Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Riseria Inverni - EX-M, Nicola Braghieri

0
0

L’intervento di ricostruzione, ampliamento e recupero riguarda il complesso della Ex-Riseria Inverni di Cassino Scanasio, insediamento emergente tra il Naviglio Pavese e la Strada Statale dei Giovi e riconoscibile per il manufatto a torre dalla forma di ziggurat e per gli edifici industriali a esso collegati. Il complesso, per tutto il suo sviluppo in fregio al Naviglio, ricade all’interno di un ambito paesistico di rilevante interesse tutelato in quanto contenente “manufatti idraulici di valore storico” e di “archeologia industriale” per i quali è richiesto espressamente di salvaguardare e valorizzare il sistema di relazioni e di rapporti visuali con il corso d’acqua e il contesto paesistico circostante. Gli edifici sono identificati come “di rilevante valore architettonico” con obbligo di mantenimento della volumetria e della sagoma, nonché degli elementi morfologici originari relativi agli aspetti compositivi dei fronti, alla partitura, alla dimensione delle aperture, all’ordine, il mantenimento degli aspetti materici, di finitura e decorazione. Parte degli edifici di valore storico architettonico si presentavano integri in ogni loro parte, ma in condizioni di evidente degrado e necessitavano di interventi radicali di risanamento e di ricostruzione. Il loro aspetto esterno, in particolar modo quello della torre, appariva snaturato negli elementi caratterizzanti la funzione originaria di silos per il riso. Sono state apportate, negli ultimi anni, alcune modifiche quali l’apertura di finestre, evidentemente incompatibili con l’uso e l’immagine del silos, e la copertura delle murature in cemento armato con rasante color giallo intenso. E’ da tener presente che il valore architettonico della torre risiede in particolar modo nel suo ruolo simbolico di elemento di riferimento lungo il corso del Naviglio grazie alla sua dimensione e alla sua particolare forma a gradoni. Per chi entra a Rozzano lungo il Naviglio il granaio è divenuto negli anni punto evidente di riconoscibilità. Nella provincia di Milano sono presenti altri manufatti simili, se non identici, costruiti intorno agli anni cinquanta su analogo progetto, ma nessuno ha acquistato un ruolo di tale importanza simbolica. Gli altri edifici esistenti in fregio alla torre conservano il loro carattere industriale originario mescolato a elementi architettonici eclettici dalle forme vagamente orientaleggianti, probabilmente legate a un’interpretazione ardita della destinazione a riseria.

Riseria---001_large

Torre del riso
L’intervento ha previsto la sostituzione della struttura portante della torre in cemento armato, in precarie condizioni e dal fitto passo incompatibile con qualsivoglia uso civile. Il disegno e la composizione della facciata, caratterizzato da un ordine gigante di paraste poggiato su un massiccio basamento, è mantenuto come il carattere distintivo intervenendo solo sulle partizioni. Anche il passaggio a livello del terreno, una volta adibito a scarico delle tramogge sui camion, è stato mantenuto nelle sue caratteristiche. La forma e gli allineamenti del tetto e delle pareti perimetrali esistenti, dal filo di gronda a quello di colmo, come la dimensione e l’altezza del torrazzo superiore, hanno mantenuto inalterata, salvo impercettibili riallineamenti, la loro forma originaria. Il carattere originario del manufatto è stato mantenuto intervenendo attraverso un procedimento compositivo mirato a differenziare e valorizzare le parti strutturali in cemento armato e muratura esistenti da quelle più leggere di nuovo intervento. Le aperture, i parapetti e i balconi sono stati realizzati in profili di metallo in modo da apparire come elementi di carattere funzionale sovrapposti alla costruzione massiccia esistente. Per non alterare gli elementi simbolici originari relativi agli aspetti morfologici e compositivi, che donano il reale valore ai manufatti, si è evitato di conferire, per quanto possibile, carattere domestico all’intervento mascherando in edificio per appartamenti suburbano il manufatto industriale. Il basamento mantiene il suo carattere originale enfatizzato da un rivestimento massiccio in pietra arenaria grigia. Le lesene sono finite con rasante incolore, i tamponamenti rivestiti in piastrelle di clinker dal colore neutro in modo da distinguersi dagli intonaci del complesso, i serramenti in legno mordenzato, gli oscuranti sono avvolgibili a scomparsa di alluminio naturale. I parapetti e i balconi sono realizzati in profili di metallo in modo da apparire come elementi di carattere funzionale sovrapposti alla costruzione massiccia esistente.

Riseria---002_large

Opificio industriale esistente
E stato mantenuto in ogni sua parte l’aspetto e la forma originale delle facciate esistenti intervenendo solo puntualmente per ottimizzare il rapporto con gli spazi interni, senza tuttavia snaturare proporzioni e ritmo dei prospetti. Sono stati aggiunti alcuni balconi leggeri in aggetto ancorati tramite strutture metalliche alla facciata in muratura. I balconi portano il carattere di manufatto industriale in relazione di continuità morfologica e compositiva con le opere alla contigua torre. I serramenti originali, in leggeri profili metallici, sono stati restaurati e accoppiati, al loro interno, a nuovi di legno a garanzia di prestazioni termiche elevate. Sulla copertura in tegole vengono appoggiati tre abbaini in metallo, anche essi seguendo lo stesso approccio metodologico degli sporti.

Recupero e trasformazione di uno stabilimento per la trasformazione del riso
Numero alloggi: 24
Data progetto: 2009

Riseria---004_large

Riseria---003_large

Riseria---005_large

Riseria---006_large

Riseria---007_large

Riseria---008_large

Riseria---009_large

Riseria---010_large


Casa-torre - EX-M, Nicola Braghieri

0
0

Restauro e ampliamento di un edificio storico

Cliente privato
Data progetto: 2006

Orta---001_large

Orta---002_large

Orta---003_large

Orta---004_large

Orta---005_large

Orta---006_large

Orta---007_large

Orta---008-a_large

Orta---008-b_large

Orta---008-c_large

Orta---008-d_large

Orta---008-e_large

Orta---010_large

Orta---011_large

Casa Kramer - EX-M, Nicola Braghieri

0
0

Edificio residenziale privato

Cliente: privato
Data progetto: 2007

Kramer---001_large

Kramer---002_large

Kramer---003_large

Kramer---004_large

Kramer---005_large

Kramer---006_large

Kramer---007_large

Kramer---008_large

Kramer---009_large

Le Lingot - EX-M, Nicola Braghieri, Alessandra Spada

0
0

La citéVVF semble être aujourd’hui l’image confuse etincomplète des différentes et contradictoires visions idéales du siècle passé: la « Siedlung », la « Garden-city », le « Grand ensemble ». Les utopies urbaines ont bien fonctionné là où l’architecture a construit des lieux bien reconnaissables et compatibles avec leur rôle social. Toutefois, le quartier VVF ne semble pas avoir un caractère capable de définir à travers l’architecture une identité reconnaissable et de transmettre aux résidents futurs un sentiment d’appartenance. Le projet se base sur le concept qu’aujourd’hui, comme jamais auparavant, il est nécessaire qu’une communauté civile ait des «endroits» dans lesquels se reconnaître.

Vvf---001_large

La législation et le volume requis par l’avis de concours exigeait, de façon courageuse et spectaculaire, de démolir tous les “bâtiments placides” des années quarante et de protéger le “bâtiment-monstres” des années soixante. Le projet est structuré sur cette condition préalable, mais refuse radicalement à construire son «idée urbaine” en suivant la logique spéculative de la “cubature maximale”. L’objectif est de produire, à travers une “forme forte”, un signe de l’ordre constructif dans le grand désordre formel du quartier existant. La forme forte est un bâtiment capable de définir un lieu à vigoureuse identité, ouvert au quartier et, dans le même temps, un espace clos dans lequel ses habitants peuvent construire un sentiment d’appartenance physique. Le bâtiment, de volume simple et élémentaire, dessine une cour rectangulaire au caractère extérieure solide et à l’intérieur domestique. Fermé par les façades sur tous les côtés, mais reliée au parc avec des portails, c’est un lieu protégé et en même temps perméable. Un jardin authentique qui «s’ouvre sur lui-même» et défend un endroit de l’immensité du territoire urbanisée. La grande cour, à forme régulière et aux proportions classiques, est fermée sur les quatre côtés et marque vivement le territoire délavé tout au tour. Les citations sont évidentes non seulement dans ses formes, mais aussi pour son rôle urbain.

Vvf---002_large

Le schéma typologique est vivement liéà la nature constructive du bâtiment. Chaque élément du projet suit en plan une quadrillage, carrée et régulière. Un noyau massif central, comme s’il s’agissait une cheminée, qui s’élève de l’embasement en murage, depuis le socle, est le cœur du bâtiment. Dans le noyau, il y a toutes les installations et les services. Cette solution structurelle, outre la diminution des charges sismiques, permet aussi une très grande liberté architecturale, puisque aucun contreventement n’est désormais nécessaire dans l’espace à aménager et qu’aucun élément en façade n’est rendu massif par des refends en béton. Avec des éléments type «prédalles» et un sur-béton, les délais d’exécution de l’ouvrage seront extrêmement restreints et l’on garantit simultanément une mise en œuvre d’un nombre de matériaux limité, conforme aux objectifs de développement durable.

