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SCUOLA_DOLZAGO - O.C.R.A., Marco Camilli, Silvia Farina

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Criteri ed impostazione generale della proposta

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La volontà di realizzare un luogo che conferisca senso di libertà e che al tempo stesso rappresenti uno stimolo per le idee e per i pensieri, un luogo intrigante dove sentirsi a proprio agio liberi di dar sfogo alla propria creatività e nel quale le relazioni sociali siano facilitate.

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Da qui scaturisce la proposta progettuale, nella quale si è cercato di dar forma a tutte queste intenzioni, attraverso un impianto tipologico ed una organizzazione spazio funzionale articolata ma ben identificata nelle sue diverse funzioni. Sulla base della conformazione rettangolare del lotto, stretta e lunga, ed in considerazione del suo intorno dove troviamo da una parte, la presenza di un complesso produttivo e dall’altra un piccolo parco urbano, si va ad insediare un impianto ad “L” in modo da ricavare una corte interna che attraverso il fabbricato si relaziona con l’area a verde e che al tempo stesso sia un elemento caratterizzante del fronte strada.

Illustrazione degli aspetti architettonici, funzionali e costruttivi

Proprio come nei giochi delle costruzioni dei bambini, nell’impostazione del progetto si è partiti da volumi puri e semplici come il cubo per giungere ad un impianto più complesso attraverso la traslazione e successiva rotazione delle forme elementari. D’altra parte lo stesso iter compositivo si rifà all’iter evolutivo del bambino e alla funzione che l’asilo deve svolgere all’interno del medesimo. Se da un lato infatti i cubi o per meglio dire i volumi puri, proprio perché tali, rappresentano i bimbi, il loro incastro e compenetrazione è assimilabile alle relazioni sociali che i bambini cominciano a sviluppare a quell’età. E’ proprio la scuola materna infatti l’organismo deputato più che ad un ruolo di insegnamento propriamente detto, ad un ruolo educativo della crescita , una struttura pensata per far sviluppare e favorire il processo e la capacità di interazione e creatività nel primo confronto al di fuori della famiglia.

L’approccio da cui scaturisce la proposta progettuale è facilmente leggibile nella geometria dell’edificio per far si che anche i bimbi riconoscano delle forme note e percepiscano il senso della loro articolazione in modo da stimolare la loro curiosità e creatività

Gli elementi “cubo” che rappresentano le diverse sezioni della scuola sono infatti realizzate in cortina, in modo da conferire loro un aspetto fortemente materico e per richiamare il mattoncino dei giochi delle costruzioni. Gli elementi ruotati invece sono trattati con materiale diverso sui fianchi in modo da evidenziare la loro rotazione rispetto all’elemento modulo di partenza, ma la loro riconoscibilitàè garantita dalla continuità visiva dell’elemento cortina utilizzata in copertura e nel prospetto posteriore.

Aspetti funzionali e costruttivi

Questo processo di rotazione ha permesso inoltre all’intero impianto di assumere un aspetto dotato di ritmo e movimento in modo da non risultare piatto e ripetitivo ed ha permesso di ricavare nelle aule ambienti a doppia altezza. La presenza di quest’ultima rientra nell’idea di libertà che l’edificio scuola deve trasmettere ed in tal senso si è scelto di attestare il blocco principale della “L” sul fronte del parco, contrariamente a prima in modo, che gli ambienti delle aule siano al centro e rappresentino il tramite dei due ambienti all’aria aperta rappresentati dal cortile interno e dal piccolo parco urbano.

Anche la stessa organizzazione degli ambienti è pensata in modo da favorire questa continuità visiva. La scuola è organizzata secondo due blocchi ben distinti, lato corto e lato lungo della “L”. Nel primo trovano spazio tutti i servizi e gli ambienti degli adulti, come sala professori, cucina deposito per le pulizie, guardiola ed i servizi igienici riservati ai professori ed ai visitatori. Sempre nel lato corto è collocata l’aula magna o polifunzionale separata però da un ampia zona di filtro rappresentata dall’atrio d’ ingresso tanto che lo stesso ha una continuità visiva tra il fronte stradale e il giardino interno. La netta separazione dei due ambienti è peraltro ben visibile anche sulla facciata del fronte strada dell’edificio. L’aula

magna peraltro è sita in corrispondenza del piano interrato preesistente, nel quale trovano spazio nella nuova proposta di progetto gli ambienti di deposito delle attrezzature il locale lavanderia stireria e la centrale termica, dal momento che sulla copertura inclinata esposta a sud dell’aula magna trovano alloggiamento i pannelli fotovoltaici. In questo senso si è cercato di rendere la struttura degli impianti il più snella possibile. Anche l’aula magna è provvista di una doppia altezza, necessaria a garantire oltreché la sua luminosità e ventilazione il suo carattere di polifunzionalità.

Di fronte all’ accesso dell’aula magna sul lato destro dell’atrio troviamo dapprima il locale ambulatorio strettamente connesso all’aula magna nel caso in cui la stessa assolva la funzione di palestra. A seguire troviamo gli ambienti della sala professori e della cucina, che chiude il blocco servizi in modo da avere un accesso indipendente, che vengono così a trovarsi in prossimità del corridoio di distribuzione delle aule in modo da favorire sia l’attività di controllo ( per quanto concerne la sala professori ) che l’operazione di distribuzione dei pasti ( per ciò che riguarda la cucina ). Il blocco servizi è dotato di un secondo piano dove troviamo un’altra sala riservata ai professori per il deposito e l’archiviazione del loro materiale didattico e la sala della presidenza. Proprio da quest’ultima parte un passerella che attraversa l’intero blocco delle aule che affaccia all’interno delle stesse sfruttando la doppia altezza di quest’ultima.

Il lato lungo dell’impianto ad “L” rappresenta invece la zona dei bambini, ed infatti trovano alloggiamento tutti gli ambienti e le aule ad esso riservati. Ogni sezione è pensata come un microorganismo indipendente da un punto di vista funzionale ma che attraverso i patii esterni di ogni singola sezione si interfaccia con la sezione successiva.

Anche la microstruttura aula è organizzata secondo un impianto ad “L” in modo da diversificare i diversi spazi per le differenti attività e secondo un criterio di gradualità si passa dall’area riservata al sonno, poi quella dedicata alle attività ordinate per finire attraverso il superamento di barriere ludiche nell’area dedicata alle attività libere. Il patio esterno provvisto di una zona ombreggiata conclude il “blocco aula”

La sezione primavera riservata ai più piccini è stata posta in fondo al blocco delle aule in modo da garantire alla stessa una maggiore tranquillità. Con lo stesso criterio è stato organizzato il cortile interno alla scuola che oltre ad un area giochi alloggiata su pavimentazione anti trauma e posta di fronte alla prima sezione, segue un organizzazione del giardino che dopo le vasche con la sabbia termina proprio in prossimità della sezione primavera con un area alberata.

Indicazioni delle tecniche e dei materiali utilizzati nella proposta ideativa

Da un punto di vista della tecnica costruttiva l’edificio di progetto si avvale di sistemi per il contenimento energetico sia attivi che passivi. Nei prima infatti troviamo i pannelli fotovoltaici, alloggiati sulla copertura esposta a sud dell’aula magna per un totale di circa 60 mq di superficie e dei pannelli per il solare termico installati sulle falde di ogni singolo corpo di fabbrica delle aule necessari per la produzione di acqua calda sanitaria come da normativa vigente.

Per ciò che concerne i sistemi passivi, invece, si può dire che ogni microstruttura “aula” rappresenta una macchina predisposta al recepimento ed allo sfruttamento dell’energia solare. L’inerzia termica del fabbricato è garantita oltreché dalla presenza del tetto giardino di ogni singola aula, da un opportuna stratigrafia della pareti che saranno realizzate con materiali altamente coibentanti.

Tra i sistemi passivi è prevista l’utilizzazione della tecnica costruttiva del muro di Trombe che permette il guadagno dell’energia solare. Il muro di Trombe è un sistema versatile che assume quattro diverse configurazioni in base alle esigenze dettate dalla stagione e dall’ora del giorno. Nelle ore diurne, durante la stagione invernale, è necessario introdurre quanto più calore possibile all’interno dell’edificio. Il sistema viene colpito dalla radiazione solare che, grazie all’opacità del vetro alla radiazione in

frarossa, scalda in parte la parete di accumulo, generalmente dipinta esternamente di nero o di blu scuro in modo da captare dall’80% al 95% della radiazione solare, ed in parte scalda l’aria contenuta dall’intercapedine fra il muro ed il vetro. Il riscaldamento dell’aria genera mette in moto una circolazione innescando un moto convettivo che, una volta aperte le bocchette di aerazione del muro di accumulo, porta l’aria calda a salire e ad introdursi attraverso l’apertura superiore. attraverso una seconda bocchetta, posta nella parte bassa del muro, l’aria fredda presente all’interno dell’edificio esce nell’intercapedine dove si riscalda e viene a sua volta reintrodotta attraverso la bocchetta superiore.

