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Paesaggi Aperti - Anna Arioli, sandra maglio, Alisia Tognon

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Manifesto:

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Tavola 1 _ Planimetria generale di progetto. Paesaggi aperti tra urbano e rurale

•L’Architettura a misura d’uomo deve ripartire dal Paesaggio. Lo spazio pubblico, come la piazza, è luogo di rappresentanza e identità, dell’inclusione e del calore civico mediterraneo. Il paesaggio, spazio di relazione con la natura e con la terra, con la memoria e il lavoro, luogo della percorrenza e della presenza umana, è prospettiva che amplifica la dimensione locale a uno sguardo aperto (al territorio, alla scala universale) e continuo nel tempo (ogni sviluppo futuro è ancorato alla riscoperta delle radici). •E’ necessario ripensare e mettere in relazione più e più isole di paesaggio (arcipelago) sostenibili da ogni punto di vista: sostenibilità estetica, etica, sociale, economica e ambientale. •Istituire rapporti armonici di scala che creino figure e forme riconoscibili, significati duraturi e spazi belli, altamente vivibili per l’uomo (sistema di relazioni fisiche e rimandi simbolici). •Sì all’ascolto dei ritmi e delle forme della natura: la città esce nella campagna e questa entra nel tessuto urbano (le tracce al suolo, l’acqua, le essenze, la terra, le zolle, gli orti, lo spazio), contaminando positivamente l’edificato, a partire dal margine verso l’interno e viceversa. •Lavoro per minimi gesti (Pixel), attraverso unità di rigenerazione dello spazio elementari: l’architettura e l’elemento naturale – integrati – sono pensati come minimi elementi di “occupazione del paesaggio”, strumenti per il suo riuso, presenze più compatte lungo i bordi (fascia del margine) e più rade verso lo spazio aperto (agricolo), in grado di riattivare le dinamiche sopite. Modularità costruttiva, assemblaggio semplificato, razionalità dei percorsi e delle funzioni, occupazione contenuta del suolo per “infill” / scambio graduale tra pieno e vuoto, per successivi stadi di riempimento (gradiente).

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Tavola 2 _ Strategia progettuale alla scala territoriale: continuità dei corridoi ecologici, ricucitura del margine, innesti di paesaggio e Memoria agricola

Area di progetto:

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Veduta aerea del Parco agricolo attrezzato per lo sport e il tempo libero

E’ una fascia periferica. Guardiamo alle aree di passaggio e residuali domandandoci che cosa potrebbero contenere, quali funzioni rigenerative attivare. E’ stimolante ripensare ai “vuoti residuali” come agli spazi privilegiati ed essenziali nei processi di riqualificazione urbana: sono i bordi che permettono la realizzazione di reti di connessione a più velocità e a più scale; sono gli spazi interclusi che consentono di ridisegnare porzioni urbane significative (i limiti della città e le sue porte d’ingresso); sono questi i luoghi che possono svolgere funzioni sovrapposte. Sono spazi attraverso i quali poter ripensare radicalmente lo spazio pubblico della contemporaneità, fino a rigenerare i territori che li circondano: da un lato la città che si disperde, dall’altro la campagna frammentata, o una seconda, terza, … ennesima periferia che diviene, poco a poco, paesaggio. La relazione dialettica città/campagna può ritrovare una sorta di sintesi estrema entro questi “lotti” e al loro interno può essere oggetto di sperimentazione, recuperare equilibri che paiono persi definitivamente: come un campione – un modello virtuoso – che, seppur drasticamente ritagliato, può essere caso operativo emblematico da cui far partire processi rigenerativi di lunga durata e ripetibili.

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Tavola 3 _ Vista di insieme e Zoom sull'area Orti urbani, Ristorante Bio, Mercato a Km0

Descrizione _ strategia progettuale:

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Tavola 4 _ Zoom sulle aree Centro Tennis e "Kilometro Verde", muro attrezzato per il parcheggio e il bike sharing

1. Le trame agricole della campagna intorno a Bellusco, divengono riferimento per la costruzione di una prima “rete” di progetto: verticali (fasce) ed orizzontali, originate dalle strade vicinali, dai limiti dei campi coltivati e dai canali irrigui, vengono riprese nello spazio del progetto e sono valorizzate dai nuovi segni (architetture, filari, percorsi, luci…) 2. Si concentra l’azione progettuale di “densificazione” lungo il bordo tra urbano e rurale, con un progressivo riempimento (gradiente) di volumi di supporto al parco sportivo e ricreativo collocati in corrispondenza dell’edificato già esistente, limitando l’occupazione disordinata di suolo ed integrando le nuove architetture con quelle già esistenti. 3. Paesaggi Aperti: la densità diminuisce progressivamente verso la campagna, lasciando un vasto spazio libero – non “vuoto” poiché si tratta di un parco agricolo ricco di segni, presenze, memoria, percorsi ed usi. Lo spazio aperto è protagonista del progetto, ne costituisce il cuore e il punto nevralgico, polo attrattore sia alla scala urbana (sarà il nuovo spazio pubblico di Bellusco), sia alla scala territoriale e regionale, costituendo un’eccellenza paesaggistico-ambientale attrezzata per lo sport e il tempo libero a contatto con la natura e con le tradizioni agricole. 4. Strategia a Pixel: un modulo base (10×10 mt) modulare e ripetibile per la costruzione delle relazione tra la città e lo spazio aperto del parco, questo modulo diventa misura emblematica nella costruzione sia dello spazio costruito che del paesaggio circostante con cui il progetto dialoga e costruisce sguardi, visuali e punti di ancoraggio. 5. Il paesaggio entra nel tessuto urbano, l’idea progettuale si pone come elemento ordinatore e generatore di nuove relazioni tra lo spazio agricolo del parco e la città stessa, attraverso la valorizzazione degli assi di accesso al parco e mediante la ridefinizione di una continuità visuale attraverso l’uso di grandi assi verdi di ricucitura paesistica. 6. L’ingresso al paesaggio esteso e gli accessi tematizzati ai luoghi: il sistema delle relazioni tra la città e il parco agricolo sono caratterizzati da quattro Porte Tematiche differenti, la porta degli ORTI, la porta dello SPORT, la porta del MURO e la porta del BENESSERE.

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Logo "Paesaggi Aperti: COLTIVARE PERCORRERE RISCOPRIRE"

L’inserimento di un grande segno di Land Art caratterizza l’intero intervento e diventa simbolo ed elemento di riconoscibilità anche alla scala paesistica. Attraverso la realizzazione di servizi e l’innesto di nuove funzioni si ridefinisce il margine urbano e si delinea il sistema di aree verdi di proprietà pubblica, rafforzando la rete del corridoio ecologico primario, definito nel PTCT come ambito di tutela e valorizzazione del paesaggio. Per garantire l’accessibilità, anche in relazione alla normativa di riferimento delle attività sportive insediate e/o insediabili, sono stati previsti, in aggiunta ai parcheggi esistenti 2500 mq di posti auto a servizio delle nuove funzioni. La porta dello SPORT identifica l’accesso alla nuova area dedicata alle attrezzature sportive, integrate a quelle esistenti, e alle aree adibite a servizi per la collettività. La nuova area sportiva comprende la realizzazione di un tennis club con campi da tennis e area ristoro, strutturati entrambi in relazione al principio dei pixel modulabili che garantiscono flessibilità e variazione d’uso. Il centro tennis, progettato con strutture di copertura mobili in legno, diventa uno dei fulcri di attrazione del parco, insieme all’inserimento di un percorso vita e di un maneggio.

