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House with Gardens - Tetsuo Kondo Architects

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This is a home built in Yokohama for a couple and their two kids.

The site is located on a hill in a quiet residential district. Neighboring houses are built up against the lot on both sides but a lush forest spreads to the back while a view down to Yokohama city can be enjoyed to the front. Although the area is quite developed one can still listen to the birds and enjoy the fresh air making this an attractive place to live.

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The rooms are organized vertically and by mixing exterior spaces into the house, the surrounding can be felt at all times. Gardens are placed accessible from each room and openings are aimed in various directions so that the view of the sky and forest can be enjoyed even through other rooms.

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These gardens, or intermediate spaces, not only connect the interior to the exterior spaces but are common spaces for the family. Although each room is independent, these non-specific areas allow the rooms to extend and mix with each other creating new spaces with each use. It also allows the family to circulate the small house in many different ways.

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One could nap while listening to the birds in the forest, or open the windows wide without caring about the neighbors in the street. The children could spread out all their toys to play, or they could have tea surrounded by a flower garden while enjoying the views.

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This home with a peculiar pitched roof blends into the building context and maintains various types of relationships with the exterior. They will create a pleasant lifestyle with the help of surrounding environment.

Location : Kanagawa, Japan
Program : Private house
Completion Period : April 2007
Total Floor Area : 136.90 sqm
Site Area : 139.02 sqm

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Opificio industriale - Claudio Cesarano, Michele Varone, Salvatore Vaccaro

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Il progetto prevede l’abbattimento dell’esistente opificio industriale con relativi uffici, caratterizzato da muratura portante, strutture metalliche e lamiere grecate, e la ricostruzione dello stesso rispettando la destinazione d’uso.

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Il volume esistente è caratterizzato da una serie di elementi a geometria ed altezze variabili che generano un’incertezza nella lettura dello spazio architettonico. Il volume di progetto prevede, invece, un solido elementare immediatamente decifrabile nell’ambiente circostante, orientato sull’asse nord-sud. A rompere la monotonia del solido interverrà uno sbalzo posto a sud che, oltre a snellire la costruzione con un gioco di vuoti e pieni, servirà a individuare correttamente l’atrio di ingresso e il blocco degli uffici amministrativi al primo piano. Detto sbalzo sarà protetto da un elemento di coronamento a brise-soleil atto a regolare il flusso diretto dei raggi solari. L’edificio si sviluppa per la parte ad uso produttivo su un unico livello a quota (+0.00), mentre una piccola parte adibita ad uffici e servizi dell’attività si trova a quota (+2,90). La copertura piana e non praticabile prevede l’inserimento di travi estradossate mascherate all’esterno dal parapetto in muratura che nasconderà anche eventuali posizionamenti di macchinari per impianti tecnici e tecnologici.

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I luoghi dell’effimero: spazi temporanei a proiezione stabile - Maria Petralia

