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Shipwreck / HUT! - HUT! (Hut Arkitektura), Ander Barandiaran

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A sinking ship that grows from the water to create a chillaxation place overlooking Dream City, activating in this way a dead empty lake

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THE CONTEXT_”Roskilde Festival” is an international citation where different areas of the art and music scene meet annually and spend a week together creating an ephemeral city of over 130,000 people, where no matter where you come from or what you do: the important thing is to have fun!

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It is not an urban context itself but an event halfway between a city, a camping or an amusement park: people dress up in groups and play, enjoy concerts and many other artistic events.

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THE PROJECT_In this context, a desert lakeside, empty, dead, where the trash accumulates; and iconic artifact of great presence appears out of nowhere, a shipwreck that creates a relaxing space activating an environment doomed to be a giant urinal.

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The view from the front leaves his side the main circulation paths around the lake, like a ship dividing the sea in its way, while the opposite side creates a chill out space to the south with stairs to sit and enjoy a good view to the lake, the geodesic dome or the led screen.

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The project could also incorporate a solar panel on its upper stage and usb sockets in seats to charge mobile phones, thus solving a problem increasingly frequented. The possible future addition of artificial lighting would create a landmark night, an iconic lighthouse!

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On the other hand, the project expands around creating rest areas by joining simple items such as bouncing balls, assimilating into water bubbles that move and make reflections creating a more realistic effect. The combination of complementary colors such as red and cyan make this performance a visually appealing, simple and really comfortable space.

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THE TEAM, Hutspot team: A. Barandiaran, J. Salbide + I. Cantero, X. Lazkano,Y. Roth, H. van den Borne, R. Nederpel, G. van Egdom

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Square 23 - ADA lab

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Progettisti: Alice Zorzettig, Alberto Losano

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“La flessibilità trionfa sulla rigidità, la debolezza sulla forza. Ciò che è malleabile è sempre superiore a ciò che è inamovibile. Questo è il principio secondo cui il controllo delle cose si ottiene collaborando con esse, la supremazia tramite l’adattabilità” Lao Tze

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PISA XXI - Francesco Drago

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Obiettivo del progetto è creare un marchio che sia in grado di rappresentare la città di Pisa in modalità innovativa. Si vogliono “condensare” i simboli e i valori storici che la città possiede e che la rendono identificabile in modo univoco e sintetizzarli secondo lo “sguardo” e le “forme” appartenenti al nostro tempo, il XXI secolo. È questo il concetto che si deve esprimere attraverso un logo che sia anche in grado di elevarsi a simbolo, quindi avente una funzione culturale ed allusiva molto forte. Considerando l’utilizzo finale del risultato grafico, si è presupposta la necessità di ottenere un marchio caratterizzato da una “forma perimetrale” semplice, versatile e non soggetta a interpretazioni di carattere posizionale e di verso. Il pensiero progettuale nasce dal monumento più celebre della città: la “torre pendente”; essa costituisce un simbolo largamente “sfruttato”, sempre proposto nel modo più immediato e semplice, cioè da un punto di vista laterale. L’idea è stata quella di cambiare punto d’osservazione ed effettuare una rielaborazione contemporanea: la torre come se fosse un timbro che segna e distingue il territorio pisano, un timbro appoggiato sul tessuto urbano e inclinatosi a causa dei secoli. La vista zenitale della torre svela una forma globale (torre e basamento) molto interessante, caratterizzata da una serie di cerchi concentrici e di cerchi in traslazione tra loro dovuti all’inclinazione della torre, il tutto compreso in un unico cerchio perimetrale. Il suddetto gioco geometrico di cerchi vuole inoltre essere un tributo ad uno dei personaggi pisani più illustri, Galileo Galilei, alludendo ad un sistema di orbite. Lo studio e la semplificazione dell’architettura e delle decorazioni del monumento visto dall’alto ha portato ad un disegno schematico, essenziale e geometrico, tuttavia la direzione di inclinazione della torre rispetta la realtà in relazione alla posizione dell’ingresso; quest’ultimo determina anche la disposizione della figura generale, ponendosi nella parte inferiore del cerchio, come fosse l’inizio (in quanto accesso), il “punto zero” della storia della città, che si identifica come un percorso dall’origine fino ai nostri giorni. Tale concetto temporale sembra come testimoniato dal lento movimento della torre. Anche le decorazioni a settori del basamento rimandano all’idea di tempo, come fosse il quadrante di un orologio. Per collocare il marchio in modo esplicito nel nostro secolo come risultato di un processo storico, si è scritto il nome della città in corrispondenza del “punto zero”, cioè l’origine, quando nacque Pisa, e il numero del corrente secolo (“XXI”) all’esatto opposto, in sommità del cerchio, al “top dei giorni” raggiunti, non la fine ma il punto più avanzato. La successione del tempo è resa palese ricorrendo alla celebre serie di Fibonacci, riferimento culturale essenziale ad un altro illustre personaggio di Pisa, che collega attraverso i numeri scritti in romano (dovendo alludere ai secoli) il “punto zero” (“PISA”) con il settore “XXI”, lasciando liberi i successivi settori che rappresentano il futuro. Infine, per rendere più incisivo e impattante il marchio, si è deciso di attribuirgli un colore caratterizzante simbolico e significativo: si è optato per il colore storico delle bandiere e degli stemmi di Pisa, cioè il rosso. Esso non riguarda l’intero logo, ma solo alcune parti, il resto è in tonalità di grigio, in sintonia con lo stile semplificato del disegno grafico. Nella versione bianco-nero il colore viene sostituito dal bianco. Questa concezione rappresentativa permette eventuali rielaborazioni future, per esempio si può definire un colore differente per ogni diversa tematica di utilizzo; esso risulta flessibile, riproducibile, moltiplicabile ed applicabile a qualsiasi supporto, come se fosse un timbro. Inoltre è monodirezionale, quindi non presenta problemi di orizzontalità o verticalità, e può essere riprodotto in piccolo così come in grande senza problemi di risoluzione.

