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Hotel in Piazza Duca d'Aosta - Giorgio Santagostino, Monica Margarido

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Presupposto del progetto e del suo rapporto con la cittàè stato il riconoscimento di una consuetudine milanese nell’uso di fronti minerali, di cui si può avere riscontro nella piazza Duca d’Aosta stessa e nei suoi immediati dintorni. La facciata, attraverso l’utilizzo di elementi in pietra disposti frontalmente alle superfici vetrate continue, si mostra come una alternanza di superfici trasparenti e opache dalla piazza, e di una grande luminosità e trasparenza dall’interno verso la città. La struttura portante è arretrata rispetto al piano di facciata e coperta dagli elementi di pietra, che lasciano intravedere i solai in secondo piano allineati alle parti vetrate. Le camere sono disposte lungo le facciate principali, mentre gli spazi di servizio e di distribuzione sono collocati sul retro, dove l’articolazione della facciata, dall’andamento curvilineo, si contrapposizione all’ortogonalità del disegno della facciata principale.

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CONSORZIO CLEMENTINE DI CALABRIA IGP - Natale Avolio

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CORIGLIANO CALABROLAMEZIA TERMEROSARNO

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Linee dinamiche di un cono rovesciato a più facce concentriche, quasi a stilizzare la figura aperta di un albero. Pensata in lamiera d’acciaio Corten traforata a taglio laser. Allestimento con retro-illuminazione, per un maggior risalto dei caratteri comunicativi e di visibilità dell’opera.

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Concurso público de conceção para a elaboração do projecto da biblioteca municipal de Setúbal - Alessandro Siniscalco, Marialuisa Petti, Nicola Pagliara, Antonio Iovine, arturo russo

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A ideia do projeto fundamenta-se no princípio de construção em respeito do ambiente em termos de parâmetros tangíveis, quais geometrias, materiais, cores, e intangíveis – mas igualmente fundamentais para o projeto arquitetónico – como as peculiaridades bioclimáticas autóctones, paisagem, vistas, hábitos comportamentais dos habitantes no modo de usufruir dos espaços existentes já há tempo ou mesmo históricos. Subtrair, portanto, superfície à Praça que há muito vem sendo utilizada e vista como espaço aberto pareceu-nos, imediatamente, uma solução viável apenas se essas superfícies pudessem ser restituídas para uso público com novos valores adicionais. E, assim, o plano da Praça é duplicado e multiplicado, sendo englobado dentro do edifício da Biblioteca como “praça coberta”, que estabelece a articulação interna segundo as funções específicas que deverá desempenhar o edifício, e propendendo-se para cima como uma extensão da própria praça, no teto jardim na cobertura da biblioteca, que está a uma cota tal que permite se desfrutar de uma vista maravilhosa do porto e do estuário do Rio Sado, atualmente impedida pela frente urbana de edifícios existentes ao sul da Praça.

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Edifício, portanto, não mais uma barreira física que consome solo, mas uma oportunidade para valorizar as preexistências conotando-as de novas capacidades. A cobertura da biblioteca é um teto jardim e extensão da própria Praça, a fim de cumprir duas funções: - não subtrair superfície à Praça, uma vez que a superfície recoberta pelo edifício é“restituida” no teto da biblioteca; - permitir uma nova visão panorâmica, que atualmente não existe, do porto e do estuário do Rio Sado. Mesmo com a biblioteca fechada, o teto jardim continua a ser uma parte integrante da Praça, pois è prevista a possibilidade de utilizo do mesmo por um escadão ou elevadores. Pode-se dizer que o edifício da biblioteca é parte integrante da Praça e que a Praça continua no edifício caracterizando parte dos espaços conectivos. A osmose visual entre a Praça e a biblioteca é outro critério importante do projeto. Em particular, graças à transparência dos materiais de construção escolhidos, da Praça pode-se ver o interior da biblioteca e, vice-versa, de dentro da biblioteca pode-se ver a Praça.

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Scuola materna a Dolzago - Stefano Rizza Architetto, Marco Caravita, Marco Goisis, Andrea Alessio

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L’idea di progetto è quella di proporre un edificio che sia in grado di esprimere una forte integrazione tra gli ambiti chiusi e gli spazi aperti. Altro criterio guida per la progettazione è stato realizzare un aggregazione di volumi chiaramente identificabili a livello sia morfologico, sia funzionale. Entrambi i principi sono tesi a definire ambienti in cui gli ospiti principali possano percepire un’atmosfera distesa e tranquilla, dove poter dare libero sfogo alla propria creatività. Allo stesso tempo è stata posta particolare attenzione alla impostazione funzionale dei percorsi e delle gerarchie degli spazi. Sono stati distinti gli ambienti più raccolti e definiti come le aule o gli ambiti di servizio, da quelli dove è opportuno permettere la gestione flessibile delle funzioni perché destinati alle attività comuni. Altro intento progettuale è stato consentire agli operatori della scuola materna di controllare comodamente sia gli accessi dei visitatori esterni, sia i movimenti dei piccoli.

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È stata data priorità a disporre le aule verso l’affaccio più interessante, cioè quello verso il parco adiacente all’area di progetto. Ciò per garantire ai bimbi il comfort ottimale durante gli orari dedicati alle attività ordinate. Oltretutto anche il volume vuole rappresentare per i piccoli ospiti della scuola uno spazio rassicurante e riconoscibile, è per questo motivo che le aule sono racchiuse in semplici capanne. Ciascuna capanna è sfalsata dalla successiva per garantire maggiore riservatezza ai portici privati, che fungono come estensione dell’ambiente didattico verso l’esterno. La localizzazione delle aule ha indotto a disporre l’ingresso principale all’edificio sul lato a confine col parco, relegando ad ingresso di servizio (anche carrale) il lato verso via Montecuccoli, ciò anche per rendere più sicuro l’accesso all’area. Parallelamente a via Montecuccoli è collocato il corpo che ospita i servizi (area insegnanti, cucine, lavanderia, mensa), che definisce il fronte verso strada della scuola materna in allineamento alla cortina continua determinata dai corpi di fabbrica dell’adiacente ditta Bonomelli. Trasversalmente al blocco servizi è disposta la dorsale di connessione dell’aggregazione di volumi che compongono la scuola materna. Si tratta di un blocco, analogo a quello destinato a servizi, adibito ad ospitare gli spazi per le attività collettive (aula magna, dormitorio, laboratorio creativo). La connessione tra quest’ultimo ambiente e le aule avviene tramite parallelepipedi vetrati, ciascuno separato dal successivo da patii. Il fronte verso nord-ovest del blocco per le attività collettive è frammentato lungo tutto il suo sviluppo da tagli verticali a tutta altezza. Ciò, insieme alla presenza sul lato opposto dei cavedi e dei loro negativi, cioè le serre captanti, consente di ottenere un grande spazio flessibile che trasmette la sensazione di essere allo stesso tempo interno ed esterno. Le coperture dei due blocchi allungati si intersecano definendo un ambiente a pianta quadrata dove è collocata la mensa (per due turni).