Sulla copertura della “microstruttura aula” verrà inoltre realizzato un camino solare.

Il camino solare è un sistema a impatto ambientale zero studiato e progettato per migliorare la ventilazione naturale dell’edificio sfruttando la convenzione di aria riscaldata con l’energia solare passiva.

Particolare attenzione sarà infine riservata all’utilizzo di materiali ecosostenibili, le malte sono sempre a base di gesso, calce o pozzolana, i rivestimenti sempre in legno o derivati dell’argilla, gli isolamenti sempre eseguiti con materiali a base di scarti delle lavorazioni agricole e del riciclo della carta, collanti vinilici e tinture a base di calce e sostanze organiche o olii vegetali, ove possibile,tutto a km0. Un ruolo importante per il benessere psicofisico ha l’uso di determinati colori.

Per ciò che concerne il reperimento della zona adibita a parcheggio si prevede l’utilizzazione del parcheggio comunale sito alle spalle del complesso scolastico e per l’accesso al quale sarà previsto un ingresso secondario direttamente dal lotto oggetto dell’intervento.

E’ previsto in ogni caso un accesso carrabile separato ed indipendente per mezzi di soccorso e per il carico e scarico merci con un apposita area di sosta e manovra localizzata alle spalle dell’aula magna.


GRETA - Andrea Vanni Architetto

Torre Tintoretto - Maurizio Di Lauro

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Il bando di gara pone ai progettisti un quesito essenziale, ovvero se recuperare la Torre Tintoretto oppure ipotizzarne il rifacimento integrale. La proposta progettuale presentata prevede il rifacimento della Torre per un duplice motivo attualmente negato, ogni persona ha diritto di vivere in una architettura di qualità, ogni cittadino ha diritto di poter godere di una qualità urbana attualmente negata. Le architetture appartengono a chi le abita e anche a chi quotidianamente le percepisce all’interno dello scenario urbano. Inoltre il costo ipotizzato per la ristrutturazione, una ristrutturazione qualitativamente valida, non è così distante dall’idea di costruire ex-novo la Torre Tintoretto e lo spazio pubblico che le appartiene. La comunità bresciana a fatica si riconosce nell’urbanità generata dagli interventi messi in atto negli anni ’80 nel quartiere di San Polo, la bassa qualità abitativa di molti edifici ha contribuito in sostanza ad emarginare la comunità che lo abita. Non di rado il margine delle cittàè più interessante del suo cuore, è il luogo dove le potenzialità urbane sono ancora inespresse, ha bisogno solo di un seme architettonico per germogliare e diventare definitivamente luogo, luogo da abitare e in cui può riconoscersi una koinè. Il progetto presentato si pone l’obbiettivo di disegnare una differente qualità abitativa e di rigenerare lo spazio pubblico ora ridotto a mero tessuto connettivo, l’architettura oltre a proporre un valore immobiliare deve anche saper proporre un valore emozionale. Come detto la qualità architettonica della Torre Tintoretto è decisamente bassa, ma se c’è una cosa da recuperare dell’intervento di espansione attuato negli anni ’80 è l’impianto urbano, ridefinendone il carattere pubblico. Demolire la Torre per costruire una nuova tipologia residenziale significa stravolgere le relazioni urbane che intercorrono con le altre quattro torri e il restante tessuto edilizio. La nuova torre ricalca l’impronta del vecchio manufatto ma ne ridefinisce integralmente la spazialità interna e il disegno dei fronti.

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Vista generale

L’architettura

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Vista generale

L’architettura della torre residenziale che inclina verso sud l’asse verticale in modo da ridurre la monumentalità e assertività all’imponente volume edilizio, si caratterizza per un’eterea facciata che svolge le funzione di una “serra” bioclimatica, una sorta di spazio filtro tra l’intimità degli ambienti residenziali e lo spazio esterno. Oltre a definire delle ampie e vivibili logge, il volume in aggetto rivestito da ante scorrevoli a libro in policarbonato, insieme alle piante rampicanti appese, assolve al prezioso compito di regolare la temperatura interna delle abitazioni in modo da ridurre sostanzialmente l’apporto energetico esterno durante la stagione fredda. In sostanza si può considerare l’architettura come una struttura rivestita da una pelle con dentro un’anima, l’anima sono le persone che la abiteranno e le daranno vita. La facciata/serra in policarbonato sarà un discreto schermo cangiante che a seconda delle condizioni di luce rifletterà il paesaggio circostante oppure consentirà di intravedere il brulicare della vita che si svolge al suo interno.

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Prospetto laterale

Tipologie

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Tavola 1

A differenza dell’attuale lay-out tipologico, il nuovo progetto elimina la distribuzione a corridoio per privilegiare il doppio affaccio delle unità abitative, ciò detto per permette di avere degli ambienti più salubri e una più articolata distribuzione delle funzioni. Gli appartamenti posti ai margini esterni dell’edificio sono caratterizzati dalla tipologia duplex, quelli presenti nel corpo centrale sono dei simplex che differiscono per metrature, in modo da offrire una articolazione tipologica variegata e capace di rispondere alle diverse esigenze abitative tipiche della società contemporanea; ogni singolo piano dispone da un minimo di 10 appartamenti ad un massimo di 16 unità residenziali. Inoltre l’edificio presenta degli spazi comuni tipici del co-housing; la lavanderia, un asilo/nursery, la sala comune e parte degli impianti sono dislocati al primo piano, mentre all’ultimo piano che gode di una vista sul territorio circostante sono presenti la palestra, la sala giochi e un winter garden.

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Mappa solare

Lo spazio pubblico

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Schema facciata

Aspetto a cui è stato riservato una particolare attenzione è la caratterizzazione dello spazio pubblico, il progetto ridefinisce radicalmente il rapporto tra architettura e spazio pubblico; lo spazio pubblico è il supporto dell’architettura, lo spazio vitale in cui crescere. Il progetto recupera alla disponibilità della comunità di San Polo 10.815 m², superficie attualmente negata all’utilizzo in quanto in gran parte occupata da un parcheggio. Nel nostro nuovo comparto il parcheggio è stato dislocato nel piano interrato in modo da liberare la quota di campagna e renderla disponibile a tutti. Il nuovo spazio pubblico si caratterizza per la presenza di quattro volumi dalla copertura inclinata che prendono corpo direttamente dallo stretto rapporto con la pavimentazione in pietra ricomposta. Gli edifici che ospitano al proprio interno dei servizi ai cittadini come delle attività commerciali, un centro civico/sala polifunzionale e l’ingresso al parcheggio, possono essere utilizzati contemporaneamente anche come spazi pubblici in quanto la loro copertura risulta praticabile e ospita degli elementi vegetali e di arredo urbano, oppure una grande scalea che può esser utilizzata alternativamente come cinema/teatro all’aperto o come semplice luogo di ritrovo.

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Schizzo di progetto

Sostenibilità ambientale

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Schizzo di progetto

L’intero progetto è stato pensato in modo da ridurre al minimo l’utilizzo di energia proveniente da idrocarburi, differenti sorgenti sono state tra loro integrate per garantire il fabbisogno energetico dell’intero complesso. 590 m² di pannelli fotovoltaici si integrano con le sonde geotermiche e con un impianto di ventilazione controllata che aspira l’aria fresca e la fa transitare sotto terra nell’impianto geotermico, l’aria filtrata viene immessa negli appartamenti e poi successivamente aspirata e incanalata in un dispositivo di recupero di calore. Il terreno avendo una temperatura costante consente di ridurre il fabbisogno energetico per il riscaldamento durante la stagione fredda e il rinfrescamento durante la stagione calda. Come già scritto in precedenza altro componente fondamentale utilizzato per ottimizzare il fabbisogno energetico è la grande facciata/serra rivolta a sud e che occupa una superficie di circa 4.000 m². La serra in sinergia con le pianti rampicanti consentirà di controllare agevolmente la quantità di luce e di conseguenza di energia che entrerà nelle abitazioni, una sorta di camera di compensazione tra il clima esterno e l’ambiente interno. Durante la stagione estiva anche lo spazio pubblico contribuisce a ridurre l’utilizzo di fonti non rinnovabili, i 65 nuovi alberi che collaborano a disegnare la nuova piazza svolgono anche il prezioso compito di mitigare l’isola di calore che verrebbe inevitabilmente a crearsi. Strutture, tecnologie e materiali L’edificio residenziale prevede i vani scala realizzati in CLS i quali fungono anche da elementi di controvento, mentre le altre strutture portanti e le solette sono previste in profilati metallici. I materiali impiegati dovranno prevedere un basso impiego di energia primaria, essere riciclabili e dove non fosse possibile, dovranno avere una lunga vita senza perdere in capacità prestazionale. La pavimentazione dello spazio pubblico è prevista in doghe di legno provenienti da piantagioni certificate e in pietra ricomposta per ridurre al minimo l’impiego di preziose risorse naturali non rinnovabili.

