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Progetto: Edificio Residenziale Luogo: Francavilla al mare (CH) Committente: Privato anno: 2012/2013

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Progetto: Edificio Residenziale Luogo: Lanciano (CH) Committente: Privato anno: 2012

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Progetto: Polo dirigenziale Luogo: Lucera (FG) Committente: Privato anno: 2010

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Progetto: Polo dirigenziale Luogo: Lucera (FG) Committente: Privato anno: 2010

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SSP - Andrea Jasci Cimini, Remo Cimini

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Il parcheggio di via monte grappa ha delle importanti potenzialità legate alla sua posizione strategica all’interno del nucleo urbano della città di San Salvo. La vicinanza con il centro storico suggerirebbe di arricchire di valori e attività questo luogo. L’idea progettuale è di associare alla riqualificazione del parcheggio delle attività che ne permettano una valorizzazione paesaggistica e sociale. Senza modificare radicalmente il parcheggio , si è proceduto ad un innesto. Come gli agricoltori abruzzesi fanno sulle loro piante, abbiamo aggiunto un elemento estraneo alla struttura, al fine di arrivare ad uno sviluppo armonico dell’intero comparto.

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L’intento è di inserire una funzione che solitamente è lontana dal centro cittadino: una casa anziani, sul cui tetto si sviluppi un parco urbano, un luogo di incontro tra nonni e nipoti. Sappiamo che per una persona anziana è sempre difficile lasciare al propria casa, allontanandosi dai propri affetti e dai luoghi cari alla memoria. Per questo crediamo che installare una struttura in prossimità del centro della vita cittadina, possa aiutare gli ospiti a non sentirsi dimenticati e continuare a frequentare la città. La copertura dell’edificio , si trasforma in un parco,rinaturalizzando il tetto del parcheggio, lasciandolo colonizzare da piante ed essenze autoctone.

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In questo modo, tramite un elemento verde, viene ridefinito il limite tra la città storica e la città contemporanea. Il parco della terza età vuole essere un nuovo modello di rigenerazione urbana , che mira al miglioramento delle condizioni esistenti, ma ponendo attenzione alla necessità e alle speranze. Un progetto per un futuro sostenibile della città di San Salvo.

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Riqualificazione della zona del parcheggio multipiano di via Montegrappa. San Salvo - Corrado Conte, Inguì Antonio, Capizzi Marco, Castro Francesco

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Il principio insediativo e una attenta conoscenza delle normative in vigore, hanno permesso di comprendere i luoghi, sul quale si è cercato di carpire l’identità dello stesso al fine di armonizzare l’intervento proposto nel rispetto del contesto esistente. Di seguito una attenta riflessione sul rapporto tra l’edificio e il contesto urbano esistente, ci hanno portato a decifrare lo spazio e i rapporti fra gli edifici presenti, rapporti che oggi non risultano contaminati e contaminanti in quanto nessuno mai si era posto l’obbiettivo di salvaguardare il patrimonio ambientale e la natura dei luoghi. Quindi l’oggetto architettonico che si vuole proporre, sia per la sua posizione che per la sua natura, vuole riorganizzare gli spazi limitrofi e valorizzare il suo contesto. Infatti la posizione del fabbricato oggetto della riqualificazione risulta essere importante in quanto trovasi tra la periferia ed il centro urbano storico. L’intervento si propone i seguenti obbiettivi: _rapporto con il contesto urbano; _rapporto con il paesaggio esistente; _riorganizzazione spaziale in funzione della nuova destinazione; _implementazione dell’energia proveniente da fonti rinnovabili; _qualità dei materiali e successiva manutenzione. Dalla verifica dei luoghi si è subito capito che l’edificio da riqualificare è stato realizzato senza un’attenta verifica dei rapporti dimensionali con il paesaggio, prova ne è la sua posizione in rapporto col costruito. Agendo sull’area di pertinenza e sulla nuova destinazione il progetto tende al “risanamento” dei luoghi attraverso la realizzazione di un edificio semplice che con l’ausilio della sua corteccia in lamiera stirata di corten appare potentemente autoreferenziale rispetto agli altri edifici esistenti limitrofi misurandoli con il contesto e valorizzandoli di conseguenza.

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La rampa che si stacca dalla piazza potentemente verso il primo livello, fa comprendere subito le due funzioni principali dell’edificio: -quella pubblica al piano terra, dove sono stati collocati una banca, un bar-ristorante nonché i posti auto attinenti all’attività dell’intero edificio; -quella privata al primo e secondo livello dove trovano allocazione gli uffici, una sala conferenza e due sale riunioni. L’ingresso alla struttura terziaria avviene: -dall’esterno, tramite la rampa principale della piazza; -dal parcheggio, direttamente dal corpo scala o dalla rampa interna che permette di raggiungere lo spazio esterno al primo livello. Lo spazio esterno al primo livello nasce dalla demolizione della porzione di edificio che si addossava al terrapieno, dando la possibilità di avere tutti gli ambienti direttamente prospicienti l’esterno, facendo in modo che tutti gli ambienti acquisiscono medesimo valore.

