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Tennyson 146 - David Dana

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Each environment has a basic responsibility to its users: to satisfy and comfort them. This house needed an innovative furniture intervention in its main area. The solution was a subtle, dignified and elegant approach, a fusion of traditional Mexican craftsmanship with contemporary materials. Through the use of: concrete, white cement, metal, marble & wood we achieved a cutting edge shift to the current scheme of furniture design.

David Dana — Tennyson 146

David Dana — Tennyson 146

David Dana — Tennyson 146

David Dana — Tennyson 146

David Dana — Tennyson 146

David Dana — Tennyson 146


Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso - Archicons s.r.l.

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Stato di fatto L’architettura del complesso Il complesso della cattedrale di San Paolo in Aversa, costituito dalla chiesa e dal campanile, occupa il lato orientale della piazza omonima, nel centro antico della città. Eretta nella seconda metà del secolo XI ad opera dei re normanni, durante i suoi 10 secoli di storia ha subito rimaneggiamenti e trasformazioni che ne hanno alterato l’antico aspetto originario, soprattutto a causa dei danni conseguenti ad eventi sismici. La facciata, in stile barocco, è dovuta agli interventi d’inizio Settecento. L’attuale campanile è stato costruito sul finire del ‘400, dopo che il campanile precedente era stato demolito. Terminava con un’alta cuspide piramidale, crollata nel 1694, ed è collegato alla chiesa da un ponte costruito nel 1733.

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Lo stato di conservazione Sia la facciata principale, sia quella laterale della chiesa, comprendendo anche quella del transetto orientale, presentano un avanzato stato di degrado. Gran parte delle superfici rifinite ad intonaco, a causa del perdurare di problemi inerenti la cattiva regimentazione dell’acqua piovana, e la mancata protezione di gran parte delle cornici, per una scarsa manutenzione negli anni, presentano vistose macchie di umidità, rigonfiamenti e distacchi; l’umidità ascendente riguarda tutta la parte bassa del prospetto laterale. Il campanile è senz’altro il corpo maggiormente dissestato, presenta un vasto quadro fessurativo che attraversa verticalmente i vari ordini in corrispondenza dei vani di apertura, mentre il paramento murario a faccia vista si presenta ampiamente alterato e degradato. Gli orizzontamenti interni, in legno, sono in parte crollati e sempre inefficienti, comunque carenti. I cedimenti vanno ascritti alla diminuita resistenza della base fondale costruita o di una sua parte, il che ha determinato un nuovo equilibrio nella interazione campanile-fondazione-terreno, a seguito della interruzione muraria costituita dalle fessurazioni verticali che percorrono il campanile lungo il suo intero sviluppo. Altri fattori di vulnerabilità sono: i vincoli asimmetrici sulle murature alla base (ponte ed edificio in corrispondenza del primo ordine); la presenza di aperture significative a tutti i livelli (tranne il primo, basamentale); le alterazioni e parziali distruzioni della volta a crociera e della muratura sul fronte sud in corrispondenza del primo livello; l’assenza o la carenza di un sistema completo ed efficiente di catene o cerchiature; la esistenza di una cella campanaria fortemente dissestata e degradata; il degrado delle strutture lignee ancora presenti.

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Progettazione

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Restauro dei fronti della chiesa Il progetto è stato richiesto dalla impresa a seguito della bocciatura, da parte della Soprintendenza, della proposta avanzata in sede locale dai professionisti della Curia. I lavori richiesti riguardano i fronti ovest e sud della chiesa. Gli interventi, distinti secondo sette tipologie operative, hanno carattere conservativo e puntano a restituire all’opera il suo aspetto decoroso. Essi consistono nella rimozione e sostituzione degli intonaci dei fronti laterali, nella pulizia, il consolidamento, la stuccatura e la protezione delle superfici lapidee del fronte principale, nel restauro delle cornici e delle coperture, nell’attintatura delle superfici intonacate, degli infissi in legno e di tutte le opere in ferro.

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Consolidamento e restauro del campanile

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Il progetto ha previsto il consolidamento delle fondazioni attraverso perforazioni sul masso fondale ed iniezione di miscela cementante, composta da acqua, calce idraulica, filler carbonatici, sabbia molto fine e resina epossidica quale additivo, al fine di ottenere una idonea viscosità. Le iniezioni a bassa pressione sono state effettuate dal basso in alto, tramite pompa provvista di manometro. Ad intervento effettuato sono stati estratti campioni di materiale consolidato e sottoposti a prove di laboratorio, per verificarne le caratteristiche chimico-fisiche e meccaniche. Nelle zone anche ristrette con manifestazioni di dissesto (schiacciamento, presso flessione) si è proceduto con una pressione non troppo elevata, interessando prima le parti più danneggiate e in seguito le rimanenti zone, utilizzando pressioni crescenti. In aggiunta alla verifica delle catene esistenti si è proceduto alla applicazione di tiranti metallici in corrispondenza dei diversi ordini della struttura scatolare a pianta quadrata. Le nuove catene sono state poste in opera in corrispondenza dell’intradosso dell’impalcato del secondo ordine, con un’adeguata presollecitazione, in modo da assorbire parte dell’azione spingente. Le piastre di ancoraggio non sono state incassate, sia per evitare ogni danno alle strutture murarie sia per evitare ogni inutile occultamento dell’intervento, che va invece esibito e storicizzato. La risarcitura della muratura è stata ottenuta per mezzo della parziale sostituzione del materiale con la tecnica della sostruzione muraria o anche del cosiddetto “scuci e cuci”. I materiali particolarmente fratturati e degradati, al punto da essere irrecuperabili ed incapaci di assolvere la funzione statica, ovvero meccanica, sono stati ripristinati con materiali tufacei simili a quelli esistenti (tufo casertano ocra) ed in ogni modo compatibili per natura e dimensioni. Si è quindi provveduto ad assicurare la continuità strutturale del manufatto attraverso interventi localizzati di iniezioni di miscele leganti e di iniezioni armate. Le fessure che interessano le murature, in particolare quelle passanti, sono state risarcite risarcite con la tecnica tradizionale del ripristino del contrasto con elementi (scaglie) di materiale lapideo o in laterizio e con iniezioni di miscela a base di calce additivata. Qualora i collegamenti tra gli elementi murari si presentano deteriorati (per la presenza di lesioni) o particolarmente scadenti, si possono realizzare ammorsamenti tra parti adiacenti o tra murature che si intersecano, con blocchi di materiale identico o simile a quello rimosso e sostituito. Si è quindi provveduto al consolidamento della volta in muratura della volta in muratura attraverso la ricostruzione delle parti mancanti in sottosquadro, con conci di tufo e malta di calce idraulica, con applicazione sull’estradosso di fibre di materiali in FRP. I solai lignei non più esistenti sono stati ricostruiti con struttura portante in poutrelles metalliche e soprapposta base in tavolato di legno. I solai lignei in cattivo stato di conservazione sono stati restaurati con integrazioni in poutrelles metalliche e tavole di legno, reipiegando le travi di castagno originarie. Infine si è proceduto al consolidamento del ponte di collegamento campanile-cattedrale.