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© D R A G O S T I L E

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© D R A G O S T I L E

Pingtan Art Museum - MAD architects

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Pingtan Art Museum, the third museum design by MAD Architects, has just begun its construction preparation phase. It will be the largest private museum in Asia, claiming a construction area of over 40,000 square meters. The museum’s investments total around 800 million RMB and upon completion, its debut exhibition will display over a thousand pieces of national treasures.

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Being the largest island in the Fujian province, Pingtan is also the Chinese island nearest to Taiwan. In 2010, the ‘Comprehensive Experimental Zone’ project in Pingtan was officially launched; the island is expected to become the primary location for trade and cultural communication between Taiwan and the mainland in the foreseeable future. The island, which is currently home to fisheries and a military base, will quickly be transformed into an large-scale urban development zone.

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This new city, which is still under planning, will hold the museum at its center. The museum itself acts as a smaller scale island off the Pingtan Island itself, connected to land only by a slightly undulating pier, which, in turn, bridges artificial and natural, city and culture, as well as history and future. The museum represents a long-lasting earthscape in water and is a symbol of the island in ancient times, with each island containing a mountain beneath it.

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The island is firstly a public space that is then turned into a museum. The sea, the beach, the oasis and the slope all interconnect with each other, forming a harmonious capacious space with the mountains in the distance. The building is constructed with concrete that is blended with local sand shells. The indoor space, formed by the rise and fall of the formal movements, looks similar to ancient caves.

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Pingtan Art Museum is built in a landscape setting of an urban city. After its completion, it will create a new space for the city and the city’s inhabitants and further inspire them to reflect on the impact made by time and nature.

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Concorso internazionale per il progetto di due ponti sul fiume Arno - INTEGRA Ingegneria Territorio Grandi Infrastrutture S.r.l.

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Progetto preliminare di due ponti sul fiume Arno presso la località Vallina (FI). La prima opera d’arte è uno strallato con luce libera pari a 140 m mentre il secondo attraversamento è realizzato mediante un arco a via inferiore di 130 m di luce. L’impalcato di entrambi i ponti è in c.a. con due travi di bordo estradossate collegate da traversi e con percorso pedonale a sbalzo.

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Universal Design di una casa in campagna - Roberto Vantaggi

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L’intervento di accessibilità a questa casa è costituito da una serie di accorgimenti a bassissimo impatto sull’edificato esistente; un piccolo distinguo lo si ha per ciò che concerne la costruzione della nuova terrazza sul lato Nord. Qui l’accessibilitàè intesa, in senso più largo, come conquista di quel panorama che prima era precluso agli abitanti del livello superiore dell’edificio. Sullo spigolo Nord-Ovest della casa è stato introdotto un elevatore meccanico che permette l’accesso al primo piano senza dover utilizzare la grande scala semicircolare. Anche questa è stata modificata con l’aggiunta di due scalini che hanno abbassato di un buon 10% l’alzata degli stessi. Un corrimano doppio completerà la piena fruibilità della scala. All’interno dell’edificio le aperture delle porte sono state allargate, qualora necessitavano, fino ad una ampiezza minima di 85 centimetri. I sanitari dei bagni sono stati solamente spostati per consentire il passaggio e un pratico stazionamento della sedia a ruote. Ulteriori lievi modifiche hanno reso pienamente fruibile le cucine di entrambi i piani.

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Pianta della copertura

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Il prospetto Nord è cambiato, come il panorama di chi si affaccia al balcone

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Al primo piano, la nuova terrazza sul lato Nord ha preso il posto di ampia parte del sottotetto... ne giova il panorama!

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Pochi accorgimenti nella disposizione degli arredi sono bastati a rendere più accessibile il piano terra

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Prospetto Sud

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Prospetto Ovest

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Prospetto Est

ORTANGOLO - Enrico Demattè, Elena Fontana

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CONCETTO ARCHITETTONICO. IL TEMA DEL PROGETTO E’ LA STESURA DI UN CONFINE PRECISO CHE DEFINISCE IL PERIMETRO DI UN GIARDINO TERRAZZATO DAL QUALE EMERGE LA VOLUMETRIA COMPATTA E CUBICA DELLE STANZE E DEI LOCALI TERAPIA. L’IMPIANTO GENERALE VEDE IL DIALOGO TRA DUE VOLUMI PRINCIPALI, QUELLO DEGLI ATELIER E DEGLI SPAZI DI LAVORO DA UNA PARTE E QUELLO PUBBLICO DELLA CAFFETTERIA-TEAROOM E LIBRERIA DALL’ALTRA, CONNESSI DA DUE TERRAZZE-GIARDINO. LA VOLUMETRIA PRINCIPALE- EMERGENTE DAL TERRENO NATURALE- TROVA LA SUA COLLOCAZIONE SULLA DISCESA AL PAESE PER GARANTIRE LA CONTINUITA’ DELLA VISUALE DALLA GRANDE GRADINATA A MONTE CHE DALLA VECCHIA STRUTTURA DELLA FONDAZIONE TORRIANI PORTA ALLA NUOVA STRUTTURA A CHE PROSEGUE ANCHE ALL’INTERNO DEL NOSTRO GIARDINO COLLEGANDO LE TERRAZZE.

