimento evita la presenza di corpi radianti aggettanti, l’impianto di illuminazione potrà essere disposto a piacimento grazie a dei binari di punti luce, la parete interna (forati da s=12) addossata a protezione della muratura principale costituita da termobloch permetterà di accogliere chiodi e viti a seconda dei differenti utilizzi. Le falde coperte a coppi e tegole avranno un inclinazione di 30° per permettere al pannello solare ed all’eventuale impianto fotovoltaico di sfruttare al meglio l’irraggiamento, senza essere visto dalla zona sud in quanto se disposti sul corpo principale, ossia quello che ospita la sala principale sarà coperto dalle falde del corpo secondario.

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Performance

4 Tecnologia dell’edificio

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Impianti

L’edificio è costituito da una struttura in c.a., questa struttura viene tamponata da un termoblock sx12 dello spessore di 30cm, questo elemento garantisce un ottimo isolamento termico. La nostra proposta progettuale ha l’obiettivo di rendere energeticamente indipendente l’edificio progettato. Il fabbisogno termico ed elettrico della struttura sarà interamente soddisfatto grazie agli impianti proposti; un impianto fotovoltaico da 2,99kW svilupperà annualmente circa 3.800kWh elettrici e un impianto termico a pompa di calore ad alta efficienza provvederà a condizionare in caldo ed in freddo l’edificio. Della produzione totale di energia elettrica fotovoltaica 1.800 kWh verranno impiegati per il funzionamento della pompa di calore a scambio termico con l’aria che assicurerà una perfetta climatizzazione dell’edificio sia in estate che in inverno e la produzione dell’acqua calda sanitaria. La pompa di calore da noi proposta ha un COP pari a 4,6, ossia ogni kWh elettrico assorbito viene trasformato in 4,6 kWh termici; da qui la grande efficienza della macchina e i bassi consumi energetici. I restanti 2.000kWh saranno sufficienti a coprire il fabbisogno di energia elettrica dell’edificio considerando un utilizzo non continuativo pari a 3‐4 giorni la settimana. La proposta progettuale mira a rendere l’edificio assolutamente sostenibile perciò che riguarda il consumo di energia, e l’impatto relativo alle emissioni di gas serra in atmosfera secondo questo approccio sarà pari a zero. Attraverso lo scambio sul posto il costo della “bolletta” energetica sarà nullo, e attraverso incentivante legato alle tariffe GSE l’edificio produrrà nel corso degli anni un piccolo reddito. Moltissima importanza naturalmente è stata data all’impianto di illuminazione, soprattuto nella sala principale dove si trovano due serie di luci per soddisfare le molteplici esigenze. Una serie di plafoniere incassate sia nella chiave del controsoffitto che nella sommità dello spessore di forati fascianti la sala principale a protezione del termoblock. Inoltre possono servire anche come base di lavoro per probabili alloggiamenti di viti, chiodi, impianti e qualsivoglia possibilità che le attività preposte suggeriscano. Oltre a questa luce “ambiente” ci sono altri due binari di luci puntuali a cui è riservato l’utilizzo specifico vista la direzionabilità per mostre ed installazioni. Per quanto riguarda invece il portico d’entrata si è scelto una serie di due binari di luci ambiente proporzionalmente alla flessibilità d’uso di un ambiente principalmente esterno.

5 Descrizione degli impianti, sistemazione esterna

L’edificio progettato si pone quindi i seguenti obiettivi:

1 Sfruttamento massimo dell’irraggiamento solare per l’alimentazione energetica. L’edificio infatti rispetto alla progettazione preliminare è stato ruotato di 90° per far si che la falda che ospiterà i pannelli solari e fotovoltaici possa sfruttare al massimo l’irraggiamento, le falde infatti hanno un inclinazione di 30°. L’impianto è in grado di riscaldare e nell’eventualità di raffrescare. Il locale tecnico è stato posto nel lato nord. la struttura in cemento armato è pensata tamponata da un termoblock di 30cm di spessore protetto internamente da forati che alloggeranno viti, chiodi, delle diverse esposizioni o mostre o installazioni.

2 Capacità performanti. L’edificio è stato progettato per eseguire le richieste della comunità, ha una propensione per attività socio-culturali, dalla didattica all’aggregazione sociale, dalle esposizioni, a scopi amministrativi a sanitari. Se pur di dimensioni ridotte ciò che permette all’edificio di ottemperare ai diversi fabbisogni sono le attrezzature, dagli impianti agli arredi. Il portico fasciato da un brise solail in legno consente ai fruitori di godere della vista a sud del verde, al riparo dai venti più freddi e di avere un controllo qualora avessero con loro dei bambini, può essere utilizzato come uno spazio d’attesa nei periodi più caldi ma anche come spazio espositivo o d’aggregazione. L’edificio dialoga con il paesaggio tramite la valorizzazione degli affacci migliori, la sala principale di 40mq ha una forma stretta e lunga e punta a Campiglia Marittima, la zona esterna con il porticato si affaccia sul verde a sud. Inoltre la falda esposta a sud coperta alla vista è atta all’alloggiamento di pannelli solari e fotovoltaici. L’edificio dialoga quindi non solo con il lotto stesso di pertinenza ma anche con le viste, gli agenti atmosferici. La sua posizione, nell’asse est ovest gli consentirà anche grazie agli scannafossi di schivare le acque meteoriche senza interromperne il flusso. Rispetto all’entrata al lotto l’edificio mostra il retro “arenandosi” nel terreno con la sua parte più dura, mostrando piccoli affacci(la finestra del disimpegno e dell’ufficio), mentre la parte opposta si svela piano piano, dopo che il fruitore è entrato nell’edificio e raggiunge la sua parte più nascosta appunto, la sala principale. La nostra proposta progettuale ha l’obiettivo di rendere energeticamente indipendente l’edificio progettato. Il fabbisogno termico ed elettrico della struttura sarà interamente soddisfatto grazie agli impianti proposti; un impianto fotovoltaico da 2,99kW svilupperà annualmente circa 3.800kWh elettrici e un impianto termico a pompa di calore ad alta efficienza provvederà a condizionare in caldo ed in freddo l’edificio. Della produzione totale di energia elettrica fotovoltaica 1.800 kWh verranno impiegati per il funzionamento della pompa di calore a scambio termico con l’aria che assicurerà una perfetta climatizzazione dell’edificio sia in estate che in inverno e la produzione dell’acqua calda sanitaria. La pompa di calore da noi proposta ha un COP pari a 4,6, ossia ogni kWh elettrico assorbito viene trasformato in 4,6 kWh termici; da qui la grande efficienza della macchina e i bassi consumi energetici. I restanti 2.000kWh saranno sufficienti a coprire il fabbisogno di energia elettrica dell’edificio considerando un utilizzo non continuativo pari a 3‐4 giorni la settimana. La proposta progettuale mira a rendere l’edificio assolutamente sostenibile perciò che riguarda il consumo di energia, e l’impatto relativo alle emissioni di gas serra in atmosfera secondo questo approccio sarà pari a zero. Attraverso lo scambio sul posto il costo della “bolletta” energetica sarà nullo, e attraverso incentivante legato alle tariffe GSE l’edificio produrrà nel corso degli anni un piccolo reddito.


Kilden Performing Arts Centre - ALA Architects, SMS Arkitekter AS

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Kilden, a theatre and concert hall in Kristiansand, Norway, has brought together all the city’s institutions of performing arts. Kristiansand Symphony Orchestra now has a concert hall accommodating 1200 attendees. Agder Theater, a regional group, is performing in a theater with a capacity of 700. The theater hall can be transformed to accommodate opera performances to house the ensemble Opera South. In addition, there is a stage for experimental theater and a multi-purpose hall with a level floor.