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Restauro delle superfici e dei materiali Dopo aver consolidato la struttura del campanile, si è proceduto ad interventi di: pulitura, consolidamento e protezione dei paramenti lapidei in tufo; trattamento delle croste nere sulle superfici lapidee; al restauro del basamento e dei materiali di spoglio in materiale lapideo di tipo calcareo; al restauro e protezione delle superfici lapidee all’aperto; al restauro di cornici in materiale tufaceo; alla ristilatura dei giunti.

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Altri interventi Consolidata la volta del primo ordine, si accederà ai livelli superiori attraverso il ponte di collegamento con la chiesa e successivamente tramite una scala in acciaio e legno che conduce fino alla quota di copertura della torre campanaria. Si è inoltre previsto il consolidamento della struttura lignea che regge le campane, il restauro dell’orologio civico. Il campanile inoltre è stato dotato di un nuovo impianto di illuminazione.

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Archicons s.r.l. — Restauro della cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Río Tíber Mixed Use Building - David Dana

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Most Mexican citizens define the heart of our city as the “Angel de la Independencia” without a doubt this landmark is one of the most respected and most centralized. This area currently has the biggest buildings occupied by prestigious firms and is currently experiencing major developments. This particular project is located 3 blocks from el Angel de La Independencia at Rio Tiber street # 78. The site is currently occupied by GRUPO ITISA; After they decided to move to a new building they opened a dialogue with multiple architects concerning what could be done in the old one. TDDA was hired and given the challenge of proposing an innovative contemporary building that would resemble as the most successful design in the area. The following images describe our design approach.

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

David Dana — Río Tíber Mixed Use Building

Scuola materna e scuola primaria ad Olbia - Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu

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Riempire un vuoto urbano, come si legge nell’introduzione al concorso per la “progettazione per lavori di costruzione di una scuola materna e di una scuola primaria”, rappresenta per i tecnici una sfida interessante e raccogliere tale sfida pone una serie di problemi riguardo all’articolazione degli interventi, i quali devono stabilire nuove gerarchie e attribuire nuovo significato all’edificato, senza però compromettere l’identità dell’insediamento esistente. Il contesto di intervento rappresentato dalla vasta area che racchiude l’Istituto Comprensivo, è privo di coerenza architettonica e necessità di una progettazione organica dei plessi scolastici. Scuola elementare e scuola media esistenti appartengono ad epoche di realizzazione differenti perciò non sono frutto di uno studio complessivo ma episodi isolati oggetto nel tempo di trasformazioni disomogenee.

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Corte

Alla luce di questo il presente bando appare come un occasione unica per riuscire riqualificare l’intero complesso scolastico. Il filo conduttore che ha guidato le scelte progettuali è certamente improntato alla linearità e semplicità costruttiva che conferisce a tutto l’intervento pulizia costruttiva e una distribuzione degli spazi semplice e chiara. Le tavole di progetto mostrano volumi squadrati e netti molto luminosi e questo li pone in forte contrasto con le cromie scure e poco qualificanti dei fabbricati preesistenti. È chiaro che voler dialogare con tali preesistenze senza interventi progettuali sugli stessi risulta poco probabile come pure il voler improntare la progettazione dei nuovi fabbricati basandosi su un contesto privo di qualità architettoniche. Ecco quindi che i volumi sono bianchi e semplici contro le forme a volte troppo contorte e dai colori scuri della scuola media. In questo senso l’utilizzo di grandi facciate trasparenti e percorsi esterni riparati dalle intemperie e dal forte soleggiamento, vuole portare ad un maggior rapporto tra interno ed esterno il quale come è visibile dalle viste di progetto, è stato riqualificato e messo a disposizione degli utenti. Gli ambienti sono quindi aperti, luminosi e si espandono facilmente verso l’esterno e verso le zone comuni spesso utilizzate per le attività libere come è il caso della scuola materna, in cui le tre aule principali si aprono attraverso pareti mobili verso un ampio corridoio vetrato. La luminosità del bianco dei volumi è interrotta in numerosi episodi da campiture di giallo e arancio che si ripresentano in entrambe le scuole a voler sottolineare un filo comune che lega tra loro i due fabbricati sebbene distinti per forma e funzione. Tali colori si ritrovano all’ingresso delle aule didattiche o degli spazi di gioco, o anche all’esterno come nel caso della facciata ovest della nuova scuola primaria, in cui gli stipiti delle finestre delle aule sono di colore arancio ottenuto con l’uso di carter metallici verniciati o le porzioni di muratura che esternamente delimitano gli spazi destinati alle sezioni nella scuola materna. L’arancio e il giallo, indicano gli ambienti scolastici e rimarcano i principali percorsi a terra. La semplicità si ritrova anche nella tecnologia di questi fabbricati. L’ossatura degli stessi è composta di materiali semplici, tipici e fortemente legati alle tecnologie di uso più comune in tali zone, senza andare a perseguire obbiettivi architettonici troppo ambizioni e per questo slegati dal tema del bando. Ciononostante, la pelle che costituisce tutti i corpi di fabbrica sebbene si presenti con una superficie dall’aspetto familiare riserva comunque sorprese, nascondendo una stratificazione muraria altamente tecnologica e performante. Infine i percorsi ben evidenziati nelle tavole di progetto specie nelle piante in scala 1:500 e nei render schematici che evidenziano la volontà di garantire percorsi i più brevi possibili e per questo diretti vista anche la vastità dell’area. Questi sono gli assi generatori del progetto che si ripropongono sia al piano terra che al piano primo mettendo in comunicazione tra loro tutti i fabbricati scolastici.