Vvf---003_large

Dans le but d’optimiser l’espace bâti et de minimiser les coûts d’entretien, toutes les parties de distribution communes et les ascenseurs ont été limitées au minimum. L’implantation du bâtiment et sa volumétrie générale sont en cohérence avec le captage passif, été comme hiver. Une qualité thermique poussée permettra d’obtenir un indice énergétique très élevé et de remplir les exigences Minergie Eco®. Tous les accès aux escaliers s’ouvrent vers la cour intérieure du complexe pour renforcer la vocation collective du nouveau quartier. Le garage, contenu à l’intérieur du terre-plein, s’ouvre en plusieurs points vers le ciel pour améliorerla perception de l’espace souterrain. Tous les locaux communs sont regroupés au niveau durez-de-chaussée et du toit jardin pour garantir une convivialité intergénérationnelle. Il a été conçu comme un vecteur de rencontres appropriable par toutes les habitantes et promoteurs de sociabilité.

Vvf---004_large

La structure, liée au noyau en béton, définit un module d’espaces égaux en séquence continue et uniforme. Tous les logements sont construits sur des unités modulaires de taille égale et ils peuvent être assemblés de manière différentegrâce à des couloirs traversant qui offrent une variété d’orientations et des généreuses perspectives intérieures. Tous les locaux sont conçus sur une dimension de base qui correspond à la largeur moyenne d’une chambre à coucher et doublée à celle du séjour. Les parois de séparations internes seront réalisées en panneaux légers genre plaque de plâtre ou en bois, facilement modifiable sans devoirs intervenir sur la structure. De cette manière et selon le nécessités toutes les unités pourront facilement être assemblées entre elles pour obtenir des locaux plus spacieux ou être divisées pour accueillir de couloirs ou pour intégrer des armoires.Ce système permet une grande simplification exécutive et un haut degré de flexibilité pour la planification et la déclinaison de taille différente d’appartements tout en maintenant le même principe de modularité et l’utilisation d’éléments construit unifiés. La flexibilité du plan, qui permet de regrouper et séparer les divers appartements, fournit à la structure de l’habitat des possibilités concrètes pour un réaménagement futur des espaces. De cette manière tous les appartements conserveront les mêmes qualités typologiques. Les dimensions seront donc déterminées en fonctions du nombre de pièces désirées. La structure élémentaire et les typologies flexibles proposent un système optimal pour une perspective à long terme qui s’adaptera aux changements sociaux à venir. Le but est une utilisation universelle de l’habitat dans un système traditionnel pour toutes sortes de familles et de cohabitations.

Vvf---005_large

L’emploi de typologies résidentielles traditionnelles est un choix radical qui vise à optimiser les espaces, les énergies et à aller à la rencontre des diverses cultures de l’habitat. Aucun local n’est caractérisé par une destination spécifique permettant ainsi, sans aucune modification essentielle, des usages divers. A l’intérieur des appartements les surfaces non habitables sont réduites au minimum et les solutions de types dispersives, telles que des encastrements compliqués entres des différentes unités et les duplex, sont évitées. Les fenêtres, réduites au minimum afin de minimiser les déperditions et les coûts, éclairent généreusement les locaux du plafond au plancher. La pluparts des logements ont une double exposition. Cette disposition garantit, outre une qualité visuelle, une qualité thermique, par la simple maîtrise de la ventilation naturelle du logement. Vers l’espace extérieur sont ouverts des loggias et des jardins d’hiver.

Vvf---006_large

Le projet tient compte du fait que chaque ouvrage doit devenir partie intégrante et stable de la ville dans une perspective de développement à long terme. Le projet a été développé au départ dans le but de concilier les objectifs architecturaux avec les objectifs du développement durable par un concept énergétique zéro C02. Les bâtiments ont été conçus comme « des constructions à l’entretien zéro »: matériels de façade résistants, durables et naturels. La grande simplicité des techniques et des matériaux de construction utilisés permettra un entretien continu et facile.

Vvf---007_large

Dans cette optique a été dessinée une structure à la fois solide mais flexible, durable mais modifiable. Le projet clarifie et concrétise cette nature hybride dans sa forme bâtie à travers un usage cohérant et conséquent d’éléments assemblés (flexibles, transformables, interchangeables, modulaires…) et d’éléments construits (massifs, durables, solides, concrets…). Tous les éléments sont simples, les détails ordinaires, les matériaux traditionnels et économiques, pensés pour être aisément entretenus, respectueux des normes sur l’économie d’énergie, le recyclage. Ils sont aussi conçus pour éviter le gaspillage de matériaux et de mise en œuvre.

Vvf---008_large

La structure de la façade à l’intérieur de la grande cour a été dessinée en éléments préfabriqués assemblés sur place. La conception d’une enveloppe d’éléments modulaires facilite le démontage en cas d’agrandissement par phases de construction et de modification futures. La matérialité extérieure brut offre une variation naturelle de traitement tout en préservant l’unité de l’ensemble. Elle assure la protection, apporte l’inertie, et offre un aspect incomparable de matériau naturel sans aucun traitement ni enduit. Les parties vitrées sont intégrées dans des menuiseries bois-aluminium. Des verres à haut coefficient d’isolation sont sélectionnés de façon différenciée suivant les expositions pour filtrer les rayons directs sur les parties exposées au sud. L’utilisation de toiles solaires permet de préserver d’une part l’intimité de l’intérieur et d’éviter aussi la surchauffe en période de canicule. De façon explicite, cette architecture explicite son caractère constructif dans chaque élément. Ainsi toutes les formes extérieures apparieront déterminées par les lois de la statique et la nature des matériaux. La règle donnée par la structure mécanique apparaît comme un principe régulateur. La conception des façades respecte un principe unique d’ordre général. Seulement deux éléments sont répétés dans tout le développement des façades: un contrefort extérieur en béton armé brut et à l’intérieur un quadrillage préfabriqué sans variation dimensionnelle.

Concours, Evolution urbaine du périmètre Vieusseux-Villars-Franchises (Genève) Suisse 2013
Superficie lorda totale: 126.300mq
Numero alloggi: 560
Data concorso: gennaio 2013

Vvf---009_large

Vvf---010_large

Atomic Café - EX-M, Nicola Braghieri, Alessandra Spada

0
0

Á l’Atomic Café on peut rencontrer les deux âmes du quartier. L’âme délicate de la ville bourgeoise et l’âme spartiate de la ville industrielle. L’esprit de ces deux villes peut être lu sur la surface des murs, entre les proportions des fenêtres, dans la masse des bâtiments. Les rues, dessinées avec rigueur, sont bordées de maisons de caractère très différent, comme si elles étaient des stratifications de différents âges. L’idée du projet est de construire un bâtiment hétéroclite qui, d’un côté, souligne son identité décidé d’architecture civile, et de l’autre réussit à s’installer avec modération dans un tissu fragmenté.

Cor---001_large

Le bâtiment existant, recouvert de plâtre et conservé dans tous les détails, cache son idée constructive individuelle pour évoquer l’esprit anonyme d’une ville chorale construite de plusieurs « petits objets domestique ». Cet esprit de Gemütlichkeit est une élément important pour préserver la mémoire civile et les souvenirs collectifs du quartier des Eaux Vives. L’ancienne façade n’est pas préservée comme une pierre dans un musée lapidaire ou comme un tableau dans la salle d’une pinacothèque, mais est un élément fondamental d’un projet vivant animé par le contraste de ces deux caractères opposés.

Cor---002_large

Au contraire, dans la nouvelle construction le mur massif est fondateur de la forme architecturale extérieure et définit également l’espace bâti intérieur. Il est la limite entre les pièces, rationnelles et bien mesuré, de la nouvelle construction et la salle de séjour, familiale et intime, dans la vieille maison. Dans la façade, le bâtiment représente explicitement sa nature constructive. La structure en béton “brut de décoffrage”, est mise en scène comme élément régulateur de chaque détail, de chaque mesure et de chaque variation. Le traitement de la façade souligne le caractère massif du bâtiment et appartient de tout droit à la tradition constructive de l’architecture genevoise. La matérialité extérieure, par l’utilisation de pigments naturels, offre une variation homogène de traitement tout en préservant l’unité de l’ensemble. Elle assure la protection, apporte l’inertie, et offre un aspect incomparable de matériaux naturels sans aucun traitement ni enduit. Toutes les formes extérieures apparaissent donc façonnées par les lois de la statique et de la nature de leurs matériaux.