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Le falde delle coperture sono state inclinate ed orientate in modo da ottenere la più estesa superficie in direzione ottimale per captare l’energia solare mediante l’impianto fotovoltaico a tecnologia amorfa, integrato nel manto di copertura. In generale è stata posta particolare attenzione allo studio del rapporto tra il sole, ed i suoi contributi in termini illuminotecnici ed energetici, e l’edificio scolastico. Il fabbricato è stato disposto tenendo conto di distribuire le funzioni seguendo la rotazione solare. È quindi in funzione anche di quest’ultime considerazioni che è stato predisposto il layout funzionale. All’ingresso dell’edificio è stata collocata l’area per la segreteria, allestita in un open space, in posizione strategica per avere il controllo sia degli accessi, sia delle attività amministrative, sia delle attività da svolgersi nel salone comune. Le aule, come già detto, sono posizionate con l’asse longitudinale disposto da sud-ovest a nord-est, con ampia finestratura verso est, intergrata da un lucernario direzionato a nord. Ciò consente di ottenere l’apporto della luce diretta del mattino, proprio durante le ore dedicate alle attività ordinate. Questo carico di luce e calore è mitigato, nei periodi più critici, dalla schermatura ottenuta mediante sei portali in legno lamellare, che definiscono l’ambiente esterno porticato. Oltretutto l’illuminazione interna all’aula gode del contributo ulteriore della luce indiretta proveniente da nord.

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La capanna per le attività didattiche si sviluppa su una superficie di circa 95 m² comprensivi di bagno, deposito interno e spogliatoio per l’ingresso e l’uscita dei bimbi, che funge anche da spazio filtro tra il corridoio e l’ambito dell’aula. La mensa si sviluppa su una superficie di circa 56 m² e funziona su 2 turni. È disposta verso sud e l’ampia vetrata che la separa dalla via Montecuccoli è schermata da lamelle verticali in larice. Questo stesso sistema è stato proposto sul fronte corto del blocco servizi che si affaccia verso il parco. All’interno di quest’ultimo ambiente è collocato lo spazio dedicato agli insegnanti, all’interno del quale sarà allestito anche un’area più riservata dove poter ricevere a colloquio i genitori. Le attività collettive, che si svolgono prevalentemente nella seconda parte della giornata, sono collocate nel blocco con affaccio principale rivolto ad ovest. In questo ampio spazio flessibile trova collocazione innanzitutto il salone, da adibire anche ad aula magna, che è possibile estendere annettendo anche la zona mensa, separata da una grande parete mobile che all’occorrenza potrà essere aperta completamente. Sempre nel medesimo blocco sono stati disposti il dormitorio di circa 40 m² per 25 lettini ed il laboratorio creativo, inteso come un grande open space che trova continuità anche all’esterno mediante il grande portico coperto collocato a nord. Quest’ultimo ambiente è il filtro tra gli spazi chiusi ed il parco esterno, infatti, da qui si accede direttamente all’area giochi attrezzata esterna, accanto alla quale è allestito un bosco libero.

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Prospetti

Office C-51 - Söhne & Partner, Dennis Lems

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After its completion this office building will arise as a luxuriously glimmering, towering figure, defined by three diversely designed parts: Spine, Console and Cuboid.

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Office C-51

Located on a so called 60” x 90” lot, hardly 500sqm in size, at the edge of an urban development area in Abu Dhabi, this building represents a very elaborate design. It is a highly functional yet extraordinary office building, which can accommodate all the required floor area and parking spaces and still feature a luxury, high-class appearance while retaining cost-effective construction. Insulating windows with expanded metal between their panes, which are realised in enamelled and non-enamelled modules, form the facade of the primary building component and shape its outward appearance. Furthermore, an ingenious supporting framework intentionally gives the building an ironic zest. In cooperation with Arch. Dennis Lems.

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Office C-51

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Office C-51

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Office C-51

Neubau Theaterwissenschaft - Bez + Kock Architekten, Lohrberg Stadtlandschaftsarchitektur

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Theaterlabor für das Institut der Angewandten Theaterwissenschaft an der Justus-Liebig-Universität Gießen

Städtebau – vom Reiz der zweiten Reihe
Der kubische Neubau des Theaterlabors findet seinen Ort im Bereich des abzubrechenden ehemaligen Laborgebäudes südlich der künftig durch die Universität genutzten Stadtvillen an der Ecke Ludwigstraße / Bismarckstraße. Der Baukörper wird jedoch etwas weiter südöstlich positioniert, so dass er gemeinsam mit den Stadtvillen einen geschützten Hofraum – den Theaterhof – definiert, welcher als informeller Gegenpol zum repräsentativen Vorplatz des Hauptgebäudes betrachtet wird. Gleichzeitig bilden die historischen Gebäude eine reizvolle bauliche Kulisse für das Theaterlabor, der gesamte Hof kann zu einer vielfältig bespielbaren urbanen Bühne der Studierenden werden. Der prägnante schwarze Würfelbau ist durch die Lücken zwischen den Stadtvillen an der Ludwigstraße / Bismarckstraße zu erspähen und soll die Passanten einladen, die reizvolle Situation in der zweiten Reihe zu entdecken. Durch die gewählte bauliche Disposition gelingt es, die Stadtvillen über den gemeinsamen bespielten Hofraum an die Universität anzubinden. Das begrenzte Freiflächenbudget wird auf diese Weise gezielt und wirkungsvoll eingesetzt, während die Grünfläche im Bereich des Spielplatzes nicht verändert wird. Die vorhandenen Stellplätze können erhalten und mit einfachen Mitteln aufgewertet werden.

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Theaterlabor – der Weg auf die Bretter, die die Welt bedeuten
Das Theaterlabor ist als markanter würfelförmiger Baukörper entwickelt. Seine Fassade ist mit einer schwarzen vertikalen Bretterschalung bekleidet, die der Haptik des klassischen Bühnenbodens entlehnt ist. Wenige gezielt gesetzte Öffnungen sind in die Fassade eingeschnitten, sie werden zum Mittel der Interaktion des Hauses mit seiner Umgebung. Das zweigeschossige verglaste Foyer formuliert gemeinsam mit dem Vordach eine einladende Zugangssituation zum Haus. Es ist vielfältig bespielbar und lässt sich auf ganzer Länge mit dem eigentlichen Bühnenraum verbinden. Die Bar ist so positioniert, dass sie Foyer und Hofraum gleichermaßen bedienen kann. Die Bühne verfügt über die gewünschte Raumgeometrie und lässt sich bei Bedarf auf ihrer Längsseite vollständig zum Hofraum hin öffnen. Zu diesem Zweck ist hier die Fassade in Form von senkrechten Klappläden ausgebildet, die gleichzeitig der Verdunkelung des Bühnenraums dienen. Die überdeckte Anlieferung erfolgt an der diagonal gegenüberliegenden Seite des Hauses direkt in den Bereich Magazin / Lager / Werkstatt. Diese Raumspange sowie die hier angeordneten Tore verfügen über dieselbe lichte Raumhöhe wie die Bühne selbst, so dass optimale logistische Bedingungen gegeben sind.

