L’area ex Mazzoleni in rapporto con la città. La configurazione di Seriate e del suo territorio che ci restituisce la mappa settecentesca del Catasto Teresiano conservata all’ Archivio di Stato di Milano è quella di uno dei tanti microinsediamenti che, fino all’ultima guerra mondiale, costellavano la pianura lombarda e che erano nati in epoche assai remote, all’incrocio di importanti assi territoriali o, come in questo caso, in prossimità dei guadi dei fiumi. Il modesto insediamento si confrontava direttamente con la dimensione dell’immenso territorio agricolo circostante e del suo silenzio, attraversato da poche strade e dai numerosi corsi d’acqua. Il successivo sviluppo produttivo ed urbanistico ha coperto e nascosto per sempre la memoria del supporto, la “terra”. Case, fabbriche, strade e piazzali asfaltati, rumori e odori, talvolta nocivi, si sono sostituiti al paesaggio naturale relegandolo a pochi lacerti: qua e là lungo i corsi d’acqua, in qualche area residuale e, addomesticato o reso altro da sé nei giardini condominiali e delle villette. L’ Area ex Mazzoleni si situa in una zona qualsiasi di quel terrritorio agricolo di cui si è persa completamente traccia; e trova la sua ragion insediativa nell’ essere prossima alla Strada Statale per Bergamo e allo scalo e alla linea ferroviaria Bergamo-Brescia: la prima la collega alla città, la seconda invece la separa Fatto salvo quel remoto substrato naturale che i suoi piazzali abbandonati celano alla memoria e all’esperienza degli abitanti attuali, non vi è nessuna preesistenza significativa, nessuna traccia, da riscoprire o da cui prendere spunto per immaginare un sistema insediativo meno banale delle lottizzazioni che lo circondano e che trovano motivazione nelle regole astratte degli indici urbanistici e della convenienza geometrico/economica degli imprenditori/clienti. Le indicazioni del Piano Regolatore per l’ Area di Trasformazione n.8 prefigurano un pezzo di città analogo alle espansioni più recenti: un isolato perimetrato dalla viabilità veicolare lascia al progetto architettonico il problema di “come” dimensionare gli edifici e calibrare i rapporti reciproci tra residenza e servizi nel rispetto degli standard urbanistici, secondo un percorso “a cascata” di cui si possono facilmente immaginare gli esiti guardando l’urbanizzazione circostante. Un paesaggio urbano ordinato ma anonimo, fatto di condomini che occupano quasi completamente i lotti con il verde privato relegato alla funzione di semplice distacco trav una proprietà e l’altra; e non diverso da quello di molti altri centri urbani che negli ultimi anni si sono sviluppati nel centro e nel nord d’Italia, a seguito del diffuso fenomeno della dismissione degli impianti industriali più antichi, oramai incompatibili sia con i processi produttivi che con gli insediamenti cresciuti fino ad inglobarli al loro interno. La circostanza del Concorso consente di assumere un punto di vista diverso, di cercare un obiettivo “oltre” le richieste quantitative; un’idea insediativa “forte” sul piano qualitativo da cui far discendere le scelte di dettaglio e le risposte al “programma” dato (mq di residenza, di servizi, di parcheggi etc) invertendo quel processo che, in generale, ha visto il risultato finale come meccanica sommatoria di una serie di risposte ai singoli punti del programma. Il disegno urbano e la viabilità proposte
Tavola di Concorso.
© OFFICINE IADR . Published on July 15, 2013.
