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Progetto di bonifica sottoservizi – Sostamento condotte prementi - Domenico Morvillo

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PROGETTO DI BONIFICA DEI SOTTOSERVIZI Il progetto prevede la bonifica dei sottoservizi esistenti ed in particolare la realizzazione di nuove condotte prementi poste in maniera parallela a quelle presenti e collegarle alle linee principali bay-passando le camerette che attualmente risultano ostruite.

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planimetria di progetto

caratteristiche dello scavo: Scavo a sezione obbligata da eseguire in parte con mezzo meccanico ed in parte a mano al fine di non danneggiare i sottoservizi esistenti. Tale scavo dovrà essere per dimensioni e caratteristiche identiche a quello previsto nel progetto del Commissario di Governo, ovvero l’estradosso delle condotte prementi dovranno trovarsi alla quota di -80 cm. dal piano stradale, con sottofondo di 15 cm., il tutto per un altezza media di 115 cm., la larghezza dello scavo invece sarà leggermente più ampia rispetto a quella del su menzionato progetto, di circa 40 cm., in quanto i cavo dovrà ospitare anche la nuova tubazione idrica a cui provvederà la stessa Gori.

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progetto particolare

caratteristiche delle tubazioni: Tubo in polietilene PE 100 ad elevata prestazione, con valori minimi di MRS (Minimum Required Strenght) di 10 Mpa destinato alla distribuzione dell’acqua prodotti in conformità alla UNI EN 12201 e a quanto previsto dal D.M. n. 174 del 06/04/2004. Il tubo dovrà presentare una crescita lenta della frattura calcolata secondo la ISO 13479 SCG> 5000 ore. Il tubo dovrà possedere il marchio di conformità di prodotto IIP e/o equivalente marchio di rilasciato da organismo riconosciuto nell’ambito della comunità europea. Il tubo deve essere formato per estrusione e può essere fornito sia in barre che in rotoli. Fornito e posta in opera a qualsiasi altezza e profondità. Sono compresi: i pezzi speciali, la posa, anche in presenza di acqua, fino ad un battente di cm 20 ed il relativo aggottamento; l’eventuale taglio di tubazioni, le giunzioni; tutte le prove di tenuta, di carico e di laboratorio previste dalla vigente normativa e la fornitura dei relativi certificati; il lavaggio e la disinfezione delle condotte ed ogni altra operazione per dare la tubazione pronta all’uso. Sono esclusi: lo scavo, il rinfianco, gli apparecchi idraulici. PFA 16 Tubazione del diametro esterno 200 mm spessore 18,2 mm. Così come riportato nel verbale del 27/04/2010 e confermato dalla successiva nota Gori (prot. n. 0035579 del 07/06/2010), la società metterà a disposizione tecnici qualificati e tutta l’assistenza necessaria sia nella fase della Direzione Lavori che nella fase di Collaudo degli impianti. Lavori notturni: Relativamente ai lavori di collegamento delle due condotte sulla linea principale è necessario interrompere il traffico veicolare per il tempo necessario per l’allaccio. Tale intervento è previsto nelle ore notturne, al fine di limitare i disagi alla popolazione di Torca, tale operazione dovrà svolgersi in due giorni distinti in funzione delle procedure di rimessa in esercizio delle condotte e descritte nel successivo paragrafo

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particolare progetto

SCHEMA DI SINTESI PER LO SPOSTAMENTO, IL COLLAUDO E MESSA IN ESERCIZIO DELLE NUOVE CONDOTTE Sulle nuove condotte posate, prima dell’allaccio a quelle esistenti saranno effettuate le relative prove di carico e di laboratorio previste dalla vigente normativa e la fornitura dei relativi certificati. Di seguito è riportato schematicamente le varie fasi: 1-scavo a sezione obbligata per alloggio delle nuove tubazioni; 2-posa delle nuove condotte su letto di sabbia; 3-realizzazione delle giunzioni delle nuove condotte; 4-rinfianco con sabbia e/o sabbiella: 5-prove di carico con manometri; 6-intercettamento delle vecchie condotte; 7-dismissione da esercizio della 1° condotta dall’impianto di Torca; 8-taglio ed innesto della 1° condotta con quella nuova (Hotel Montana); 9-taglio ed innesto della 1° condotta con quella nuova (Viale Petagna); 10-messa in esercizio della 1° condotta dall’impianto di Torca (verifica pompaggio); 11-collaudo 1° condotta; 12-dismissione da esercizio della 2° condotta dall’impianto di Torca; 13-taglio ed innesto della 2° condotta con quella nuova (Hotel Montana); 14-taglio ed innesto della 2° condotta con quella nuova (Viale Petagna); 15-messa in esercizio della 2° condotta dall’impianto di Torca (verifica pompaggio); 16-collaudo 2° condotta; 17-taglio delle vecchie condotte all’interno delle camerette precedentemente ostruite;

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rappresentazione 3D

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cantiere - scavo

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cantiere - alloggio tubazioni - termosaldatura

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istallazione cantiere - difficoltà legate alla stretta viabilità e alle difficili condizioni della ristretta area di cantiere

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operazioni di collaudo

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operazioni di collaudo

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lavori notturni - realizzazione di by-pass collegamento sulla rete principale - chiusura ttale della strada per poche ore

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mattino ripristino viabilità - realizzazione del 1° by-pass

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operazione di bonifica pozzetti esistenti

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operazioni di bonifica - condotte prementi dismesse che ostruivano l'ispezione ala condotta a caduta sottostante

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operazioni di bonifica - taglio delle condotte prementi dismesse

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alloggio tubazioni

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ripristino manto stradale (binder)


Nuovo Polo Scolastico di Caraglio (Cuneo) - Antonio Cinotto, Paolo Sanza, Mariangela Angelico, valeria miatto, Irene Torre, Andrea Gillono, Adam Spencer

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genesi: costruire un percorso evolutivo radicato nel territorio

Friedrich Frobel (1782-1852), colui che giovanissimo voleva diventare architetto, ma che cambiò idea in favore dell’insegnamento primario è oggi ritenuto il padre della scuola materna. Sosteneva che il gioco è fondamentale nell’educazione di un bimbo.

Maria Montessori (1870-1952) propose una diversa pedagogia da quella a suo tempo tipicamente applicata riconoscendo che il bambino è“un essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali”. Il principio fondamentale del metodo montessoriano si basa sulla libertà dell’allievo di imparare al suo ritmo, poichéè la libertà che favorisce la crescita creativa del bambino e i bambini hanno diversi stadi di sviluppo che possono essere raggruppati in base all’età. Il periodo infantile, per esempio, “è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell’ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo” [wikipedia.org ]. La Montessori in supporto ai suoi principi propose che nelle scuole gli spazi dovessero essere proporzionati alle dimensioni fisiche dei bimbi, dei microcosmi, capaci di mediare con il mondo esterno e la natura.

Un ulteriore approccio all’educazione, soprattutto infantile, venne proposta dall’emiliano Loris Malaguzzi (1920-1994), che sosteneva ”... i bambini costruiscono la propria intelligenza. Gli adulti devono fornire loro le attività ed il contesto e soprattutto devono essere in grado di ascoltare”. Per Malaguzzi, il cui pensiero è oggi ancora tra i più seguiti ed applicati nel mondo, la scuola è quel posto dove tutti condividono, scoprono, inventano, partecipano, è il posto dove le idee si scambiano e dove i bimbi hanno 100 lingue. L’idea perciò di questi pedagoghi compreso Steiner converge sul fatto che la qualità del contesto in cui il bimbo, ma anche naturalmente i ragazzi imparano, deve essere accattivante ed affascinante, e che essi stessi devono essere autonomi e stimolati da una ricca e variegata esperienza. Come ulteriore contributo la Reggio Children, un’organizzazione con lo scopo di promuovere il pensiero pedagogico di Malaguzzi sorta poco dopo la sua scomparsa, aggiunge l’idea del gioco come forma di lavoro. Pertanto le aule della Reggio Children sono piccoli laboratori che possono trasformarsi in spazi per l’arte, per la scienza, per la musica, per il teatro, o semplicemente per il dormire pomeridiano. L’architettura, la disposizione degli spazi, ed il rapporto con la natura hanno un ruolo importante nel pensiero pedagogico della Reggio Children.

La connessione con l’esterno ed il mondo circondante è fondamentale per lo sviluppo infantile e dei ragazzi. Recenti studi neurologici suggeriscono che gli ambienti interni devono emulare quelli esterni se si vogliono creare spazi educativi efficaci.

L’idea del progetto per il polo scolastico di Caraglio si sviluppa da queste osservazioni pedagogiche. Connettere l’elemento edificio con il territorio significa costruire, soprattutto per le nuove generazioni, una nuova integrità, oggi preclusa, tra la città costruita ed il paesaggio circostante. Pertanto, il polo scolastico da noi proposto nei suoi variegati aspetti volumetrici e dei materiali utilizzati vuole coniugare fattivamente, con una forte impronta ecologica gli spazi educativi e didattici con il paese di Caraglio, la campagna, la vicina collina fino allo sfondo delle Alpi. Con i bambini ed i ragazzi protagonisti.

concept: in_site / out_site

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tavola di concorso 1/7 [prima fase]

L’elaborazione di un masterplan che sarà realizzato necessariamente per fasi deve definire delle linee guida “evolutive” capaci di adattarsi alla realizzazione di fabbricati in epoche diverse con costi di costruzione e di gestione comunque contenuti. Si è scelto, innanzitutto, di posizionare la scuola materna nella parte di lotto a disposizione più piccola rispetto al tracciato della nuova strada prevista nell’estratto del PRG del Comune di Caraglio. Sarebbe certo auspicabile non realizzare la nuova strada, considerando il polo scolastico come un campus e quindi la necessità di mantenere un’unitarietà dei percorsi pedonali e degli spazi a corte tra i diversi fabbricati. Tuttavia, qualora si decida di attuare la previsione di PRG, il progetto proposto manterrebbe comunque ancora valida la sua concreta fattibilità e funzionalità. Infatti, il polo scolastico è composto da quattro unità: la scuola materna, la cucina, la scuola elementare e la scuola media con i relativi spazi accessori, 2 palestre, auditorium, parcheggi che risultano funzionalmente autonomi e connessi allo stesso tempo. Connessi in quanto nella configurazione finale del polo scolastico diventano un unico ed articolato organismo edilizio, autonomi perché possono essere realizzati in più fasi costruttive differite nel tempo. Nel caso della scuola materna è pertanto possibile utilizzare la palestra già esistente fino alla costruzione dei successivi plessi scolastici con i relativi spazi accessori comuni all’intero complesso. L’aggregazione di edifici è unita dal medesimo linguaggio architettonico che integra e differenzia gli spazi esterni ed interni, i percorsi e le superfici dei diversi fabbricati. Un gioco di interconnessioni che facilitano la continuità visiva dalle corti del polo scolastico verso l’esterno e viceversa, fra gli edifici ancorati al terreno e gli altri rialzati a doppio livello, che media l’incontro tra il limite della città esistente e il territorio agricolo circostante.

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tavola di concorso 2/7 [prima fase]

Un organismo edilizio di significative dimensioni il cui principio insediativo è di essere sostenibile dal punto di vista ambientale e quindi, per quanto possibile, con l’obiettivo di salvaguardare il sito di progetto per larga parte ancora oggi a prato. La parte di terreno necessariamente edificata viene “recuperata” con la realizzazione di tetti piani verdi mantenendo perciò la permeabilità complessiva del suolo, mentre il parcheggio delle auto, solitamente a raso e perciò particolarmente invasivo, viene posto nel seminterrato della scuola elementare e media su Via Silvio Pellico diventando “invisibile” dall’esterno e dall’interno del complesso.

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tavola di concorso 3/7 [prima fase]

Il progetto architettonico del polo scolastico si basa, inoltre, sui seguenti elementi progettuali comuni a tutti gli edifici:

_il colore: elemento di progetto fondamentale per gli spazi interni, poichéè un linguaggio con il quale i bambini ed i ragazzi possono relazionarsi, uno strumento d’identificazione che favorisce la formazione della sensibilità estetica.

_il legno: il rivestimento in listelli di legno di larice (o in essenza locale da definire secondo le disponibilità) delle facciate e dei percorsi oltre a favorire un più delicato inserimento dell’edificio nel contesto dell’abitato di Caraglio, rappresenta non solo un omaggio alle ampie zone boscate della zona, ma vuole essere un segno concreto e visibile della sostenibilità ambientale ed energetica perseguita nella progettazione e nella realizzazione del nuovo plesso scolastico.

_le ampie vetrate: questo tipo di soluzione permette un diretto contatto, mediato dai soli serramenti, degli spazi interni degli edifici con gli spazi esterni: la sensazione è di essere “dentro” lo spazio verde pertinenziale ed il contesto paesaggistico ed ambientale. Le vetrate realizzabili con serramenti ad alte prestazioni energetiche di ultima generazione in PVC sono adeguatamente protette da elementi frangisole a lamelle (in metallo o legno), soprattutto sui lati rivolti a sud garantendo al contempo all’edificio un elevato apporto energetico nei mesi invernali.