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Kilden produces experiences. The core of its architecture is the way the concert, theater and multi-purpose halls are serviced efficiently and without interference. The monumental abstract form of the wall of local oak, separates reality from fantasy. Passing through, the audience will move from natural landscape to the realm of performing arts. The wall allures the audience and expresses the diversity of artistic performances housed by the building as well as the power induced by their combination.

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The wall made of wedged CNC milled solid planks is not only a disguised theatrical effect but a concrete tactile artifact, which also improves the acoustics of the foyer. The infinite blackness of the other facades emphasizes the spectacle of the foyer.

Competition 1st prize
Program: 24.600m2: Concert hall with 1200 seats, Theatre-/Opera hall with 750 seats, multipurpose hall and small theatre hall, offices, workshops, rehearsal spaces, car park for 400 cars.

TEAM: ALA Architects in collaboration with SMS Arkitekter.
ALA: Juho Grönholm, Antti Nousjoki, Janne Teräsvirta, Samuli Woolston with Niklas Mahlberg (project architect at construction phase), Pekka Sivula, Pauliina Rossi, Julia Hertell, Pauliina Skyttä, Sami Mikonheimo, Jani Koivula, Auvo Lindroos, Aleksi Niemeläinen, Erling Sommerfeldt, Tomi Henttinen, Harri Ahokas, Anniina Koskela.
SMS: Erik Sandsmark, Wenche Aabel, Jan Tørres B. Grønningsæter, Eirin Zachariassen, Hanne Alnes. Ext: Birger Grönholm (comp.phase theatre expertise), Julle Oksanen (lighting concept) & Klaus Stolt (scale models).

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SimplyTwo - Liberato Cerrone

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Oggetto palindromo, Simply two è un modulo portaombrello e appendiabiti a seconda della necessita’. O dell’umore. E’ immaginato in compensato marino piegato e allestito con semplici ganci e un kit per fissaggio a muro.

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Concept

Misure: spessore 2 cm, profondità 22 cm per restare in tema. Target: amanti del design semplice , funzionale e utile. Prodotto eco- friendly è realizzato in legno e acciaio e finito con colori a scelta. La capienza di Simply two dipende da quanti moduli si assemblano insieme.

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UmbrellaHolder

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Hatstand

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Configurations

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Assemblage

St Peter’s Church Crypt - erect architecture

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The crypt of the Grade II listed St Peter’s de Beauvoir Church has been completely re-configured and refurbished to serve the Church’s communal aspirations as well as providing revenue for the charity. The crypt now contains a cafe, gallery, event spaces and office and therapy rooms. The client sought maximum flexibility for all spaces.

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Our design objective was to create a timeless and welcoming place, which feels as if it had always been there. We were keen to enhance and build on existing features such as the ornate brickwork, the heavy church tower walls, cast iron columns and timber beams. New materials sit quietly and naturally beside the old.

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Features from the church above, such as a patterned tiled floor, are quoted to create continuity. The new rooms were configured as insertions into the old fabric, and are clearly subordinate within the flow of the overall crypt space. The re-configuration of the Southern courtyard improved accessibility and created a sheltered, secret external courtyard garden.

Location: De Beauvoir, Hackney, London
Budget: £280,000
Completed: February 2013

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Corso Sebastopoli 41 - Paolo Borzone Architetto

Nimby Garden_ Giardino Metabolico - GIULIO CEPPI

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Il progetto della nuova palazzina uffici della SILEA e delle aree verdi annesse è caratterizzato da una forte integrazione infrastrutturale ed energetica con l’impianto esistente, con il contesto ed il territorio. Il progetto recupera parte delle energie prodotte dal termovalorizzatore e le reinterpreta per due scopi principali: il condizionamento degli uffici e la creazione di un ecoparco con essenze tropicali. Il parco in relazione con il contesto e con i residenti locali, si offre come struttura di servizio collettivo. Uno dei principali obiettivi del progetto consiste nella ricucitura con il contesto territoriale di Valmadrera. Si è cercato di non limitare l’area di intervento al solo lotto di progetto, ma di cercare di recuperarne il valore d’uso e quello percettivo nell’ambito paesaggistico e territoriale. Il parco non separa, ma connette l’inceneritore agli uffici, fungendo da elemento didascalico sull’idea del riciclo e del riutilizzo delle energie residue prodotte dai forni. La nuova area SILEA deve essere quindi un segno territoriale, abbracciando la scala del paesaggio locale, inserendosi in modo attivo con le sue infrastrutture nell’ambiente circostante. L’ impianto di smaltimento viene inteso come un luogo di scambio e di trasformazione dell’energia. Per questo iI vapore di raffredamento dei crogiuoli dell’inceneritore serve a produrre energia termica e frigorifera per la climatizzazione dell’edificio e il recupero delle acque

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South Norwood Hill Children’s Centre Play Ramp and Amphitheatre - erect architecture

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erect architecture completed South Norwood Hill Children’s Centre in 2011. The design for the play ramps and amphitheatre was finalised one year later following a period of settling in for the users.

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The play ramps create playful connections between the Centre’s balcony and the glade below, while the space underneath the balcony is also utilised for play and a buggy store. Each ramp provides a different play experience – ropes and nets to climb up, routes to ride down on a tricycle, or steps for a more direct link. Handrails incorporate channels for water to trickle down or toy cars to race down. Tunnels connect dens beneath the existing balcony creating multiple routes and instances for play. The play ramp is clad in larch and designed to tie in with the building. The feature turned a previously inaccessible terrain into an asset of the children centre.

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The terraced amphitheatre creates a play feature in a previously unusable space below an existing bridge. Again it uses the scale of the younger children to create a bespoke world with exciting nooks and crannies to explore, while the various gates give the school the control over its use.

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Both new additions have impacted positively on the centre’s users, with children wishing to use the structures after pick-up, and thus encouraging parents to meet and a sense of community to form.

Location: Croydon, London
Budget: £70,000
Completed: November 2012

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centro polifunzionale - Sappada - Bagatto e Morra Architetti Associati

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La struttura progettata è stata concepita per enfatizzare due livelli di percezione: da lontano, la particolarità dell’involucro edilizio nel panorama urbano, mira a far leggere l’eccezionalità del manufatto e indirettamente l’uso collettivo che lo interessa (sottolineati dalla grande serra e dalla presenza dei cinque balconi aggettanti – omaggio dichiarato a Ralph Erskine – funzionalmente concepiti come occasioni per i frequentatori dell’infrastruttura per isolarsi, da soli o in piccoli gruppi, e godere sia del parorama sia, anche nelle belle giornate invernali soleggiate, dell’irraggiamento diretto del sole); da vicino, l’articolato gioco dei volumi edilizi della zona d’ingresso, allude alla varietà delle funzioni che si troveranno all’interno e mediante la grande scalinata asimmetrica, invita all’ingresso e alla fruizione.

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Badel block - Zagreb - Bagatto e Morra Architetti Associati

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This project conceives Badel (meant as a whole with its surroundings, of course), as the place of local, artistic and cultural handicraft and the permanent exhibition of its products.

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In Badel, the city council may encourage settlement of artists and craftsmen by providing them with accommodation, workshops, services and spaces (indoor and outdoor) for the display and sale of products …. “Made in Badel“.

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To achieve this goal, the project has three main objectives: 1. to define the architectural element able to identify the new urban role of Badel and connect it (even visually) with the existing market area along Šubićeva street; 2. to seek for private partners so that their support may provide the city council with funds to start further interventions; 3. to design the district of artists and craftsmen.