Cor---003_large

Le schéma typologique est déterminé par la nature formelle de la parcelle. Un noyau central, comme s’il s’agissait d’une cheminée qui s’élève de l’embasement, c’est l’épine dorsale du bâtiment. Dans le noyau, il y a toutes les installations et les services. L’emploi de typologies résidentielles traditionnelles est un choix radical qui vise à optimiser les espaces, les énergies et d’aller à la rencontre des diverses cultures de l’habitat. Aucun local n’est caractérisé par une destination spécifique permettant ainsi, sans aucune modification essentielle, des usages divers. A l’intérieur des appartements les surfaces non habitables sont réduites au minimum et les solutions de types dispersives, telles que les encastrements compliqués entres les différentes unités, sont évitées. Les fenêtres, même réduites au minimum afin de minimiser les déperditions et les coûts, éclairent généreusement les locaux du plafond au plancher.

Cor---004_large

Le projet tient compte que chaque ouvrage devient partie intégrante et stable de la ville dans une perspective de développement à long terme. Le projet a été développé au départ dans le but de concilier les objectifs architecturaux avec les objectifs du développement durable par un concept énergétique zéro C02. Les bâtiments ont été conçus comme “constructions à l’entretien zéro”: matériels de façade résistants, durables et naturels. La grande simplicité des techniques et des matériaux de construction permet un entretien continu et facile. Tous les éléments sont simples, les détails ordinaires, les matériaux traditionnels et économiques, pensés pour être aisément entretenus, respectueux des normes sur l’économie d’énergie, le recyclage. Ils sont aussi conçus pour éviter le gaspillage matériel et intellectuel.

Superficie lorda totale: 1.320 mq
Data concorso: settembre 2012

Cor---005_large

Cor---006_large

Cor---007_large

Centro velico presso l'isola dell'Asinara - Alessio Coghene, Marco Tilocca, Eugenio Lintas, Giuseppe Paglia, Federico Orrù, Paolo Casu, Olos Ingegneria, Nicoletta Corsini

0
0

Il progetto può essere inteso come metafora urbana a cavallo di due mondi paesaggistici percettivi. Lo spazio restituito all’urbanità (la diramazione carceraria e gli spazi degli edifici di supporto) pone le basi necessarie alla creazione di una comunità: spazio collettivo, spazio residenziale e spazio di lavoro. Questo sistema viene inserito nel territorio in cui si ristabiliscono le antiche pertinenze territoriali e si riattiva il rapporto tra uomo e territorio, attraverso il lavoro della terra e l’organizzazione del paesaggio che torna a essere paesaggio antropizzato. Anche lo spazio marino viene organizzato a seconda delle pertinenze che questo intervento ha sul mare, attraverso l’organizzazione di campi boe e corridoi navigabili in funzione a eventi sportivi che possono essere organizzati all’interno dell’attività del centro velico. Il progetto si pone a margine di due sistemi paralleli: uno è il sistema territoriale della costa di Trabuccato, l’altro sistema è rappresentato dal mare che lambisce l’area di progetto. Questo parallellismo si esplicita nelle azioni che il progetto e la sua comunità esercitano su di loro. Da un lato il territorio è vissuto “a terra” attraverso il lavoro dei campi e le modificazioni paesaggistiche che ne conseguono, dall’altro la vita “a mare” consiste nel lavoro del centro velico come scuola e come luogo con la possibilità di ospitare eventi marinareschi e velistici. Queste due maniere di vivere il territorio offrono due visioni del di progetto che possono intenedersi contrapposte e correlate. Una visione è dal mare, dal quale si può apprezzare il rapporto paesaggistico del lavoro nei campi, al contrario da terra, si apprezza il rapporto stretto tra progetto e attività in mare. Questa organizzazione duale delle attività inserisce in maniera duplice il progetto nel contesto.

Asinara-1_large

tavola 1

Asinara-3_large

tavola 3

Il progetto nasce dall’intento di recuperare il complesso dell’ex diramazione carceraria attraverso una attenta lettura della sua storia e dei suoi caratteri evocativi. E allo stesso tempo delle sue potenzialità e possibilità di sviluppo in chiave presente e futura. L’obiettivo è quello di proporre un modello di turismo che possa rispettare e valorizzare le qualità del luogo (naturali e non) ma che porti allo stesso tempo una offerta varia e di qualità. La creazione di un centro velico potrà portare l’interesse e la spinta necessaria al recupero e ad un utilizzo consapevole del territorio anche nelle tradizionali attività legate al turismo: ristorazione, ricezione e intrattenimento. Rapportandosi in maniera aperta e propositiva alle prescrizioni del Piano del Parco e del bando di gara, si è teso alla piena fruibilità dei luoghi all’interno dell’area di interesse, ma si è anche deciso di estendere il raggio di intervento alle aree immediatamente contigue e ci si è confrontati con l’intero sistema isola. La corte del carcere è stata considerata come centro di una realtà complessa. Si è ritenuto infatti di fondamentale importanza rivitalizzare la forza evocativa dei luoghi nella loro totalità, analizzando lo stretto legame che li unisce, all’interno e all’esterno dell’area di progetto. L’ex diramazione nasce come struttura carceraria atipica in cui i detenuti, colpevoli di reati minori, venivano occupati in mestieri legati alla terra quali agricoltura e pastorizia. La scelta della diramazione per attività legate al mare appare singolare. La sua posizione a ridosso della costa non può trarre in inganno. Non dialoga, non si rapporta e non si rivolge verso il mare. Il suo utilizzo nel corso degli anni ha determinato una connotazione di luogo a servizio della terra. Ciò nonostante, si è ritenuto che i valori fondamentali originari possano essere preservati anche nelle nuove destinazioni d’uso.

Asinara-2_large

tavola 2

Asinara-4_large

vista zona alloggi studenti

Asinara-5_large

vista esterna ristorante

Asinara-7_large

vista museo - corte interna

Swimming pool in Chamusca da Beir - João Mendes Ribeiro

0
0

The swimming pool in Chamusca da Beira is located in a rural propriety whose landscape is characterized by the presence of large and small scale trees, in an orchard area with ornamental and fruit trees. The swimming pool was settled in a way that would allow to avoid changes on the terrain morphology and not to interfere with the existing vegetation, keeping the orchard’s character almost untouched and favouring the landscape scenic atmosphere.

013_0006_cl_large

The swimming pool is surrounded by a granite stone platform where, in one of its extremities, relies the volume containing the swimming pool dependencies (one pantry, one toilet, one shower and a small storage room). This volume is coated with polished stainless steel sheets that, by being highly reflective, allow the camouflage of the volume on its surroundings, dematerialising its presence and visually extending the landscape.

013_0007_cl_large

013_0013_cl_large

013_0015_cl_large

013_0018_cl_large

013_0019_cl_large

013_0020_cl_large

013_0021_cl_large

013_0024_cl_large

013_0026_cl_large

013_0029_cl_large

013_0032_cl_large

Parco Sportivo Ferdeghini - Frigerio Design Group

0
0

Un progetto per una nuova visione dello sport e dell’ambiente, per coniugare l’educazione e la crescita dei giovani con il calcio, nel rispetto del contesto e delle risorse; un parco sportivo! Minima impronta dell’edificio, elevata efficienza energetica, comfort sensoriale per la ristrutturazione del centro sportivo “Ferdeghini”, destinato a diventare la “casa” del settore giovanile della storica Società Spezia Calcio.

29-spezia_6538098_large

Il progetto interessa il recupero di un’area esistente ormai degradata, con la volontà non solo di creare un centro funzionale, ma anche di riqualificare a livello urbano un intero quartiere della città, creando un punto di riferimento non solo calcistico. L’architettura si ispira al carattere della città di La Spezia legato al porto e all’industria.

51-spezia_6537896_large

Il progetto comprende un campo di calcio a 11, due campi a 7, tutti in erba sintetica e un volume dove si concentrano tribuna, spogliatoi, uffici e tutti i locali tecnici e accessori necessari al funzionamento del complesso sportivo. La nuova costruzione si colloca in posizione baricentrica sull’impronta del vecchio edificio che è stato demolito; posizione dettata dai campi da calcio, e dalla soluzione di utilizzare nel modo migliore gli spazi a disposizione.

22-spezia_6538080_large

Le scelte costruttive sono state dettate dalla volontà di realizzare nel minor tempo possibile il cantiere, senza rinunciare agli aspetti energetici e ambientali. Le soluzioni adottate sono in relazione alle condizioni climatiche locali, per massimizzare l’efficienza energetica, ridurre le manutenzioni con particolari e materiali durevoli e riciclabili. Un parco sportivo, per crescere con il pallone, e diventare un riferimento per la città di La Spezia, per il mondo del calcio e dello sport.