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Concept di Progetto _ Contaminazione di paesaggio, definizione di una Figura, recupero delle Tracce agricole, lavoro per Pixel lungo il bordo urbano

L’intero intervento si costituisce in modo tale da valorizzare il sistema agricolo esistente, potenziandone i caratteri peculiari e inserendo nuove alberature, riqualificando così il sistema degli spazi aperti, utilizzabili per attività libere anche di valenza sovra comunale. Il progetto è stato elaborato in un’ottica di sostenibilità ambientale, tutte le coperture degli edifici sono predisposte per l’innesto di sistemi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, mediante pannelli fotovoltaici, e di produzione di acqua calda sanitaria mediante collettori solari; in tal modo viene garantita la copertura di più del 50 % del fabbisogno di energia da fonti rinnovabili e si ha una riduzione dei consumi provenienti da fonti non rinnovabili. Inoltre è stata posta particolare attenzione al controllo del progetto del verde per garantire l’ abbattimento dell’inquinamento dell’area ed il miglioramento del microclima locale. Il sistema delle serre a nord dell’area, si caratterizza di serre botaniche e serre bioclimatiche, queste ultime diventano sistema di accumulo di calore nel periodo invernale e, nel periodo estivo, grazie a sistemi di schermatura come brie soleil e l’apertura delle pareti vetrate che assicurano una ventilazione naturale, si garantisce un miglioramento del comfort interno degli ambienti.

Le strutture degli edifici, smontabili e facilmente trasformabili grazie alla modularità del progetto, sono in materiali reperibili a livello locale e materiali biodegradabili (legno), materiali eco-compatibili che garantiscono il riuso ed il riciclo del materiale stesso, e di cui è possibile ipotizzare il ciclo di vita del materiale. Altro elemento fondamentale all’interno del progetto è il recupero e la riqualificazione dell’intero sistema agricolo, delle rogge e delle trame storiche, poiché la valorizzazione dei caratteri del luogo è per noi primaria per il miglioramento delle condizioni esistenti e per migliorare la sostenibilità dell’intervento. Si pre-Figura infine uno scenario possibile (evoluzione nel tempo) con l’inserimento di possibili attività economiche insediabili, che garantiscano la copertura dei costi di manutenzione e gestione dell’area. Si ipotizza la possibilità di inserire all’interno del sistema un’ agriturismo con centro benessere e una fattoria didattica con attività per le scuole; inoltre è stata pensata una quota rilevante di superficie coperta, lungo il margine verso la città, per lasciare aperta l’ipotesi di inserire anche altre funzioni ad uso sperimentale e a carattere misto, ad esempio residenze nel parco o alloggi per studenti.

Programma funzionale e temi:

1. Orti urbani, Ristoro e agricoltura Biologica -Mercato coperto prodotti a KM zero -Orticoltura urbana attrezzata (anche in affitto) -Ristorante biologico nel verde -Servizi e parcheggi di pertinenza

2. Attrezzature per lo sport (potenziamento) -Caffè e punti di sosta -Servizi e parcheggi di pertinenza -Potenziamento alberature -Recinzioni flessibili ECO

3. Centro Tennis (10.000 mq) -Campi da tennis + coperture -Strutture di servizio e percorsi alberati -Caffè e punti ristoro -Attrezzature soci (ristoro, area relax) -Recinzioni flessibili ECO

4. Servizi di gestione Parco -Porta simbolica al sistema parchi – LAND ART -Uffici, amministrazione, informazioni -Potenziamento alberature e punti di sosta

5. Chilometro Verde (visibilità sovra-urbana) -Centro BICI: noleggio e servizi per la percorrenza -Parcheggi coperti e servizi -Potenziamento alberature

6. Agriturismo nel parco (attivatore economico) -Fattoria didattica – attività per le scuole -Agriturismo e centro BENESSERE -Centro Equitazione – Escursioni -Punti ristoro e servizi

7. Parco agricolo tematico -Potenziamento agricoltura BIO -Percorsi attrezzati ciclo-pedonali e equestri -Osservatori: info-point e aree di sosta -Percorso Vita -Segno nel paesaggio e recinzione – LAND ART


Concorso di progettazione per progettazione preliminare dello spazio di uso pubblico previsto nel Piano di Coo ATR/RE 12 “Parco Baratta” - Massimiliano Bellinzoni, Giorgio Manzoni, Paolo Battegazzore, Stefano Croce

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Il sito di progetto appartiene al comparto territoriale (vedere P.R.G. vigente) ATR/RE12 per il quale l’amministrazione comunale, per opera degli uffici Edilizia Privata e Urbanistica, ha presentato e approvato la soluzione definitiva del Piano di Coordinamento denominato “ex Parco Baratta”. L’area oggetto di trasformazione residenziale e di riequilibrio ecologico si colloca nella parte sud-ovest rispetto al centro storico della città di Voghera e presenta una estensione territoriale di oltre 400.000 mq. La stessa è inscritta in un comparto delimitato a nord da via Martiri della Libertà, ad est dal quartiere “Pombio”, a sud da via Barbieri e infine ad ovest dall’area urbana lungo l’asse di strada Valle. L’area finalizzata al Parco risulta di circa 250.000 mq.

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Appartamento in Carrara - Federico Biava

Piazza Parrocchiale a Ranco. La riforma dello spazio urbano - Mirko Noris, Andros Atzeni, Sandro Pacella, valerio tolve

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La riforma dello spazio urbano La possibilità di affrontare in termini progettuali il recupero e la riqualificazione della piazza Parrocchiale a Ranco ha permesso di operare una riflessione critica sui caratteri fondativi dell’immagine urbana, con la volontà di sottolineare i due diversi aspetti che un intervento di restauro urbano necessariamente comporta: da un lato il recupero e la valorizzazione dei caratteri simbolici e formali del luogo, negati nel tempo dalle trasformazioni del tessuto; dall’altro l’individuazione di nuove gerarchie e inediti equilibri capaci di riscoprire e riscrivere i caratteri peculiari dell’insediamento originario consegnandoli a nuovi usi. Il progetto di riforma dello spazio pubblico prende così avvio da un ragionamento condotto sul concetto e sull’immagine idealizzata e consolidata della piazza nella memoria comune che, in quanto ‘luogo al centro’ per eccellenza, assurge al ruolo di spazio deputato a generare socialità. Il progetto intende perciò rafforzare l’identità e la vivibilità dei luoghi, ristabilendo un corretto e più equilibrato rapporto tra gli spazi riservati alla fruizione pedonale e quelli destinati alla mobilità veicolare, oggi nettamente prevalenti. Restituire abitabilità a un luogo che oggi appare inospitale, snaturato e modesto rispetto al suo effettivo potenziale. E in definitiva l’occasione del progetto di recuperare e valorizzare architetture e luoghi notevoli, oggi in buona par te marginalmente partecipi del disegno urbano, pone le premesse per attivare un reale processo di rinnovamento e riqualificazione dell’intera struttura urbana. Lo stato di cose L’attuale conformazione spaziale e formale della piazza appare del tutto priva di un disegno urbano coerente e riconoscibile. Di fatto, più che imporre regole e principi al disegno urbano ed edilizio, la piazza ne ha subito tacitamente le forme, adattandosi ai vincoli e i limiti imposti dalla morfologia edilizia, fino a definirsi come spazio residuo tanto incerto al contorno quanto al suo interno. Nel tempo, il consolidamento del tessuto edilizio secondo procedimenti di costruzione per addensamento lungo le principali direttrici ha sottratto spazio alla piazza, così come la possibilità di affermarsi compiutamente in una sua conformazione spaziale precisa. Alla definizione del perimetro del tessuto corrispondeva, per contro, la corrosione del contorno della piazza, che andava qualificandosi sempre più in quanto spazio di risulta, inadeguato e incapace di proporsi per le attività di relazione sociale designate. Oggi lo spazio pubblico, frammentato in una teoria di ambiti senza soluzioni di continuità e privi di caratteri specifici, è vittima di un processo di degenerazione funzionale che consegna gli spazi della piazza a usi alternativi non sempre qualificanti. La chiesa è isolata al centro della piazza, stretta su ogni lato dal traffico veicolare; gli spazi più prossimi al Municipio, rialzati e protetti dalla strada, sono paradossalmente relegati al ruolo di posteggio e solo in parte destinati alla sosta e alla fruizione pedonale. L’attuale assetto dello spazio pubblico è spiegabile solo alla luce dei processi di definizione della struttura urbana – che hanno visto prevalere i principi tipo-morfologici del tessuto edilizio sulle logiche del piano urbano – e della processualità costruttiva della stessa chiesa Parrocchiale, il cui sagrato non si è mai del tutto compiuto. La chiesa dedicata ai Santi Mar tino e Lorenzo sorge isolata al centro di un quadrivio e in posizione pressoché baricentrica rispetto ai tre nuclei edilizi originari. La sua posizione, anomala e discordante rispetto al tessuto edilizio definitosi nel tempo lungo le principali direttrici viabilistiche, deriva dalla sua antica costruzione, risalente alla metà del XVI secolo. L’attuale chiesa è infatti il risultato delle trasformazioni occorse sull’originale impianto della cappella dedicata a San Lorenzo, ampliata e rimaneggiata a più riprese sino all’attuale impianto, almeno sino all’inizio dell’Ottocento, quando viene realizzato il campanile. Sagrato, piazza civica, belvedere. Il sistema delle piazze Il progetto si pone l’obiettivo di definire precisamente l’ambito della nuova piazza attraverso un’operazione di ri-urbanizzazione dello spazio pubblico, individuandone i limiti, proponendone una geometria e una dimensione precisa e predeterminata, reintroducendo una regola che, a partire dai capisaldi e dalle emergenze architettoniche, monumentali o paesistiche del tessuto, sia in grado di ridefinirne compiutamente il disegno. Operando una sorta di atto rifondativo dello spazio pubblico – che, quasi paradossalmente, rovescia il punto di vista attuale a favore di un inedito assetto, logico e verosimile ancorché storicamente fondato – il progetto riscopre l’anomala e discordante giacitura della chiesa, quasi come una sor ta di traccia archeologica negata dalla più moderna edificazione.