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tavola di concorso 4/7 [prima fase]

scuola materna: sviluppare i cinque sensi

L’architettura può essere un importante contesto di apprendimento per il bambino se realizzata considerando i suoi sensi. In particolare il colore diventa un elemento d’identificazione e favorisce la formazione della sensibilità estetica: il rosso, il giallo, l’arancione, sono colori brillanti, stimolanti e positivi, piuttosto che il blu e il verde più adeguati agli ambienti del riposo e di relax. Anche l’utilizzo attento della luce naturale ed artificiale concorrerà nella realizzazione di ambienti differenziati, in modo che il gioco delle ombre e dei chiaroscuri accentui la profondità degli spazi. Il colore è quindi elemento di progetto fondamentale per gli spazi interni poichéè un linguaggio con il quale i bambini possono relazionarsi, favorendo la formazione della sensibilità estetica.

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tavola di concorso 5/7 [prima fase]

Anche i suoni, che sono i primi stimoli che collegano il bambino al mondo circostante, richiedono un’adeguata valutazione: gli ambienti saranno studiati per evitare sovrastimolazioni acustiche date dalla convivenza dei bambini, mentre la stessa conformazione a corte dell’edificio costituisce un elemento di protezione, un luogo calmo rispetto al rumore esterno.

L’architettura degli spazi interni è strutturata per offrire un idoneo supporto ad un programma di attività quotidiane pianificate: spazi aperti e socializzanti per le attività libere di gruppo, spazi più raccolti per l’aula destinata alle attività ordinate a tavolino, spazi più tranquilli e flessibili per l’aula destinata ad attività ordinate speciali dove è previsto il riposo pomeridiano. Un ambiente fatto di una varietà di materiali colorati (pavimenti, arredi, pareti) sempre atossici, che stimolano nei bambini la consapevolezza degli spazi che li circondano fino a considerarli la loro casa in cui diventano protagonisti e non semplici utenti.

La presenza di luce naturale dà la consapevolezza del variare delle stagioni, la luce artificiale invece va progettata secondo i criteri del massimo conforto visivo. La prerogativa è quella di ottenere un’atmosfera tenue ed intima adatta per il riposo per le attività tranquille dei bambini, o più vivace e luminosa nei momenti di attività fisica. Un livello minimo di illuminazione è necessario per qualsiasi area, ma non è desiderabile una totale uniformità; la combinazione migliore della luce è quella prevista dall’alto e laterale.

scuola materna: accessibilità e distribuzione degli spazi

La forma architettonica dei nuovi edifici è di tipo compatto, su un unico piano, con un’organizzazione degli spazi razionale ed intuitiva. L’ingresso principale dei due edifici è sulla strada interna di Via Cln. I due blocchi separati sono nati dalla necessità di suddividere il lotto in due sub-lotti, il primo per 6 sezioni (180 bambini) ed il secondo per le altre 4 sezioni (120 bambini).

I due edifici sono stati posizionati in modo da creare una corte interna, su cui si affacciano tutti i locali destinati alle varie sezioni. Ad ogni sezione sono collegati dei locali di servizio (spogliatoio, servizi igienici), che nell’edifico ad L, il primo dei due sub lotti, sono direttamente connessi ad ogni sezione, mentre nell’altro edificio sono divisi dal corridoio.

Da un punto di vista distributivo tutti i locali di entrambi i blocchi sono serviti da ampi corridoi che si aprono puntualmente per creare degli spazi di relazione, aperti verso il verde circostante.

Oltre ai locali destinati alle attività a tavolino, in ogni edificio sono presenti anche due locali per attività libere. Inoltre trovano spazio anche dei locali destinati a dormitori, che potrebbero anche essere usati per attività speciali, ad esempio, per psicomotricità o laboratori.

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tavola di concorso 6/7 [prima fase]

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tavola di concorso 7/7 [prima fase]

Riqualificazione dell'area dismessa della vecchia stazione ferroviaria a Cividale del Friuli (Udine) - Antonio Cinotto, Paolo Sanza, Mariangela Angelico, valeria miatto, Irene Torre, bethany enerson, Trevor Labrosse, Simon Manning, Allie White

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premessa

La Prima Guerra Mondiale segna un fondamentale capitolo della storia italiana, ma quasi a cent’anni dal suo scoppio il suo ricordo si sta velocemente affievolendo. Consapevoli di questa cruda ed in qualche modo inesorabile realtà, la nostra proposta si prefigge di lavorare sulla memoria e i frammenti della Prima Guerra Mondiale e al contempo su quelli relativi alla trasformazione urbana di questa parte di città. Riconoscere gli eventi, portarli alla luce, rielaborarli significa evitarne la rimozione, la dissoluzione per cercare di comprendere quali nuove prospettive possano aprirsi per evitare gli errori del passato ed anche del nostro presente.

parco urbano

L’area d’intervento è organizzata planimetricamente e tridimensionalmente secondo una serie di “bande” tra loro allineate pari al numero di giorni di durata della Prima Guerra Mondiale, che iniziò il 28 luglio 1914 e terminò l’11 novembre 1918. Tracce di memoria quale monito a non dimenticare, che permeano non solo il museo, ma la stessa città di Cividale del Friuli e segni che interagiscono con le incessanti trasformazioni urbane e sociali.

Le bande inviluppano le parti nuove a quelle esistenti, “reagendo” alle tipologie edilizie e ai luoghi incontrati con materiali diversi diventando esse stesse elementi di connessione: nelle aree da riqualificare sono più materiche striscie di pietra, mentre nel parco si alternano frammenti di pietra con parti erbate. Questo nuovo parco urbano, tra storia e attualità, natura e artificialità, rappresenta bene le diverse forme del comunicare così importanti in un progetto incentrato sulla memoria della Grande Guerra. Forme di comunicazione classica come i pannelli espositivi, i video, lo stesso museo s’intrecciano con modalità comunicative di tipo evocativo (land–art) o contemporanee, oggi sempre più legate ai dispositivi informatici. Le bande si sollevano per diventare sedute, ora di pietra, ora di fibra di carbonio, rispondendo nella semplice geometria alle caratteristiche del materiale. In altri casi, le bande si abbassano creando nelle bande adiacenti, delle sedute al livello della piazza. Questo gioco di rilievi e di ribassamenti, se può apparire casuale a coloro che popolano il nuovo parco urbano, in realtà mappa i momenti salienti della Grande Guerra suscitando l’attenzione dei presenti. Qui, dove le persone sedute fanno due chiacchere, le mamme guardano i lori bimbi che giocano, o degli amanti si baciano, sono presenti codici a barra bidimensionali a matrice del tipo QR. Questi semplici ingegni informatici, ormai di larga diffusione, e adatti ad un pubblico di ragazzi – i primi ad occupare spazi pubblici, ma per anagrafe i più distaccati dalle vicende storiche – una volta “catturati” dalle applicazioni scaricate nei vari smartphone, in relazione alla posizione della seduta all’ interno del parco, trasmetteranno informazioni su un determinato evento o aspetto della guerra funzionando come delle guide audiovisive, ma con forte carattere multimediale ed interattivo. A nord del fabbricato della vecchia stazione, le bande che definiscono la pavimentazione sono interrotte ortogonalmente da uno specchio d’acqua, le cui dimensioni rispecchiano le tracce lasciate dalla vecchia ferrovia. Simbolicamente questo elemento rappresenta nella narrativa del parco il fiume Piave e la celebre quanto sanguinosa battaglia, l’ultimo importante atto sul fronte italiano della Prima Guerra Mondiale.

museo della prima guerra mondiale: la vecchia stazione

Nella riconversione della vecchia stazione ad edificio museale vengono mantenuti gli originari ingressi tra loro contrapposti per segnalare le due distinte e tra loro complementari soluzioni progettuali che riguardano i fronti dell’edificio. Il prospetto sud viene restaurato con un intervento di tipo filologico al quale si aggiunge una nuova e più accattivante grafica che indica la nuova funzione a spazio espositivo. Entrando nel foyer ci si trova in un ambiente completamente bianco in cui vengono inseriti il corpo scala e l’ascensore che conducono al primo piano e quindi all’inizio del percorso museale. Questi elementi di collegamento verticali sono racchiusi da lame in acciaio distanti tra loro di circa 10 cm che piegandosi perpendicolarmente alla direzione del cammino formano i gradini e quindi l’insieme della struttura. La distanza tra le lame non oscura la connessione tra i due ingressi, e offre una continuità visiva tra nord e sud.

Planimetria_large

planimetria

Da nord, arrivando dal parco urbano, il visitatore si trova di fronte all’ingresso che dava a suo tempo sui binari e qui contrariamente alla visione da chi arriva da sud, la connessione tra il vecchio ed il nuovo è subito resa riconoscibile da una passerella posta al primo piano e parallela al prospetto della sezione realizzata con una struttura in acciaio rivestita in vetro. La vecchia stazione vista attraverso questo tassello vetrato costruito a circa 80 cm dalla facciata originaria assume un valore di artefatto, simile ad un oggetto di interesse artistico e culturale esposto nella teca di un museo. Una volta entrati nell’edificio ci si trova in uno spazio alto quanto la vecchia stazione.

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vista prospettica lato entrata

Percorrendo le scale plasmate dalle lame di acciaio il visitatore si dirige verso la passerella vetrata dalla quale si può avere in lontananza una vista spettacolare delle Alpi che circondano la città e più da vicino una più vasta lettura dell’intero intervento paesaggistico del sottostante parco urbano.

E’ anche un riferimento alla recente storia urbana della città, al vecchio cementificio che occupava fino a pochi anni fa’ l’area prospiciente, dove i materiali venivano trasportati tramite nastri trasportatori. Analogamente lo stesso involucro museale costruito in cemento armato rievoca un frammento di storia urbana dagli importanti riflessi socio economici, altrimenti completamente rimosso.

La dinamicità della “pelle” consente di offrire una diversa scala di lettura sia per i visitatori che si trovano all’interno dell’edificio in relazione al flusso lento e composto che caratterizza la visita museale e sia all’esterno da parte degli automobilisti in funzione della velocità di osservazione. Pertanto la dimensione delle informazioni proiettate verso l’esterno saranno maggiori.

Nella parte a Nord della nuova ala museale, la facciata – pelle va oltre l’edificio, formando una corte, che diventa un luogo commemorativa della guerra. La corte, le cui pareti che la delimitano si trovano a circa tre metri di altezza sopra il parco urbano può essere vissuta secondo due diverse modalità: dall’interno del museo un passerella vetrata posta a sbalzo induce il visitatore ad “immergersi“ fisicamente in questo spazio in cui scorrono le immagini e le informazioni sulla facciata solo a lui visibili; mentre invece, dall’esterno per chi arriva dal parco urbano, le pareti della corte nere ed opache incorniciano il cielo offrendo una fruizione dello spazio ideale per favorire momenti di silenzio e riflessione.

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vista prospettica interno adiacente all'ingresso nord

Nella parte a Sud, l’edificio museale è disposto a fianco del fabbricato oggi destinato a punto di ristoro, che adeguatamente riqualificato potrebbe diventare parte integrante del museo. In questo modo l’attuale spazio a dehor all’aperto verrebbe ricollocato sotto l’ala museale, utilizzabile sia per attività culturali e sia per quelle di tipo ricreative e commerciali.

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vista prospettica memoriale

Il museo sovrastante questo spazio presenta alcune forature di diverso diametro che consentono all’area di ristoro di ricevere una luce zenitale permettendo altresì dal piano sottostante un collegamento visuale con il cielo, e con gli spazi interni del museo stesso. Un paio di queste forature sono occupate anche dagli elementi strutturali di supporto dell’edificio sovrastante. A partire dal tramonto, nelle ore notturne, le forature vengono illuminate da un impianto di luci artificiali di tipo decorativo dando l’illusione ottica che l’edificio sia sostenuto dalla sola scia luminosa.

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vista di sezione prospettica lato sud nuova ala museale

la passerella pedonale

Un ulteriore elemento caratterizza la proposta progettuale: l’inserimento di una nuova passerella pedonale di lunghezza pari a circa 75 m di collegamento tra la nuova area commerciale sorta in sostituzione del vecchio cementificio, con il nuovo parco museale e l’esistente parco lungo Viale Guglielmo Marconi. La passerella che si attesta nei pressi del parcheggio del centro commerciale interseca dall’altra parte della strada il nuovo corpo del museo a circa un terzo della sua lunghezza entrando direttamente dentro l’involucro. Quando la passerella attraversa la facciata del museo, le striscie che ricoprono il museo si piegano e ricompaiono in forma orizzontale sul tetto filtrando la luce naturale che illumina gli spazi sottostanti. La passerella cosi intesa diventa un importante elemento di connessione tra parti della città oggi completamente separate dall’arteria stradale e un interessante mezzo per concretamente avvicinare alle tematiche del museo gli utenti del vicino centro commerciale.

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sezione longitudinale nuova ala museale

Una ulteriore possibilitàè che la passerella che si incunea nel museo potrebbe proseguire nel parco diventando una sorta di percorso aereo che unisce e collega le diverse parti della città. La parte di passerella che si attesta nel parco potrebbe essere costruita in legno a differenza di quella che porta al centro commerciale realizzata in ferro metafora della trasformazione del paesaggio urbano da naturale ad artificiale.

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esploso assonometrico

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tavola di concorso 1/5

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tavola di concorso 2/5

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tavola di concorso 3/5

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tavola di concorso 4/5

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tavola di concorso 5/5

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vista prospettica aerea di studio lato est con vista della passerella pedonale

Appartamento Z - SIMONE DESENZANI

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Piccoli ma significativi interventi hanno dato nuova freschezza ad un appartamento dei primi del ‘900 appesantito da una ristrutturazione “irrispettosa” degli anni ‘80. I pavimenti in materiale ceramico sono stati rivestiti con linoleum monocromo di colore rosso, tutti gli infissi interni in noce sono stati smaltati in colore bianco e soprattutto sono stati riaperti tutti i passaggi ed i vani finestra che erano stati impensabilmente chiusi. L’appartamento risulta ora più arioso e vivace anche grazie alla circolarità dei percorsi interni. Anche i bei mobili del padrone di casa sembrano essere tornati a nuova vita.