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LA TERRAZZA PIU’ PICCOLA POSTA ALL’ANGOLO DELLA STRADA COMUNALE DIVENTA LO SPAZIO PUBBLICO DELLA CAFFETTERIA-TEAROOM. QUESTA CORTE GESTISCE LE ENTRATE A TUTTO IL COMPLESSO; VERSO I PARCHEGGI AL PIANO INTERRATO, ALLE STANZE E ALLA TERAPIA AL PIANO SUPERIORE PASSANDO DALLA TERRAZZA-TEAROOM E PRENDENDO LA SCALA FREDDA POSTA SUL LATO NORD-EST DELLA TORRE. IL SISTEMA A DOPPIA RAMPA DELLA SCALA INTERNA E L’ASCENSORE PASSANTE PERMETTONO DI AVERE I COLLEGAMENTI A TUTTI I PIANI.

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LA TERRAZZA A NORD-OVEST DIVENTA INVECE UNO SPAZIO DI LAVORO O DI SVAGO PIU’ INTIMO PER GLI OSPITI DELLA FONDAZIONE. QUELLA SOPRA AGLI ATELIER DI LAVORO E’ PENSATA COME UNO SPAZIO PIU’ ESCLUSIVO DI LAVORO E DI ORTOTERAPIA. GLI SPAZI INTERNI SI CARATTERIZZANO PER LA PRESENZA DI DOPPIE ALTEZZE SIA NELLA CAFFETTERIA-TEAROOM CHE NELLE STANZE-SOPPALCO DEI RAGAZZI PER EVIDENZIARE LA LETTURA VERTICALE DELLA TORRE. L’ACCESSO VEICOLARE AI PARCHEGGI E’ POSTO ALL’INIZIO DEL SITO PER EVITARE CHE INTERFERISCA CON L’ACCESSIBILITA’PEDONALE A MONTE.

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CONCETTO STRUTTURALE E COSTRUTTIVO. LA STRUTTURA VERTICALE E’ DEFINITA DALLA CONTINUITA’ DEL MURO ESTERNO E DAL BLOCCO CENTRALE DEL VANO SCALE. SU QUESTI ELEMENTI APPOGGIANO LE SOLETTE DELLE TERRAZZE CON CAMPATA MASSIMA DI 12,00 ML NEL PARCHEGGIO. IN QUESTO SEMPLICE SISTEMA COSTRUTTIVO SI INTEGRA ANCHE LA STRUTTURA DELLA TORRE LE CUI SOLETTE SONO CONSIDERATE COME DEI TERRAZZAMENTI INTERNI.

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I PROSPETTI DELL’EDIFICIO SONO DIFFERENZIATI IN BASE ALL’ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO E ALL’EFFICIENZA TERMICA GENERALE, APRENDOSI MAGGIORMENTE VERSO SUD PER PERMETTERE L’IRRAGGIAMENTO INVERNALEGARATENDO COMUNQUE L’OMBREGGIAMENTO ESTIVOE APRENDO VERSO NORD DELLE FERITOIE PER IL VANO SCALE. SI PREVEDE DI RAGGIUNGERE LO STANDARD MINERGIE CON UN CAPPOTTO TERMICO IN FIBRA DI LEGNO ED INTONACO ISOLANTE ED IDROREPELLENTE COLOR TERRA ROSSA COSTITUITO DA INTONACO PIGMENTATO SPRUZZATO SUUNA RETE A MAGLIA INCROCIATA DI TESSUTO COME LEGANTE.

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Smartshop - Claudio Esposito

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Il progetto per il punto vendita Online ha trasformato un obsoleto locale commerciale in un moderno spazio di esposizione e vendita di prodotti elettronici. Il principale obiettivo è stato elaborare un spazio accogliente e flessibile in grado di adattarsi alle molteplici esigenze della committenza e di valorizzare i prodotti commercializzati.

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Una sfida importante per i progettisti è stata quella di interpretare il tema della sostenibilità sia da un punto di vista impiantistico che estetico. Le soluzioni adottate passano principalmente attraverso l’ottimizzazione delle prestazioni energetiche: l’intera fornitura di corpi illuminanti LED presenta consumi pari ad una ‘vecchia’ lampada ad incandescenza da 150W.