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Über eine zweiläufige Treppe gelangt man ins 1.Obergeschoss. Hier finden sich die zusammenschaltbaren Künstlergarderoben, sowie das Büro. Von der umlaufenden Galerie aus kann bei Bedarf mit dem Bühnenraum kommuniziert werden. Ein weiterer Treppenlauf führt ins 2.Obergeschoss. Hier finden sich die Medienstudios und der Lichttechnikraum mit direktem Zugang auf die Spanndrahtseildecke oberhalb der Bühne. Auch im zweiten Obergeschoss ist von der umlaufenden Galerie ein Blick in den Bühnenraum möglich. Die Räume der Haustechnik sind hier in kompakter Anordnung untergebracht. Ein letzter Treppenlauf führt schließlich hinauf auf das räumlich gefasste Dach des Hauses. Der Blick fällt hier zurück in den Hofraum. Ein Teil der Dachfläche ist überdacht, der Rest kann als Himmelszimmer durch die Studierenden bespielt werden. Gleichzeitig stellt der Ausgang auf die Dachterrasse den 2.Rettungsweg sicher. Das Theaterlabor ist somit als äußerst flexibel bespielbare und anregende Raumskulptur entwickelt. Es kann trotz seiner eher bescheidenen baulichen Größe zu einem kraftvollen ersten Baustein bei der Aufwertung des innerstädtischen Hochschulquartiers werden. Die Nutzer definieren im täglichen Betrieb den Grad an Interaktion mit der umliegenden Öffentlichkeit jeden Tag neu und tragen so zur Vernetzung von Hochschule und Stadt bei.

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Materialität – Konstruktion – Nachhaltigkeit
Der Neubau wird als veredelter Rohbau betrachtet, der sich im Spannungsfeld von Wirtschaftlichkeit, Robustheit und Aneigenbarkeit entwickelt. Ziel ist es also, eine Ästhetik zu finden, die mit einfachen aber kraftvollen Mitteln einen unverwechselbaren Ort für die Studierenden schafft. Das Haus verliert sich nicht in komplizierten Details, aufwändiger Materialität und schickem Fassadendesign, vielmehr versucht es mit einem gewissen Maß an Ruppigkeit und dem Ausdruck des Temporären seine Nutzer anzuregen. Der Neubau wird als konventioneller Stahlbetonbau mit einer schwarz gestrichenen vertikalen Holzverschalung als Fassadenbekleidung ausgeführt. Das Tragwerk über dem zentralen Bühnenraum ist als Stahlkonstruktion mit Aufbeton konzipiert. Die betonierten Wandoberflächen im Gebäudeinneren werden in Bretterschalung hergestellt und erhalten einen farbigen Anstrich, der mit dem dunklen Äußeren des Hauses kontrastiert und das Haus zum Leuchten bringt. Als Bodenbelag ist im Foyer ein geschliffener Gussasphalt, ansonsten ein dunkler Pitchpineboden vorgesehen. Sämtliche Verglasungen werden als 3-fach-Verglasungen ausgeführt. Die senkrechten Klappläden im Bühnenraum werden auf der Basis bewährter Tortechnik realisiert. Der Verglasungsanteil des Gebäudes ist relativ gering, die opaken Flächen werden mit sehr hohem Dämmstandard ausgeführt. Dies gewährleistet zusammen mit der kompakten Gebäudekubatur einen sehr geringen Wärmebedarf der durch den vorhandenen Fernwärmeanschluß gedeckt wird. Die Lüftungstechnik wird mit einem System hocheffizienter Wärmerückgewinnung ausgestattet. Die unverkleideten Stahlbetondecken können thermisch aktiviert werden. Sämtliche Räume sind über den Aufzug barrierefrei erschlossen.

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Freianlagen
Mit der Positionierung des Theaterlabors entsteht ein klar umgrenzter intimer Freiraum; ein Ort mit hoher Aufenthaltsqualität und Rückzugsmöglichkeiten. Er bildet einen Gegensatz zu den ansonsten stark zerfaserten und durch Parkierung bestimmten Freiräumen des Universitätskarrees. 
Das angrenzende Theaterlabor und das neue Studierenden Servicezentrum in der Ludwigstraße 21 werden den Hof mit ihren Aktivitäten prägen und mit gestalten. Der Hof bietet Raum für ein breites Spektrum an Aktivitäten: Feste feiern, ausruhen, Theater spielen und Theateraufführungen zuschauen, Kaffee trinken, Freunde und Kollegen treffen, …

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Gestaltung
Im Gegensatz zu den harten Belägen der Umgebung wird der Hof mit einer ungebundenen Abstreudecke ausgelegt. An seinen Rändern wird der bestehende Baumbestand ergänzt. Ein Baumdach aus Kirschbäumen bildet den räumlichen Abschluss zur Bismarckstraße.
Der Höhenunterschied zur Ludwig- und Bismarckstraße wird mit breiten, großzügigen Stufen überwunden, die zur Hoffläche hinabführen und einen rahmenden Abschluss zu den Straßenräumen bilden. Ein nach Süden verschobener durchlaufender Absatz bindet die Stufen zwischen den Gebäuden an der Nordseite zusammen und bildet eine Sitzkante. Die gestaltete Topographie kann als Zuschauer- oder Bühnenraum in zukünftige Theateraufführungen eingebunden oder als Cafeterrasse genutzt werden. Der Höhenunterschied zur Ludwigstraße wird mit breiten, großzügigen Stufen überwunden, die zur Hoffläche hinabführen. Ein nach Süden verschobener durchlaufender Absatz bindet die Stufen zwischen den Gebäuden zusammen und bildet eine Sitzkante. Die gestaltete Topographie kann als Zuschauer- oder Bühnenraum in zukünftige Theateraufführungen eingebunden oder als Cafeterrasse genutzt werden. Im weiteren Umgriff wird in erster Linie versucht, den Anforderungen an Parkierungsflächen gerecht zu werden: Die vorhandenen Stellflächen werden z.T. neu geordnet, der Schotterparkplatz im Süden des Theaterlabors nivelliert und erschlossen. Die Garagen und der Müllsammelplatz erhalten einen neuen Standort östlich der Zufahrt Stephanstraße erhalten. Der vorhandene Höhensprung hilft, diese Nutzungen maßvoll zu integrieren.
Die Fahrradabstellplätze werden an zentraler Stelle im Blockinnern konzentriert und mit einer kleinen Platzfläche kombiniert. Sie nimmt den vorhandenen Baumbestand auf und dient als Treffpunkt. Die Fahrradständer an der südlichen Platzkante werden überdacht.

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Ideenteil

Der Ideenteil zielt auf eine Strukturierung und Gliederung des Gesamtkarrees. Dazu sind verschiedene Maßnahmen notwendig:
Städtebauliche Stärkung der Achse Ludwig- Goethestraße, z.B. mit einem neuen Instituts- oder Verwaltungsgebäude. Eine Frequenz bringende Nutzung wäre gut, um das Areal insgesamt zu beleben. In dieser Achse wird auch ein Parkhaus zur Unterbringung eines Großteils der geforderten Stellplätze angeordnet. Damit wird ein größerer Gestaltungsspielraum für die Freiraumstruktur im Karree geschaffen. Auslegung des gesamten Uinversitätsblocks mit einem Belag; ein „Boden“, der den gesamten Block zusammenbindet und in den sich weitere Plätze und Nutzungen einschneiden können. Differenzierung unterschiedlicher Freiräume:
- repräsentative Flächen: Vorplatz Hauptgebäude, Entrees und Vorplätze der Institutsgebäude.
- Rückzugsräume; „Theaterhof“
- Grünflächen (denkmalgeschützte Anlage, Spielplatz)
- Erschließung und verkehrliche Infrastruktur

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Der Vorplatz vor dem Hauptgebäude bleibt in seiner Struktur erhalten. Die kleinkronigen Platanen werden durch eine durchlaufende Kirschbaumreihe ersetzt. Sie bildet eine klarere Kante zur Ludwigstraße und bringt mit ihrem Blüh- und Herbstaspekt Heiterkeit und Farbe auf den Universitätsplatz. Die Rasenparterres werden um 45 cm angehoben und mit einer breiten Kante versehen, die auch als informelle Sitzgelegenheit dient. Fahnenmasten werden senkrecht zum Mittelrisalit angeordnet und der Platz mit Mastleuchten ausgeleuchtet. Darüber hinaus ist keine Möblierung vorgesehen. Zwischen Aula, physikalischen Institut und Neubauten entsteht eine langgestreckter Platz als Entree zu den Gebäuden und als festlicher Rahmen für Universitätsveranstaltungen, Empfänge und Feste. Die bestehenden Grünflächen an der Goethestraße bleiben im vollen Umfang erhalten.