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Centro Multifunzionale Ciosso Soldati Bioggio - Gian-Paolo Ermolli

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Il progetto del Complesso multifunzionale Ciosso Soldati rappresenta la possibilità di operare una ricucitura funzionale e urbanistica degli spazi a monte e a valle della strada cantonale.

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Planimetria

Idea. L’idea è di portare nel centro Ciosso Soldati le caratteristiche del nucleo storico (strade, nicchie, piazzette) e del parco pubblico (giardini, alberi, specchi d’acqua) in modo da farlo essere un’estensione degli spazi a monte di via Regina ed allo stesso tempo creare un’atmosfera rilassata ma mai statica ideale per le persone anziane. Villa Soldati e i due grandi cedri su via Regina sono elementi significativi della zona e per questo vengono mantenuti. Villa soldati nella zona nord del sito rappresenta il collegamento con il nucleo storico, mentre il centro diurno a sud si inserisce come uno degli edifici pubblici (chiesa, biblioteca, scuola, sala parrocchiale) già presenti nel parco. Al centro la piazza coi 2 cedri diventa il fulcro di tutto il Complesso Ciosso Soldati. Così facendo si crea un centro vivo e stimolante per gli anziani, perfettamente integrato nel contesto ed allo stesso tempo riconoscibile, dove s’incontrano flussi provenienti da più direzioni.

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Urbanistica

Urbanistica. Il progetto dà una chiarissima risposta a quello che è il rapporto con il nucleo del paese e il parco pubblico. La zona a nord dell’area oltre alla villa esistente accoglie il volume più privato delle abitazioni così da risultare parte della zona costruita del nucleo. La zona sud, esposta su via Regina e via Stazione e rivolta al parco, accoglie l’edificio più pubblico con il centro diurno, i negozi e gli uffici. Al centro la nuova piazza pubblica è il fulcro di tutto l’intervento. Gli spazi esterni sono la combinazione di aree verdi e percorsi pavimentati che sottolineano la fusione tra il nucleo storico e il parco pubblico.

Spazi esterni. La varietà degli spazi esterni contribuisce a creare un centro vivo e multifunzionale. L’alternanza di piazze, strade, nicchie, zone verdi e specchi d’acqua permette di creare tante aree più o meno pubbliche o riservate. Lo sbalzo sulla piazza del centro diurno genera una vasta zona esterna coperta. Il traffico veicolare accede lungo via della Stazione in un garage sotterraneo che include sia i parcheggi privati che quelii pubblici (6). In questo modo il traffico è totalmente escluso dalle attività del complesso Ciosso Soldati.

Permeabilità, Collegamento con la stazione, il parco e il borgo. Il nuovo centro multifunzionale è il punto d’incontro tra i flussi provenienti dalla stazione, dal centro storico, dal parco pubblico e dall’area residenziale a sud-est. Diversi percorsi all’interno dell’area incanalano i flussi fino alla piazza centrale rendendo il nuovo centro sempre movimentato ed estremamente permeabile. Il complesso multifunzionale è organizzato intorno alla piazza verde dominata da due grandi cedri. Gli accessi principali di tutte le funzioni sono disposti intorno a questa piazza.

Architettura nuovi edifici. Le nuove architetture si integrano al contesto e convivono con Villa Soldati. Gli edifici sono intonacati e hanno un diverso trattamento dell’intonaco al piano terra sulle facciate che presentano ingressi, riprendendo un tema già presente nel nucleo storico. Il volume degli appartamenti ha aperture puntuali e reagisce all’ultimo piano alle costruzioni vicine. Il centro diurno, in quanto edificio pubblico, ha una forma più plastica ed aperture lineari. Anch’esso reagisce alla piazza con uno sbalzo che evidenzia l’ingresso della sala multifunzionale e crea una vasta zona esterna coperta.

Ristrutturazione Villa Soldati. La villa viene mantenuta.La posizione dell’edificio lo fa essere il logico proseguimento del nucleo storico all’interno dell’area Ciosso Soldati. La ristrutturazione prevede il mantenimento della copertura e la sostituzione delle solette esistenti con nuove in legno. Il corpo scala è conservato ed integrato con un nucleo centrale contenente l’ascensore e i servizi. L’edificio è isolato esternamente e la gronda del tetto insieme alle cornici delle finestre contenenti le protezioni solari esterne riprendono il disegno delle facciate originali, mantenendo così immutata l’identità della villa ed al tempo stesso adattandola ai nuovi standard energetici (Minergie-P). Gli ingressi sono sempre marcati da balconi che li proteggono dalle intemperie. Gli spazi interni della villa si prestano con interventi minimi ad accogliere l’archivio storico al piano terra e la stazione di polizia ai due piani superiori. Il corpo scala e il nuovo blocco ascensore sono collegati al parcheggio interrato.

Programma. Il programma è distribuito in maniera molto precisa all’interno dell’area di progetto. Il centro diurno, gli uffici e i negozi sono posizionati in prossimità della rotonda in modo da essere estremamente visibili e in relazione con il parco pubblico che ospita altri edifici pubblici (chiesa, casa parrocchiale, biblioteca, scuola). Il volume degli appartamenti si trova nella zona nord-est del sito, inserito nel contesto residenziale e lontano dal rumore di via Regina. Al piano terra si trovano dei piccoli negozi e lo spazio comune degli appartamenti affacciati sulla piazza centrale. Villa soldati per la posizione e per il carattere si presta perfettamente ad accogliere l’archivio storico al piano terra e gli uffici della polizia ai piani superiori.

Accessi. Il complesso Ciosso Soldati è attraversabile dai pedoni in ogni direzione. Gli accessi principali agli edifici pubblici (sala polivalente, uffici e archivio storico) sono sulla piazza. Lo sbalzo sulla piazza del volume sud evidenza l’ingresso del centro diurno. Anche l’accesso alle abitazioni, lo spazio comune di quest’ultime e i negozi si affacciano sulla piazza. Solo l’accesso alla stazione della polizia è a nord per garantire una maggiore riservatezza agli utenti. I veicoli accedono al parcheggio sotterraneo da via Stazione. La consegna per i negozi avviene dal parcheggio sotterraneo direttamente nei vari depositi. La consegna merci per la cucina della sala è pensata al piano terra.

Appartamenti. Il volume degli appartamenti è posizionato nella zona più lontana dal rumore di via Regina. Diverse tipologie di abitazioni permettono la sistemazione di singoli, coppie e gruppi di anziani. Nell’edificio si trovano 9 appartamenti per anziani di diverse metrature che possono accogliere un massimo di 27 persone più 2 appartamenti per famiglie. Gli appartamenti sono tutti passanti est-ovest e dotati di logge. Le camere sono sempre a est (zona più silenziosa) mentre le zone giorno si affacciano sempre sulla piazza (zone più viva). Gli appartamenti al piano terra sono rialzati rispetto al terreno ad est dell’edificio garantendo così anche qui la massima intimità e riservatezza agli abitanti. Le abitazioni hanno la zona giorno suddivisa in varie aree, cosa che permette agli abitanti degli appartamenti più grandi di avere la propria intimità occupando contemporaneamente diverse zone. Le finestre generose fino terra garantiscono una buona illuminazione e la vista esterna anche da seduti. Gli ampi servizi sono accessibili anche alle persone disabili.

Centro diurno, sala multiuso. Il centro diurno, gli uffici e i negozi sono posizionati a sud nella zona più esposta dell’area. La sala polivalente è pensata come uno spazio sia per spettacoli ma anche per pranzi e ritrovi diurni. Per questa ragione presenta un’ampia vetrata a sud ed aperture sul tetto che la rendono estremamente luminosa. Un’ampio foyer, lungo il quale sono sistemati tutti gli spazi accessori, collega la sala alla piazza centrale.

Riqualificazione della zona del parcheggio multipiano di via Montegrappa. San Salvo - Marino la Torre, Alberto Ulisse, Unoaunostudio, paolo di guglielmo, Etel Sigismondi

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La struttura ereditata dell’ex parcheggio di Via Montegrappa viene riabitata, attrezzata e messa a norma su tutti i livelli – dalla quota strada ingresso al parcheggio bus alla sua copertura;

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- al livello zero (quota di ingresso dalla rotatoria di Via Montegrappa al parcheggio) è stata ricreata un area filtro verde in continuità con alcune aree verdi diffuse del territorio. Quest’area diviene luogo di relazioni urbane e scambio di mobilità; sono stati disposti alcuni stalli per il posteggio autobus, taxi e bike-sharing; dall’ingresso carrabile è possibile accedere al parcheggio auto posto nelle parti interne del livello zero e del primo livello della struttura esistente. Sul fronte si ricostruisce la spina di servizi (in parte esistenti) che fanno quinta urbana verso ed attrezzano lo spazio pubblico; in essi trovano allocazione la protezione civile, l’info-box, il bar caffetteria con un suo spazio esterno protetto da strutture leggere in legno, servizi e centrali tecniche.

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- al primo livello nella parte retrostante trovano spazio posteggi auto connessi ed accessibili dal piano zero attraverso le rampe carrabili esistenti; a fare da fronte verso la città sono stati disposti i diversi servizi e gli spazi uffici dell’incubatore di imprese che condividono uno spazio comune all’aperto lastricato con alcune parti verdi; le coperture dei box sono tutti fotovoltaici così da permettere una produzione dell’energia da utilizzare in loco; in stretta relazione con lo spazio aperto collettivo si trovano spazi di incontro e spazi per eventi, mostre e fiere artigianali; i depositi sono disposti nella parte retrostante, come quinta tra i locali e l’area di parcamento. L’aerazione del parcheggio è assicurata dai patii in corrispondenza delle rampe carrabili dei livelli superiori (demolite per far penetrare la luce naturale e costruire canali verdi). L’accesso è direttamente dalla scalinata esistente posta nel lato est del parcheggio, dalla quale è possibile raggiungere ogni livello del nuovo polo; inoltre un ascensore/montacarichi (nella posizione di quello esistente) permette ai diversamente abili di raggiungere tutti i livelli senza disagi o interferenze con le attività del centro servizi.

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- al secondo livello vengono eliminati i parcheggio e la superficie interna viene abitata dai servizi integrati per le imprese; una serie di ambienti – indipendenti dalla struttura esistente – costruiscono spazi chiusi e passaggi collettivi immergendo il visitatore e chi vi lavora in un vero e proprio parco dei servizi alle imprese; al secondo livello si trovano alcune attività e spazi comuni, quali sala riunioni/conferenze utilizzabile anche dalla cittadinanza, visto che gli accessi ai livelli superiori avvengono dalla spina di distribuzione laterale (su via Valloncello). Dai box a doppia altezza è possibile raggiungere direttamente il livello della piazza/parco e dello skate-park.

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- al terzo livello /copertura del parcheggio è stato progettato uno spazio verde comune, con alcune aree di ritrovo e salotti urbani in stretta relazione e continuità con la quota superiore della città. In prossimità dello spazio praticabile è stato inserito uno skate-park per il ritrovo dei giovani, utilizzabile anche per eventi musicali e collettivi. Il progetto della nuova copertura abitabile dell’ex parcheggio diviene continuità fisico-spaziale sia con la città che con i livelli dei servizi del parcheggio. Sulla copertura alcuni dispositivi di micro-eolico verticale assicurano la produzione energetica utile ad illuminare lo spazio parco/piazza. La permeabilità e l’accessibilitàè assicurata a tutti i livelli attraverso: -un ascensore/montacarichi in prossimità di quello esistente; -un sistema di volumi (box duplex) che connettono le terrazze alle diverse quote; -la scalinata esistente e il marciapiede – posti su via Valloncello. Questi ultimi sono inseriti all’interno di un nuovo edificio/struttura che ricrea continuità spaziale con le costruzioni di spina lungo la strada verso il centro storico; percorrendo la passeggiata urbana del marciapiede esistente si “appartiene” allo spazio del nuovo polo attrezzato per le imprese, grazie al portico continuo che smaterializza la struttura e la rende permeabile alla vista del viandante/visitatore.

Progetto per l’abbassamento sede stradale - Domenico Morvillo

Concorso: Riuso Mazzoleni - Renato Vavassori, Dan Vavassori

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PREMESSA GENERALE: Dalla lettura del bando si deduce che gli Enti interessati sono: - La società Mazzoleni S.p.a. per la loro necessità di un progetto conveniente per la realizzazione dei 15.000 m2 con le diverse destinazioni. - L’Amministrazione Comunale che è interessata a cogliere l’importante opportunità per realizzare un significativo intervento utile per tutta la Comunità. Alla luce di queste premesse, presa in considerazione l’Area di sup. territoriale. m2 31.091 (misurata) che risulta chiusa a NORD-EST da una “cortina fissa” dovuta ai limitrofi edifici residenziali esistenti e in corso di edificazione, può aprirsi con l’abbattimento degli edifici industriali (definiti in PGT come “edifici incongruenti con il futuro utilizzo dell’area”) verso via Marconi ad est, ed il Cineteatro Gavazzeni a Sud. L’Area, può ripartirsi in 3 zone significative: 1°ZONA AD EST: La più importante perché con l’abbattimento della PALAZZINA UFFICI, diviene lo spazio più aperto con visibilità da via Marconi, importante ASSE DI COMUNICAZIONE verso il centro (si salvaguarda soltanto il fronte d’ingresso della ex palazzina uffici quale vestigia del passato). 2°ZONA A SUD: Posta presso l’esistente Cineteatro, a sua volta vicino al Centro Sportivo ed alla Piscina (spazi di uso sociale), è importante per la funzione di congiunzione tra le future Attività dell’AREA VERDE 2 e quelle esistenti. 3°ZONA AD OVEST: Chiusa dalle edificazioni residenziali, assume un ruolo importante per le Attività di utilità sociale e completamento servizi.