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In order to fulfill these objectives within the constraints of competition, the project suggests: • the creation of a large transparent roof supported by many thin metal pillars covering the main urban area of Badel and the existing local market area along Šubićeva street; • the creation, on the western edge of the competition area, of a building complex (meant as a philological re-stitching of the urban entity) for residential and management purposes, hotel and ordinary retail trade; • the recovery of the yeast production factory building (respecting the integrity of all its structural and original iconographic elements) as a new multipurpose and cultural center • the restoration of the facade of the distillery (Gorica Factory) and the foundations of the demolished parts in order to preserve the memory of the previous manufactured building (almost a metaphysical image), and simultaneously define the main exhibition space outside the new district of artists and craftsmen.

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FLAT40 - Keisuke Kawaguchi+K2-Design

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Imabari City, located in northeast Ehime Prefecture, is connected to Onomichi City in Hiroshima Prefecture by way of the Shimanami Kaido, an expressway that spans across six islands over the Seto Inland Sea. Imabari City is well-known for its picturesque sea view, called tatoubi, of the Setonaikai National Park. Due to the surrounding calm seas, Imabari has developed into one of the biggest industrial shipping ports in Japan, and is also famous for its towel industry.

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This private residence was built in downtown Imabari for a family of four. The property is elongated westward from a road on its east, with a spacious yard to the north along a waterway. A seven-story apartment building towers on the south side of the property. The concern was how to block the line of vision from the apartment building and maintain privacy, while ensuring ample light and ventilation. In order to meet these requirements we designed a 40 meter concrete screen wall along the south side of the residence. Precise calculations were done for its size and structure. The structural feature we adopted is ukikabe, a floating screen wall, which is suspended above the ground 1.5 meters away from the exterior of the residence. An important feature is that it is a concrete wall. The purpose in choosing such heavy material was that it was imperative the wall rest in balance with the building architecturally. The one-story design was realized in consideration of the structural requirements of the wall and the habitability of the house.

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The ukikabe solves a number of issues. It successfully obstructs the view from any floor of the neighboring apartment building, yet from inside the residence, one can see the feet of those approaching the property. It allows ample light and ventilation while ensuring privacy and security, creating an ideal living environment. In terms of weight, ukikabe is well balanced to the main body of the house, and also provides a screen for the air-conditioning unit. With aesthetics in mind, the entire exterior surface is solid white, softly capturing the changing colors of the sky from daylight to twilight. At night, exterior and interior lights spill through the space between the house and the wall to add another flavor. The wall serves as a screen to reflect the passage of time.

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Indoor rooms are set up based on the ukikabe. The elongated building that stretches east to west was divided in to north and south with the use of skip floors. By incorporating large scale multipurpose storage spaces, the residence is designed for simple living. While still retaining their function, the interior walls are lowered to avoid visual interruption. A wood-grained ceiling is used uniformly throughout the house. One can enjoy an expansive view from the living and dining rooms on the upper skip floor through an uninterrupted glass wall spanning the patio to the swimming pool on the north side of the property. This in combination with the audio room located to the north east provides rich living pleasure. One encounters unobstructed views not only through the spacious glass walls but also from various places throughout the house. Light-weight roofing is used to safeguard from earthquakes. From any point inside, one can glimpse the tops of trees through higher sashes, with the sky seen beyond. Soft, dancing light produces ever- changing seasonal views. The silhouette of rustling leaves and evening’s amber shades on the walls are picturesque, while the distilled light of night paints another mood.

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The house is divided by an indoor corridor, somewhat like an alley that extends east to west, cutting through the patio. It not only gives beauty in depth, helps divide living spaces, but also functions as a wind passage. The wind coming from under the ukikabe flows refreshingly through this corridor, producing a gentle alley breeze.

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This residence was completed in the spring. Occasionally flower petals flutter from the peach tree in the patio. When enjoying their beauty a pleasant breeze enters the rooms. One senses spring in the house. Visual beauty matters, but a comfort felt with eyes closed is superior to all. An outside that exists inside, an interior that evolves with the outdoor. We have contemplated deeply on this concept and engaged in its creation.

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Organic Food Store - Paolo Borzone Architetto, Stefano Bosio Architetto

CONCORSO DI IDEE PER LA REALIZZAZIONE DI AREE ATTREZZATE A VERDE PUBBLICO E DI UN PARCO URBANO - Monica Alejandra Mellace, Isabella Stama, Oscar Carofiglio

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA

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PLANIMETRIA DI INQUADRAMENTO

1- INTRODUZIONE L’elaborata proposta progettuale ha tenuto conto, nel suo processo formativo ed in ogni suo aspetto, del contesto d’intervento, rispondendo con puntuale cura alle complesse specificità ambientali, climatiche, architettoniche e paesaggistiche del luogo, senza trascurare gli elementi di caratterizzazione sociale di uno spazio urbano densamente abitato e con peculiarità sue proprie. Carente di servizi e spazi attrezzati che ne favorissero la vivibilità, il rione Japigia s’è presentato, ad una prima valutazione, coi connotati di un tipico quartiere – dormitorio.

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PLANIMETRIA DI PROGETTO - ATTIVITA' E FUNZIONI PRINCIPALI

2- PROGETTO

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LE SPECIE ARBOREE, ARBUSTIVE ED ERBACEE

2.1 FRUIBILITA’ E SERVIZI Il tracciato progettuale s’è mosso nella direzione di una funzionale organizzazione degli ampi spazi a disposizione, che ne assicurasse la fruibilità, invogliando i cittadini a vivere attivamente una porzione di città, trascurata nel verde pubblico e divenuta col tempo zona di mero transito. Il coinvolgimento degli abitanti in un’opera di riacquisizione dei propri luoghi di vita, è reso possibile dall’inserimento nel parco di una serie di strutture e servizi capaci di animare una completa varietà di attività dedicate alla ricreazione di tutte le fasce d’età: la zona gioco per i bambini con il bar per la sosta dei rispettivi genitori, il campo di bocce ed i tavoli a servizio degli anziani, una piazza a forma concava sfruttabile dagli appassionati di skate e pattinaggio, due campi gioco, uno per praticare pallacanestro e pallavolo l’altro per il calcio a 7. Il parco, grazie alle previste gradonate disposte ad anfiteatro, è in grado di accogliere spettacoli e manifestazioni all’aperto che possono rappresentare, oltre che occasione di crescita culturale per gli abitanti del quartiere, momento di incontro ed integrazione col resto dei concittadini interessati alla partecipazione degli eventi che ivi si organizzano. Le finalità d’aggregazione sociale, infatti, unite all’obiettivo di incrementare la qualità di vita dei residenti, anche da un punto di vista formativo, sono state sempre al centro della pianificazione urbanistica in questione, con uno sguardo attento alle realtà circostanti, come le diverse scuole che insistono sul territorio. S’è pensato, infatti, di favorire l’interazione tra cittadini e istituti d’istruzione, attraverso la collocazione nel parco, con finalità educative, di uno spazio riservato all’orto urbano, a gestione comune tra residenti e scuole, al fine di sensibilizzare entrambi alla cura del verde e tutela dell’ambiente.

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LE SPECIE DEL PARCO: I COLORI DELLE STAGIONI E IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

2.2 ACCESSIBILITA’ ED INTEGRAZIONE Convinti che il passo decisivo verso un completo ed efficace ritorno dei cittadini nei luoghi oggetto di concorso, fosse rappresentato da una valida e funzionale progettazione degli ambiti e delle modalità d’accesso all’area, il disegno degli elementi spaziali dedicati a tale funzione ha occupato nell’insieme, un ruolo centrale. Il parco infatti è dotato di tre distinti ingressi che ne agevolano l’apertura alla città, consentendone una compiuta integrazione con il circostante ermetico agglomerato urbano. I punti d’accesso sono segnati dalla presenza di tre alberi – scultura dai colori differenti (verde, blu e bianco), rivestiti in maiolica, che offrono altrettanti punti di ristoro, al riparo dalla calura estiva o dalle intemperie invernali. Il tema della piena fruibilitàè stato declinato in ogni suo aspetto, per garantire una comoda e piena accoglienza ad ogni ospite: il sistema dei parcheggi a raso, privi di qualunque barriera, agevolano un accesso diretto al parco, a vantaggio, soprattutto, degli utenti con disabilità motorie che potranno muoversi agevolmente in tutto il perimetro dell’area e lungo il sinuoso percorso che si snoda attraverso piante ed arbusti. Ogni metro quadrato del parco è a disposizione di chi vi passeggia, anche le aree a verde prive di pavimentazione, sono calpestabili e pienamente fruibili.