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Il sagrato. Veduta prospettica

La nuova piazza si definisce così nella frattura morfologica tra la giacitura della chiesa Parrocchiale e il tessuto edilizio, al punto da mettere in discussione l’ordinamento cronologico degli eventi nella storia urbana, come se fosse impossibile distinguere la primigènia dell’uno rispetto all’altro.

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Gli spazi aperti, i monumenti, le nuove architetture. Planimetria con le ombre

La nuova piazza si determina in quanto sistema ar ticolato di spazi che mette a regime l’orografia esistente e il disegno dei terrapieni sui quali si impostano rispettivamente il Municipio e la Farmacia. Sulla giacitura della chiesa si imposta il nuovo sagrato, centrato sulla facciata della chiesa della Parrocchiale e addossato al muro del terrapieno del Municipio, nel quale è ricavata una fontana. Sul lato destro la pavimentazione si raccorda al piccolo giardino che custodisce il monumento ai caduti. Dalla quota del sagrato uno scalone conduce alla piazza civica, impostata sulla piattaforma del Municipio. La piazza civica, resa completamente pedonale, è attrezzata con par terre trattati a prato, panche per la sosta e un ‘ombracolo’. Tutti gli elementi che concorrono alla definizione del corredo della piazza sono orientati sulla medesima giacitura, quella del muro del terrapieno, parallelo alla chiesa. I parterre definiscono l’ambito della pavimentazione di un ‘corso’ pedonale compreso tra il Municipio stesso e il terrapieno della Farmacia, sulla cui piattaforma sono addossati cinque padiglioni destinati ad accogliere i posti auto coperti per gli automezzi comunali (complessivamente 60 mq per 4 posteggi coperti, secondo le indicazioni del bando), la sede della Protezione Civile (circa 50 mq) e gli uffici delle Associazioni locali (circa 25 mq).

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Il sistema delle piazze: il sagrato e la piazza civica. Prospetti e sezioni

I padiglioni sono composti da box vetrati, chiusi sul fronte da un paramento basculante ligneo: chiuso garantisce l’opportuna schermatura della radiazione solare diretta, aperto consente di disporre di spazi per la sosta o piccole attività espositive esterne.

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Gli spazi aperti, i monumenti, le nuove architetture. Pianta e schizzo di progetto

All’interno dello spessore della piattaforma della Farmacia sono ricavate le autorimesse comunali e i posteggi a rotazione, gli spazi di servizio degli uffici e la risalita in quota dalla piazza civica alla quota della Farmacia, accessibile anche da una rampa ciclo-pedonale realizzata sul fondo della piazza civica e direttamente collegata all’area di via Castello. A questa quota si dispone un piccolo spazio belvedere, affacciato sul corso e sul sagrato e attrezzato con aiuole aromatiche.

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La piazza civica. Veduta prospettica

Materiali e costruzione, sostenibilità ambientale La scelta dei materiali e delle tecnologie costruttive adottate è stata condotta in relazione a una filosofia di pensiero che intende il tema della sostenibilità entro un quadro ampio secondo il quale lo sfruttamento delle risorse e degli investimenti, così come lo sviluppo e la ricerca tecnologica, devono essere coerenti ai bisogni attuali e futuri. Secondo tale intendimento la sostenibilità di un intervento deve essere ricercata sin da principio attraverso coerenti e appropriate scelte architettoniche, costruttive e materiche, che sappiano cioè valorizzare al meglio le risorse disponibili. In ragione della sostenibilità economica che impone il contenimento dei costi di costruzione e di gestione – pur garantendo elevati requisiti di durata e prestazione nel tempo, qualità indispensabili per la realizzazione di una piazza – si è deciso di ricorrere all’impiego di materiali tradizionali, che più si adattano al clima e al territorio, e garantiscono al tempo stesso durata nel tempo, facilità di manutenzione e sostituzione, recupero e smaltimento ad impatto ambientale assai ridotto. Nello specifico si prevede l’impiego di: *pavimentazioni del sagrato e della piazza civica con lastre di granito bianco di Montorfano, spessore 8-10 cm, posate a correre. La pietra di Montorfano, estratta dalle cave dell’omonimo massiccio nei pressi del lago di Mergozzo, presenta elevate caratteristiche di resistenza al gelo, alla compressione, all’abrasione e al carico di rottura, prestandosi alla realizzazione di pavimentazioni e rivestimenti esterni; *rivestimento della ‘scalea’ con lastre di beola grigia della Val d’Ossola, spessore 10-12 cm, con lavorazione a piano cava; *pavimentazione in calcestre stabilizzato per le aree carrabili e pedonali sul terrapieno del Municipio; *pavimentazione in calcestruzzo architettonico gettato in opera per i percorsi ciclo-pedonali e il belvedere sul terrapieno della Farmacia; *rivestimento in lastre di marmo rosa Valtoce per il muro del terrapieno del Municipio, con inserto in verdello del Boden per la fontana; *rivestimento in scagliola di beola grigia per il muro del terrapieno della Farmacia, recuperando una tecnica della tradizione costruttiva locale. I padiglioni per le autorimesse, gli uffici delle Associazioni locali e della Protezione Civile sono realizzati con struttura portante in profilati d’acciaio a taglio termico – verniciati a fuoco in color ferro micaceo – e tamponamenti in vetro-camera basso emissivo per il contenimento delle dispersioni termiche. Sono previsti pannelli di schermatura basculanti realizzati in legno trattato.

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La fontana del sagrato, gli uffici della Protezione Civile e la sede delle Associazioni locali. Prospetti e sezioni, particolari.