23-spezia_6538074_large

50-spezia_6537912_large

47-spezia_6537926_large

11-spezia_6538030_large

14-spezia_6538054_large

Spezia08_schema_solare_large

Spezia03_planimetria_copy_large

Spezia09_particolare_facciata_large


Concorso di idee per la realizzazione di un parcheggio di testata - Sergio Festi

0
0

Gli elaborati allegati costituiscono la proposta progettuale di una infrastruttura sviluppata con l’intento di mettere in comunicazione visivo-paesaggistica e funzionale i vari nuclei dell’abitato di Moena, di offrire nuovi spazi di fruizione del paesaggio dolomitico e di valorizzazione dei suoi percorsi. A questo fine i tre elementi – il parcheggio multipiano per complessivi 250 posti macchina in località Longea, il ponte pedonale e carrabile di collegamento con la parte alta di Moena (via Ischia – strada Saslonch), il tracciato pedonale dal parcheggio verso il centro cittadino – sono stati pensati in un’ottica sistemica e sviluppati dunque in un comune linguaggio articolato in materiali rudi ma che proprio per questo meglio risuonano con la natura circostante – il cemento, l’acciaio corten, il legno e gli elementi vegetali stessi usati come materiale di rivestimento e sedute. Questo non significa che debbano essere realizzati contemporaneamente, ognuno potendo seguire una propria tempistica, dettata da impegni diversi, in funzione anche delle problematicità politico-economiche che la messa in cantiere di un’opera così impegnativa sicuramente comporta.

Plan_rit_large

Lascia una riga vuota nel testo

Lascia una riga vuota nel testo

Parcheggio multipiano

Si è trattato di progettare un nodo urbano: un punto di connessione tra i diversi flussi di movimento – veicolare, ciclabile e pedonale. L’idea progettuale, però, non si è limitata a considerare la struttura come un semplice contenitore di flussi, ma ha cercato di conferire alla stessa un carattere ibrido, creando spazi nuovi, non consueti, complessi, spazi che possano comunicare l’identità del luogo. I numerosi e differenziati percorsi che collegano i vari livelli e la molteplicità di accessi che la struttura consente, offrono diversificati, sempre nuovi e sorprendenti scorci sulla valle valorizzando lo scenario naturale; il giardino sospeso, articolato a quote diverse e declinato in rampe, gradinate e piani diversamente inclinati, invita a momenti di sosta, ricreazione, socializzazione o contemplazione solitaria con una totale padronanza del paesaggio. La forma sinuosa, ha avuto origine dalla volontà di integrazione con il paesaggio; dalla topografia del terreno circostante, infatti, ha preso spunto per sostanziare il suo volume e articolarne le masse. Allo stesso scopo la costruzione è stata rivestita di lamelle in legno e corten che percorrendone il volume ne disegnano la forma, richiamando la stratigrafia del terreno, e contemporaneamente la negano, sciogliendola in una vibrazione di luce. D’altra parte, la linea dinamica e curvilinea porta con sè il concetto del movimento e rende ben conto della sua destinazione d’uso – parcheggio multipiano, stazione prelievo biciclette e locali accessori.

Alvenaria Social Housing - fala atelier

0
0

alvenaria social housing_ public competition_ lisbon, portugal_ june 2013_ finalist (last 10)_ team: fala atelier (filipe magalhães + ana luisa soares)

063_img_2_large

view from the neighbourhood

The competition sought a new identity for the “Alvenaria” neighbourhood in Lisbon. After many years of indifference, a single intervention should be able to resolve the whole site while bringing it back to the present.

063_img_4_large

masterplan

The proposal did not intend to encompass all the volumes in a static solution. A module was defined, a cube of 2.55m, and the variations and multiplications allowed the development of the various divisions of each dwelling.

063_img_6_large

view from the common garden

Setting ground rules for the organisation of the interiors, several possible typologies were proposed. Each room would directly respond to the wishes of the residents and the dynamic mutant capacity would transform the neighbourhood into a moving platform. Balconies over the street and small cultivation spaces would give colour to the landscape.

063_img_7_large

view from a living room

The materialisation of the project was based on a prefabricated metal structure. The white of the exterior would be the backdrop for community activities. Inside, each resident would define his own micro-universe.

063_img_8_large

module

063_img_9_large

modules

063_img_10_large

plans

063_img_15_large

view from a living room

063_img_16_large

view from a living room

063_img_17_large

view from a bedroom

063_img_18_large

typological variations

063_img_19_large

section

063_img_21_large

1:50 model

Viviendas de protección oficial en calle La María (Sevilla) - Gabriel Verd Gallego

0
0

ENTORNO El Sector de la Trinidad es un área al norte de la ciudad anexa a la muralla, apoyada en una trama viaria de gran importancia en el esquema de tráfico de la ciudad, la Ronda de Capuchinos – María Auxiliadora y Carretera de Carmona. El trazado de las manzanas que lo componen ha permanecido casi inalterado desde su formación, delimitadas por los antiguos caminos y calzadas rurales que llevaban a las huertas. Cuatro manzanas de grandes dimensiones, sobre todo la del colegio, conforman el sector. Es de destacar la presencia, tanto física como histórica, de esta última manzana a través de los siglos.

La_maria_gabriel_verd__3__large

Situación

Predominan en el sector edificios y naves industriales que fueron los usos predominantes en esta área desde la urbanización de los terrenos hacia finales del XIX y principios del XX.

La_maria_gabriel_verd__2__large

Foto aérea

En cuanto a nuestra manzana, con frente a la Avenida de la Cruz Roja, es de implantación posterior, irregular y caótica por la diversidad de usos e implantaciones, como los bloque en altura con frente a la Ronda de Capuchinos, viviendas unifamiliares, antiguas edificaciones textiles, usos singulares, como el antiguo cine Andalucía de Invierno y de Verano, grandes vacíos interiores y operaciones de registro interior irresueltas, como el adarve de calle Morsa, todo como resultado de sus grandes dimensiones, sus diferentes tensiones de borde y su crecimiento no planificado.

La_maria_gabriel_verd__6__large

Vista desde la calle La María

EDIFICACIÓN Presenta fachada hacia la calle La María con orientación prácticamente Este y medianería, Sur y Oeste, hacia el aparcamiento del Bingo. Sobre esta finca tenemos, a nuestro favor, servidumbre de luces y vistas con carácter permanente. Los huecos que se proyectan en esta fachada no son practicables. Hacia el Norte presenta medianera con el solar colindante.

La_maria_gabriel_verd__5__large

Patio interior

Se ha optado una distribución de cuatro viviendas por planta, simétricas dos a dos respecto al eje de la parcela y todas ellas dando a fachada. Las viviendas de dos dormitorios (2D) se colocan en planta baja y ático estando las de tres (3D) en planta primera y segunda. La vivienda adaptada para usuarios de sillas de ruedas se ha proyectado en planta baja (vivienda B.1)

La_maria_gabriel_verd__4__large

Interior caja escalera

Al interior, los dormitorios, baños y algunas cocinas serán iluminados y ventilados por dos patios de luces con ángulos achaflanados (con dimensión de su lado menor igual a h/3). Uno de ellos será se ha planteado como elemento de transición desde el portal hacia el interior del núcleo de escaleras.

La_maria_gabriel_verd_large

Sección trasversal

Todos los salones dan a fachada principal a través de pequeños balcones que ponen en conexión esta promoción con la mayoría de tipología de vivienda dominante en la zona. Cabe destacar que todos los salones cuentan con ventilación cruzada (fachada-patio) lo que mejorará significativamente las condiciones de confort en los mismos y redundará en un menor consumo de A/A.

La_maria_gabriel_verd__1__large

Alzado a calle

Los espacios destinados a circulación se disponen al fondo de la parcela, de este modo podremos aprovechar la servidumbre de iluminación que tenemos sobre la parcela del Bingo para conseguir que estos espacios no sean oscuros y angostos.

El núcleo de escaleras se ha diseñado como pieza significativa de la intervención que pone en relación todas las viviendas. Se aprovecha también el efecto chimenea que se produce en este espacio para evacuar mediante el “tiro” el calor del interior de las viviendas; para ello cada puerta de acceso a vivienda se ha proyectado con ventana-trampilla practicable sobre ellas para permitir, según necesidad, la ventilación y evacuación del calor hacia el núcleo de escaleras.

En planta tercera (ático) se retranquea levemente la línea de barandillas para enfatizar aún más la volumetría de dos plantas sobre la calle. En cubierta la línea de pretiles se retranquea tres metros sobre el plano de fachada de la planta ático, de este modo garantizaremos la intimidad de las terrazas frente a miradas indiscretas de vecinos que puedan estar utilizando la cubierta.

casa B-B' - brenso

0
0

Il progetto prevede la ristrutturazione di un’abitazione privata al piano terreno con giardino di pertinenza. L’edificio, un abitazione di tipo borghese risalente all’incirca agli anni ‘40, è situata nel quartiere giardino della periferia ovest di Bologna.