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Atrio

Scuola primaria

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

L’area interessata dal concorso in cui è stato previsto l’ampliamento della Scuola Primaria è stata occupata fino al 2009 da un complesso di cui facevano parte oltre al fabbricato esistente, due corpi di fabbrica ora demoliti, a causa della presenza di amianto. La superficie residua in seguito alla demolizione è risultata pari a circa 1800 mq. Scopo del progetto è riempire tale vuoto prevedendo un insieme coordinato di interventi di riqualificazione che principalmente consistono in un ampliamento della scuola con un nuovo edificio e la riorganizzazione degli spazi di pertinenza esterni da rendere fruibili agli scolari, sia per attività di svago, sia per attività didattiche. La scelta progettuale è orientata allo scopo di separare fisicamente l’edificio esistente dall’ampliamento, pur mantenendo le connessioni necessarie, per creare una corte interna completamente permeabile, alla quale possano accedere sia gli scolari che utilizzano gli spazi didattici nuovi, sia quelli posti nell’edificio esistente; un luogo che si immagina possa essere di gioco e di svago per bambini durante il bel tempo. Come conseguenza di questa scelta si è optato per riorganizzare anche l’accesso al plesso scolastico, in modo da spostare l’ingresso alla Scuola nel nuovo fabbricato, attraverso un foyer in doppia altezza che con una grande vetrata schermata dai raggi solari si affaccia verso la nuova corte. Attraverso l’utilizzo del passaggio soprelevato e chiudendone la sua proiezione a terra si sono collegati tutti gli edifici facenti parte del comprensorio, sia al piano terra, sia al piano primo. La chiusura del cortile con una parete vetrata sul lato nord e con un muro sul lato sud permette inoltre di separare fisicamente lo spazio esterno dedicato alla Scuola Media da quello dedicato alla Scuola Primaria. In questo senso lo spazio di gioco alberato che si viene a creare, resta un luogo esclusivo e sicuro dedicato ai bambini della Scuola Primaria. Architettonicamente il nuovo corpo di fabbrica in ampliamento è un parallelepipedo regolare, il cui lato lungo corre parallelamente alla prosecuzione di Via Svizzera, in perfetto allineamento con l’edificio ospitante la Scuola Media. Lungo i lati corti sono state posizionate le uscite e le scale di sicurezza, e il vertice sud è posizionato in corrispondenza del punto in cui il passaggio soprelevato cambia direzione per collegare la scuola media con la primaria. Si è data molta importanza ai percorsi sia interni che esterni, e la scelta di avere un volume semplice permette di organizzarli in maniera chiara e intuitiva, anche per i bambini. Le pavimentazioni interne realizzate in resina, così come la scala, avranno una colorazione diversa per caratterizzare i percorsi dagli altri spazi, ed esternamente delle pensiline guideranno i bambini, ma anche insegnanti e genitori, all’interno della scuola al di sotto di una copertura utile sia nelle giornate calde, sia in quelle di pioggia. Il disegno degli spazi esterni, sia a terra con diversi materiali (cemento dilavato e ghiaia) per definire percorsi principali e secondari, sia in quota con leggere pensiline di collegamento in acciaio, andranno a creare un filtro che, seppur permeabile, indica chiaramente la funzione “speciale” del cortile. Nelle giornate di pioggia inoltre nel nuovo edificio si potrà utilizzare l’atrio come luogo di giuoco e socializzazione per i bimbi e spazio di sosta ed attesa per i genitori. L’assistente, nella bidelleria subito all’ingresso, potrà facilmente avere un controllo sugli ingressi alla Scuola ed indicare a chi entra dove sono localizzate le funzioni principali degli edifici collegati tra loro. Sebbene nell’edificio esistente sia in progetto la realizzazione di un ascensore, si è scelto di realizzarne un altro all’ingresso del nuovo fabbricato per non allungare troppo i percorsi dei disabili che fruiranno degli spazi didattici. Il blocco aule corre longitudinalmente all’edificio e affaccia nel lato ovest in modo che la luce diretta, particolarmente fastidiosa nei mesi piu caldi, si presenti all’interno degli ambienti solamente in tarda mattinata. La ripartizione della facciata ovest, effettuata per mezzo di aperture verticali, strette e alte, permette di oscurare ancora di piu il sole dalle ore 12:00 sino al primo pomeriggio. In tal modo si riesce a fornire prevalentemente luce diffusa agli ambienti didattici, scelta consigliabile sia per non affaticare la vista e migliorare la qualità dell’irraggiamento luminoso interno, sia per ovvi fattori climatici.

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Scuola materna

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

La scuola materna è invece situata nell’area posta a sud prospiciente via Civitavecchia. In questo lotto, che attualmente è un retro inutilizzato della scuola media, si è scelto di inserire l’edificio in maniera baricentrica, sia per mantenere, come da normativa, le distanze minime dagli altri edifici che dai confini, sia per circondare la materna di spazi esterni verdi, didattici e di gioco. Gli accessi alla scuola saranno entrambi su via Civitavecchia. Quello a sinistra sarà l’ingresso principale alla scuola e quello a destra un ingresso secondario per mezzi di soccorso, o più semplicemente per i mezzi dei manutentori del verde e dell’edificio stesso. Il corridoio di ingresso non è altro che la prosecuzione del percorso che attraversa longitudinalmente tutto il comprensorio scolastico, unendo le tre scuole: materna, elementare, media. Da questo corridoio si accede longitudinalmente al blocco servizi, composto da: una stanza per gli assistenti, situata di fronte all’ingresso per poter controllare meglio l’afflusso di persone all’interno dei locali scolastici, i bagni per il personale e per gli insegnanti, spazio mensa, aule laboratorio, lavanderia e un locale tecnico. Il blocco sezioni invece, posto ortogonalmente al precedente, si dispone al centro dell’area di progetto. Le sezioni sono organizzate in base a una semplice e pratica aggregazione delle funzioni secondo un chiaro schema geometrico facilmente leggibile da bambini e insegnanti. Dal corridoio si entra in uno spazio spogliatoio arredato con armadietti e contenitori individuali per vestiti, scarpe. Dallo spogliatoio si può passare direttamente nelle aule oppure entrare nei servizi igienici per lavarsi le mani e prepararsi alle attività della giornata. Il lungo corridoio di accesso alle sezioni affaccia e prende luce dall’orto didattico. Qui i bambini possono imparare la coltura di ortaggi veri, piantare i semi e vederli gradualmente trasformarsi in piante imparando ad osservare la natura, i suoi ritmi lenti e perfetti, il ciclo delle stagioni ed a raccogliere i frutti di questo lavoro. In questo modo possono cimentarsi in un’attività manuale che li stimola a sperimentare e sviluppare nuove abilità e attitudini, scoprire il mondo delle piante, fare esperienze concrete e sul campo, che si rivelano rilassanti e istruttive, lavorare in gruppo, coinvolgendo anche i bambini diversamente abili. Architettonicamente l’edificio è pensato come un grande padiglione vetrato; le pensiline aggettanti sono l’elemento esterno di spicco; esse coprono le terrazze e i camminamenti, creano luoghi di meditazione e mediazione tra esterno ed interno, poiché con le loro ombre smaterializzano le pareti dando una sensazione di galleggiamento dei tetti. L’aggetto delle coperture, di circa 2 metri di profondità garantisce un buon ombreggiamento estivo e un riparo dalla pioggia, un “ombrello protettivo” che concorre a determinare il carattere accogliente dell’edificio. Tutte le zone della Scuola, sia interne che esterne sono facilmente sorvegliabilii dagli insegnanti; in particolare dalle grandi vetrate delle aule si possono tenere d’occhio tutte le aree gioco esterne, abbastanza grandi perché i bambini non si sentano mai isolati o rinchiusi; per i mesi primaverili ed estivi, ma in generale durante tutte le belle giornate durante l’anno, le finestre vetrate che corrono attorno al cortile rimangono completamente aperte, annullando il classico confine fra interno ed esterno. In una scuola del genere non si registreranno episodi di bullismo perché la struttura aperta impedisce ai bambini di essere separati e isolati. Non ci sono angoli nascosti o posti senza via di fuga, dove può accadere qualcosa che sfugge al controllo degli insegnanti. Altra peculiarità del progetto è rappresentata dallo studio delle varie destinazioni d’uso degli spazi presenti e di come questi ben si relazionino con lo spazio esterno con i quali dialogano non solo visivamente ma anche fisicamente. Tutti gli ambienti sia quelli destinati ad attività didattiche che non, sono ampi e luminosi e realizzati in molti casi anche con misure abbondanti rispetto alle prescrizioni minime stabilite dalle norme tecniche di settore. La scuola materna organizzata in 3 sezioni di 24 alunni ciascuno è dotata oltre che di mensa coi relativi servizi anche di 2 aule didattiche destinate a laboratorio informatico e aula di inglese ormai materie obbligate nelle scuole materne. Una peculiarità di questo fabbricato è che alcuni di questi spazi risultano modulabili dimensionalmente attraverso l’utilizzo di parete mobili fonoisolate. È il caso proprio del laboratorio informatico dell’aula di inglese e della mensa che possono esser facilmente unite a formare un ambiente unico da destinarsi a piccole manifestazioni dei bambini come recite o altro.

