L’ampliamento della Galleria Comunale d’Arte pone problemi complessi e delicati di inserimento di nuovi volumi e funzioni su una realtà architettonica ben definita nei suoi connotati ed indissolubile dal proprio contesto ambientale. Siffatta consapevolezza ha richiesto una attenta riflessione sui caratteri dell’unità edificio-ambiente esistente e la ricerca di una soluzione che non fosse percepita come semplice addizione, come protesi edilizia suppletiva e pronta al rigetto. L’obiettivo strategico è consistito nel perseguire una proposta d’inserimento dei nuovi volumi in grado di porsi come integrazione non mimetica, come ampliamento capace di interpretare la logica del progetto neoclassico ed il sistema di relazioni spaziali esistenti, senza tuttavia replicarne linguaggi, materiali e criteri compositivi. Una proposta autenticamente moderna ed allo stesso tempo rispettosa della preesistenza, di cui intende ampliare e non offuscare o stravolgere la memoria. Una architettura definita nella sua identità di masse volumi luci e colori dell’oggi, in grado di dialogare con il costruito storico senza dissolversi in esso.
Le indicazioni progettuali fornite dal bando di concorso riguardano principalmente due attività: ospitare grandi mostre e ampliare la funzione museale con spazi accessori e d’attrazione per il pubblico.
Con riferimento specifico ai caratteri dell’architettura della Galleria d’arte, ristilizzata alla maniera neoclassica da Ubaldo Badas negli anni trenta, ci è sembrato di individuare i segni forti della sua presenza nell’impianto simmetrico e assiale della pianta.
La nostra proposta rimarca l’assialità del corpo posteriore aggiunto negli anni sessanta del novecento, di scadente qualità compositiva, e lo sostituisce con un nuovo edificio a due piani che ne ricalca esattamente la forma e la dimensione.
Tale criterio progettuale produce un innesto che conferma la morfologia dell’edificio esistente, inserendosi in esso in modo molto familiare: una specie di filiazione che, nel mentre sostituisce il volume esistente al piano terra, lo sopralza di un piano in ampliamento verticale.
La proposta consente di ricavare al piano terra una grande sala per eventi e una serie di sale al piano superiore per ospitare le collezione permanenti della Galleria. Abbiamo ritenuto necessario rendere indipendenti la visita alla collezione storica e la partecipazione agli eventi contemporanei in quanto tale fruizioni richiedono differente attenzione e spazi espositivi.
La riuscita di uno spazio per eventi ed istallazioni richiede soprattutto una facile accessibilità, indipendenza funzionale e dei percorsi, dotazione di spazi accessori (sala conferenze, bar e foyer) e una qualità degli spazi espositivi con altezze non domestiche.
Infatti i visitatori delle collezioni temporanee hanno esigenze e tempi diversi, rispetto ai visitatori delle collezioni permanenti, contemplando queste ultime, anche necessarie funzioni didattiche e storiche del territorio di cui sono espressione . Si è cercato di differenziare lo spazio delle mostre temporanee attraverso l’uso di uno spazio a doppia altezza (circa 9 metri) sul quale si affacciano le sculture di Francesco Ciusa poste al primo piano.
Il nuovo volume assiale termina con una parete vetrata a doppia altezza, poggiata su di una vasca d’acqua che penetra parzialmente anche all’interno del museo: illuminazione, getti d’acqua a raso e rade alberature costituiscono lo scenario interno delle sale sulla testata del nuovo volume.
Aggregato ad L al volume assiale principale, è stato progettato un secondo volume a due piani in modo tale da costituire sia un’appendice funzionale alle sale museali sia un corpo indipendente. La sua collocazione, quasi obbligata data la poca area a disposizione, crea una corte aperta verso la rocca del Castello, un intimo giardino aperto, esposto a sud, quale naturale espansione delle nuove funzioni accessorie del museo come bar-ristoro e sala conferenze.
La soluzione proposta per l’illuminazione delle nuove sale espositive si è rivelata d’importanza fondamentale per la caratterizzazione della vocazione espositiva degli spazi. E’ noto che una sala per mostre temporanea ha necessità illuminotecniche completamente differenti da una sala tradizionale, dove l’illuminazione è rivolta soprattutto alle pareti. L’intero nuovo primo piano è stato illuminato dall’alto con luce naturale, ombreggiata, filtrata da vetri speciali anti UV e diffusa per l’intero soffitto, mentre la sala temporanea è stata illuminata da fonti di luce naturale e artificiale regolabili.