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PROFILI LONGITUDINALI E TRASVERSALI DEL PARCO

2.3 ECO-SOSTENIBILITA’ Il tema della sostenibilità ambientale, vissuto come approccio culturale al progetto, permea di sé l’intera pianificazione, attraversandone ogni aspetto saliente, alla ricerca di soluzioni costruttive capaci di massimizzare il benessere dei fruitori e la qualità complessiva dell’opera in questione. Tale indirizzo è riscontrabile nell’ampiezza degli spazi dedicati al verde e nel conseguente ridimensionamento di ogni edificio non strettamente indispensabile al servizio del parco, sì da limitare al massimo il consumo di suolo e consentire un beneficio in termini di economia di gestione dell’opera. Sempre in tema di un equilibrato sfruttamento delle ricchezze naturali, un corretto utilizzo della risorsa idrica è assicurato dalla previsione di un sistema di raccolta delle acque piovane per usi secondari: le pensiline degli alberi – scultura convogliano le acque in ampie vasche idriche asservite all’irrigazione del parco. L’esposizione e la ragguardevole estensione dell’area hanno consentito l’utilizzo dell’energia solare, tramite i pannelli fotovoltaici posizionati sulle coperture del bar, e degli alberi – pensilina per alimentare un impianto di illuminazione pensato, a sua volta, per ottenere un ridotto consumo d’energia. Il rispetto per la natura è declinato anche nella progettazione del verde, al fine di consentire una corretta integrazione della vegetazione del parco con l’ambiente circostante e le specie autoctone, osservando criteri di compatibilità paesaggistica che hanno suggerito l’inserimento di palme e altri arbusti in totale coerenza con il locale scenario mediterraneo. Nell’area hanno trovato collocazione, inoltre, arredi eco-compatibili; isole ecologiche consentono ai frequentatori di differenziare i rifiuti per un loro corretto smaltimento e successivo reimpiego; nella scelta dei materiali da impiegare nella realizzazione degli spazi architettonici previsti si sono preferiti elementi naturali ad impatto ambientale zero, come il ghiaino lavato per il percorso pedonale, la sabbia per il parco giochi, la pietra di Trani per entrambe le piazze, privilegiando materie prime locali ed a chilometro zero.

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INGRESSI AL PARCO: GLI ALBERI - PENSILINA

2.4 VERDE Il richiamo verso la bellezza della natura è il tema portante della proposta progettuale. L’elaborazione dei tratti stilistici dell’intero impianto e l’organizzazione planimetrica degli spazi, sono tutti tesi a rievocare una natura primordiale ed incontaminata, quasi sognante, con l’obbiettivo di invitare il fruitore, accoglierlo ed avvolgerlo una volta varcati gli ingressi. Il fruitore è morbidamente immerso nella natura armoniosa e ristoratrice, attraverso la visione dei suoi colori, profumi e suoni come quelli delle fontane, plasmando così un’ armonica varietà di elementi. Il disegno del parco è connesso al carattere fluido della natura piuttosto che ad una semplice riproposizione delle sue forme. Il flusso dei percorsi ha suggerito richiami a snodi vegetali e altre suggestioni che sarebbero troppo semplicistiche. il rapporto che c’è fra l’impronta progettuale e quella delle forme naturali non è solo quello superficiale di una replica formale, bensìè ricerca di comunicazione e proposizione di una visione archetipa della natura, in un contatto più intimo e profondo con i suoi elementi principali. Cosìè semplice comprendere il senso di una spina centrale, ossatura e struttura attorno alla quale si avvolgono e si svolgono i due percorsi principali, aprendosi e dilatandosi nei luoghi più raccolti e intimi del parco, le due bolle d’acqua, due inclusioni con declinazioni differenti una propone la scena della sorgente attraverso lo sgorgare dell’acqua, l’altra è invece un bacino che ci raccoglie. Si è tentato di infondere attraverso le forme e gli elementi il senso della vita, di ciò che è vivo, della diversità e complementarità fra l’essere maschile e femminile. La natura non manca mai nel proporci tutto e il contrario di tutto e noi siamo legati ad archetipi e a tradizioni, quanto la palma ci può evocare miraggi di oasi e freschezza con l’eleganza delle sue forme accentuate dalla curvatura dei percosri a sipario che ci introducono nel parco tanto la tesa dei cipressi ci rimanda ad uno scenario grave, che radica verso terra. In natura c’è sempre equilibrio, la composizione cerca di ritrovare un possibile equilibrio la lettura può essere semplice e formale o di significati e pesi ponderati. L’ispirazione è tratta dal tema del mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto, l’Albero della Vita, dove tutti gli elementi naturali raffigurati si mescolano in un perfetto connubio di armonia ed equilibrio, in una gradevole architettura verde che accoglie l’uomo in totale simbiosi. Proprio come il parco è destinato a fare con i suoi ospiti. Proprio come noi dovremmo fare ogni giorno su questa terra. La trama su cui è intessuto il disegno, è una sorta di maglia, di sottostruttura che tiene il tutto in ordine, accentuata da variazioni cromatiche e sfumature così come ritroviamo in natura. L’impianto è asimmetrico ma i pesi delle specie, la loro forma e passo riconducono all’equilibrio pur nella forte dinamicità dell’impianto. In un luogo come quello dove insiste l’intervento, spoglio e privo di grazia urbana e lontano anni luce dalla bellezza si è tentato di innestare un seme di vita, un piccolo germoglio che si integra e dialoga con ogni parte circostante, che ne trova connessioni che ti invita, riceve e trattiene. Il percorso pedonale con le sue anse ci invita a sostarvi oppure a percorrerlo. L’andamento dei percorsi è volutamente intrecciato e bordato da palme disposte a lati alterni ricordando le “doppie eliche” di tutto cio’ che connota la vita e che si traduce in movimento. La suddivisione del prato in ampie fasce parallele, che si alternano in una diversità cromatica, ottenuta tramite la distribuzione di specie prative dalla distinta cromia rende lo spazio misurabile e comprensibile. La presenza di una fontana a raso – pavimento, a cerchi eccentrici e concentrici, completa, con la presenza dell’acqua l’evocazione di un’oasi . Il cerchio principale, dalla circonferenza maggiore, accoglie al centro un ugello dal quale zampilla costantemente l’acqua, mentre attorno, gli altri ugelli, sono azionati dal calpestio. Dallo studio delle condizioni ambientali locali è stato possibile elaborare la proposta botanica progettuale attraverso l’integrazione del disegno architettonico al contesto socio-culturale. Numerose sono le specie botaniche scelte. La visione moderna del rapporto fra uomo e ambiente è infatti quella che riconosce la diversità biologica come elemento chiave del funzionamento dell’ecosistema Terra. La sistemazione del verde ha tenuto conto delle caratteristiche edafiche del luogo caratterizzato dalla presenza nelle aree naturali o naturalizzate della macchia mediterranea. Sono state progettate infatti ampie fasce di mitigazione ambientale tra il parco e le strutture esterne che riproducono alcuni tratti di questo tipo di associazione vegetale. Tali fasce sono infatti caratterizzate dalla presenza di formazioni arboreo-arbustive miste di sclerofille eliofile come il Lentisco, la Phillirea, la Ginestra il Carrubo, Il leccio, il rosmarino, il mirto a caducifolie come il biancospino o il Magaleppo (Prunus mahaleb). Nota è la funzione ecologica svolta dalle siepi miste come rifugio per la fauna naturale e conservazione della biodiversità con relativo aumento della resistenza alle avversità biotiche da parte del ecosistema parco ed attrazione di insetti utili come farfalle, api e coccinelle . Le piante pollinifere avranno un ruolo fondamentale per l’attrazione di insetti impollinatori come farfalle o api, mentre le specie a frutto come il biancospino ed il Magaleppo saranno utili all’attrazione di uccelli. Non trascurabile è, inoltre, il ridotto fabbisogno manutentivo che queste macchie hanno, in quanto se correttamente progettate dopo la prima fase di attecchimento e cura nella crescita non hanno bisogno di interventi manutentivi. Anzi lo scopo della progettazione di siepi miste è proprio quello di farle evolvere verso un ecosistema maturo in grado di auto sostenersi senza la necessità dell’intervento dell’uomo. Chiaramente stiamo parlando di un parco e non di un area naturale per cui un minimo di manutenzione va garantita. Alla funzione ecologica della sistemazione a macchie va riconosciuta anche la funzione sensoriale olfattiva e visiva per la presenza di piante aromatiche e la distribuzione nel corso dell’anno dall’alternarsi delle fioriture, della produzione di frutti e alla colorazione delle foglie. Non ultimo, il ruolo delle macchie è anche quello di raccordare la monotonia della vegetazione propria del luogo, (le siepi monospecifiche e le piantate di pini) con la creativa artificiosità del disegno architettonico. Il sistema delle fasce fiorite che costeggia in alcuni tratti il percorso pedonale sinuoso, richiama e riprende la rigorosità delle fasce cromatiche del prato, aggiungendo colore, profumi e sorpresa al percorso. La funzione sensoriale viene così in maniera molteplice stimolata al visitatore. Oltre al rigore dettato dalla presenza dei filari di palme e di cipressi, in maniera non del tutto marginale sono state distribuite lungo un lato del percorso pedonale un sistema di alberature a doppio impalco costituito dall’albero di giuda (Cercis siliquastrum) e dalla Canfora necessari a creare le condizioni ideali per il ristoro dalla calura estiva. L’alternanza di una specie sempre verde a portamento eretto espanso ad una caducifoglia permetterà di ottenere ombra d’estate e sole di inverno così da rendere piacevole la fruizione di tale spazio non solo nei mesi primaverili estivi ma anche nel periodo autunno-vernino. In riferimento alle specie da prato è stata prevista una alternanza di fasce inerbite tra Zoysia japonica e Festuca arundinacea. In particolare la Zoysia essendo specie macroterma, durante i mesi invernali va in dormienza non necessitando di alcun intervento di manutenzione. Viene spesso consigliato dai produttori di tali prati, la trasemina nei mesi invernali con Lolium perenne per consentire la colorazione del prato nei mesi invernali. In alternativa si procede alla verniciatura del prato. Il progetto in maniera audace ed innovativa ha invece considerato la possibilità di alternare le specie per avere un effetto cromatico sia estivo che invernale. Il tale maniera viene combinata alla funzione di risparmio manutentivo quella estetica di variazione del cromatismo. In fine il progetto propone la scelta del filare di Waschingtonia robusta lungo il percorso pedonale per rafforzare l’ideale che ha ispirato il disegno architettonico. In realtà si propone come alternativa la scelta di un filare di Celtis australis per non rinunciare alla funzione bioclimatizzante delle alberature lungo il percorso.