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Lorenzo Giovanni Soro, FRANCESCO PES, Francesco Cossu — Scuola materna e scuola primaria ad Olbia

Centro Civico di Milano - Arch. Santo Curcio

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Il progetto del Centro Civico indetto dal Comune di Milano nella Zona di decentramento 9, è ubicato all’interno del Giardino “la Biblioteca degli Alberi”. Il complesso sarà parte integrante del piano di riqualificazione urbanista del programma Integrato d’intervento Garibaldi Repubblica, preposto al potenziamento e ultimazione delle attrezzature di quartiere dedicate alle nuove aree residenziali limitrofe come le torri “Bosco Verticale”. Nell’area sono stati realizzati spazi culturali e di servizio al cittadino esempio l’Incubatore per l’Arte, la Casa della Memoria e il nuovo Palazzo della Regione Lombardia. Il C.C. oggetto del concorso, ubicato in prossimità dell’unico accesso carrabile di Via Vico De Castillia, funge da elemento di connessione con le nuove destinazioni d’uso del quartiere, è pensato con il fine di rappresentare la nuova porta d’accesso dei futuri giardini di Porta Nuova. Il Giardino la “Biblioteca degli Alberi”, ospite del lotto di 700 mq scelto, è composto da un sistema di percorsi che collegano i vari punti di accesso tra il parco, le principali rete viarie e la rete di trasporto pubblico del Comune di Milano. Partendo dal mosaico dai percorsi dei futuri giardini di Porta Nuova e tendo conto della geometria del lotto, nonché dalle distanze minime con gli edifici limitrofi previste dal bando (10m), è stata concepita la genesi di progettuale. Sovrapponendo gli assi dei principali accessi al parco, i percorsi secondari interni e il perimetro del lotto, è stato definito lo schema planimetrico di base del futuro C.C. (Fig.1/2).

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Dall’analisi delle linee guida del documento preliminare alla progettazione fornito dall’ente banditore, è stato individuato lo schema distributivo dei principali ambienti interni scelti dal programma di progettazione partecipata intercorsa tra il Consiglio di Zona e i cittadini. Il complesso è pensato per facilitare l’accesso ai diversi fruitori della struttura, in particolare gli anziani e i diversamente abili. Le rampe al piano terra garantiscono l’abbattimento delle barriere architettoniche tra i diversi livelli di quota sul perimetro dell’edificio il piano di calpestio del Centro Civico posta ad una quota variabile compresa tra i 18 cm e 100 cm. Le destinazione d’uso dei volumi del complesso polifunzionale si sviluppano su due livelli. Al piano terreno (Fig.3) sono poste le attività dedicate ai cittadini (uffici consulenza, uffici informativi e uffici dedicati agli immigrati per 146 mq lordi), l’auditorium (sala conferenze, spettacoli, concerti e eventi per 188 mq lordi) e il centro diurno per anziani (per 97 mq lordi) distribuiti attorno all’Open Space (per 104mq lordi) che funge da raccordo tra le varie funzioni ed attività del Centro Civico.

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Fig.1/2

Quest’ultimo è concepito come una “piazza coperta” o “piccola galleria” sempre accessibile a disposizione dei fruitori del Giardino, ospita i collegamenti verticali, l’ascensore e la scala, garantendo il collegamento con il piano primo (Fig.4). Tale livello ospita il centro diurno per adolescenti (per 87mq lordi), la sala lettura comprensiva di consultazione telematica e multimediale (per 96mq lordi), l’ambiente flessibile (per 73mq lordi) destinato a varie attività e il punto ristoro (cucina di quartiere, bar e sala ristorante per 119mq lordi) pensato come “belvedere” con affaccio sul Giardino “la Biblioteca degli Alberi” e sulla Torre UNICREDIT. Le superfici dello schema distributivo del Centro Civico rispettano la superficie massima lorda prevista dal bando che è di 900 mq.

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Fig.3

L’Open Space è protetto da una copertura piana solare sostenuta da una “selva” di alberi urbani in acciaio, intesi idealmente come una “foresta” che si staglia liberamente tra i volumi polifunzionali (Fig.6). Particolare attenzione è stata data ai materiali e alle soluzioni tecnologiche preposte a garantire l’eco-sostenibbiltà, l’abbattimento dei consumi energetici e l’impatto ambientale. L’involucro dei prospetti, rivolto su tre lati verso il parco, è composto da materiali naturali come il legno, i pannelli composti da listelli di pietra naturale e dai pannelli di verde verticale (composte da piante grasse di vario genere e piante rampicanti vedi esempi (Fig.7).

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Fig.4

La copertura piana del C.C. è un tetto giardino destinato ad ospitare diverse tipologia di piante (sempre verdi, piante grasse, piante da giardino con fiore Fig.8). Il tetto giardino, dotato di sistema di raccolta e recupero delle acque meteoriche, unitamente alla copertura dell’Open Space ricoperta da pannelli fotovoltaici (circa 400 mq) dovranno garantire la totale autonomia energetica e di conseguenza un minore inquinamento. La coibentazione dell’involucro unitamente alle grandi vetrate schermate dai correnti orizzontali in legno e gli ingressi a tutt’altezza connessi con lo spazio sempre aperto dell’Open Space garantiscono il benessere tormo-igronometrico, illuminotecnico e la ventilazione naturale necessaria al mantenimento del microclima interno delle diverse destinazioni d’uso (Fig.9).

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Fig.6/7

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Fig.8-9

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Il Centro Civico come FUTURA PORTA d’ingresso al Giardino “Biblioteca degli Alberi” - Vista da Via Vico De Castillia

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Vista Sala Ristoro/Bar

Arch. Santo Curcio — Centro Civico di Milano

Vista dal Parco

Nuova biblioteca comunale di Briosco - Enzo Corigliano, Donato Diquattro

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Il concorso è stato bandito dal comune di Briosco, “per la realizzazione della una nuova biblioteca” questa dovrà sorgere in località Capriano. L’area di progetto ha un area di 3.700 mq circa. Il lotto di intervento è caratterizzato da un fronte collinare con dislivello di circa 4 metri e si presenta in posizione baricentrica rispetto l’edificato preesistente. Il progetto proposto presenta una superficie pari a mq 420 mq, e si sviluppa al di sotto del salto di quota, prediligendo la struttura ipogea. L’idea di progetto prevede la realizzazione di quattro volumi architettonici, ognuno con funzioni differenti. I singoli blocchi risultano collegati da un unico corridoio totalmente ipogeo, questo assolve sia la funzione di spazio servente che di luogo espositivo.

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Enzo Corigliano, Donato Diquattro — Nuova biblioteca comunale di Briosco

Voyageur Travel Lounge - Vartivar Jaklian

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Voyageur TL is an upscale travel agency with an innovative approach to the travel business: promoting travelling with culture. The concept lying behind the design was carefully tailored together with the client; as opposed to traditional travel agencies, Voyageur TL is more of a travel lounge; where one could not only view and read travel books and guides, but also view photographic temporary exhibitions about different cities and destinations.