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Sostenibilità vuol dire anche ottimizzare la scelta di finiture e lavorazioni per garantire un giusto equilibrio tra qualità ed investimenti. Questo non ha impedito l’utilizzo di finiture di pregio come la carta da parati Elitis che con il suo effetto tessuto veste una parete in cartongesso curva e scandita da nicchie bianche che ospitano, in un bagno di luce, i prodotti di telefonia e entertainment. La texture grezza e densa si sposa bene con i profili in alluminio che rifilano gli espositori e con i pannelli scorrevoli Graphis Light di Rimadesio che celano un piccolo spazio ufficio alle spalle del bancone.

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Alla gamma cromatica delle finiture, volutamente desaturata per permettere una migliore integrazione con i prodotti esposti e porli in maggiore evidenza, si sono accompagnate particolari scelte illuminotecniche che evidenziano gli spazi espositivi open space dove il cliente ha la possibilità di testare i prodotti commercializzati. Il bancone è stato realizzato in opera e segue un andamento curvilineo per massimizzare i punti di contatto con la clientela e agevolare i movimenti degli operatori.

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New Concept - Arch. Lucio B. Carloni

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Aree interessate alla progettazione Bancone: elemento operativo più importante del piano terra, deve catturare l’interesse dei clienti, quindi con un forte impatto visivo, ma al tempo stesso essere veramente funzionale e versatile. Il bancone infatti deve fungere da punto cassa, vetrina prodotti (es. pasticceria produzione propria) ed essere in grado di rispondere alle diverse attività svolte durante tutto l’arco della giornata (colazioni, snack, pranzo, aperitivo, cena). Zona di accesso: Il bancone deve essere inserito e contestualizzato nella zona di accesso al ristorante, che deve consentire un’affluenza sostenuta, creare un’atmosfera in linea con lo stile dei ristoranti già esistenti e sia progettato in modo funzionale, che garantisca capacità di risposta elevata e organizzazione. Scala: La scala che porta al piano superiore deve ospitare una cantina a vista, anche chiusa in vetro o plexiglass, con un forte impatto visivo.

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First View

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Second View

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Third View

Trim Coffee Table - Arch. Lucio B. Carloni

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Project proposals selected amongst the top forty on over 400 participating projects. TRIM Coffee Table is a particular design object. Its main features that distinguish it from other coffee tables are: SIMPLICITY, ELEGANCE, MODULARITY and CONTINUITY. Its formed by blades of glass cut into U-shaped section in correspondence of the legs while they have a rectangular cut at the plane. The connecting elements that allow to sustain the whole are formed by nuts, screws and hooks all possible chromates, possibly the finish can be adapted to other types as opaque, glossy, etc. This feature allows the table to have infinite dimensions. This type of coffee table can be adapted to a variety of colors as well as the infinite types of surface, that can add additional characters and add to the sense of life, that allows you to give an extra touch to the environment in which it is placed. The table is very elegant, delicate and fits in any type of environment. His middle name is DESIGN.

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Front View

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Contest View

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Yable - Arch. Lucio B. Carloni

SOCIAL MARKET - Marco Jacomella, Carla Ferrer Llorca, Andrijana Sekulic, Gianmaria Socci, Claudio Esposito, Toti Di Dio / NEU

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La cittàè un grande mercato: un luogo di scambio continuo di conoscenze, esperienze ed idee, innervato da una infrastruttura analogica e sempre più digitale. Sono questi i fattori che trasformeranno Rogoredo in un nuovo polo attrattivo, creativo e di produzione. Una forte infrastruttura perimetrale di interscambio e connessione permette l’attivazione e la rigenerazione delle aree esistenti, definendo un limite, una nuova e coesa identità per l’intero quartiere. Contemporaneamente, l’introduzione di una infrastruttura collaborativa digitale incentiva la connessione e la relazione attiva tra gli abitanti. Fulcro dell’intervento sono le nuove residenze di via Pestagalli ed il Mercato Attivo, spazi flessibili e vetrine del cambiamento in corso a Rogoredo.

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Quadro strategico

QUADRO STRATEGICO Rogoredo ha tutto, tranne che una propria identità. È la porta sud di Milano, punto nevralgico del sistema infrastrutturale del Nord Italia, è ricca di verde, di storia e di attività, fulcro di una vasta area in trasformazione e con grosse potenzialità. Cresciuto all’interno di confini molto rigidi ed imponenti, il quartiere si è però sviluppato senza prospettiva e coesione: una successione di interventi isolati e slegati fra di loro. Come nelle antiche città medievali, anche Rogoredo ha bisogno delle sue mura: è necessario un limite, che gli permetta di riconoscersi, definirsi e modellare la sua identità futura. La proposta urbana identifica questo limite, non in una barriera ma in una opportunità di scambio sociale: un percorso circolare, che si sviluppa lungo il perimetro delll’area urbanizzata cingendola, racchiudendo e cucendo assieme tutte le individualità dalla quale è composta. Il tracciato già esiste: suggerito da strade, aree e percorsi resi marginali e senza carattere perché stretti tra autostrada, ferrovia e industria. Questo spazio pubblico di 4.2 km, in mateco e rosso, è la guida per lo sviluppo. Su questo percorso ciclopedonale si innesta tutto il nuovo sistema di trasporti di prossimità (autobus, postazioni di bike e car sharing, stazioni di ricarica per macchine elettriche), nelle sue vicinanze si situano i parcheggi scambiatori e gli ingressi principali al quartiere, attivando tutti i nuovi interventi. Rogoredo ha un glorioso passato industriale, dal quale deve attingere per reinventarsi nell’industria del futuro, quella digitale. Gli interventi di riconversione funzionale e di densificazione nell’area a Nord di Santa Giulia creano un tessuto industriale moderno, luogo di produzione per la nuova economia e società, offrendo spazi flessibili residenziali e lavorativi. Gli interventi sono finanziati tramite la trasformazione di via Pestagalli in un cartellone pubblicitario lineare da 1 km. Nel resto del quartiere, si potenziano le funzioni già esistenti, inserendo quelle di primaria importanza attualmente non disponibili. Con l’incentivazione della struttura degli orti, si genera un surplus di produzione vendibile nei nuovo mercato. Attraverso una diffusa presenza di tecnologie digitali, si attiverà un esperimento di smart cities, di ascolto e di partecipazione attiva dei cittadini, per una urbanistica più flessibile e partecipata.