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Cittadina dalla forte caratterizzazione Barocca, Acireale è nota ai molti principalmente come la città del Carnevale, ignorando invece una presenza architettonica di particolare pregio, dove la pietra lavica, modellata dagli scalpellini locali, diventa protagonista. E pure, il rapporto Barocco-Carnevale è molto forte: le numerose forme apotropaiche che riempiono i palazzi gentilizi, sono state nel tempo riprese dall’arte carnevalesca in particolare per la realizzazione dei carri allegorici grotteschi che, ogni anno, sfilano per le strade cittadine, attirando migliaia di persone da ogni parte d’Italia. L’occasione progettuale legata a questa tesi, è stata dunque sfruttata per cercare di dare alla cittadina l’opportunità di creare un piccolo sviluppo economico passando attraverso la valorizzazione del suo patrimonio architettonico e il potenziamento della manifestazione carnevalesca, anche attraverso la realizzazione di un grande parco tematico dove far vivere tutto l’anno l’effimero carnevale. La tesi quindi si è sviluppata partendo da due analisi: la prima, un rilievo dettagliato di tutti gli elementi barocchi presenti nei palazzi, quali portali, chiave a mascherone, cagnoli, cornici e doccioni nonché lo stato delle strade-viuzze dove questi sono ubicati; la seconda invece su quella che è stata l’evoluzione del carnevale dalla presunta origine ai giorni nostri, sia dal punto di vista dei soggetti rappresentati che nelle tecniche di rappresentazione nonché sul percorso che i carri compiono per raggiungere, dal laboratorio di produzione, il circuito cittadino. Si è evidenziato come nel primo caso vi sia la mancanza di cura degli edifici: molto spesso le corti vengono utilizzati come parcheggio per i residenti e una parte delle strade dove questi sono collocati sono sprovvisti di illuminazione. Non vi è una mappa che li localizzi sul territorio, tanto meno percorsi segnalati ai visitatori. Per quel che concerne il carnevale, è invece emerso come questa potenzialità non venga sfruttata a pieno, ma diventa un’attività limitata alla durata della manifestazione stessa. Vi è una diminuzione crescente di maestranze nel campo della carta pesta, i laboratori sono fatiscenti e il lungo percorso che li congiunge al circuito cittadino è privo di spazi di sosta o aree attrezzate e questo comporta la completa concentrazione dei visitatori all’interno del centro abitato con grandi problemi di circolazione. Cercando di dare risposte alle problematiche emerse, si è dato vita ad un progetto molto corposo con l’intento di valorizzare sia il patrimonio architettonico e culturale, attraverso la realizzazione di percorsi barocchi segnalati con apposite tabelle e l’istituzione di punti d’informazione per i visitatori, facendo diventare i vicoli e le corti spazi per esposizioni temporanee, sia dell’evento carnevalesco attraverso la promozione dell’arte della carta pesta, la riqualificazione del percorso laboratorio-circuito cittadino, della viabilità urbana, la realizzazione di un grande parco tematico che inglobi i laboratori e che premetta al carnevale di vivere durante tutto l’anno. E proprio il parco costituisce l’intervento più importante all’interno del progetto. Situato tra la via Lazzaretto, via Jacopone da Todi sino al Collegio Pennisi, palazzo ottocentesco di grande valenza storica, il parco ingloba, riprogettandola, l’attuale cittadella del carnevale. Esso risulta divisa in otto “stanze”, le quali ospitano funzioni e specie vegetali diverse. La prima stanza, accoglie i laboratori: pensati come edifici semi ipogei sul lato che guarda il parco ricoperti da una grande collina artificiale, si mostrano con la tutta la loro imponenza sul lato rivolto verso la strada. Costituiti da sette cellule ospitano i laboratori per le attività didattiche (scuola cartapesta, sviluppo programmi didattici per i bambini) e i laboratori per la produzione dei carri allegorici. Le facciate sono rivestite da elementi in bambù sorretti da una sottostruttura metallica, mentre le coperture collegate tra loro, attraverso un sistema di passerelle che, diventano astrazione di rami d’alberi, diventano grandi terrazze panoramiche, ovvero, veri e propri spazi polifunzionali dove effettuare mostre o rappresentazioni di diverso genere all’aperto. Laboratori e parco sono messi in comunicazione da due tunnel che attraversano la grande collina artificiale. La seconda stanza che funge da filtro rispetto alla strada è costituita da alti elementi di legno che insieme al Populus Alba creano giochi di vuoti e pieni. A seguire, troviamo la stanza delle linee morbide, caratterizzata dalla presenza di arbusti che vanno a creare diversi giochi di colori e odori. Un piccolo specchio d’acqua taglia in due la quarta stanza: da un lato la collina a terrazzamenti dove è prevista la presenza di salici piangenti, dall’altra invece una grande piazza urbana. Filari di alberi scandiscono il ritmo di fasce di asfalto colorato. Inoltre slanciati verso l’alto, alberi in acciaio, alternano l’artificio e la natura e al tempo stesso le foglie traforate creano un suggestivo gioco di ombre. A queste stanze, dove il verde ha un ruolo predominante, ne fa seguito una arida e dai colori caldi, separata da elementi di vegetazione a lastre traforate: è la stanza storica, che accoglie al suo interno un piccolo museo dove è possibile la consultazione di documenti, foto e video delle manifestazioni carnevalesche del passato. È la stanza a zolle, dove le diverse altezze delle stesse, con la collocazione di diverse specie di cactacee, diventa filtro e attesa dell’ultima stanza. Sulle sue pareti inoltre, troviamo incisi gli albi dei carri vincitori delle varie manifestazioni carnevalesche. Posta nella parte finale del parco, è la zona del verde fitto, ovvero del bosco. Mistero non è, anzi luogo di scoperta e di svago. Sotto gli enormi alberi vi sono collocati diversi playgrounds. Un percorso con piccoli ponti a dorsi dividono il bosco in due parti ma la divisione è solo per la diversificazione delle specie vegetali. La settima ed ultima stanza, è costituita da un piccolo frutteto. Sparse nelle diverse stanze, vi sono delle piccole folies stile pop-up all’interno delle quali trovano spazio la fondazione del carnevale, un bar-caffetteria, un piccolo museo, due book shop ed i servizi igienici.