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Voyageur TL elevation detail

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

Vartivar Jaklian — Voyageur Travel Lounge

CPS. Chiarano Primary School - C+S Architects

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As architects and scholars, we recognize a political role in the urban realm for these public spaces, where design is not aimed to produce objects standing independently, such as it happened with the cathedrals of consumerism (the shopping malls) or the cathedrals of culture (museums) which, despite their most private ownership, are considered the new public arenas of the society.

C+S Architects — CPS. Chiarano Primary School

The main entrance

An innovative reconsideration of school buildings and their role within the urban realm and the community, can provoke different ways of inventing the present and of planting seed for a better future. In this view, school buildings can be considered great political mediums.

CPS. Chiarano Primary School is divided into two sections, hosting 10 classrooms for 250 students. The building is porous. It allows the territory and the light to flow inside the spaces.

A glazed facade, facing the South-West side, opens the view on the sorrounding countryside. The walls which separate the classrooms from the corridors are opaque only for the first 120cm and glazed on the upper parts. This condition enhances the intervisibility from the outside space and among the inner spaces.

No corridors are used for the school layout as all the classrooms’ access happens on the main entrance hall on the ground level and thanks to a suspended balcony on the first floor. This solution maximizes the visibility among the spaces. The intervisibility is also emphasized by the visual connections between the different levels, thanks to the double hight designed for the main entrance and to the design of a glazed ‘lantern of light’ that is suspended over the library, which gives character to the school entrance hall. The suspended lantern houses a ‘botanic garden’ for outdoor experimentations.

The library is the core of the project, and it has been thought as a new urban node for the community, since it is kept open after the school hours.

The community has been involved in the project with a special theatre play, in which architects, working with the children of Chiarano’s primary schools, a drama teacher and a musician interacted together to shape the design and the construction of the future school. No didactic purpouse was that assigned to the theatre project, but the idea of introducing the new construction to the community through a strong shared and enjoayble experience.


House in Llavaneres - MIRAG Millet Ramoneda

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We firmly believe in a sustainable architecture that considers every client in every circumstance. This house shows the requirements of the location and its environment: the architecture results in the topographical and formal adjustments that are typical of the Mediterranean area. When we received the assignment to design a single-family house in Sant Andreu de Llavaneres on a parcel of land with a 30% slope, we opted to integrate both levels of the house in the bank. We devised a NE-SW-oriented arrangement, which followed the slope and made the most of the beautiful views offered by the location. The ground floor where the main activities take place is located at street level, while the basement floor connects the house with the garden. There, two secondary spaces allow enjoying the exterior part of the dwelling. The house is made up of three polyhedral volumes. The contact points between the volumes are opened to the views, providing each inner space and all the areas of circulation with light and excellent visual quality. The simplicity of the materials used is a key element in this project: concrete floors, exposed concrete floor structure, and hand-made glazed tiles.

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Ground floor

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Basement floor

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Longitudinal sections and elevations

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Cross sections and elevations

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Location - Plot of land with a 30% slope

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Sketch 01 - visual connection

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Sketch 02 - The corridor sew all the spaces of the house

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Sketch 03

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Sketch 04

MIRAG Millet Ramoneda — House in Llavaneres

Sketch 05

Paisiello10, Milano - Degli Esposti Architetti, Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza

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Il progetto è un tipico completamento di perimetro edificato di isolato, ubicato in zona Città Studi, con edificazione di ulteriore edificio all’interno del lotto. L’area era infatti precedentemente occupata da un fabbricato industriale posto nella parte più lontana dalla strada, che lasciava irrisolta la cortina perimetrale nel frattempo sviluppatasi in modo continuo. Abbiamo pensato di reinterpretare il planivolumetrico del piano di recupero che interessava l’area, in modo da rendere autonomi i due edifici, quello fronte strada e quello interno, che in origine erano previsti collegati.

Degli Esposti Architetti, Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza — Paisiello10, Milano

Degli Esposti Architetti. Paisiello10, Milano

Il disegno dell’edificio fronte strada è basato sugli allineamenti in pianta e in prospetto con gli edifici contigui e sull’altezza massima di 13 m dell’intradosso dell’ultimo piano abitabile. Questa altezza massima ha indirizzato a sviluppare il piano tipo del fabbricato fino all’altezza dei muretti di confine di proprietà, per poi coronare l’edificio con un volume arretrato per completare la cortina edilizia. L’arretramento all’ultimo piano è stato poi utilizzato anche sul fronte giardino del corpo su strada e nel corpo interno. L’edificio su strada presenta dunque un arretramento al piano terreno ed uno all’ultimo piano: la parte risultante, a filo della cortina esistente, si presenta in facciata come una larga cornice in pietra peperino, compresa tra l’intradosso dei balconi del primo piano dei fabbricati contigui e la sommità dei muretti ortogonali alla strada, delimitanti il confine di proprietà. Il piano terreno, arretrato, presenta in pianta un profilo curvilineo, che abbraccia i due atri indipendenti di ingresso al corpo su strada e ai livelli interrati. L’ultimo piano, a filo con l’arretramento degli edifici contigui, in altezza è allineato alla linea di parapetto dell’edifico alla sua sinistra e alla linea di gronda dell’edificio alla sua destra.

Degli Esposti Architetti, Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza — Paisiello10, Milano

Degli Esposti Architetti. Paisiello10, Milano

Entrambi i fabbricati hanno sviluppo in pianta a forma di “T” e si contrappongono rispetto allo sviluppo longitudinale nord-sud dell’area, in modo che sul giardino interno condominiale affaccino i due corpi sporgenti, nei quali trovano spazio le logge. La zona giorno sarà infatti di norma affacciata sul giardino centrale, come da tradizione di varia architettura moderna milanese (si veda ad esempio la casa d’Ercole in via Marchiondi di Ignazio Gardella) per garantire una maggiore tranquillità e riservatezza. Superficie vetrate connettono gli interni con le logge affacciate sul giardino, in modo da permettere una continuità visiva con lo spazio verde. Ampi ingressi condominiali, trattati con superfici vetrate a tutta altezza, collegano gli spazi aperti con i corpi scala. Questi sono stati collocati sul fronte nord della manica di entrambi gli edifici, lato sfavorito per quanto concerne l’esposizione.

Degli Esposti Architetti, Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza — Paisiello10, Milano

Degli Esposti Architetti. Paisiello10, Milano

Il progetto si basa sul proseguimento della tradizione del palazzo milanese, tesa a contrastare l’eccessiva serialità e ripetitività tipiche dell’immobile residenziale (si vedano casi esemplari di edifici di Asnago e Vender o di Giò Ponti). Il palazzo da un lato recepisce i cromatismi e i materiali mappati nell’intorno, dall’altro introduce un telaio a pilastri sfalsati nel senso orizzontale, che aggetta e scarta rispetto alla rigida cornice in peperino a filo cortina edilizia esistente. Il movimento del telaio verso la strada, verso la sinistra dell’edifico e verso il basso fa posto all’accesso carrabile e recupera la quota della prima soletta in elevazione. Per non invadere lo spazio pubblico, l’aggetto verso la strada del telaio viene assorbito dalla cornice in peperino, che tiene con il suo perimetro esterno il filo della cortina e piega verso l’interno del lotto mediante una strombatura, conformandosi come un bugnato gigante in negativo.