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Dalla demolizione rimangono escluse le opere di contenimento che affiorano con forza e lasciati a vista si contrappongono potentemente all’edificio progettato interamente con facciata continua di vetro, addossata all’ ossatura esistente, resa visibile. La struttura affiora dentro l’edificio rendendo leggibile il miracolo della percezione dell’ossatura portante, “come un corpo umano, dove le ossa, i tendini, generano il calore di esso”. L’ingresso progettato nella parte posteriore dell’edificio obbliga il fruitore a percorrere lo spazio interno facendo scoprire nuovi scenari, i pali diventano la facciata interna dell’involucro. “L’edificio perdendo tutto ciò che lo rendeva adeguato a rispondere a dei compiti legati alla sua funzione, diventa una rovina nel contesto urbano suggerendo nuovi orientamenti, caricandosi di valori aggiunti, nuovi destini, che assumendo i connotati di quella forma si caricano di nuovi significati, nuovi valori, nuovi usi.” L’attività lavorativa all’interno della struttura si separa dal caos cittadino dovuto al flusso veicolare presente a valle dell’intervento; tale separazione urbana, già presente di fatto con la piazza pedonale, avviene tramite la realizzazione della facciata principale in lamiera stirata di corten, che avvolgendo tutto il perimetro esterno dell’edificio rende l’immobile omogeneo da tutte le viste cittadine, dandogli riconoscibilità medesime da qualsiasi posizione.

La facciata principale si apre solo verso la piazza al piano terra creando l’unica espansione visiva dell’edificio verso l’esterno; la pavimentazione della piazza conquista gli spazi esterni dell’edificio dilatando la piazza verso il locale ristorante e la banca, uniche attività presenti al piano terra; tale scelta fa si che i luoghi vengano fruiti durante tutta la giornata e non solo negli orari di lavoro. Al fine di rendere l’opera eco-sostenibile si è prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico di 60 Kw, la realizzazione di pannelli solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria, nonché il recupero dell’acqua piovana per la riutilizzazione dell’acqua nei wc dei servizi igienici, ed eventuali pulizie.

RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA DISMESSA DELLA VECCHIA STAZIONE FERROVIARIA A CIVIDALE DEL FRIULI - Paolo Canesso, Anita Brotto, Davide Scapin, mirco brion, Anna Favaro, Giovanni Ballotto

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ANALISI DELL’AREA E DEL CONTESTO URBANO L’area di progetto rappresenta un ambito di pregio per la città di Cividale del Friuli. Posta un tempo al limitare nord del nucleo urbano, trattandosi dell’area ex stazione ferroviaria, costituiva una vera e propria cesura tra la città ed il cuore economico della zona rappresentato dal cementificio. Oggi i fabbricati produttivi sono stati sostituiti da un ambito di espansione commerciale/direzionale e la cittàè stata aperta verso nord grazie all’arretramento della stazione ferroviaria, realizzato costruendo un nuovo edificio per la stazione ed associando il capolinea ferroviario a quello del trasporto pubblico su gomma. L’area pertanto costituisce una vera e propria cerniera tra il nucleo urbano consolidato, l’ambito di espansione della città ed il capolinea dei mezzi di spostamento pubblici, locali e non. L’analisi della zona e le istanze espresse nel bando di concorso, nonostante la presenza delle vie di traffico veicolare appena potenziate anche per favorire la fruizione dell’area nord della città, hanno fatto emergere la chiara volontà di ricucire gli ambiti e di creare quella che potremmo definire come la nuova “porta nord” della città.

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L’area ex capolinea ferroviario è caratterizzata dalla presenza dell’edificio della stazione, probabilmente risalente a fine ’800 – primi ’900 e riconoscibile per le sue peculiarità tipo-morfologiche. Nelle vicinanze della stazione è presente anche un volume di minor pregio attualmente utilizzato come bar. Più a sud si sviluppa un’ampia area adibita a giardino pubblico, con alberature certamente molto datate, nella quale è stato edificato un monumento ai caduti. Tra le due aree permane il nastro alberato di ippocastani che costituiva il “viale della stazione”, altra tipicità che restituisce ancora oggi la riconoscibilità del luogo. L’ambito di progetto si completa con alcuni tratti stradali da valorizzare e riqualificare ed un piccolo ambito posto ad est del giardino pubblico, attualmente ad uso parcheggio pubblico; quest’ultimo, pur essendo separato dal giardino sia fisicamente che percettivamente da un alto muro in pietra, risulta localizzato in posizione di pregio, nello snodo tra il centro cittadino ed il giardino e più genericamente tra il centro e l’ambito di progetto. Come ogni città, anche Cividale “parla” di se stessa attraverso le proprie permanenze storiche. Seppur ridotte e rimaneggiate, tali permanenze danno la “misura” del luogo, sia in senso fisico che temporale: elementi minimi residuali di epoche stratificate e restituite in elementi forti di definizione e riconoscimento del luogo. Che si tratti di corpi edilizi veri e propri, singoli o agglomerati, di lacerti murari o solamente di “segni” lasciati dal tempo sul “foglio da disegno” della città (distacchi, filari alberati, allineamenti o coni visuali, etc) i rapporti di scala ed il “grado di permanenza” degli elementi del luogo sono oltremodo riconoscibili e possono/devono ancora oggi essere generatori del sistema urbano. Essi sono in grado di suggerire criteri per intervenire nella città consolidata, determinando “gerarchie fisiche e percettive”. E’ questa stratificazione che rende la città non semplicemente un “luogo dove vivere”, ma soprattutto un luogo dove la comunità esprime il suo “sentire comune”, dove si instaurano i rapporti che sono il cemento della società, dove l’insieme delle connessioni fisiche ed emozionali si consolidano nel “senso di appartenenza”.