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METODO DI PROGETTO: In posizione centrale delle Zone, si individuano 3 punti definiti di origine (PTO). Da esse partono 3 linee direttrici che convergono in un punto centrale (PTC) che diviene Centro catalizzatore di tutte le attività dell’intervento. Sempre dai 3 PTO si definiscono 3 CONI OTTICI che permettono la completa visibilità verso il centro (PTC) (lungo tutta la loro visuale non sono ammessi né edifici né altri elementi verticali alti, come alberi, arredo urbano o funzionale). Nel CONO OTTICO lo stesso Verde sarà a prato con aiuole e fiori. Dal centro PTC viene tracciata una circonferenza tangente alle linee di rispetto delle proprietà confinanti (10 metri) che ne diviene il limite esterno della parte edificata con diametro di 120,60 metri. Tracciata un’altra circonferenza concentrica, interna ed inferiore di 25,30 metri di raggio, si definisce una CORONA contenente tutti i Fabbricati, chiamata CORONA EDIFICATA. L’intersezione di questa con i CONI OTTICI determina i punti limite interni della Piazza. I 25,30 metri sono dovuti all’opportuna MAGLIA STRUTTURALE (SLIDE 3) studiata per i Fabbricati che nel fronte interno delle linee radiali ha interasse di 4 m, e si allarga fino a 6,30 m nella parte esterna. L’altro elemento strutturale è dato dalle intersezioni delle circonferenze concentriche interne alla corona, distanziate tra loro di 5,06 m. L’intersezione delle linee radiali (4-6 metri) e circolari dà origine alla MAGLIA STRUTTURALE. L’interasse interno è scelto per fornire ottima lettura della circolarità della CORONA PORTICO che si origina sotto i Fabbricati a P. T. rivolto alla Piazza nella sua continuità anche nel Verde e diviene elemento architettonico unitario che crea all’interno la Piazza, di m2 3.846. CORONA FABBRICATOCORONA PORTICO– Nella CORONA EDIFICATA, divisa dai 3 Coni Ottici originati dai PTO, si configurano 3 settori circolari di 120° in cui prendono forma i 3 Fabbricati, che contengono le 3 Attività (commerciali – direzionali – residenziali ) sulla Piazza. Questi hanno una distanza tra loro che permette la visuale dai 3 PTO verso il centro della piazza (PTC), e sono tra loro uniti da una CORONA PORTICO che definisce un passaggio coperto interno al P. T. dei Fabbricati in fronte alle Attività Commerciali, alla Piazza e nel suo proseguire, nelle Zone Verdi.

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FABBRICATI: sono 3 i Fabbricati posti nella Corona edificata. FABBRICATI 1-2 – I Fabbricati 1 e 2 hanno al P.T. una ZONA COMMERCIALE con Vetrine, protetta dal porticato; i due piani superiori (coincidenti con il P.T. comprensivo del porticato) sono destinati ad Attività Direzionali. I primi 3 piani sono ambienti adatti a varie Attività chiuse da facciate vetrate continue. Per illuminare gli spazi interni sono stati inseriti nella maglia strutturale dei CAVEDI. Oltre il 3° piano si ergono gli edifici Residenziali. COMMERCIALE– Il P. T. dei fabbricati 1-2 sono destinati ad Attività Commerciali, la maglia RADIALE della STRUTTURA definisce degli spazi “a spicchi” della profondità di 20,30 metri e larghezza variabile da 4 a 6,30 m con superficie minima di 109 m2. Tutte le Vetrine si affacciano sul porticato di profondità di 5 m e gli spazi di servizio, bagni, ripostigli, magazzini ecc. sono nella parte posteriore. Gli spazi Commerciali adibiti a Pubblico Esercizio sono di 2.915 m2. DIREZIONALE– Gli spazi per Attività Direzionali posti al piano 1° e 2° dei Fabbricati 1 e 2 hanno conformazione a “trapezio circolare” con una profondità illuminata inferiore ai 5 metri, ottenuta con i Cavedi di 2 piani, coperti con vetrate con inserite celle fotovoltaiche per motivi energetici ed apribili lateralmente. Ognuno dei 4 Piani Direzionali (2 per ogni Fabbricato) ha 7 uffici, con servizi vicino al vano scale per motivi funzionali, convenienza costruttiva e conservazione delle facciate principali. L’unità minima è di m2 174 e il totale destinato ad attivitàDIREZIONALEè di m2 7.012 con ambienti ampliabili in orizzontale e/o verticale con massima flessibilità.

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RESIDENZIALE– NB. Si è scelto un minimo sviluppo residenziale (38,9% Slp ammissibile) constatata la grande quantità di immobili invenduti ed ancora in programma nelle zone adiacenti. Nella parte superiore dei 2 fabbricati (oltre 3° piano) emergono 2 coppie di Edifici Residenziali (4 edifici emergenti): posti trasversalmente alla Circolarità della Corona, permette maggior permeabilità visiva tra esterno ed interno Piazza oltre i 3 piani Comm.-Dir.i e migliore areazione ed illuminazione sui quattro lati. La coppia di edifici Residenziali, distanti dai 13 ai 18 metri, si fronteggiano specularmente perchè i vani scala vengono raggiunti al P.T. attraverso un Androne comune ai due edifici, realizzando un’ampia finestra di comunicazione PIAZZAESTERNO VERDE. Il piano TIPO ha una SLP di 315 m2 , una pianta circolare trapezoidale e larghezza del corpo di fabbrica variabile dai 13 ai 18 metri dove si realizzano 3 appartamenti con doppia soluzione (tutti con doppi bagni). Per una migliore illuminazione degli ambienti vi sono dei terrazzi rientranti che riducono la profondità. Il penultimo piano, con arretramenti di 5 metri sulla PIAZZA si riduce a m2 274 con due unità di buona metratura e un giardino d’inverno di 78 m2. Infine l’ultimo piano, arretrando ulteriormente, crea un’unica grande unità abitativa di m2 200 ed un giardino d’inverno di m2 87.Infine, tra ultimo piano e copertura, si realizza un giardino d’inverno condominiale, e 50m2 di spazio tecnico. I 4 Edifici Residenziali, omogenei per caratteristiche edilizie ed architettoniche, assumono un diverso orientamento per la posizione nella Corona Edificata, e digradano di un piano in modo continuo da Nord a Sud per un miglior soleggiamento del Complesso e della Piazza interna (dai 9 piani dell’Edificio 1 ai 6 dell’Edificio 4). L’ arretramento degli ultimi due piani produce l’effetto di ampliamento della Corona circolare superiore, migliorato con la colorazione degli Edifici che staccano dai 3 piani delle Attività Produttive(orizzontali) per alleggerirsi sempre più verso l’alto con colori sfumati. L’andamento circolare della Piazza e la digradante altezza degli Edifici residenziali a pianta trapezoidale creano un effetto dinamico dell’intero complesso immobiliare con la luminosità dei 3 piani Commerciali-Direzionali, la CORONA PORTICO unificatrice e la Fontana, visibile da ogni punto, creano emozioni di vivacità ambientale e favorisce il buon fluire delle varie attività.

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PIANO INTERRATO– Sotto i Fabbricati 1-2 e lo spazio che li separa a P.T. è stato ricavato un P. Interrato di m2 4.961 con 66 autorimesse singole e 28 doppie per un totale di m2 3.783 comprensivo di Corsello, con m2 484 Magazzini, a servizio del piano commerciale, collegabile con scale interne. Il Corsello, strutturalmente largo 5 metri, è stato ampliato di 1 metro per raggiungere i 6 metri di ampiezza e contemporaneamente ottenere un libero spazio per fuoriuscita aria in rispetto delle Norme di Sicurezza dei VV.FF., favorendo le 6 uscite di Sicurezza. A protezione dei Fabbricati 1-2-3, un marciapiede largo 120 cm, con griglie aeranti e uscite di sicurezza, fa parte di una fascia Verde di Rispetto di 5 m delle proprietà private. In posizione centrale, al di sotto della piazza, è presente un vano Tecnico di m2 360 adibito a raccolta acque ed impianti di climatizzazione.

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FABBRICATO 3– Nel Bando è richiesto a titolo gratuito una superficie di 1.500m2 da destinare ad Attività Comunali. Il progetto prevede questa superficie divisa in 2 parti ed in 2 edifici distinti: una porzione denominata “ORTI URBANI”, (SL. 10) posta nell’AREA VERDE 3 di m2 200, attività molto attuale e di notevole utilità sociale, mentre una seconda di m2 1.308 è inserita nel Fabbricato 3, nella CORONA EDIFICATA con il RISTORANTE (SL. 8) e, altro elemento importante per tutto il Complesso per la posizione strategica e funzionale. Il Fabbricato 3 infatti si affaccia contemporaneamente sull’AREA VERDE 1, sulla PIAZZA, e, nella parte terminale del Ristorante anche sull’AREA VERDE 2 che ha le principali Attività Ricreative interne ed esterne all’area (Piscina Comunale, Cineteatro Gavazzeni ecc.).L’architettura è in parte omogenea agli altri Fabbricati (caratteristiche costruttive simili a piano terra, vetrine, porticato e bordatura).

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Si differenzia per l’altezza ridotta (digradante da 2 ad 1 piano) e per l’andamento della copertura curva che riprende le forme morbide del Cineteatro Gavazzeni e con cui instaura un dialogo (con la rottura della circolarità perfetta dell’Edificio) diretto verso il Verde. La Copertura, nel suo digradare, è interrotta da un gradevole terrazzo vetrato (con funzione di giardino d’inverno), che permette l’utilizzo tutto l’anno, ed ha valenza bioclimatica come accumulatore di calore (effetto serra). Vicino all’AREA VERDE 1 dell’Accesso Principale è previsto sui due piani la porzione di Edificio destinato all’Amministrazione Comunale mentre nella parte Sud si defila quasi interamente verso il Verde l’ampio Ristorante, pizzeria, gelateria come elemento di forte attrazione sia per gli utenti giornalieri e residenti del Complesso e del CENTRO ATTIVO, che gli utenti della AREA VERDE 2 A SUD aperta verso le “aree relax” e “spazio bimbi” e delle Attività Sociali esistenti e quindi integranti della Comunità tutta. Il Bando in merito all’Edificio da cedere all’A.C. consiglia che questo abbia carattere di forte adattabilità a varie destinazioni ed esigenze, ma nel contempo permetta di proporre una propria visione sulla destinazione. Gli ambienti dell’edificio A.C. sono estremamente adattabili perché la maglia strutturale, simile a quella di tutto il Complesso viene semplificata con ampi spazi e Cavedi (a P.T. 5×5m e a P.1 15×5m) che realizzano ambienti ben illuminati. Si propone un’attività definita “Incubatore aziendale” ritenuta di particolare utilità perché aiuta l’accelerazione dello sviluppo attraverso una serie di risorse di sostegno alle imprese nuove e giovani, e di servizi sviluppati anche attraverso la rete interna e verso l’esterno, mettendo disponibili ambienti a contatto tra loro con attrezzature, spazi amministrativi e servizi in comune. Si collocano spazi per n° 15 start-up con metratura variabile, servizi sui 2 piani, spazi comuni , con sala riunione comune di m2 102. Tutti gli ambienti sono divisi con vetrate per permettere massima adattabilità e per favorire collaborazione ed interessi reciproci. L’allocazione nel Complesso, dove è forte la presenza di Attività Direzionali, è ritenuta particolarmente adatta.

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PIAZZA: Elemento significativo del vario e composito complesso, richiesto dalla A.C. , nel progetto, la piazza di m2 3.846, si forma in modo naturale in conseguenza delle principali scelte progettuali di disposizione dei fabbricati. Posizionandosi al Centro si ha una visione molto varia e dinamica dovuta alla completa circolarità del Portico continuo con regolare cadenza dei pilastri che prosegue anche negli spazi aperti. In profondità si notano le grandi VETRINE dei negozi, i 2 piani luminosi e specchianti delle attività Direzionali contenuti dalla bordatura, i 4 Edifici Residenziali emergenti all’altezza del 3° piano a pianta trapezoidale ed ascendenti da SUD a NORD e rientranti negli ultimi 2 piani. Infine il 3° Fabbricato ha alcuni caratteri (porticato, pareti vetrate) dei fabbricati 1 e 2, si differenzia per la copertura curva e leggera. Al centro della Piazza è posta l’importante e simbolica fontana circolare di Φ 10 m con zampilli alti e concentrici per creare un effetto di massa slanciata fluido dinamica che unita al gioco di luci notturne realizzano un vero elemento di attrazione costante. La raccolta delle acque meteoriche avviene grazie alla pendenza verso le caditoie mimetizzate intorno alla fontana e raccolte nel serbatoio interrato. Infine la pavimentazione della piazza sarà realizzata con pietre naturali, autobloccanti e porfido a cubetti.