Degli Esposti Architetti, Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza — Paisiello10, Milano

Degli Esposti Architetti. Paisiello10, Milano

Álvaro-Siza-Promenade - Álvaro Siza

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Grazie alla “Álvaro-Siza-Promenade”, il Vitra Campus di Weil am Rhein si è impreziosito di un nuovo elemento. La Promenade invita a passeggiare nella zona del Campus aperta al pubblico, per ammirare le varie stazioni che ornano il percorso dalla VitraHaus fino alla Stazione dei vigili del fuoco di Zaha Hadid.

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

La cosiddetta Álvaro-Siza-Promenade è lunga 500 metri. Si tratta di una strada asfaltata, fiancheggiata da siepi di carpino di due metri di altezza. Le siepi accompagnano questo percorso in maniera a tratti lineare, mentre a volte si allontanano lasciando spazio ad aree verdi. Siza ha scelto le siepi per mettere in risalto il mutare delle stagioni. A contrasto fanno mostra di sé materiali duri e immutabili, come quelli che costituiscono lo stabilimento di Siza: mattoni provenienti dai Paesi Bassi e granito portoghese. Il repertorio di forme e materiali è ridotto a pochi elementi. Il percorso è scandito da ‘‘episodi’’, che offrono straordinarie esperienze estetiche e architettoniche. Annoveriamo a tal proposito, nella prima fase di ampliamento, una zona di ristoro a forma di S, circondata da siepi, la Vitra Torre a Scivolo di Carsten Höller e uno spazio doppio intersecato dallo stile arcaico in mattoni e granito. La Promenade è un percorso a stazioni, che con le sue ‘‘follies’’ ricorda i parchi all’inglese. Con i suoi sofisticati elementi architettonici, Siza resiste all’idea romantica di una fusione indifferenziata di natura e architettura: paesaggio e geometria seguono ognuno le proprie leggi, pur trovando un equilibrio ad un livello superiore, una condizione tipica del lavoro di Siza.

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

L’inizio della Álvaro-Siza-Promenade, illuminata di notte da lampade progettate anch’esse da Siza, è costituito da una piazzetta asfaltata di fronte all’angolo occidentale della VitraHaus, circondata da blocchi di granito a guisa di panchine. Perpendicolarmente alla piazza prende il via il percorso, inizialmente diritto, e si snoda parallelamente al parcheggio, schermato da una siepe di carpino di due metri di altezza, mentre sull’altro lato la visione si espande; la Promenade incontra qui direttamente il prato del Campus e si avvicina a ‘‘Diogene’’, la casa in miniatura di Renzo Piano. Davanti allo stabilimento di Siza del 1994 il sentiero gira leggermente a sinistra, dove una struttura a forma di S con siepi e panchine in granito invita a sostare e rilassarsi, per poi voltare a destra, attraversare il percorso di comunicazione tra parcheggio del personale e stabilimento di Siza, e avvicinarsi in un ampio arco alla strada Weil-Haltingen, che rappresenta il confine occidentale del sito aziendale. Si costeggia quindi la Vitra Torre a Scivolo di Carsten Höller e si arriva, passando tra la strada, leggermente arretrata per via della siepe, e i due angoli dello stabilimento di Siza, in un ambiente chiuso su tre lati da un alto muro esterno, che costituisce l’articolazione centrale della Promenade. Una stretta apertura a mo’ di portale nell’angolo sud del muro conduce a un ulteriore spazio incorniciato da due pareti angolari di granito e introduce nell’ultima sezione della Promenade, la quale – ora estesa da tre a dieci metri di larghezza e delimitata sui due lati da strisce di granito – conduce, parallelamente al lato ovest dello stabilimento di Siza, alla Stazione dei vigili del fuoco di Zaha Hadid. La Promenade termina in una piccola piazza, circondata anch’essa da blocchi di granito, collegata all’arteria principale del Campus, che però in futuro potrebbe costituire il collegamento al nuovo ingresso del Campus rivolto verso la città.

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

Álvaro Siza — Álvaro-Siza-Promenade

Library of Terrasson - Patrick Mauger

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The aim of the new multimedia library in Terrasson, built at the same time as the Maison du Temps Libre, is to provide the town with a new boost to its cultural life.

Patrick Mauger — Library of Terrasson

facade by day

An innovative cultural and intergenerational complex has seen the light of day. The Architecture Patrick Mauger agency had sought to create a new landscape in the town. The stainless steel clad, slender building integrates a sustainable development approach, with pine trees creating constant shading of the façades most exposed to the sun resulting in a reduced need for air conditioning. A green roof, a rainwater recuperation system to irrigate the landscaped spaces and energy-saving luminaires are just some of the measures taken to meet the building’s environmental standards. This new 700 m², two-level multimedia library has 19,000 documents and 2,600 CDs and DVDs.

Patrick Mauger — Library of Terrasson

facade by day

The ground floor contains the reception, a daily and periodical press area and the multimedia space. The entrance hall can be used for temporary exhibitions. The upper floor contains the adult and youth spaces as well the image and sound libraries.

Patrick Mauger — Library of Terrasson

facade by day

The use of materials such as polished concrete for the floor and steel for the external façade creates a modern, bright and functional space. The inside of the building is provided with comfortable installations. Lounge chairs, pouffes and other types of furniture have been specifically laid out to create a cosy, friendly atmosphere. The construction of the multimedia library, alongside that of the Maison du Temps Libre, provides a new lease of life in this developing district and encourages cultural, educational, social and family events

Patrick Mauger — Library of Terrasson

facade's detail

Patrick Mauger — Library of Terrasson

facade by night

Patrick Mauger — Library of Terrasson

facade by night

Patrick Mauger — Library of Terrasson

interior

Patrick Mauger — Library of Terrasson

interior

Patrick Mauger — Library of Terrasson

interior

Patrick Mauger — Library of Terrasson

interior

Convitto per alunni con una mensa a Malles - WOW, Studio Transit, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, lorenzo senni

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Il progetto per il nuovo convitto per gli allievi dell’Istituto superiore sportivo “Claudia de‘ Medici“ a Malles (BZ), sorge in un’ area militare dismessa posta su un declivio naturale. Il progetto vuole ridefinire il rapporto tra natura e costruito cercando un’ integrazione tra i due elementi.

WOW, Studio Transit, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, lorenzo senni — Convitto per alunni con una mensa a Malles

prospettiva dalla scuola "Claudia Von Medici"

La gran parte delle volumetrie vengono così disposte sotto la quota naturale del pendio in un basamento ipogeo che si dilata, si modella e che ospita le attività ricreative, sportive e di servizio.Su di esso poggia il volume del convitto che risulta l’unico elemento ben visbile nel paesaggio. La proposta vuole espressamente dialogare anche con la tradizione costruttiva alpina, citando l’architettura del maso sia dal punto di vista formale che materico, enfatizzando l’ uso della pietra e del legno nelle strutture e nei rivestimenti. Le scelte formali adottate e l’ eccellente esposizione, aiutano inoltre l’edificio nel suo complesso a garantire un ottimo contenimento energetico e a sfruttare la ventilazione naturale, diminuendone i costi di utilizzo.