Il ‘piano luce’ Il progetto illuminotecnico previsto per la nuova piazza riflette una concezione opposta rispetto all’attuale tendenza che privilegia soluzioni di macroilluminazione. Si è pertanto deciso per un effetto più equilibrato e alla scala umana, prevedendo la modulazione della quantità della luce distribuita lungo i percorsi e nei punti più significativi della piazza, per sottolinearne al tempo stesso limiti e ambito. Il ‘piano luce’ si compone sostanzialmente di tre ordini, corrispondenti ad altrettanti effetti di luce. Il primo ordine corrisponde alla tipologia ‘a faro’ con apparecchi orientabili montati su pali – altezza massima 3 m – per l’illuminazione dei percorsi pedonali e delle aree di sosta. Il secondo ordine individua e caratterizza le zone della vita collettiva: appliques a parete e proiettori a led per incasso – a terra o a parete – disposti nelle zone verdi e lungo i percorsi del ‘corso’, per un effetto di luce radente sul tappeto di pietra. Proiettori da incasso – sempre a terra e a parete – sono invece previsti per l’illuminazione scenografica dal basso delle essenze arboree e delle eminenze architettoniche: la facciata della Parrocchiale, il campanile e il Monumento ai Caduti. Tutti i corpi illuminanti sfruttano la tecnologia led che, a fronte di un basso consumo energetico e di costi di manutenzione assai ridotti, garantisce elevate prestazioni illuminotecniche. Il ‘piano verde’ Oltre alla messa a dimora di nuove essenze arboree, il progetto prevede la conservazione delle alberature esistenti, salvo verificarne l’effettiva condizioni fitosanitaria e di stabilità; nel caso in cui si debba necessariamente procedere alla sostituzione integrale delle alberature già presenti, in luogo delle piante rimosse si potrebbe prevedere la messa a dimora di tigli nostrani (Tilia platyphyllos), par ticolarmente diffusi in zona e resistenti. La proposta di progetto del verde intende soddisfare non solo le tradizionali esigenze estetiche e agronomiche, ma anche e soprattutto quelle di compatibilità ambientale, valutando le specie da impiegare in ragione della loro capacità di assorbire anidride carbonica e gas inquinanti presenti in atmosfera. A tal proposito nelle aiuole della piazza civica e nella fioriera della Farmacia si prevede la messa a dimora di siepi composte da ligustro comune (Ligustrum vulgare), spiraea (Spiraea), ginestra (Genesta) e bosso (Buxus semprevirens), oltre a essenze tappezzanti per il pergolato, quali pervinca minore (Vinca minor), edera comune (Hedera helix) e Hydrangea arborescens della varietà‘Annabelle’ che garantisce fioriture particolarmente intense e durature. Inoltre, nelle aiuole del Municipio e della Farmacia, in posizione più soleggiata, si prevede la realizzazione di piccoli giardini aromatici composti con lavanda, rosmarino e maggiorana, essenze efficaci nell’assorbimento dell’anidride carbonica e caratterizzate da una più che discreta funzione paesaggistica.

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Il ‘piano’ luce

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Tavola di concorso

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Tavola di concorso

"FLAMING DOOR" - SMART HARBOR PESARO - pasquale desantis, Ettore Liberatore, Gianvitale Manocchio, Marco Rateni

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The design choice is not born of the desire to create a new pole infrastructured no relationship with the city and its problems, but is rather the result of a research aimed at improving the usability of urban space, for both the citizen and the visitor, and at the same time the realization of spatial typologies of which the city is currently lacking. The clash of the natural elements with rigid lines and materials of the urban world creates spaces ranging from gardening to botanical garden in the city park and articulate human activity changing the background, now with the water, now with the vegetation, now with the cement. Finally these places so flexible and unstructured, are literally invaded by a sign that develops along them culminating in a stylized flame that contains in it the concept of “sea port” connoting the landmark of the city and reminding those arriving by sea when in a time not far the warm color of fire meant home.

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Restauro palazzo Pepe / Della Vecchia - Antonio Ressa, Arch. Giuseppe Delli Gatti, Ing. Luciano De Mita, Ing. Lorenzo Guariniello, Arch. Ester Marino

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Scheda di sintesi

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L'ingresso alla sala esposizioni temporanee dalla finestra ovale dell'androne

Intervento: restauro e risanamento conservativo di palazzo Pepe / Della Vecchia, acquisito al patrimonio pubblico, per la realizzazione di una biblioteca comunale con archivio storico, sala conferenze, sezione multimediale e spazi per esposizioni temporanee

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I balconi della sala lettura prospicienti sulla corte scoperta.

Individuazione dell’Ambito di Intervento Comune di Nusco, Centro Storico – Piazza De Sanctis, p.tta S.Maria Vetere

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La scala d'accesso al primo piano dalla corte scoperta inferiore.

Stato di Fatto Edifici di rilevanza storica, danneggiati dal sisma, non abitati, parzialmente crollati.

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Corte scoperta inferiore.

Progetto Opere provvisionali Opere propedeutiche all’intervento Opere di consolidamento Opere Impiantistiche: Impianto idrico Impianto termico Impianto elettrico Impianto antincendio Impianto antifurto / anti-intrusione

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La sala esposizioni temporanee al piano terra.

Eliminazione delle barriere architettoniche (ascensore) Opere di finitura

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La mangiatoia dell'ex stalla nella sala esposizioni temporanee.

Prezzario Tariffa delle OO.PP. Regione Campania 2003

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L'ingresso al piano superiore dove è collocata la biblioteca.

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Le coperture rifatte in legno di castagno a vista.

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La voltina preesistente su intelaiatura lignea lasciata a vista.

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Biblioteca: l'atrio d'ingresso.

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Riproposizione degli architravi lignei esistenti con nuovi in castagno massello.

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La corte scoperta inferiore dalla scala d'accesso alla biblioteca.

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La nuova scala in acciaio e pietra per raccordare palazzo Pepe a palazzo Della Vecchia

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L'ingresso alla sala conferenze da piazzetta Santa Maria Vetere.

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L'ingresso alla sala conferenze da piazzetta Santa Maria Vetere.

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L'androne voltato di palazzo Della Vecchia.

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Lo scalone in pietra che conduce alla corte scoperta superiore.

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La pavimentazione nell'androne voltato di palazzo Della Vecchia.

Dehors Teapot - Angela Tomasello, Paolo Delponte

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Ad un locale simbolo del carattere informale e partecipativo di San Salvario si accompagna un dehors progettato con elementi protettivi con una naturale dote di calore e estetica condivisa, le biciclette, scelte con attenzione dagli sfasciacarrozze della cintura torinese e recuperate alla vita di città’ . Manubri e portapacchi le uniscono e accolgono il verde decorativo, il risultato e’ una protezione che attrae e stupisce, accoglie gli avventori e ingentilisce la città’.

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Photo by Pepefotografia. © Pepefotografia.

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GOLDEN PALACE Luxury Hotel Torino - Francesco Gennaro

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Il lusso di possedere le cose. Un tempo la ricchezza era definita dalla preziosità degli oggetti e la loro rarità ne definiva il valore, oggi la ricchezza è definita più dal denaro: è come se si fosse passati da un possedere cose materiali ad un possesso virtuale, smaterializzato, ancor più effimero. Il lusso nella proposta è invece la ricerca dell’esclusività di oggetti preziosi, gioielli, che racchiudano al loro interno non solo la rarità della materia prima ma anche il saper fare, l’ingegno dell’interprete.

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RECEPTION

UN’INTERPRETAZIONE DEL TUTTO ORIGINALE ELA PROPOSTA DELLA HALL COMPLETAMENTE RIORGANIZZATA, DELLA CENTRALITADEL BAR E DELLA NUOVA REALTADEL BISTROT, PER ACCOGLIERE E FAR VIVERE DI PIULO SPAZIO GRANDIOSO APRENDOSI AD UN’INTERA CITTA’.