PARCHEGGI: Ogni AREA VERDE prevede al suo limite ampi Parcheggi per la sosta delle autovetture, e in prossimità della CORONA EDIFICATA sono poste n. 6 rastrelliere per n. 60 biciclette;i 3 parcheggi occupano m2 4.017 con 116 posti auto. In prossimità dei Parcheggi partono i 3 VIALI CENTRALI che conducono diretti al CENTRO PIAZZA e lungo il loro tragitto dipartono i 2 VIALETTI CICLOPEDONALI che circondano la parte edificata ed portano in tutti i punti delle AREE VERDI. Ogni Parcheggio è protetto da alberature di altezza 3 metri intervallati in modo cadenziato da pali d’illuminazione di altezza simile che evidenziano la localizzazione del Parcheggio. Il movimento delle vetture all’interno dei Parcheggi è guidato da aiuole che definiscono i percorsi ed ingentiliscono gli spazi. Il pavimento dello spazio di manovra è di asfalto e gli spazi di sosta con autobloccanti drenanti a verde (o ghiaietto), che consentono lo smaltimento delle acque della strada a dorso di mulo. L’accesso a P3 necessita di parziale copertura del canale esistente a sud ovest. Il parcheggio P2 prosegue l’esistente Parcheggio del Cineteatro, il parcheggio P1, conserva la facciata dell’Androne dell’ ex palazzina UFFICI. I 33 posti macchina del parcheggio P1 sono per una sosta di breve durata, perché in questa Area Verde non si svolgono vere attività. Le necessità per gli utenti quotidiani sono localizzati in P2 e P3 presso le rispettive Aree Verdi; i residenti hanno le autorimesse nell’interrato dei Fabbr. 1-2. AREE A VERDE (caratteristiche generali) Le aree chiamate A VERDE sono 3 ed hanno centrale il PTO; dotate di Parcheggi che bloccano le autovetture (mobilità zero) e favoriscono la partenza dei Vialetti per la mobilità ciclopedonale nel Verde (con l’eccezione di 2 passaggi mimetizzati per l’accesso dei VVFF, scarico merci e traslochi). Da ogni PTO parte il Cono Visivo ed il VIALE CENTRALE di 10m diretto al Centro della Piazza, definito da alberatura e illuminazione laterale; Il Viale Centrale e la relativa bordatura alberata si restringe da 10 a 4 metri in prossimità delle deviazioni di raccordo con la CORONA CICLOPEDONALE che ruota a 5 m dalla CORONA EDIFICATA e collega le 3 AREE A con le Attività di utilità sociale. LA 1° AREA A VERDE– ha come PTO d’origine il PTO/1 ampia visibilità (cono visivo) dalla importante arteria di via MARCONI ed ha una funzione Attrattiva e Decorativa come principale accesso alle attività Commerciali/Direzionali/Residenziali dell’interno del Complesso. La parte iniziale d’ingresso viene organizzata con fontane basse (h 80cm), giochi d’acqua in prossimità del rondò di prossima eventuale realizzazione. LA 2° AREA A VERDE– è la più aperta in quanto delimitata dai fabbricati 2-3 e dalla CORONA PORTICO, apre verso sud al Cineteatro ed alle strutture sportive esistenti. Dotata di parcheggio (P2), ampliamento di quello già esistente, del Viale Centrale che porta alla Piazza ed al Ristorante la cui posizione, nella CORONA EDIFICATA, subisce una piccola deviazione rivolgendosi proprio verso di essa. La parte di edificio adibito a Ristorante fa parte del Fabbricato 3 (dove si trova anche la porzione da cedere all’Amministrazione Comunale) è elemento legante fra le attività del CENTRO/PIAZZA e le attività dell’AREA VERDE 2. All’interno di quest’area vi sono 2 grandi spazi per attività ricreative tra loro compatibili ed integrabili: AREA ATTREZZATA A“GIOCO BIMBI” con giochi e piccolo specchio d’acqua e “ZONA RELAX”, Il tutto alberato, dotato di panchine ed illuminato in quanto funzionante a tutte le ore per la prossimità del Ristorante e del cineteatro. LA 3° AREA A VERDE ha vocazione differente, meno significativa in apparenza, riveste un ruolo importante per la Comunità; ad essa si accede dalle due vie laterali secondarie di recente realizzazione le quali convergono verso il PTO3 da dove si sviluppa in larghezza un esteso Parcheggio P3 che ha lo scopo principale di soddisfare le residue necessità delle aree residenziali limitrofe e soprattutto di quelle degli utenti che lavorano quotidianamente nel nuovo complesso. In questa Area Verde si definiscono spazi di vera “utilità sociale”: una palestra all’aperto con un “PERCORSO VITA” immerso nel verde e gli “ORTI URBANI” con piccolo Fabbricato (4) di 200m2 a suo servizioe con piazzetta per mercatino dei prodotti. Le attività delle Aree Verdi 2-3 sono omogenee, legate dal verde continuo e dalle piste ciclopedonali che le uniscono con tutti gli altri punti dell’area dei Fabbricati e della Piazza.

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ED ENERGETICA: GESTIONE ACQUE METEORICHE– Le acque meteoriche raccolte dalle coperture degli edifici sono convogliate, tramite pluviali opportunamente mimetizzati all’interno della struttura, nel serbatoio interrato al centro della piazza. L’acqua così accumulata viene utilizzata per l’IRRIGAZIONE delle aree verdi, degli orti urbani, per le cassette di RISCIACQUO dei wc e per la PULIZIA dei fabbricati e della piazza. SISTEMI PASSIVI– L’INVOLUCRO IPERISOLATO, nelle sue parti opache e finestrate, garantisce valori bassi di trasmittanza, e abbinato all’alta efficienza degli impianti permette di raggiungere la classe energetica “A”. Tutti e 4 i fabbricati possiedono giardini d’inverno, cavedi o serre che garantiscono apporti solari gratuiti durante la stagione invernale grazie all’”EFFETTO SERRA”. Durante il periodo estivo queste vengono disattivate per permettere una migliore circolazione dell’aria. La presenza di pannelli fotovoltaici integrati nel vetro, oltre a fornire energia, permette un migliore ombreggiamento dei sistemi vetrati. Infine le coperture sono desolidarizzate dall’involucro iperisolato, in questo modo si crea una ventilazione che permette di mantenere una temperatura degli ambienti minore durante l’estate. Allo stesso tempo, in inverno, questo sistema permette di eliminare la condensa preservando gli ambienti dall’umidità. SISTEMI ATTIVI– Sulla copertura degli edifici sono installati PANNELLI FOTOVOLTAICI per la produzione di energia elettrica, che serve al funzionamento delle POMPE DI CALORE con scambio con acqua di falda. L’energia elettrica serve inoltre per la produzione di acqua calda sanitaria con Boiler. Il sistema di climatizzazione degli ambienti è a PAVIMENTO RADIANTE nelle residenze e a TUTT’ARIA per commerciale e direzionale.

REALIZZAZIONE PER FASI: FASE DI DEMOLIZIONE: 1. abbattimento degli edifici Industriali, Palazzina Uffici (con il solo salvataggio del fronte di ingresso della palazzina degli uffici) e mantenimento, delle esistenti mura di confine. 2. Pulizia dei materiali di risulta. 3. Eventuale bonifica. FASE COSTRUZIONE– La conformità circolare del complesso aiuta e semplifica una possibile realizzazione per diverse fasi temporali e costruttive dell’intervento. La procedura di costruzione in diversi lotti permette una sufficiente autonomia delle attività dei singoli interventi, prima dei fabbricati e poi delle sistemazioni esterne; devono inoltre essere realizzate soltanto le urbanizzazioni necessarie al suo funzionamento di volta in volta. 1°INTERVENTO– Prevede la realizzazione del Fabbricato 1 e degli Edifici Residenziali 1-2. L’accesso pedonale di pertinenza del Fabbricato 1 è prevista da PTO 1 (via Marconi) che conduce al Porticato e permette il funzionamento di tutta questa 1° porzione del complesso, con accesso alle Attività Commerciale a P.T. ed ai piani superiori (Direzionali e Residenziali) attraverso l’Androne. L’accesso Carrale è previsto ad ovest nella parte esterna della zona verde 3. L’intervento edilizio, una volta finito dovrà essere separato dal resto del cantiere con recinzioni di cantiere nella zona del Porticato per garantire sicura fruibilità dagli utenti. Le canalizzazioni necessarie si realizzano secondo un progetto iniziale generale, dovesi innestano per STRALCIO i vari interventi. 2°INTERVENTO– Prevede la realizzazione del Fabbricato 2 simile al fabbricato 1. La continuità del Porticato permette il completo funzionamento di tutte le Attività Commerciali, Direzionali e Residenziali della nuova edificazione. L’Accesso Carrale è lo stesso già realizzato nel 1°intervento e permette l’utilizzo di tutto l’interrato previsto destinato ad Autorimesse e Magazzini. La realizzazione in due fasi del piano interrato è dettata dalla razionalità, funzionalità e sicurezza di ciascun intervento. 3°INTERVENTO– Edificazione del Fabbricato 3 con completamento della Corona Portico (ad eccezione di una porzione tra fabbricato 2 e 3 per permettere l’uscita finale della gru). Tutte le opere per il buon funzionamento dei fabbricati sono già realizzate. 4°INTERVENTO– Rimossa la gru (posta nel centro della Piazza per la costruzione dei fabbricati) si procede alla realizzazione dell’interrato, serbatoio di raccolta acque, vani tecnici per impianti, pavimenti e fontana centrale e, completato il portico mancante verso area verde 2, il piccolo Fabbricato 4 degli Orti. Per tutti i lavori della Piazza viene mantenuta la recinzione a ridosso della Corona Portico. 5°INTERVENTO– Si procede infine alla realizzazione di tutte le canalizzazioni, urbanizzazioni, con la completa pulizia di baracche e zona stoccaggio materiali (fisse per la durata del cantiere in A.V.2 per il facile accesso degli automezzi) e il completamento dei parcheggi, della viabilità ciclopedonale, illuminazione, alberature e varie.

CONCLUSIONI: La proposta progettuale soddisfa tutte le richieste del bando: - I parametri tecnici sono ampiamente rispettati, residenza 38,9%>35 , RP 85%>30%, Standard 25.552>14.000, piazza 3.846m2 - La STRUTTURA INTERNA ha elevato standard di qualità con piazza, porticati, portici, androni di uso pubblico per un totale di m2 6.643 e la STRUTTURA ESTERNA con spazi a verde (verde 17.689, parcheggi 4.017) e attività ricreative strettamente integrate con la città. - Per l’edificio di 1.500 m2 da cedere a A.C. si propone la soluzione di 2 edifici destinati ad attività utili ed attuali: “incubatore aziendale” ed “orti urbani”. - La PIAZZAè assoluto elemento gravitazionale di tutto il complesso, di forte attrazione per le Attività, Lavoro e Residenza, che si svolgono all’INTERNO e le attività ricreative nel verde all’ESTERNO. - L’intervento assume vera centralità rispetto alla città per il verde che tutto circonda con assenza di vetture(mobilità zero) e grazie alle piste ciclopedonali che lo percorrono per tutti i punti. - Originale è la FORMA ARCHITETTONICA dei 3 Fabbricati, della Corona della Piazza dove a P.T. la parte commerciale protetta dalla Corona Portico avvolge la Piazza. - I due piani superiori, con uffici e vetrate strutturali Blu 30, contenute in marcate bordature stagliano forti linee orizzontali. A contatto, oltre il 3° piano, con i 4 edifici verticali Residenziali a pianta trapezoidale che si ergono trasversalmente ai circolari piani inferiori, con colori tenui degradano di 1 piano da Nord a Sud ed arretrano con giardini d’inverno negli ultimi due piani per un ottimale soleggiamento. - Il 3° Fabbricato, diverso per l’altezza limitata e copertura ondulatoria mantiene omogeneità architettonica di tutto il complesso.


Fincastle Island - Gerardo de Vuono

Don't tell my horse ! - Lucien Puech Architecture

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For the first time, the Festival Architectures Vives ( FAV ) offers an opportunity to make the most of the hushed atmosphere of the Hôtel Sabatier d’Espeyran in Montpellier (south of France). From the 12th to the 16th of June 2013, the Museum of Decorative Arts, part of the famous Museum Fabre, hosted this architecture installation in its small 10 per 3.5 meters courtyard. “Don’t tell my horse” is a scenography made out of straw bales similar to those one can find towed by tractors in the countryside. Based on the festival’s topic “Reminiscence”, the work invites visitors to remember with nostalgia the time of horse carriages and to consider the evolution of cities’ landscape since. This is a wall construction, made up with 50 straw bales tied together by natural jute webbings and wood spacers, alternating full and empty, lightness and weight. People are welcome to write a memory on postcards picturing old Montpellier while comfortably seated on a straw couch, inspired by its odor and a sound record of horses. Once pinned on the wall with a metal string, the postcards are left to be read by next visitors. 3,500 people discovered this construction during the festival and wrote more than 850 messages. The installation creates a surprise by the use of this rustic material, emblematic of the self-construction, in such a delicate setting while also offering a rest in the exhausting city. Lucien Puech, 31 years old architect, received the festival special jury prize granted by Abvent, Archicad software’s editor.

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Curved part of the straw bales wall

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View toward the courtyard entrance and the Fabre Museum facade

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Axonometric view

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Visitor's messages on postcards

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the wall alternates full and void

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One of the reissued old postcards offered

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View toward the courtyard entrance

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View from the entrance

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Section detail

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Riuso Mazzoleni - Diego Polese, antonio serra, Giovanni Oliva

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Elaborare il Master Plan del progetto di riconversione del sito industriale di via Marconi, interessata da un processo di dismissione progressiva e di un più generale piano di riassetto per cui all’intorno negli ultimi tempi si sono già registrati interventi trasformativi radicali, richiede evidentemente un atteggiamento non nostalgico, ma pur sempre attento al confronto con gli elementi che hanno nel tempo costruito e oggi caratterizzano il contesto.