WOW, Studio Transit, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, lorenzo senni — Convitto per alunni con una mensa a Malles

planivolumetrico

WOW, Studio Transit, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, lorenzo senni — Convitto per alunni con una mensa a Malles

pianta piano terra

WOW, Studio Transit, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, lorenzo senni — Convitto per alunni con una mensa a Malles

pianta primo piano

WOW, Studio Transit, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, lorenzo senni — Convitto per alunni con una mensa a Malles

prospettiva dall' ingresso

Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò. - Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro

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Il progetto mira alla riqualificazione nel rispetto della conformazione urbanistica ereditata dagli anni, con un recupero simbolico della “fossa” come elemento caratterizzante di questa parte di città. Come prima cosa, si è deciso di chiudere il lato est al traffico veicolare, mantenendo invece la carreggiata a senso unico carrabile nel lato ovest. Sono stati mantenuti gli attuali attraversamenti pedonali. Solamente uno di essi è stato parzialmente spostato. Due zone carico-scarico consentono la regolare attività commerciale del lato est della piazza. Si è deciso di proteggere la zona pedonale dalla vista dei veicoli in strada tramite un’aiuola verde di cespugli alta circa 150cm. La piazza pedonale vede il recupero della “fossa” con una fontana bassa e lunga che ripercorre idealmente il vecchio corso del rigagnolo. La fontana ha origine da un elemento a cascata a Nord e, sfruttando la naturale pendenza del terreno, sfocia in una vasca a sud della piazza. La linea d’acqua è interrotta solo dagli attraversamenti pedonali, che la scavalcano. Una lunga panca corre lungo il tratto della vasca ed immediatamente adiacenti sono state collocate una fascia pedonale ed un’altra verde. Si è deciso di conservare le attuali alberature, integrandole solamente con quelle mancanti. In particolare si è scelto di mantenere alberi ad alto fusto nella zona centrale della piazza ed alberi di dimensioni più modeste nei marciapiedi, che sono mantenuti tali e quali all’attuale. La fascia est della piazza è costituita dall’alternanza di zone pavimentate ed erbose, ed una serie di siepi basse che spezzano il ritmo compositivo. A Nord di questa fascia si è deciso di collocare un elemento coperto polifunzionale, che può fungere da plateatico per alcuni bar prospicenti, da zona a libero accesso WiFi, oppure una parte di esso può essere parzialmente chiusa da vetri per costituire la nuova edicola. Un sistema di illuminazione a raso integra quello attuale, costituito da lampioni.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Planimetria.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Schemi.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Sezione AA'

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Sezione BB

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Sezione CC

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

Carlo Sturati, Giuseppe Cosaro — Riqualificazione piazza Vittorio Emanuele II. Salò.

LOSTECCO - Parma - Andrea Langhi

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Più che un nuovo locale è un nuovo modo di intendere il divertimento. Si beve qualcosa, si mangia qualcosa, ci si diverte cantando in compagnia. Quello che succedeva nelle antiche Osterie, aggiornato però ad oggi. Quindi un locale che nell’allestimento riprende colori, forme e materiali tradizionali (legno ferro pietra) organizzando gli spazi intorno ad un grande banco centrale che diventa, nella parte iniziale della serata il luogo dove si spillano 6 tipi di birra. Nel dopo cena, la cabina di regia da cui coinvolgere il pubblico con canti e balli. La vera particolarità, che dà il nome al locale, è lo stecco di carne (di 3 tipi) che viene cotto alla griglia sotto gli occhi dei cliente grazie ad una cucina a vista. Poche cose da mangiare e da bere, in un ambiente semplice, caldo e informale. Per divertirsi, infatti, non servono molte cose. Come ci insegnano i bambini, per i quali è stata disegnata una apposita area all’interno del locale, dove vengono fatti giocare e intrattenuti mentre i genitori si godono la cena.

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma

More than a new restaurant is a new way of entertainment. You drink something, eat something, have fun singing together. What happened in the old tavern, but updated to today. So a place that takes in setting colors, shapes and traditional materials (wood stone iron) through the spaces around a large central counter that becomes, in the early part of the evening the place where you bleed 6 types of beer. After dinner, the control room from which to engage the audience with songs and dances. The real peculiarity, which gives its name to the club, is the stick of meat (3 types) that is cooked on the grill under the eyes of the customer due to a kitchen. Few things to eat and drink, in a simple, warm and informal. For fun, in fact, you do not need many things. How do we teach children, which has been designed within a specific area of ​​the room, where they are made to play and be entertained while parents enjoy dinner.

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma

Andrea Langhi — LOSTECCO - Parma


Vitra Tower - Carsten Höller

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La Vitra Torre a scivolo dell’artista tedesco Carsten Höller è alta 30,7 metri e imprime un nuovo segno nel Vitra Campus in Weil am Rhein.

Carsten Höller — Vitra Tower

Il coerente sviluppo del Vitra Campus La realizzazione della Vitra Torre a scivolo è un ulteriore passo avanti nell’evoluzione trentennale del Vitra Campus. L’apertura al pubblico del sito produttivo risale al 1984, con la scultura Balancing Tools di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen. Sono seguiti il Vitra Design Museum di Frank Gehry (1989), il padiglione per le conferenze di Tadao Ando (1993) e nel 2010 la VitraHaus di Herzog & de Meuron. Con la Vitra Torre a scivolo e la nuova Álvaro-Siza-Promenade, viene ampliata l’apertura al pubblico del sito e offerta ai visitatori una nuova esperienza. Nel contempo, la torre funge da nuovo orientamento topografico del Campus. L’ex stazione dei vigili del fuoco, la Fire Station di Zaha Hadid, deve essere accessibile al pubblico in occasione dell’apertura. Il passaggio dalla VitraHaus alla Fire Station è stato creato da Álvaro Siza con episodi architettonici e nuovi spazi paesaggistici. La Vitra Torre a scivolo di Höller guida l’orientamento, pur rimanendo un elemento del tutto autonomo. Desiderio del committente era di sviluppare, di concerto con un artista, un’opera che si inserisse nel contesto complessivo del Campus, che fosse all’altezza dell’imponente architettura del Campus e non si chiudesse in sé, bensì offrisse ai visitatori un valore di esperienza, indipendentemente che fosse di natura artistica o meno. La discussione tra Rolf Fehlbaum, presidente emerito di Vitra, e la sua consulente Theodora Vischer, nota esperta di arte contemporanea, ha portato alla scelta di Carsten Höller.

Carsten Höller — Vitra Tower

Istruzioni d’uso sulla mancanza di gravità
Gli scivoli sono un elemento caratteristico del lavoro di Höller, come confermato dall’imponente installazione con scivoli ‘‘Test Site’’ realizzata nel 2006 nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra. Nei precedenti lavori Höller aveva indagato il tema della fortuna, aveva costruito dei caroselli che facevano toccare con mano la sensazione del volo, pareti luminose che disorientavano la percezione spaziale, occhiali speciali che consentivano di vedere il mondo alla rovescia (1994-2009) e con il fenomeno Phi (1994) aveva provocato illusioni sensoriali. Höller sfugge pertanto dalle forme consuete della percezione, stimola con le sue opere la partecipazione del pubblico e crea opportunità di auto-sperimentazione. Le installazioni di Höller sono sculture di esplorazione. Offrono la possibilità di una sperimentazione interiore, che conduce alla scoperta di sé. In questo ambito di sperimentazione il naturalista Höller è sempre presente.