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RECEPTION

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RECEPTION

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RECEPTION

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GOLDEN CAFE'

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GOLDEN CAFE'

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LOUNGE

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GOLDEN BISTROT

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GOLDEN BISTROT

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GOLDEN BISTROT

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GOLDEN BISTROT

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GOLDEN RESTAURANT

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GOLDEN RESTAURANT

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TOILETTE CLIENTI

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TOILETTE CLIENTI

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PRESIDENTIAL SUITE

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PRESIDENTIAL SUITE - LIVING

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PRESIDENTIAL SUITE - PRANZO

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PRESIDENTIAL SUITE - CAMERA DOPPIA

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PRESIDENTIAL SUITE - BENESSERE

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PRESIDENTIAL SUITE - DELUXE ROOM

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GOLDEN JARDIN


APRITI IED 2013 - Naturally Powerfull - Francesco Gennaro

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Sogni, speranze e aspettative giorno dopo giorno forgiano il percorso che racconta ciò che siamo. Libertà e leggerezza offrono al nostro estro una via d’espressione creativa. Schizzi e passione danno voce a ciò che vogliamo diventare, a ciò in cui crediamo: da un solo foglio di carta vediamo nascere e crescere un’ idea…un’idea in bianco e nero, sincera, pura.

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PIANO TERRA - DESIGN -Car Design

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PIANO TERRA - DESIGN - Car Design

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PIANO TERRA - DESIGN - Car Design

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PIANO TERRA - DESIGN - Interior Design

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PIANO TERRA - DESIGN - Interior Design

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PIANO TERRA - DESIGN - Product Design

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PIANO PRIMO - MODA - Fashion and Textile Design

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PIANO PRIMO - MODA - Fashion and Textile Design

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PIANO PRIMO - DESIGN - Design del Gioiello e dell'Accessorio

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PIANO PRIMO - MODA - Design del gioiello e dell'accessorio

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PIANO PRIMO - MODA - Design del Gioiello e dell'Accessorio

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SCALE

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PIANO SECONDO - MANAGEMENT LAB - Corridoi

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PIANO SECONDO - MANAGEMENT LAB - Marketing

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PIANO SECONDO - ARTI VISIVE

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PIANO SECONDO - ARTI VISIVE - Grafica

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PIANO SECONDO - ARTI VISIVE - Fotografia

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PIANO SECONDO - ARTI VISIVE - Illustrazione

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PIANO SECONDO - ARTI VISIVE - Video

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PIANO SECONDO - ARTI VISIVE - Corridoi

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GIARDINO - MAC BUN PARTY

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

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INAUGURAZIONE MOSTRA

Caballeriza la Solana - Nicolas Pinto da Mota

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El proyecto se enmarca como ampliación de un conjunto de edificios que alberga un criadero de caballos criollos. La estancia contaba con la existencia de “galpones” o naves de construcción muy precaria en base al típico esquema de nave longitudinal con cubierta de doble faldón, esto prefiguro la primera aproximación de escala y tipología. Neutralidad y una cierta falta de protagonismo le confieren al edificio la posibilidad de dialogar y establecer una sabia relación con el lugar, vinculándose con un cierto saber hacer, propio del oficio que levantó las construcciones ladrilleras, a la inglesa, pero dando un salto adelante, merced a la técnica que lo hizo posible. La selección de los materiales, como de la disposición axial del programa busca establecer una cierta estabilidad en la forma de cohabitar de los caballos. El programa contempla dos áreas: de boxes y veterinaria – monturero. Medidas, tamaños, disposiciones y alturas combinan los patrones de circulación y desplazamiento de caballos fina sangre. Esto determinó las alturas y luz libre de la estructura, como también la matriz de movimientos del proyecto.

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designed in purpose furniture - Sara De Marco_architetta

Ambasciata del Giappone in Italia - Salvatore Consolazione

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L’approccio formale al progetto, come richiesto dal bando, è stato sviluppato intorno all’immagine sintetica e simbolica della mano ….. strumento di amicizia.

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Marchio Colore

Le relazioni di amicizia tra Giappone e Italia vengono vie più enfatizzate con la mano-Italiana, che si conforma ad accogliere il simbolo del Giappone e, «divenire marchio caro e apprezzato nel tempo per i cittadini dei due paesi».

I colori sono quelli delle bandiere nazionali (Verde e Rosso)

Il titolo, Ambasciata del Giappone in Italia è impaginato alto e basso con il font Imagination Station True Type. per riferirsi al segno del pennello che disegna gli ideogrammi.

Il marchio proposto è illustrato nelle varie versioni cromatiche (colore, scala di grigio, bianco e nero, positivo e negativo) e, campionato su diversi supporti e dimensioni, a dimostrazione della sua costanza di espressione comunicativa.

GISELE Omotesando - Tadafumi Masuda / msd-office

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A renewal project for the showroom that specializes in the garden furniture of the largest space in Japan. The supervision of the interior design was under the charge of the msd-office, represented by the architect – designer, Tadafumi Masuda. The showroom is situated in Omotesando, the finest location in Tokyo with the flagship stores of the top-ranking brands lining the streets. More than 100 items of garden furniture are on display in a space of 200 square meters. The walls and the floors of the showroom were covered with the panels made with the raw materials of natural Myanmar teak, “New Generation Rattan” and “New Generation Water Hyacinth” which had been used for the original merchandise of the furniture brand, “GISELE”. The entire interior of the showroom has been transformed into a space that resembles a “Material Book”, as big as life itself.

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indoor exhibition space

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furniture made with "New Generation Rattan"

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outdoor exhibition space tha wall panels are made with "New Generation Water Hyacinth"

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outdoor exhibition space tha wall panels are made with "New Generation Water Hyacinth"

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outdoor exhibition space tha wall panels are made with "New Generation Rattan"

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indoor exhibition space

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outdoor exhibition space tha wall panels are made with "New Generation Rattan"

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bird's eye view

concorso di idee per la creazione di uno "spazio incontro" - Francesca Amore, Massimo Viti

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Il progetto prevede un spazio low-cost per l’Ordine degli Architetti di Roma, avente come principale funzione quella di punto di raccolta e di ascolto ma anche quella di spazio espositivo per elaborati bidimensionali fino al formato A1. Caratteristica fondamentale della struttura è la sua mobilità: dovrà essere facilmente montabile, smontabile e trasportabile con mezzo di categoria non superiore a n1. Il costo totale dell’opera non supera i 5.000 euro.

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Abitazione privata Tropolach - Austria - Giovanni Pesamosca, Laura Schneider

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Ristrutturazione ed arredo d’interni

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re-LOAD - Alessandro Bellini

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Premessa. Torre Tintoretto è un progetto di housing sociale che si inserisce in un più ampio programma urbano di intervento, progettato da Leonardo Benevolo negli anni ’80 per il quartiere di San Polo a Brescia. Non solo la Torre, ma anche il quartiere è stato negli anni sospeso tra visioni spesso contrastanti. Si ritiene che la demolizione della Torre sia una scelta da evitare, non solo per ragioni economiche e di sostenibilità (smaltimento di materiali), ma anche perchè la Torre si presta bene ad essere ripensata e rimodellata, seguendo l’esempio di simili casi-studio nelle principali città europee, al fine dare una risposta architettonica e sociale adeguata anche per San Polo e per la Città di Brescia. Il progetto re-LOAD vuole ricaricare questo edificio di significato, di relazioni, di trame e connessioni. I problemi più significativi della Torre sono l’enorme parcheggio e la relativa copertura: questi, più che funzionare come piazza sopraelevata (con una sola pista di pattinaggio e del verde non qualificato) definiscono un forte limite di rottura del tessuto e uno spazio non riconosciuto dalla comunità e causa di degrado. Nel suo corpo principale la Torre presenta un problema di attacco a terra con delle scalinate e degli spazi vuoti potenzialmente insicuri e nessun elemento di forte relazione con il bel parco antistante, oltre a degli alloggi minimi con un trattamento indifferenziato tra lato sud e lato nord. L’orientamento in termini energetici è un’altra delle forti problematicità, avendo per lo più alloggi mono-orientati, esposti totalmente a sud o totalmente a nord.