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Progetto degli spazi aperti

PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI All’interno dell’area una fitta rete di connessioni ciclopedonali struttura il tessuto urbano, connettendo tra di loro aree fortemente divise, favorendo l’integrazione delle diverse funzioni e un’esperienza fluida e continua. Data la scarsa densità dei volumi previsti e l’ampia disponibilità di superfici aperte nelle vicinanze, si considera l’area di intervento come un grande spazio pubblico, strutturato da una fitta rete di funzioni. Lo spazio aperto diventa l’opportunità per sperimentare pratiche urbane ibride, in cui le cerchie che compongono la comunità possano confrontarsi e contaminarsi dando luogo ad un ambiente urbano in continuo fermento. La relazione tra pubblico e privato viene formalizzata attraverso una gradazione di livelli di privacy all’interno dell’area, con superfici diverse e marcati dislivelli. Un piano pavimentato si estende tra i tre blocchi edilizi distribuendo tutte le attività commerciali e i servizi comunitari più visibili. Il tessuto di piccoli negozi, il grande mercato, i bar ed i ristoranti, la Casa degli Ospiti e l’Agorà, la Ludoteca, il Centro Ricarica e la Officina delle Idee formano così un complesso e ricco sistema urbano. In maniera complementare, ampie superfici trattate a parco si inseriscono all’interno delle corti e costituiscono un sistema strutturato di verde pubblico che collega l’interno e l’esterno dei blocchi edilizi. Il Parco, accessibile a tutti, garantisce la giusta mediazione tra la scala più intima delle residenze e l’apertura che caratterizza l’intervento, collegandosi con gli interventi circostanti. Il dislocamento dei trasporti di quartiere sul percorso attivo perimetrale e lo spostamento della mobilità su ruote ai margini del lotto, configura l’interno dell’area come car free zone. A Sud si colloca la linea circolare del bus, gli spazi di carico/scarico del Mercato e l’ingresso al parcheggio interrato dello stesso; ad Est si trovano invece la nuova linea di tram verso via Mecenate, l’ingresso ai parcheggi interrati delle residenze ed il parcheggio di superficie. Quest’ultimo, caratterizzato da vaste alberature e trovandosi ad una quota inferiore rispetto al basamento pedonale, diventa un ulteriore spazio complesso di transizione verso l’interno dell’area.

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Piano dei servizi collaborativi

PIANO DEI SERVIZI COLLABORATIVI La nuova mappa dei servizi riconosce la ricchezza della realtà, e struttando l’opportunità del nuovo percorso, potenzia e completa l’offerta esistente nell’area. Contemporaneamente, nuove funzioni favoriscono la creazione di forti sinergie urbane, attraendo un maggiore numero di residenti e potenziandone la visibilità. Da un lato, i macro servizi come l’Agorà, L’Officina delle Idee, il Mercato Attivo incentivano la formazione di un tessuto attrattivo che definisce il nuovo carattere del quartiere. Flessibili, offrono spazi lavorativi e funzioni in condivisione, spazi di vendita e di incontro, liberi di essere utilizzati ed ampliati, innescano la trasformazione di Rogoredo in un nuovo polo per la creazione, produzione e comunicazione di idee per la società futura. Dall’altro, una fitta griglia di funzioni di prossimità e di punti per la mobilità sostenibile arricchisce e struttura il tessuto urbano e sociale esistente, facilitando i movimenti e le relazioni sociali. La partecipazione attiva della cittadinanza è fondamentale, sia per le sue necessità (da soddisfare), che per quello che può offrire. Il mondo digitale è il nuovo medium attraverso il quale cogliere le esigenze individuali per trasformarle in opportunità collettive. La relazione ed il contatto diretto degli abitanti tra di loro e con il territorio viene ripensato mediante gli strumenti propri del social network. Attraverso la creazione di un Mercato Digitale, sotto forma di applicazione per smartphone e computer, si crea un luogo di condivisione e di scambio, una piattaforma di confronto e dialogo attorno ai temi di mobilità, formazione, energia e lavoro. Un gioco collaborativo, all’interno del quale per ogni azione virtuosa compiuta (sociale, ecologica, collaborativa), gli abitanti riceveranno un particolare riconoscimento sotto forma di bonus virtuali. Questi bonus – reinvestibili liberamente all’interno della comunità– potranno essere impiegati per ricevere sconti su prodotti locali, ottenere l’utilizzo gratuito degli spazi e dei servizi presenti, o scambiarli per attività e aiuti personali. Più si partecipa alla vita sociale, più si è virtuosi, più si gioca, più si ottengono punti, premi e benefici. Si incentiva in questa maniera un complesso sistema di interazione e partecipazione, che partendo come esperienza virtuale, può positivamente influenzare e migliorare la realtà esistente.

