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Riqualificazione spazi polifunzionali al servizio del centro storico di Mesola - Paolo Canesso, Anita Brotto, Davide Scapin, Anna Favaro, mirco brion

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La volontà di interpretare in maniera unitaria il progetto per Mesola ha portato a rivalutare gli ambiti d’intervento proposti. La scelta di spingersi oltre i limiti perimetrati dal bando è stata sostenuta anche dalla necessità di migliorare la qualità degli spazi esistenti attraverso la realizzazione di nuovi percorsi e nuove relazioni. Allo stesso tempo si sentiva l’urgenza di sottolineare le “emergenze” (sia architettoniche che naturali) restituendone la visibilità, aumentandone la fruibilità e ricostruendone le relazioni. Non si tratta, dunque, di uno spostamento d’interesse, quanto piuttosto di una “sintesi” tra le pratiche non compromette la possibilità di realizzare il progetto tenendo conto delle preesistenze (parcheggio) e delle perimetrazioni date dal bando. La convinzione di aver cercato di armonizzare gli spazi a tutto vantaggio della suggestione dei luoghi e della loro vivibilità conforta e rafforza la declinazione del progetto. Ambiti d’intervento proposti dal bando Ambiti d’intervento “dagli Orti al Fiume”

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DAGLI ORTI AL FIUMEORTI ESTENSI. Ovvero un museo aperto Piano naturale e piano culturale si confrontano e convivono. Riscrivendo la natura e i colori dei campi dell’intorno, gli Orti si arricchiscono di valenze pubbliche e sociali oltre che didattiche. I percorsi che ci accompagnano all’interno del recinto in bosso ci introducono in un tempio culturale: ogni singolo orto è custode di una coltura e di un sapere, ogni area nel recinto è spazio didattico. La consapevolezza del valore del “saper lavorare” e del “saper tramandare”, unita alla necessità di trovare delle forme “sociali” di partecipazione al bene, hanno suggerito il progetto di Orti Comuni, dati in uso gratuito e lavorati (in maniera collettiva, con depositi e utensili in comune) da cittadini di Mesola, che diventano Guide del museo, presenze vive e attive nel percorso didattico. All’interno dell’ampio spazio, tra gli appezzamenti coltivati seguendo le tradizioni provinciali e paesane, incontriamo dei veri e propri box-didattici in cui bambini, ragazzi, visitatori possono toccare, annusare, vedere, sentire. Attraverso le sensazioni tattili si “sperimenterà” e si “conoscerà”, attraverso il lavoro privato il museo (gli spazi del museo ma soprattutto il sapere che ne determina la missione) sarà sempre custodito e protetto.

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LE PIAZZE. Ovvero la storia, i rapporti, le connessioni Lasciati gli Orti il percorso si snoda naturalmente verso il cuore di Mesola, verso il Castello. Pur mantenendo questa forte direzionalità, addirittura sottolineata dalla proposta provocatoria di spostare il parcheggio di recente costruzione per mantenere l’infilata prospettica centrale, il progetto prevede la realizzazione di una nuova serie di connessioni tra gli elementi Orti-Magazzini-Piazza Vittoria in grado di relazionare spazi ora divisi, di ridare dignità a ciò che fin ora era destinato a “retro”, di mostrare Mesola da angoli suggestivi e di ridare impulso e vita alla vocazione commerciale e turistica. In particolare il progetto prevede un collegamento diretto tra la corte dei Magazzini e Piazza Vittoria. Si determina quindi una osmosi di spazi e di funzioni, di persone e di servizi. La piazza storica entra nella corte dei Magazzini e viceversa le attività giovani e attive dei Magazzini si espanderanno fino a Piazza Vittoria. Senza soluzione di continuità. Il disegno della pavimentazione (in trachite gialla e grigia) ne sottolineerà la fusione.