Carsten Höller — Vitra Tower

La realizzazione della Vitra Torre a scivolo
La Vitra Torre a scivolo è costituita da tre pilastri di acciaio inclinati e convergenti, nel cui punto di intersezione è collocato un orologio girevole del diametro di sei metri. La torre è accessibile attraverso due rampe di scale ed è inserita verticalmente tra i pilastri inclinati intercalati da pianerottoli. A un’altezza di 17 metri si trova una piattaforma panoramica con vista sul Campus e sulle zone circostanti. La piattaforma è anche il punto di partenza per la discesa dello scivolo della lunghezza di 38 metri.

Carsten Höller — Vitra Tower

Carsten Höller a proposito degli scivoli
‘‘Uno scivolo è una scultura che ha un aspetto estremamente pragmatico, una scultura in cui si può viaggiare. Sarebbe tuttavia fuorviante pensare che si debba scivolare per comprendere il senso dell’opera. Osservare la struttura dall’esterno è un’esperienza diversa, ma di pari valore, ovvero come se si osservasse la colonna infinita di Constantin Brancusi del 1938. Da un punto di vista pratico o architettonico, gli scivoli sono elementi strutturali che possono trasportare le persone, analogamente alle scale, alle scale mobili o agli ascensori. Gli scivoli portano le persone a destinazione in modo sicuro ed elegante, sono convenienti a livello costruttivo ed efficienti sul piano energetico. Lo scivolo è inoltre un elemento che consente di vivere un’esperienza emotiva, che spazia dal divertimento alla follia. L’autore francese Roger Caillois ha descritto questa sensazione negli anni ’50 come una sorta di panico sensoriale e, al contrario, come chiara espressione dell’intelletto.’’

Carsten Höller — Vitra Tower

Carsten Höller — Vitra Tower

Carsten Höller — Vitra Tower

Biblioteca Comune Briosco - ABC architetti

concorso internazionale di progettazione centro civico - WOW, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, Francesca De Santis

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La volontàè di definire, nel limite tra edificato e spazio aperto, un punto di riferimento riconoscibile dalla comunità ed in grado di connotarsi come momento di riflessione nel passaggio tra città e natura.

WOW, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, Francesca De Santis — concorso internazionale di progettazione centro civico

prospettiva dal parco

La struttura reticolare esterna rappresenta l’ elemento di mediazione con il contesto, dichiarandosi con la propria leggerezza ed in maniera eterea dilatandosi impercettibilmente nel parco. La vegetazione è libera di impossessarsi dello scheletro dell’edificio, arrampicandosi sulle pareti con una forza vitale in grado di instaurare un rapporto dialettico tra l’edificio ed il contesto naturale.

WOW, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, Francesca De Santis — concorso internazionale di progettazione centro civico

inserimento urbano

Il Progetto propone un’ organizzazione degli spazi articolata su due livelli principali. Gli spazi destinati alle diverse attività si susseguono secondo un continuo e leggero cambio di quota, collegati da un’ alternanza di scale e rampe che giungono fino in copertura, sulla terrazza panoramica. La doppia pelle aiuta il centro civico nel risparmio energetico sfruttando anche la vegetazione che ripara nei mesi più caldi dai raggi diretti del sole, e al contrario nei mesi invernali ne permette ne permette l’ irraggiamento.

WOW, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, Francesca De Santis — concorso internazionale di progettazione centro civico

planivolumetrico - schema accessibilità

WOW, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, Francesca De Santis — concorso internazionale di progettazione centro civico

pianta piano terra

WOW, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, Francesca De Santis — concorso internazionale di progettazione centro civico

pianta piano primo

WOW, Maurizio Vellucci, daniele tiburzi, Francesca De Santis — concorso internazionale di progettazione centro civico

sezione prospettica - spazi interni

Dov'è Desdemona? - Michele Galasso

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Lo spettacolo Dov’è Desdemona?è stato presentato in anteprima nel novembre 2013 al Teatro Eutheca di Roma e successivamente nell’ambito del Fringe Festival di Roma nel 2014, per la drammaturgia di Antonio Careddu.

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

L’idea di regia chiedeva uno spazio funzionale alla narrazione, modificabile in ogni scena, che fosse in grado di costruire una ragnatela spaziale e soprattutto che fosse praticamente trasportabile e montabile in qualunque situazione e contesto (teatri all’italiana, teatri all’aperto, spazi informali).

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

In consonanza con le scelte linguistiche dello spettacolo, l’idea di messa in scena tenta di fondere uno scenario post-apocalittico da teatro dell’assurdo Beckettiano (Finale di Partita, aspettando Godot), con il richiamo ad un palazzo Veneziano alto-medioevale.

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

La conformazione dello spazio alterna così da sala di palazzo, a stanza da gioco per bambini (cosìè descritto qui l’Otello), sala da bagno, giardino/bosco dei desideri, gabbia simbolica, ragnatela, portale d’ingresso, sala del trono etc.

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

Nei costumi il fascino dell’esotico Orientale richiama tanto la ricchezza del mercato e dalla moda Veneziani del periodo Shakespeariano, quanto l’origine altra, estranea, dell’Otello, visto alla luce del mito del buon selvaggio: egli rappresenta l’incontaminato, il naif, l’origine.

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

Scene e costumi a cura de INuovi, per l’associazione Teatro delle Viti.

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

Michele Galasso — Dov'è Desdemona?

foto di Valentina Mameli

BOISERIE E PORTA “SEZIONE AUREA”– Design Gianni Arnaudo - Gianni Arnaudo, Bertolotto Porte, Giuffrida-Bragadin

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L’Architetto Gianni Arnaudo ripropone il concetto di asimmetria tra l’elemento cornice e il pannello, già presente nella collezione 25°by Arnaudo con il modello Boulevard che ha riscosso un grande successo e apprezzamento sul mercato. Da questa filosofia nasce il nuovo progetto per BIhome, Sezione Aurea, proposto con led integrati.

Gianni Arnaudo, Bertolotto Porte, Giuffrida-Bragadin — BOISERIE E PORTA “SEZIONE AUREA”– Design Gianni Arnaudo

Lo stesso designer spiega così l’evoluzione che ha portato alla creazione di questo modello di boiserie e di porte: “Il valore dell’oggetto è stato sinora attribuito e concentrato nella tecnologia o più spesso nella decorazione, che è il tratto distintivo apparente dei vari modelli.

Gianni Arnaudo, Bertolotto Porte, Giuffrida-Bragadin — BOISERIE E PORTA “SEZIONE AUREA”– Design Gianni Arnaudo

La “Sezione Aurea” (o la “Porta Accanto”) è la dissacrazione di tutto questo: innanzi tutto è“distrutta” la simmetria come valore emblematico e così pure la “cornice”. Sezione Aurea è la massima espressione dello spazio proporzionale che è stato inventato in Italia ed ha avuto in Piero della Francesca (1415 – 1492) la sua prima grande manifestazione.

Gianni Arnaudo, Bertolotto Porte, Giuffrida-Bragadin — BOISERIE E PORTA “SEZIONE AUREA”– Design Gianni Arnaudo

Proporzione significa bellezza assoluta, indiscutibile, DNA dell’architettura del passato. Questo è quanto il design Italiano collegandosi ad una incredibile tradizione può ancora esportare nel mondo. Una superficie specchiante che trasferisce l’idea prospettica riflettendo l’immagine di chi diventa protagonista nel paesaggio domestico.”

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