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Schizzo di progetto

Country Villa Berlin Germany - qbo_Paolo Zardo Architetto

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The concept is to create a simple and cheap house with some interesting shape movement: the idea of splitting the walls of 24° gives the chance to create interesting views and corners. The plan is designed to offer the max space enjoyment and the simplest structural solution.

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A large and massive wood and steel deck embrace the outside activities. On the roof lies a green grass carpet to protect the house from the sun radiation and also to collect the rain water for re-use.

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The difference between the living area and the night area is evidenced by different height of the floors (4 steps to the living area). Also the external design reminds this internal areas difference with a black steel stripe which goes all around and incorporate the shutters movement elements (modular dimension of 75 cm except the bathroom’s one and the entrance door one) and it’s repeated on the top, to delimitate the terrace roof area. Orientation north/south guarantees a perfect illumination and a correct solar exposition.

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INFILL OSTIENSE - Laris Conti

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Ipotesi di completamento di un edificio mancante in un isolato lungo la via Ostiense a Roma. L’impianto dell’edificio si inserisce in netto contrasto con l’intorno lavorando su di un asse inclinato, l’alzato è una serpentina che disegna aggetti e rientranze finendo con un pannello fotovoltaico inclinato.I balconi materializzano l’alternarsi dei piani generatori del progetto.

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Prospettiva frontale

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planimetria dell'intorno

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Planovolumetria e prospetto

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schemi progettuali

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livelli 0, 1, 2

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Livelli 3, 4

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Livelli 5, 6

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Livelli 7,8

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Attico

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Vista prospettica

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Vista dall'interno dell'isolato

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Sezione

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Sezione generale

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sezioni

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viste

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viste

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Prospetto principale

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componenti del prospetto

BIANCO ARREDO - Ignazio Samà

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Ristrutturazione e arredo di un appartamento di 90 mq.

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Zona camera da letto

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Zona sala

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Distribuzione interna con arredi

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Ricostruzione 3d di progetto

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Ricostruzione 3d di progetto

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Zona pranzo

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Zona cottura

CROLIB - Alessio Rocchi

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CroLib, uno dei progetti finalisti della prima edizione del Concorso “Design Win Make” , è per chi vuole esaltare i suoi libri preferiti, avere i libri che sta leggendo o leggerà sempre a portata di mano o vorrebbe una libreria ma non ha lo spazio per una tradizionale!

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CROLIB

CroLib è una micro libreria da appoggio o free standing in MDF con spessore 4 mm. formata da 8 pezzi tagliati a laser, due montanti forati e tre coppie di ripiani. Essa è totalmente riciclabile, facilmente trasportabile per la leggerezza e per le ridotte dimensioni dell’imballo, personalizzabile con vernici e con un montaggio veloce e semplice grazie sistema di incastri senza uso di ferramenta. La disposizione dei libri avverrà in un modo diverso rispetto alle ordinarie librerie facendoli giacere su tre coppie di ripiani a “V” secondo l’angolo di 90° comune a tutte le pubblicazioni. La foratura regolare dei montanti permette di dare una certa preziosità e trasparenza alla libreria. Le dimensioni del prodotto sono 128×190x790 mm. mentre smontato ha dimensioni 131×12x790 mm.

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CROLIB senza libri

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CROLIB dettaglio

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CROLIB esposta allo IED di Firenze

Riqualificazione della zona del parcheggio multipiano di via Montegrappa. San Salvo - Francesco Cianfarani

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Il parcheggio multipiano situato nel centro abitato di San Salvo riveste sin dalla sua costruzione la funzione di nodo urbano e di porta d’ingresso meridionale al centro storico della cittadina. La struttura è costituita da tre piani controterra, attualmente adibiti a parcheggio, e da due sistemi di risalita esterni posti sui lati corti dell’edificio, che permettono la riconnessione del salto di quota di circa 10 metri tra Via Montegrappa e Via Giotto. Morfologicamente l’edificio si presenta come un insieme di piani gradonati, dotati di terrazzamenti che affacciano direttamente su via Montegrappa. Il manufatto è addossato su tre lati ad un muro controterra di altezza 10 metri e la quota dell’ultimo solaio di copertura coincide con la quota della stradina privata che prosegue Via Giotto. Il prospetto lungo al piano terra su Via Montegrappa coincide perciò con l’ingresso principale all’edificio. L’impianto planimetrico della preesistenza è di forma rettangolare (67 m x 30 m al piano terra) con il lato lungo orientato a 33° rispetto all’asse Est-Ovest, quest’ultimo paragonabile al percorso di Via Montegrappa. Attualmente i piani sono collegati tra loro all’interno da una serie di rampe, due per piano e da un ascensore posto sullo spigolo nord-est del fabbricato. Le rampe sono realizzate con una soletta in cemento armato probabilmente realizzata in opera e come, da normativa, hanno una pendenza di poco inferiore al 20%. Mentre le rampe carrabili non arrivano al piano di copertura dell’edificio, quest’ultimo ha un vano extracorsa che permette di collegare l’ultimo livello del manufatto al piano terra. Per ogni piano sono previste delle uscite di emergenza poste sui lati corti degli edifici, collegati ai due livelli principali di Via Giotto e Via Montegrappa dalle due scalinate esterne.

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Il parcheggio nella sua attuale configurazione

La struttura portante dell’edificio esistente è costituita da un sistema semi-prefabbricato, con i pilastri probabilmente costruiti in opera e le travi e gli impalcati prefabbricati. Le campate che costituiscono la struttura portante sono regolari e sono di due tipi: le campate che ospitano il sistema delle rampe carrabili sono rettangolari e misurano 10 m x 5 m, le campate centrali sono quadrate e misurano di lato 10 m. L’interpiano attuale è di 3,15 m per i piani terra e primo e di 3 m per il piano secondo.

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Render della piazzetta ricavata all'interno della preesistenza

I muri divisori interni e le pareti perimetrali esterne sono costituite da blocchetti tipo Poroton REI 120 e da forati in laterizi per uno spessore variabile dai 10 ai 25 cm, che non presentano attualmente finiture di rilievo. Riguardo il soleggiamento, l’orientamento dell’edificio fa in modo che quest’ultimo riceva sole per tutto l’arco della giornata sul lato lungo dei terrazzamenti, tuttavia il grande spessore del corpo di fabbrica e il basso interpiano non consente l’illuminazione diretta delle campate interne. Per quanto riguarda gli impianti, quest’ultimi sono posizionati all’interno di vani ispezionabili al piano terra. Nel vano est sottostante la scalinata su via Valloncello sono posizionati un’elettropompa che alimenta gli idranti per l’impianto antincendio, un serbatoio per l’accumulo dell’acqua e un gruppo elettrogeno per l’impianto elettrico. Attualmente l’edificio sembra sprovvisto di un impianto di condizionamento termico.