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CRITERI E CARATTERI DEL PROGETTO A partire dalla breve analisi formulata, intendiamo proporre un disegno unitario espresso con linguaggio contemporaneo ma in continuità con le permanenze del luogo, capace di porsi quale elemento regolatore dell’area di progetto a partire da ciò che la città stessa suggerisce. Un disegno al contempo efficacemente libero dai condizionamenti degli elementi nuovi di recente inserimento, siano essi edifici o strade, incapaci di suggerire un “senso di sedimentazione”, ma che permetta di legare intimamente tutto il sistema pur nell’eterogeneità linguistica presente. Nel dettaglio, il progetto si sviluppa secondo i seguenti criteri di finalità: - riqualificare l’area oggetto di intervento attraverso un disegno chiaro e razionale, quasi atemporale, restituendo così il necessario grado di riconoscimento ai segni che suggeriscono permanenze storiche; - realizzare spazi che possano fornire realmente occasioni di connessione ed incontro, aperti alla città e ai visitatori, eloquenti ed espressivi, efficaci tanto sul piano funzionale che su quello emozionale; - rivedere e ridefinire gli elementi della mobilità, sia automobilistica che ciclo-pedonale, sistemando percorsi e luoghi di sosta per la prima e favorendo in modo diffuso la seconda. Lo scopo è quello di restituire al fruitore la possibilità di vivere e spostarsi dentro la città e non dentro contenitori metallici dotati di ruote che, pur efficaci allo scopo di far transitare l’utente da un punto ad un altro, fanno perdere completamente il contatto relazionale con il luogo. Il tutto nella consapevolezza del ruolo fondamentale di “porta di accesso” costituito dall’area di progetto; - proporre un sistema di funzioni utili alla città ed in linea con le richieste dettate dal bando di concorso, integrate nel tessuto storico-relazionale.

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CONTENUTI DEL PROGETTO Il disegno planimetrico di progetto è definito secondo una maglia chiara e riconoscibile, che non vuole e non deve confondersi con i segni del tessuto urbano ma al contempo appare modulata su direttrici esistenti e replicata secondo rapporti suggeriti dagli elementi forti presenti nell’area. Le due direttrici che compongono la maglia sono ortogonali tra loro. La prima è quella suggerita dalla direzione della porzione terminale della ferrovia, ora rimossa, che è la stessa che caratterizza il viale alberato fronte stazione e l’edificio della stazione stessa. La seconda ripropone la direzione dell’asse principale di attraversamento della città storica, che dal Ponte del Diavolo la percorre in direzione sud-nord fino ad uscire dal centro in corrispondenza dell’estremità est dell’area di progetto. Queste generatrici dello spazio rappresentano quindi gli elementi forti di richiamo alla città, gli assi storici fondamentali del sistema urbano inserito nel territorio. Le due direttrici vengono replicate secondo il passo dimensionale suggerito dall’edificio della stazione ferroviaria, essendo questo l’elemento architettonico di forza esistente all’interno dell’area di progetto, sia sul piano architettonico che storico-culturale. La griglia che ne deriva, oltre a riconoscere il ruolo storico delle due direttrici di accesso alla città, determina una sorta di “pacificazione degli elementi del luogo”. Nella rigidità formale che la caratterizza, essa è al contempo regola ed eccezione, ripetendosi in modo quasi ossessivo e determinando un disegno che potremmo definire “atemporale”. In essa le permanenze storiche sono riconoscibili e gli elementi contemporanei vengono regolati. Dal punto di vista funzionale, il disegno della maglia determina un sistema libero di percorsi ciclo-pedonali inseriti nel verde, nel quale vengono mantenute le alberature esistenti sia del parco che del viale fronte stazione. La griglia planimetrica diventa così la regola fondamentale sulla quale modulare la proposta architettonica. In essa vengono inseriti ed alle sue dimensioni rispondono anche i nuovi volumi architettonici. Essi sono:

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• il museo della prima guerra mondiale, costituito dal volume della stazione e da un ampliamento prevalentemente ipogeo. Gli spazi museali proposti non vengono intesi come luoghi per la semplice esposizione di materiali: essi sono anche e prima di tutto luoghi di esperienza. Riteniamo, infatti, che oggi sia necessario intendere lo spazio museale, specialmente se di alta valenza storico-culturale, come luogo di conoscenza capace di agire prima di tutto sulle emozioni del singolo e sul sentire collettivo, per restituire un’esperienza che possa entrare nell’animo del visitatore e sedimentare in modo permanente. Non riteniamo adeguata nemmeno la proposta di un museo inteso in senso tradizionale come “edificio chiuso”, ad accesso limitato e controllato, bensì siamo convinti debba essere inteso come luogo aperto alla città e ai visitatori, di libera fruizione, un luogo da “vivere” giornalmente e non semplicemente da “visitare” occasionalmente. Per raggiungere lo scopo la proposta progettuale viene strutturata senza limitare gli spazi museali all’edificio della stazione che, per caratteristiche storiche, tipologiche e morfologiche, appare poco adatto ad ospitare luoghi di esperienza emozionale. Esso viene riqualificato nel pieno rispetto delle sue caratteristiche architettoniche ed adibito a funzioni accessorie quali bookshop/caffetteria al piano terra e spazi di incontro, formazione e studio al piano primo. Il collegamento agli spazi museali realizzati in ampliamento è invece affidato al piano interrato.

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Il museo vero e proprio è costituito da un percorso posto a nord dell’edificio della stazione, in corrispondenza dei binari ora rimossi. Tale percorso, a partire dalla nuova stazione ferroviaria, degrada lentamente “entrando” letteralmente nel terreno; nel sottosuolo esso replica idealmente ed emozionalmente l’idea della trincea, fornendo al contempo un senso di angoscia e privazione ma anche di intimità, necessaria per favorire la “magia della scoperta”. Tale magia si svela al visitatore dopo aver percorso la trincea, allestita alle pareti con mappe, immagini fotografiche, iscrizioni e materiale espositivo in genere: al termine del percorso lo spazio si apre in un’aula di silenzio, contemplazione e riflessione. Questo spazio è coperto da un enorme monolite inclinato, sospeso sulla testa del visitatore, che rappresenta l’orrore della guerra, ai cui lati filtrano luce ed acqua, cioè ragione e vita. Al suo interno è collocato lo spazio di maggiore intimità, di forma troncoconica e nel quale la luce filtra solo dall’alto, unico elemento di eccezione nell’estrema rigidità e razionalità del disegno dell’edificio. Questo spazio è il vertice dell’esperienza; entrando in esso il visitatore si ritrova come nel vuoto assoluto, costretto a misurarsi con le proprie emozioni e a riflettere sul senso del suo essere Uomo. E’ come una sorta di cella, paragonabile alla “cella della divinità” dei templi greci, nella quale la divinità, se si riesce a trovarla, è dentro ognuno di noi. Uscito dal vano il visitatore “torna alla luce” risalendo la scalinata che porta al giardino e “alla vita”. Il giardino, costituito dalla maglia regolare della griglia, rinnova il richiamo alla razionalità che si contrappone al caos irrazionale ed orribile del conflitto;