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vista d'insieme

L’intervento proposto. Il progetto mira a riconnettere la Torre Tintoretto e il suo basamento con il quartiere di San Polo e conseguentemente con la Città di Brescia, traendo vantaggio anche dalla adiacente e nuova fermata della metropolitana “San Polo”. La ricucitura tra Torre e Città si attua sia andando a risolvere problemi architettonici quali la scarsa permeabilità del basamento attuale, sia intervenendo in termini funzionali, andando ad aumentare l’attrattiva dell’edificio per il quartiere e la Città stessa.

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concept

Il basamento viene messo in relazione con l’area circostante, abbassandolo in più punti e creando, tramite bucature, dei patii con alberature d’alto fusto che fungono da connessione tra parcheggio e copertura, favoriscono la fuoriuscita dei gas di scarico, infine ombreggiano la copertura che, essendo totalmente esposta a sud, diventa così praticabile nei mesi più caldi. Questi interventi sono stati possibili senza una riduzione della superficie destinata a parcheggio, grazie alla ricollocazione della funzione commerciale nel basamento della Torre stessa. Ancora nell’ottica di “ricucire” il basamento con la città si è andato ad inserire un altro volume nella parte retrostante la Torre e a sostituire il retro stesso del basamento (attualmente un ampio parcheggio inutilizzato) con una zona a verde. L’edificio di nuova costruzione addossato al basamento sfrutta il possibile aumento della s.l.p. pari al 20% di quella attuale, facendo sì che il retro della Torre Tintoretto si trasformi in un nuovo fronte e che il basamento del parcheggio non sia più così sbilanciato, ma diventi un elemento baricentrico di connessione tra questi due elementi. Nel basamento vengono inoltre introdotte funzioni capaci di renderlo uno spazio vissuto da una comunità intesa come molteplicità di fruitori: dagli orti urbani allo skatepark, dall’area gioco bimbi alla sala prove per musicisti al bar – un crocevia di differenze sotto la Torre. Il basamento della Torre vera e propria che funge da filtro tra parcheggio e parco antistante è stato ripensato senza alcuna modifica della struttura portante, ma tenendo questa come linea guida e andando a circoscriverla secondo nuovi spazi e nuove logiche. Data l’impossibilità di alzare il piano terra (0) alla quota del parco (+ 1 m) e ritenendo questa connessione molto importante, è stato tuttavia possibile portare tale dislivello a + 50 cm e successivamente colmare questa differenza di quota tramite la sistemazione esterna delle pavimentazioni prospicienti la Torre. Questa lieve depressione verso l’ingresso principale funge da invito all’accesso della Torre stessa. Si sono poi ipotizzate funzioni commerciali e ausiliarie a quelle residenziali, ripensando completamente i flussi e privilegiando, piuttosto che connessioni forzate (quali le scale attuali) relazioni visuali e funzionali, realizzate per lo più tramite doppie altezze capaci di rendere il basamento più arioso e dotato di una vista suggestiva sul parco a nord e sulla nuova piazza a sud. In tale direzione si colloca anche il riposizionamento della hall d’ingresso alla Torre che, da nascosta sul retro e facilmente accessibile solo dal parcheggio, è stata pensata baricentrica, visibile da chi proviene dalla fermata della metropolitana e quindi finalizzata a mettere in relazione tutte le funzioni dell’intero complesso. Va infatti sottolineato che le attività pensate e introdotte sono solo un’indicazione di come una torre rappresenti un paese strutturato in verticale e di come essa non possa contenere solo abitazioni, ma anche funzioni utilizzabili da persone provenienti da zone differenti della città e da paesi contigui. Alcune di queste funzioni sono peraltro destinate a ridare alla Torre quella appetibilità necessaria per inserirvi anche tagli locativi più signorili. Si ritiene infatti che, nonostante talune problematicità già espresse, un ripensamento della Torre non possa prescindere da una revisione della stratificazione sociale interna alla stessa, revisione destinata ad una sensibile riduzione della quota sociale e finalizzata così a evitare l’effetto “ghetto”, per un più efficace melting pot di culture e fasce differenti di popolazione. Per poter rendere gli appartamenti più ariosi e accrescerne l’estensione senza un aumento della s.l.p., sono state sostituite le parti di muratura non portante con ampie vetrate apribili a libro e sono stati addossati moduli prefabbricati autoportanti vetrati.

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nuovo principio facciata

Tale operazione ha permesso di ricostruire una doppia linea di isolamento, una prima del cappotto con materiale naturale e nuovi infissi, una seconda data dal filo esterno delle nuove logge, volta a ridurre il consumo energetico attuale del 60%. Le due scanalature dei vani scala e dell’ascensore sono state tamponate da un vetro acidato a tenuta di fuoco che trasforma queste due anse in camini del vento i quali, secondo un sistema costruttivo antichissimo, nei mesi estivi sono finalizzati a espellere parte dell’aria calda del piano terra e del primo piano.

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dettaglio loggia

Per quanto riguarda la protezione solare, i moduli prefabbricati avranno un sistema di lamelle orientabili nell’estensione a loggia e una tenda oscurante termica per l’oscuramento interno che nei mesi invernali permetterà di rilasciare il calore accumulato durante le ore diurne. Rispetto alla sola destinazione sociale si ritiene poi fondamentale ripensare l’operazione in termini immobiliari, dedicando solo una parte degli alloggi (circa due a piano) per housing sociale, mentre il restante integrandolo con alloggi in vendita, appartamenti di lusso, atelier per artisti e abitazioni per studenti. Dotare la Torre Tintoretto e San Polo di residenze per studenti e artisti ad affitti agevolati permette infatti non solo di arricchire di usi e di funzioni il quartiere, contribuendo sensibilmente a risolvere il problema della sua ghettizzazione, ma anche di intendere la Torre stessa quale nuovo elemento catalizzatore in sinergia con la nuova linea della metropolitana. I tagli abitativi sono stati inoltre ripensati secondo modifiche minime ma imprescindibili, quali la messa a norma degli appartamenti sia rispetto alla normativa disabili (visitabilità per tutti gli appartamenti e adattabilità per gli appartamenti destinati ad housing sociale e a studenti) sia rispetto alle altre normative vigenti. Si sono anche rivisti alcuni tagli abitativi: sono state ripensate le zone di ingresso all’abitazione e riorganizzate; sono state eliminate alcune camere da letto singole che nello stato di fatto presentavano una larghezza pari a 2,2 m ed erano prive di finestrature; sono stati introdotti spazi completamente aperti e riconfigurabili come gli atelier per artisti; è stata inserita la tipologia a duplex con patio verde interno. Quest’ultimo caso è stato ideato nell’ottica di alloggi più lussuosi, per lo più concentrati nella parte alta della Torre, capaci di creare una variazione che scandisca e spezzi la monotonia della Torre stessa determinata dalle attuali aperture dettate dalla fitta maglia di pilastri in facciata. Sempre in ottica di variazioni, il progetto prevede in facciata delle parti di vetro acidato che saranno destinate a schermare i patii dei duplex donando loro maggiore intimità. I telai degli scorrevoli che consentono l’apertura delle logge, sovrapponendosi alle parti di telaio fisso, creeranno pixel riflettenti. Grazie alla loggia e al suo “mostrarsi alla città”, il fruitore avrà la possibilità di personalizzare la propria abitazione, sentendola propria e rispettando così non solo lo spazio individuale ma anche quello collettivo, senza rinunciare alla espressione di sé: “Non si tratta di strategie nuove ma l’invenzione di migliaia di proprietari che modificando incessantemente la loro esigua particella di spazio urbano, storia di uno sviluppo largamente affidato ai singoli”. [da Mirko Zardini, The dense City]. Il progetto mira quindi a riconoscere potenzialità latenti e inespresse della Torre, compresa quella della copertura che, con la sua affascinante vista sulla Città di Brescia e sulla Maddalena, può diventare la sede ideale per inserire un locale sul modello di un lounge bar capace non solo di attivare la copertura stessa, ma anche di “far funzionare” la Torre il più possibile nell’arco delle 24 ore, favorendo così ulteriormente il controllo e la sicurezza del quartiere e in primis dell’edificio stesso.

