L’idea del posteggio e sosta veicolare come mera infrastruttura muta, diventa percorso discendente attraverso il quale lentamente immergersi nella natura in modo fluido. Il tratto di lungofiume dal parcheggio al paese è pensato come parco pubblico lineare, spazio per il tempo libero in un’ottica di recupero funzionale degli argini. Fluidità e continuità sono i due caratteri salienti della nuova struttura, sia che la si transiti in automobile sia che la si percorra a piedi. La potenza e la bellezza del paesaggio in questo caso più che mai rischiano di bloccare il progettista di fronte alla scelta da un lato di intraprendere la strada della mimesi, subordinando l’edificio a logiche di trasparenza e silenzio fisico, dall’altro sfidare la natura attraverso l’imposizione di un gesto vigoroso. Il progetto proposto offre una terza via tra quelle possibili: un posteggio multipiano in costante dialogo col luogo a partire dalla suggestione da cui si origina: il tornante. I tornanti che caratterizzano la rete viaria di montagna e che si replicano alla conquista della vetta, i tornanti sempre emotivamente uguali pur nella planimetrica differenza. Ad ogni tornante, come in natura, così nel progetto proposto, si godono scorci differenti, punti di vista inconsueti, ai vari livelli la planimetria varia, si protrae verso il fiume o recede da esso in un o succedersi dal basso verso l’alto di concavità e convessità, in cui prevale la logica del piano orizzontale. I pilastri non sono verticali, ma pendono e si inclinano rispetto a un piano o a un altro.
© Gianluca Gelmini . Published on July 22, 2013.
© Gianluca Gelmini . Published on July 22, 2013.