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• l’edificio ad uso spazio espositivo temporaneo, auditorium e parcheggio. Si tratta di funzioni non espressamente richieste dal bando ma che completano la proposta, arricchendola soprattutto in favore della città di Cividale e dei suoi abitanti. L’edificio si erge sull’area, attualmente adibita a parcheggio pubblico scoperto, posta ad est del giardino e separata da quest’ultimo tramite un muro in pietra. La proposta progettuale sfrutta il dislivello della limitrofa piazza Alberto Picco e prevede la realizzazione di un livello seminterrato ad uso parcheggio pubblico, sopra al quale viene realizzata una nuova “piazza verde”, alla stessa quota di piazza Picco.

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Verso il giardino, in corrispondenza del muro, viene collocato un edificio su due livelli. Il piano superiore, con funzione di spazio per esposizioni temporanee è posto allo stesso livello della “piazza verde”. Si prevede che le esposizioni siano realizzabili sia al coperto che nella “piazza verde” attigua dove si ergono, secondo un disegno regolare che riprende la maglia strutturale sottostante, alcuni pilastri di varie altezze. Questi pilastri possono essere di ausilio per l’esposizione o essere utilizzati come “totem” per riportare iscrizioni legate alle mostre in corso. Il livello superiore dell’edificio, a sbalzo verso il giardino, sarà rivestito con una “pelle” di pannelli in acrilico che lo rende un monolite assolutamente puro e silente. Di notte questa pelle, retroilluminata, rende l’edificio una vera e propria “lanterna” di luce diffusa. Il piano inferiore, a livello seminterrato, ospita un auditorium, inteso come espansione e completamento della funzione proposta al piano superiore. Il sistema di rampe, scalinate e percorsi orizzontali in quota che connettono i diversi spazi architettonici, permette una grande permeabilità, collegando il giardino con la “piazza verde”, il parcheggio e il centro cittadino. Il sistema architettonico complessivo, oltre ad ospitare attività culturali in genere, fornisce un insieme di luoghi ed ambiti che favoriscono la sosta e l’incontro, rendendo il giardino stesso un luogo vivo ed inclusivo.

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SISTEMAZIONI E ARREDO URBANO, MATERIALI L’area di progetto si estende anche a porzioni di strade limitrofe alla zona della stazione, nel chiaro intento di favorire la stesura di una proposta adeguatamente integrata con l’esistente. Il progetto prevede la sistemazione di queste aree e il ridisegno degli ambiti stradali, definendo chiaramente e razionalmente i percorsi ciclo-pedonali e le aree di sosta veicolare. Nell’area sud-ovest rispetto all’incrocio tra viale Libertà e via IV Novembre si propone la demolizione dell’edificio anni ’50-’60 per recuperare una piazza e valorizzare gli edifici storici presenti alle spalle dell’edificio stesso. Il progetto, nel suo complesso, prevede inoltre la definizione di un sistema unitario di illuminazione pubblica, diversificata nei vari ambiti. Sono previsti elementi di illuminazione alti negli ambiti a parco/giardino, bassi nei luoghi prevalentemente di sosta e a luce indiretta, tramite elementi nascosti, lungo i percorsi.

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I principali materiali utilizzati riprendono sostanzialmente quelli naturali, riutilizzabili e tipici della zona. Si propone l’utilizzo della pietra, porfido e piasentina, sia per i percorsi ciclo-pedonali che per gli edifici. Il porfido sarà utilizzato prevalentemente a cubetti, mentre la pietra piasentina in lastre “a correre”. Alcuni elementi di pavimentazione sono invece previsti in tavole di legno. Si propone, per alcuni elementi, anche l’uso del calcestruzzo a vista, materiale contemporaneo derivato dalla combinazione di materiali naturali; il suo utilizzo può essere declinato nella tipica tonalità grigia e/o additivato con pigmenti gialli per raggiungere una tonalità che si accordi con quella delle pietre. L’uso del calcestruzzo si pone in continuità storico-culturale con la destinazione industriale dell’area, legata alla produzione di cemento.

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FIL - Andrea Jasci Cimini

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house for an artist / photographer and an actress / director, Bologna San Lazzaro

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CJB - Andrea Jasci Cimini

Progetto per uffici dell’Ansaldo Breda in Pistoia - Domenico Morvillo

SALONE DEL LIBRO 2013 - Elena Canaparo

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Il progetto nasce da tutto ciò che si possa pensare della “creatività”.

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In Piemonte sono nate la maggior parte delle “cose” che ora noi diamo per scontate che esistano; dallo studio dei materiali aerospaziali alla nutella passando attraverso a tutto ciò che c’è di più eccelso delle arti pure.

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E così il “TUTTO” prende Forma e si trasforma in mille modi per dare luogo a 7 figure geometriche piantate sul terreno pronte ad erigersi verso il cielo.