1012_casabb_11b_large

Zona giorno - Living room

La riorganizzazione funzionale e l’ottimizzazione dei locali ha volutamente ricreato un passaggio leggibile tra i differenti livelli di privacy dell’abitazione, dagli ambienti di relazione – soggiorno e cucina – esposti ad est lungo il fronte strada, attraverso gli spazi per la distribuzione fino agli ambienti più intimi privati – la zona notte e lo studiolo. Lo spostamento della cucina ha inoltre permesso la creazione di un’ampia zona giorno open-space con accesso diretto al giardino. Qui la scelta e la disposizione dei complementi di arredo si è orientata verso una soluzione progettuale che non appesantisce lo spazio ricoprendo e soffocando le pareti con oggetti appesi, ma che ne esalta invece la tridimensionalità, enfatizzando al contempo l’altezza e la profondità dell’ambiente. Il sistema di mensole sospese infatti, che riprende lo stesso materiale e la finitura delle superfici verticali, non è altro che un elemento estruso dalle pareti stesse, che avvolge la sala creando un unicum. I toni neutri delle porte interne in laminato bianco a poro aperto e dei serramenti in pvc pellicolato effetto legno sottolineano la volontà di integrare gli infissi con le pareti verticali ed i soffitti, a differenza della pavimentazione in parquet in legno iroko africano che con le sue tinte mielate crea un distacco netto dall’intonaco bianco. Alcune porzioni dei setti murari sono state tinteggiate con colori sgargianti, dal blu al rosso, così da far emerge i complementi di arredo in accostamento.

1012_casabb_12b_large

Zona giorno - Living room

The project focuses on the restoration of a private dwelling at the ground floor with private garden. The building, a bourgeois residence from around the 40s, is located in the garden district neighbourhood in the western periphery of Bologna. The functional reorganization and the optimisation of spaces recreated intentionally an intelligible passage among the different privacy levels of the house, from the public rooms – living room and kitchen – exposed on the eastern side along the street, through the distribution spaces till the more private areas – the sleeping room and the little studio. Furthermore moving the kitchen allowed the creation of a wide open-space for the living room directly connected with the garden. Here the furniture selection and layout is oriented towards a design solution that doesn’t make the space dull covering and suffocating the walls with hanging objects, but that exalt instead its tridimensionality, emphasising at the same time the height and the depth of the room. The system of suspended shelves in fact, that recall the same material and finishing of the vertical surfaces, is nothing but an element extruded from the walls themselves, that wraps the room creating an unicum. The neutral tones of the inner doors in white laminate wood with open pores and of the pvc window frames with wooden skin underline the intention to integrate the doors and windows frames with both the vertical walls and the ceilings, as a difference compared to the parquet pavement in African iroko wood that with its honey tints create a clear separation from the white plaster. Some sections of the walls have been painted with gaudy colours, from blue till red, so to let the nearby furniture emerge.

1012_casabb_13b_large

Zona giorno - Living room

1012_casabb_14b_large

Zona giorno - Living room

1012_casabb_15b_large

Dettagli illuminazioni - Lights' details

1012_casabb_16b_large

Camera da letto singola - Single bedroom

1012_casabb_17b_large

Camera da letto matrimoniale - Master bedroom

1012_casabb_04b_large

Concept

1012_casabb_05b_large

Pianta stato di fatto e progetto / Floorplan existing situation and project

1012_casabb_07b_large

Vista aerea esposa / Bird eye exploded view

TREPUNTOZERO - TREPUNTOZERO architettura

0
0

Nei luoghi della tradizione, uno spazio innovativo che guarda al futuro..

1_large

La sede di TREPUNTOZERO nasce da un’idea del signor Fiorenzo Scarpeccio , dell’architetto Ubaldo Severini e dell’architetto Alessia Scarpeccio, mossi dalla volontà comune di recuperare e convertire un ex complesso industriale con un progetto che conferisse una nuova funzione allo stabile pur mantenendone le peculiarità storiche.

2_large

Oggi la struttura ospita un team di giovani professionisti che trovano all’interno dei suoi locali spazio per dare forma con la loro professionalità e creatività a progetti innovativi, sia in ambito culturale che nella progettazione architettonica, unendo le diverse esperienze maturate in ambito locale ed internazionale.

3_large

4_large

Parcheggio in località Longea. Moena - Salvi & Associati

0
0

Successivamente ad uno studio delle caratteristiche morfologiche dei luoghi, dei caratteri ambientali ed urbanistici del sito e degli aspetti della viabilità, dopo aver valutato soluzioni alternative a quelle individuate nello specifico dal progetto di mobilità integrata “Moena 2010-2025” si è convenuto di inserire la nostra proposta progettuale all’interno delle linee tracciate dal Bando facendo riferimento al progetto suddetto. Dei tre elementi costituenti ciascuno parte integrante del progetto: - il manufatto ospitante il parcheggio multipiano con accesso da Strada Cernadoi; - il ponte-tunnel di collegamento del parcheggio con Strada Saslonch; - il collegamento pedonale del parcheggio col centro cittadino; il primo risulta evidentemente l’elemento volumetrico di maggiore impatto nel contesto ambientale.

00_w_large

Dal ponte

Il Parcheggio

Foto-00-chiaro-mattia-aiuola_w_large

Ingresso

Stante l’inevitabile imporsi della presenza di questo nuovo edificio all’interno delle pendici che circondano l’alveo del torrente oltre che nel complessivo paesaggio del sito, si è ritenuto opportuno evitare la imposizione una tipologia edilizia “tradizionale” che non celasse le proprie inevitabili massicce dimensioni. Si è quindi fatto ricorso ad un manufatto che emerge dalla scarpata con la conformazione superficiale di una calotta ellittica che, lungo l’asse longitudinale, da copertura dell’edificio diviene parete laterale sino ad affondare e confondersi nel terreno circostante. Una sorta di frutto del terreno stesso. Sul fronte della Strada Cernadoi la calotta si interrompe conformandosi come un grande portale per ospitare gli accessi carrabili al parcheggio e quelli pedonali ai servizi previsti al “piano terra” a quota +0,60 ed al livello superiore a quota + 4,60. Sul fronte dell’Avisio la calotta di rivestimento dell’edificio si interrompe nuovamente dando luogo al prospetto di una parete lignea in parte composta di brise soleil e superficie di ventilazione naturale dei vari piani dei parcamenti, in parte attrezzata per la arrampicata libera, a distanza di 10 metri a picco sul torrente ed una parete vetrata che contiene un ascensore panoramico. Una volta parcheggiata la propria autovettura i suoi occupanti, utilizzando i connettivi verticali, possono optare per due diverse soluzioni di uscita dal parcheggio: alla quota della Strada Cernadoi, dove a poche decine di metri troveranno la fermata della navetta, in attesa della prevista metropolitana leggera tipo people-mover, oppure alla quota inferiore dell’impianto dove troveranno il percorso pedonale attrezzato che costeggia il torrente. Il manufatto, della volumetria complessiva di ca. 60.000 mc, si compone di nove livelli dei quali sette destinati a parcheggio con interpiano pari a 3,00 metri, con capacità complessiva di 309 posti auto e 32 posti moto disposti in uguale misura al primo e all’ultimo livello. Ogni piano di parcheggio accoglie due stalli destinati ai portatori di handicap, è accessibile veicolarmente per mezzo di due rampe elicoidali a senso unico di marcia destinate una alla discesa ed una alla risalita. Tutta la circolazione interna nelle corsie è a senso unico e favorisce una maggiore sicurezza d’uso. L’impianto è servito da due rampe di scale e da due ascensori che collegano i sette livelli di parcheggio con il livello di ingresso e uscita sulla Strada Cernadoi, posto alla quota relativa 0.00 coincidente con la curva di livello indicata a quota 21,00 sugli elaborati forniti dalla Amministrazione. In corrispondenza della entrata ed uscita dal parcheggio si rende necessaria la modifica dell’attuale assetto viario mediante la realizzazione di una rotatoria che consentirà la regolamentazione del flusso viario nella massima sicurezza. Alla quota 0,00 l’ingresso e l’uscita dall’impianto saranno regolamentati da tornelli. Per il pagamento del parcheggio in ognuno dei sette piani (da quota – 3,00 a quota -21,00), dotato dei relativi servizi igienici, sono previste casse automatiche che produrranno il ticket da utilizzare per l’uscita. A fianco dell’ingresso carrabile a quota 0,00 si sviluppa (a quota + 0,60), il primo dei due livelli destinati alle altre attività previste (fitto attrezzature invernali, commerciale, postazione interattiva per servizi informativi, bar, punto informatico interattivo, ecc.), che potranno svilupparsi anche al livello superiore a quota + 4,60. Oltre a quanto previsto dal bando si è ritenuto utile, ai fini della migliore vivibilità dell’intervento, l’inserimento delle suddette attività atte a renderlo un luogo nodale di scambio dotato di servizi utili non solo ai fruitori del parcheggio, ma a residenti e turisti che utilizzeranno ad es. il sevizio di bike-sharing o frequenteranno la palestra di free climbing e che lì troveranno esercizi commerciali dedicati, e un punto di ristoro con vista a picco sul torrente, non in ultimo permettendo in questo modo all’amministrazione comunale di poter valutare formule proprie del Project Financing, nell’auspicabile futura realizzazione dell’intervento. La superficie utile complessiva dei piani destinati a parcheggio, dotato di tutti i fondamentali impianti compreso quello di rilevazione di stalli disponibili, ammonta a 14.950 mq, mentre la superficie destinata alle altre attività previste alle quote + 0,60 e + 4,60 ammonta a ca. 2.300 mq. Il volume, pari a circa 14.200 mc, interessato dalle suddette altre attività sarà dotato di impianto di condizionamento parzializzato. Sia il livello a q. + 0,60 che quello superiore, sono inseriti in un unico ambiente delimitato superiormente dalla calotta di copertura con maglia strutturale visibile in legno lamellare. Le aree destinate al bike-sharing, protette dalla copertura, risultano esterne ed accessibili direttamente. La struttura portante dell’edificio è in cemento armato e prevede sistemi di prefabbricazione almeno per le partizioni orizzontali. Risulta staccata dall’involucro che determina la configurazione esterna del manufatto. Questo si compone di due parti. La prima è la parete in c.a. che circonda e delimita lo spazio entro il quale si sviluppa l’impianto del parcheggio e separa il volume edilizio interno dalla scarpata circostante divenendo, per un tratto, parete di contenimento del terreno circostante. Sul perimetro superiore di essa si attesta la struttura di copertura in legno lamellare che delimita superiormente lo spazio a partire dalla quota 0,00 concluso dalla calotta. Questa rivestita esteriormente con lastre di rheinzink o materiale similare delle cromaticità atte al migliore inserimento ambientale, con intercalati pannelli fotovoltaici posti sulla porzione di superficie di copertura favorevolmente esposta e pannelli dedicati alla ventilazione degli ambienti sottostanti. Il rivestimento si estende anche oltre la copertura in legno lamellare sovrapponendosi quindi alla parete in cemento per la parte di questa fuori terra discendendo lungo i poli estremi della calotta e conferendo al manufatto l’aspetto di un elemento morfologicamente unitario inserito nel suo contesto con forte intento di dialogo e di presenza sostenibile. Il solaio a quota + 0,60 e le pareti in c.a. delle rampe di accesso e uscita dal parcheggio sigillano il volume sottostante destinato all’impianto da quello superiore dedicato alle altre attività, rendendo le due parti completamente indipendenti tra loro. Le quote +0,60 e + 4,60, oltre che alla Strada Cernadoi, sono collegate direttamente alla quota esterna fronte torrente mediante l’ascensore panoramico dedicato così da rendere facilmente raggiungibile da ogni parte il nucleo delle attività poste ai livelli superiori dell’impianto. Il prospetto verso l’Avisio si caratterizza dal fronte di una parete verticale protetta da una parte aggettante della copertura. La parete, caratterizzata da un ampio fronte aperto per la ventilazione naturale dell’impianto alternato ai brise-soleil, è agganciata strutturalmente ai solai dei vari livelli, si distacca lievemente da questi ultimi ed è composta dal rivestimento ligneo di protezione dei piani di parcheggio, dalla porzione di superficie in pannelli OSB dedicata a palestra di free climbing e dai pannelli basamentali di cemento fibro-rinforzato (GRC).