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Concept architettonico del Lotto 1

CONCEPT ARCHITETTONICO DEL LOTTO 1 Da supermercato a mercato attivo: una nuova struttura, che funzione come vetrina, come pubblicità e centro di vendita per le attività che si svolgono e per i prodotti che si producono a Rogoredo. L’edificio lavora sulla dualità e la connessione dei due spazi pubblici offerti: uno spazio coperto a piano terra, e uno scoperto sopraelevato. Il piano terra si configura come un ampio spazio coperto di vendita, un nuovo mercato rionale, delimitato da una serie di negozi di prossimità, dal deposito merci e dalla superficie di grande distribuzione. Al centro, in uno spazio triangolare coperto si distribuiscono i distinti punti di vendita, sia di alimentari che di altri prodotti, flessibili ed organizzabili, affittabili liberamente, attraverso i quali si potranno acquistare prodotti provenienti dal quartiere o da aree limitrofe. Uno spazio non solo per comprare, ma anche per consumare, provare e scoprire nuove esperienze. In questo primo livello si concentrano le superfici richieste dal bando. Il primo piano si struttura come un patio rialzato, contrappunto all’occupazione di suolo pubblico causata dalla funzione commerciale. Trasferendo la quota di superficie residenziale sottratta ai lotti 2 e 3 (2500mq), si crea uno spazio rialzato, nella cui cortina edilizia si stabiliscono delle funzioni ibride tra residenziale, produttivo e terziario. Luoghi di produzione, comunicazione e vendita diretta, hanno nella corte aperta la loro dimensione perfetta, per la creazione di una comunità coesa e dinamica. Il patio stesso si configura come una copertura attiva e transitabile, una quinta facciata per le residenze che si affacciano su di esso. I suoi moduli triangolari creano una ricca topografia, assumendo di volta in volta funzioni di illuminazione del mercato sottostante, di verde, di microfunzioni pubbliche, di connessione verticale tra quota inferiore e superiore. La copertura, nell’angolo verso la stazione di Rogoredo, scende a terra, invogliando il passante a scoprire questo nuovo spazio offerto alla città.

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Concept tipologico-funzionale della residenza lavoro

CONCEPT TIPOLOGICO-FUNZIONALE DELLA RESIDENZA LAVORO Gli isolati residenziali si richiamano apertamente alla tradizione milanese delle case a ringhiera: simili in altezza, si differenziano per la corte, non più privata, ma aperta e caratterizzata da funzioni di prossimità e di quartiere, punti di incontro e di scambio tra cerchie più ampie di persone. La residenza e le sue relazioni vengono pensate come una sequenza di spazi con differenti gradienti di condivisione e di relazione. L’accesso alle case è garantito da un sistema di ballatoi, spazio sociale di condivisione attiva, micromondo verticale che permette a sua volta l’accesso alle funzioni pubbliche collocate agli angoli dell’edificio. Dai ballatoi, distanziati dalla facciata vetrata e funzionanti anche come protezione per il sole, si accede alle soglie-balconi, spazi di dialogo tra il mondo privato e il pubblico, di mediazione tra la condivione completa e quella sempre più privata della resideza. La residenza, basata su un modulo di 3 metri di larghezza, ed è dotata di una facciata completamente vetrata verso il patio, e resa attiva da semplici sistemi di oscuramento; è concepita come un open space adattabile e modificabile, capace di assorbire la più ampia varietà di utenti e di funzioni possibili, incentivando così l’ibridazione delle funzioni residenziali con quelle produttive, terziarie ed artistiche. La facciata esterna, fascia di condivisione minima dell’ambito residenziale, viene attivata dalle funzioni non flessibili della residenza (il bagno, la cucina, le connessioni verticali), raggruppate per liberare il nucleo della casa e combinabili per garantire la massima offerta possibile. Nel mondo di ipersocialità virtuale contemporanea, le residenze si offrono come vetrina sul micromondo dell’isolato: una vetrina attiva, modificabile e gestibile a piacimento dall’utente, a seconda di quanto vuole condividere con i suoi condomini. L’intervento è concepito come un organismo sociale complesso, dove si favoriscono ed incentivano i rapporti e le relazioni sociali attraverso il sistema di distribuzione e l’inserimento di funzioni collettive (la FIT-moteca, palestra e sala cinema, il TEC-nificio, stampanti 3d e laser a disposizione di tutti i maker, la sala meet-UP, la CO-cina, per barbeque e cene tra vicini). Quello che non è possibile avere a livello personale, lo si ottiene grazie alla massa critica garantita dalla dimensione dell’ intervento.