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Casa Lude - Grupo Aranea

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Lude wanted a house in a traditional neighbourhood in the city of Cehegin, using the roof of his mother and sister’s house as a plot.

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Making the most of its privileged situation, Casa Lude is related to its environment in a particular way. Due to the density of the area it doesn’t open directly to the nearby facades but looks along the narrow streets to see the landscape, the Burete mountains and the San Agustin Hill.

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In spite of looking different to the other buildings of the neighbourhood, Casa Lude is as compact and introverted as them.

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Instead of a conventional layout of the rooms Casa Lude creates a unique, continuous and rich space on different levels with various heights and directions; a space that Lude fills with music. This space extends to the roof as a natural continuation of the interior life. It is a complex space full of light where a lot of secrets are hidden…

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Neubau Theaterlabor für das Institut der angewandten Theaterwissenschaften an der Uni Gießen - Paul Bretz Architecte, Ernst + Partner landschaftsarchitekten

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Die zentrale Idee war es, mehr eine „Hülle“, einen „Rahmen“ für die Aktivitäten der Studenten der Theaterwissenschaften zu schaffen denn ein Gebäude. Wir haben diesem Rahmen eine Tiefe gegeben, sodass ein „Einraum“ entsteht, der an den Kopfseiten geöffnet ist und damit eine klare Richtung erhält. Durch die Fortsetzung der Bodenfläche und der Mauern im Außenraum erhält der „Einraum“ eine noch größere Tiefe, die Übergänge von außen nach innen verschwimmen. Der Innenraum kommuniziert direkt mit seinem Außenraum. In diesen „Einraum“ stellen wir eine Kiste, einen „Werkzeugkasten“ die diesen strukturiert. Innerhalb des „Werkzeugkastens“ befinden sich die eher introvertierten Nutzungen des Theaterlabors, die dienenden Räume. Durch das Einstellen des „Werkzeugkastens“ entsteht ein fließender Raum darum herum, der auch als solcher genutzt werden kann.

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L’idée principale du projet pour le théâtre d’expérimentation est d’offrir une enveloppe permettant les activités des étudiants en sciences théâtrale. Nous avons donc développé un cadre qui dans sa profondeur forme une grande salle. En s’ouvrant sur ses pignons, cette grande pièce s’ordonnance clairement dans une seule direction. La prolongation du sol et des murs, de l’extérieur vers l’intérieur, renforce la profondeur de l’espace, et estompe la transition entre le dehors et le dedans. Au coeur du large volume, se dresse un corps construit qui structure l’organisation, la salle d’activité, l’entrée, les circulations etc. Développé comme une boîte à outils, ce coffre renferme toutes les fonctions secondaires et techniques. En se glissant dans l’enveloppe générale, cette boîte à outils crée un espace périphérique exploitable, sans rompre l’unité de la grande pièce.

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"Parco dei Sogni - Villino Alice" - Lendinara (Ro) - Nicola Braggio, gianluca trentini

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Il progetto prevede la realizzazione di un impianto natatorio, ludico e sportivo. Costituito da due piscine, una per il nuoto libero (di dimensioni 25×12.5 mt)ed una per attività ginnica (12.5×8 mt), più una piscina ludica di realizzazione futura, con giochi d’acqua idromassaggi, spruzzi e cascate. Le prime due piscine avranno una copertura retrattile per un utilizzo sia invernale che estivo.

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planimetria generale di intervento

Gli spogliatoi, insieme ad una collinetta artificiale, costituiscono il diaframma tra la tranquillità della “laguna” natatoria e il parcheggio a supporto del centro. Il percorso d’accesso è un’esperienza paessagistica, come il percorso salute di futura costruzione che costeggia il parco.

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planimetria primo stralcio

All’interno dell’area è stata prevista un’area sportiva con campi bocce, piastra polivalente e area ricreativa con anfiteatro per spettacoli estivi.

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pianta spogliatoio

Per la progettazione, oltre ad ottemperare alle ovvie normative sportive e di sicurezza che tali impianti richiedono, si è posta grande attenzione al confort estivo, con zone a microclima indotto, ventilazione e ombreggiamento; Ogni struttura si celerà nel verde, mediante il movimento di terreno, non più quindi considerato bidimensionale, bensì con una sua esatta conformazione.

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prospetti e sezioni spogliatoi

Riqualificazione piazza Aldo Moro ed Enrico Berlinguer - NEMArch studio, Gianluca Mazza, Armando Nettuno, Salvatore Marra

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L’intero intervento è animato dal desiderio di riappropriarsi di questi spazi con il fine ultimo di valorizzarne lo spirito dei luoghi, attraverso il recupero dei segni e delle funzioni originarie, combinato con la lettura e l’interpretazione delle mutate esigenze della collettività.

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Pertanto l’intervento può essere riassunto in tre macro-operazioni:

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1. Demolizione delle strutture esistenti; 2. Inserimento di un volume funzionale, la cui copertura coincide con l’attuale piazza Moro; 3. Modellazione del volume e sistemazione delle due piazze.