Stando a tali informazioni, alla luce della configurazione dell’edificio e delle possibilità strutturali e morfologiche da questo offerte si sono adottate le seguenti scelte progettuali: Rifunzionalizzazione parziale del manufatto. Come punto di partenza del progetto si è scelto di riqualificare il parcheggio multipiano secondo criteri di mixitè tra pubblico e privato e parziale mantenimento della destinazione d’uso attuale. Una prima scelta sulla quale si fonda il progetto concerne la volontà di mantenere in buona parte la funzione esistente di parcheggio. Questa destinazione funzionale assegnata all’edificio al momento della realizzazione difatti permette al fabbricato di configurarsi come una porta urbana, luogo di scambio dove è possibile lasciare il proprio mezzo di trasporto per proseguire a piedi verso la cittadina. Proprio alla luce di questo forte valore urbano assegnato al parcheggio multipiano di San Salvo, si è deciso di mantenere in gran parte la funzione originaria lasciando l’intero primo livello alla collocazione di un numero di parcheggi dal numero variabile tra i 60 e i 70 posti. Parallelamente, poiché si è giudicato un elemento critico il carattere monofunzionale del manufatto, si è provveduto, laddove possibile all’immissione di nuove destinazioni d’uso al suo interno. Approfittando della posizione del fabbricato all’interno del territorio di San Salvo e della sua tipologia edilizia, si è pensato ad implementare il parcheggio esistente con funzioni per lo più commerciali, disposte ai piani superiori. La funzione commerciale si sposa bene anche con la presenza di un basamento di parcheggi al piano terra, che consente, come nell’attuale tipologia di centri commerciali, di posteggiare l’auto e di risalire ai piani superiori attraverso rampe ed ascensori, senza mai uscire dall’edificio. Immagine identitaria: Un ulteriore obiettivo del progetto è quello di assegnare una nuova immagine identitaria all’edificio, oggi associato da parte della cittadinanza di San Salvo ad episodi di degrado urbano e di insicurezza pubblica. Tale volontàè stata tenuta in grande considerazione proponendo una nuova immagine per l’edificio in grado di conquistare un forte valore identitario da parte del manufatto per tutto il territorio. Si prevede perciò l’ampliamento dell’edificio esistente con nuove volumetrie destinate a funzioni d’eccellenza a carattere ricettivo e museale di proprietà comunale (spazi allestitivi, sale riunioni e conferenze) per la realizzazione di eventi temporanei (presentazioni libri ed eventi, convegni, sagre e meeting al coperto). L’idea progettuale muove dall’idea di una sopraelevazione. La proposta di riqualificazione del parcheggio decide di preservare la struttura esistente lasciando che questa si traduca in un edificio-basamento in grado di sostenere la collocazione di un nuovo edificio soprastante, sviluppato su di un solo piano. Questa scelta è volta alla valorizzazione dell’attuale identità urbana assegnata all’edificio. Difatti, sotto il punto di vista urbano la scelta di collocare tre nuovi volumi, perpendicolari alla giacitura dell’esistente, offre la possibilità di accentuare visivamente questo valore di connessione, attualmente detenuto dall’edificio, tra la quota in Via Montegrappa e il centro storico di San Salvo. Spazio pubblico: A questa scelta di conferimento di una forte identità urbana all’edificio, si è deciso parallelamente di creare una molteplicità di spazi pubblici a più quote, potenziando la rete di piazze e di luoghi collettivi attualmente presenti nel centro storico e nella zona periurbana di San Salvo. Tale scelta ha come obiettivo ancora una volta di assegnare al manufatto il ruolo di luogo privilegiato per l’aggregazione sociale, per mezzo di luoghi sicuri e sorvegliati, frequentati in tutte le ore del giorno, anche in tarda serata. Inserimento di fonti di energia rinnovabile: L’attenzione posta alle fonti di energia rinnovabili cerca di integrare la volontà di assegnare una nuova immagine identitaria all’edificio con le attuali necessità economiche e civiche di risparmio energetico. Pertanto le scelte dei materiali vertono su soluzioni in grado di donare sistemi di produzione di energia rinnovabile senza mai ledere l’immagine dell’edificio (per maggiori dettagli sui materiali e le soluzioni tecniche adottate si faccia riferimento alla relazione tecnico-economica).

Al fine di realizzare questi punti si provvede a queste preliminari scelte di progetto: Creazione di uno spazio aggregativo interno: Al fine di permettere l’entrata della luce a tutti i livelli dell’edificio, si è pensato uno scavo profondo due piani che si estende sulle otto campate dell’edificio esistente ai piani primo e secondo (misure 30×18 m). Questo scavo ricavato, oltreché costituire una corte all’interno del parcheggio, permette di realizzare una piazza all’aperto, spazio pubblico e piazza su cui si affacciano le funzioni pubbliche e private ospitate dall’edificio. Ridisegno dei collegamenti interni dell’edificio e differenziazione funzionali ed estetica dei singoli piani: Il progetto prevede inoltre l’inserimento di molteplici percorrenze interne in grado di relazionare visivamente e fisicamente sfera pubblica e privata, ovvero spazi di proprietà e pertinenza civica (il nuovo polo museale e ricettivo) con spazi privati (i locali commerciali). In dettaglio, si è scelto di ripensare totalmente il sistema delle percorrenze interne al manufatto attraverso la demolizione delle due attuali rampe carrabili, al cui posto vengono ipotizzate due nuovi vani scala dotati dei necessari spazi filtro ed ascensori che servono il piano terra, il primo e il secondo piano dell’edificio. All’interno delle due campate corte dove attualmente trovano posto le rampe sono anche previsti i maggiori locali tecnici e i servizi (bagni e spogliatoi) delle funzioni commerciali e ricettive dell’edificio, in modo da ottenere nelle campate centrali dell’edificio uno spazio totalmente permeabile e flessibile. A questa rifunzionalizzazione dei sistemi di collegamento interni si lega la caratterizzazione funzionale ed estetica di ogni singolo piano. Difatti, grazie alla parziale demolizione di alcune campate centrali del parcheggio al piano primo e secondo e grazie alla puntuale immissione di nuove rampe e scale, ogni singolo livello del manufatto si caratterizza per un differente spazio pubblico. Ogni livello ed ogni funzione viene dotato di una propria piazza, in connessione visiva con gli altri spazi pubblici all’interno. Questa scelta permette di rafforzare il valore urbano conferito all’edificio, che funzionerebbe come una piccola porzione di città caratterizzata, come nei centri storici, da spazi dotati di un proprio carattere morfologico e funzionale, da vivere in diverse ore del giorno. Questa commistione è ritenuta un potenziale punto di forza sul quale risulta importante porre attenzione. Ampliamento all’ultimo piano attraverso un edificio-percorso: A parziale risarcimento della cubatura sottratta alla preesistenza con la creazione della piazzetta interna e al fine di realizzare un radicale rinnovamento di immagine dell’edificio, si prevede la realizzazione del manufatto attraverso nuovi volumi che lavorino, per funzione, estetica e schemi distributivi, in contrasto rispetto all’originario parcheggio. Si ipotizza perciò la costruzione di un edificio a un piano, appoggiato sull’attuale parcheggio indipendente negli accessi ma in contatto visivo con gli spazi pubblici della preesistenza e con i tessuti edilizi circostanti. L’ampliamento viene definito edificio-percorso perché si costituisce per una serie di spazi messi in successione lineare tra loro, secondo la contemporanea modalità di progettazione degli spazi museali e ricettivi.

Descrizione dettagliata delle funzioni all’interno dell’edificio La presente proposta progettuale assegna all’edificio un carattere polifunzionale gestito su quattro piani descritti nel dettaglio come di seguito:

Piano terra: come già detto, al piano terra dell’edificio (quota 0.00 m) si prevede il parziale mantenimento della destinazione d’uso attuale e la sua implementazione con alcuni nuovi spazi accessori. Al fine di garantire contemporaneamente percorrenze pedonali e carrabili in questa area, si sono adottate delle scelte di accessibilità differenziate per questo livello dell’edificio. In primo luogo si è provveduto alla delimitazione della percorrenza carrabile con un sistema di accesso indipendente, posizionato al di sotto del braccio longitudinale museale di nuova edificazione. Lo spazio adiacente questa zona di accesso, grazie alla possibilità di differenziare gli accessi pedonali da quelli carrabili, ha permesso la creazione di una piazza a quota di Via Montegrappa, dalla quale, per mezzo di una rampa pedonale, è possibile accedere alla quota superiore e dunque al primo piano dell’edificio (quota +3.35 m). Al fine di potenziare il valore urbano di questa piazza si è ritenuto opportuno inserire alcuni locali accessori. In particolare, in corrispondenza dell’ingresso alla rampa parallela a via Montegrappa, è previsto un nuovo piccolo volume, al cui interno troverà posto una guardiania dotata di impianto di video-sicurezza. All’interno di questo volume è previsto un piccolo ambiente di 10 mq eventualmente utilizzabile come spazio di attesa per gli utenti delle linee di autobus urbani ed extraurbani. Piano Primo: Il piano primo (quota +3.35 m) è accessibile sia dall’esterno dell’edificio, per mezzo della rampa longitudinale su piazza e della scalinata vicino l’ingresso al parcheggio, sia dall’interno del piano parcheggio, grazie ai due vani scala di nuova costruzione. A questo livello sono previsti 7 locali commerciali, dotati ciascuno di relativi magazzini e servizi igienici, caratterizzati da tre possibili metrature: 35, 60 e 75 mq. A questo stesso livello si trova la piazzetta interna ed inoltre è ipotizzato l’inserimento di una nuova scala a giorno, un sistema di risalita indipendente per gli uffici e il museo soprastanti. Piano secondo: Al secondo piano (quota +7.00 m) sono presenti uffici privati, con un’area pensata come funzione intermedia tra il museo e la zona commerciale. Questo spazio, accessibile dalla scala a giorno, può accogliere una funzione intermedia tra lo spazio commerciale e lo spazio museale, come un bookshop o una galleria dedicata alla funzione museale. A questo livello è possibile osservare il lastrico solare del piano primo sul quale verranno installati i pannelli fotovoltaici piani (per ulteriori informazioni vedi relazione tecnico-economica). Piano terzo: Al piano terzo (quota +10.35 m), attuale copertura dell’edificio, trova spazio il nuovo volume museale. Due bracci più corti sovrastano l’edificio estendendosi fino al termine del primo piano. I piloni di sostegno di questi due bracci segnano la piazza longitudinale posta appunto al primo piano dell’edificio creando giochi di ombra e luce. Il braccio più grande, posto sul prospetto prospicente Via Valloncello, si estende invece fino alla piazza principale di accesso sulla quota del piano terra. Questi tre bracci principali sono collegati da uno stretto corpo longitudinale, una manica espositiva che ha le fattezze di una quadreria alla cui metàè pensato un affaccio direttamente sulla piazzetta al piano primo. Il percorso museale pensato al di sopra della struttura preesistente si propone di affiancare il Museo civico “Porta della Terra”, offrendo eventualmente a quest’ultimo ulteriori spazi espositivi o spazi per lo stoccaggio o il restauro di opere in esubero. Questa scelta permetterebbe alla ricchezza storica presente nel museo, oggi prevalentemente ospitato nel Palazzo di Porta della Terra, di ampliare la sua zona di influenza coinvolgendo con un clima culturale elevato l’intera cittadina sin dalla sua “porta di accesso” costituita dall’attuale parcheggio. Attualmente il percorso museale esistente porta alla luce antiche numerose strutture romane e medievali e raccoglie reperti proveniente dalla zona del Quadrilatero, oggetto di indagini archeologiche dal 1997. Ulteriori documenti di preesistenze di abbazie benedettine sono ospitate nel Museo. Le vicine indagini archeologiche presagiscono la possibilità di ulteriori scoperte in un territorio ricco come quello dove è situato il comune di San Salvo. Pertanto la previsione di un nuovo Museo potrebbe garantire un sistema culturale volto ad arricchire la cittadina. La scelta dell’inserimento di un nuovo polo museale ambisce pertanto all’ampliamento di un sistema esistente, di per sé ricco e chiaramente capace di coinvolgere altre strutture e programmi museali. Tuttavia, data la natura estremamente flessibile di questi nuovi spazi, è possibile che le nuove volumetrie di progetto possano essere utilizzate come spazi a servizio del Municipio di San Salvo, come sala per la celebrazione di eventi, mostre e presentazioni, o come spazi per l’archiviazione di documenti degli uffici comunali.