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PIAZZA DELLA FONTANA E PERCORSO SENSORIALE CROMATICO

3 CONSIDERAZIONI La soluzione progettuale, in risposta alle tematiche del bando, mira ad innescare un processo di rigenerazione ambientale, architettonico e sociale trasformando e valorizzando intrinsecamente la conformazione e il contenuto del sito oggetto di indagine. Inglobando nell’ambito del parco, quindi del verde una molteplicità di funzioni e attrattive, si offre ai cittadini di tutte le fasce di età, un ampio ventaglio di possibilità e costituisce una valida alternativa e implementazione per l’intera città di Bari, che oltre ai giardini storici è sprovvista di macchie di verde “da vivere” con rare eccezioni, ad esempio il parco di Largo II Giugno, la Pineta di san Francesco, il più recente parco di Punta Perotti. Non possiamo credere che i giardini storici di Piazza Umberto e i rivisti giardini di Piazza Cesare Battisti possano essere assimilabili ad un “Parco Urbano” e bisogna tener conto che i parchi urbani sono indispensabili quanto assenti nella vita di ogni giorno. L’occasione per Japigia in veritàè potenzialmente un’occasione per l’intera città di Bari. La qualità di vita degli abitanti dell’intorno sarebbe notevolmente migliorata dalla presenza del parco che grazie ai servizi che accoglie al suo interno potrebbe essere sempre attivo, addirittura essere sprovvisto di recinzione, così da poterlo davvero intendere come spazio pubblico libero e sicuro. Infatti nella piccola struttura al centro è prevista una piccola attività, un caffe’ o piccola edicola con annesso deposito, servizi sanitari e spogliatoi per i gruppi di squadre fruitori dei campi da gioco e pure un locale di video sorveglianza e sicurezza. Proprio per semplificare ed ottimizzare l’attività della sorveglianza e di conseguenza la sensazione percettiva di sicurezza nel parco, il locale dedicato è stato collocato proprio nella posizione da cui si controllano visivamente le due macro zone, quella verso sud e quella ad ovest. Da un punto di vista della qualità architettonica i segni introdotti nel progetto sono piccoli elementi, trattati per lo più come oggetti scultorei da impreziosire anche invitando noti artisti del nostro territorio a volersi confrontare coi temi con cui ci siamo confrontati noi affrontando questo progetto, e cioè il senso della natura, il valore degli elementi cromatici del verde nei suoi cambiamenti stagionali, la luce e l’acqua. I materiali scelti tendono a connotare gli elementi del parco come oggetti dalle geometrie ordinate e semplici in parte artificiali in parte naturali. Trattando questi oggetti come inclusioni, perle, cristalli e anelli affioranti, si è scelto l’utilizzo delle maioliche colorate proprio per impreziosire ed esaltare con un materiale vibrante alla luce le forme e il colore degli alberi – pensilina, dei tagli e delle sedute lungo i muri della recinzione e delle piccole gradonate attorno alla bolla d’argento. Altri elementi sono da intendersi come i “trovanti” della Murgia, ad esempio le foglie lanceolate bianche ben si presterebbero ad essere animate da un artista-scultore. Il progetto integra gli aspetti della progettazione non operando una distinzione di ambiti fra il verde e il resto ma considerando le due componenti intimamente connesse e complementari. Così il disegno della pavimentazione e del verde è comunicante, le specie lineari ad lato fusto sono da considerarsi l’architettura spaziale del parco ne costituiscono la struttura, tutto il resto, le bolle, gli elementi lanceolati, gli alberi – pensilina sono presenze che animano con la loro luce e con la loro purezza lo spazio del parco, indicandone episodi, passaggi, momenti sosta e respiro. L’integrazione delle tematiche e degli aspetti funzionali è tale che ad esempio l’elemento architettonico che caratterizza l’ingresso, l’“albero-scultura”, è contestualmente pensilina, ricettore di energia solare, superficie di raccolta dell’acqua, riparo e presenza “estetica”. Anche l’area dedicata allo skate bord e al pattinaggio è una conca in grado di convogliare le acque piovane, è altresì un luogo che ci raccoglie, dove i ragazzi possono giocare e relazionarsi. Tale spazio è polivalente, ben si presta a che i fruitori lo vivano secondo i loro desideri e fantasia. I colori scelti per gli elementi più salienti dell’arredo architettonico sono quelli che si richiamano alla luce ovvero all’energia, all’acqua e al verde, tonalità ricorrenti nella progettazione del parco, in tutti i suoi elementi. Anche le specie fiorite sono state ricercate con questo obiettivo, conseguire armonia cromatica. La visione di insieme di quello che si vorrebbe realizzare e comunicare è ben evidente attraverso gli elaborati grafici del progetto. Il grado di approfondimento maturato dalla proposta progettuale, a questa fase, non ha consentito di sviscerare completamente e nel dettaglio tutti gli aspetti intrinseci del progetto e dei suoi temi, così come essi richiederebbero e meriterebbero. Indagare un progetto significa dapprima intuirlo, successivamente decifrarlo e decodificarlo per poi trasmetterlo. Questo progetto necessità di essere approfondito per poter essere trasmesso e donato a tutti gli individui che lo vorranno visitare e esperimentare.