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La rilettura rappresentata dal progetto non si limita, però, al ridisegno. Vuole che l’intero percorso si proietti verso il fiume. Una revisione della viabilità, un nuovo respiro dato da una sosta all’uscita dal Castello e il parco a gradoni che smorza la forte scissione esistente tra il piano della piazza e l’argine, accompagnano la via principale oltre il fiume, a cercare, con un ponte pedonale (ricordo di un ponte esistente, nuove relazioni e schemi evoluzione alzato su Piazza Vittoria nuovi stimoli). Dall’argine raggiungiamo pensiline in legno da cui osservare i pescatori, aspettare la barca per una gita fino al Delta oppure salire sulle torrette per osservare il Castello, il territorio, gli uccelli. Dall’argine guardiamo Mesola e guardiamo la natura. Il progetto separa e unisce. Il pensiero capisce le autonomie e le sintetizza. Anche qui natura e cultura convivono.

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I FABBRICATI. Ovvero il disegno architettonico Discorso particolare meritano i fabbricati oggetto del progetto. In particolare i Fabbricati a Corte e il Fabbricato su Piazza Vittoria.

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FABBRICATI A CORTE L’analisi dei fabbricati ha individuato delle porzioni più recenti e di scarsa qualità architettonica. In particolare l’appendice a sud esterna alla corte ed una piccola parte contigua verso nord sono state rimosse ed è stata costruita ex novo solo il volume necessario alla chiusura della corte.

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L’approccio al recupero dei fabbricati si propone di mantenere la leggibilità della struttura esistente e di sfruttare la versatilità dei nuovi spazi. In tal senso, il filo conduttore è la realizzazione di box autonomi utilizzabili in maniera differenziata, in base alle esigenze, alle domande, alla situazione economica. Il fabbricato su via 25 Aprile diventa un contenitore da poter dedicare al piano terra a mostre e ad attività collettive (in sintonia con il concetto di permeabilità e osmosi delle piazze) e, al piano primo, a foresteria. Lo studio in pianta delle singole stanze, unite da un corridoio ballatoio, permette di farle diventare, se necessario, uffici pubblici, per associazioni o da affittare a privati. Gli altri fabbricati contengono invece box ricettivi (un bar aperto su portico), commerciali (negozi autonomi ma legati da un “percorso” all’interno di uno spazio sempre proiettato verso la corte) e di servizio (uffici e front-office nella porzione più vicina a Piazza Vittoria)

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FABBRICATO SU PIAZZA VITTORIA La suggestione di alcune cartoline postali d’epoca ha dato lo spunto alla rilettura dell’alzato principale di questo fabbricato così pesantemente segnato dalla frammentazione delle proprietà, dalle esigenze di distribuzione e illuminazione interna e dalle mode rintracciabili in colori e finiture. Il progetto propone una rivalutazione della metrica tra pieni e vuoti, consci che, pur non potendo ritornare all’origine, è comunque naturale riproporre, con linguaggio contemporaneo, l’”immagine” del fabbricato. Il prospetto ritrova, in questo modo, le proporzioni definite dal marcapiano e il ritmo dato dalle aperture in serie al piano terra e dall’alternanza di finestre a bow-window in acciaio cor-ten (ricordo delle finestre storiche) e finestre a nastro (che permettono la personalizzazione interna degli spazi). La possibilità di inserire anche nelle vetrine elementi in acciaio corten (ingressi, portali, strutture espositive) sottolinea la volontà di mantenere la freschezza e l’apporto originale di chi vive Mesola, all’interno, comunque, di un disegno unitario e che nasce dalla storia.

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Anche il fronte opposto è stato oggetto di una riflessione progettuale vista l’importanza che assume nel contesto delle nuove relazioni spaziali e visive. In particolare, data l’attuale situazione di confusione e disorganicità, si propone di realizzare degli elementi contenitori (sempre in acciaio cor-ten) in cui alloggiare camini, scambiatori, risalite per impianti ecc. In questo modo si potrà ristabilire un ordine e un ritmo a tutto vantaggio della prospettiva verso il Castello e verso Piazza Vittoria.

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