03_w_large

Dalla statale

Il ponte-tunnel

02_w_large

La realizzazione del collegamento tra la località Ischia con Strada Cernadoi è proposta nell’ambito dei vincoli dati dal bando. Dalla Strada Saslonch si accede al tunnel che sottopassa il piazzale della scuola di Polizia per mezzo di una rampa che occupa l’area oggi adibita a parcheggio di superficie all’angolo tra Via Ischia e la stessa Strada Saslonch. I muri di contenimento della rampa che si immette nel tunnel saranno rivestiti con pietra locale. I posti inevitabilmente perduti verranno ampiamente recuperati tra gli stalli del nuovo parcheggio coperto, sovrabbondante di 77 posti auto rispetto a quanto richiesto. Il tunnel si collega poi alla Strada Cernadoi di fronte all’Hotel Belvedere con un ponte con pendenza pari all’8% a scendere nella direzione del tunnel. Nell’attestarsi del ponte a ridosso della Strada Cernadoi si è avuto cura di invadere nella misura minore possibile la scarpata dell’invaso dell’Avisio. Ciò ha comportato una immissione diretta su detta viabilità che dovrà essere dotata di apposita segnaletica per la regolamentazione della circolazione viaria. Il ponte, lungo 59 metri, realizzato interamente in legno lamellare e acciaio, è concepito come un prolungamento a cielo aperto del tunnel e poggia su due diversi basamenti posti alle sue estremità: uno a ridosso dello stesso tunnel e l’altro, che invade in piccola parte la sottostante scarpata, a ridosso della Strada Cernadoi. Saranno questi gli unici interventi di modifica della morfologia del luogo per la realizzazione del ponte. Di larghezza stradale complessiva utile pari a metri 7,40 e altezza interna pari a m. 4,50, esso è dotato di due corsie di marcia e, al suo esterno, di due camminamenti pedonali panoramici ciascuno largo 140 cm, affacciati sull’Avisio e quello a sud, fronteggiante l’intero nuovo intervento. La parte carrabile del ponte è separata dai percorsi pedonali esterni aggettanti dalla struttura mediante un sistema parete in listelli di legno alternati a vuoti d’aria esteso anche alla struttura superiore di copertura, così da rendere percepibile l’esterno attraverso una texture orizzontale di luce, ombre e trasparenze e mantenere, allo stesso tempo, una netta separazione tra i differenti flussi di percorsi accolti dal ponte. La protezione dei percorsi pedonali è data, oltre che dalla struttura lignea del ponte, anche dai guard-rail posti all’esterno delle corsie di marcia. In corrispondenza del raddoppio strutturale delle travi di copertura sono previsti pannelli fotovoltaici per rendere autonomo il sistema di illuminazione del ponte che, proprio per la configurazione del suo involucro, sarà, nelle ore notturne caratterizzato dalla emissione di luce interna mediata dal sistema di rivestimento il listelli di legno alternati con il vuoto. I percorsi pedonali esterni, protetti da balaustre anch’esse in legno, proseguiranno all’interno del tunnel su marciapiedi protetti da guard-rail sino a raggiungere la viabilità a cielo aperto in località Ischia.

Tav-01_large

Tav 01

Il collegamento pedonale dal parcheggio al centro cittadino

Tav-02-_large

Tav 02

In realtà i collegamenti suddetti sono due: quello attuale a ridosso della ex S. Statale delle Dolomiti ed il nuovo che, costeggiando l’Avisio lungo l’argine sinistro, collega la parte inferiore del nuovo parcheggio al centro urbano con due diverse modalità al fine di rendere ancor più integrato il nuovo intervento al centro stesso e favorire al contempo una agevole utilizzazione del nuovo impianto. Il percorso pedonale, che nasce dalla parte inferiore del parcheggio, costeggia con una leggerissima pendenza il torrente e, sdoppiandosi alla confluenza tra l’Avisio e il Rio San Pellegrino si immette attraverso due varchi sulla S.Statale 48. Il primo, superando con una gradonata un dislivello in salita di oltre quattro metri, raggiunge la strada all’altezza del ponte sul Rio. Il secondo, superando l’Avisio con un ponte pedonale in legno lamellare e costeggiando il torrente sulla sponda opposta, va a ricollegarsi alla Statale con un percorso in discesa di poco più di un metro di dislivello. Lungo il percorso pedonale pavimentato con lastre di porfido del Trentino, appena distanziate una dall’altra con inserti di erba connessa al prato adiacente, si aprono 3 spazi attrezzati, la “collina delle sport” la “collina dei giochi” e la “collina del relax” ognuna allestita per lo svolgimento delle suddette attività. Una particolare cura dovrà essere data alla sistemazione della scarpata a monte, alla manutenzione della vegetazione, della sistemazione a verde della stessa scarpata e dell’argine del corso d’acqua affinché il tutto divenga parte integrante del godevole paesaggio nel quale si inserisce il percorso allietato dai suoni della natura dell’acqua che scorre. Il percorso pedonale limitrofo alla S.S.48, in parte sovrapposto all’intervento previsto, nell’occasione di dover subire inevitabili modifiche, sarà oggetto di un parziale miglioramento comprendente una nuova pavimentazione ed una protezione rispetto all’adiacente manto stradale.

Tav-03_large

TAv 03

Tav-04_large

Tav 04

Riqualificazione Piazza Alda Moro ed Enrico Berlinguer - Micaela Pignatelli, ubaldo occhinegro, vincenzo minenna, Marco Stigliano, Francesca Barone, Giuseppe Fallacara

0
0

Il contesto dell’area di concorso

Puti_large

Il primo obiettivo che si pone la nuova proposta progettuale è la riqualficazione urbana di Piazza Moro e la specificazione delle relazioni che intercorrono tra questa area e Piazza Berlinguer. Attualmente lo spazio di Piazza Aldo Moro è una grande cicatrice urbana dalle dimensioni spropositate, legate alla permanenza della memoria della Villa Comunale; questo spazio aperto, pur costituendo un ambito di discreto valore, in alcune sue parti, impedisce (a causa delle sue rilevanti dimensioni) la visione unitaria della piazza e la relazione spaziale tra questa ed il centro storico. D’altro canto piazza Berlinguer vive una propria condizione di precarietà e paradossalmente di perifericità. La condizione di forte degrado, dovuto alle mancate opere di manutenzione dei manufatti delle due piazze, legata alla difficile e onerosa opera di messa in sicurezza strutturale e rifunzionalizzazione, ha spinto la scelta progettuale verso la demolizione di tutti i manufatti presenti nelle due piazze, ad eccezione della scala monumentale di piazza Moro (che conserva la memoria storica della villa comunale).