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PERCORSO SENSORIALE E BOLLA D'ARGENTO

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BAR E SERVIZI E CAMPI DA GIOCO

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ARREDO URBANO - MATERIALI - ECO COMPATIBILITA'

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ILLUMINAZIONE

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VISTE TRIDIMENSIONALI

in orbit - Tomás Saraceno

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Exhibition dates: from 22 June, 2013
Curators: Marion Ackermann and Susanne Meyer-Büser
Technical supervision: Bernd Schliephake

A gigantic installation work by Tomás Saraceno, entitled “in orbit,” has been assembled in the Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen. At a height of more than 20 meters above the piazza of the K21 Ständehaus, Saraceno has suspended a net construction within which visitors can move, apparently weightlessly. This highly contemporary safety net, which covers altogether 2500 m2, spreads itself out across three levels below the massive glass cupola of the K21. The levels are held apart from one another by a series of “spheres,” air- filled PVC balls measuring up to 8.5 meters in diameter.

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“To describe the work means to describe the people who use it – and their emotions,” explains Tomás Saraceno concerning his largest installation to date, planned over the past three years in collaboration with engineers, architects, and arachnologists – experts on spiders and spider webs. Saraceno’s net construction, which is accessible on three levels, resembles a cloud landscape: those bold enough to clamber high into the web set beneath the glass cupola perceive the museum visitors far below them from the lofty heights as tiny figures in a model world. Viewed from below or from intermediate levels of the Ständehaus, and against the background of the glass cupola, conversely, the people enmeshed in this net seem to be swimming in the sky. For the artist, this floating space becomes an oscillating network of relationships, neural pathways, resonances, and synchronous communication – a new digital geography, one that is experienced in physical terms.
The various materials underscore Saraceno’s basic ideas of flow and lightness: “When I look at the multilayered levels of diaphanous lines and spheres, I am reminded of models of the universe that depict the forces of gravity and planetary bodies. For me, the work visualizes the space-time continuum, the three-dimensional web of a spider, the ramifications of tissue in the brain, dark matter, or the structure of the universe. With ‘in orbit,’ proportions enter into new relationships; human bodies become planets, molecules, or social black holes.”

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“in orbit” is one of the lightest projects realized by the artist to date: the work summons associations with the fineness and the stability of spider’s webs and soap bubbles – despite the fact that the net structure alone weighs 3000 kg, and the largest of the “spheres” weighs 300 kg. The conjunction of functionality, beauty, and strength that Saraceno has encountered during years of studying the web constructions of various spider species is also in evidence in the details of “in orbit.”
The precise observation of nature and the conceptual development of its phenomena are consistent trademarks of Saraceno’s work, which dissolves the boundaries between art and science. In this installation, space is perceived through vibration – just as it is by spiders. The result is a new, hybrid form of communication.
Says the artist: “Each individual strand not only holds visitors in place, but weaves them into itself, at the same time allowing them to act. It is like an outstretched network with an open character. An open, cosmic, woven structure that becomes densified, ramified, before flowing out into lines again at its edges. The web is singular in its relationship to the existing architecture.”

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“With his daring projects, which transgressed conventional boundaries, Saraceno uses art not just to illustrate the discoveries of science; he goes beyond this to spur science onward,” explains Marion Ackermann, Director of the Kunstsammlung. Thanks to Saraceno’s initiative, not least of all, it becomes possible to “generate analogies between investigation of the structures of spider webs and the birth of the universe.” In an artist’s room set up by Saraceno at the K21, living spiders weave their webs, thereby providing insight into the natural-scientific background of this artist’s activities. By virtue of its scale and radicality, “in orbit” is unprecedented within Saraceno’s oeuvre. Exhibition curator Susanne Meyer-Büser describes the large-scale installation, developed with precision for the museum’s cupola, as follows: “Rarely does a work of art implicate the beholder so directly in emotional terms.” Even visitors who do not wish to enter a net structure that is suspended above an abyss “will inevitably be engaged by the themes of flight, falling, and floating, and will inevitably be gripped by archetypal fears and joys associated with them.” With his Düsseldorf project, Saraceno – who studied both art and architecture – also zeroes in directly onto the concrete individual, as well as collective human experiences: museum visitors who climb up into the net, high above ground level, confront new dimensions of (self)perception through a personal and defining experience. Unavoidably, this involves social aspects as well: the presence of multiple visitors sets the daring construction into motion, altering its state of tension and external form – users must coordinate their movements in order to move optimally throughout the net configuration.
This artist-architect has frequently compared his creations to living organisms. Changes in the environment trigger thought processes; Saraceno is interested in the way in which “spaces and people generate new ideas.”
With his largest and most technically complex work to date, the 40-year-old artist goes beyond the achievements of his Cloud Cities in Hamburger Bahnhof in Berlin and his roof project for the Metropolitan Museum in New York City. The ambitious Düsseldorf installation represents a new and decisive step in the realization of his social and utopian project of a floating Air-Port-City.

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In the tradition of Jules Verne and the American architecture and visionary Richard Buckminster Fuller, Saraceno regards his cloud city as a sophisticated response to hopes for the collective development of a utopian dream. Physical and digital realities must be conjoined if we are to achieve new levels of social and political participation. For the artist, this approach points toward solutions to the growing uninhabitability of the Earth, to dramatic global population growth, and to growing ecological challenges.
For their own safety, visitors to “in orbit” will receive instructions on the use of the installation from the staff of the Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen. No more than 10 individuals may be present in the net structure at any one time. Stable shoes (with grip soles), the use of the overalls provided by the museum, and a minimum age of 12 are requirements for active interaction with the installation.
Suported by: Schwarzkopf (Henkel Beauty Care).

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Villa Mi.Si - Alice Guarisco

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Single family house in the north of italy. In the middle of nowhere, surrounded by fields. Designed by Modern Living Team for Young couple who wants to build a family.

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WHO*S WHO - Raffaele Cassina

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Inserito all’interno di un palazzo signorile il nuovo concept showroom di WHO*S WHO prosegue l’idea della White Cube Gallery. Ogni singolo elemento, decoro ed eccesso viene semplificato e smaterializzato, le poltrone baroccheggianti vengono rivestite in etereo velluto white, le appenderie minimaliste si ispirano alle sculture di Sol LeWitt mentre il bianco diffuso dell’ambiente, quasi ottico, concettualizza l’architettura dell’interno creare una semplice scatola che faccia da contenitore alle ricercatissime stampe delle collezioni. Grande attenzione è stata data all’illuminazione inserita all’interno del controsoffitto in cartongesso che stilizzando laforma al logo asterisco sovrasta i preziosi capi.