In questo senso la proposta è molto semplice: costruire un brano di città che organizza e dà forma ad un contesto disomogeneo e confuso utilizzando alcuni topos caratteristici della lunga tradizione urbana europea: il parco, il viale alberato, la piazza, la cortina edilizia, il porticato, la torre. La disposizione reciproca di questi elementi risponde a diversi obiettivi, tra di loro strettamente correlati ed intrecciati, che consentono di dar forma e contenuti in modo unitario e coerente a quello principale sopraenunciato:- il sistema dei percorsi principali intende mettere in relazione il nuovo insediamento, in modo chiaro ed inequivocabile, da una parte con i due sottopassi ferroviari verso il centro città, dall’altra con il Teatro Gavazzeni e la retrostante zona degli impianti sportivi;
- la riduzione della viabilità veicolare interna alla sola viabilità di accesso dalla via Marconi (ingresso ed uscita) ai parcheggi pertinenziali interrati e ai parcheggi pubblici richiesti e la contestuale eliminazione dell’anello viabilistico consentono di creare una più facile interazione con gli ambiti residenziali circostanti; questi infatti potranno entrare in contatto diretto sia con la zona pedonale/commerciale, sia con il parco pubblico sia, infine con i servizi pubblici nuovi, collocati nella originaria Palazzina d’ingresso all’area sulla via Marconi, e con quelli preesistenti, Teatro Gavazzeni ed impianti sportivi; (v. Figura 2 – Viabilità)
- il posizionamento della zona commerciale e del parcheggio pubblico sul fronte est dell’area facilita l’accesso perdonale e veicolare dalla parte di città più consolidata, dove sono già presenti altri esercizi commerciali e la maggiore sezione stradale rende il traffico più fluido, e dal principale asse verso il centro;
- la zona commerciale affianca la direttrice che collega il Teatro Gavazzeni e la nuova struttura a servizi pubblici prevista nella Palazzina d’Ingresso all’area e, quindi, il sottopasso ferroviario sulla via Marconi creando un rapporto sinergico e di reciprocità funzionale e visiva tra queste diverse polarità;
- l’area verde ha dimensioni significative, è raggiungibile facilmente da tutte le aree pedonali circostanti ed è attraversata da una rete di percorsi ciclopedonali che utilizzano i distacchi tra le case preesistenti come raccordo tra vecchio e nuovo;
- la piazza è prevista in posizione strategica tra la nuova Torre Mazzoleni ed il Teatro Gavazzeni, alla convergenza tra i due assi principali dell’area ed in prossimità dell’area pedonale/commerciale e del parcheggio pubblico da una parte, e della zona degli impianti sposrtivi dall’altra. In questo contesto: - la Torre Mazzoleni diventa un landmark urbano che dialoga a distanza con la memoria della città industriale –la ciminiera supersite sulla via Alberto Da Giussano- e, oltre il rilevato ferroviario, con la città storica e consente di concentrare la volumetria residenziale e rispiarmare la superficie utile a realizzare:
- un’area di verde pubblico di mq 16.400
- un’ area pedonale pubblica di altri mq 8.000 circa
- un’ area di parcheggio pubblico di mq 4.000.
- la cortina edilizia ed il porticato ad essa addossata accompagnano naturalmente la zona pedonale alimentata dal parcheggio da una parte verso la piazza del Teatro e, dall’altra, verso la Palazzina d’ Ingresso adibita a Servizi;
- il viale alberato segnala, separa e protegge la zona pedonale da quella a parcheggio;
- il parco occupa circa la metà dell’area con un disegno di tipo naturalista che prevede un ampio specchio d’acqua al centro protetto dall’aggressività del contesto residenziale circostante da una oculata movimentazione del terreno.
Il Parco Nella nostra proposta la realizzazione del Parco riveste una grande importanza e dovrà essere progettato meticolosamente facendo ricorso ad essenze tipiche della flora di queste zone: aceri, tigli, querce e macchie di arbusti autoctoni che garantiscano fioriture caratterizzanti nelle diverse stagioni dell’anno. Il parco sarà concepito come un “parco giochi” complessivo e non come spesso accade come un parco con all’interno una “zona giochi” con prodotti industriali: la movimentazione del terreno in piccole collinette per isolare visivamente il parco dalle case circostanti sarà un naturale terreno di sperimentazione della fantasia dei bambini come il ponte che attraverseà il piccolo specchio d’acqua quasi immergendosi al suo interno. La presenza del laghetto sarà anche l’occasione per ricreare un microambiente floro-faunistico associando essenze tipicamente lacustri (canne, fiori di loto, ninfee, salice piangente) a fauna e avifauna tipiche di quegli ambienti secondo le tendenze più avanzate nella progettazione di parchi e giardini in Europa. Una via obbligata per la sostenibilità ambientale di un quartiere residenziale sostenibile Quartiere quale sistema integrato ecologico – passivo costituito da materiali bio-compatibili (know-how di MINERGIE® e del Passive House Institute®) “integrati” ai residenti e all’ambiente urbano circostante in quanto tali; …. non solo metaprogettazione atta alla valutazione delle performance dell’edifici, ma anche volta a minimizzare l’impatto delle componenti analizzando il ciclo di vita del prodotto- quartiere-edificio, dalla fase di estrazione dei materiali fino alla loro dismissione, con la demolizione e il trasporto dei rifiuti…. Architettura organica e funzionale in simbiosi con gli spazi e la flora programmata del verde progettato del parco prospiciente dal quale per mezzo del polmone tecnologico ( vmc + recuperatore di calore ) attingere ossigeno necessario ad un alta qualità e temperatura dell’aria indoor, tale da rendere il quartiere, sempre più indipendente dalle fonti fossili e da “consumi” e “costi” oggi non più sostenibili. Il complesso è costituito da abitazioni di altezza medio bassa, fatta eccezione per la Torre MAZZOLENI, una torre di 54 metri per circa 73 abitazioni che ha il pregio di risparmiare territorio programmandolo a parco quale polmone del nuovo quartiere. Le strutture portanti sono pensate in legno ed i pannelli X-Lam completeranno la struttura prevista in appoggio su un’autorimessa interrata in cemento armato. Un sistema costruttivo ancora poco conosciuto in Italia, gli edifici residenziali multipiano di legno con tecnologia X-Lam sono parte integrante della pratica costruttiva in molte regioni europee. Dato il clima della zona, le facciate degli edifici rivolte a sud, sono quasi interamente vetrate in modo da catturare i raggi solari e ridurre l’impiego della climatizzazione artificiale. Ampi spazi verdi circondano le abitazioni, ben servite non solo dal trasporto pubblico locale, ma anche da una fitta rete di piste ciclabili. La mobilità sostenibile ha un ruolo rilevante in questo quartiere, in cui i futuri abitanti, grazie ad un eventuale –possibile- servizio di Car Sharing, potranno condividere le automobili offerte dal Comune di Seriate e usufruendo di una serie di auto elettriche, a gas metano e ibride appartenenti alla Comunità prenotabili via internet. Inoltre il progetto vuole farsi promotore di uno stile di vita collettivo e facilita la creazione di una rete di rapporti di buon vicinato attraverso l’inserimento di una serie di servizi ricreativi e culturali outdoor. “Per facilitare questo intento è stata data particolare rilevanza alla progettazione e distribuzione degli spazi comuni, concepiti come una serie di percorsi e luoghi che si articolano in modo da essere fruibili nei diversi momenti della giornata e da diverse tipologie di abitanti. Proprio con questo intento sono stati progettati alcuni elementi architettonici (ballatoi, scalinate, ponti, portinerie, androni e i corpi scala) destinati a diventare spazi di relazione dove la comunità potrà incontrarsi e sviluppare più facilmente relazioni interperrsonali.Il cuore del progetto è il l’agorà verde , un piccolo parco, aperto anche agli abitanti delle lottizzazioni circostanti, che comprenderà aree gioco, spazi di sosta e pergolati.” Per l’irrigazione delle zone verdi comuni è presente una cisterna in cemento armato impermeabile con una capacità utile di 90 m³ per la raccolta delle acque piovane dei tetti. Il verde non costituisce solo un segno di demarcazione tra spazi e attività, ma riconnette la popolazione urbana al paesaggio naturale della nuova Seriate, attraverso un fitto sistema di organici percorsi che snodandosi nel parco dove alle piante è affidato il richiamo al vernacolo. Le specie arboree piantumate sono per lo più sempreverdi che generano un microclima piacevole: le piazzette ricavate e il piccolo parco al centro del quartiere si fondono con i materiali e le tecnologie necessarie allo svolgimento delle attività umane indoor. Le stesse facciate dei nuovi edifici potranno apparire come alti muri verdi, e lasciamo al progetto architettonico la possibilità di valutarlo nel concreto dove la vegetazione locale avvolge completamente l’edificio dall’attacco a terra fino al tetto, talvolta fuoriuscendo dai parcheggi sotterranei. Questi giardini verticali avrebbero il pregio di agire sia come filtri per l’aria contro l’inquinamento, mitigando il guadagno di calore nelle unità abitative e aiutando ad ossigenare l’aria, sia come sistema di ombreggiamento nelle ore di maggiore soleggiamento. Il reintegro della cisterna, in mancanza di acqua piovana, avviene tramite l’acquedotto per mezzo di un Set elettronico. Largo spazio alle energie rinnovabili dunque con impianti microeolici, fotovoltaici che rendono gli appartamenti indipendenti energeticamente, impianti di recupero di gas dalle biomasse e di utilizzo del calore contenuto nel terreno. Gli appartamenti in pratica produrranno da fonti rinnovabili tutta l’energia che consumeranno. Una filosofia ineccepibile, già presente in molti quartieri del Nord Europa per far valere la sostenibilità.