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“un involucro innovativo” - STEFANO TONELLOTTO, Marco Alessi

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Il progetto pensato per “un involucro innovativo” dell’edificio 5 Palladio a Vicenza, si pone obiettivi molto ambiziosi, ma obbligati vista la sua posizione strategica rispetto alla struttura viabilistica esistente. L’edificio è collocato a ridosso della circonvallazione di Vicenza e quindi ad alto grado di visibilità, questo ci ha indirizzati ad affrontare delle scelte progettuali di alto impatto visivo, in particolare a livello di immagine e comunicazione. L’obiettivo che ci siamo posti è stato quello di trovare un tema importante, che non sia solo di carattere innovativo, ma che l’innovazione sia connessa a dei riferimenti socio-culturali della città di Vicenza. La “pelle” deve essere un elemento tecnologico di forte impatto comunicativo e di modernità, ma allo stesso tempo una composizione architettonica definita con figure semplici, elementi geometrici modulari che compongono un “tessuto” che possa dare alla facciata un’ottima visibilità.

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I principali elementi di studio sono stati molteplici, anche se tutti finalizzati allo stesso scopo, la composizione delle facciata, i materiali, la connessione con l’edificio esistente, il dinamismo dei flussi di mobilità presenti e il loro rapporto con gli edifici, la sostenibilità, ed elemento fondamentale è stato quello di trovare un segno che divenga traccia all’interno del paesaggio urbano. Quando abbiamo pensata ad un rivestimento “pelle” all’edificio 5 Palladio, abbiamo diretto subito il nostro percorso progettuale all’utilizzo di elementi modulari, che possano continuamente essere aggiunti o tolti, un sistema di somma/sottrazione che poi è diventato un gioco di pieni e vuoti. La pelle dell’edificio l’abbiamo immaginata come un “tessuto” una maglia semplice modulare, che possa diventare estremamente dinamica solo con il togliere elementi dello stesso tipo.

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Questa sperimentazione è stata fatto con figure semplici, e senza considerare a come disegnare la facciate dell’edificio, ma solamente pensando al gioco di togliere e aggiungere per rendere il “tessuto” dinamico. Statico >sottrazione> Dinamicità Questa è stata la prima scelta progettuale, cercare di trovare un tema semplice, fatto di figure semplici e che con poche operazioni possa diventare un gioco visivo piacevole e allo stesso tempo funzionale e chiaramente realizzabile. Questi sistemi ci hanno portato ad avere una “pelle” esterna fatta di pieni e vuoti regolati anche in base alle esigenze prospettiche dell’edificio, per le parti aperte e le parti vetrate. La congiunzione con il corpo esistente, non è stato altro che un processo di deframmentazione della “pelle”, cioè un togliere elementi modulari in modo discontinuo, ottenendo un distacco con l’edificio esistente molto meno invasivo. La scelta di questa soluzione di deframmentazione, è stata fatta per consentire alla “pelle” si un avere un sistema di crescita illimitata, cioè di poter essere composta e ripresa anche nelle parti mancanti dell’interno complesso. Lo scopo però che ci eravamo prefissati era quello di trovare un riferimento importante, un segno già presente nel contesto di socio-culturale di Vicenza, una figura che potesse evocare un ricordo una emozione, questo per dare un vigoroso carattere di continuità con la città. Il segno di riferimento che ci ha portato alla decisione di una “pelle” dal carattere ben radicato nel territorio è stato il rivestimento superiore della basilica Palladiana. Da questa soluzione il nostro percorso grafico e compositivo ha voluto trarne un legame importante, una figura semplice il rombo regolare con tutti i lati della stessa lunghezza. Il nostro percorso di disegno è partito da una semplice griglia regolare, che poi si è trasformata in un ripetersi di rombi regolari con elementi pieni e parti vuote, in modo da ottenere una superfici dinamica. Il secondo contenuto importante è stata la scelta dei materiali e della loro percezione visiva. Per dare un carattere innovativo all’edificio la scelta è stata quella di utilizzare delle superfici metalliche lucide, questo per ottenere riflessioni e cromatismi irregolari e del tutto naturali. Rombi metallici di colore antracite, contenuti in una griglia tridimensionale d’orata, parti piene e superfici vetrate che rendono la facciata irregolare all’apparenza, ma con una base geometrica e dal segno molto forte. La dinamicità di questa facciata è molto evidente anche di notte, con l’illuminazione che forma casualmente parti illuminate e parti cieche, diventa come una sorta di cielo stellato. Le nostre scelte sia concettuali che di gioco di parti piene e vuote, si rispecchiano sulla composizione architettonica della facciata, uno studio che grazie alla tecnologia ci ha permesso di configurare in modo all’apparenza casuale un “tessuto” dinamico, ma con segni ben definiti. Altro aspetto considerato è stata la soluzione di poter utilizzare i rombi come riquadri per le scritte pubblicitarie, ogni rombo una lettera o un logo, questo per dare alle insegne una certa regolarità e non casualità nella grafica prospettica. La facciata è stata pensata come una “pelle” che oltre alla funzione di elemento architettonico, abbia anche una forte valenza energetica positiva per l’edificio, con caratteristica di ventilazione ed isolamento termico per favorire il risparmio energetico e il benessere all’intero edificio. Il progetto è stato pensato nella sua complessità di integrare elementi architettonici con sistemi di efficienza energetica, unire la modernità con segni e forme presenti nel tessuto urbano, raffigurando l’edifico come un nuovo elemento di riferimento.

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