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Copertina

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il trionfo dell’effimero. Colloqui dentro il sipario

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lo spazio pubblico nella rappresentazione mobile

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attraVersare la città. Il territorio inquieto: tracciati e movimenti allegorici

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il territorio dei segni solidi e solubili

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il rito e lo spazio. Il carnevale tra rappresentazione, evoluzione e forme

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impulsi stabili su spazi storicamente precostituiti

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acireale. Rappresentazione e immagine tra due millenni – 1930

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acireale. Rappresentazione e immagine tra due millenni – 1950

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acireale. Rappresentazione e immagine tra due millenni – 1970/80

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acireale. Rappresentazione e immagine tra due millenni – 1960

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acireale. Rappresentazione e immagine tra due millenni – 2000/2010

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il bando, la maschera e il carro. Maquillages di cartapesta

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“urbatettura”. Fattori di identità spaziale, tra luogo e immagine...

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la “fabrica” e il palazzo: l’arco e la chiave

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“metrocarro”. Urban planning e le direzioni assolute

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hangar e parco tematico

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sistemi di progetto

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le officine carrabili. Il laboratorio didattico e i vuoti di allestimento

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stanze aperte - piazza urbana - zolle illustrate

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stanze aperte - playground

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lo sguardo intriso. Dal sottobosco al garage

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bibliografia e note

RIGENERARE L'ABBANDONO - Emanuele Capovilla, Michele Sbrissa

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Scheletro edilizio abbandonato lungo il Naviglio Grande nel compartimento ferroviario di S.Cristoforo. È la struttura incompiuta progettata da Aldo Rossi e Gianni Braghieri nel 1983, che doveva essere un terminal cuccette. Il manufatto si trova in una condizione eccezionale perchèè interessato dal progetto “Vie d’Acqua” di Expo 2015 e dal progetto di trasformazione degli scali ferroviari in raggi verdi su modello della Greenway (New York). Il progetto riassume queste tematiche ridefinendo il rapporto città-campagna, all’interno del quale l’agricoltura gioca un ruolo importante. All’interno di questo grande scato edilizio è stato inoltre organizzato un Ostello standard europeo promosso dalla Regione Lombardia nel 2010 e un Hub epicentro di un nuovo modo di lavorare,di fare innovazione e di promuovere uno sviluppo sostenibile.

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Inquadramento , scala 1:10000

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Analisi Area di Progetto ,Progetto Expo

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Sviluppo della documentazione, Ex Stazione Cuccette

La villa dei Sogni - Sandro Leggio

Social Housing - Francesco Diemoz

Parcheggio in località Longea. Moena - Luca Celli, Andrea Marchi

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Da un punto di vista dell’inserimento nel contesto ambientale il complesso edilizio tende ad uniformarsi alla conformazione morfologica della valle dell’Avisio: in estrema sintesi la soluzione determina dei terrazzamenti con la formazione alle varie quote di piani di vita sulle coperture – tra loro comunicanti – e con l’individuazione in sommità di una testata funzionale rappresentata da un nucleo di servizi.

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I vari livelli godono di un doppio sistema distributivo contrapposto, quello rappresentato dalla rampa circolare adiacente alla testata funzionale e quello costituito dagli inserimenti a raso, separati per i vari livelli, sulla viabilità principale della SS 48. La testata, posta al piano di vita +22, è confortata da una serie di servizi composti da caffetteria, bike-sharing, servizi igienici e locali di supporto. Per facilitare l’orientamento all’interno del complesso è stato utilizzato un codice cromatico differenziato per livelli che interessa sia la segnaletica orizzontale che il rivestimento della fascia più soggetto ad usura dei pilastri

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L’opportunità quantitativa di superficie coperta imposta dal programma, unita alla vocazione turistica del comune di Moena ha suggerito la formazione di uno spazio interno che non risponda solo alle mere esigenzedi mobilità ma che in funzione della propria spazialità, possa essere in grado di ospitare occasionali manifestazioni od eventi.

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Viste le particolarità del sito e il contesto geomorfologico è stata adottata una soluzione composta da due elementi costitutivi principali disposti sui versanti contrapposti: dalla parte del parcheggio multipiano un sistema costruttivo ad unica trave in acciaio supportata da un unico pila-puntone in calcestruzzo inclinato, dal versante opposto l’ideale prosecuzione della struttura del tunnel a costituire una mensola di appoggio in calcestruzzo armato a sostegno del primo sistema. La trave in acciaio COR-TEN è costituita da un cassone di sezione trapezoidale variabile lungo lo sviluppo del ponte che, in corrispondenza della stampella di appoggio, si sdoppia e si chiude a cerchio. La peculiarità del sistema consiste nell’utilizzo dell’estradosso della trave a cassone con funzione di viabilità pedonale. La sezione del tunnel è tale da poter consentire una doppia carreggiata ed un percorso centrale ciclo-pedonale rialzato.