Sul piano costruttivo, i nuovi volumi sono stati trattati tutti con lo stesso materiale di rivestimento: una parete ventilata costituita da pannelli in alluminio pressofuso forati in modo da far passare sia la luce naturale sia quella artificiale prevista nell’intercapedine
Il flusso luminoso è stato graduato attraverso il variare delle dimensioni dei fori in modo da creare effetti di luce notturna e diurna. Sia all’interno della sala temporanea sia soprattutto all’esterno dell’edificio sarà possibile avere effetti luminosi per punti di forte attrazione per gli osservatori esterni.
La struttura dei nuovi corpi di fabbrica è prevista interamente in acciaio e impostata su un modulo progettuale di cm.150. Le tamponature sono previste in pannelli sandwich isolanti, vetro stratificato e rivestimento esterno in pannelli d’alluminio pressofuso su struttura metallica autonoma. Le parti basamentali e le pavimentazioni esterne della corte sono previste in pietra calcarea locale.
Gli impianti di climatizzazione sono stati previsti con canalizzazioni a soffitto e sala macchine ubicata nei locali interrati aerati.
© Archicons s.r.l. . Published on June 19, 2014.
2. Impianto distributivo e nuove funzioni
Il nuovo volume assiale contiene le sale espositive, mentre il volume laterale gli spazi accessori. La distribuzione studiata consente il collegamento interno di tutti gli spazi e la indipendenza funzionale garantita anche da accessi esterni separati per personale e visitatori. Mentre i visitatori accedono dall’ingresso storico della Galleria, il personale accede dall’area postica dove sono anche ubicati i parcheggi serviti da accesso carrabile dalla strada urbana. Le funzioni previste nel volume degli spazi accessori sono distribuite da ascensore e scala interna in modo tale che esse sono completamente autonome.
Particolare importanza è stata data alla movimentazione e conservazione di opere e allestimenti. Con ingresso dall’area a parcheggio è stato previsto un accesso diretto alla sala temporanea in grado di garantire qualsiasi necessità di spostamento d’opere ed istallazioni; inoltre per la movimentazione interna l’ascensore e le scale garantiscono i collegamenti con il piano interrato dove sono ubicati depositi e caveau.
Le funzioni previste nel volume assiale sono tutte di tipo espositivo. La sala per esposizioni temporanee al piano terra è una sala suddivisibile in diversi ambienti secondo necessità espositive o d’altra natura che saranno necessarie. Dalla sala temporanea si può accedere direttamente alla sala conferenze e all’area bar/ristoro. Al piano superiore invece i nuovi spazi espositivo sono previsti in diretta prosecuzione della Galleria esistente di cui costituiscono un ampliamento organico.
La nuova distribuzione ha confermato la sequenza degli spazi espositivi delle collezioni storiche che si svolgono al piano terra ed al primo piano del polo museale, aggregando ad essi le nuove funzioni accessorie.
Al piano terra sono stati ubicate: la sala conferenze, le aule didattiche, e l’area bar-ristoro , mentre al primo piano trovano posto la sala biblioteca e gli uffici amministrativi.
Al primo piano del volume accessorio, in diretta comunicazione con le sale espositive, è stato progettato un particolare corridoio d’accesso che conduce i visitatori direttamente alle grotte nella rocca del Castello.
I depositi ed il caveau sono stati ricavati nel piano sotterraneo sotto il volume per gli spazi accessori e sono raggiungibili dal foyer al piano terra attraverso scale e ascensore.
In sintesi i nuovi spazi previsti e le nuove funzioni introdotte consentono di:
- rispettare la collocazione della collezione Ingrao;
- rispettare la collocazione delle opere al primo piano;
- ampliare la dimensione della collezione sarda spostata al primo piano;
- ampliare la dimensione della biblioteca e spostata al primo piano;
- realizzare la sala espositiva suddivisibile per esposizioni temporanee al piano terra.
- prevedere al piano interrato depositi e caveau serviti da scale e ascensori con ingresso sia dall’interno che dall’esterno dell’edificio;
- inserire spazi per la didattica e la divulgazione e una sala conferenze al piano terra;
- introdurre uno spazio per bookshop ed uno spazio per bar/ristoro con apertura sulla corte interna;
- mantenere la biglietteria e punto Info negli attuali spazi d’ingresso;
- prevedere uffici amministrativi al primo piano, con accesso diretto dall’esterno e parcheggio per 10 posti auto e riprogettazione dell’accesso alla palazzina dell’Assessorato, sostituendo le rampe esistenti con un ascensore;
- prevedere un accesso diretto dal museo alle grotte con un percorso in quota che mette in comunione le due grotte;
- prevedere un accesso a tutte le sale per i portatori di handicap motori.
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3. Collezioni, Mostre temporanee e percorsi
I nuovi corpi aggiunti s’inseriscono in ampliamento nei percorsi esistenti della collezione stabile e creano un nuovo percorso per le sale temporanee e per le grotte.