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La scelta di demolire le preesistenti strutture deriva non solo dallo stato di degrado ed abbandono in cui esse versano, ma anche dalla volontà di creare un collegamento tra la quota più alta e quella più bassa dell’intero progetto, coincidenti rispettivamente con piazza Moro e Piazza Berlinguer. Tale operazione investe anche via Matteotti, che verrà in parte chiusa al traffico, modificandone la viabilità, al fine di garantire un collegamento pedonale ed al tempo stesso la creazione di nuovi luoghi di sosta ed aggregazione. Il nuovo volume di progetto si inserisce nell’area di sedime occupata dall’ex mercato coperto e dalla sala convegni, poggiando sul suolo in quota con piazza Berlinguer, fino a raggiungere con la sua copertura la quota dell’Estramurale. Al suo interno si collocano diverse destinazioni d’uso, suddivise in blocchi funzionali: il primo, posizionato in prossimità di via Roma e dell’Olmo secolare è destinato alle attività sportive quali la palestra e le piscine, il blocco centrale è destinato ad un parcheggio multipiano, articolato su tre livelli ed il terzo, infine, contiene un centro culturale polivalente al livello superiore, una galleria commerciale al livello intermedio, parcheggi e botteghe in quota con piazza Berlinguer. Su questo volume vengono, infine, effettuate una serie di operazioni, quali aggiunte e sottrazioni di volumi al fine di garantire il corretto svolgimento delle funzioni contenute al suo interno. Nello specifico si parte dalla copertura, coincidente con piazza Moro ed operando dei tagli, si ottengono dei lucernai per l’illuminazione naturale della piscina e la creazione di due grandi patii, che attraversano il centro culturale e la galleria commerciale, le cui pareti inclinate e strombate, garantiscono l’illuminazione ed il soleggiamento di tali ambienti. Successivamente si passa alle facciate, dove a seguito dell’estensione del solaio della galleria commerciale si determina la creazione di una piastra pedonale, che aggetta su piazza Berlinguer, alla quale è collegata a mezzo di una rampa di scale. Infine si procede con la sistemazione delle aree esterne, coincidenti con le piazze Aldo Moro ed E. Berlinguer. L’ampliamento del verde attrezzato ed il recupero dei segni e dell’identità dei luoghi costituisce un punto fisso di quest’operazione, sviluppato differentemente in ciascuna delle due piazze. Piazza Moro, in linea con la sua originaria funzione di villa comunale, è concepita essenzialmente come una grande piastra verde, luogo di incontro e socializzazione, al tempo stesso polmone verde per il centro storico e quinta scenica sull’asse del famoso carnevale. Piazza Berlinguer, invece in virtù della sua originaria funzione e delle trasformazioni subite in epoca recente, si divide un due differenti aree: una destinata al mercato settimanale, posta in adiacenza alla galleria commerciale, quasi a simboleggiare un prolungamento di quest’ultima ed un’area di verde attrezzato dove emergono dal manto erboso i segni dei vecchi stalli del foro boario, opportunamente modellati per creare sedute ed altri elementi d’arredo urbano. L’intero iter progettuale è pensato ripercorrendo l’antico sistema dei terrazzamenti che interessava essenzialmente il versante a Sud dell’abitato, degradando fino alla piana sottostante, reinterpretato in funzione delle mutate esigenze della comunità e dello spirito dei luoghi. Pertanto il progetto ripropone tale logica, partendo da piazza Moro, punto più alto del sistema, posta in quota con l’Estramurale e degradando lentamente verso piazza Berlinguer. Nel rispetto del carattere dei luoghi e della loro identità si è scelto di edificare solo ed esclusivamente nella zona precedentemente occupata dal mercato coperto e dalla sala convegni, lasciando così sgombere da volumi le due piazze. Da questa scelta deriva l’inserimento di un unico blocco funzionale “celato” all’interno dell’edificato urbano, i cui fronti sono visibili soltanto dalla parte a valle dell’intera area di progetto. Il nuovo volume si configura come un parallelepipedo regolare avente dimensioni di pianta di 106 X 53 m, la cui struttura portante è realizzata in cls armato, composto da tre parti strutturalmente indipendenti e giuntate tra loro, con diversi accessi a varie quote, in base all’orografia del sito. Il primo blocco, contente le attività sportive, è accessibile sia da via Matteotti che dal parcheggio interrato, attraverso il corpo scale-ascensori che mette in comunicazione tutti i livelli della costruzione con piazza Moro. Accedendo dalla pubblica via troviamo i servizi di accoglienza al pubblico, quali la reception, gli uffici dell’amministrazione, la sala d’attesa ed il bar, in diretto contatto con gli impianti natatori, per mezzo di una piccola tribuna. Inoltre a questo piano sono collocati una sala fitness con i relativi servizi e spogliatoi, anch’essa in contatto visivo con le piscine. Accedendo invece dal blocco collegamenti verticali, è possibile raggiungere sia il livello della palestra dove troviamo una seconda hall d’accesso che il livello della piscina, dove sono collocate due vasche natatorie da 25 X 13,5 m e 8,8 X 13,5 m, con relativi spogliatoi per il pubblico ed il personale addetto. In diretta comunicazione con il blocco impianti sportivi troviamo un parcheggio multipiano, articolato su tre livelli, con una capacità complessiva di 205 posti auto, circa 25 in più rispetto a quelli attualmente disponibili in piazza Berlinguer. In questo volume, ubicato in posizione baricentrica rispetto i due corpi di fabbrica adiacenti, sono collocati i due blocchi scale-ascensori, che costituiscono il fulcro dell’intero sistema, mettendo in relazione i diversi ambiti del progetto, dalla quota inferiore di piazza Berlinguer a piazza Moro, servendo tutte le funzioni distribuite ai vari piani. Inoltre la posizione centrale del blocco parcheggi rispetto all’intera articolazione spaziale favorisce l’utilizzo di tale struttura da parte dei vari fruitori, provenienti dallo stesso complesso e dalle aree limitrofe quali le piazze, il centro storico e gli uffici comunali ubicati in prossimità di piazza Moro. L’ultima parte di questo volume è invece occupata dal centro culturale posto immediatamente sotto piazza Moro e dalla galleria commerciale con la relativa terrazza aggettante sull’ex foro boario. Quest’ultimo volume rappresenta l’elemento cerniera tra due differenti momenti, esso infatti collega idealmente il verde attrezzato di piazza Moro con l’area commerciale e i punti di sosta di piazza Berlinguer, attraverso la sua articolazione spaziale e le sue molteplici funzioni. Ognuno dei tre livelli di questo corpo di fabbrica ospita differenti destinazioni d’uso: il piano inferiore, in diretta comunicazione con l’ex foro boario contiene cinque locali commerciali e servizi, nella parte sottoposta alla terrazza, parcheggi e locali impianti, in corrispondenza del perimetro di piazza Moro. Al piano superiore è ubicata la galleria commerciale denominata Be.M.M. (Berlinguer Moro Market), al cui interno sono collocate le otto botteghe attualmente presenti in piazza Berlinguer, con accesso diretto da via Amendola per le operazioni di carico e scarico, sette locali commerciali di quadrature differenti ed un punto bar-ristoro ubicato in prossimità dell’accesso principale sulla terrazza. Inoltre al piano del Be.M.M. si trovano gli uffici e la reception del centro culturale polifunzionale posto al livello superiore, qui sono collocate sei aule per corsi di formazione, un’aula multimediale, due laboratori per attività musicali ed artistiche, con relativi spazi accessori ed una sala espositiva, con affaccio su piazza Berlinguer. Il centro culturale, accessibile anche dalla prima gradonata della scala monumentale, ultima testimonianza dell’antica villa, si relaziona ai diversi livelli dell’intervento, attraverso l’atrio a doppia altezza ed i due blocchi scale-ascensori. L’eterogeneità delle funzioni appena descritte è celata dalla compattezza e dall’omogeneità dei prospetti, caratterizzati dal forte contrasto dei materiali utilizzati. Alla massa volumetrica del coronamento e delle chiusure verticali del parcheggio e della piscina, caratterizzate dalla scansione verticale di fasce piene e tagli, si contrappongono la leggerezza e la trasparenza della facciata in vetro della galleria commerciale e del centro polivalente. Tale contrapposizione è ulteriormente accentuata dall’andamento della fascia di coronamento, che emerge dalla strada per innalzarsi in corrispondenza della facciata vetrata, conferendo a quest’ultima una maggiore estensione e leggerezza, oltre che a favorire la corretta illuminazione di tutti gli ambienti posti sul fronte sud dell’edificio.