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Parcheggio in località Longea - Roberto Cacciapuoti

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L’idea di progetto e’ quella di un parcheggio automatizzato con una capienza di 270 auto.La scelta di questo tipo di struttura nasce dall’idea di ridurre al massimo la volumetría dell’intervento.La superfice occupata dalla circolazione dei veicoli risulta essere pari al 50% del totale,inoltre,non essendoci alcuna circolazione di auto per la ricerca del posto piu’ adatto,il rischio di incidenti e’ praticamente nullo,rendendo cosi’ un parcheggio automatizzato molto piu’ sicuro di uno tradizionale sia per le persone che per eventuali danni alle automobili.Il primo effetto benefico di questa scelta a livello di sostenibilita’ ambientale del manufatto e’ quella di essere a basse emissioni di co2 dovuta ai gas di scarico dei veicoli.A questo punto,avendo un edificio di dimensioni molto ridotte (48×15x21m) ,possiamo prendere in considerazione l’idea di traslare l’intervento a nord-ovest rispetto alla posizione suggerita dall’ente banditore,sul lato occidentale del torrente Avisio.In questo modo pensiamo di ridurre l’impatto ambientale del parcheggio rispetto al contesto che e’ di una rara bellezza.Inoltre l’edificio risulta essere meglio esposto in questa posizione rispetto all’illuminazione naturale,baricentrico rispetto al collegamento via Cernadoi-via Ischia,con una maggiore facilita’ di accesso da entrambe le direzioni .Se si dovesse creare traffico in entrata ed uscita dal parcheggio verrebbe assorbito dal ponte/galleria e non dalla strada Cernadoi,come inevitabilmente avverebbe se il parcheggio venise addosato alla parete che delimita questa via (scelta suggerita dall’ente banditore).Possiamo inoltre garantire un collegamento fluido tra il parcheggio,la via Cernadoi e via Ischia stabilendo la quota di accesso al ponte/galleria alla quota +25.00,unica quota di traffico,escludendo le rampe di accesso che altrimenti sarebbero necessarie.Questa quota ci sembra ottimale anche perche’ permette di mantenere il parcheggio radente al ponte/galleria,che puo’ raggiungere un’altezza di 3.5m.Consideriamo ora l’idea di permettere al visitatore di lasciare l’auto in una posizione molto panoramica e di raggiungere il livello dei servizi e bike sharing che si trova 21 m piu’ in basso,esattamente l’altezza del parcheggio (10 livelli,26 auto x livello ),attraverso dei volumi che contengono scale,ascensori,servizi,ed una caffetteria che affaccia sul torrente e la natura circostante.

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IL PONTE/GALLERIA Il ponte e’ a campata unica (75 m circa ) e largo 8m; la galleria si allarga leggermente all’uscita in zona Ischia,la sua altezza e’ di 3.5m ed e’ costituita da una struttura in c.a. con sezione a C.La quota di accesso al ponte e’ a +25.00 rispetto al livello del torrente ed e’ costante fino alla zona ischia;da qui con un salto di quota di circa 2m ci si immette nella viabilita’ cittadina esistente.

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Parcheggio in località Longea, Moena - ACA Amore Campione Architettura, Corrado Gioia

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L’intervento oggetto di studio si articola su un’area vasta che interessa tutta la parte a nord/est del centro cittadino di Moena. L’area è caratterizzata da una forte differenza di quota tra l’argine del torrente Avisio e la sede stradale. In senso longitudinale l’area a valle (quella frontistante il torrente) si presenta pressoché pianeggiante mentre la Strada Cernadoi ha una discreta pendenza che permette di intercettare sullo stesso piano, dal lato opposto del torrente Avisio, la quota di Via Ischia.

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Il bando chiede essenzialmente tre interventi: La realizzazione di un parcheggio multipiano in località Longea, la realizzazione di un ponte/tunnel e un collegamento pedonale del parcheggio al centro cittadino.

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L’idea di progetto punta ad una elevata integrazione con il contesto di riferimento attraverso un unico gesto progettuale e attraverso l’uso di materiali dal basso impatto visivo e ambientale, quali il legno e l’acciaio corten. Il parcheggio è quindi interrato ad eccezione di cinque volumi verticali, rivestiti in acciaio corten, aventi diverse funzioni. Il ponte si presenta come un elemento monolitico rivestito anch’esso in acciaio corten. Il percorso pedonale viene diviso in due percorsi che convergono verso il centro cittadino, uno panoramico a quota +19.00 e l’altro, denominato lungofiume, contiguo al percorso del torrente Avisio.

