“si benedica” (che nella parlata gergale diventa s’abbenedica o s’abbanidica o più erroneamente unito sabbanadica o ancora sabbanarica) vuol dire “sia benedetto”, e anche se non deriva dal saluto arabo ha la stessa valenza. Se unito a “vossia”, che deriva dallo spagnolo uzìa ed è l’abbreviazione di “vossignuria”, diventa “vossia si benedica” e significa “sua signoria sia benedetto”, come “si benedica a vossia” significa “la benedizione sia su sua signoria”.
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© Salvatore Nigrelli . Published on June 12, 2013.
Una delle parole più rappresentative della cultura popolare siciliana ha nutrito l’humus creativo che ha generato la composizione dell’opera. Pensato come locale in cui assaggiare le tipiche specialità siciliane, il “SABBENEDICA” si conforma e identifica attraverso segni e gesti che alludono alla Trinacria come terra d’origine. il telo centrale è stato conformato come una planimetria, con quote altimetriche tridimensionali, che rappresenta l’isola siciliana, dove le città sono state rappresentate da sfere luminose.
© Salvatore Nigrelli . Published on June 12, 2013.
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