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Ora che anche noi sappiamo di aver tutto ciò, non possiamo far altro che aver cura della nostra creatività…. uno stato fragile del nostro essere.

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Progetto di nuovo complesso parrocchiale - Massimiliano Masserano, Leda Diodovich - Elena di Taranto

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Il complesso parrocchiale e la chiesa poggiano su un basamento che si eleva di un metro rispetto alla quota stradale. Due ampie scalinate, una posta sul fronte strada, l’altra lateralmente, segnano l’accesso alla piazza – sagrato. La posizione dominante della chiesa lungo l’asse stradale di percorrenza comporta una maggiore visibilità per il luogo sacro nel quartiere, in modo che, anche senza forti perimetrazioni, si avverta al contempo la distinzione e il senso di accoglienza e forte permeabilità del complesso.

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L’impostazione planimetrica è definita da due corpi di fabbrica ad L contrapposti. Quello destinato alle funzioni parrocchiali risulta essere ad un piano fuori terra mentre, speculare lungo la diagonale del lotto, è inserito un corpo residenziale di tre piani fuori terra. Si viene pertanto a costituire uno spazio intercluso con funzione di corte privata destinata a parco verde. La necessità di rapportarsi in modo significativo con il tessuto urbano posto a nord del lotto, ha portato a realizzare verso sud (in corrispondenza del centro commerciale) un vasto giardino alberato come ideale quinta di separazione.

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Tutti i diritti riservati

Due gli elementi distintivi del progetto: il modulo quadrato utilizzato per la definizione di tutti i rapporti in pianta e alzato e il portico continuo scandito da una pilastratura regolare che si caratterizza sia come fuoco metrico (è segnato dal passo quadrato che funziona da minimo comune multiplo dell’intera costruzione) che come spina su cui si attestano tutte le funzioni. Lungo il porticato trovano una adeguata collocazione le aule del catechismo con i relativi servizi, l’aula riunioni per i catechisti, la segreteria parrocchiale. Dopo una cesura del pieno che lascia un passaggio libero per accedere alle spalle del lotto, si trovano la sala parrocchiale completa di servizi e la casa del parroco. In corrispondenza con l’asse longitudinale della chiesa e posta alle spalle del presbiterio dell’aula liturgica festiva si inserisce una piccola corte verde, luogo adatto per eventi all’aperto legati alle celebrazioni liturgiche e eventualmente utilizzabile verso il giardino come spazio-chiesa all’aperto.

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Tutti i diritti riservati

Il sagrato, volutamente ampio, circonda sui tre lati l’edificio della chiesa e rappresenta uno spazio di aperta accoglienza. Il percorso porticato che lo delimita ad ovest ricorda parzialmente l’impianto dei chiostri monastici. I due elementi base del progetto, il portico e il quadrato, si ritrovano anche nell’impianto progettuale della chiesa: la pianta dell’aula sacra e la parete frontale che si erge come grande pala d’altare segnando il fuoco dell’azione liturgica sono due quadrati, come quadrato è lo spazio sopraelevato che delimita l’area presbiteriale: intorno ad essi si gioca tutta l’interpretazione dell’edificio cultuale. In pianta e in alzato ritroviamo l’elemento portico che circonda l’aula, determinando in facciata il nartece di ingresso, e definendo ai lati dell’aula centrale due navate minori, quasi due percorsi simili all’asse di percorrenza porticato esterno, segnati da fratture di luce che conducono ai fulcri delle funzioni liturgiche: sulla destra la zona del fonte Battesimale evidenziata da una vetrata artistica visibile dal chiostro esterno, con l’area penitenziale, sulla sinistra lo spazio devozionale dedicato alla Vergine, anch’esso illuminato da una vetrata. I due percorsi si collegano alle spalle del presbiterio dando accesso alla Cappella del Santissimo, vero Sacrario a tutta altezza illuminato da un’apertura quadrata che reinterpreta l’immagine della preziosa apertura absidale delle pievi. Questo spazio ospita le funzioni dei giorni feriali. Lungo i percorsi interni si attestano anche lo spazio riservato al coro, quello dedicato al santo Patrono, mentre sul fondo si innestano gli accessi secondari, la sacrestia e i locali di servizio. Lo spazio dell’aula è inondato dalla luce di un claristorio sospeso la cui luminositàè mitigata dal rivestimento esterno che filtrando attraverso fessure cruciformi crea un’atmosfera segnata dal simbolo. Il presbiterio, dominato dalla parete mosaicata su cui si staglia il crocifisso, ha l’altare centrale e l’ambone sulla sinistra costituiti da blocchi di marmo scolpiti, mentre sulla destra trovano posto la sede del celebrante e le sedute dei concelebranti. In questa parte centrale trovano posto i banchi che accolgono duecentocinquanta fedeli, mentre la Cappella dei giorni feriali può ospitare circa quaranta fedeli. Il campanile è stato ricavato sul lato sinistro della chiesa, visibile dietro il rivestimento esterno.

Il modulo quadrato utilizzato per tutta la progettazione simboleggia la terra, il cosmo. L’uguaglianza dei suoi lati indica la perfezione della forma, l’universo creato sino ad arrivare alla perfezione dell’Uomo Dio. Il quadrato è inscrivibile e circoscrivibile al cerchio, essi rappresentano i due aspetti fondamentali di Dio: l’unità e la manifestazione divina.