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Il parcheggio, elemento principale del concorso di progettazione, si sviluppa per cinque livelli sottoterra con interpiano netto di 3,5 m. Il parcheggio è ricoperto con un sistema chiamato TRV (terre rinforzate verdi). Le strutture in terra rinforzata, cioè i terrapieni con armature orizzontali che consentono pendenze di scarpata superiori all’angolo d’attrito degli inerti (in genere 60°) sono utilizzate nelle costruzioni stradali in sostituzione di muri di sostegno. Questo sistema permette una completa mitigazione a verde del parcheggio. L’accesso all’opera avviene attraverso una nuova rotatoria prevista sulla S.S. 48 a quota +16.00. Questo ingresso permette di usare la naturale pendenza della strada S.S. 48 per accedere al primo livello del parcheggio previsto a quota +15.00. Il manufatto è in grado di ospitare al suo interno n. 236 posti auto e n.12 posti moto.

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La posizione del Ponte/tunnel, che permette il collegamento veicolare del parcheggio con la parte alta del paese, è stata valutata attentamente. Abbiamo vagliato ogni possibile alternativa riguardo il suo posizionamento rispetto all’indicazione fornita all’interno del progetto di mobilità integrata intitolato “Moena 2010-2015”, ma alla fine la posizione migliore per la realizzazione del collegamento è quella già prevista nel progetto di mobilità.

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La proposta consiste nella realizzazione di due nuove rotonde, una a quota +27.00 tra le vie Ischia, Ciroch, de Moene e Saslonch (parte alta del paese) e l’altra a quota +24.00 sulla strada S.S. 48. Da queste rotonde è possibile accedere al ponte/tunnel previsto a quota +24.00 metri che sarà in parte interrato sotto il cortile del centro di addestramento alpino. Il ponte è pensato come un elemento monolitico con struttura in travi reticolari e rivestito in acciaio corten, con un linguaggio architettonico analogo a quello del parcheggio. Il Ponte ha una lunghezza di 65 metri e una altezza di 4.50 metri con carreggiata larga 6.70 metri. Sia il ponte che il tunnel permettono il passaggio di mezzi pesanti e bus.

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Il progetto prevede la presenza di due percorsi pedonali uno panoramico a quota +19.00 che si conclude con un piccolo teatro all’aperto e l’altro contiguo al percorso del torrente Avisio.

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Parcheggio in località Longea. Moena - Gianluca Gelmini, Walter Angonese

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L’idea del posteggio e sosta veicolare come mera infrastruttura muta, diventa percorso discendente attraverso il quale lentamente immergersi nella natura in modo fluido. Il tratto di lungofiume dal parcheggio al paese è pensato come parco pubblico lineare, spazio per il tempo libero in un’ottica di recupero funzionale degli argini. Fluidità e continuità sono i due caratteri salienti della nuova struttura, sia che la si transiti in automobile sia che la si percorra a piedi. La potenza e la bellezza del paesaggio in questo caso più che mai rischiano di bloccare il progettista di fronte alla scelta da un lato di intraprendere la strada della mimesi, subordinando l’edificio a logiche di trasparenza e silenzio fisico, dall’altro sfidare la natura attraverso l’imposizione di un gesto vigoroso. Il progetto proposto offre una terza via tra quelle possibili: un posteggio multipiano in costante dialogo col luogo a partire dalla suggestione da cui si origina: il tornante. I tornanti che caratterizzano la rete viaria di montagna e che si replicano alla conquista della vetta, i tornanti sempre emotivamente uguali pur nella planimetrica differenza. Ad ogni tornante, come in natura, così nel progetto proposto, si godono scorci differenti, punti di vista inconsueti, ai vari livelli la planimetria varia, si protrae verso il fiume o recede da esso in un o succedersi dal basso verso l’alto di concavità e convessità, in cui prevale la logica del piano orizzontale. I pilastri non sono verticali, ma pendono e si inclinano rispetto a un piano o a un altro.

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House MJ - kombinat.

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House MJ stands on the outskirts on a once undeveloped patch of meadow between residential houses and forest edge. The house stands detached from the road, on the slope higher up, overlooking the town of Novo Mesto.

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Due to the views and the configuration of the plot, the house opens towards northwest. With the slight split of levels it adapts to the terrain and at the same time separates the living from the sleeping area.

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The house is without corridors, the rooms can be entered from the shifted landing, which is part of the living area.