Sistema di piazze:

Al fine di potenziare il rapporto con il paesaggio e di incentivare la costruzione di spazi di aggregazione all’aperto, il progetto prevede un nuovo sistema di piazze. La prima piazza è prevista nella zona di accesso principale all’edificio, al piano terra. Questo spazio è oggi completamente riservato al transito di veicoli che usufruiscono del parcheggio e alla sosta dei mezzi di trasporto pubblico. Al fine di ricavare uno spazio pubblico a questa quota, si è deciso di ripensare la viabilità ed in particolare gli accessi carrabili al parcheggio, rimasto, nella proposta di progetto al piano terra. Le automobili hanno difatti accesso al di sotto del corpo longitudinale più grande, dove è previsto un doppio ingresso di 8 m che permette il transito delle vetture in entrata e in uscita dal parcheggio. Lo spazio triangolare, oggi segnato dalla fermata dell’autobus, ritrova, alla luce di questa suddivisione, una sua identità di spazio pubblico. Questa zona costituisce una prima piazza. La seconda piazza è collocata al piano primo (quota +3.35 m) ed è accessibile direttamente dalla prima piazza per mezzo di una rampa che si estende su quattro campate dell’edificio. La terza piazza è ancora situata al piano primo dell’edificio ed è direttamente scavata nel parcheggio esistente. Quest’ultima, grazie alla presenza dei volumi architettonici che la cingono, richiama la spazialità urbana tipica dei centri urbani. Questa piazza è pensata come un luogo all’aperto punteggiato da alberature e da sedute in pietra.

Sistema di accessi e percorsi:

Gli accessi all’edificio si dislocano su tutti i livelli del manufatto accentuando il valore di connessione di quote urbane diverse. Al piano terra è possibile accedere alle funzioni dell’edificio per mezzo di differenti ingressi destinati a precisi percorsi interni. La rampa longitudinale posta parallelamente al fronte principale dell’edificio conduce alla piazza al livello superiore. Quest’ultima è caratterizzata da negozi a doppio affaccio che danno vita ad uno spazio all’aperto dedicato al commercio. All’interno dell’edificio sono poi presenti due vani scala, con due ascensori e montacarichi indipendenti, per mezzo dei quali è possibile risalire direttamente alla quota superiore da dove, percorrendo Via Valloncello, si raggiunge il centro storico. Questo stesso sistema di risalita garantisce l’accesso alla zona commerciale del piano primo e secondo. Ancora dal piano terra, la scalinata, attualmente attiva, che costeggia l’edificio per tutta la sua profondità, conduce alla quota del secondo piano. La decisione di conservare questo sistema di risalita è volto a sottolineare il valore di connessione svolto dall’edificio. Infine un ulteriore sistema di risalita è pensato alla base del grande braccio museale, per mezzo di una scalinata che conduce nuovamente alla piazza al piano primo. L’inserimento di questo aggiuntivo sistema di accesso alla piazza, che abbiamo definito come seconda piazza rispetto al sistema creato, permette un ampliamento di questa per mezzo di un piano perpendicolare sottostante il braccio-museo. Approfondendo ora gli accessi al museo, i tre bracci sono disposti in modo da strutturare un percorso museale ben delineato nelle sue tappe. Una prima tappa trova la zona biglietteria e accoglienza nel primo braccio minore all’interno del quale arriva uno dei vani scala dell’edificio. Il corridoio di connessione tra i bracci permette l’accesso al secondo braccio, organizzato con zone espositive a struttura anulare in modo da ricondurre al corridoio di connessione che infine porta al braccio finale più grande. Quest’ultimo, più ampio, accoglie ampie zone espositive con due scale che riconducono, la prima al piano primo dell’edificio, e la seconda alla quota del piano terra. Il terzo braccio, nel suo punto terminale ospita un’ampia vetrata che si affaccia sulla prima piazza al piano terra. Da questa stessa piazza è possibile vedere le seconda piazza longitudinale. Ogni braccio è caratterizzato poi da una grande vetrata terminale che permette di godere della vista dell’intorno. In accordo con la gestione degli accessi e le entrate al museo, la rampa finale permette, alla fine del percorso museale di lasciare il museo e tornare alla quota del parcheggio.

Progetto Preliminare: Fasi Il progetto prevede perciò tre distinte fasi di intervento, da condurre secondo una precisa successione temporale, così suddivise, Demolizione: In considerazione della struttura regolare dell’edificio e delle ampie campate strutturali, la prima operazione prevede la demolizione di 1000 mq totali di solaio per la creazione di un grande vuoto centrale interno all’edificio esistente. Si prevede inoltre la totale demolizione delle rampe carrabili esistenti all’interno delle due campate rettangolari del parcheggio. Riqualificazione: Una volta operato lo scavo interno, si procede con la riqualificazione degli spazi interni con inserimento delle nuove strutture di collegamento verticale e con la dotazione al piano dei necessari impianti idraulici, elettrici e di condizionamento. Nuova costruzione: La fase finale dell’intervento prevede la sopraelevazione del fabbricato, che compensa la cubatura sottratta nell’operazione di scavo, per mezzo di tre volumi collocati alla sommità dell’attuale edificio.


Le Syndrome de la page blanche - Les Jardiniers Nomades

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A stone’s throw from the center of Amiens lye the ‘Hortillonnages’, a unique landscape world heritage site. Reclaimed from the ancient marshlands, this vast system of irrigated cultivation is made up from a network or canals surrounding cultivated islands. Born form the intervention of man, this remarkable landscape experienced a slow evolution over centuries before its gradual decline during the last decades. Faces with the extinction of the islands through the erosion of their banks, members of the local community have mobilized to save this area. In 2010, the Masion de la Culture d’Amiens launched its first festival of arts, ville et paysage, with the ambition to attracted visitors onto the ‘Hortillonnages’ and to inform and educate through the intervention of young architects, artists and landscape architects. The group ‘ Les Jardiniers Nomades’ were selected to develop an attraction for this festival.

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At the heart of the ‘Hortillonages’ there lies a neglected island dominated by a hut in ruins. The design team was drawn to this location, seduced by the inherent symbolic reference to the present state of a landscape in decline. The project ‘le Syndrome de la page blanche’ does not envisage the island as the base for a work of art but as a work of art in its own right. This island characterizes the ‘Hortillonsages’ with its different components.