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Il bando parte dalla considerazione che gli edifici presenti sono “incongruenti con il futuro utilizzo previsto per questa area. Per questa ragione risulta imprescindibile pensare a una completa demolizione dei fabbricati consentendone un’ampia libertà di ri-progettazione”. Anche negli elaborati del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Serio si trova indicata l’area industriale dismessa, colorata di giallo e giudicata come elemento “detrattore” del paesaggio; nella relazione si legge: “nel contesto oggetto di indagine, gli elementi detrattori sono costituiti generalmente dai fabbricati produttivi…Altri elementi detrattori possono essere costituiti dagli usi impropri di un determinato luogo (spazi per il deposito e/o la movimentazione di materiali, impianti tecnologici, ecc.).” Da tali considerazioni, pur con qualche iniziale riserva sull’eventualità del procedere ad una “tabula rasa”, siamo partiti per elaborare la proposta progettuale.

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Le idee, le scelte La presente proposta progettuale adotta un punto di vista ambizioso. Fare architettura alla scala urbana, assumersi la responsabilità di definire un nuovo contesto costruito (meglio: ri-costruito o ri-generato), progettare un nuovo ganglio cittadino, sostituire un luogo “definito” da molto tempo dalla sua destinazione produttiva, con un luogo a disposizione della città per molteplici relazioni civiche possibili nel quadro di un contesto che abbraccia funzioni urbane e qualità ambientali presenti e potenziali. L’intenzione è riassumibile nell’espressione “occupare il cielo rimanendo con i piedi per terra”, ossia innalzare nuove architetture senza perdere di vista la scala “inferiore”, quella dei sottosuoli e dei suoli fertili, con i loro salutari processi, potremmo dire, fino alla “scala microbica”, lo scorrere dell’acqua e del tempo negli spazi riconsegnati ai cicli vitali, ossia alle “ri-generazioni”. Ciò consente di collocarci in coerenza con un contesto ambientale e urbano più ampio come quello del parco fluviale con il quale si intende evidenziare possibili connessioni.

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Il contesto L’ingresso per l’area di progetto avviene attualmente attraverso Via Marconi. Si tratta di uno degli assi viari principali di accesso al centro urbano di Seriate. Il lotto di intervento si inserisce in un area estremamente strategica sia per la sua localizzazione geografica, ma anche rispetto a varie funzione pubbliche già presenti nel territorio: il teatro Gavazzeni, il centro sportivo e la piscina comunale, la stazione dei treni e la via Decò e Canetta che collega direttamente il centro storico.

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Qualità insediativa Partendo da una saturazione completa del lotto si possono individuare quelle che saranno le direttrici di una struttura urbanistica interna di qualità. Un sistema di attraversamenti e mobilità interna ciclopedonale definisce la permeabilità del lotto al fine di integrare pienamente l’intervento con i quartieri limitrofi e la città.

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La concentrazione dei volumi verso il centro del lotto consente di trattare i bordi come un parco/corridoio verde di qualità che opera da cuscinetto con le aree confinanti. Il risultato è un disegno urbano che si armonizza con l’intorno e integra tutte quelle funzioni pubbliche già presenti in zona con la Via Marconi e il centro storico di Seriate. La mobilità a basso tenore di traffico riguarderà la parte più esterna del lotto, privilegiando così il sistema ciclopedonale.

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Gli edifici Gli edifici destinati ad edilizia residenziale sono collocati all’interno di una ampia fascia verde che gli fa da corona con percorsi automobilistici a basso tenore di traffico, si dispongono a formare una grande “C” aperta, che liberamente rievoca lo schema tipologico delle antiche cascine, dando vita ad un’ampia corte-piazza nella quale si intersecano la molteplicità dei percorsi pedonali e ciclabili di attraversamento dell’area dall’asse della via Marconi, alle residenze e alle attività commerciali, al Teatro e al Serio. Si tratta di edifici multipiano, 4 piani residenziali + piano terra destinato ad attività commerciali e ai servizi privati e di vicinato. Gli appartamenti, pur compatti e disposti all’interno di un impianto compositivamente semplice, anche al fine di facilitarne la realizzabilità e l’economicità in fase di costruzione e di gestione, si presentano ricchi di una molteplicità di spazi esterni, come terrazze, ballatoi e loggiati, opportunamente orientati, che si offrono sia come accorgimenti per una migliore qualità del microclima interno alle abitazioni (sistemi di schermatura per ombra) sia come veri e propri ambienti vivibili, propaggini al servizio dell’abitazione. Le facciate sono vive, mutevoli, adattabili; si animano grazie agli elementi manipolabili, che consentono a ciascuna unità abitativa di gestire a proprio piacimento le schermature frangisole, per regolare la luminosità naturale, l’irraggiamento, la migliore protezione in estate o la maggiore esposizione ai raggi solari in inverno. Ognuno può spostare a piacimento i pannelli ombreggianti scorrevoli, che ricoprono le facciate all’esterno del ballatoio-terrazza, modificandole così continuamente. Il risultato è un ritmo variabile, asimmetrico, espressione formale collettiva, la cui regola consegue a una cifra umana, che può rinnovarsi nell’arco della giornata o delle stagioni .

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Sostenibilità ambientale ed energetica Gli edifici destinati ad accogliere le abitazioni punta sull’uso di tecnologie a basso consumo energetico e a minor impatto ambientale. La qualità e il comfort ambientale degli alloggi viene garantito dall’orientamento delle stecche e degli stessi appartamenti da esse contenuti. Le facciate presentano un rivestimento costituito da pannelli mobili con un sistema di lamelle verticali. Questa modalità permetterà un maggiore controllo e compensazione ambientale durante le diverse ore della giornata Al piano terra degli edifici si originano dei “passages” che esaltano la permeabilità degli spazi. I locali evidenziati in rosso nella planimetria indicano i locali destinati ad accogliere attività di servizio alla comunità. L’edificio pubblico destinato all’ Amministrazione Comunale, anch’esso segnato in rosso, presenta una forte adattabilità degli spazi in modo che possa accogliere in futuro qualsiasi tipo di funzione. La sua posizione con la piazza antistante determina l’ingresso al sistema da Via Marconi. L’intervento prevede la progettazione di spazi verdi, spazi riservati al gioco dei bambini, spazi di attività per gli adulti, attività di servizio, permeabilità pedonale ai singoli edifici e collegamenti pedonali. Tutti gli ambiti sono facilmente accessibili escludento qualsiasi tipo di barriera fisica. Il disegno urbano, determinato principalmente da elementi paesaggistici, compositivi e dalla disposizione degli edifici consentirà una chiara definizione degli spazi.

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L’intervento prevede la progettazione di spazi verdi, spazi riservati al gioco dei bambini, spazi di attività per gli adulti, attività di servizio, permeabilità pedonale ai singoli edifici e collegamenti pedonali.

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Il verde Un grande parco lineare si sviluppa sui limiti del lotto. L’intervento si presenta con una evidente vocazione pubblica. Le aree sono progettate a scala cittadina, rendendo gli spazi pubblici fruibili da tutti gli abitanti di Seriate. Il disegno dello spazio pubblico e la presenza di funzioni pubbliche costituiranno una nuova centralità per Seriate. La definizione di un sistema di percorsi interni all’area di progetto (pedonali, ciclabili e stradali) contribuiranno a connetterla con il resto del contesto urbano e del sistema del verde circostante (lungo fiume Serio). Il sistema del verde gioca con la morfologia del terreno creando lievi elevazioni di piani.

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Riqualificazione area prospiciente la rotatoria tra viale dei Benedettini e via Italia. Tergu - Daniele Luigi Ferretti, simone perrone

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Oggetto: Concorso d’idee per la riqualificazione architettonico-urbanistica dell’area prospiciente la rotatoria tra viale dei Benedettini e via Italia. Lo scopo del concorso è quello di mettere a confronto idee per individuare la soluzione che garantisca il migliore e più coerente intervento di riqualificazione architettonica e urbanistica per l’area, attraverso l’acquisizione di proposte con contenuti progettuali, tecnici, economici e sociali che valorizzino l’area e gli immobili esistenti, oltre a potenziare e innovare le funzioni.

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Stato attuale

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“Brownfields are abandoned or underused industrial and commercial facilities available for re-use.”“Le “brownfield” sono territori abbandonati o strutture industriali e commerciali non utilizzate, disponibili per il riutilizzo.”

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Il panorama dell’Architettura, della Pianificazione territoriale e dell’Urbanistica, volgono sempre più il proprio sguardo verso il recupero piuttosto che verso lo sviluppo di aree ad oggi “incontaminate”. Vengono generalmente definite “brownfield” quelle aree, sovente situate ai margini della città, che originariamente erano produttive e dunque affondavano il loro valore nel potenziale economico. Dopo lo “sfruttamento” e la produttività, segue la fase dell’abbandono e queste aree diventano “vuoti” cinti da muri insormontabili che negano segmenti di città alla città stessa. Non appena all’interno di una porzione di territorio smette di circolare la linfa vitale, ovvero le persone, quel frangente declina in maniera irrefrenabile ed inesorabile. Tale degrado porta con sé implicazioni anche a scala economica e sociale che vanno a ripercuotersi non solo sulle zone immediatamente limitrofe all’area degradata, ma si espandono quanto più viene loro permesso dai fattori stessi che la alimentano. Il compito, oggi, dell’Architettura e della Pianificazione è individuare le potenzialità dei questi vuoti e abbattere i recinti che li circondano.

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Genesi_1

Allargando il campo visivo possiamo affermare che ogni porzione di città, con un potenziale di fruibilità pubblica, che venga negata, può essere definita “brownfield”. Il caso di Tergu ne è un esempio. Non un fuori scala, non una vecchia fabbrica, non un ex comparto produttivo, non un mostro di cemento, bensì un’area posta ad un incrocio di strade che diventa limite, diventa percorso obbligato. Una porzione di territorio non percorribile e dunque vuota. La grande vittoria è proprio quella di abbattere più possibile i recinti, più o meno grandi, ma costantemente ed inevitabilmente presenti in ogni luogo antropizzato. L’insediamento di due funzioni pubbliche in uno spazio di scala ridotta diventa dunque l’occasione per trasformare il limite in membrana osmotica e per creare uno spazio pubblico di qualità che vada a rivitalizzare il vuoto ma allo stesso tempo porti il suo eco molto più lontano, aumentando il carico di traffico ciclo-pedonale sulle direttrici che convergono sull’area.

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Genesi_2

La grande sfida, che supera quella di far mutare la natura di un limite in perimetro permeabile che permetta ai flussi l’attraversamento, è quella di creare uno Spazio. Lo Spazio non deve essere inteso come una entità percepita attraverso i suoi limiti ma, al contrario, deve essere esperienza sensoriale, immagine che rimane impressa attraverso la fruizione dello stesso. Uno Spazio è qualsiasi luogo, chiuso od aperto, che regala a chi lo percorre, a chi lo fruisce, a chi lo vive, un’esperienza di benessere che abbraccia i cinque sensi e li culla attraverso il tempo che viene speso in quel determinato frangente. Altro elemento importante è, dunque, il tempo, che scandisce l’utilizzo e la vita di uno Spazio. Sostare, attraversare, fermare, percorrere, sono tutti verbi 1 che hanno forte relazione con il tempo e dunque con lo spazio in cui si utilizzano questi verbi. La vitalità dello spazio è ciò che determina il suo successo o il suo fallimento. L’obiettivo è quello di creare un successo. La piazza deve essere centro nevralgico dell’abitato, un punto di riferimento e soprattutto un luogo pronto ad accogliere e guidare i flussi di persone. Vista anche la vocazione turistica del comune di Tergu, la creazione di uno spazio contemporaneo e assolutamente “internazionale”, ma plasmato con i materiali e le risorse del luogo, può essere l’occasione di offrire al visitatore un ambito nel quale si senta accolto e allo stesso tempo facente parte della comunità nella quale si trova in quell’istante.

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_suggestioni

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“S’io fossi pittore, ritrarrei coi miei colori più belli i suoi rustici idilli: le tosature, le feste, i balli antichi, i riti nuziali, i conviti; trasfonderei sulla tela l’ineffabile malinconia dei suoi tramonti, la desolata nudità delle sue giogaie, il vuoto sconfinato delle sue distese, il sorriso incantato dei suoi cieli e delle sue fanciulle.” Pietro Casu, “Ghermita al core”

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La bellezza della terra sarda sta anche nel saper alternare senza una apparente logica, scorci rudi e alle volte aspri a momenti più lineari e geometrici che testimoniano l’antropizzazione e la conseguente cura del territorio. La visione è quella di un territorio nel quale, alle volte, il tempo sembra essersi fermato, come se la tradizione vernacolare avesse avuto la meglio sulla frenetica realtà d’oggi. Un monito e un valore da conservare. Una suggestione che rimanda alle massaie sedute ad osservare la realtà, in un pomeriggio d’estate, fuori dalla porta di casa. Immagini di altri tempi, che stridono con la frenetica vita di oggi. Questo stridere è dovuto, forse, anche all’assenza di luoghi adatti alla socialità. Un tempo un marciapiede poteva somigliare ad una piazza. Ora serve un concetto diverso, serve un luogo dove sentirsi “protetti” e al riparo dallo stress.