SALONE DEL LIBRO 2013 - Elena Canaparo

Progetto di ristrutturazione Centro residenziale per anziani - Massimiliano Masserano, Paolo Baronio - Gaspare Masserano

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1- Il progetto. 1.1- Considerazioni sull’edificio da ristrutturare. L’edificio è il risultato di successivi interventi di adeguamento e aggiunte ad un nucleo principale condotti con riguardo all’ottenimento di una coesione formale esterna estrinsecata nella conformazione del tetto a falde geometricamente raccordate, nella compartimentazione della facciata vuoto su vuoto pieno su pieno, nelle aperture realizzate con serramenti ad una-due ante con gelosie esterne e in un intonaco a civile uniformato da una colorazione rosso-rosata tipica delle zone di lago. Da un punto di vista funzionale l’edificio si presenta composto da due maniche semplici con muri trasversi affiancate e sfalsate in altezza. I collegamenti verticali interni sono poco funzionali e inadeguati. Gli impianti sono ormai superati anche se a norma, l’isolamento sia termico che acustico non corrisponde alle norme vigenti. 1.2- Linee guida. Un progetto di ristrutturazione quale richiesto dal bando che impone la trasformazione della tipologia dell’edificio con l’inserimento di nuovi collegamenti verticali e l’intervento di recupero di parte del sottotetto per il ricavo di una ulteriore unità abitativa non può esimersi, anche se non imposto tassativamente dalle norme in vigore, di portare l’edificio all’attualità in ogni sua componente e tendere ad ottenere un grado di indipendenza energetica congiunto e bilanciato con un efficace isolamento termico e l’installazione di impianti a basso consumo. Le linee guida dell’intervento sono sinteticamente riassunte nei seguenti punti: 1. mantenimento delle caratteristiche originarie dell’edificio conservandone l’unitarietà, l’impianto strutturale e l’aspetto formale di palazzina; 2. inserimento di collegamenti verticali all’interno dell’edificio sul lato a monte; 3. suddivisione dell’edificio esistente in 5 unità abitative e ricavo di ulteriore unità nel sottotetto come richiesto dal bando dotandole ognuna di area pertinenziale esterna e organizzandole in modo da avere affaccio sul lago; 4. eliminazione delle barriere architettoniche e ottimizzazione delle soluzioni costruttive e impiantistiche atte a rendere gli alloggi sicuri e di facile gestione; 5. intervento sulle pareti perimetrali dell’edificio verticali e orizzontali, onde conseguire un isolamento termico-acustico globale; 6. intervento sulle pareti di compartimentazione degli alloggi onde ottenere un isolamento acustico minimo R’w=50; 7. dotazione di impianto di riscaldamento e produzione acqua calda centralizzato integrato con impianto solare termico e geotermico organizzato con contatori di calore autonomi; 8. controllo della salubrità degli ambienti con impianto di ricambio d’ aria e possibilità di avere un raffreddamento estivo; 9. scelta degli elementi formali e della tinteggiatura in armonia con l’ambiente esterno; 10. inserimento di attrezzature che permettano all’utenza, costituita da coppie anziane, di esercitare piccole attività di giardinaggio e hobbistica e di fare vita all’aperto. Non si ritiene al momento conveniente dotare l’edificio di impianto fotovoltaico in quanto questi potrebbe trovare più idonea collocazione sulle altre strutture della Fondazione.