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Amaravathi Textiles - Raffaele Cassina

Concorso di Idee per la Progettazione di 2 Edifici residenziali con relative pertinenze - Matteo Moscatelli, stefano moscatelli

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L’intervento prevede la costruzione di un nuovo insediamento costituito da due edifici residenziali con disposizione in linea per un’utenza debole e diversificata, la nuova costruzione di un parcheggio interrato per 30 posti auto (di cui 3 per portatori di handicap) e per 20 biciclette a supporto dell’insediamento residenziale, la sistemazione della viabilità con il prolungamento di via XXV aprile per l’accesso diretto all’area di progetto e la formazione di una nuova rotonda per l’inversione della direzione di marcia, il completamento delle opere di superficie attraverso la creazione di uno spazio collettivo aperto costituito prevalentemente da spazi verdi, con spazi di sosta e con un sistema di percorsi che mette in relazione tra loro gli edifici, gli spazi aperti e la via d’accesso.

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L’insediamento è costituito da due blocchi in linea, ciascuno di quattro piani fuori terra, che si affacciano su uno spazio collettivo centrale. Gli edifici sono stati disposti allineando l’asse maggiore lungo la direttrice est-ovest e, per quanto identici dal punto di vista delle dimensioni complessive (larghezza 36,50 m, profondità 10,50 m), sono caratterizzati da due impianti distributivi diversi – uno disposto longitudinalmente all’edificio, l’altro trasversalmente – in modo da aumentare ulteriormente la diversificazione dei tagli degli alloggi e la loro flessibilità nel tempo.

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Rispetto al tema della flessibilità si è lavorato secondo una duplice strategia, di modificabilità e di adattabilità: la prima si esprime nelle situazioni in cui attraverso una diversa disposizione delle zone-bagno è possibile ospitare portatori di handicap, e nelle situazioni in cui attraverso la riduzione delle zona giorno è possibile ricavare ulteriori camere da letto; la seconda si esprime nelle situazioni in cui attraverso l’unione orizzontale di due alloggi è possibile ottenere un alloggio più grande da due alloggi di media dimensione, nelle situazioni in cui unendo al piano terra un alloggio ad uno dei spazi collettivi è possibile ottenere un alloggio più grande da un alloggio di media dimensione e dallo spazio collettivo, e nelle situazioni in cui componendo in diverse modalità gli alloggi al secondo e terzo piano dell’edificio Nord, è possibile ottenere quattro diverse configurazioni, che vanno dai due ai tre alloggi e dai cinque utenti all’utente singolo.

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Dal punto di vista della sostenibilità, i criteri adottati riguardano la distanza tra gli edifici, per permettere la completa aerazione ed illuminazione, il loro orientamento lungo l’asse Est-Ovest per permettere la migliore esposizione possibile e la loro collocazione, pensata in modo da non creare ostruzioni tra un corpo di fabbrica e l’altro, la forma compatta degli edifici, nella ricerca di un fattore di forma ottimale, l’inserimento di serre solari sulla facciata a sud, apribili d’estate, la presenza del verde inteso non solo come elemento decorativo, ma anche per il miglioramento del comfort, sia percettivo che energetico (attraverso gli ombreggiamenti garantiti dalle piantumazioni nei giardini privati al piano terra).

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A livello impiantistico si prevede l’uso di pannelli fotovoltaici a coprire il 50% del fabbisogno energetico degli alloggi; il ricircolo delle acque piovane; il circuito interno di ventilazione meccanica a doppio flusso con bocchette dotate di un sistema di controllo del livello di umidità dei locali; l’impianto centralizzato a pannelli radianti a pavimento, alimentato da una centrale con pompe di calore (3 per edificio) aria-acqua ad alta efficienza di tipo reversibile per l’acqua calda (riscaldamento e sanitaria) e refrigerata (raffrescamento).

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UN INVOLUCRO INNOVATIVO - Giovanni Brugnaro, Domenico Benetti, Alice De Sisti, Massimo Grigolo, Elisa Muterle, Daniele Nardotto

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CONCEPT: VERSO UNA TRASPARENZA ENERGETICA

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L’idea progettuale nasce dall’attenta analisi dello stato di fatto coniugando i vincoli strutturali, architettonici, paesaggistici già presenti con la richiesta da parte della committenza di rilanciare l’immagine dell’area commerciale attraverso un involucro esterno altamente tecnologico, dal forte linguaggio visivo e dalla modernità tecnologica. L’urgenza del problema energetico nella realtà economica attuale impone un approccio alla progettazione che necessariamente deve essere integrato (forma, struttura, impianti) e una attenzione particolare al processo edilizio (tecnologie, materiali, tecniche costruttive). Oggi il professionista deve essere in grado di progettare soluzioni tecnico-organizzative, attente agli aspetti economici e rispondenti a quelle esigenze di sostenibilità ambientale che sono considerate prioritarie a livello Comunitario: la salvaguardia del territorio e il risparmio energetico. Gli obiettivi del Protocollo di Kyoto possono essere raggiunti infatti attraverso misure pratiche di risparmio energetico in edifici nuovi ed esistenti. La più efficace fonte rinnovabile è quindi l’edificio a basso consumo e la migliore fonte d’energia è l’efficienza energetica. In questa ottica l’involucro esterno è sicuramente il principale sub-sistema attraverso il quale i parametri esterni possono essere regolati per ottenere i requisiti di comfort negli ambienti interni e per produrre energia da fonti rinnovabili e dove la progettazione deve prevedere un approccio integrato. Infatti in un sistema edilizio integrato, i requisiti funzionali e il comfort godono della stessa considerazione rispetto alle funzionalità strutturali, estetiche ed ecologiche poiché interdipendenti e capaci di influenzarsi reciprocamente. Progettare un involucro innovativo significa, quindi, porsi come obiettivo l’autosufficienza energetica dell’edificio. Per raggiungere tale scopo si sono utilizzati materiali simboli della modernità costruttiva: acciaio, vetro e alluminio. Con questi materiali si vuole proporre una soluzione altamente tecnologica e innovativa in grado di catturare l’energia solare e trasformarla in energia elettrica e acqua calda. Il tutto in totale trasparenza. Una TRASPARENZA ENERGETICA, appunto.