Idea progettuale

Il concept per il progetto prende vita da una suggestione, dalla visione di uno spazio che viene riempito dal movimento riverberante di un nastro lapideo: un percorso complesso che segna delle geometrie morbide. Il nastro lapideo diventa il collante di realtà ed ambiti diversi: corre ed attraversa piazza Moro e piazza Berlinguer connettendole fisicamente e segnandone gli spazi d’uso e i luoghi di sosta; regola il passo della vegetazione con una apparente casualità, ma in realtà esso risponde a regole precise dettate dalla configurazione spaziale della morfologia urbana. Gli elementi che partecipano alla realizzazione architettonica del nuovo spazio urbano sono: il nastro lapideo, che genera e caratterizza le spazialità del nuovo luogo urbano diventando esso stesso strumento da utilizzare per cittadini di Putignano; gli ambiti ipogei, che incorporano il complesso programma funzionale; il sistema dell’arredo urbano, che si muove parallelamente al nastro definendo la sua natura a seconda dei diversi ambiti; il sistema del verde, il quale interagisce in maniera dipendente o autonoma rispetto al nastro. L’unione simultanea di questi elementi dà vita ad un intreccio spaziale: luogo di aggregazione maggiormente evidenziato, aggregatore spaziale e sociale. Il nastro diventa un involucro architettonico che abbraccia tutto l’ambito urbano interessato: il moto generato da un’invisibile mano del quale tutte le quinte cittadine diventano attente spettatrici.

Ambiti funzinali

Il nastro è quindi il collante spaziale di ambiti diversi; è un oggetto che non solo accoglie in sé funzioni di separazione spaziale ma diventa un raccoglitore di servizi. E’ generatore di azioni e meccanismi urbani, un attrattore spaziale che permette all’utenza di usufruirne nelle sue molteplici funzioni. Esso non è un elemento neutro ma anzi fa della sua visibilità un punto di forza. Si forgia attraverso un dialogo continuo con lo spazio circostante: è un elemento flessibile che, modellato dalla necessità di aderenza alla complessa morfologia degradante del sito, combatte la sua apparente estraneità ai luoghi con la forza del dialogo con lo spazio. Questo nastro, o meglio paesaggio, diventa un elemento vitale per la città: un luogo dove gli abitanti possono, pur all’interno di essa, vivere un’esperienza in diretta connessione visiva con il paesaggio antropico della città storica ed il paesaggio naturale della valle degradante.


Casa AL - Santi Albanese, Gaetano Gulino

0
0

Il progetto riguarda la ristrutturazione di un magazzino in campagna da destinare ad abitazione. Il progetto vuole reinterpreatare la tipologia della casa di campagna Menfitana in chiave contemporanea denunciando gli elementi che costituiscono gli ampliamenti al fabbricato esistente. Il lavoro riguarda una serie di interventi sul fabbricato esistente e l’ampliamento di una parte del fronte. La parte di ampliamento è realizzata con una struttura metallica chiusa da vetrate le quali saranno ombreggiate da lamelle verticali in legno.. Al fine di rendere il tetto a falde simmetrico, nella parte di fabbricato a cui si “aggancerà” l’ampliamento, la tipologia di copertura esistente sarà sostituita da un tetto piano; in questo modo il fabbricato ristrutturato avrà pianta ad “L” e volumetricamente sarà composto da una prima parte a falde pressoché simmetriche e da una seconda parte trasversale alla prima, a tetto piano, la cui parte terminale sarà un cubo trasparente.

3

1

2

4

5

7

8

Img_6177

Img_6178

Img_6180

Central Michigan University Events Center - SmithGroupJJR

0
0

Today, universities are competing as never before. The challenge to admit, retain and grow the student body has expanded beyond providing a core curriculum to addressing issues of student life. Varsity sports and their venues have become a recruitment tool. The University Event Center is a prime example of converting a 1970’s utilitarian gymnasium into a 21st century multi-use arena and event center that is relevant to the entire student body.

University_events_center_02_large

The additions and renovations to the Event Center are about creating a quality student life experience. The major feature of the addition is the transparent concourse and lobby. The excitement generated by the patrons attending an event is now visually connected to the street traffic. In return the image of the arena transcends from a somber fortress-like shell into a lively energetic destination for the University.

University_events_center_05_large

The two-story high glass concourse structure wraps the north and east edges of the existing arena and extends a finger eastward to create a new lobby, visible from both the street and Event Center parking. A ribbon of maroon metal siding floats above and weaves throughout the glazed facades terminating into a grand arch marking the entrance.

Universityeventcenter1_mi13_large

The quality experience continues within the Event Center. The new lobby introduces guests to an expanded Concourse Level containing amenities of concessions, souvenirs and restrooms. From the concourse patrons enter the renovated arena through vomitories to the seating. Every seat has been enhanced beyond the original wooden bleachers and the revised bowl-like arrangement brings renewed energy to the event.

University_events_center_06_large

Select patrons are invited to attend events via the President’s Club Room. This additional space, located above the concourse level is trimmed with reclaimed wood from the original bleachers. The existing wall has been removed to allow for cantilevered seating into the arena.

University_events_center_07_large

The new practice facility at the northwest corner contains a large gymnasium space for basketball and volleyball, and a lower volume for wrestling. These two interlocking volumes are sheathed in gold and maroon brick. The spaces are located at Arena Level and are designed to function with the arena or separately. These facilities accommodate the practice needs of the varsity teams and the student requirements for Athletics, UREC and summer camps. Additional spaces at the Arena Level accommodate sports media, conferencing, the officials’ locker room as well as additional restroom facilities.

University_events_center_08_large

The overall design investigates opportunities throughout that enhance the sustainable nature of the architecture. The entire facility is designed to seek a LEED Silver rating. Being resource effective is the underlying principle that guides the design. Existing materials were recycled and reused where possible.

University_events_center_09_large

Together the additions and renovations bring the University Event Center into a more comprehensive experience for the patrons of the University. The Event Center has become a destination for students and has significantly increased the attendance for varsity sporting events. Its transparency initiates the energy of these events from the street to the seat.

University_events_center_10_large

Universityeventcenter5_mi13_large

Arena_level_plan_large

Arena Level Plan

Mat_diagram_gold_brick_large

Gold Brick Diagram

Mat_diagram_roof_ribbon_large

Roof Ribbon Diagram

Picture4_red_brick_large

Red Brick Diagram

Section_ew_large

Section_ns_large

GUILTY BEACH, MYKONOS - LoT office for architecture

0
0

Nestled on the world-class island destination of Mykonos, Greece, Guilty Beach is a combination champagne bar, private beach club, and gourmet restaurant designed by LoT Office for Architecture. Recently opened in June 2013, Guilty Beach was conceived as a space imbued with the traditional hospitality-minded culture of Greece and sensual mystique of Mykonos while catering to contemporary indulgences of the pleasure-seeking. LoT’s design of the space was comprehensive, including custom furnishings, larger constructions of wood and steel framing, and spatial organization. By focusing on the themes of unyielding hospitality and service, lightness and openness, and timeless understated elegance, LoT created Guilty Beach to be both inherently contemporary and fundamentally Greek.

Guiltybar_final-11_large

Panormos Beach of Mykonos is one of the most beautiful coasts in the world and serves as the context for LoT’s Guilty Beach. The outdoor upscale beach club taps into the island’s rich cultural heritage and epitomizes the ideals of Greece by offering a service-oriented space without the gaudy opulence that has become common on the island. LoT’s design harkens back to Mykonos’s heyday of the 1970s, when the island’s distant location and uniqueness created an atmosphere of genuine character rather than pretentiousness. LoT stripped the beach club typology of its artificial embellishments, and in doing so, rediscovered the essential Greek spirit.

Guiltybar_final-12_large

Able to accommodate up to 250 people in its 1100 square meter (11000 square foot) space, Guilty Beach is comprised of main areas for poolside lounging and covered fine dining as well as free-standing structures for more specific functions. Continuity is achieved through spatial, visual, and tactile considerations, namely white furnishings with clean lines, a sleek overhead lighting system, and lightweight permeable boundaries. LoT carried this Greek sense of understated luxury into its custom designed furniture and construction details of larger built forms. Furnishings incorporate a range of textures, contrasting plush lounge beds, cool white marble tabletops, and steel mid-century sun shades against the fluid water of the central blue pool. Also reminiscent of a simple, authentic Mykonos, structures including a champagne selection room, store, DJ booth, and raised VIP platform, use steel framing and steel grid systems built up with wood.