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The shape of the roof allows the morning sun from the southeast to light the entrance, bathroom and the living room.

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The construction is prefabricated timber frame with larch wood facade.

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The garage with the carport in detached from the house and stands at the street. It is dug into the slope so as not to obstruct the views from the house.

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Traces of wooden formwork on the exposed concrete establish a dialogue between the garage and the house.

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Netherlands Embassy - Claus en Kaan Architecten

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The Dutch Embassy in Mozambique is located on the outskirts of the center of Maputo, close to the sea. The building has been situated on the edge of the rectangular, gently sloping site to create space for a walled garden.

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

The building faces South, the cool side in the southern hemisphere, and is much more closed on the northern side to allow light but not heat to enter the building. The climatological considerations that played a large part in the design coincide with the desire to hide the untidy area behind the building from sight.

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

The building and enclosing walls are conceived as a rough concrete monolith from which a part has been removed to create an opening and space for the garden. The garden wall and the short sides of the L-shaped complex are in rough concrete.

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

The embassy itself lies on the other side of the filigree steel frame of a veranda that faces the opening. This motif is derived from the local Portuguese colonial architecture.

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

The building consists of a rectangular volume with the offices on the garden side, the facilities in a central zone, and a two-storey circulation zone along the south wall.

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

The rough concrete of the exterior recurs in the floor and roof. A wooden box that lies in the space as an independent element is formed by the floor of the intermediate level and the ceiling of the ground floor. The facilities for both floors are incorporated in this box.

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

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Netherlands Embassy, Maputo (Mozambique)

Struttura ricettiva per turismo rurale - STUDIO TECNICO D'AMATO

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La struttura si compone di un complesso di costruzioni dal ristorante al deposito, alle residenze, piscina e serra fotovoltaica. Il tutto indipendente dall’impianto idrico e fognario grazie ad un sistema di fitodepurazione e a una sorgente che sgorga nel sito.

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Foto del ristorante in fase di realizzazione.

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Renderizzazione della serra fotovoltaica.

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Renderizzazione della piscina.

GIARDINO PUBBLICO PER BAMBINI - SABRINA ALBANESE

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RECUPERO DI AREA VERDE A MESSINA

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GIARDINO PUBBLICO PER BAMBINI A MESSINA

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GIARDINO PUBBLICO PER BAMBINI A MESSINA

Isola ecologica - STUDIO TECNICO D'AMATO, Luca Molinaro

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Il progetto riguarda una nuova zona di conferimento e deposito dei rifiuti urbani non pericolosi, attrezzata con cassoni scarrabili, per un contesto urbanizzato di 10.000 utenze.

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Renderizzazione del progetto.

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Renderizzazione del progetto

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Fotoinserimento del progetto nel contesto.


Chioggia Renovatio - Nicolò Reither, Fabrizio Marcenta, Mattia Marzaro

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Il progetto Limen Maris è caratterizzato da una ricucitura del testo urbano oggi interrotto nel rapporto tra la città e il fronte mare. L’azione progettuale avviene con la definizione di tre temi urbani: il waterfront, il parco lineare e il nuovo fronte edilizio. Il waterfront posto a ridosso del litorale viene risolto con la definizione di un percorso ciclopedonale punteggiato da elementi naturali e ombraculi abitati da piccoli chioschi a servizio della spiaggia.

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Il parco lineare si sviluppa tra l’edificato esistente e il nuovo fronte edilizio, ricucendo il tessuto urbano esistente attraverso un nuovo rapporto con il fronte mare ottenuto con le piastre funzionali ciclopedonali attrezzate che permettono una fruibilità dell’area sia nei mesi invernali che estivi.

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Il nuovo fronte edilizio residenziale, ricettivo e commerciale genera nel progetto ampie zone destinate alla collettività in rapporto al parco lineare che ridefinisce il vecchio e il nuovo fronte urbano. Al disotto del nuovo edificato trovano posto: piastre parcheggio la cui copertura è una promenade sul lungo mare.

