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“Il Limite e la Soglia” - AtelierTransito

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Il progetto ri-scrive un vuoto marginale, orfano di senso, della metropoli contemporanea. Collocandosi concettualmente in un immenso processo che ricerca e re-interpreta questo tipo di “spazi” nel paesaggio metropolitano – e che ne esprimono la frammentazione e i conflitti – cercando di individuare e di attivare in essi, attraverso un progetto, forze e tensioni latenti. L’obbiettivo è dare luogo ad una diversa concezione dello “spazio pubblico”, non più iper-regolamentato, come quello che connota la cultura contemporanea, ma uno spazio realmente ” vuoto” e da riscoprire, il cui valore venga di volta in volta definito da una prospettiva collettiva: uno “spazio collettivo”.

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Acquisendo nuova consapevolezza di ciò che è inusuale, il progetto configura una zona di transito e socializzazione, che è nello stesso tempo, di sosta e di osservazione, reinterpretando il significato e la percezione di un particolare elemento urbano: le pensiline di protezione alle banchine ferroviarie di una grande stazione metropolitana, quella di Porta Garibaldi a Milano.

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Il progetto trasforma il luogo agendo sugli elementi che lo strutturano, attraverso un’installazione architettonica in legno verniciato con funzione di doppio attraversamento: essa permette l’attraversamento coperto del cavalcavia Bussa, e dal Cavalcavia rende fruibili le pensiline-piazza che si trovano su un piano più basso rispetto ad esso. L’intervento configura una inusuale tipologia di piazza: una piazza sospesa, costituita da passerelle-moli (moli-passeggiata) in legno, su tutta la superficie delle pensiline ferroviarie: su di essi si cammina e si sosta; si osserva e si è osservati. Una “piazza”, che si pone nuovamente nella metropoli contemporanea come elemento generatore, non più della morfologia urbana, ma dei modi alternativi per abitarla, per interpretarla e appropriarsene. Il progetto si costruisce sulle tensioni generate tra il vuoto della nuova piazza, e il pieno del passaggio coperto, che trasforma, in una soglia porosa e permeabile, il limite che escludeva il piano superiore delle pensiline ferroviarie dal rapporto con gli spazi urbani. La figura tipologica che determina l’impianto di questo elemento, un po’ installazione e un po’ architettura, è semplice: un’asta a cui si connettono, con uno schema a pettine, stanze per la sosta e l’osservazione, tra di esse trovano spazio le scale e i gradoni che collegano le persone al nuovo piano di calpestio sopra le pensiline. Sulla stecca longitudinale si inseriscono poi una testa e una coda, con una più precisa caratterizzazione formale.

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L’intero progetto è lasciato volutamente in uno stato di  indeterminatezza funzionale, condizione che accentua la natura effimera  di questa installazione architettonica, realizzata in legno assemblato a secco e verniciato. Si tratta di un’architettura con funzioni essenziali, temporanee o ancora da inventare.  La riduzione e la mancanza di programma trasferisce quest’opera sul piano della fascinazione poetica, rendendone esplicita la natura installativa, come la macchina di una scena teatrale.

Con questo progetto si stabilisce che anche un’architettura effimera, svolge un ruolo primario nella costruzione della città, insieme ad un’altra forma architettonica, altrettanto indispensabile, quella del vuoto: un vuoto attivato dalle relazioni materiali e immateriali che su di esso sono poste in tensione. La forma del luogo, il nuovo “spazio collettivo”, risulta in questo progetto, dalle relazioni che si stabiliscono fra elementi urbani distinti, ed esso resta il luogo del loro affaccio: da li vengono riconosciuti e lo rappresentano. Ora possiamo osservare senza angoscia, da questo luogo resuscitato, i molteplici frammenti prodotti da diverse concezioni urbane, e riflettere sul destino della metropoli.