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1.3- Descrizione dell’intervento proposto. Il progetto individua l’inserimento dei collegamenti verticali, scala ascensore, in zona baricentrica della manica di fabbrica a monte in modo da poter interconnettere i quattro livelli dell’edificio: terreno, primo a valle, primo a monte, sottotetto. Per l’inserimento vengono utilizzati una camera e un bagno al piano primo sopraelevati, con modifiche delle falde del tetto, a servire il piano secondo e scavate, previa sottomurazione, a servire il piano terreno. Si presume che detto scavo sia facilmente eseguibile in quanto da attuare a ridosso del muro controterra dove generalmente si trova terreno riportato. Le unità abitative si sviluppano attorno al vano scala ascensore e risultano così distribuite: a)- al piano terreno: - lato a sera e a valle, i locali d’uso comune di mq. 59,75 del S.U.N. organizzati in un unico ambiente suddiviso in zona pranzo, zona caffetteria distribuzione pasti, soggiorno, area esterna coperta con giardino; - lato a mattino a valle una unità di abitazione di mq. 52,50 S.U.N. organizzata con ingresso, soggiorno, cucina in nicchia, camera e bagno, giardino esterno di mq. 20,00 circa; - tra le due aree l’ingresso comune alla struttura di mq. 23,80 preceduto da bussola con a monte la scala e l’ascensore; b)- al piano primo: - a valle lato sera una unità abitativa di mq. 45,01 di S.U.N. composta da ingresso, soggiorno, angolo cottura, camera, bagno, balcone di mq. 7,50 e terrazzo di mq. 4,20 ottenuto eliminando il tetto esistente sulla parte terminale del soggiorno sottostante; - zona centrale una unità di mq. 40,00 di S.U.N. con ingresso, soggiorno, angolo cottura, camera, bagno e balcone di mq. 2,75; - lato mattina e a valle un alloggio di mq. 43,43 di S.U.N. avente le stesse caratteristiche del precedente ma con balcone coperto esterno di mq. 2,60; c)- al piano primo a monte: - lato a sera una unità abitativa di mq. 52,61 di S.U.N. composta da ingresso, soggiorno, camera, bagno e giardinetto esterno di mq. 8,20; - a mattino verrà chiusa la tettoia esistente onde ricavare la centrale termica. d)- al piano sottotetto: - nello spazio ottenuto realizzando verso valle un abbaino simile a quello già esistente a monte, un alloggio di mq. 55,00 di S.U.N. composto da ingresso, soggiorno, cucina in nicchia, bagno, camera e terrazzo coperto con vista lago di mq. 7,50; - la restante parte del sottotetto accessibile dal pianerottolo della scala sarà destinato a soffitta dato in uso agli alloggi o, in alternativa,attrezzato per realizzare un piccolo laboratorio da dare in uso agli utenti per l’hobbistica. Considerato che le altezze interne dei singoli piani sono superiori a quelle richieste dalla normativa si sono modificate le quote degli appartamenti onde meglio integrare la scala e attuare sia l’isolamento orizzontale termoacustico sia l’inserimento dei pavimenti radianti senza peraltro procedere a costose rimozioni. In fase esecutiva occorrerà verificare la portata dei solai ed eventualmente procedere al loro rinforzo all’intradosso. Per il ricavo dell’alloggio al piano sottotetto si è optato per il mantenimento della struttura portante e del manto di copertura esistente modificando la falda a valle demolendo e ricostruendo la zona di solaio di pertinenza. L’alloggio che ne risulta è del tipo mansardato con altezza media in ogni locale abitabile di ml. 2,70 e altezza minima di ml. 2,00. Le falde dell’alloggio saranno del tipo ventilato con coibentazione in pannelli di sughero posati tra perlinatura in legno abete che rimarrà a vista e un tavolato di appoggio del pacchetto della copertura. Nell’attigua zona occupata dalla scala-ascensore il tetto verrà modificato e adeguato alle nuove necessità mantenendo la continuità delle falde e ricavando aperture di accesso alla copertura munite di attacchi per l’ancoraggio delle funi di sicurezza per le opere di manutenzione del manto e dei pannelli solari che saranno posizionati sulla falda a sud. L’isolamento esterno dell’edificio verrà realizzato a cappotto e precisamente: - cappotto interno nelle murature controterra con controparete in cartongesso antiumido e doppio strato di lana di vetro di spess. 4 cm.; - cappotto delle pareti esterne verticali realizzato con posa di lastre di polistirene spess. 12 cm., stesura di intonaco con posa di rete in fibra di vetro, seconda passata di intonaco, stesura di intonaco colorato con ricavo di contorno aperture; il cappotto verrà risvoltato nelle aperture previa demolizione delle mazzette sino ad accogliere il nuovo monoblocco finestra; - cappotto sul solaio del sottotetto realizzato con doppia lastra battentata di polistirene spess. 4,00 cm. e sovrastante pannello ricostituito di trucciolato di legno spess. cm. 2,00 sigillato nei giunti. Sul fronte lago dell’edificio vengono sostituiti gli esistenti balconcini con due balconate sorrette da montanti collegati al tetto di copertura. Le balconate, a uno e due piani, hanno profondità rispettivamente di ml. 1,10 e ml. 1,50 onde renderli praticabili anche da persone in carrozzella. Il parapetto sarà in ferro con inserimento all’altezza di cm. 80,00 di porta vasi continuo che permetterà alle persone anziane di dedicarsi alla cura delle piante. Il balcone fungerà anche da area coperta di pertinenza degli spazi comuni al piano terra che potranno essere attrezzate per il pranzo e il soggiorno all’aperto. Alcune aperture esterne dovranno essere modificate di posizione o trasformate da finestra in porta o viceversa; tutte dovranno essere adattate alle nuove necessità con modifica del piano davanzale e voltino e ove possibile saranno realizzati serramenti ad anta unica. Il portoncino di ingresso sarà in legno rovere. Tutti gli altri serramenti esterni saranno in alluminio taglio termico con vetro camera basso emissivo e con vetro antisfondamento nei serramenti delle parti comuni, grata in ferro nei serramenti dei bagni e della scala, avvolgibili in doghe di alluminio coibentato con comando elettrificato nelle restanti parti. Sia i serramenti che gli avvolgibili saranno di colore bianco. Le grate, la struttura in ferro dei balconi e dei terrazzi, le ringhiere parapetto saranno verniciati bianchi. I davanzali, le soglie, gli zoccoli saranno in lastre di pietra serizzo lavorata alla fiamma. Le zone di gronda saranno lasciate in legno a vista e riverniciate. Le lattonerie saranno in rame come l’esistente e integrate nelle nuove parti del tetto. Le aree esterne alla costruzione verranno mantenute nella situazione attuale; si propone l’eliminazione della scala di accesso alla strada per aumentare l’area a giardino e eliminare una fonte di pericolo. 1.4- Finiture interne. La scala sarà realizzata con alzate e pedate in marmo bianco carrara, zoccolino e pianerottoli in pietra diorite, parapetto in ferro con mancorrente su entrambi i lati. I piani dei gradini e dei pianerottoli saranno lavorati onde orientare le persone con ridotta capacità visiva. Tutte le pareti saranno in tavolato di mattoni o gasbeton intonacato a civile o placcate con lastra in cartongesso. Ove necessario, al fine di uniformare le differenze le quote dei solai sarà realizzato controsoffitto in cartongesso. Tutti gli alloggi saranno isolati a parete, pavimento e soffitto sia termicamente che acusticamente. Tutti i bagni sono dotati di wc. adattabile per disabili, doccia a filo pavimento, lavabo e doccetta bidet. E’ previsto un attacco per lavatrice. Tutti gli angoli cottura sono organizzati con lavello, frigorifero, piano cottura elettrico con forno. I bagni e le cucine avranno rivestimento in ceramica con altezza di ml. 2,20. Ogni alloggio avrà pavimento e zoccolino in ceramica nell’ingresso, nel cucinino, nel soggiorno, nel bagno e in legno nelle camere. Le porte caposcale saranno in rovere coibentate. Tutte le porte interne saranno in legno rovere, cieche nei bagni e con pannello alto vetrato negli altri locali. L’ingresso al vano scala sarà dotato di serramento interno vetrato a formare bussola. 1.5- Gli impianti. L’impianto idrico sanitario verrà totalmente rifatto salvaguardando le sole reti interrate di scarico. L’impianto di adduzione dell’acqua verrà derivato dall’acquedotto esistente e potrà, all’occorrenza, essere integrato con riserva d’acqua da installare nel sottotetto. L’adduzione sarà composta dalle reti dell’acqua calda e fredda e sarà in tubi polibutilene elettrosaldati tipo acquatherm sezionata e facente capo per ogni alloggio a contatori; le tubazioni dell’acqua calda saranno isolate. Gli scarichi saranno in polibutilene ad alta densità con colonna proseguente sino al tetto. L’impianto di produzione calore, sia per il riscaldamento che per la produzione di acqua calda sanitaria, sarà del tipo integrato composto da pompa di calore geotermica e solare termico. Si ipotizza la realizzazione di n. 4 pozzi della presunta profondità di 100,00 ml. e l’installazione di n. 4 pannelli solari con collettori sottovuoto ad alto rendimento per un totale di circa 9,00 mq. Il sistema verrà completato da un bollitore di mille litri, una stazione solare e una regolazione elettronica idonea a garantire all’edificio la totale indipendenza energetica. Il riscaldamento dell’edificio sarà a pavimento alla temperatura di 35° e i bagni avranno integrazione con radiatore porta salviette. Ogni alloggio sarà munito di contacalorie. Durante l’estate, se si rendesse necessario, l’impianto potrà essere usato per il raffrescamento ( freecooling) Al fine di evitare dispersioni ogni alloggio verrà dotato di impianto di ventilazione atto a garantire in ogni locale un controllato ricambio di aria. L’impianto elettrico comprenderà, oltre la rete di distribuzione della luce e della forza, l’impianto videocitofonico, telefonico, televisivo, chiamate e luci di emergenza, dati, controllo temperature, rilevazione fumi. Vi saranno inoltre le linee per l’ascensore e la centrale termica. L’ascensore sarà del tipo oleodinamico con cabina per persone con impedite capacità motorie..