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Stand espositivo esterno - Daniele Stiavetti

Sistemazione Parcheggio Rovelli – progetto preliminare - Mirko Bertinotti Architetto

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Data la necessità di ricavare il massimo numero di posti si è optato per allargare il parcheggio a discapito dei giardini pubblici; tale scelta trova giustificazione nel fatto che i giardini non sono mai stati utilizzati a pieno da parte della cittadinanza a causa della loro collocazione infelice ovvero nel mezzo di due strade molto trafficate quali via Giacomo Matteotti e via Remo Barbieri. Sono previsti quindi la rimozione dei vialetti pedonali, della fontana, del sistema di scale, dei lampioni e il taglio di alcuni alberi. E’ programmato il trasferimento del monumento dedicato “ai caduti di tutte le guerre” in un nuovo sito più idoneo scelto dall’Amministrazione Comunale. Il nuovo perimetro del Parcheggio Rovelli si realizza attraverso uno sbancamento generale verso est mantenendo circa la stessa quota di calpestio del parcheggio esistente; tale operazione non implica la creazione di muri di sostegno e/o opere speciali di contenimento terra in quanto sono previste delle scarpate di terra di contorno inclinate con un angolo pari all’angolo di attrito (ovvero 27° come indicato nella relazione geologica tecnica già citata nello Studio di Fattibilità). Il risultato è una fascia di terrapieno che parte da quello già esistente tra il ponte del Ticino e via Giacomo Matteotti e si sviluppa lungo via Remo Barbieri riducendosi di altezza fino al raggiungimento della quota del nuovo ingresso del parcheggio ampliato. Quest’ultima quota è pari a 199,25 m s.l.m. ovvero alla quota della Piazza Cesare da Sesto, piazza antistante al Palazzo Comunale. La scelta di posizionare il nuovo ingresso del parcheggio proprio a tale quota nasce da un lato dal fatto che attualmente si accede al parcheggio esistente a una quota inferiore alla quota idrica di colmo della piena del fiume Ticino (pari a 197,90 m s.l.m. con tempo di ritorno a 200 anni) impedendo l’utilizzo del parcheggio durante l’esondazione del fiume, dall’altro lato da una specifica richiesta dell’Amministrazione Comunale che ha immaginato di poter realizzare in un prossimo futuro un percorso pedonale orizzontale di collegamento tra il Parcheggio Rovelli e la Piazza Cesare da Sesto, percorso inglobato in un possibile progetto di sistemazione dell’area del Circolo Sestese. Il nuovo perimetro del parcheggio è generato dal confronto a nord con via Giacomo Matteotti e a est e a sud con via Remo Barbieri; un asse di simmetria perpendicolare alla direzione di via Giacomo Matteotti e posizionato in prossimità del nuovo ingresso ne regolarizza il disegno. E’ prevista anche l’integrazione del marciapiede, da poco realizzato con i lavori di formazione della rotonda nell’incrocio tra via Giacomo Matteotti, via Remo Barbieri e via Roma, con il nuovo ingresso del parcheggio e con la creazione di un punto di attraversamento pedonale di via Remo Barbieri. Lungo il perimetro si realizza un cordone in terra ricoperto di fiori e arbusti di circa 1,30 m di altezza avente le seguenti funzioni: mitigare a livello paesaggistico, guardando dal lungofiume, la vista delle automobili parcheggiate verso il fiume Ticino dal ponte fino al nuovo ingresso (barriera visiva); bloccare l’acqua meteorica di scorrimento superficiale che si sviluppa lungo i terrapieni (barriera acqua); rafforzare il perimetro del parcheggio facendolo percepire nelle visuali dall’interno come un limite uniforme e netto; permettere la vista verso il fiume Ticino dalla zona del parcheggio verso ovest. Nel progetto sono inseriti due filtri visivi per mitigare l’impatto paesaggistico: il primo filtro visivo è una quinta costituita dagli alberi esistenti disposti tra il parcheggio e le strade completata attraverso l’integrazione con nuovi alberi; il secondo è formato da un sistema di alberi composto da un filare al centro e uno lungo il perimetro del parcheggio; alla base degli alberi si trovano aiuole con piante tappezzanti. L’area di parcheggio completamente asfaltata è suddivisa in stalli attraverso una serie di “segni architettonici” che si integrano con il disegno globale dell’intervento generando i seguenti tipo e numero di posti: n° 142 posti per automobili di cui n° 4 posti per disabili; n° 54 posti per motociclette di cui n° 10 posti a tandem; n° 32 posti per biciclette. I posti a tandem per le motociclette (ovvero due posti in linea posizionati uno davanti all’altro) sono stati inseriti tenendo presente che spesso i motociclisti si muovono in gruppo e che quindi arrivano e partono nello stesso momento. La circolazione all’interno del parcheggio avviene in modo circolare, intorno al filare centrale di alberi, su una strada interna con doppio senso di marcia del calibro di 6,00 m. Gli stalli per automobili e per motociclette sono distribuiti sia lungo il perimetro che al centro del parcheggio; gli stalli per biciclette sono concentrati in prossimità dell’ingresso come i posti auto per disabili. Le dimensioni di uno stallo per automobile sono pari a 2,50 m di larghezza per 5,00 m di lunghezza mentre quelle di uno stallo per motocicletta sono pari a 1,00 m di larghezza per 2,00 m di lunghezza. L’ingresso è studiato per due tipi di mobilità, separati per una fruibilità in sicurezza dell’ingresso stesso: mobilità veicolare al centro, su una sede del calibro di 6,00 m, e pedonale ai lati su due percorsi; attraverso tali percorsi si accede ai parcheggi dedicati alle biciclette. Dal punto di vista dell’illuminazione notturna si è optato per un sistema di lampioni a doppio braccio posizionati a filare al centro del parcheggio per un’illuminazione diretta dall’alto verso il basso e per un sistema di faretti a terra, posizionati all’interno delle aiuole sopracitate, per un’illuminazione dal basso verso l’alto degli alberi con effetto scenografico.