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PARCHEGGIO DI TESTATA IN LOCALITA' LONGEA COMUNE DI MOENA - Matteo Roselli, Silvia Landini, Pier Carlo Felicetti, Roberto Del Sarto, Mattia Del Sarto

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“Costruire, significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre; contribuire inoltre a quella lenta trasformazione che è la vita stessa della città.” ( da Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar.) Prospettive e scenari Più volte ci siamo chiesti chi o cosa dovrebbe occupare i pensieri di coloro che stabiliscono le strategie sul territorio . Da una parte viene spontaneo pensare che ciò che viene pianificato sia funzionale alla qualità della vita nell’accezione più ampia del termine, qualità dei servizi , qualità dell’accesso agli stessi servizi, qualità dell’ambiente naturale ed artificiale e molto altro ancora. Ed ancora più spontaneamente viene di pensare che le risorse umane e quelle proprie dell’antropizzazione ( comparti industriali , turismo agricoltura, cultura , servizi , sanità etc etc ) debbano costituire il motore ovvero il volano di ogni possibile prospettiva di miglioramento qualitativo complessivo del rapporto uomo – ambiente. Di fronte , oggi , abbiamo però uno scenario spettrale , non solo provocato da accadimenti naturali che hanno innescato reazioni a catena ( la catena è costituita dalle maglie della antropizzazione) ma anche da un progressivo impoverimento a banda larga , crisi economica, culturale , politica , che ha avviato una criticità sociale di cui non siamo in grado di prevederne gli sviluppi possibili. Quali prospettive possiamo cercare di disegnare , pensando , progettando attraverso azioni che abbiano nelle risorse umane ed antropiche il soggetto motore nella visione di ristabilire un equilibrio sociale ed ambientale? La risposta che abbiamo cercato nella proposta progettuale si evolve secondo una nuova prospettiva , una direzione di ricerca che coinvolge non più solo lʼoggetto architettonico ma indica nellʼassetto e nel rapporto con la natura e lʼambiente i temi fondativi di una nuova scrittura di un nuovo capitolo del processo di antropizzazione dell’ambiente. Dobbiamo annullare le equazioni Territorio = merce per costruire Rendita = Sviluppo sostituendoli con occupazione di suolo = reversibilità , sviluppo = equilibrio ma anche nello stesso tempo aprire lʼazione di re-identificazione del territorio facendo propri fondamenti quali capitalizzazione del paesaggio per salvaguardare la memoria storica , ed aggiungiamo, per far si che la nostra presenza attraverso lʼazione futura accresca la memoria. In questa prospettiva lʼazione dellʼarchitetto può, congiuntamente ad altre professionalità geologi, agronomi, meteorologi,matematici economisti , coordinati da una politica che corrisponda ad una reale partecipazione sociale , quella del cittadino , significare un passaggio verso il recupero di identità dei luoghi urbani , delle città più o meno vaste , del recupero di un equilibrio con lʼambiente. Il progetto L’immagine della spora o fungo , costituisce il concept del progetto del parcheggio . La stratificazione dei vari livelli , 5 complessivamente, decresce in direzione monte seguendo sia il dislivello della strada che l’alveo del torrente , dunque un inserimento organico delle piastre -piani secondo la conformazione artificiale e naturale del sito. La mitigazione dell’impatto ambientale avviene attraverso una pelle naturale posta sulle coperture sfalsate dei piani di parcheggio , il manto erboso , i sentieri tracciati , le piante di conifere , interferiscono pertanto con la artificialità dell’intervento ricostituendo la naturalità del sito . L’apertura dei piani di parcheggio è assimilata a tagli , fessurazioni , stratificazioni materiche intervallate da vuoti , in analogia con l’immagine della Polyporacea , la cromaticità della superficie a vista coincide con la variazione cromatica del verde di copertura La viabilità e gli accessi si sviluppano attraverso il nodo rotatoria ponte che indirizza verso l’altra sponda (ponte) e che immette nella viabilità interna al parcheggio. Una grande rampa distribuisce gli accessi ai vari piani fino a livello -4 dove snoda verso il livello -5 sovrapponendosi per un breve tratto. L’uscita sulla statale avviene a livello -5 attraverso un sottopasso che innesta solo in direzione monti, le autovetture provenienti dal parcheggio . Abbiamo voluto in tal senso evitare un innesto che, condizionato dal traffico veicolare sulla strada statale, potesse creare criticità sia all’interno che all’esterno della infrastruttura. Pertanto la scelta è stata quella di una sola direzione di entrata ed una sola direzione di uscita : alla rotatoria sul ponte il compito di assolvere le opzioni di direzione. La soluzione del sottopasso di innesto sulla viabilità principale obbliga ad una modesta variazione della sede stradale della statale comunque integrata nell’assetto complessivo dell’opera . Il manto verde di copertura unitamente ai rivestimenti con sassi e gabbie metalliche che favoriscono la vegetazione spontanea , riducono la manutenzione ad opere di mantenimento e di controllo della vegetazione . La realizzazione di n°2 vasche d’acqua a differenti livelli consentono la raccolta dell’acqua piovana attraverso un sistema di pozzetti degrassatori ed un successivo riutilizzo per servizi sanitari , lavaggi etc etc . ( tenendo presente la presenza del torrente). La struttura del parcheggio multipiano , proposta con telai e solai in acciaio , consente una rapida e veloce esecuzione delle opere ed una conseguente riduzione dei tempi di consegna e dei costi di manutenzione tipici delle strutture in c.a. La riduzione dei tempi di esecuzione delle opere equivale ad una anticipo della redditività della stessa struttura e dell’indotto generato.