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  • 1-The exceptional fertile nature of the soil is illustrated by the abundance of wild meadow enveloping to the fringes of the island.
  • 2-The trees spontaneously appear from the abandoned island, revealing the architectural strength of the nature, resuming its rightful place over culture.
  • 3-The hut, sober and mysterious, is open on one side, acting as a ‘camera obscura’ from which the observer can appreciate the apparent tranquility of the water and the illusion of a constant landscape.
  • 4-Finally, the plenitude offered by this remarkable environment is put at hand of the observer thanks to big wooden structures which invite the visitors to meditate in the hollow of a net, suspended between sky and water, in limbo between the foliage of trees and the meadow.

By bringing to light the character of the island, our reversible intervention, suggests re-questioning the future. If the success of the festival contributes largely to educating and connecting the visitors to this important heritage, the question still remains unresolved: what history to write on this ‘page blanche’?

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The Twilt Tower - Paolo Venturella, Angelo Balducci

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The Twilt Tower

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A building in a modern area in the outskirts of Rome, in the “E.U.R.” (Esposizione Universale Roma, in 1942), known as the “Eurosky tower” by Franco Purini, in our point of view is not realized according to the principles of “integration” architecture/renewable energy. This creates a strange, no sense residential tower looking like a boring box with on top a photovoltaic panel not designed for the tower itself.. It looks like that in the main design was not foreseen a photovoltaic panel system and it is just placed after all. That creates a design we don’t believe in, a design where the shape does not come out from its function. All this generated in us a deep idiosyncrasy against this architecture. What we propose is to make it fall down and replace with a similar in the function but radically different in the shape tower. The “Twilt Tower” (since twisted and tilted) integrates the photovoltaic panels not just in the facade but even in the volume. The idea of tilting and rotating the panels towards the solar rays, to allow direct sun radiation during the whole day, deforms the building making the idea and the architecture a unique thing. The outcome is a fabulous cutting edge design that demonstrates how a building can express a concept in a contemporary rather futuristic way. Far from academic visions where the new is not accepted, far from wrong interpretation of the history of architecture that made became the city of Rome from the most vanguardist city in the world to the most obsolete, we propose a new revolutionary design to allow the city of Rome to find again its own old splendor, leading it to a new pioneering city as it was in the passed century. Rome was not built in a day, lets make it born again!

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1- Placing a huge photovoltaic panel on the top does not comply the integration between architecture and renewable energy elements. 2-Moving the photovoltaic panels on the facade allows a better integration on the building and a more efficient photovoltaic system. 3-Extruding the panels creates the space where residential units are placed, with terraces facing the sun and views on the city on the other side. 4-Twisting the blocks guarantees that PV panels face the sun during the all day exposing the most surface possible to solar radiation.

Residenza al mare - Giacomo Giannoni

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Complesso Residenziale per alloggi unifamiliare sul litorale di San Vincenzo (LI)

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Cameretta bambini - Daniele Spagli

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Si tratta di un progetto di interior design per una cameretta di bambini, messo a fuoco secondo le esigenze del committente e realizzato fisicamente dal progettista stesso, con l’aiuto di un falegname professionista. Una esperienza di “designer artigiano” che è stata molto interessante e che probabilmente avrà un seguito.

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proposta preliminare

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brochure proposta preliminare

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brochure proposta preliminare

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brochure proposta preliminare

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brochure proposta preliminare

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brochure proposta preliminare

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studi cromatici

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studi cromatici

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definizione progetto

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definizione progetto

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definizione progetto

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modifiche in corso d'opera

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in realizzazione

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in ultimazione

Restauro di un edificio nel Salento - M.Carla Mastrogiovanni

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Un restauro puntato sulla valorizzazione della spazialità interna in contrapposizione alla compattezza dell’involucro esterno. Posto sul lato sud della cinta muraria del Castello Normanno-Aragonese a guardia del centro storico del paese, aperto su una bellissima corte interna, l’edificio si articola su più livelli, costruiti in epoche diverse utilizzando il tufo locale, con stupende volte a stella e un’articolazione spaziale complessa.

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L’intervento, riconnettendo gli ambienti posti a varie quote, rispetta la struttura originale riadattandola ad un utilizzo contemporaneo, puntando alla massima efficienza dal punto di vista del clima interno, sfruttando le caratteristiche proprie delle tecnologie costruttive salentine perfettamente rispondenti a criteri di sostenibilità energetica ed ambientale.

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Sono stati utilizzati materiali ecologici e naturali, stucchi di calce colorati in pasta per le finiture interne, intonaci esterni di grande spessore, con la naturale cromia delle sabbie locali. Sono state conservate le aperture esistenti e recuperati gli infissi interni in legno. Ove possibile sono stati recuperati i pavimenti in “cocciopesto” presenti sia all’interno che all’esterno, come sui terrazzi e nella corte comune.

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Le caratteristiche di esposizione e lo spessore murario che già garantivano un microclima eccellente sono state ulteriormente migliorate con il raddoppiamento dei paramenti murari e l’incamiciatura con pannelli in polistirene espanso e la predisposizione di intercapedine ventilata.

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Si è inteso rispettare la natura del tufo, materiale poroso e assorbente, proteggendolo con nuovi intonaci traspiranti e recuperando quelli preesistenti in cocciopesto o in calce, migliorando le prestazioni termiche generali e la protezione dall’umidità. In combinazione con le nuove murature, con le fonti di ventilazione naturale, lo si è reso un edificio “passivo”, con una minima richiesta energetica.

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La nuova distribuzione vuol valorizzare la parte più panoramica dell’edificio, con affaccio verso il Mastio Normanno del Castello, dove trovano spazio gli ambienti giorno, con accesso diretto ai terrazzi, riconnettendola con gli ambienti più soleggiati,posti a sud, verso il centro antico ed esaltando il rapporto fra l’edificio e il contesto architettonico corale.

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Riconversione ex area industriale Mazzoleni - Paolo Luigi Poloni, Ivan Iemma

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L’area di progetto si trova in prossimità del centro di Seriate, non troppo distante dal nucleo storico, ma involontariamente marginale in quanto inscritta in un triangolo delimitato dalla ferrovia Bergamo-Brescia, dal fiume Serio e dall’arteria stradale SS498 (Via G. Marconi). Questi tre limiti, come si evince anche dall’immagine satellitare, ritagliano un settore urbano di diversa conformazione rispetto alla maglia urbana circostante costituita per lo più da piccoli edifici indipendenti allineati lungo le arterie stradali. Il sito di progetto è a sua volta inscritto all’interno di questo settore urbano, circondato da una cintura edificata prevalentemente residenziale, che ostacola la permeabilità verso l’interno dell’area, tendendo ad andare in contrasto con il carattere fortemente pubblico dell’intervento. Inoltre la cintura edificata attuale, sviluppatasi attorno alla ex area industriale Mazzoleni, ha chiaramente sviluppato un carattere di fronte principale verso le strade perimetrali, trattando inconsciamente la parte centrale del quartiere come un retro.

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Per queste ragioni il primo obiettivo che la proposta progettuale si pone è quello di ricreare la permeabilità dell’area, facendo confluire tutti i percorsi in un unico importante spazio pubblico, utilizzando la volumetria disponibile per ricreare un nuovo fronte interno che si affacci sul futuro spazio, ottenuto disegnandone il perimetro con dei nuovi volumi residenziali e commercili, che ne costituiranno la linfa per il suo funzionamento.

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L’importanza dell’area e le dimensioni dell’intervento in proporzione al nucleo di Seriate devono essere lette come una potenzialità e possibilità imprescindibile per la cittadina, che dovrà utilizzare un progetto di questa scala per ricucire i numerosi punti di pubblico interesse presenti nel suo intorno, ad oggi numerosi, vicini, ma ancora scollegati tra loro. Il progetto proposto ha come cardine un grande spazio pubblico unitario e centrale, in grado di raggiungere tutti i punti di interesse collettivo presenti sull’area. Il grande spazio pubblico si estende al di fuori dell’area di progetto come un unico elemento tangente a tutti i punti di interesse. Percorrendo questo spazio continuo ci si potrà infatti spostare liberamente tra le diverse attività commerciali, le aree di gioco e relax, il padiglione polifunzionale, il teatro, la piscina comunale, il parcheggio e con qualche accorgimento anche raggiungere il centro sportivo comunale e la stazione ferroviaria, senza mai incontrare il traffico veicolare.