In particolare l’accesso alle sale temporanee al piano terra avviene dall’ingresso principale attraverso la biglietteria e la sala Boccioni. Il percorso d’accesso prevede inoltre un passaggio attraverso un nuovo spazio di distribuzione, illuminato con luce naturale, dal quale si accede alle sale temporanee oppure al lungo spazio/percorso destinato a bookshop che conduce alla zona bar-ristoro, alla sala conferenze e alle sale per didattica e laboratori.
Le collezioni della Galleria sono state mantenute nella loro collocazione attuale per quanto riguarda la collezione Ingrao al piano terra e le collezioni storiche ubicate al primo piano. Sono state invece spostate al primo piano sia la collezione sarda, sia la sala scultura.
La collezione sarda è stata ampliata e posta centralmente dopo la sala Depero, mentre la galleria delle sculture è stata posizionata in sequenza, intorno al vuoto a doppia altezza della sala temporanea ed in vicinanza della parete vetrata di testata del nuovo volume. In tal modo le sculture potranno essere viste anche dalla sala temporanea.
Dalla sala delle sculture un percorso diretto conduce alla passeggiata della rocca e alle Grotte attraverso uno spazio preparatorio caratterizzato da una luce molto filtrata dai pannelli di rivestimento.
In sintesi i percorsi delle collezioni storiche del piano terra e di quelle del primo piano non sono stati alterati, gli innesti dei nuovi percorsi avvengono al piano terra dalla sala Boccioni e al primo piano dalla sala Depero. Un’ipotesi che migliora il flusso dei visitatori nelle sale temporanee, prevede di spostare la sala Boccioni al primo piano, in successione alla sala Depero e prima della sala sarda, destinando cosi la sala liberata al piano terra a bookshop e foyer. Purtroppo tale spostamento non è stato consentito dal bando di concorso ma una riflessione ulteriore, se del caso, potrebbe riconsiderarlo.
Il carattere dello spazio nelle nuove sale è quello tipico degli ambienti espositivi moderni: pavimenti in parquet, pareti bianche e soffitti luminosi e/o luci artificiali diffuse. Per evitare un eccessivo senso di chiusura è stata aperta un’intera parete vetrata nella testata esposta a nord e operati alcuni tagli vetrati senza affaccio all’esterno, schermati dal rivestimento architettonico forato dell’edificio.
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4. Sistemazioni esterne e inserimento nel contesto
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Il tema che ci si pone è come determinare un’estensione contemporanea della galleria Nazionale d’arte in risposta alle nuove esigenze di spazio ed in armonia con le condizioni paesaggistiche stringenti. La proposta progettuale si traduce nell’inserimento di nuovi volumi autenticamente moderni ed allo stesso tempo in grado di integrarsi nel paesaggio della rocca di Castello. Al riguardo, abbiamo considerato che l’attuale presenza architettonica è indissolubile dal proprio contesto ambientale, per cui il progetto tiene conto dell’impatto che i nuovi innesti determinano su l’intero sito, sull’unità edificio-ambiente.
Per tale motivo è stata ricercata una soluzione che non fosse percepita come semplice addizione, come irruzione di una protesi edilizia suppletiva e pronta al rigetto. L’obiettivo strategico è consistito nel perseguire una proposta d’inserimento dei nuovi volumi in grado di porsi come ampliamento capace di interpretare la logica del progetto neoclassico ed il sistema di relazioni spaziali esistenti, senza tuttavia replicarne linguaggi, materiali e criteri compositivi.
Gli elementi di interrelazione fra l’architettura nuova, la preesistenza ed il contesto ambientale è assicurata dalle soluzioni compositive e distributive, ed allo stesso tempo dalle scelte tecnologiche ed estetiche. L’involucro tecnologico dell’edificio, dai toni tenui come l’intensità dei colori del costone stesso, è costituito da una pelle metallica forata da cui fuoriesce in alcune parti della vegetazione del tipo muschio, licheni e altre specie di piante che in maniera discreta e poco invasiva richiamano le vegetazioni spontanee presenti lungo il costone. La presenza di tale vegetazione vuole rappresentare la metafora del difficile rapporto che l’architettura instaura con il passare del tempo e con il paesaggio circostante.
La stessa pelle inoltre è retroilluminata con sistemi a led che consentono ai nuovi volumi di mettersi in evidenza negli orari notturni sia attraverso il cono ottico di via San Vincenzo, sia dalla rocca del Castello. La trasparenza delle vetrate nel prospetto nord dell’edificio intende aprire il contenuto del museo alla città, oltre a garantire illuminazione diretta alle sale delle sculture e delle mostre temporanee durante il giorno.