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Nell’ambito della sistemazione delle due piazze, assume un ruolo predominante la volontà di incrementare la dotazione di aree verdi. Tale orientamento deriva dall’analisi dell’evoluzione delle due aree, da cui è evidente come, il verde pubblico in piazza Moro, coincidente con la villa comunale, a partire dai primi anni ’60, sia stato oggetto di successive e graduali decurtazioni , a favore di spianate cementificate; mentre piazza Berlinguer perdeva progressivamente l’identità commerciale assunta nel secondo dopoguerra, strettamente legata alle fiere di bestiame. Pertanto l’incremento delle aree verdi viene ridistribuito ed armonizzato tra le due piazze e combinandosi con un’attenta razionalizzazione di funzioni e percorsi, porta alla creazione di spazi flessibili, adattabili ai diversi eventi ed esigenze della comunità (carnevale, sagre e manifestazioni di piazza). Inoltre l’ampia estensione di piazza Moro, anche se priva di qualità spaziale ed in parte inagibile, ha comunque favorito lo svolgimento di sagre, eventi ed attività di mercato. Pertanto, in sede di progetto, si è scelto di conservare questa prerogativa, portando la piastra in quota con l’Estramurale e vestendola di una nuova immagine. In questo modo la piazza si configura come una successione di tre differenti momenti, tra loro comunicanti per uniformità di materiali e linguaggio. La prima parte in prossimità di via Roma, destinata ad area di sosta e svago, caratterizzata da un’alternanza di fasce verdi e pavimentate, accoglie un’area gioco per i bambini ed una serie di lucernai, che bucando il solaio, portano luce agli impianti natatori sottostanti. La seconda area, collocata in posizione baricentrica, è caratterizzata prevalentemente da una pavimentazione in blocchi di pietra sui cui è adagiata una struttura in legno, la cui continuità materica è interrotta da tagli di verde, deputata ad ospitare manifestazioni di carattere temporaneo o di più lunga durata. La terza porzione, coincidente con il versante sud della piazza, è caratterizzata da una distesa continua di verde, da cui emergono due grandi tagli vetrati, costituiti dai patii dell’edificio sottostante che, oltre a portare aria e luce ai locali, creano un collegamento visivo con la piazza, stabilendo un ulteriore legame tra i diversi livelli di progetto. L’uniformità del piano di piazza Moro è interrotta dalla presenza di due volumi emergenti, caratterizzati da una successione di elementi in acciaio corten, che racchiudono al loro interno i due corpi scale-ascensori ed altre funzioni a servizio della piazza, quali wc pubblici e bar, rimarcando con la loro disposizione planimetrica la successione dei tre distinti ambiti. La sistemazione di piazza Berlinguer nasce dalla volontà e dalla necessità di liberare tale spazio dai numerosi veicoli in sosta e dare ordine al confuso sistema mercatale, favorendo la rinascita di un luogo di incontro, oltre che di un’area di mercato razionalizzata e funzionalmente migliorata. Vengono eliminate le piccole botteghe, in parte inagibili, e le nuove attività commerciali, in aggiunta alle otto ricollocate all’interno della galleria commerciale, sono sistemate nelle zona sottostante la piastra del Be.M.M. La piazza viene principalmente pedonalizzata, ad eccezione dell’area mercatale, dove è consentito l’accesso ai soli mezzi dei commercianti per l’allestimento della propria area vendita. L’intera area è posta in diretta comunicazione con il contesto urbano grazie ad un insieme di accessi in quota, rampe e scale, creando una comunicazione privilegiata con la piastra sovrastante e quindi con l’intero edificio sottoposto a piazza Moro, a mezzo di una scala celata dal setto che regge la terrazza del Be.M.M. L’area di piazza Berlinguer risulta, dunque, distinta in tre zone: nella prima, al di sotto della piastra, trovano posto wc pubblici, attività commerciali ed uno dei due bar presenti attualmente in Piazza Moro. Inoltre tale area è funzionalmente collegata alla parte di parcheggio ubicata sotto piazza Moro, dedicata nei giorni di mercato, alla sosta dei mezzi commerciali. A diretto contatto con questa zona, vi è l’area dedicata al mercato settimanale, caratterizzata dai nuovi stalli per il commercio, con una superficie di circa 16 mq, coperti da un pergolato in acciaio, che funge da supporto ai pannelli fotovoltaici, che contribuiscono all’illuminazione della piazza. Infine la restante parte, riproponendo la scansione dei moduli degli stalli, alterna aree verdi e sedute ad aree pavimentate, configurandosi come luogo di incontro e socializzazione. Inoltre si attua il recupero e la conservazione dello spirito del luogo, riprendendo i segni degli stalli dell’ex Foro Borio e generando da essi un nastro che ospita fontane e zone di sosta, attrezzature ludiche, sedute ed altro ancora; in un unico segno che porta con sé diverse funzioni, collegate alla vita all’aperto, senza perdere la memoria storica degli stalli e creando così nuovi momenti di aggregazione e socializzazione.

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In linea con quanto richiesto dal bando, tutte le destinazioni d’uso del nuovo edificio di progetto sono state pensate per fornire un servizio alla comunità cittadina, coerentemente con le esigenze emerse dai “Laboratori di progettazione partecipata” ed al tempo stesso in modo da coinvolgere capitali privati, finanziando così parte dell’intervento e generando, in fase di esercizio, reddito attraverso ricavi da utenza. Il tutto è stato concepito secondo le dinamiche del project financing, in modo che la realizzazione di tali opere comporti una spesa minima per la pubblica amministrazione. Nello specifico le principali attività che andranno a generare flussi di cassa, legati alla gestione del progetto sono: le attrezzature sportive (piscina e palestra), il parcheggio multipiano, la galleria commerciale e le botteghe, i bar collocati alle varie quote dei “terrazzamenti” ed il centro culturale polivalente. Nell’ambito del progetto di riqualificazione le opere realizzabili con l’apporto di capitale privato rappresentano, per dimensioni e complessità di impianti e strutture la percentuale maggiore dell’intero intervento, mentre resta a carico dell’amministrazione comunale la sola spesa relativa alla sistemazione delle due piazze, il cui impatto economico, si stima essere moderato in virtù delle entrate garantite dai canoni di concessione. Un ulteriore flusso di cassa a favore dell’amministrazione comunale, seppur di modeste dimensioni, è costituito dal canone di occupazione suolo pubblico per l’uso delle aree destinate al mercato settimanale in piazza Berlinguier.

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Sotto il profilo della sostenibilità energetica ed ambientale sono stati introdotti accorgimenti tecnici che puntano contemporaneamente all’impiego di risorse rinnovabili, per il contenimento dei costi di esercizio degli impianti e ad un opportuno impiego di fattori climatici ed ambientali al fine di migliorare il benessere ed il microclima degli ambienti interni. Nello specifico le principali risorse impiegate sono le acque meteoriche e l’energia solare. Le acque piovane vengono raccolte in un’apposita vasca, posta al di sotto dell’edificio e, previa depurazione, possono essere utilizzate per l’irrigazione delle aree verdi, per l’approvvigionamento del sistema automatico a pioggia (sprinkler), collocato nel parcheggio multipiano e per gli impianti di scarico dei sanitari. L’energia solare è impiegata in forma passiva a mezzo dei pannelli fotovoltaici installati sull’estradosso del pergolato in piazza Berlinguer, al fine di produrre energia elettrica che contribuisca all’illuminazione della piazza. L’impiego attivo dell’energia solare avviene grazie alla particolare geometria dei grandi patii vetrati che attraversano l’edificio. Infatti uno dei due lati maggiori di questi due pozzi di luce è stato inclinato verso sud per favorire un opportuno irraggiamento degli ambienti interni. Particolare attenzione è stata posta nel progetto della facciata, attraverso l’impiego di vetri selettivi, al fine di garantire il giusto confort climatico sia nel periodo estivo che in quello invernale, sfruttando la capacità di tale materiale di riflettere il calore nei periodi caldi e trattenerlo in quelli freddi.