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L’ampia area pubblica del progetto occupa la zona più centrale del sito, estendendosi sino ai tre nuovi volumi che ne definiscono i bordi. L’idea di questo spazio è molto semplice: consegnare alla città un’area che in precedenza apparteneva all’industria, svuotando i volumi industriali e ricreando simbolicamente delle aree funzionali nel sedime dei vecchi edifici. Così facendo si ottiene un’ampia superficie articolata attorno a sei aree tematiche. I bordi della piazza, disegnati dai nuovi volumi, aprono la visuale verso tre fuochi rappresentati da tre edifici di interesse pubblico: il teatro a sud, l’edificio polifunzionale a ovest e gli spazi della pubblica amministrazione a est. Questi elementi costituiscono tre preesistenze che rappresenteranno i punti di riferimento all’interno della nuova area ed insieme alle aree funzionali manterranno vivo il ricordo della storia Mazzoleni. Nel cuore della piazza invece, al livello interrato, è ubicato il nuovo parcheggio pubblico di 2300 mq, direttamente accessibile da via G. Marconi, il cui accesso è completamente indipendente rispetto ai nuovi volumi residenziali e commerciali. La sua posizione centrale ne rinforza la funzione prettamente pubblica e permette una comoda accessibilità da tutti i blocchi e servizi circostanti tramite un’ampia rampa al centro della piazza o direttamente dal nucleo di risalita nel blocco commerciale.

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Il programma funzionale prevede la coesistenza di residenze, piccole aree commerciali e artigianali, nuovi spazi flessibili per la pubblica amministrazione, un parcheggio pubblico e la nuova area per la collettività. Il progetto proposto articola tutte queste funzioni attorno al nuovo spazio pubblico, che funge da elemento organizzatore. Il programma è suddiviso in tre blocchi disposti sui bordi della piazza, che separano lo spazio pubblico da quello privato. Ogni blocco è composto da un livello commerciale che si affaccia sulla piazza e da più livelli residenziali, ai quali si accede attraverso i giardini privati al livello superiore. Questa divisione tra livello pubblico e privato, oltre a garantire la riservatezza delle residenze, permette di realizzare un livello logistico e di parcheggio sotto i giardini, garantendo un’adeguata accessibilità alla fascia commerciale. I parcheggi residenziali si trovano invece al livello interrato e raggiungono i giardini superiori attraverso dei nuclei dedicati. Tale organizzazione permette il funzionamento simultaneo dei tre diversi flussi di utilizzatori: residenti, negozianti e visitatori. La superficie commerciale si trova sempre a diretto contatto con la piazza, è dotata di uno spazio di archivio e magazzino retrostante attraversando il quale si raggiunge l’area di parcheggio coperta destinata a negozianti, artigiani ed alle funzioni logistiche. Le residenze sono invece organizzate su più livelli a partire da quello dei giardini privati; la dimensione del blocco permette unità abitative passanti, con affaccio sia verso la piazza che sul giardino retrostante e possono svilupparsi su uno o più livelli. Il taglio inclinato del tetto permette inoltre di ricavare attici con ampie terrazze.

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Oltre alla possibilità d’utilizzo di tecnologia solare e fotovoltaica integrata in spessore sulle coperture dei blocchi, tecnica ormai consolidata, la sostenibilità dell’intervento si focalizza maggiormente sul suo elemento generatore: la piazza. Quale elemento simbolo dell’interesse collettivo, l’area pubblica rappresenterà attivamente la sostenibilità del progetto attraverso tre elementi: la piazza fotovoltaica, la raccolta, stoccaggio e riutilizzo di acqua piovana e la piantumazione socialmente attiva. La superficie fotovoltaica potrà essere applicata come pavimentazione dell’area tematica sovrastante il parcheggio, di 800 mq, sulla quale non esistono elementi di ombreggiamento; l’utilizzo di un pavimento ceramico fotovoltaico permetterà di avere una superficie perfettamente percorribile costituita da elementi fotovoltaici integrati in pavimenti elevati di ceramica. La qualità di pavimentazione rende inoltre perfetto questo spazio come area di ballo all’aperto, pattinaggio ecc… L’elevata superficie della piazza si presta perfettamente come bacino di raccolta dell’acqua piovana e suggerisce il disegno della pavimentazione: una serie di canaline perpendicolari ai volumi costruiti convoglia superficialmente l’acqua verso una canalizzazione centrale (sotterranea) che a sua volta raccoglie l’acqua in una vasca di stoccaggio di circa 1000mc, posta al di sotto dell’area tematica a sud. Lungo queste canaline sono inoltre presenti delle circonferenze permeabili che diventeranno l’anima della piazza, la quale, inizialmente libera, crescerà con la comunità. Ogni bambino delle scuole locali potrà piantare e veder crescere il proprio albero, scegliendo tra diverse specie, conferendo alla piazza un carattere di singolare originalità.

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Giardino dei pensieri - ariu+vallino architetti associati

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Una piccola porzione di terreno è l’occasione per ampliare il giardino di un villino eclettico ristrutturato un paio d’anni fa dallo studio Ariu+Vallino Architetti. Per non alterare il progetto già realizzato gli architetti decidono di introdurre un oggetto, uno specchio d’acqua, che sia in grado di mediare la sistemazione esistente con il nuovo giardino. Decidono di conservare gli alberi esistenti e costruiscono intorno ad essi una panca, le sculture di bronzo di Franco Bratta e una rampa scultura ideata da Vincenzo Ariu in acciaio corten e luce (a led). I materiali sono l’essenza del progetto: alla pietra di Luserna, già abbondantemente presente nella sistemazione del villino, si aggiungono legno, acqua e acciaio corten.

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Parcheggio Localita' Longea_Moena - Giuseppe Morando, Studio di Architettura Faccioli Gabrielli Architetti Associati, Laura Lampugnale, Rosanna Giallonardo, Enzo Chimento

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«Quassù non vivo in me, ma divento una parte di ciò che mi attornia. Le alte montagne sono per me un sentimento». -Lord Byron

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Il territorio anzitutto, particolarmente complesso, ricco, fortemente caratterizzato da esistenze e preesistenze di tipo non solo naturale e paesaggistico ma anche di tipo antropologico, che non da, a nostro parere, nessuna alternativa ad un progetto architettonico quanto più considerato in simbiosi con le forme, i colori e le geometrie ispirate dal contesto alpino.

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L’architettura proposta viene pensata attraverso le relazioni che riesce a intessere con il suo contesto, specie quando questo pone limiti fisici così rigidi e “spigolosi” e presenta aspetti così fortemente peculiari.

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Il progetto, si confronta e rapporta con i molteplici aspetti dell’intorno in un continuo processo di negoziazione dell’orografia esistente. Lo spazio si genera secondo una regola che non è più di tipo puramente naturale ma ibrida, quasi una mediazione fra i limiti imposti dalla conformazione geomorfologica del terreno e le necessità funzionali dell’opera.

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Ogni elemento del progetto: ponte, pista-ciclo pedonale, parcheggio, viabilità viene concepito solo attraverso la relazione che ha con l’opera nel suo complesso e con il contesto in cui viene inserito.

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Il riferimento iconografico e culturale sul quale e’ costruito il progetto e’ quello della strada delle Dolomiti e del concetto di strada in senso più ampio. In contesti montani infatti la strada ha una fortissima connotazione sociale e di relazione. Nell’immaginario collettivo il reticolo di piccole strade si arrampica o ridiscende i fianchi delle montagne seguendone il profilo. L’accesso al progetto avviene proprio in questo modo, dalla strada statale si scende lungo la valletta del fiume per percorrere lo spazio aperto ma coperto del parcheggio. Esso e’ inteso come un’estensione costruita della strada stessa. Il riferimento tipologico atipico e’ quello delle aree di parcheggio improvvisate lungo i tornanti “allargati” delle strade di montagne.

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Concept

L’orografica naturale Tale soluzione rende possibile un contatto pressoché continuo degli elementi orizzontali, i solai dei differenti livelli del parcheggio, con la montagna. Tali solai rappresentano un’estensione artificiale della topografica del terreno, semplificata e resa idonea alla funzione richiesta. L’utilizzo di strutture schermanti in doghe di legno (posizionati lungo i prospetti liberi del fabbricato) e di terre armate opportunamente sagomate, accentua questo rapporto strettissimo fra gli elementi del progetto e il sito. In prossimità dei lati corti del progetto, la sagomatura dei solai diventa ancora più evidente; la fusione (quasi una genesi…) con la montagna è in questi punti resa manifesta, compiuta.

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Studio Volumi

La struttura si posiziona in una conca naturale, già correttamente individualizzata dal bando, sviluppando tuttavia   una propria conformazione plani volumetrica che si sviluppa secondo  l'andamento sinuoso del pendio naturale nella quale è inserita.