Queste riflessioni portano alla creazione, all’interno della piazza, di spazi di socializzazione di qualità. Le sedute e le chaise longue in legno non diventano solo strumenti di sosta fini a se stessi, ma veri e propri “salotti urbani” nei quali si può vivere lo Spazio della piazza nella sua accezione più legata alla socialità, all’incontro. La differenza di materiali e forme delle aree dedicate alla sosta permette anche la scelta del tempo da dedicare all’attività sociale. Più confortevoli e invitanti a soste lunghe le chaise longue, più adatte ad una sosta di breve durata le sedute. Queste ultime hanno anche il compito di sottolineare come le funzioni che insistono sull’area siano anch’esse pubbliche e dunque fruibili in egual modo rispetto alla piazza. Tale continuità tra spazio esterno e spazio interno si evince dalla presenza nelle sale d’attesa dell’ufficio postale e dell’ambulatorio, di sedute della stessa natura di quelle che compongono la piazza.

Lo spazio pubblico “sfonda” anche il confine dell’ edificio e diventa elemento di legame con quelli che, solitamente, sono intesi come edifici ben delimitati e “rinchiusi” su se stessi. La piazza si smaterializza e, nonostante una tangibile continuità, diventa, concettualmente un sistema di piazze che tende ad una infinita quantità di combinazioni possibili. Lo spazio di relazione si trasforma il linfa vitale per il progetto e ne amplifica le possibilità, ne sottolinea l’importanza. L’attivazione di processi di flussi di persone rivitalizza l’area e ne garantisce il presidio continuo. La sostenibilità di questo progetto è, dunque, prima di tutto sociale.

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“Le parole disposte diversamente fanno un senso diverso, e i sensi diversamente disposti fanno effetti diversi.” (Blaise Pascal)

Il progetto di Architettura non deve essere solo la ricerca del bello e della funzionalità. In particolare quando si parla di spazio pubblico, deve ricercarsi un valore aggiunto che renda il fruitore partecipe di quel luogo. Mantenendo ferma questa convinzione, ed esplorando la concezione di spazio di cui sopra, mescolata alle suggestioni regalate dalla terra Sarda, risulta facile capire come si sia giunti ad un progetto di “piazza sensoriale”. Ogni elemento del progetto deve dialogare con uno o più sensi, regalando in questo modo una vera e propria esperienza sensoriale a chi vive questo nuovo spazio a disposizione della città.

It’s LIQUID International Contest 3rd edition - It's LIQUID Group

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It’s LIQUID International Contest 3rd edition Submission Deadline: September 15, 2013 Public vote Deadline: September 30, 2013

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It’s LIQUID Group, in collaboration with International ArtExpo, is proud to present “It’s LIQUID International Contest 3rd edition”.

The contest is born with the goal of promoting contemporary art, architecture and design through all the divulging tools that the communication platform It’s LIQUID has used for years (press release, mailing list with more than 100.000 subscribers, international contemporary art and design events realization).

Who can apply? The contest is open to artists, architects and designers from all over the world without any limit of age and nationality. Solo artists, architects and designers can participate to the contest as well as groups.

Categories The contest will have ten main categories: painting sculpture and installation photography video-art computer graphics architecture performing art product design fashion design illustration

Why enter It’s LIQUID International Contest? It’s LIQUID International Contest promotes contemporary art, photography, architecture and design all over the world. Artists have the chance to win 30.000,00€ in prizes, chosen both by public vote and professional jurors.

CLICK HERE TO DOWNLOAD THE CONTEST’S RULES AND SUBMISSION FORM: http://www.itsliquid.com/contest/2013/rules_eng

How apply? Send the following materials (max size: 10MB) to info@itsliquid.com – filled application form (click here to download contest’s rules and application form: http://www.itsliquid.com/contest/2013/rules_eng) – a short biography / CV – videography (only for video artists) – copy of the payment of the entry fee – images or videos* of the artworks (according to the terms in the rules’art. 2. Click here to download the contest’s rules and application form: http://www.itsliquid.com/contest/2013/rules_eng) *If you are a video artist or performer, please send your submission with all the required documents in a zip folder and your video (max size: 1GB) only by wetransfer.com to info@itsliquid.com

Submission Deadline: September 15, 2013

How does it work? Winners will be selected by public vote (which will choose the winner of 1 exhibition in Venice) and by professional jurors’vote.

After applying for the contest, It’s LIQUID will upload the participants’ artworks on It’s LIQUID Group Facebook page and give the artists the direct link of their artworks. To vote and be voted it’s necessary to share the artworks’ links and like the artworks’ pictures on our Facebook page. Artist with the greater number of “like” by the deadline, will be the winner. Audience will vote starting from September 20, 2013 until September 30, 2013.

Jury Luca Curci (Architect, Artist – Italy) | Kathleen Laziza (Executive Director of Micro Museum, New York – USA) | Pio Meledandri (Director of Museo della Fotografia, Politecnico di Bari – Italy) | Eugen Rădescu (Chairman PAVILION UNICREDIT of Bucharest – Romania) | Fernando Barrionuevo (Director of MECA– Spain) | Said Mahrouf (Fashion Designer – Morocco) | Constantin Gorcea (Architect, Chairman OAR North-East – Romania) | Laurence Gartel (Digital Media Pioneer – USA) | Stefano Tordiglione (Designer and Artist – Italy/Hong Kong) | Laura Haber (Director of Laura Haber Gallery – Argentina) | Marta Stella (Artist and Art Curator – Spain) | Ramuntcho Robles Quevedo (Art Critic and Curator – Spain)

Awards - 1 exhibition in Venice held in one of our exclusive locations located a few meters from the Ponte di Rialto on the Canal Grande (public vote’s award) - 1 month of art residence plus photography workshop at Altlab Photography residency in Goa (India) - 1 month of art residence in Yerevan (Armenia) included in “ART COMMUNE” Artist-in-Residence program by Art and Cultural Studies Laboratory (ACSL) - 10 artists will be included in 1 page for each of The ArtBook Vol. I, which will represent the most updated published guide to the international contemporary art scene - 1 year of participation in International ArtExpo’s events in the most important capitals of the world - 10 artists will win 1 interview for each published on the It’s LIQUID Platform (more than 100.000 subscribers)

How much is the entry fee? There is a 30 euro entry fee to submit up to 3 artworks. The entry fee for every added artwork is 10 euro. There is not a limit for artworks submissions.

When will the winners be announced? The names of the winners, will be notified on the official website of the contest through a press release on October 01, 2013.

Media Partner International ArtExpo | Micro Museum | Museo della Fotografia | MECA | ARCHSTUDIES.GR | MAM Chiloé | ACSL | GOA Cap | DZine Trip | Lazagne Magazine

It’s LIQUID Group info@itsliquid.com www.itsliquid.com

New Bavarian History Museum. Regensburg - AVA - Andrea Vattovani Architecture

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Concept While developing the MdBG we focused on making a right and responsible decision. Our goal was not only to make an icon for the city, but also to make a very functional Museum. Thereby is the city structure further developed and emphasized through our intervention. The room programme is quite large. A boxlike form didn‘t seem to be the best solution for integrating the museum in it‘s surrounding. During the development process, we took special notice of the urban surrounding and protected monuments.

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Cover

We adept by removing the old building and integrating a new one. Our MdBG slowly starts to get in the desired shape.

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Siteplan

Our room program development begins already through integration with surrounding streets of the Museum Quarter. We decided to place the Foyer between the two building masses creating a spatial connection between them.

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Pictograms

Museums shouldn‘t only serve as an attraction for Turists. By pushing the Foyer down we create a ramp which leads the people to the roof of the building. Thereby a possibility is made for the people of Regensburg to experience their city in a new and exciting way.

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Function, structure and enviromental concept

The main exhibition area is adapted by dividing it in two sections which are pulled up. First one, the „Bayerische Himmel“ (Bavarian Sky), to provide better view of the Cathedral and Danube. The second one to fulfill the room program requirements and provide a place for deliveries.

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View concept to the Cathedral and Salzstadl

Thanks to its attractive location, the Museum would become a new point of interest for the tourtists walking along the Danube river. For the citizens of Regensburg, MdBG becomes a interactive part of the city. Exploring and discovering the city gets a whole new dimension which continues even on the Museum rooftop.

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Ground floor

With its ramps and slopes the roof provides a place for various events ranging form cinema projections to theater. Can you imagine watching a play happening on the roof of MdBG with the Cathedral and the „Salzstadl“ as background? A dreamlike scene.

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First floor

The „Bavarian Sky“ presents a climax of each visit. It guarantees the best view of the Salzstadl as well as the Steinerne Bridge and the Cathedral. Facade Alabaster is a name applied to varieties of two distinct minerals, when used as a material: gypsum and calcite. It’s opticaly smiliar to marble, but is a poor heat conductor. That’s why it feels warm on touch. It’s color ranges from white, light yellow, red, to brown and grey.

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Second floor

It’s possible to cut it in thin layers which makes Alabaster translucent. Structure The construction is based on a steel truss system which enables the form to function without deformation. The construction is made according to the laws and standards.

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Elevations

The creativity continues in the exterior: The facade is controlled by a computer and serves as a multifunctional screen providing entertainement and information. The facade screening could be temporary but can also be adjusted according to the events happening in the city or building. But even without the screeing the facade provides a pleasent attraction. It could be a nice suprise for the tourists walking along the riverside to discover the multimedia facade of MdBG. The possibilites are endless. Various combinations are possible, from interaction with the current exhibition to providing day-to-day information for the citizens of Regensburg.

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Sections

Energy Concept

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Concept of the facede with Dynamic light system

The facade serves as a reflective surface for the sun, as museums don‘t need any direct sunlight. Only the two elevated ends are „open“ and they use sunshading system to reduce direct light.

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Examples of the possibility of the facade

The exhibition space distinguish themselves with natural ventilation. Using the chimney effect the hot air goes upwards and exits the building.

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Day view

Cooled ceiling are used for regulating the room temperature and keeping the air fresh. Basins: Serve as air humidifiers.

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Night view

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Interior view

Ristrutturazione di intero fabbricato cascinale su due livelli - Alberto Edoardo Frascotti

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E’ quì illustrato un intervento di ristrutturazione e ampliamento, riguardante un intero fabbricato nella provincia di Varese. Originariamente struttura cascinale in linea, a 2 piani fuori terra, del 1907 (di circa mq. 200 per piano) con alcune superfetazioni di discutibile fattura, sia architettonica che edilizia, erette in economia negli anni ’60, il progetto ha riguardato la ristrutturazione integrale, con anche ampliamento volumetrico, finalizzati alla formazione di n° 3 appartamenti distinti di ampia metratura, da distribuire ai 3 componenti della famiglia committente.

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L’intervento ha senz’altro trasformato l’involucro originario, pur mantenendone alcune pregevoli caratteristiche originali: dalla pacatezza della fabbrica edilizia in linea, placidamente allineata lungo-strada a nord ma saggiamente arretrata rispetto al confine sud, ricreando così lo spazio della “corte” di rurale memoria; al ballatoio completamente ligneo al piano primo, che da spazio di collegamento esterno è diventato spazio di affaccio diretto sulla corte, chiuso a ovest da un volume edilizio volutamente cieco e intonacato e delimitato invece a est da un volume, di medesime dimensioni rispetto al primo, ma completamente vetrato ed attrezzato a spazio di distribuzione interna all’alloggio del piano; ad una intera porzione a doppia altezza piano primo e mansarda (che per la sua articolazione spaziale ricorda i vecchi fienili); via via fino al recupero di alcune porzioni di mattoni a vista in grigliato, di 2 caminetti e di alcune volte interne in mattoni, tutti elementi, questi ultimi, giustamente tanto amati dalla Committenza.

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Di nuova concezione, rispetto alla struttura originaria, sono invece l’affaccio continuo creato ad est, verso il giardino di proprietà, prima interrotto da un passaggio collettivo a raso-suolo (ora riportato al confine sud), e ovviamente l’organizzazione spaziale interna, resa più moderna non solo per la ricca dotazioni di servizi, quanto soprattutto per l’abbandono pressoché totale del collegamento diretto da locale a locale (spazialità non più consona agli standard abitativi attuali).

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La progettazione, assai complessa visti il cattivo stato conservativo di partenza dell’edificio, ha necessariamente richiesto varie consulenze specialistiche esterne, dall’ingegneria strutturale all’impiantistica.

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Ulteriore, se non principale elemento caratteristico, è stato l’adeguamento della progettazione ai più recenti dispositivi legislativi in materia di contenimento dei consumi energetici: mi sono appoggiato in questo senso a un’èquipe di amici, specializzati in dimensionamenti e calcoli di coibentazioni termiche, i quali a loro volta mi hanno saggiamente consigliato di sub-appaltare la fornitura e posa del “cappotto” termico a primaria Ditta, altamente specializzata nel ramo. L’estrema disponibilità e professionalità dell’Impresa Appaltatrice (che ha fornito la propria qualificata assistenza muraria), unita alla rara “maturità” dimostrata in questo senso dalla Committenza (che ha dovuto sostenere ovviamente maggiori costi di intervento) ha determinato in questo senso un risultato aldilà delle mie più rosee aspettative, e permesso che tutto questo diventasse un esempio di intervento “virtuoso”, a quell’epoca ancora di una certa singolarità (oggi per fortuna questo tipo di interventi è più diffuso, a causa anche dell’inasprimento delle esigenze legislative).