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Come dai moli – il cui unico scopo è dare senso a un transito continuo – e da cui si osservano l’indefinito del cielo e del mare – lo “spazio collettivo” che qui viene espresso, è il luogo privilegiato da cui osservare l’arcipelago metropolitano e i molteplici flussi che costantemente l’attraversano.

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Dimensioni e misure Il passaggio coperto longitudinale misura circa 240 metri, è profondo 2,5 metri, e alto 3,5 metri. Le stanze che vi si connettono hanno una dimensione di 4,5 metri di profondità e 7 di larghezza, e un’altezza massima di 7,15 metri dal piano stradale del cavalcavia Bussa. Le stesse dimensioni in pianta sono assegnate alle scale e ai gradoni che permettono di raggiungere le passerelle-molo della nuova piazza.

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AtelierTransito © 2013

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English text

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“Boundary and Threshold”Project for a new urban square of QuartiereIsola in Milan

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The project re-writes a marginal and meaningless emptiness of contemporary metropolis. It puts itself conceptually in an enormous process that re-searches and reinvents this kind of “places” in metropolitan landscape whit its fragmentation and conflicts: it searches to individuate and activate in them power and hidden tensions through a project. The goal is to create a different conception of “public space”; this space is no longer hyper-regulated like that which characterizes contemporary culture: it’s really empty and it should be discovered. Its value is defined from time to time through a collective perspective: a “collective space”.

Acquiring new awareness of what is unusual, the project provides an area of transit and socialization, of pause and observation by reinterpreting the meaning and the perception of a particular urban element that is platform roof of the large metropolitan station of Porta Garibaldi in Milan.

The project transforms the place by operating on elements that compose it, by using a wooden and painted architectural installation that has the function of double crossing; This installation allows the roofed crossing of Bussa overpass and it makes usable the projecting roofs that are on a lower level than it. The project provides an unusual type of square: a hanging square that is composed by wooden gangways; it’s possible to walk and stop on them, to observe and to be observed. In contemporary metropolis the square appears again as generating element that belongs no longer to urban morphology but it reflects alternative ways to live in it, to interpret and appropriate it.

The project creates itself on tensions between the emptiness of the new square and the fullness of covered walkway by transforming in a porous threshold the boundary that excluded the upper level of platform roofs from the connection with urban spaces. The kind of figure that defines this element characterized by a bit of installation and a bit of architecture, is simple: it’s a pole to whom are connected rooms for break and observation (the model recalls the shape of a comb); staircases and terraces that connect people to the new walkable floor area above platforms roofs, find place between rooms. A top and an end insert themselves on the longitudinal stick with a more precise formal characterization.

The entire project is left deliberately in a state of functional vagueness: this condition stresses the fleeting nature of the architectural installation made of dry-stone assembled and painted wood. It is a building with essential functions, temporary or still to be invented. The reduction or absence of a program transfers this work of poetic fascination, making clear their nature as installation, as machinery of a theatrical stage.

This project states that fleeting architecture also has a leading role in the construction of the city together with the architectural, essential form of emptiness activated by material and immaterial connections that are in tension on it. In this project the form of place of the new collective space is defined by connections that are fixed between different urban elements and it remains the place of their view: from this point elements are recognizable and they represent it. From this renew place, now we can observe without anguish numerous fragments produced by different urban conceptions and we can think about destiny of metropolis.

As from gangway whose goal is to make sense to a continuous transit and from which we can watch the undefined boundary between sky and sea, collective space, expressed here, is the favorite place from which it’s possible to watch metropolitan conglomeration and various flows that pass through it.

Size and measures The longitudinal covered walkaway measures about 240 meter, it’s 2.5 meters deep and 3.5 meters high. Connected rooms are 4.5 meters deep, 7 meters wide and they don’t exceed 7.15 meters in height from the road level of Bussaoverpass. Staircases and terraces that enable to reach gangways, have the same sizes.

AtelierTransito © 2013


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