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Via degli Elemosinieri - Sonia Calzoni, Studio Calzoni architetti

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Il progetto ha previsto il recupero del sottotetto di uno stabile sito in una piccola via a fondo cieco nel quartiere milanese compreso tra viale Monza e la Stazione Centrale; circondato da edilizia minuta, perlopiu’ costituita da residenza e piccoli capannoni industriali; il tutto intervallato da piccole aree verdi che conferiscono qualita’ alla via. L’adozione di un frame metallico che può essere rivestito da vegetazione rampicante si rapporta con la facciata di una palazzina milanese dei primi del ’900, introducendo il tema del giardino pensile a coronamento dell’edificio. Il recupero del sottotetto ha comportato la modifica della pendenza delle falde e del loro materiale di rivestimento, tradizionalmente in capriate lignee e manto in tegole marsigliesi; il nuovo frame, che continua verticalmente la facciata, diviene cosi’ un importante elemento di mascheratura. Il rapporto tra i due elementi e’ creato nell’interspazio tra la parte verticale e la falda inclinata, dove si articolano i tiranti e la struttura di sostegno e nelle aperture che interrompono e ritmano il triage in corrispondenza delle finestre

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pianta sottotetto

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pianta copertura

hair studio - salone Rocco - Nicola Braggio

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il progetto ha previsto la ristrutturazione di un piccolo monolocale in una bottega per parrucchieri. La principale richiesta del committente, seguita poi nella progettazione ed esecuzione,oltre a contenere le spese, era creare un ambiente familiare,il più possibile confortevole. La bottega dovrebbe quindi abbracciare amichevolmente il cliente per cui ogni scelta è stata fatta cercando di creare un luogo non eccessivamente scenico né asettico.

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OPEN MARKET - Chiara Luchino

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Descrizione del logoI. SCOMPOSIZIONE DEL LOGO Il logotipo per il progetto “OPEN MARKET” si compone di 3 elementi. “O”. A sinistra un elemento a forma di uovo definisce la lettera “O”. All’interno dell’uovo sono inserite, partendo dall’alto, le figure di un fiore, un pesce, un cestino, un calice, un’oliva, un maiale, una pecora, una carota, una testa di aglio, un limone, una fragola e una mela. Questi disegni svuotano la tinta di riempimento dell’uovo (come se lo forassero), facendo così emergere il colore dello sfondo. Tali elementi avranno inoltre la funzione di identificare i diversi operatori all’interno dei mercati. Infatti risulterà di volta in volta evidenziata la figura relativa allo stand di riferimento. Ad esempio, in prossimità di uno stand enologico sarà evidenziata la figura del calice, mentre il limone, la fragola e la mela segnaleranno uno stand ortofrutticolo e così via. “PEN”. A lato dell’elemento che contraddistingue il logo è posta la scritta “PEN” che, insieme all’uovo, compone la scritta “OPEN”. “MARKET”. Subito sotto vi è la scritta “MARKET” dimensionata in modo da inserirsi nel rettangolo definito dalla scritta “PEN”.

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II. ANALISI DEL LOGO L’elemento “O” potrà anche essere usato autonomamente, affiancato solo da una semplice scritta “OPEN MARKET” che potrà essere dello stesso carattere del logo compatto o anche un ARIAL BOLD sempre di RAL identico all’uovo. I colori scelti richiamano la natura e il biologico. L’utilizzo del marchio è preferibile su fondo bianco. Gli elementi “O” e “PEN” saranno della stessa gradazione di verde [C39, M0, Y85, K34]. L’elemento “MARKET” sarà di un verde più scuro [C70, M0, Y, K34]. L’intero logo può essere declinato anche in bianco, nero, in tutte le gradazioni di grigio e in arancio [C0, M36, Y100, K6]. Si propone di utilizzare le stesse gradazioni di verde o arancio come colori chiave dei mercati. Il logo è facilmente riconoscibile, distinguendosi dai loghi tipici dei mercati rionali. L’originalità agevola gli operatori e i clienti a riconoscere e ricordare il marchio, coniugando un’idea di innovazione e di tradizione enogastronomica. Il logo è leggibile in differenti scale di grandezza rimanendo identificabile anche a dimensioni molto piccole. Mantiene una gradevolezza estetica anche a grandi dimensioni. Il logo si presta a vari utilizzi di merchandising, quali la stampa su buste, t-shirt, tovaglioli, etc.

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R/M 01 - a3e Studio

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Ristrutturazione di un appartamento di piccole dimensioni ma dotato di una bella terrazza con vista sulla cupola di San Pietro e abitato da una giovane e vitale coppia che chiedeva la riorganizzazione degli spazi originariamente frammentati e angusti.

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L’intervento si è articolato su tre temi fondamentali: la creazione di un unico e ampio spazio giorno, la valorizzazione della terrazza, la trasformazione del bagno in un ambiente sorprendente e inedito.

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La creazione dell’ampia e luminosa zona living è stata ottenuta tramite la riunificazione dei diversi ambiti che costituivano inizialmente l’ambiente, ottenuta con interventi semplici e decisi: l’apertura di affacci interni sui divisori che dividevano l’ingresso e la cucina, il gioco di incastro tra i volumi semi-aperti che definiscono i diversi ambiti funzionali, l’utilizzo dei colori. L’appartamento si è trasformato in uno spazio unico, ampio, fluido, invaso dalla luce e chiaramente organizzato.

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La terrazza, ri-funzionalizzata con un intervento di basso impatto (sia economico che esecutivo), ha riacquistato il proprio valore tornando ad essere la naturale prosecuzione verso l’esterno dell’appartamento, con il quale condivide luce e colori.

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Il bagno è stata un’invenzione: accogliendo i desideri dei proprietari, è stato trasformato in un oggetto folle, unico e prezioso. L’ibridazione tra la modellazione organica, dalle linee moderne e sinuose, e il tradizionale bagno in muratura, ha generato uno spazio avvolgente, morbido, sensuale, dai colori freschi e luminosi.

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L’involucro di questo piccolo bagno è rivestito in tadelakt naturale, una particolare calce marocchina altamente traspirante che, una volta levigata e cerata diventa dura e liscia come il marmo.

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La scelta di una tonalità naturale della calce mette in risalto l’effetto cromatico della pavimentazione che ripropone un tappeto di frammenti colorati, verde, arancio e blu.