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soggiorno prima/dopo

Conclusioni. re-LOAD è un progetto che senza distruggere riesce a trasformare un edificio: una Torre densa di storia e di problemi può essere diversamente e nuovamente pensata, connessa, relazionata, dotata di nuove funzioni e resa così simbolo di un quartiere e di una Città, quale Brescia, che vuole e può ripensarsi: a partire dal presente, guardando a un futuro dove la complessitàè arricchimento, la diversità stimolo alla crescita sociale, culturale, economica.

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facciata vista notturna

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masterplan

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piante

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sezioni

RESTAURO CHIESA S.PANGRAZIO - Rocco Zanoni, Luigi Zanoni

parcheggio multipiano in località Longea - Alessandro Bellini, ROBERTO BERTOLI

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0. Premesse. Inserirsi in un contesto a così alta valenza paesistica è sempre una sfida e compito difficile. Il progetto in questione partendo dal riconoscimento delle peculiarità e delle potenzialità del sito, talune inespresse, si pone l’ambiziosa finalità di mimesi col paesaggio e al contempo di essere segno riconoscibile capace di aumentare l’attrattività dello stesso perchè, senza l’Acropoli, il monte Athos sarebbe una delle tante montagne.

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vista Avisio

1. Descrizione generale del progetto. Il sito in questione funziona in una logica inversa rispetto a quella del monte e il punto di maggior attrattività non è la “vetta” ma la “valle”, grazie anche alla presenza del torrente Avisio. La Strada Cernadoi offre sicuramente un collegamento efficace per l’accessibilità del parcheggio, anche se si ritiene necessario deviare il flusso proveniente da via Ischia tramite una soluzione di ponte/tunnel in accordo con quanto richiesto dal bando. Dalla ex SS 48 inoltre passa lo Skybus delle dolomiti e si ritiene quindi utile l’integrazione nel parcheggio della fermata dello stesso così da aumentarne l’efficacia, non solo per chi vuole raggiungere il centro di Moena, ma anche per chi volesse raggiungere gli impianti sciistici, deviando il flusso dal centro e facendolo funzionare come vero parcheggio scambiatore. In tale ottica si è ritenuto fondamentale l’integrazione nel parcheggio anche di un servizio di noleggio bici automatizzato. Per quanto riguarda l’accessibilità pedonale si ritiene che la strada Cernadoi non sia attrattiva e soprattutto non adatta al raggiungimento del centro, si è preferito dunque, pur mantenendo la possibilità di una viabilità pedonale a monte di privilegiare e rendere più attrattivo il collegamento con il centro a valle. Questo perché, oltre alle ragioni suddette, permette di rendere il parcheggio accessibile grazie ad un percorso a bassa pendenza (p<4%) e aree di sosta in piano, in accordo con la normativa disabili, per un efficace collegamento tra parcheggio e centro città. La parte del torrente che va dall’immisione del torrente xxx e il nuovo ponte di collegamento tra via Ischia e la ex SS48, risulta ora come un’area di scarso interesse, retro delle abitazioni contigue al centro e spazi verdi non qualificati. Si ritiene che il torrente sia un elemento di forte attrattività per Moena e il collegamento tra parcheggio e le due piazze (xx e xxx) un’opportunità anche di rivalutazione del waterfront che sarebbe un peccato non cogliere. L’area sarà dunque integrata con funzioni capaci di rendere attrattivo il parco seppur preservando un’idea di naturalezza evitando dove possibile il “gesto” Dove si ritiene il gesto sia inevitabile è riguardo il ponte di collegamento tra via Ischia e la ex SS 48. Se l’estradosso del ponte punta ad essere elemento non invasivo vedendosi dalla ex statale scendendo verso il centro, nell’ottica di percorribilità a valle risulta invece necessario rendere attrattivo, quasi elemento scultoreo, l’intradosso; offrendo al visitatore una struttura capace di integrarsi in maniera armonica col paesaggio e capace di sfruttare le peculiarità dei due versanti, per un’ottimizzazione del funzionamento statico. Se per l’immissione del ponte nella ex SS 48 si è ritenuto superfluo se non troppo impattante l’inserimento di una rotatoria che, vista la percorrenza di autobus sulla stessa, avrebbe necessitato di un diamentro che poco si confaceva con il sito, scelta opposta è stata presa per il raggiungimento del tunnel da via Ischia, dove, il gran nummero di immisioni rendeva troppo pericoloso un incrocio a raso. Oltre all’inserimento della rotatoria la parte che fiancheggia la scuola è stata dotata di una piccola area verde con punti di sosta e relax.

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vista aerea

2.1 Parcheggio interrato Il parcheggio interrato si inserisce nell’ansa che la ex SS 48 forma nell’area identificata dal P.R.G. come “Aree er servizi ed attrezzature al coperto di livello locale”. Il progetto mira a ricreare il versante “naturale” del pendio e inserirsi in maniera delicata nonostente le grandi quantità in gioco, 250 posti auto per un totale di 9190 mq di parcheggio. La parte superiore del parcheggio segue l’andamento della ex SS 48 con un trattamento a parco attrezzato di 1589 mq che permette di non ostruire visivamente lo scorcio che si ha di Moena scendendo da strada Cernadoi e mitigando la percezione del parcheggio che manifesta la sua presenza con elementi puntuali che fuoriescono dalla copertura verde: la fermata dell’autobus che integra un accesso al parcheggio e un’uscita di sicurezza, una seconda uscita di sicurezza, un taglio nel verde che invita all’ingresso del parcheggio e un piccolo elemento a valle contenente le informazioni turistiche di Moena e dintorni. Questi elementi sono stati pensati in parte a rivestimento ligneo mentre la parte strutturale è in cemento armato pigmentato rosso. Vista la dimensione del parcheggio si è ritenuto opportuno l’utilizzo del cemento armato, materiale che ben si presta ai requisiti strutturali (tra i quali quelli di contenimento del terreno a monte) e funzionali dell’intervento, al contempo si è optato per una soluzione di un cemento a base di ossido di magnesio, di nuova concezione, capace in fase di produzione di assorbire CO2 anziche produrla risultanto quindi non solo non inquinante ma aiutando la riduzione della CO2 al costo di un cemento tradizionale. Le griglie di areazione del parcheggio sono state concentrate nella parte alta del , opportunamente dimensionate (secondo il D.M 1/02/86) e pensate integrate nel disegno del parco in modo da risultare essi stessi elementi capaci di caratterizzare in modo efficace questo nuovo luogo e spazio per la comunità che il parcheggio crea ed evitare aperture sul pendio verde in modo da lasciarlo naturale ed evitare apurture che sarebbero risultate troppo profonde e di difficile manutenzione. L’accesso al parcheggio avviene a valle per due semplici ragioni, la prima è quella di una massimizzazione dell’efficienza di distribuzione della rampa ai vari piani, la seconda quella di non creare tra l’intersezione tra strada Cernadoi e nuovo ponte un punto troppo congestionato a ridosso dell’hotel prospicente. Il parcheggio si compone di 5 livelli di interpiano 2,4m, in parte piani in parte inclinati (p=8%), che seguono l’andamento della ex SS 48 per minimizzare spazi di risulta e scavi. La distribuzione dei posti auto su 5 livelli ha come obiettivo da un lato l’ottimizzazione dei movimenti di terra e minimizzare l’impronta a terra del parcheggio, dall’altro di arrivare con l’ultimo livello quasi alla quota del torrente in modo da poter realizzare il collegamento in piano verso il centro città. Un altro motivo è di natura geometrica, tracciando una linea tra i due flessi della ex SS48 e ricreando una superficie capace di continuare il profilo del versante lungo tale linea, la suddivisione delle quantità in gioco su 5 livelli permette di nascondere tutto il parcheggio dietro questo nuovo versante verde in continuità con l’esistente, rendendo praticamente impercettibile la presenza del parcheggio. Il nuovo versante verde sarà realizzato grazie a terre armate, in parte reimpiegando il materiale degli scavi per gli strati meno superficiali, e si ricoprirà di vegetazione spontanea che non avrà costi di manutenzione. L’intervento manifesta a valle la sua presenza con le funzioni pubbliche, che sono state pensate come dei volumi per lo più vetrati inseriti in una grande loggia con vista Avisio. Questo elemento di relazione con la città e il paesaggio, che chiameremo piazza coperta, contiene: un bar/ristorante con una parete vetrata che nei mesi caldi può essere completamente aperta per aumentare la piacevolezza e la sensazione di contatto con la natura e il verde, delle aree attrezzate con delle sedute, una biglietteria con funzione ausiliare di controllo video del parcheggio interrato e info point, alla quali si affianca un biglietteria automatica, un piccolo negozio tabacchi e souvenir e un noleggio bici automatizzato. Parco superiore e piazza coperta sono collegati tra loro mediante due corpi scala ascensori in cemento armato che da un lato danno rigidità alla struttura, dall’altro mettono in connessione il parco e la piazza con tutti i livelli e fungono anche da uscite di sicurezza essendo contrapposti e baricentrici rispetto l’intervento e localizzati nelle parti piane del parcheggio, sono inoltre a REI 120 con accesso filtrato e soddisfano tutte le altre norme in materia di prevenzione incendi e di normativa per i disabili. La viabilità all’interno del parcheggio avviene attraverso corsie a senso unico della larghezza di 6,00m con posti auto a pettine. Per ogni piano sono stati ricavati dei parcheggi destinati ai disabili e dei posti auto sensibili destinati a donne in gravidanza, tali tipologie di parcheggi si trovano nelle parti piane e adiacenti ai due corpi scala.