Guiltybar_final-1_large

Porous boundary conditions define soft volumes throughout the space. A perimeter wall becomes a partially transparent enclosure of thin white wood slats and clear glass and overhead, a delicate system of crossing wires with glowing spherical bulbs creates a sense of interiority. White wooden slats form soft curves surrounding free-standing structures, allowing air flow and visual transparency and, as for the champagne room, creating a unique display piece. In the open-air restaurant that flanks the lounge area, patrons dine on fresh seafood under a bamboo canopy on patios differentiated by a series of potted bamboo plants, which creates a visual filter while still allowing movement of light and sound.

Guilty_beach_plan_large

LoT enhanced the essential notions of Greek hospitality and relaxation while elevating the beach bar concept into an intoxicating mélange of traditional island charm, chic design, and sophisticated dining. At Guilty Beach, LoT combined the essence and traditional ideas and materials of Greek everyday to craft a cohesive, contemporary design.

Guiltybar_final-56_large

Guiltybar_final-35_large

Guiltybar_final-45_large

Guiltybar_final-29_large

Guiltybar_final-59_large

Guiltybar_final-13_large

Guiltybar_2_final-53_large

Guiltybar_final-54_large

Guiltybar_final-46_large

Jardín de infantes en Escobar. Argentina. 1º Premio - Francisco Vidal, Inés Vidal, Guillermo Mirochnic, Lucia Osuna, Pedro Yañez, Lucas Grande

0
0

El conjunto del Colegio San Vicente de Paul está compuesto por un edificio principal de gran calidad arquitectónica y una serie de edificios secundarios organizados entorno a un gran espacio parquizado utilizado para recreo y esparcimiento.El desafío del nuevo edificio será doble: por un lado ofrecer una lectura unificadora al resto del conjunto y por otro reorganizar las circulaciones generales desde la calle y dentro del predio. El edificio propone reparo delante del acceso mediante un semicubierto y, una vez dentro, la organización de los diferentes programas sostiene la intención de generar una suave transición, entre exterior e interior. La secuencia Pórtico de acceso – Circulación al descubierto – Semicubierto – Hall opera como transición entre el espacio exterior y el propio de los alumnos. Dentro del paquete administrativo la posición central la tiene la sala de profesores, logrando desde allí un adecuado control visual tanto de las circulaciones a las aulas como del patio de juego. Esta disposición posibilita que el entorno educativo sea a la vez lúdico y seguro, bajo la supervisión de los adultos.

Render_patio_large

Patio de juegos y huerta. Kindergarten Playground and orchard.

EL PATIO El edificio abraza un patio que cobra gran protagonismo a la vez que integra el nuevo vacío central común a todo el conjunto edilicio. El tratamiento del límite entre estos se resuelve como zonas de contacto lúdico con la naturaleza en las que la huerta y el parterre de vegetación autóctona incorporan formas sueltas que desdibujan los bordes como tales. A su vez, la reformulación de la galería escolar en torno al patio organiza la circulación como un espacio vivo, de recorrido visual y cambio constante (exterior semicubierto o interior como pasillo de las aulas y hall) ofreciendo múltiples perspectivas del edificio pudiendo controlar prácticamente su totalidad desde cualquier punto interior o exterior. Estas situaciones interiores, intermedias y exteriores dan gran transparencia proponiendo una variedad de espacios pedagógicos que cambian gradualmente y ofrece múltiples oportunidades para el desarrollo del aprendizaje.

Lam01_large

Planta de conjunto, etapas de construccion y render de acceso. Masterplan, construction phases and entrance render.

MATERIALIDAD Desde la ecología, lo social y lo cultural la elección de las orientaciones especificas a cada área de uso junto con un sistema constructivo tradicional, fácilmente realizable por mano de obra local con materiales también locales, son los ejes de la propuesta. Se busca la optimización de las superficies interiores con la totalidad de los locales provistos de iluminación y ventilación natural. En las áreas de uso intensivo como las aulas y el SUM se prioriza el control del asoleamiento del norte y el aporte de la luz natural del sur como así también el confort acústico. La orientación norte es la más efectiva para lograr protección del sol en verano, con aleros fijos y, y ganancia solar en invierno. Por eso las aulas abren al norte. La orientación este es adecuada para el SUM, sol de mañana y poca necesidad de acondicionamiento, a la vez que permite conformar el espacio exterior. La orientación oeste es cerrada para evitar el sol fuerte de la tarde en verano. Se utiliza también la arboleda como protección. El exterior conserva la mayor cantidad de terreno natural absorbente. El agua de lluvia se recupera parcialmente y almacena para ser utilizarla en el riego de la huerta. Los acabados del edificio se definen de acuerdo a la función de cada local. La premisa es el uso de materiales naturales, de uso rudo, bajo mantenimiento, larga vida útil, conveniencia costo-beneficio, disponibilidad en el mercado y respeto las normas vigentes.

Lam02_large

Plano de Planta baja, esquema estructural y render del hall principal. Ground floor plan, structure scheme and main hall render.Ground

ETAPABILIDAD Desde la economía, variable de gran importancia en la realización del proyecto, se propone la construcción en múltiples etapas. En un primer momento se mantiene el ingreso y la capacidad de alumnos de la actualidad, completando el programa con el área administrativa y el SUM. El edificio es lineal y refuerza el límite de la arboleda de casuarinas así como dialoga con el gran volumen de la capilla. El acceso se organiza por la galería al este del SUM, llegando al gran hall a través del importante semicubierto. En segunda instancia se construye un módulo de dos aulas más si aumentara la cantidad de alumnos y se independiza el acceso ubicándolo sobre la calle Sarmiento. Los espacios exteriores se completan con el patio de juegos y la huerta, completando los usos y actividades del espacio central. Como tercer crecimiento se completa el programa de aulas con el último modulo y se materializa el espacio de acceso y espera de los padres propiciando ya el vínculo con la ciudad y la comunidad. El proyecto se completa al disponer los accesos conjuntos de Jardín de Infantes y Primaria a través del gran pórtico y organizando el espacio de llegada del transporte escolar.

Lam04_large

Vistas Norte, Este y Oeste. Render del predio y fachada norte propuesta. North, East and West elevations. North façade and courtyard render

Lam05_large

Render interior del Salón de usos múltiples. Esquemas de aspectos sustentables y cortes del edificio. Multiple purpose room render. Sustainable aspects schemes and sections of the building.

Lam06_large

Detalle en planta y corte del aula tipica. Renders de aula unida o dividida. Typical classroom render. Floor plan and section details of classroom.

Etapas_large

Propuesta de etapas constructivas. Construction phases proposal.

Henry Ford Health System Innovation Institute - SmithGroupJJR

0
0

The Innovation Institute is a collaboration between Henry Ford Health System and Wayne State University College of Engineering. The space will be used as a think tank for developing new advances in medical technology such as applications for real time diagnosis of cancer, artificial lungs, etc. The Innovation Institute will be a space which inspires thought and collaboration and provides the latest technology for like-minded professionals from different backgrounds to share ideas.

Henry_ford_ii_03_large

The Innovation Institute is located in the 38,000 gsf Old Education Building on Henry Ford Health System’s main hospital campus in downtown Detroit. Designed in 1925 by Albert Kahn, the Old Education Building contains a majority of the original woodwork, a grand marble staircase, intricate crown modeling and a barrel vaulted ceiling. A goal of this project was to uncover and preserve the history of the building while introducing a dazzling, high-tech environment which supports the generation of creative ideas and serves as inspiration for those who use it.

Henry_ford_ii_04_large

The main second floor space was designed to be entirely flexible to facilitate the development of approximately ten projects simultaneously. A variety of technologies and interaction spaces that can be easily reconfigured are provided to facilitate optimal exchange of ideas. Each project will be developed in small groups of five to ten individuals.

Henry_ford_ii_05_large

The ceiling is conceived as a sculptural form, modern and playful, which reacts to existing conditions and mitigates new and old. Overall, the shape is a folded plane formed using articulated pieces. Directional in nature, the pieces allow the geometry of the plane to read, while introducing delicacy to the object. Porosity simplifies many functional strategies, most notably fire suppression, and allows for playful silhouetting of such objects. As you move through the space, a variety of spatial manipulations (some subtle, some not) become apparent.

Henry_ford_ii_06_large

We utilized adaptive component technologies in Revit in order to quickly study permutations of the design. Technology allows for a rapid iterative process of rather complicated shapes. Articulated elements are “hosted” to an invisible folded plane geometry. Manipulation of the base geometry (plane) updates all hosted members, which simplified a very cumbersome task (member by member modeling approach). In addition to the overall shape of the ceiling, we could parametrically study member shape, size and spacing. This approach turned out to be invaluable as a way to explore implications of budget decisions. In turn, we could quickly manipulate member spacing and size to understand graphical and spatial impacts of budget.

Henry_ford_ii_02_large

Hfii_mezzanine_level_large

Mezzanine Level

Hfii_level_2_large

Level 2

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images