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TRT LAW COURTS COMPLEX | FORUM - Corsi Hirano Arquitetos, Daniel Corsi, Dani Hirano

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An opportunity to create a place, without defined frontiers or limits, opened to the common individual and society, which only by their presence will become completed of purpose: an institution, civic in its excellence. It becomes fundamental the creation of a democratic space: a new monumental square and an expressive urban landmark.

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The project is designed by two main conditions: the need of a 1st Phase execution in the north portion of the site and the preservation of an existing building at the other site’s extreme. Allied to it, the lack of public spaces in the local urban fabric, the block’s insertion in a predominantly residential area and the symbolic and institutional character of the complex resulted in a site plan idealized in two volumes, integrated by a monumental proportions square that qualifies the public space and its surrounding, besides enabling the creation of an imposing architectonical group, consistent with the values and activities exercised in it.

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The buildings and the square scale intensify each other revealing the respectable function sheltered in there: an imposing architecture but of subtle dialogue. Two volumes that face each other reflecting and interacting in different ways: the verticality of their lines and the strength of their pure geometry. The colors speak autonomously by symbolic meanings. The neutrality that justice holds in black and white united by the red color present in the solar protection elements of the facades, but above all, as a reference to the official color that represents the institution of Law. Besides that, the main plenary assembly is located in the center of the public square, revealing its symbolic importance to the citizens. Small openings in its roof illuminate its interior in a poetical way, as a constellation, being arranged precisely as states in the national flag.

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Considering noble degree of the institution represented, architecture uses symbols and meanings to communicate with its users and the city. At the same time its laconic volumes relates to its horizontal surrounding, it also imposes a new urban landmark necessary in the Goiania context. A new architecture of great force emerges, in simple volumes of subtle comprehension but of dignified materiality, besides a precise site plan composition strategy that integrates the existing building to the new architecture.

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An architecture that communicates with the people and offers them at least one moment of emotion – of pause. Regarding the city, the project reveals itself in a unique way: a new symbol of the noble institution that architecture could only create.

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On the Phase 1 volume the program is distributed to facilitate the building of greatest external public operation of the complex. On the building first floor, located on the second lower level, are housed the uses of public character like banks and service stations, besides of all service spaces, communicated directly with T-51 Street.

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On the first lower floor we find a large cultural space in an area of great circulation that houses the future plenary access and the underground connection with the second phase buildings. On the main floor – accessed from the monumental square – as well as on the mezzanine, are located the uses of free access character, as the associations and the citizen service.

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The five higher floors host the 20 judicial courts, 4 per floor and each one with autonomous functioning. A restaurant, the judges’ area and the courses rooms are located in the last floor, besides the terrace of large proportions.

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The project focuses on the workspaces quality, solving the illumination and ventilation problems in a unique way that provides a significant reduction of the energy consume because of the high use of the natural resources. The flexile use of the double glass facade makes the building strengthen its force and formal sobriety creating an efficient protection against solar radiation and also collaborating to an energetic and imagery performance of architecture.

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Ampliamento della Biblioteca comunale (ex asilo infantile) - Paolo Bon

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L’intervento è finalizzato alla realizzazione di un ampliamento da collocare sul lato ovest dell’attuale biblioteca, consistente in una nuova sala polifunzionale e auditorium. La facciata principale è caratterizzata da un’ampia vetrata, arretrata rispetto alla linea di gronda. Si intende utilizzare il compensato marino in pannelli per la maggioranza dei rivestimenti della zona di ingresso. La collocazione, la forma e la dimensione del manufattto sono in gran parte determinate da una delicata contrattazione con la soprintendenza i beni architettonici condsiderato il vincolo da porre sull’edificio esistente della Biblioteca.

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Quadrato Urbano - Giulio Gavioli

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Si propone la realizzazione di uno spazio urbano a pianta quadrata di contenute dimensioni.

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Lo spazio urbano viene delimitato secondo il metodo classico: utilizzando le facciate degli edifici prospicienti il Quadrato Urbano.

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Ogni fabbricato può essere differente dagli altri per forme, materiali e colori.

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I prospetti delle costruzioni rivolte sul Quadrato Urbano devono avere delle proporzioni simili.

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