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planimetria

2.2 Ponte/tunnel di collegamento con la parte alta del paese Il collegamento tra via Iscia e strada Cernadoi è stato mantenuto nella posizione indicata nel bando e realizzato grazie l’inserimento di una rotatoria capace di riorganizzare le varie immissioni esistenti e quella nuova di progetto per l’accesso al tunnel. Il tunnel è stato pensato a doppia corsia di marcia con marciapiede solo da un lato per limitare la quantità di scavo. Il ponte è un elemento scultereo in cemento armato bianco, che risulta essere poco invasivo a livello visivo per chi scende dalla ex SS 48 mentre a livello parco con naturalezza si inserisce in maniera armonica nel contesto ambientale divenendo nuovo “monumento” e segno distintivo per la città di Moena. La gestualità del ponte e le sue forme nascona in primis da una ragione statico-costruttiva. Vista la differente conformazione geologica dei versanti il ponte è elemento ibrido tra la tipologia più semplice appoggio appoggio e un ponte ad arco. Il puntone sagomato si inserisce nella parete rocciosa lungo strada Cernadoi riducendo la luce e quindi riducendo l’impiego di materiali a loro volta ottimizzati e sagomati in base ai carichi.

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2.3 Percorso Pedonale Il percorso pedonale di progetto collegherà la piazza coperta a “piaz de Ramon” e “piaz de Sotegrava”. Dalla piazza coperta il percorso attraversa un nuovo parco di progetto ottenuto grazie a interventi il più possibile minimi ma al contempo capaci di rendere attrattivo il lungo Avisio, non solo come collegamento al parcheggio interrato, ma come parco cittadino. Un parco cittadino (es. meraviglioso parco storico di Levico) aumenta l’attrattività della località offrendo ai suoi cittadini e ai suoi turisti uno scorcio di natura più fruibile, a ridosso del centro e con più servizi. Se l’escursione si fa con le trecking nel parco cittadino ci si può andare coi mocassini. Per realizzare il parco si è pensato di riorganizzare i retri delle abitazioni tra Avisio e rio S.Pellegrino spostando gli orti attualmente presenti nel parco, orti che possono divenire orti urbani nel caso i proprietari delle aree siano interessati a mantenerli e/o dei giardini didattici. Si sono introdotte altre funzioni capaci di attivarlo, quali aree pic nic e aree gioco bimbi. Si è ritenuto inoltre necessario collegare il parco con le due piazze cittadine tramite un ponte a tre vie in carpenteria metallica e rivestimento ligneo, che diventerà non solo nuovo fulcro per la viabilità pedonale e ciclabile di Moena ma anche nuovo luogo dal quale godere di uno scorcio di grande fascino. Come per il parcheggio interrato anche per il percorso pedonale/ciclabile è stata posta molta attenzione rispetto l’inserimento ambientale e l’ecocompatibilità delle soluzioni presentate. Per i percorsi si è utilizzato ancora il cemento pigmentato rosso con tecnologia a riduzione della CO2, i tipici muretti in pietra sono stati mantenuti e dove già presenti e completati e messi insicurezza, per la piazzetta realizzata tra Avisio e Rio San Pellegrino è stata invece prevista una pavimentazione in granito bianco della Cima d’Asta, pietra locale facilmente reperibile in loco, adatta per esterni e dalla grandu durabilità. L’illuminazione è stata pensata a led a basso consumo energetico.

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pianta livello -5

3 Conclusioni Il progetto ha l’ambizione di volersi inserire in modo organico nel contesto di riferimento riconoscendo le valenze dell’area e inserendosi non come elemento estraneo ma come correzione e sottolineatura di potenzialità latenti. Tutte le scelte sono state volte all’ottimizzazione di tutti i fattori in gioco, funzionali, economici, trasportistici, di inserimento ambientale, di durabilità, manutenzione ed ecocompatibilità, consapevoli del fatto che ogni intervento architettonico richiede una trasformazione e una modifica del paesaggio ma che al contempo può e deve essere elemento altrettanto qualificante dello stesso.

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sezione

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sezione longitudinale

L'Infiorata di Genzano di Roma - Salvatore Consolazione

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La Tradizionale Infiorata di Genzano di Roma, si manifesta dall’insieme di petali sparsi alla rinfusa con la realizzazione di quadri di fiori sul selciato, disposti in modo tale da delineare opere d’arte, in cui ogni petalo racconta una storia.

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Manifesto

Il progetto del manifesto in questione vuole illustrare in sintesi, la nascita del tappeto floreale con alcuni simboli che passano dall’insieme caotico dei petali multicolori e si trasferiscono nella bandella verde sfumato (Tappeto di fiori sul selciato) che contiene il titolo sintetico della manifestazione “l’Infiorata”.

Il manifesto si completa con l’indicazione delle date e luogo della manifestazione.

Al piede del manifesto il posizionamento dei loghi di patrocini illustri.

University Stadium - DOME architecture

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The University Stadium is a University of Oporto’s infrastructure, built in the middle of the 50’s that stands presently in a considerably advanced state of degradation. The program of this project consists not only in the reabilitation of old sports’ assets (a rugby pitch, football field, training pitches, tennis courts and two multisport pavilions) but also achieves to implement new features (a headquarter with modern fitness rooms, administration, new sports fields, a hotel and a club house)

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main building entrance

The sports’ program proposed, in addiction to the pre-existing program, immediately influences the spaces’ organization and their articulation. Our proposal gives priority to a beneficial solar orientation for the new sport outdoor pitches (NW – SE).

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rehabilitation multisport pavilions

The first stage would consider a renewal of the public space (new parking areas) and the existing sports pavilion. The second stage consists mainly in the construction of a new main building for the club.

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public space along the roof and the pavilion

To avoid a new volume that would saturate the site, we designed it to be between the entrance area and the big pitch, with only two facades. The roof is used as public space, and it’s created a protected lower area around the building, free from the noise of the highways, surrounding the site.

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axionometry

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view from the rugby pitch

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inside the main building

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Elevation stadium stand

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section 2

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section 1

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elevation front

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axionometries: main building | pavilions

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plan

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plan 1

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birds eye pre-existing

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