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Le distanze e l’altezza dei nuovi volumi, oltre a rispettare i valori indicati nelle norme di attuazione del Piano Quadro del Centro Storico (Art. 9) e le norme di attuazione del Piano Particolareggiato del Centro Storico (Art 29), rispettano inoltre il rapporto con gli edifici preesistenti, in particolare l’edificio storico.
Un ulteriore aspetto fondamentale, oggetto di studio, è stato il rapporto tra l’ampliamento delle nuove sale espositive e gli ambienti delle gallerie nella rocca. Tale collegamento avviene direttamente tramite un corridoio esterno alla biblioteca che simula un dromos e che funge da protezione esterna di accesso alle grotte.
Inoltre, nella sistemazione esterna, si è pensato di realizzare una passeggiata panoramica in aderenza al costone, che risolvesse il problema del salto di quota tra il livello del piano terra ed il livello del punto di ingresso alle grotte, secondo criteri atti a creare un rapporto estetico e funzionale dei fruitori con il costone della rocca stessa: l’elemento naturale come parte integrante del processo espositivo e museale.
Lo studio del verde e la presenza dell’acqua dinanzi al prospetto nord dell’ala espositiva sono ulteriori elementi naturali che intendono coinvolgere la sensibilità degli utenti. Una barriera vegetativa composta da elementi arborei ed arbusti aromatici avrà la funzione mitigatrice di protezione della vista dell’area a parcheggio dagli utenti del museo.
In particolare l’utilizzo di arbusti quali il lauroceraso o l’artemisia arborescens, alternati ad alberi di Tilia tomentosa, garantiscono una protezione visiva completa ed una variabilità di colori durante l’anno che spaziano dal verde chiaro al rosso bordeaux, la cui composizione sarà ulteriore spettacolo visivo per i fruitori della galleria.
La volontà di concentrare nei pressi della corte centrale le funzioni del bookshop, del bar con i tavolini, dell’internet point e della sala conferenze consente nei mesi estivi di estendere gli spazi fruibili anche all’esterno.
La scelta di inserire un canneto di bambù al centro della corte e dinanzi la sala conferenze serve da un lato per motivi ornamentali attraverso piante sempreverdi a bassissima manutenzione, da un altro lato da barriera visiva per coloro che intendono raggiungere la passeggiata di accesso alle grotte rispetto ai fruitori della sala. La corte all’aperto, intesa come spazio intimo di espansione per gli eventi del museo.
I fattori che hanno determinato la scelta delle specie vegetali sono così sintetizzabili:
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1. fattori botanici e fitosociologici: le specie prescelte sono individuate prevalentemente tra quelle autoctone, sia per questioni ecologiche, che di capacità di attecchimento. Le specie arboree ed arbustive fanno riferimento quasi esclusivamente alle associazioni vegetazionali di tipo mediterraneo;
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2. criteri ecosistemici: le specie sono individuate in funzione della potenzialità delle stesse nel determinare l’arricchimento della complessità biologica;
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3. criteri agronomici ed economici: gli interventi sono calibrati in modo da contenere gli interventi e le spese di manutenzione futura (potature, sfalci, irrigazione, concimazione, diserbo).
L’utilizzo dei materiali e delle tecnologie scelte per le sistemazioni esterne sono volti inoltre alla riduzione del fenomeno dell’isola di calore, così come richiesto sia dal protocollo ITACA, che dagli standard Leed.
In particolare le scelte effettuate seguono le indicazioni della Environmental Protection Agency americana ( EPA):
1. aumento delle aree verdi
2. raffreddamento dei tetti degli edifici
3. raffreddamento delle pavimentazioni, dei tetti/giardino, dei balconi attraverso l’utilizzo di materiali chiari e superfici drenanti.
Tali problematiche sono state risolte in tale maniera:
1. nell’area esterna circostante i nuovi volumi è stata realizzata un’estensione delle aree a verdi nettamente superiori a quelle attualmente presenti. Tale soluzione consente una riduzione delle temperature medie presenti ed un aumento della superficie drenante;
2. il tetto dei nuovi volumi prevede l’utilizzo di guaine fotocatalitiche sopra la galleria espositiva e di strato vegetativo per tetti verdi a base di sedum sopra l’edificio servizi, al fine di consentire l’ossidazione e la decomposizione delle sostanze inquinanti organiche e inorganiche in sali minerali innocui. (nitrati di sodio NaNO3 o carbonati di calcio CaCO3) e ridurre l’emissione in aria di CO2;
3. il raffreddamento delle pavimentazioni esterne è stato perseguito attraverso l’uso di colori molto chiari, quali il cemento bianco, ed una particolare attenzione all’aumento di zone a prato con la presenza di alberi in grado di aumentare le zone di ombreggiamento della superficie irradiata.