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RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA PIAZZA PARROCCHIALE ED AREE LIMITROFE IN COMUNE DI RANCO (VA) - Giuseppe Berloco, Anna Lisa Manicone, Filippo Quaratino

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L’area di progetto ha come nucleo centrale la piazza Parrocchiale e le aree ad essa adiacenti fortemente segnate dalla presenza di edifici di rilevante importanza per la città quali il Palazzo Comunale, il Vecchio Municipio e la Chiesa dei S.S. Martino e Lorenzo. Il nucleo storico di Ranco si colloca tra le attuali Piazza Venezia, via Roma e via Castello, in una zona compresa tra la fascia del lungolago e l’aria oggetto del concorso. Successivamente si è ampliata nell’area della Chiesa e del Municipio a ridosso di via Piave e attorno a questo polo si è diffusa una rete di piccole abitazioni destinate a residenze e servizi che caratterizza oggi l’aspetto della cittadina. L’area di progetto è situata presso la piazza Parrocchiale e si sviluppa trasversalmente rispetto a via Piave che rappresenta un vero e proprio taglio tra il Municipio e la Chiesa (quest’ultima crocevia di strade e priva di uno spazio pubblico di aggregazione). Un altro taglio all’interno del tessuto urbano è rappresentato da via Roma: ad ovest la zona del lungolago dove si concentrano maggiormente attività ludiche e turistiche; ad est una zona con residenze e servizi privi di connessioni. Allo stato attuale la sensazione che si respira è quella di una varietà inespressa di situazioni: tutto il sistema deve proporsi come una zona di ricucitura urbana esaltando il suo carattere di polo a forte intensità civica.

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Nel ripensare la piazza si è voluto valorizzare i singoli luoghi già caratterizzati da edifici esistenti e differenti funzioni sfruttando la sua fisionomia plano-altimetrica, trasformando cioè un punto di criticità in un punto di forza progettuale, ottenendo di fatto tre sottopiazze: - la Piazza Parrocchiale, prospiciente il fronte laterale della chiesa quale naturale prosecuzione di via Castello verso via Piave; (Chiesa parrocchiale = religioso) - la Piazza Comunale; (Palazzo Comunale = istituzionale) - la Piazza dei Servizi, in corrispondenza della Posta, della farmacia e del nuovo edificio per le Associazioni locali. (Vecchio Municipio = servizi per la collettività) L’idea forza della proposta progettuale è il lago: esso appare come il vero legame del sistema delle piazze con il territorio e con la storia. Difatti, mentre da un lato si è voluto dare ordine alla piazza andando a proporre un taglio parallelo all’asse della Chiesa che andasse a creare uno spazio pedonale piuttosto regolare, dall’altro si è voluto tener uniti i tre diversi spazi attraverso un segno trasversale che ricalca la sagoma stilizzata del versante est del lago Maggiore su cui si affaccia Ranco. Questo tema è stato successivamente rafforzato dall’inserimento di terrazzamenti fioriti che, sfruttando la naturale pendenza del terreno per collegare il Palazzo Comunale al vecchio Municipio, ricordano i pendii della Collina di San Quirico che si protendono verso il lago.

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Il progetto può essere letto come la realizzazione di un ambiente non gerarchico, un insieme di piazze, di luoghi e di atmosfere tra loro interconnesse e in grado di innescare relazioni su più livelli e diventare un luogo di incontro centrale del paese.

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AREE DA DESTINARE AD UFFICIO PROTEZIONE CIVILE COMUNALE E PER LE ASSOCIAZIONI LOCALI Questi nuovi edifici prenderanno il posto degli attuali depositi e garage dismessi: l’Ufficio Protezione Civile sarà collocato nella parte retrostante la piazza, in adiacenza al parcheggio e all’uscita per un più veloce movimento dei mezzi; l’edificio per le associazioni locali sorgerà al termine della gradinata che porta alla posta. La facciata sarà dotata di finestre retroilluminate con immagini artistiche o inerenti alle attività in esso svolte.

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PERCORSI CICLO-PEDONALI L’intera area sarà resa accessibile ai soli pedoni chiudendo quel tratto di via Castello prospiciente la Chiesa Parrocchiale. Il traffico sarà deviato su via Alberto, via Roma e da qui verso via Castello. In questo modo vengono definiti degli spazi pedonali più ampi lungo tutta la piazza. Percorsi ciclabili saranno previsti lungo via Roma e via Alberto, da cui è possibile accedere al parcheggio biciclette per una sosta in piazza.

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LUOGHI DI SOSTA PEDONALE E DI AGGREGAZIONE SOCIALE L’inserimento di elementi di arredo come le panche a forma di barche o le sedute circolari in pietra bianca bocciardata con al centro una betulla pendula, oltre al significato simbolico del lago come precedentemente descritto, vogliono essere un vero elemento di aggregazione prima che di sosta. Altre sedute sono state pensate come gradoni per superare il salto di quota tra la zona del Palazzo Comunale e la Chiesa, rivolti verso la piazza inferiore, e che in caso di spettacoli o manifestazioni possono accogliere gli spettatori.

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PARCHEGGI COPERTI Sono stati previsti n.4 parcheggi coperti per automezzi comunali posti nello spazio retrostante il Palazzo Comunale a cui è possibile accedere da via Alberto. Sempre nello stesso spazio di sosta sono stati previsti portabiciclette a ridosso dell’aiuola esistente.

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VERDE PUBBLICO Alle aree a verde già esistenti si aggiungeranno aiuole e terrazzamenti adornati con essenze autoctone tipiche del luogo. Tra le alberature più diffuse nella zona si è preferita la betula pendula per la sua capacità di apportare variazioni cromatiche nelle diverse stagioni.

ASSETTO DELLA PAVIMENTAZIONE La pavimentazione sarà realizzata in elementi in porfido (12×12cm) affiancati a fasce in pietra bocciardata (30×60cm). L’utilizzo del porfido, di cui è ricca la zona, tiene conto di aspetti legati alla sostenibilità ambientale e alla maggiore integrazione col territorio. La pietra chiara bocciardata determina, invece, delle zone di contrasto col resto della pavimentazione, individuando percorsi e zone privilegiate per la sosta.

RIDEFINIZIONE DEL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE Sono previsti proiettori a luce indiretta per modellare le facciate del Palazzo Comunale e della Chiesa, delimitando spazialmente la piazza, oltre a faretti per individuare percorsi pedonali facilmente visibili. Anche i punti di sosta saranno dotati di illuminazione: quelli a forma circolare con punti luce integrati alla base delle sedute; quelli a forma di barchette mediante il posizionamento di pali in alluminio posti ad una estremità della seduta simili a grosse lampare.


Casa Nicoletta - ADA lab

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Progettisti: Alice Zorzettig, Denise Confienza, Alberto Losano

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“Ho montato un lucernario nel mio appartamento. Chi vive sopra di me e’ furioso.” Steven Wright

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Casa Giulietta - ADA lab

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Progettisti: Alice Zorzettig, Denise Confienza, Alberto Losano

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“Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino.” Victor Hugo

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Nuova sede per la Scuola Superiore del Gruviera a Riaz - studio mas

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Nuova sede per la Scuola Superiore del Gruviera a Riaz

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vista prospettica da Sud

Casa Alberta - ADA lab

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Progettisti: Alice Zorzettig, Denise Confienza, Alberto Losano Artista: Walter Visentin

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“Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo.” George Augustus Moore

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Rustico Saint Georges - ADA lab

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Progettisti: Alice Zorzettig, Alberto Losano

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Recupero abitativo di un rustico con intervento energetico

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