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Il giglio - CARLO IAFIGLIOLA

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Proposal to the competition for the new stadium in Florence

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_vista ingresso

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_vista viale Guidoni


MAY FLAT - Alessandro Puglisi

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Il progetto ha riguardato la ristrutturazione di un appartamento il cui impianto tipico degli anni ‘60 è stato rivisto sia sotto l’aspetto funzionale che della percezione degli spazi.L’impianto caratterizzato da una succesione di ambienti rigidi e poco flessibili si è trasformato in uno spazio aperto e dinamico. Non esistono separazioni,l’uso del vetro e del legno per la pavimentazione ha permesso la compenetrazione degli spazi senza nessun ostacolo visivo e le connessioni dell’area giorno con l’area notte diventano percorsi prospettici.Anche la luce diventa parte integrante del progetto che insieme agli arredi “contenuti” negli spessori dei muri si completano in un unico disegno.

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casa privata - fabio licciardi

Nuova Biblioteca Nazionale di Architettura - Arianna Bianchini

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La Biblioteca di architettura sarà situata in una zona centrale di roma, il quartiere Flaminio. Sarà un nuovo tassello architettonico che si rivolgerà in maniera diretta e indiretta al Villaggio Olimpico (‘60),all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, il MAXXI di Zaha Hadid, il Palazzetto dello sport e lo stadio flaminio di Nervi e si connetterà con Via Guido Reni, attraverso il Ponte della Musica di Buro Happold, al complesso sistema sportivo del foro italico e a Monte Mario

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Masterplan con Foto-Inserimento

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Schema Funzionale

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Prospetti

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Prospetti

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Sezioni

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Sezioni

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casa delle farfalle di Modica - giovanni garretto

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La casa delle farfalle è un ambiente chiuso, climatizzato (temperatura media 25-28°C) e ad umidità controllata (circa 80%) nel quale vengono allocate piante e fiori in modo da ricreare un habitat molto simile a quello tropicale. All’interno di questa struttura, visitabile da chiunque, volano liberamente, a contatto dei visitatori, farfalle tropicali di varie specie, colori e grandezza e sono anche osservabili falene, bozzoli, crisalidi, bruchi, insetti stecco, blatte soffianti e altri insetti.

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Il budget e la manodopera erano limitate, la struttura della serra, le piante e i materiali da utilizzare per l’allestimento erano il punto di parteza della progettazione in quanto messe a disposizione dagli sponsor. A partire quindi da tutte le piante presenti in un vivaio, dal materiale lapideo messo a disposizione da un’azienda di lavorazione della pietra, da una serra agricola completa di plastica e rete antibombo e da un paio di volenterose imprese artigiane che hanno prestato il loro servizio per la realizzazione degli impianti di climatizzazione, nebulizzazione ed elettrico è nato progetto.

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Una biologa, un botanico, un giornalista, un “ingegnere architetto” e un gruppo di alunni dell’istituto d’arte…tutti “operai” per dar vita ad un progetto ambizioso e quasi interamente autocostruito.

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Scelte le piante ad una ad una, quelle nutrici, quelle ombreggianti, quelle alte e quelle basse…. scelti con cura anche le tipologie di pietra, rigorosamente locali!, i formati dei blocchi lapidei e le tipologie di lavorazione di ognuno… la materia prima, la “la tessera del mosaico” era pronta… La scelta del mattoncino di pietra di modica o di pietra lavica in due diversi formati e con tra diverse lavorazioni superficiali ( liscio, puntellato e a spacco)ha permesso agli “ideatori-realizzatori” del progetto di costruirlo con le proprie mani esattamente come l’avevano pensato…pietra su pietra. ...dopo la visita all’interno della serra tropicale delle farfalle…gli studenti di un istituto d’arte delle scuole secondarie, coordinati dall’equipe di ideatori-operai, hanno colorato di farfalle le pareti biache della serra.

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spazio P - giovanni garretto

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Un ragazzo che lavora fuori ha bisogno di un posto in cui stare quando ritorna nel paese natale nei fine settimana; possidieme una staza al piano terreno di un immobile e propone una spesa di 10.000 euro per trasformarlo in uno spazio nuovo. L’idea è allora quella di demolire parte del solaio esistete, rinunciare a una porzione della superficie del piano ammezzato(soffitta)per creare uno spazio a la doppia altezza in cui il bianco delle alte pareti accoglie i volumi colorati dei servizi. Entrando il leaving col tavolo da pranzo e con il bagno e la cucina all’inetrno del volume verde… sul soppalco il letto e una piccola cabina armadio che fa anche da ripostiglio (in blu). a collegare il sopra e il sotto una scala a gradini sfalsati, compatta, che fa anche da mobile libreria. I materiali sono semplici, i mobili scelti dal committente.

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