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Nelle pagine della presentazione sono illustrati i robusti interventi di ristrutturazione, fin dai rinforzi strutturali delle fondamenta, con necessaria formazione del vespaio aerato, via via al consolidamento strutturale delle solette originarie (in putrelle metalliche e volterrane o tavelloni in laterizio, sempre resi solidali alle nuove strutture con l’utilizzo di connettori metallici), fino alla formazione del nuovo manto di copertura, avente struttura in travi lamellari lignee, coibentazione in elementi naturali e finitura in tegole marsigliesi. Oggi la Committenza vive con soddisfazione nei locali ristrutturati e periodicamente mi aggiorna circa i bassi consumi energetici, che ripagheranno in breve tempo il maggiore investimento iniziale sostenuto.

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Milano, settembre 2010


Piazza Bellini a Napoli, riqualificazione e pedonalizzazione - Domenico Morvillo, Uberto Siola e Associati

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La rilettura della iconografia antica – in particolare il famoso olio di Antonio Joli –è stata l’elemento ispiratore di una ipotesi progettuale che prevede, per piazza Bellini, la realizzazione di un piano di calpestio unico inclinato all’interno del quale fare riprendere corpo agli elementi primari presenti all’interno della piazza (lo scavo archeologico, il monumento a Bellini, la grande palma centrale). La realizzazione di questa apparentemente semplice operazione progettuale consente anche la lettura, da ogni angolazione, delle facciate prospicienti la piazza, restituite alla dignità di quinte sceniche. Il riferimento teorico generale è quello che vede associare ad una elevata qualità dei luoghi il minimo intervento e, viceversa, alla scarsa qualità l’intervento più incisivo. Alla luce quindi della rilevante qualità urbana e architettonica di questo ‘luogo centrale’, il progetto lavora, sulla scorta di una attenta considerazione dei valori presenti, nella direzione della liberazione dello spazio da inutili e incongrui ingombri, del riordino delle alberature esistenti, nella definizione di un piano di calpestio unico che possa anche consentire di interpretare, con semplicità, le esigenze d’uso derivanti dalla intensa frequentazione della piazza. Così il progetto prevede appunto la realizzazione di un piano unico inclinato, uniformemente pavimentato con pietra bianca e pietra vulcanica. Il disegno prevede la realizzazione di quadrati con listatura in pietra bianca bocciardata fine ed interno in pietra vulcanica a filo di sega, a loro volta scompartiti da una ulteriore listatura di dimensioni minori mediante listelli in pietra vulcanica bocciardata fine. L’orientamento della pavimentazione segue l’allineamento con il monumento a Bellini e con uno dei lati dello scavo archeologico e assorbe, nella aiuola che definisce il bordo lungo via Costantinopoli, il non perfetto parallelismo tra il prospetto lungo sulla piazza e la stessa via Costantinopoli.

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Studio di fattibilità per progetto integrato per la portualità turistica del comune di Amalfi - Domenico Morvillo, Uberto Siola e Associati

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La presente “Analisi di fattibilità” si propone di verificare il programma di finanziamento, realizzazione e gestione delle infrastrutture portuali di progetto, al fine di evidenziare la congruenza tra costi e benefici attesi, sia diretti che indiretti e/o esterni, relativamente all’attuale livello di definizione dei contenuti progettuali. A tale scopo, vale da subito rilevare che un porto turistico si configura come una struttura “produttiva” complessa, che fornisce una molteplicità di servizi – sia collettivi che individuali – a svariate categorie di utenti, producendo ricadute importanti in termini di economie esterne e di effetti indotti sul più ampio sistema economico locale. Allo stato, le infrastrutture portuali di Amalfi presentano criticità tali da impedire un puntuale assolvimento delle funzioni tipiche di un porto turistico ed un pieno sfruttamento delle relative potenzialità, caratterizzandosi piuttosto come porto a carattere “stagionale”, con target di riferimento per imbarcazioni piccole e/o medio – piccole ed una “domanda” tipicamente locale Per la realizzazione degli interventi di riqualificazione ed adeguamento del porto si è scelto di valutare l’ipotesi di partecipazione di capitale privato, attraverso la tecnica del project financing.

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Ristrutturazione di palazzina con recupero abitativo del sottotetto - Alberto Edoardo Frascotti

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Viene quì illustrato un intervento di ristrutturazione e restauro, riguardante una palazzina (intero fabbricato), su cortina edilizia milanese.

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Originariamente villetta di stile Liberty nella zona nord-ovest di Milano, l’intervento ha sostanzialmente mantenuto l’involucro originario, pur modificandone alcune pregevoli caratteristiche originali: il recupero abitativo del sottotetto ha infatti “legato” il prospetto principale su strada (più basso di un piano) alla cortina edilizia pre-esistente, riccamente caratterizzata architettonicamente; la nuova copertura in rame è stata peraltro progettata e poi concertata anche con la Sovrintendenza dei Tecnici del Comune di Milano, assai attenti a proposito di questi interventi nelle zone Rx del vecchio Piano Regolatore Comunale.

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La destinazione richiesta dalla Committenza era di trasformare la palazzina in un edificio ad uso misto, con ristorante etnico al piano terra, spazi di vendita commerciale al piano seminterrato, Bed&Breakfast al piano primo e alloggio di proprietà al piano recuperato nel sottotetto.

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La progettazione, assai complessa vista la molteplicità delle destinazioni d’uso richieste e vista anche la notevole “distanza“ tra le dotazioni spaziali ed impiantistiche iniziali e i “desiderata” di progetto della Committenza, ha necessariamente richiesto varie consulenze specialistiche esterne, dall’ingegneria allo studio di arredi particolari su misura.

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Ulteriore difficoltàè stata senza dubbio il contesto cantieristico, assai congestionato sia a livello di viabilità che di veri e propri spazi di lavoro interni.

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Nelle pagine della presentazione sono illustrati i robusti interventi di ristrutturazione, fin dai rinforzi strutturali delle fondamenta, con necessaria formazione del vespaio aerato, via via al consolidamento strutturale delle solette originarie (in putrelle metalliche e volterrane o tavelloni in laterizio, sempre resi solidali alle nuove strutture con l’utilizzo di connettori metallici), fino alla formazione di solette a sbalzo e al nuovo manto di copertura, avente struttura in travi lamellari lignee “alla francese” (doppia pendenza raccordata), coibentazione in elementi naturali e finitura in rame, compreso le 2 “velette” di raccordo, fronte strada e fronte cortile, che svolgono la doppia funzione di “legare” i prospetti alle linee di gronda adiacenti e di formare il parapetto di sicurezza per gli interventi manutentivi.

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Un ultimo rilevante aspetto progettuale è senza dubbio la cura conservativa messa in atto, dove possibile, per alcuni caratteri originari della costruzione: dalla scala interna con sistema pedata/alzata in graniglia e corrimano in ferro battuto e mancorrente ligneo (tutti tipici della Vecchia Milano), alla manutenzione delle cornici dei serramenti interni ed esterni (nonchè dei serramenti medesimi), tutti testimonianza di originale sapienza artigianale; fino infine alla messa in luce di alcune particolari tessiture murarie originarie. L’attività commerciale avviata dalla Committenza nei locali ristrutturati ha ottenuto e continua ad avere ottimi risultati, anche a livello di notorietà e visibilità, e mi piace pensare di aver dato a questo il mio personale contributo professionale.

Milano, dicembre 2008

Ristrutturazione di palazzina liberty con recupero abitativo del sottotetto - Alberto Edoardo Frascotti

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Il progetto, iniziativa della G&D Edilizia, consiste nella ristrutturazione e nel frazionamento di “Villa Brignole” ubicata nel Comune di Chiavari in Via Piacenza al numero 325. Villa Brignole è stata costruita nei primi anni del ‘900 su due piani oltre al rialzato. Il progetto di frazionamento prevede 2 appartamenti (monolocale e quadrilocale) al piano rialzato, 3 appartamenti (monolocale, bilocale e trilocale) al primo e secondo piano e due appartamenti mansardati ottenuti dal recupero del sottotetto della villa, con l’inserimento di ascensore oleodinamico.

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Il frazionamento è progettato in modo tale da mantenere il più possibile le finiture originali dell’epoca: pavimentazione in seminato genovese con decori e soffitti affrescati, scala originale in marmo con soffitto affrescato.

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Gli appartamenti godono dell’esistenza di un giardino con piante secolari posto davanti alla villa, una parte del quale sarà di proprietà del condominio.

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Da progetto sono previsti posti auto. La struttura portante è quella esistente. Trattasi di muratura portante in: “pietrame, composta di pietrame ben spianato proveniente dalle cave di Migliagrini o di Solari, con un impasto di malta. Si sono mantenuti i solai, ad eccezione di quello del sottotetto: il nuovo solaio sottotetto è stato realizzato con una struttura in legno lamellare in abete costituito da travetti e tavolato in legno completi di trattamento antitarlo, antimuffa e impregnante, ed è stato opportunamente ancorato alla muratura perimetrale e interna esistente. La facciate restrostante, verso nord-ovest, è stata preventivamente rivestita con apposito materiale coibente termico (isolamento “a cappotto” con materassino isolante in polistirene estruso).

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Tutte le facciate intonacate sono state tinteggiate integralmente con pittura minerale silossanica di color gialle tenue. Dove possibile si è cercato di mantenere le finiture originali dell’epoca, restaurandole opportunamente.

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Internamente si è cercato di conservare quanto più possibile la suddivisione originaria al fine di non intaccare gli affreschi, i rivestimenti e le pavimentazioni di pregio esistenti.

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Parcheggio in località Longea. Moena - caterina michelini, Silvia Labanti, claudia pozza

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La nostra proposta prevede di rendere la vecchia SS.48 Cernadoi un boulevard pedonale a mobilità lenta e controllata in cui verranno distinte principalmente due corsie di percorrenza. L’una per permettere l’accesso al centro storico da parte di mezzi di servizio,residenti, biciclette e sistemi di mobilità lenta. L’altra riservata esclusivamente ai pedoni. L’accesso dei mezzi di servizio a supporto delle attività commerciali e turistiche del centro sarà limitato temporalmente a fasce giornaliere in cui l’afflusso dei cittadini e dei turisti a tale parte del paese sia minimo. Tutto questo sarà naturalemente reso possibile e agevolato dalla presenza dei due parcheggi scambiatori di Navalge e di progetto.Il parcheggio di Longea diventerà il secondo punto di interscambio, oltre a quello di Navalge, dal quale si potrà abbandonare il proprio mezzo e spostarsi in maniera meno impattante noleggiando biciclette a pedalata assistita (bike sharing), o i bus turistici per raggiungere le mete di maggior interesse. All’interno del parcheggio la disponibilità di un punto car-sharing con auto elettriche, per avvicinare la gente all’utilizzo di mezzi alimentati con energia pulita.

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vista dal centro del paese

Il centro storico diventerà  uno spazio a misura d’uomo, dove l’utilizzo dei mezzi meccanici sarà riservato ai veicoli autorizzati o di soccorso, esarà quindi reso nuovamente disponibile per la cittadinanza e i turisti attraverso il suo sistema di spazi e luoghi aperti. Il parcheggio multipiano di Longea si propone di rispondere alle esigenze dell’Amministrazione sul tema della mobilità sostenibile, mentre il ponte tunnelservirà a convogliare il traffico della popolazione, locale e turistica, residente nella parte alta di Moena che adesso passa per il centro storico. Tale strada si svilupperà oltrepassando il fiume Avisio per mezzo di un ponte a campata unica entrando in galleria per raggiungere via Ischia.Nella nostra visione il ponte-tunnel, anche in ragione dell’entità dell’opera, potrebbe non essere strettamente indispensabile alla realizzazione di una mobilità sostenibile.

LA NUOVA PIAZZA IN CONTINUITA’ CON LA STRADA:L’idea è quella di creare un piano libero come copertura dell’autorimessa che sia in continuità di quota con la strada. Una nuova piazza che affacci sul fiume e sul paesaggio senza ostacoli visivi e che si connetta attraverso percorsi-ciclopedonali con le piazze del centro storico. Il sistema del parcheggio in continuità con il ponte sono pensati come una unica rampa che si snoda per collegare le sponde del fiume con la strada statale fino alla parte di moena alta. La copertura dell’autorimessa è costituita da una serie di piani inclinati che terminano in una terrazza più bassa, appartata e distaccata rispetto alla strada. La differenza di quota tra la parte di copertura a lato della strada statale e quella verso il fronte fiume ha permesso di ricavare nell’ammezzato nuovi spazi utilizzabili come sala di attesa e punto ristoro per chi nelle stagioni invernali, lasciando la macchina in sosta, deve aspettare a lungo il collegamento con i mezzi pubblici, e di attrezzare la parete relativa a punto di arrampicata per principianti.

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schema funzionale

Questo spazio affaccia direttamente su questa nuova terrazza utilizzabile per svolgere varie attività: durante i mesi estivi può essere utilizzata come uno spazio all’aperto che gode della vista della gola del fiume in cui svolgere attività differenti; d’inverno lo stesso spazio potrebbe trasformarsi in una pista di pattinaggio dotata di un punto di erogazione bevande calde, etc. Inoltre si possono sfruttare le pendenze della copertura del parcheggio per allestire piccoli corsi di sci o per iniziare i più giovani a qualche sport legato alla montagna. In questo modo l’autorimessa diviene non più solo un luogo di interscambio legato alla mobilità, ma ambisce a diventare una nuova polarità proponendo nuove funzioni che, in maniera analoga ma contrapposta a quelle dell’ufficio turistico e informativo del parcheggio di Navalge, possa attrarre persone e interessi.

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sezione

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vista interna

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