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CasaGN - Luigi Scarpato

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Riconfigurazione della distribuzione interna di un appartamento di circa 90 mq con riduzione degli spazi di passaggio. Piccoli arredi realizati su progetto completano l’ottimizzazioen della fruizione spaziale.

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Pianta di rilievo

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Pianta di progetto

IDENTITA' PER TUTTI - Luca Barcella

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La riconversione del sito industriale di via Marconi di proprietà della societàMAZZOLENI s.p.a. costituisce una preziosa occasione per la città di Seriate. Quella che infatti si sta delineando è un’opportunità delicata ma al tempo stesso sferzante e propulsiva per consegnare alla cittadinanza nuovi luoghi da vivere, luoghi di incontro e scambio culturale, luoghi votati alla sostenibilità.

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Apertura su via Marconi

E’ questa infatti la vocazione del masterplan progettuale proposto. La pianificazione urbanisticadell’area propone punti forti di riflessione che non possono più essere demandati:sono molti i modelli validi di città per lo più europee che utilizzano parole chiave quali sostenibilità, recupero delle aree urbane e dismesse (come nel nostro caso), risparmio energeticoe salvaguardia del territorio. La crescita irresponsabile di questi ultimi decenni che ha aggredito un territorio per natura limitato e la contingente crisi economica che ha messo in ginocchio l’intero comparto immobiliare dovrebbero indicarci quali sono i limiti oltre i quali non si deve e non si può più costruire.

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Le residenze

Volgere lo sguardo verso i nostri nuclei urbani non è che la prima concreta attenzione che dovrebbe verificarsi spontaneamente. Anche la città di Seriate non può più crescere per esplosione ma piuttosto per “implosione” andando a riqualificare quegli spazi inutilizzati ereditati da una società industriale di cui ormai rimangono in piedi solo strutture scheletriche abbandonate e in disuso da anni (come nell’area MAZZOLENI).

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Vista aerea

L’intento è quello perciò di far rivivere questo spazio urbano, rispondendo chiaramente alle volontà ed alle prescrizioni del P.G.T. ma senza dover a tutti i costi aggiungere troppe cose, troppi edifici ed oggetti che rischiano solo di creare ombre speculative che raramente hanno a cuore un ampio progetto a favore dell’intera collettività. Diradando i volumi, aumentando l’ariosità, la luminosità e gli spazi è possibile creare un centro urbano di incontro di esperienze e che ospiti le diversità del vivere, le variegate funzioni, le molteplici attività lavorative e di svago, di impegno e relax. Si è lavorato sulle relazioni e sui grandi spazi pubblici tra loro dialoganti, sui coni visivi che devono incuriosire ed attrarre, su varchi permeabili e passaggi perché questi percorsi siano il cammino di tutti, nessuno escluso. Anche per questo, non è stata sfruttata (non esiste termine più corretto) tutta la SLP ammissibile (anche se gli edifici inseriti nel masterplan la potrebbero tranquillamente soddisfare con l’aumento di un solo piano): non si vuole creare una periferia desolante ma una rete di spazi urbani e pubblici capace di generare vita con la sinergia fondamentale delle amministrazioni pubbliche e dei privati imprenditori affinchè sappiano valorizzare con investimenti ed eventi culturali questo luoghi e gli altri spazi che le nostre città spesso nascondono. Alla luce delle riflessioni appena meditate, ciò che emerge istantaneamente dalla visione complessiva del progetto è una notevole superficie destinata agli spazi pubblici. Gli obiettivi di qualità insediativa sono alti.

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Le residenze e gli uffici

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Ipotesi per la sistemazione di una piazza a Casalgrande - Romeo Pauselli Architetto, Diletta Righi

Ristrutturazione di un appartamento a Bologna - Romeo Pauselli Architetto

Ristrutturazione di un appartamento a Bologna - Romeo Pauselli Architetto

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