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IL PROGETTO

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Oggi l’involucro non è più elemento di separazione con l’esterno ma è diventato elemento di connessione tra interno e esterno e assolve molteplici funzioni risultando determinante per il consumo energetico di un edificio. SCELTE FORMALI La scelta di utilizzare come materiale principale il vetro trasparente, riflettente e colorato nasce dalla volontà di progettare una parete ventilata trasparente in grado di far leggere la modularità del prospetto retrostante e di essere al tempo stesso capace di produrre energia elettrica e termica utilizzando l’irraggiamento solare. Si è mantenuto il prospetto originale della parete in pannelli prefabbricati di calcestruzzo per continuità con la parte di edificio già esistente e per coerenza con il progetto preliminare dell’area. A questo si è applicata una pelle ventilata caratterizzata da forte dinamismo costituita da lamelle in frangisole in vetro riflettente. Questi frangisole in vetro hanno lunghezza 170 cm, pari al modulo principale del prospetto che detta le larghezze dei serramenti, e larghezza 30 cm. La loro disposizione e forma geometrica accentua l’orizzontalità della facciata conferendole allo stesso tempo leggerezza e vitalità. Dotati di un certo grado di riflessione i vetri sono in grado di controllare le condizioni esterne per migliorare le condizioni interne influendo sul carico termico dell’intero edificio. Essi hanno degli attacchi puntuali sulla struttura retrostante composta da profili in acciaio. Gli attacchi, grazie a un sistema domotico, permettono alle lamelle di orientarsi nelle diverse ore della giornata. Utilizzando sensori di zona interni ed esterni si può controllare in ogni istante il microclima interno e disporre le lamelle frangisole con l’inclinazione ottimale per raggiungere le migliori condizioni di benessere termoigrometrico. L’ultima fascia di queste lamelle frangisole è composta da vetri trasparenti fotovoltaici in grado di catturare l’energia del sole e trasformarla in energia elettrica. A tutte le lamelle sono applicate delle pellicole colorate che sono rimovibili per poter ad ogni attività presente all’interno dell’edificio apporre il proprio logo: una pubblicità dal forte impatto visivo che non altera le prestazioni della pelle innovativa. Le singole attività commerciali possono quindi essere facilmente identificate grazie ai diversi colori delle lamelle. Nel caso in cui ci fosse la necessitò di attaccare una insegna o un monitor a led si potranno rimuovere da due a tre lamelle per tre file. In questo modo si offre piena libertà di azione per ogni attività commerciale rimanendo sempre all’interno del modulo. Inoltre i vetri accoppiati hanno incollate delle strisce a led per illuminare di sera le lamelle e, di conseguenza, dare vitalità all’edificio in ogni ora della giornata. La struttura in acciaio che sorregge le lamelle è composta da profili principali a IPE e come montanti si è utilizzato un profilo a U per mascherare il passaggio delle componentistiche necessarie. Il prospetto retrostante rimane caratterizzato da una regolarità ritmica scandita da finestre a nastro la cui continuitàè interrotta da delle rientranze a forma regolari a doppia altezza che creano delle zone relax all’aperto per il piano primo. In corrispondenza di queste aree l’involucro esterno cambia funzione e di conseguenza aspetto, tecnologia e materiali. Si utilizzano lamelle frangisole in alluminio di larghezza 30 cm distanziate con lo stesso passo delle lamelle in vetro. All’interno di queste corre un tubo in rame nel quale circola acqua glicolata. Il colore scuro delle lamelle contrasta con la trasparenza colorata dei vetri. Le vernici scure selettive applicate alle lamelle in alluminio captano in maniera ottimale l’irraggiamento solare andando a scaldare la cavità delle lamelle dove è posizionato il tubo. Con questo metodo l’acqua che circola all’interno si scalda e raggiunge temperature ottimali per l’utilizzo sanitario. A livello formale il collegamento con l’edificio esistente avviene con l’utilizzo di lamelle che escono dallo schema regolare dell’involucro creando una sfumatura visiva dal forte impatto estetico soprattutto per i numerosi osservatori che percorrono viale del Sole. Una pelle innovativa trasparente e ad alte prestazioni che dialoga con gli edifici esistenti dotata di forza espressiva dinamica ad ogni ora del giorno.

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TECNOLOGIA E INNOVAZIONE

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I parametri utilizzati per la progettazione dell’involucro edilizio sono:
  • Controllo delle condizioni esterne per assicurare le condizioni interne
  • Energia supplementare per il funzionamento degli impianti tecnici
  • Reazione alle condizioni climatiche esterne per regolare gli effetti sul microclima

L’involucro innovativo è composto principalmente da lamelle frangisole composte da un vetro esterno riflettente da 8 mm, una intercapedine d’aria di 2 mm e uno interno da 6 mm. Con questi vetri il 30% circa dell’energia solare è riflesso subito, mentre il 40% attraversa il vetro. Il rimanente 30% è assorbito dal vetro, che si riscalda momentaneamente, e poi ritrasmette una parte del calore all’interno e una parte all’esterno. Alla fine, l’energia riflessa dal vetro è circa il 50% del totale. L’aggancio alla struttura in acciaio è motorizzato. Una serie di sensori elabora le condizioni climatiche esterne e interne e orienta le lamelle in base alla posizione del sole per un maggiore controllo del carico termico e dell’illuminazione naturale. La possibilità di disporre le lamelle parallelamente alla parete esterna dell’edificio crea, grazie al riscaldamento dell’aria interposta, un effetto camino che amplifica gli effetti positivi derivanti dall’utilizzo della ventilazione naturale in facciata. In questo modo si riduce significativamente il carico termico delle pareti esposte a sud e est. La fascia sommitale in vetro fotovoltaico trasparente con tecnologia cristallina, oltre a produrre elettricità, consente l’ingresso della luce del sole all’interno, e impedisce al contempo la penetrazione dei raggi UVA nocivi e delle radiazioni infrarosse. Si utilizzano vetri fotovoltaici con 180 Wp/m2 e si prevede il recupero di potenza elettrica pari a 18 kW.

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Le condizioni al contorno per studiare il funzionamento della ventilazione naturale della pelle ventilata sono:
  • Temperatura interna dell’aria
  • Temperatura media delle superfici
  • Velocità di ricambio dell’aria
  • Umidità interna relativa
  • Luminescenza e illuminamento

Il sistema di ancoraggio della struttura in acciaio è puntiforme. Risulta fondamentale che tutte le spinte, sia verticali che orizzontali, siano poste a carico della struttura portante dell’edificio. Sommando all’incidenza dei carichi orizzontali, le variabili rapportate alla zona, all’altezza, alla snellezza e all’esposizione dell’edificio, ne consegue automaticamente come la valutazione globale delle forze incidenti sul punto di fissaggio sia tale da suggerire di trasferire ogni spinta a carico delle strutture portanti del fabbricato. In questo caso si può procedere ad un ancoraggio di tipo puntiforme, di per sé già a carico della struttura portante.

All’interno delle lamelle frangisole in alluminio sono collocati dei tubi in rame nei quali circola acqua. Le vernici scure selettive applicate alle lamelle in alluminio captano in maniera ottimale l’irraggiamento solare andando a scaldare la cavità delle lamelle dove è posizionato il tubo. Con questo metodo l’acqua che circola all’interno si scalda e raggiunge temperature ottimali per l’utilizzo sanitario. Il liquido termovettore è composta da acqua e glicole al 25%. Per far girare l’acqua glicolata all’interno delle tubazioni in rame si posiziona in copertura una pompa di circolazione con motore brushless con regolazione elettronica della velocità a mezzo di un PID retroazionato da un salto termico dell’acqua e da un controllo sulla perdita di carico sul circuito. L’impianto per acs con tubi in rame prevede attacchi in pvc morbido per poter assorbire eventuali sollecitazioni. Si prevede una potenza termica recuperata di 17 kW. L’elettricità generata dall’utilizzo di vetri trasparenti fotovoltaici può esser convogliata direttamente nella rete e perciò commercializzata ai grandi distributori e essere impiegata per il consumo personale (sistema isolato).

Riassumendo, l’involucro innovativo progettato svolge le seguenti funzioni:
  1. Produzione di energia elettrica
  2. Produzione di ACS
  3. Diminuzione carico termico
  4. Aumento comfort termico negli ambienti interni
  5. Forte dinamismo e vitalità della facciata

Marmi Bruno Zanet - Raffaele Cassina, Sofia Garlatti

Struttura di raccordo di un impianto sportivo a Reggio Calabria - Gaetano Ginex

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Si tratta dello studio di un elemento quadrato che contiene un ascensore e un corpo scala che si posiziona morfologicamente come raccordo formale e funzionale ad un sistema di un’impianto sportivo progettato in un’area di Reggio Calabria attualmente sprovvista di qualsiasi servizio. L’elemento ha anche la funzione di superare un forte salto di quota tra la strada principale e la giacitura del nuovo impianto. Nota: Il progetto generale definitivo dell’impianto sportivo è stato redatto dagli architetti: Massimo Lauria, Angelo Di Chio, Gaetano Ginex e Alessandro Villari

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Viste del CUBO

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Schizzo di studio

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Concept

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Viste dell'impianto

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