PARCHEGGIO

Per definire in maniera corretta la struttura del parcheggio occorre ricorre ad un immagine differente: la strada. Una strada che, sviluppandosi attraverso una successione regolare di piani collegati da rampe semicircolari, attraversa tutto lo spazio del parcheggio senza soluzione di continuità. La conformazione e dimensione planimetrica dei piani, variabile in funzione della topografia del montagna alla quota in cui il singolo livello è posizionato, permette di mantenere una successione costante montagna-corsia-area di sosta-corsia – vuoto.

Nella soluzione proposta si dovrebbe parlare più correttamente di una successione di strade, di spazi carrai dove è possibile parcheggiare ma anche esplorare, intravedere scorci sempre differenti del paesaggio filtrati dagli elementi schermanti della facciata; scendere nella valle sperimentando un contatto quasi intimo con la montagna e la stretta vallata dell’Avisio.

Il posizionamento sia dei posti auto che delle strutture verticali di sostegno è baricentrico rispetto alla pianta. Tale soluzione prevede di poter accentuare l’orizzontalità della strutture ponendo in un secondo piano visivo le strutture verticali di sostegno.

Il posizionamento del bike-sharing al primo livello utile del parcheggio ne permette il più semplice e agevole collegamento con la pista ciclo pedonale del ponte e della successiva prosecuzione della stessa su strada Cernadoi, evitando quindi impegnativi salti di quota ma allo stesso tempo garantendo uno spazio coperto e ben attrezzato per i servizi necessari ai ciclisti e ai visitatori in genere (area baby-care, servizi igienici, depositi, assistenza). La movimentazione fra i livelli della struttura avviene per quanto concerne le auto tramite rampe semicircolari poste sul lato nord, in prossimità della rotonda di progetto; due blocchi scala-ascensori sono previsti per la movimentazione dei pedoni e per questioni legate alla sicurezza in caso di sgombero.

STUTTURA

La tipologia di struttura, composta da setti strutturali centrali in sequenza, travi a mensola, travi a cintura e solai a piastra, consente la massima libertà compositiva e distributiva in pianta (organizzazione degli spazi di sosta e delle corsie di manovra) nonchè un’autonomia progettuale nel disegno della facciata; inoltre evitando la sosta perimetrale delle auto (per quanto possibile) il risultato è liberare la facciata dalle auto e ottenere un effetto di maggior pulizia e ordine. Lo schema strutturale, concentrando i carichi su setti portanti fortemente compressi, eventuali trazioni indotte da spinte orizzontali diventano decompressioni e questo consente di sfruttare el modo migliore la tecnologia del calcestruzzo. Il solaio a piastra permette infine un posizionamento delle canalizzazioni e degli impianti assolutamente svincolato dalla struttura. I posti auto complessivi sono 230, disposti su 4 livelli.

PROGETTO GRAFICO

Nell’organizzazione funzionale di un autorimessa multipiano, l’aspetto legato alla riconoscibilità dei percorsi, l’orientamento e la visibilità e riconoscibilità dei servizi e delle dotazioni assume un ruolo fondamentale per costruire una macchina efficiente. Il “progetto grafico”, inteso come studio del colore ma anche del corretto posizionamento della segnaletica orizzontale e verticale, viene sviluppato anche in questo caso partendo dalle indicazioni fornite dall’intorno e dal contesto. La ricchezza e la varietà cromatica del paesaggio alpino costituiscono il punto di partenza nella scelta di una “palette” di colori da utilizzare all’interno dello spazio del parcheggio. Le sfumature, la vasta gamma di tinte, i colori decisi del paesaggio alpino dall’esterno vengono riportati e rielaborati all’interno dello spazio del parcheggio; il quale ancora una volta costituisce un tramite per chi si appresta a visitare i paesaggi di Moena. I giochi di luce ed ombra generati dalle schermature adottate in facciata, il cui andamento è variabile secondo un preciso disegno di prospetto, rendono lo spazio del parcheggio uno luogo suggestivo.

Ampliamento edificio residenziale - Monica Tasin

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L’intervento prevede l’edificazione di un nuovo volume fuori terra (360 mc circa), realizzato in ampliamento al volume esistente. La costruzione si sviluppa per due livelli fuori terra, piano terra e piano primo, con accesso e vano scala indipendente rispetto all’edificio esistente. In particolare al piano terra verrà realizzato un nuovo garage e parte della nuova unità abitativa dove si prevede l’accesso, la zona notte con il relativo bagno. Al piano primo, troverà spazio la zona giorno con annessa terrazza, composta da cucina, sala da pranzo, studio, soggiorno, bagno e antibagno.

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Fronte sud

Attico FL_2013 - Marcello Tomei Architetto

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L’abitazione è costituita da un alloggio di ampia metratura (120 mq alloggio, 30 mq terrazze), ubicato al piano attico di una dignitosa e ordinata palazzina residenziale degli anni ‘70, posta nelle vicinanze di uno dei principali assi di penetrazione da nord verso la città di Novara.

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Schizzo preliminare di studio per soluzione camino

Nonostante l’immobile nelle sue condizioni originarie presenti una distribuzione degli spazi interni piuttosto datata e discutibile (numerosi sono i corridoi, i disimpegni e le tramezzature che contribuiscono a frammentare il pur generoso spazio interno) e materiali di finitura deteriorati risalenti all’epoca di edificazione dello stabile, sin da subito appaiono evidenti le buone potenzialità intrinseche, rappresentate da un doppio fronte finestrato a nord e sud (atto a favorire una corretta ventilazione naturale degli ambienti) e da una collocazione al piano attico che, oltre a garantire un buon livello qualitativo di illuminazione naturale, consente in fase progettuale una certa libertà negli allestimenti impiantistici e la possibilità di inserire un camino a legna e un tunnel solare.

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Pianta stato di fatto

L’ampia terrazza che abbraccia per intero il fronte sud, costituisce ulteriore elemento di pregio e apprezzato prolungamento esterno dello spazio abitativo nelle stagioni calde.

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Pianta soluzione di progetto

L’intervento progettuale, pur nel rispetto dell’impostazione originaria e in un’ottica di ottimizzazione delle risorse, attua una radicale reinterpretazione degli spazi in chiave contemporanea per adattarli alle esigenze abitative di una nuova committenza giovane e dinamica. Nella nuova disposizione planimetrica il comparto giorno si configura come open-space, in cui pochi elementi compositivi (il volume del vano ascensore, la protuberanza del disimpegno zona notte e il nuovo locale adibito a studio – terza camera) accennano con la loro presenza ad una caratterizzazione funzionale delle diverse zone (ingresso, soggorno, pranzo e angolo cottura), senza peraltro introdurre nette separazioni tra i diversi ambienti.

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Schizzo di studio per soluzione camino

In questo contesto un ruolo cardine viene assunto dal nuovo camino attestato sul volume tecnico dell’ascensore e dal trattamento materico di quest’ultimo tramite un rivestimento in pietra: fulcro visivo dell’intero spazio giorno, può essere agevolmente contemplato da ogni angolo e assume il ruolo di vera e propria fonte di luce e calore della casa.

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Schizzo di studio per soluzione camino

Il comparto notte ricalca invece la situazione originaria di per sé funzionale, con l’unica eccezione costituita dall’introduzione del secondo bagno (ormai necessità irrinunciabile per le odierne esigenze abitative), che, se pur sprovvisto di finestre, viene illuminato e areato naturalmente tramite l’impiego di un innovativo tunnel solare.

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Studio allestimento bagno di servizio alla camera padronale

Materiali: in corso di definizione.

Twin core lamps - Alberto Bertazzo

Lainate Urban Center - Goring & Straja Architects

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Il progetto riguarda la riconversione e riqualificazione di un edificio che in precedenza ospitava una sala cinematografica, non più in funzione, l’ex cinema Ariston, e prevede la realizzazione di un centro culturale polifunzionale dotato di auditorium, biblioteca, sale lettura, posti ristoro.

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GaS Architects ha optato per mantenere il perimetro e la copertura dell’immobile, svuotandolo completamente all’interno e riprogettandolo in modo da offrire una sensazione di leggerezza e spazio aperto sia a chi si trova all’interno che al suo esterno.

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Grande attenzione è stata posta alla luce naturale che penetra attraverso la nuova campata vetrata, con atrio a doppia altezza, che sostituisce la precedente facciata su Villa Litta. L’edificio consiste di due piani fuori terra più un vasto soppalco: il primo piano ospiterà l’auditorium e una caffetteria. Il secondo piano, la biblioteca e le altre attività che potranno anche disporre di un ampio terrazzo.

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Nel soppalco sono stati aperti dei lucernari per permettere agli utenti di fruire di luce zenitale, particolarmente preziosa per le finalità del Centro.

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Le soluzioni progettuali adottate per il Centro Culturale Polifunzionale evidenziano una particolare attenzione al risparmio energetico e all’ecosostenibilità del progetto.

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